IL RITORNO DEL RE – MARQUEZ DI NUOVO IN PISTA

Vi siete mai sentiti nella posizione di stare con il fiato sul collo, di essere il cacciatore e di avere la preda lì davanti a voi, a pochi metri? Immaginate la sensazione della preda invece….

Si sente braccata, ormai all’angolo e non ha più via di fuga. È il momento più pericoloso anche per il predatore stesso, perché dovrà attaccare per neutralizzare la preda.

Questa è la sensazione di molti Piloti che qualche settimana fa impallidirono di fronte ad un Marc Marquez nella palestra di un Hotel di Losail, ancor prima che iniziasse il Mondiale.

Giovedì avrà la visita finale per esser dichiarato “FIT” dalla commissione medica della MotoGP.

Il Re è tornato ed i predatori son ritornati ad esser prede. La pista confermerà o smentirà questa affermazione. 

https://twitter.com/marcmarquez93/status/1380778874552918016?s=19

Il Comunicato Ufficiale Honda👇

Comunicato ufficiale di Honda HRC Repsol Team

A bordo di un Honda RCV213V-S l’otto volte Campione del Mondo Marc Marquez è finalmente tornato in pista. È sceso sul tracciato di Montmeló.

L’attesa per questo momento è stata tanta, da Jerez 2020 il tempo sembra essersi fermato. Senza di lui non era la stessa cosa.

https://twitter.com/marcmarquez93/status/1371782188216291329?s=19

Al di là del numero di giri e del tempo l’importante era rivedere, finalmente, questa immagