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WSBK 2022 – ROUND DELL’EMILIA ROMAGNA

Il mondiale superbike 2022 comincia a entrare davvero nel vivo con l’appuntamento sul circuito Marco Simoncelli di Misano per il round dell’Emilia Romagna.

Il copione sarà probabilmente lo stesso visto nei precedenti appuntamenti ma non per questo sarà scontato o noioso perchè i tre contendenti del mondiale 2022 continueranno a suonarsele di santa ragione.

In testa arriva Bautista, un pò a sorpresa verrebbe da dire, che ha saputo ritrovare un gran feeling con la V4 Panigale e sfruttare al massimo le defaillance dei suoi contendenti principali per accumulare un vantaggio di 17 punti su Rea.

immagine da tuttomotoriweb.it

Misano potrebbe essere una bella occasione per rimpolpare questo vantaggio, considerando che può essere considerata una pista amica della Ducati e dove nel 2021 Rinaldi fece furore con due successi in tre gare. Obbiettivo dello spagnolo quello di non commettere errori e puntare alla vittoria se le condizioni lo consentiranno, evitando di farsi trascinare in bagarre deleterie o cercare di raggiungere un risultato impossibile da ottenere.

Per Rinaldi potrebbe essere l’ennesima gara del rilancio in questo 2022 che lo sta sempre più allontanando dai progetti Ducati per il 2023. Sarebbe ottimo per lui e per il suo compagno di squadra e già solo replicare a metà la prestazione dell’anno passato sarebbe una gran risultato.

Rea arriva carico di aspettative a Misano, ennesima pista che l’ha visto più volte vincitore in passato. Le gare all’Estoril sono andate peggio del previsto in termini di punti ottenuti ma molto bene in quanto a feeling di guida con la sua Kawasaki, motivo in più per andare all’attacco. Il gran caldo potrebbe essere un ulteriore alleato considerando che la gestione delle gomme in gara sarà un fattore più critico che nelle gare precedenti.

immagine da moto.it

Razgatlioglu è ancora un work in progress per tanti motivi. Bene ma non benissimo all’Estoril, alla ricerca della prima vittoria stagionale che tarda ad arrivare e già staccato di oltre 50 punti dalla vetta della classifica. Nonostante ciò si dice fiducioso per la gara romagnola in cui la sua Yamaha dovrebbe arrivare con molti problemi in meno rispetto a quelli visti fino ad ora.

Work in progress anche il suo futuro, dato che almeno per il 2023, le porte della motoGP saranno chiuse per lui. Il test sulla M1 resta sempre in programma ma diciamo che non gli gira proprio benissimo al turco in questo momento.

Dietro i tre capofila il vuoto o quasi… Sarà interessante capire se Redding e la sua BMW avranno fatto quello step per potersela giocare più da vicino per il podio. Intanto Van der Mark non sarà della partita a Misano causa frattura al collo del femore destro rimediata in Portogallo, al suo posto Ilya Mikhalchic.

immagine da press.bmwgroup.com

Anche Honda arriva con grosse aspettative a Misano. Al 99% non saranno in lotta per la vittoria ma sarebbe importante anche per loro confermare quanto di buono fatto vedere in questo inizio di stagione e se possibile fare meglio.

Infina una nota positiva arriva dal comitato organizzativo del round romagnolo. Nel primo vero ritorno a Misano post-pandemia si punta a raggiungere i volumi di affluenza pre-pandemia e i prezzi vanno in questa direzione, davvero bassi se confrontati a quelli di altri eventi auto/motociclistici. A questo in aggiunta molti eventi previsti per il weekend di gare e diverse aree attrezzate in circuito per i più piccoli.

Davvero un bel segnale per cercare di riavvicinare il grande pubblico ad eventi che negli ultimi anni sono sempre più visti come preclusi a chi non ha grandi possibilità economiche.

*immagine in evidenza da meetingecongressi.com

Rocco Alessandro

MOTOGP 2022 GP DI CATALUNYA-FABIO SI ALLUNGA LE DUCATI SI STENDONO

Una gara senza storia.

Questo il resoconto in sintesi del Gp di Catalunya di domenica scorsa.

Sarebbe dovuta essere la gara delle Ducati (ben 4 nelle prime due file) ed è finita in una sorta di “passeggiata” domenicale per il sempre più leader del mondiale Fabio Quartararo.

Scattato bene per una volta, ha preso il comando subito aiutato anche dall’incidente che ha visto coinvolto il suo più pericoloso rivale Pecco Bagnaia alla prima curva.

Ed è proprio dopo qualche centinaio di metri che la gara ha avuto il suo epilogo. Nakagami è arrivato lungo picchiando (nel vero senso del termine) la testa contro la ruota posteriore del ducatista che è caduto insieme ad Alex Rins a sua volta centrato dal corpo del giapponese.

(immagine tratta dal sito sportmediaset.it)

Capita, sono le corse. Invece di ringraziare il cielo per il miracolo sceso sulla pista di Montmelo che ha evitato il peggio, sono partite le polemiche con le richieste di sanzione per il pilota di Cecchinello. Chi scrive ne ha ben donde nel pensare che Nakagami non abbia la fama del kamikaze, quindi le polemiche sono state assolutamente sgradevoli e fuori luogo. Tra il versare acredine ed il versare lacrime il passo è sempre troppo breve.

Fabio è stato autore di una gara magistrale, quindi. Ha imposto sin da subito un ritmo inavvicinabile per chiunque, anche per Aleix Espargaro e la sua Aprilia che sembravano i più seri candidati alla vittoria sino alla partenza. Lo spagnolo ha corso benissimo la sua gara sino al penultimo giro. Ha tenuto testa ad un ritrovato (ed ancora sofferente) Jorge Martin ed al suo compagno di squadra Zarco sempre attaccato agli scarichi dei due spagnoli. Il tutto sino a che non ha spento la testa dimenticandosi che si festeggia dopo l’ultimo giro e non dopo il penultimo. Anche questo è già capitato in passato (Chili docet), e fa malissimo. Le immagini in diretta del box hanno confermato che all’interno dello stesso di veneti ce ne sono eccome…..

Alla fine il team Pramac si porta a casa un doppio podio che salva almeno la faccia delle Ducati in pista. I nostri? Tutti sdraiati. Bagnaia steso in partenza, Bastianini, Bezzecchi e Digiannatonio che hanno fatto tutto da soli. Si è salvato il buon Marini che però ha perso una posizione “regalata” da Espargaro facendosi risorpassare in due curve appena Aleix si è reso conto della vaccata che aveva fatto.

Evanescente ormai Miller. Purtroppo nel box rosso non è la prima volta che si manda a meretrici il clima ed il rapporto in corso di stagione…. E non è nemmeno quotato sia l’ultima…

Discreta gara di Mir, campione del mondo senza ancora una sella certa 2023, e piccoli segnali di risveglio di Vinales che sarebbe finito a 10 secondi dal compagno di marca se questi non avesse mollato. Saranno ancora tanti, ma non sono quelli che li separavano nelle prime gare.

Senza italiani in piedi, senza Honda competitive, senza Yamaha veloci (eccetto una) il resto della classifica è giocoforza completato dalle KTM. Morbidelli finisce pure dietro a Binder (Darryn, ndr) nonostante il venerdì avesse dato l’impressione di aver fatto un piccolo step.

Prossimo appuntamento domenica 19 giugno al Sachsenring. L’unica certezza che oggi abbiamo e che non avremo il solito vincitore dal 2013. Marquez è convalescente quindi vincerà un altro e non lui. In bocca al lupo Marc.

 

Moto 2

Splendida vittoria per il nostro Celestino Vietti che partito dalla pole ha avuto qualche difficoltà iniziale salvo poi salire in cattedra ed impedire al suo rivale più pericoloso Canet di vincere la sua prima in Moto2.

(immagine tratta dal sito torinotoday.it)

Bravo Vietti che di questo passo potrà vincere il mondiale e mettere in difficoltà chi dovrà trovargli una sella nel 2023.

 

Moto3

Izan Guevara vince la corsa davanti al semideb Munoz autore di una gara magistrale. Il nostro Foggia resta a piedi e si allontana ancora una volta dalla vetta di quel mondiale che già lo scorso anno aveva annusato.

Le prime due posizioni della classifica sono appannaggio di Garcia e Guevara compagni nel team Aspar. Foggia scivola a meno 55 dalla vetta. Sarà durissima.

 

Salvatore V.

 

(immagine di copertina tratta dal sito motorcycle sport)

LA STORIA DELLA FERRARI 312T: 1976 (TERZA PARTE)

Quando le squadre ripartono da Jarama, arriva la Renault per provare la Alpine A500, un prototipo costruito a Dieppe esclusivamente per collaudare e sviluppare il V6 Renault Gordini, un motore da 1500 cc³ con turbocompressore disegnato da Bernard Dudot e accreditato di oltre 500 cv. In base a queste prove la Renault deciderà se commercializzare il motore a chi ne dovesse fare richiesta. Il pilota che porta avanti i collaudi è Jean-Pierre Jabouille. Le gomme sono Michelin a struttura radiale.

Terminata l’alternanza tra Fiandre e Vallonia per via del fallimento dell’autodromo di Nivelles, il GP del Belgio resta in pianta stabile a Zolder dove ovviamente continua la polemica sui fatti edl GP di Spagna.

La McLaren ha risolto il problema della larghezza eccessiva dalla carreggiata ribassando al tornio la flangia interna dei cerchi. Inoltre, per evitare guai ulteriori, i radiatori dell’olio laterali vengono riposizionati ai lati del cambio ma entro i limiti regolamentari e questo crea i previsti problemi di surriscaldamento che avevano convinto Coppuck ad apportare la precedente modifica. In ogni caso a Colnbrook non perdono il buonumore.

HEUSDEN-ZOLDER – MAY 16: Following a technical dispute at the previous race, Team McLaren posted this sign on the rear wing of the McLaren M23/Ford Cosworth before practice for the Grand Prix of Belgium on May 16, 1976, at Circuit Zolder near Heusden-Zolder, Belgium. (Photo by Bob Harmeyer/Archive Photos/Getty Images)

 

Le polemiche non intaccano minimamente il rapporto di stima e amicizia che esiste tra Lauda e Hunt fin dal 1970, quando correvano in F3.

La Ferrari continua a cercare nuove soluzioni per l’alimentazione dei suoi 12 cilindri. Questa volta Lauda prova sul muletto delle prese d’aria più grandi ma solo durante le prove libere.

La FIAT mette a disposizione della Ferrari la nuova motrice 170 con semirimorchio per il trasporto delle vetture e un camion attrezzato per ospitare le conferenze stampa già visto nelle gare del Mondiale Rally.

A partire da questo GP anche Lauda indossa il casco AGV X1 come Fittipaldi, Brambilla e altri.

Anche se la costola è guarita, l’austriaco continua ad avvalersi delle cure di Willi Dungl (e della moglie Marlene, ovviamente).

La buona prestazione di Depailler in Spagna ha tolto ogni dubbio sulla competitività della Tyrrell a 6 ruote e ora anche Scheckter ne ha una, la P34/3. Entrambe le monoposto hanno ora una presa d’aria motore in vetroresina molto semplice e diretta.

La Lotus continua con le vetture che hanno ben figurato a Jarama grazie alle nuove sospensioni anteriori ridisegnate da Len Terry. La novità è rappresentata dall’ingaggio di Tony Southgate, ex progettista dell’ultima BRM vincente che ha lasciato la Shadow dopo aver capito che la mancanza di sponsor non avrebbe lasciato speranze alla squadra di Don Nichols. Sulla 77 compare un deflettore posizionato alla base delle fiancate.

I primi punti conquistati in Spagna danno un po’ di fiducia alla Brabham Alfa che continua a cercare un modo per far respirare al meglio il 12 cilindri di Arese. Questa volta si prova con una presa d’aria orizzontale che però viene scartata dopo le prove.

Si fa un ulteriore tentativo montando dei “polmoni” cilindrici sopra le testate ma anche questi non danno i risultati sperati.

Nuova presa d’aria anche alla March. Scartata quella orizzontale, ora le 761 ne hanno una con maggiore portata rispetto a quella vista in Spagna sulle macchine di Brambilla e Peterson.

Harald Ertl e Anthony Horsley rispolverano e aggiornano la vecchia 308B con cui Hunt vinse a Zandvoort per far correre Guy Edwards che ha trovato due sponsor “atipici” come la rivista erotica Penthouse e le cartine per sigarette Rizla+.

Racing driver Guy Edwards and Penthouse Pet Suzanne Turner in the new Penthouse Rizla Hesketh 308B Formula One racing car which was unveiled in London. The car, “jointly” sponsored by penthouse magazine and Rizla, makes it’s debut in the Belgian grand prix (Photo by S&G/PA Images via Getty Images)

 

John Watson prova un muso a cuneo sulla Penske PC3 ma per la gara sceglie la soluzione originale. La PC4 è ancora in fase di ristrutturazione per gli irrisolti problemi di alimentazione emersi fin dal primo test.

La John Day Model Cars che ha sponsorizzato la Ensign a inizio stagione trasferisce i suoi soldi sulla March di Stuck.

Nonostante qualche problema tecnico nella giornata di venerdì, Lauda ottiene finalmente la prima pole stagionale davanti a Regazzoni. Le Rosse tornano a occupare la prima fila per la prima volta dopo Monza ’75.

Cominciano i problemi per Hunt che esce di pista e si qualifica comunque terzo, a soli 2 decimi da Lauda con il tempo della prima sessione del venerdì. L’inglese avrebbe potuto fare meglio ma il motore del muletto non sale sopra ai 10mila giri. Hunt precede Depailler, Brambilla, Laffite, Scheckter e Amon con l’ottima Ensign N176.

Gli ammessi al via sono 26 su 29 e il primo degli esclusi è il due volte Campione del Mondo Emerson Fittipaldi, alla sua prima mancata qualificazione in carriera, a dimostrazione che il suo indiscutibile talento non riesce a colmare i difetti tecnici della FD04 sempre più inguidabile.

Va ancora peggio a Jacky Ickx la cui Williams, nonostante i soldi immessi da Walter Wolf, esce di pista a causa della cremagliera della scatola dello sterzo usurata. Il belga gira pochissimo e con tempi molto alti non riuscendo a qualificarsi, come già successo a Long Beach. Per la prima volta Ickx non prende parte alla gara di casa che avrebbe dovuto essere anche il suo 100° GP.

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Riescono a qualificarsi e a debuttare il 26enne belga Patrick Neve col diciassettesimo tempo e il coetaneo svizzero Loris Kessel (23°), entrambi al volante delle vecchie Brabham BT44B della RAM Racing.

All’accendersi delle luci verdi Lauda scatta alla perfezione ed entra alla prima curva davanti a Hunt che ha scavalcato Regazzoni. Seguono Laffite, Brambilla, Depailler, Amon e Scheckter.

Nel corso del quarto giro Brambilla commette un errore alla chicane, va in testacoda e scende dalla quinta alla quattordicesima posizione. Tre giri più tardi si ritira per la rottura di un semiasse.

Scheckter supera Amon ed è sesto alle spalle dell’altra Tyrrell di Depailler. Lauda è saldamente al comando mentre Hunt comincia a perdere terreno, in difficoltà con la tenuta di strada della sua M23. All’inizio del 7° giro Regazzoni supera l’inglese e si porta al secondo posto.

La McLaren di Hunt è tutt’altro che a posto così Laffite attacca l’inglese alla frenata della chicane dietro al paddock ma arriva lungo e gli assesta una decisa “sportellata”. Entrambi riescono a proseguire ma il francese deve cedere la quarta posizione a Depailler.

Laffite non si perde d’animo, al 15° giro risupera Depailler e due giri più tardi ha finalmente la meglio su Hunt. Sulla fiancata destra della Ligier è evidente il segno della ruota posteriore sinistra della McLaren. Ora ci sono tre vetture a 12 cilindri ai primi tre posti.

Alle spalle dei primi tre c’è una vera e propria ecatombe meccanica. Al 29° giro Depailler rientra lentamente ai box con il DFV che emette un suono sordo di ferraglia e Hunt si ferma al 35° senza più olio nella scatola del cambio.

A metà gara le Ferrari sono comodamente al comando, seguite a parecchia distanza da Laffite. Scheckter è ancora più indietro con la Tyrrell e precede l’ottimo Amon ma al 52° giro la sospensione posteriore sinistra della sua Ensign si rompe mentre affronta la Terlamenbocht. La monoposto finisce fuori pista e si ribalta ma il neozelandese esce da solo dall’abitacolo riportando solo una botta alla mano destra.

Niki Lauda vince il suo 10° GP con 3 secondi di vantaggio su Regazzoni e 35 su Laffite. Primo e unico Grand Chelèm in carriera per l’austriaco.

Scheckter si salva dal doppiaggio per poche decine di metri e conquista i primi punti per la Tyrrell a 6 ruote nonostante la sospensione posteriore destra rotta e la ruota in posizione innaturale.

Alan Jones chiude al quinto posto, davanti a Mass, e porta a punti la Surtees per la prima volta nell’anno.

1976 Belgian GP ZOLDER, BELGIUM – MAY 16: Alan Jones poses with his Surtees TS19 Ford and Durex models during the Belgian GP at Zolder on May 16, 1976 in Zolder, Belgium. PUBLICATIONxINxGERxSUIxAUTxHUNxONLY 1017347618-LAT-19760516-76BEL08

 

Primo podio per la Ligier Matra dopo soli 5 GP. Mai prima di oggi tre motori a 12 cilindri hanno occupato tutti i tre gradini del podio. Lauda ora ha 42 punti e precede il proprio compagno di squadra che ne ha 15. Depailler è terzo con 10 punti. Ovviamente la Ferrari è a punteggio pieno con 45 punti davanti a Tyrrell con 16 e McLaren con 10.

L’ultima settimana di maggio cominciano a Monza i lavori di modifica dell’Autodromo Nazionale per realizzare due nuove varianti, una (doppia) prima della Curva Grande in sostituzione di quella ricavata dopo ai box e contestata dai piloti e l’altra nel rettilineo successivo per rallentare le monoposto che piombano a Lesmo a tutta velocità.

Le squadre si ritrovano nel Principato di Monaco dove sono state modificate due curve.

L’Automobile Club locale ha creato una strettoia artificiale inserendo un cordolo sul lato sinistro della carreggiata alla staccata di Sainte-Dévote e costruendo uno “spartitraffico”, delimitato da larghi cordoli smussati, in mezzo al crocevia che si trova davanti alla chiesa. Questo dovrà essere aggirato da sinistra, rendendo la curva nettamente più lenta. La traiettoria precedente è riservata solo ai piloti che ripartono dai box. All’interno “dell’isola” vengono posizionati dei sacchi di sabbia per evitare eventuali “tagli” più o meno volontari.

L’altra modifica riguarda la curva che immette sul rettilineo del traguardo. L’apice viene spostato in avanti in modo da immettersi sulla Avenue du Port con un rampino molto secco che porta le vetture a salire sul marciapiede che costeggia il muro divisorio dell’uscita del Tunnel Rocher Albert 1er. L’incrocio tra la salita di Avenue de la Quarantaine e la discesa di Avenue du Port crea un dislivello che fa saltare le monoposto, aggiungendo una difficoltà in più per piloti e meccanica.

L’apice della vecchia curva diventa l’ingresso della nuova corsia box.

MONTE CARLO, MONACO – MAY 30: Jody Scheckter, Tyrrell P34 Ford with Chris Amon, Ensign N176 Ford in the background during the Monaco GP at Monte Carlo on May 30, 1976 in Monte Carlo, Monaco. (Photo by LAT Images)

 

Queste modifiche provocano un rallentamento di circa 3 secondi al giro rispetto al 1975.

La Ferrari ha costruito la terza 312T2 (telaio 027) e la affida a Regazzoni mentre Lauda continua con la 026 che ha vinto 3 dei 4 GP disputati.

Nessuna presa d’aria sulle Tyrrell che corrono col DFV in bella vista come negli anni ’60.

Torna nel paddock dopo due anni di assenza il casco verde di Henri Pescarolo. Il francese ha comprato la Surtees di Brett Lunger (che non fa parte dei 25 piloti ammessi alle prove in quanto non invitato dall’ACM) grazie alla sponsorizzazione dell’azienda di automodelli Norev. L’assistenza tecnica è fornita dalla BS Fabrications dell’ex meccanico della Lotus (nonché costruttore specializzato di monoscocche per conto terzi) Bob Sparshott. Lunger è presente in veste di spettatore in attesa che a Edenbridge sia completata la terza TS19 nuova tutta per lui.

MONTE CARLO, MONACO – MAY 30: Henri Pescarolo during the Monaco GP at Monte Carlo on May 30, 1976 in Monte Carlo, Monaco. (Photo by LAT Images)
Henri Pescarolo, Surtees-Ford Cosworth TS19 during practice. He did not qualify for the race.

 

Il duro lavoro che si è reso necessario per riparare la N176 capottata a Zolder viene ricompensato con l’arrivo di uno sponsor, la F&S Properties, una società immobiliare di proprietà di Ton Fagel e Van der Sluis, due olandesi appassionati di corse che vogliono dar vita a un loro team di F1.

Intanto i bambini con le scarpe di tela blu sognano, scambiandosi gli autografi che hanno raccolto.

Vittorio Brambilla è il primo a “collaudare” la nuova Sainte-Dévote con un dritto durante la prima sessione del giovedì nel quale sparge sabbia ovunque ma non riesce ad abbattere la Tyrrell di Scheckter.

La quantità di sabbia portata in pista rende impossibile migliorare i tempi durante la sessione per cui i sacchi vengono rimossi e la parte del cordolo che guarda il rettilineo di partenza viene piallata per evitare che qualcun altro decolli e vada a schiantarsi contro il guardrail. Quest’ultimo viene protetto con vecchie gomme usate, come a Long Beach.

Nella sessione pomeridiana Depailler rompe il cambio della P34/2 per cui entra in pista con la 007 muletto, anch’essa senza presa d’aria. Il pilota della Tyrrell dice di fare molta più fatica a controllare il sovrasterzo con la vecchia monoposto che con la 6 ruote.

Per la prima volta le F1 non sono in pista nella giornata del venerdì, lasciando la scena alle prove della Coppa Renault 5 (dove ci sono gli italiani Mauro Baldi e Massimo e Roberto Sigala) e del Campionato Europeo di F.Renault nel quale svetta il 24enne Didier Pironi, pilota ufficiale Elf. La giornata di pausa consente soprattutto ai munifici sponsor di organizzare feste e incontri commerciali con i clienti per giustificare gli investimenti. La First National City Bank è particolarmente attiva su questo fronte, con Peter Windsor e Mike Doodson che si intrattengono con Watson mentre il fotografo australiano Nigel Snowdon studia quale tipo di grandangolo usare.

(L to R): Peter Windsor (AUS) Journalist with John Watson (GBR) Penske and Mike Doodson (GBR) Journalist on board the First National Boat party.
Monaco Grand Prix, Rd6, Monte Carlo, Monaco, 30 May 1976.
The party on board the First National Bank boat provided a welcome distraction for Nigel Snowdon (AUS) Photographer.
Monaco Grand Prix, Rd6, Monte Carlo, Monaco, 30 May 1976.

 

I meccanici approfittano della giornata di pausa per assemblare i cerchi componibili.

Il sabato si ricomincia con un’ora di prove non valide per lo schieramento, come richiesto dalla Goodyear. La Lotus è presente a Monaco con una sola monoposto per Nilsson in quanto Andretti è impegnato alla Indy 500 con la McLaren del team Penske. La 77 ha il motore scoperto e le prese d’aria simil-Ferrari.

In McLaren si cerca di ritrovare la competitività perduta con soluzioni estemporanee. Sulla M23 di Mass si monta un coperchio motore privo della presa d’aria e si raddoppia l’ala posteriore montando due spoiler anteriori affiancati sotto all’alettone.

MONTE CARLO, MONACO – MAY 30: Jochen Mass, McLaren M23 Ford during the Monaco GP at Monte Carlo on May 30, 1976 in Monte Carlo, Monaco. (Photo by Ercole Colombo / Studio Colombo)
MONTE CARLO, MONACO – MAY 30: A mechanic works on the rear of Jochen Mass’ McLaren M23 Ford during the Monaco GP at Monte Carlo on May 30, 1976 in Monte Carlo, Monaco. (Photo by LAT Images)

 

La Brabham continua a provare nuove soluzioni di alimentazione nella speranza di far funzionare a dovere il 12 cilindri Alfa Romeo. Sulla macchina di Reutemann sono montate due nuove prese d’aria in vetroresina non ancora verniciate e una versione maggiorata di quelle periscopiche originali. Lole è il più critico nei confronti del motore di Chiti e il rapporto con la squadra è ormai molto deteriorato.

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Carlos Reutemann (RA), Martini Racing Brabham BT45.
Monaco Grand Prix, Monte Carlo, 30/05/1976.

 

Sulla BT45 di Carlos Pace le prese d’aria dinamiche vengono eliminate, lasciando solo due cassonetti con spugna sintetica filtrante, oltre a un cambio a 6 marce realizzato dall’Autodelta. Alla fine anche Reutemann sceglie quest’ultima configurazione aerodinamica ma preferisce mantenere il cambio Hewland a 5 rapporti.

Anche a Monaco le 312T2 sono nettamente superiori alla concorrenza, esattamente come in Belgio. Lauda (alla sua ventesima pole position) e Regazzoni sono gli unici a scendere sotto all’1’30”.

Monte Carlo, Monaco. 27th – 30th May 1976.
Journalist Alan Henry with Ferrari drivers Niki Lauda and Clay Regazzoni and a copy of Motoring News, portrait.
World Copyright: LAT Photographic.
Ref: 76 MON 78.

 

Audetto cerca di convincere Lauda a lasciar vincere il compagno di squadra per rafforzare la sua seconda posizione nel Mondiale ma il Campione del Mondo rifiuta categoricamente e attacca pesantemente il DS Ferrari chiedendone la cacciata. Questa volta Luca di Montezemolo non è presente come a Jarama perché impegnato a condurre la campagna elettorale di suo z… pardon, di Umberto Agnelli, amministratore delegato della FIAT dimissionario (in favore di Carlo De Benedetti) in quanto candidato al Senato per la Democrazia Cristiana alle elezioni politiche del 20 e 21 giugno.

sl

 

Ronnie Peterson torna in terza posizione su una delle sue piste preferite, dimostrando che il talento è ancora intatto nonostante la March. Superswede precede le due Tyrrell P34 di Depailler e Scheckter e l’ottimo Stuck con la seconda 761.

La sorpresa del sabato è rappresentata da Emerson Fittipaldi che passa dalla mancata qualificazione di Zolder al settimo miglior tempo, davanti a Laffite, grazie a una nuova sospensione anteriore provata a Le Castellet la settimana precedente.

 

Emerson Fittipaldi (BR), Copersucar-Fittipaldi FD04.. 1976 Formula One World Championship.

La McLaren è in grande difficoltà. Mass non va oltre l’undicesimo tempo, a due secondi da Lauda. Hunt è addirittura quattordicesimo.

James Hunt

 

Jacky Ickx manca la qualificazione per la seconda volta consecutiva e Walter Wolf comincia a non poterne più dello svogliato belga. Gli altri esclusi dallo schieramento sono Pescarolo, Perkins, Ertl e Merzario che ha picchiato il sabato mattina in seguito alla rottura della sospensione posteriore sinistra e ha distrutto la macchina.

Dopo le qualifiche si corre il classico GP di F3 vinto trionfalmente da Bruno Giacomelli, un 23enne della provincia di Brescia che fino a luglio 1975 faceva lo stampista in un’azienda metalmeccanica e nei fine settimana correva (e vinceva) nel campionato di F.Italia. Grazie all’aiuto del commercialista bresciano Edoardo “Edo” Lazzaroni, Giacomelli lascia il lavoro e la famiglia per fare il pilota e dopo aver firmato un contratto con Max Mosley si trasferisce a Bicester per “vivere” al massimo la sua passione come pilota ufficiale della March nel campionato inglese di F3, il più importante d’Europa. Gli inglesi lo prendono in simpatia e lo chiamano “Jack O’Malley” e lui li ripaga contendendo entrambi i campionati britannici (il BP Supervisco e lo Shellsport) a Rupert Keegan.

Le 20 monoposto ammesse si schierano a file sfalsate come l’anno precedente. La TV francese non trasmette la corsa per non inquadrare la cartellonistica Gitanes posizionata in punti strategici del tracciato.

Lauda ha un ottimo avvio seguito da Peterson che supera Regazzoni. Alle loro spalle si sgranano Depailler, Scheckter, Fittipaldi, Stuck e Laffite.

Reutemann e Jones, partiti dall’ultima fila, entrano in collisione ancora prima di Sainte-Dévote e si ritirano con le sospensioni rotte.

Lauda prende subito un cospicuo vantaggio su Peterson che deve tenere a bada Regazzoni e le Tyrrell.

All’ottavo giro Hunt, che è partito senza la presa d’aria motore, va in testacoda all’uscita del Tabac. Non urta da nessuna parte ma riparte dall’ultima poszione.

Depailler rallenta e al 15° giro lascia passare Scheckter. Un tirante della sospensione posteriore destra si sta allentando e non gli consente di tenere il passo di Regazzoni.

Al 25° giro Hunt rompe il motore alla staccata della chicane del porto e sparge olio sulla pista fino al Tabac. Regazzoni scivola sull’olio, arriva lungo alla chicane e viene superato dalle Tyrrell. Al passaggio successivo è Peterson a perdere il controllo al Tabac, lo svedese picchia col posteriore e si ritira.

Ronnie Peterson (SWE) climbs from his March 761 after crashing out at Tabac on the deposited oil of James Hunt’s (GBR) McLaren M23 on lap 27.
Monaco Grand Prix, Rd6, Monte Carlo, Monaco, 30 May 1976.

 

Ora Lauda ha 16 secondi di vantaggio su Scheckter e Depailler mentre Regazzoni sta cercando di recuperare il tempo perso nel “dritto” alla chicane. Seguono, molto più staccati, Laffite, Stuck e Mass che sono riusciti a scavalcare il “tappo” Fittipaldi.

La sospensione di Depailler continua ad allentarsi, tanto che la ruota posteriore destra tocca il suolo solo con la parte interna (come Scheckter a Zolder), così Regazzoni lo raggiunge e lo può superare facilmente nella discesa verso il Mirabeau.

Il ticinese continua a tirare per recuperare la seconda posizione, raggiunge Scheckter ma a quattro giri dal termine sbaglia l’ingresso alla Rascasse (come nel 1974), urta il guardrail interno e conclude la sua corsa andando a sbattere dalla parte opposta.

Niki Lauda vince il GP di Monaco per il secondo anno consecutivo con 11 secondi su Scheckter e oltre un minuto sullo stoico Depailler.

Stuck chiude al quarto posto mentre Laffite, in difficoltà col cambio della Ligier, va in testacoda a 2 giri dalla fine. Il francese riparte ma Mass lo sbatte contro il guardrail alla Rascasse rompendogli una ruota. Il pilota della McLaren conquista il quinto posto mentre Laffite non riesce a raggiungere il traguardo e lascia la sesta posizione a Fittipaldi.

La classifica mondiale è imbarazzante. Lauda ha 51 punti, Regazzoni 15 Depailler e Scheckter 14. La Ferrari ha vinto tutti i 6 GP disputati e ha 54 punti, la Tyrrell è la seconda forza con 22, la McLaren è terza con 12.

Hunt è settimo con 6 punti, frutto del solo secondo posto di Kyalami, ma non si abbatte più di tanto e si reca a Milano per un servizio fotografico per l’edizione italiana di Playboy.

Tre giorni dopo la corsa, una nutrita rappresentanza dei piloti che hanno partecipato al GP di Monaco raggiunge il piccolo Autodromo San Cristoforo di Varano de’ Melegari dove si disputa la Corsa per il Friuli, una manifestazione a supporto delle vittime del terremoto del 6 maggio.

Il tutto nasce da un’idea di Gian Paolo Dallara che viene raccolta da Autosprint e trasmessa ad Alfa Romeo, Ferrari, FIAT e CSAI che accettano di collaborare molto concretamente.

L’Alfa Romeo fa confluire in Emilia le Alfasud che partecipano all’omonimo trofeo per una staffetta tra i relativi piloti e i professionisti della F1 che si alternano al volante delle vetture che hanno lo stesso numero usato nel Mondiale. Si presentano Ronnie Peterson (che quindi si alterna col legittimo pilota dell’Alfasud n°10, Filippo Niccolini), Emerson Fittipaldi, Arturo Merzario, Loris Kessel, Harald Ertl, Renzo Zorzi, Jody Scheckter, Lella Lombardi, Vittorio Brambilla, Carlos Pace, Jacques Laffite e Alan Jones. Si aggiungono Maurizio Flammini e Bruno Giacomelli; gli ex piloti Alex Soler-Roig e Nanni Galli; i motociclisti Giacomo Agostini e Johnny Alberto Cecotto oltre al campione di motonautica Renato Molinari. La gara è vinta dalla coppia formata da Arturo Merzario e Paolo Galli sulla vettura n°35.

Ovviamente non possono mancare Niki Lauda e Clay Regazzoni che però fanno una gara a parte al volante delle FIAT 131 Abarth e alla quale partecipano Giancarlo Martini, Alex-Dias Ribeiro, Giorgio Pianta e i rallisti Bobo Cambiaghi, Lele Pinto e Sandro Munari.

Grazie anche alla giornata festiva del 2 giugno, vengono staccati oltre 14mila biglietti (senza considerare i soliti “portoghesi”) a 3mila lire l’uno (15 euro) ai quali si aggiungono quasi 9 milioni di offerte in denaro da parte di aziende, privati e anonimi per un totale di oltre 42 milioni (213mila euro) che serviranno per la costruzione di una scuola materna a Vedronza, frazione del comune di Lusevera (UD), intitolata a Graham Hill e tutt’ora frequentata dai bambini del luogo.

Lunedì 7 giugno si corre il GP di Pau di F2, vinto da René Arnoux davanti a Laffite e Jabouille. La sorpresa arriva dal 24enne canadese Gilles Villeneuve, pilota di F.Atlantic e campione mondiale di motoslitte che gareggia in Europa per la prima volta grazie all’ingaggio di Ron Dennis, ex meccanico di Cooper e Brabham che da qualche anno si è messo in proprio.

Il Mondiale continua ad Anderstorp con il GP di Svezia.

La Ferrari non apporta particolari modifiche alle loro invincibili monoposto mentre alla Tyrrell continuano gli esperimenti alla ricerca del miglior tipo di aspirazione per gli 8 cilindri del DFV. Scheckter prova di nuovo la presa d’aria a forma di corna e anche quella della 007, “decapitata” per rientrare nel regolamento.

Pole sitter Jody Scheckter (RSA) Tyrrell P34 went on to win the race; the first and only victory for the distinctive 6-wheeled Tyrrell.
Swedish Grand Prix, Rd 7, Anderstorp, Sweden, 13 June 1976.

 

Mario Andretti torna in Europa dopo la sfortunata Indy 500 dimezzata dalla pioggia. Sulla Lotus si prova ancora la presa d’aria alle spalle del pilota ma solo per le prove.

La crisi della Brabham Alfa sembra non avere uscita. In Svezia Murray porta un nuovo muso con feritoie tipo BT42 e ala a sbalzo in stile Hesketh, oltre all’ennesimo tipo di presa di alimentazione per il 12 cilindri. Tutto inutile nonostante l’impegno di Ecclestone, addetto alle decorazioni, anche perché l’ala tocca l’asfalto in frenata e si rompe quasi subito.

La First National City Bank decide di sponsorizzare anche la March di Peterson che nelle prove adotta una livrea che la rende simile alla Penske PC3 usata da Donohue e Watson.

La McLaren M23 dopo Jarama non è più nemmeno lontana parente della macchina che contendeva la prima posizione alla Ferrari di Lauda. Caldwell ha fatto riposizionare i radiatori dell’olio sulle fiancate sul muletto.

Sulla vettura di Mass viene provato ancora l’alettone sdoppiato ma questa volta in un unico pezzo realizzato appositamente.

Ritorna Brett Lunger che ora dispone di una nuova TS19 in sostituzione di quella venduta a Pescarolo.

Il francese è assente perché impegnato alla 24 Ore di Le Mans con la Inaltera, così come Jacky Ickx che la vincerà (per la terza volta) con la Porsche 936, in coppia con Gijs van Lennep.

Le Mans 1976, at the wheel: Gijs van Lennep (left) and Jacky Ickx (right), overall winners

 

Debutta finalmente la nuova Penske PC4 dopo che sono stati risolti i problemi di alimentazione.

Tenta la qualificazione il 32enne danese Jacob “Jac” Nelleman, buon pilota di F3 che durante le prove, dopo aver rotto il motore sulla BT42 della RAM Racing, aiuta John Macdonald a mettere il suo numero di gara (33) sulla BT44B muletto di Kessel. Sarà l’unico non qualificato al GP.

Jac Nellemann (DEN) RAM Racing Brabham BT44B, failed to qualify for the race in his first and only GP appearance.
Swedish Grand Prix, Rd 7, Anderstorp, Sweden, 13 June 1976.

Jac Nelleman of Denmark helps team owner John MacDonald to change the numbers on the #33 RAM Racing Brabham BT44B Ford Cosworth V8 during practice for the Swedish Grand Prix on 11th June 1976 at the Scandinavian Raceway in Anderstorp, Sweden. (Photo by Grand Prix Photo/Getty Images)

 

Le lunghe curve a raggio costante di Anderstorp esaltano le caratteristiche della Tyrrell a 6 ruote tanto che Scheckter, da sempre molto scettico nei confronti del Project 34, conquista la sua prima pole position in un GP iridato.

La vera sorpresa arriva dal secondo tempo di Andretti che riporta la Lotus in prima fila da Brands Hatch ’74.

Altrettanto sorprendente è il terzo tempo di Chris Amon con la Ensign N176, una monoposto realizzata in grande economia che cresce gara dopo gara. Questo risultato è il migliore mai ottenuto in qualifica dalla piccola squadra di Mo Nunn.

Depailler completa la seconda fila e precede Lauda, Nilsson (che conferma i progressi della Lotus 77), Laffite e Hunt. Regazzoni è solo undicesimo e Fittipaldi torna nelle retrovie col 21° tempo.

Andretti anticipa nettamente la partenza e conduce il gruppo alla prima curva davanti a Scheckter, Depailler, Amon, Nilsson, Lauda, Laffite e Hunt.

Il primo ritiro è quello di Watson che esce di pista con l’acceleratore bloccato. La PC4 si ferma contro un palo di sostegno delle reti che proteggono gli spettatori.

Al terzo giro Nilsson non riesce a controllare la sua Lotus che si va a schiantare contro il muretto dei box sotto gli occhi imbarazzati della sua squadra.

The Lotus 77 of Gunnar Nilsson (SWE) is recovered by marshals by the pit lane after he crashed out on lap 3 of his home GP.
Swedish Grand Prix, Rd 7, Anderstorp, Sweden, 13 June 1976.

 

Andretti è il più veloce in pista e guadagna mezzo secondo al giro su Scheckter seguito da Depailler, Amon, Lauda, Laffite, Hunt e Peterson che ora ha la livrea identica a quella della Penske.

A metà gara, quando il vantaggio di Andretti sulla prima Tyrrell si è stabilizzato sugli 8 secondi, i commissari di gara informano Chapman di aver sanzionato Andretti con un minuto di penalità per aver anticipato la partenza. Scheckter è ora virtualmente in testa al GP di Svezia.

Al 38° giro Depailler va in testacoda all’uscita del Karusell, riparte senza danni ma perde la seconda posizione in favore di Amon il quale però non riesce a completare la tornata perché la sospensione anteriore sinistra della Ensign si rompe e il neozelandese va a sbattere frontalmente contro il guardrail dopo aver abbattuto due file di reti. Se la cava con alcune contusioni alle gambe e l’ennesima delusione.

Mentre Ken Tyrrell è indaffarato a cercare la conferma della penalità data ad Andretti per dare le giuste informazioni ai suoi piloti, Piedone rallenta, perde la metà del vantaggio accumulato e al 46° giro il suo DFV esplode togliendo qualsiasi dubbio a Mr. Chopper.

Gli ultimi 26 giri non hanno storia, con i distacchi tra le vetture ben consolidati. Jody Scheckter vince la prima gara di F1 con una vettura a 6 ruote davanti al compagno di squadra Depailler: un vero trionfo per la Tyrrell e Derek Gardner.

ANDERSTORP RACEWAY, SWEDEN – JUNE 13: Jody Scheckter pulls up beside designer Derek Gardner and team in his Tyrrell P34 Ford to celebrate his victory. Stirling Moss looks on during the Swedish GP at Anderstorp Raceway on June 13, 1976 in Anderstorp Raceway, Sweden. (Photo by David Phipps / Sutton Images)

 

Lauda limita i danni su una pista che non è mai stata molto benevola per le Rosse conquistando il terzo posto con oltre 30 secondi di distacco. L’austriaco, al suo peggior risultato della stagione, sale a quota 55 punti e vede diminuire per la prima volta il suo vantaggio sul secondo classificato che ora è Scheckter, staccato di 32 punti. Depailler è terzo con 20 e Regazzoni sale a 16 dopo aver conquistato un bel sesto posto, facendo tutta la corsa senza un piombo di bilanciamento in una ruota e terminando con le mani piagate. Hunt riesce a tornare in zona punti con il quinto posto finale, appena davanti a Regazzoni, e ora ha 8 punti. La Ferrari è sempre irraggiungibile con 58 punti in 7 GP davanti alla Tyrrell con 31 e McLaren 14.

La Ferrari ha trovato nella Tyrrell P34 la sua degna antagonista?

 

Giovanni Talli

F2 MONACO 2022: VAMOS DRUGO!

Nel fine settimana appena trascorso è andato in onda sul circuito di Montecarlo il quinto appuntamento del campionato di F2 2022. E si è concluso come buona parte dei precedenti: Felipe Drugovich (MP) vince e gli altri, a partire da Theo Pourchaire (ART), spiegano. L’altro risultato più rilevante del weekend è stato la prima vittoria in F2 per Dennis Hauger (Prema), il campione in carica di Formula 3.

MONTE-CARLO, MONACO – MAY 26: Felipe Drugovich of Brazil and MP Motorsport (11) drives on track during practice ahead of Round 5:Monte Carlo of the Formula 2 Championship at Circuit de Monaco on May 26, 2022 in Monte-Carlo, Monaco. (Photo by Joe Portlock – Formula 1/Formula Motorsport Limited via Getty Images)

Drugovich conferma lo stato di grazia e conclude in testa una sessione di prove libere piuttosto combattuta (i primi quattro sono coperti da meno di un decimo). La sessione è stata sorprendentemente tranquilla, solo un paio di bandiere gialle per degli innocui lunghi.

MONTE-CARLO, MONACO – MAY 27: The car of Logan Sargeant of United States and Carlin (6) is prepared during qualifying ahead of Round 5:Monte Carlo of the Formula 2 Championship at Circuit de Monaco on May 27, 2022 in Monte-Carlo, Monaco. (Photo by Joe Portlock – Formula 1/Formula Motorsport Limited via Getty Images)

I piloti disputano la qualifica in due tranche a causa della natura stretta e tortuosa del tracciato. Metà dei piloti disputerà le qualifiche nel Gruppo A, l’altra metà nel Gruppo B. Un gruppo stabilirà le posizioni nelle caselle pari dello schieramento, l’altro nelle dispari. Il pilota più veloce in assoluto partirà dalla pole (e stabilirà anche chi partirà dale posizioni pari e chi dalle dispari).

MONTE-CARLO, MONACO – MAY 27: Liam Lawson of New Zealand and Carlin (5) drives on track during qualifying ahead of Round 5:Monte Carlo of the Formula 2 Championship at Circuit de Monaco on May 27, 2022 in Monte-Carlo, Monaco. (Photo by Clive Rose/Getty Images)

Il Gruppo A vede prevalere i piloti dell’academy Red Bull, con Liam Lawson (Carlin) che precede di un soffio Ayumu Iwasa (DAMS). Drugovich è terzo dopo aver condotto la prima metà di qualifica, ma una toccata a muro nel finale gli ha negato miglioramenti.

I piloti del Gruppo B hanno faticato a restare sugli stessi tempi del Gruppo A. La classifica è rimasta fluida per tutta la sessione e anche in questo caso la sessione si è conclusa con un incidente. Jake Hughes (VAR) entra troppo stretto nella prima delle Piscine, tocca il muro e disarticola l’alettone anteriore. Senza più direzionalità si schianta contro le barriere distruggendo la macchina. Grosso impatto ma pilota ok.

Nei secondi precedenti alla bandiera rossa Pourchaire aveva fatto in tempo a migliorare il tempo di Juri Vips (Hitech) senza però riuscire a battere quello di Lawson. Seconda posizione per lui. Da segnalare l’ottima prestazione di Enzo Fittipaldi, terzo del gruppo con la Charouz.

La qualifica si tinge di giallo poche ore dopo la bandiera a scacchi: i commissari scoprono che Lawson e Iwasa hanno concluso i loro giri senza rispettare la bandiera gialla causata da Drugovich. Come conseguenza, i loro tempi vengono cancellati e riceveranno una penalità in griglia in gara-1, mentre il brasiliano ritorna il primo del girone. Il suo tempo è comunque migliore di quello di Pourchaire, quindi conquista anche la pole position.

Mettendo insieme tutti i pezzi, la griglia di partenza vede Drugovich davanti a Pourchaire, Jack Doohan (continua il suo filotto di top-3 in qualifica), Vips, Lawson (ma ai fini della sprint race parte 11) e Fittipaldi. Daruvala è ottavo, mentre Boschung abbandona per un persistente dolore al collo (che lo aveva incapacitato già a Barcellona).

L’inversione della griglia premia con la pole Jake Hughes. L’inglese finora ha sempre guidato per scuderie scarse ma, in proporzione, con ottimi risultati. La sprint race costituisce l’occasione migliore per conquistare il primo podio ma la sua VAR si ammutolisce quando si spengono i semafori. E deve pure ringraziare la sorte per essere stato schivato da tutti i colleghi.

In testa c’è Hauger (Prema) seguito da Jehan Daruvala (Prema), Marcus Armstrong (Hitech), Fittipaldi e Vips. Pourchaire sorpassa Doohan nel corso del primo giro ed è sesto.

Il resto delle emozioni sono state regalate da Drugovich. Nella frenata verso Santa Devota viene tamponato da Roy Nissany (DAMS) e fora. Raggiunge i box, dove gli montano gomme da bagnato sperando nella pioggia. La quantità di acqua è minima, quindi rientra ai box con l’intenzione di ritirarsi ma gli arriva una penalità per speeding in pitlane.

Dopo aver capito che si è trattato di un problema tecnico del limitatore, ritorna in pista. Lo scopo è solo quello di risolvere il problema, quindi entra ed esce dai box solo per trovare una soluzione in vista della Domenica (peraltro montando le rain, per non sprecare treni di gomme slick). Aggiustato il guasto, può finalmente abbandonare la corsa. Ho visto gare più gloriose.

A parte il ritiro di Clement Novalak (MP) per una manovraccia di Iwasa alla Rascasse non si verificano cambiamenti nelle posizioni che contano. Il gruppo a volte si dilata e altre volte si concentra ma nessuno ha la velocità o la volontà di rischiare un attacco.

MONTE-CARLO, MONACO – MAY 28: Race winner Dennis Hauger of Norway and Prema Racing (1) celebrates in parc ferme during the Round 5:Monte Carlo Sprint race of the Formula 2 Championship at Circuit de Monaco on May 28, 2022 in Monte-Carlo, Monaco. (Photo by Joe Portlock – Formula 1/Formula Motorsport Limited via Getty Images)

Hauger conclude senza problemi particolari e conquista la prima vittoria in F2. Il dominatore del campionato F3 finora ha faticato (soprattutto in qualifica) ed è rimasto spesso invischiato in contatti o in situazioni sfortunate ma finalmente ha sbloccato il suo punteggio. Daruvala completa la doppietta Prema e Armstrong conclude il podio. Fittipaldi è ottimo quarto e precede il quartetto dei piloti in lotta per in campionato: Vips, Pourchaire, Doohan (gpv) e Lawson.

L’inizio della Feature Race è un deja-vu: sia Lawson che Nissany stallano all’avvio del giro di ricognizione (Mecachrome…). Partiranno dalla pitlane.

MONTE-CARLO, MONACO – MAY 29: Felipe Drugovich of Brazil and MP Motorsport (11) leads the field into turn one at the start during the Round 5:Monte Carlo Feature race of the Formula 2 Championship at Circuit de Monaco on May 29, 2022 in Monte-Carlo, Monaco. (Photo by Joe Portlock – Formula 1/Formula Motorsport Limited via Getty Images)

Drugovich parte in testa e controlla la corsa nel primo stint. Tutti i piloti di testa partono con le dure (in modo da essere liberi di fermarsi quando si verificano le condizioni più idonee, anziché essere vincolati dal consumo). Hauger è il solo a partire con le morbide e le mette a frutto sorpassando ben quattro vetture tra partenza e prime curve.

A un terzo di gara Amaury Cordeel (VAR) va a sbattere alla Rascasse. La conseguente SC neutralizza gli azzardi strategici e permette ai piloti partiti su dure di completare la sosta senza perdite di tempo. L’unico brivido, quando i commissari bloccano l’uscita della pitlane per spostare la VAR incidentata.

La seconda metà di gara si anima per alcuni duelli. In testa Pourchaire spinge come un forsennato per non lasciare a Drugovich neanche un attimo di pausa. Lawson (già 13°) continua la rimonta con qualche sorpasso. Una manovra al Loews su Clement Novalak (MP) si conclude con il ritiro del francese, che causa l’ingresso di una seconda SC.

Dopo la seconda ripartenza perdiamo Lawson, che fora e si ritira, ma Daruvala regala un bel sorpasso su Calan Williams (Trident). L’indiano era stato rallentato in precedenza da una sosta perfettibile.

Dopo 30 giri, Drugovich va a vincere su Pourchaire e Vips, che ha passato Doohan ai box durante la SC. Con la vittoria estende il margine su Pourchaire (32 punti) e scava un solco con Daruvala, terzo in classifica a -60 (!). In classifica costruttori la MP Motorsport precede la ART Grand Prix 135 a 106, in entrambi casi grazie al contributo quasi esclusivo delle prime guide. Viene da chiedersi perché il brasiliano non sia ancora sulle agende dei team di F1.

Continua il rapporto di amore e odio di Lawson con il Principato. L’anno scorso aveva vinto la sprint race con un sorpasso su Piastri (!!!) ma gli venne revocata per un’irregolarità tecnica. Quest’anno aveva dominato le qualifiche ma prima gli è stata tolta la pole per non aver rispettato le bandiere gialle (con conseguente penalità nella Sprint Race), poi stalla al via della Feature Race e infine si ritira mentre la zona punti era in vista. Poteva essere la gara della riscossa invece è successo l’opposto. Settanta punti di distacco sono già un divario quasi incolmabile.

Vips e Doohan hanno concluso dei weekend onesti ma per riportarsi in lotta dovranno ottenere di più. Adesso sono anche costretti a sperare in defaillances di Drugovich e Pourchaire, che però (episodi sfortunati come guasti o forature a parte) hanno disputato un campionato perfetto, finora. Per Daruvala il secondo posto di Sabato è stato neutralizzato dall’ottavo di Domenica. L’indiano gode di un’ottima costanza di risultati ma proprio per questo non riesco a immaginarlo uno sfidante per il titolo.

Tutte le immagini sono proprietà della Formula 2 e sono state tratte dal sito fiaformula2.com o dai suoi account social.

Lorenzo Giammarini, a.k.a. LG Montoya

 

MOTOGP 2022- GRAN PREMIO DI CATALOGNA

Nemmeno il tempo di godersi il Mugello che le moto tornano in pista in quel di Montmelò.

Il fresco (magistrale) vincitore del Gp italiano ha l’obbligo di dare continuità all’altissimo livello a cui è arrivato negli ultimi 3 appuntamenti. Non può permettersi di tirare il fiato nemmeno tra un turno di prove e l’altro. Pecco si è messo addosso by himself una situazione stressante, e da solo deve tirarsene fuori per non arrivare a fine anno pieno di rimpianti. La moto più “migliore” è sotto le sue natiche: è doveroso che ne tragga fuori il massimo perché quest’anno va così, ma l’anno prossimo chi lo può sapere?

Nelle due occasioni in cui ha vinto la gara,  il francesino della Yamaha gli è comunque arrivato dietro ad un tiro di schioppo, segno che ha capito contro chi lotta e che lo deve marcare stretto tutte le volte che gli è davanti.

In questo senso Fabio Quartararo ha dato testimonianza di essere maturato, facendo uno switch mica da poco. Le altre Yamaha servono giusto per rinfoltire il numero della griglia quindi, se vorrà riconfermarsi, non potrà che contare su se stesso.

Bagnaia (al contrario) è svantaggiato dalla classifica ma potrebbe essere “aiutato” dalle altre Ducati in pista. Bastianini, che ha il dovere di gareggiare per se stesso. Miller, che deve tornare a fare il Miller.  Ed infine i due Pramac hanno necessità di “arripigliarsi”. Con quella moto non è impossibile frapporsi tra il chivassese e Quartararo, a patto di tornare tutti in palla. Non necessariamente sempre e tutte le volte, ma queste sono le variabili che Fabio dovrà considerare. E lo è anche Aleix Epargaro: lo spagnolo sta facendo una stagione da urlo in groppa all’altra eccellenza made in Italy by Noale.

Gli altri?

Con l’assenza di Marquez, ed il clima che regna in HRC, la Honda fa numero quanto e poco meglio delle altre tre Yamaha solo perché sono quattro. In Suzuki sono riusciti nella storica impresa di prendere un grande condottiero e poi annebbiare il futuro a breve della sua truppa. In Ktm i lavori sono sempre in corso e non si gareggia sempre sul bagnato o in Portogallo. Le gesta dei due prodi VR46 in Toscana sono state frutto di una serie di situazioni favorevoli piuttosto che di un alto livello raggiunto in maniera definitiva.

Gli esperti dicono che sarà una gara di gestione gomme. L’asfalto di Barcellona è più scivoloso di altri e questo porta i pneumatici (si, “i” e non “gli”) a strapparsi più in fretta che altrove se troppo stressati. Quindi il vincitore sarà quello più bravo a trovare il compromesso giusto con il setup ed il polso destro, non necessariamente quello che sarà il più veloce in assoluto in pista. Ad oggi rischio pioggia nullo.

Buona gara a tutti.

(immagine di copertina tratta dal sito automotorinews)

 

 

Salvatore V.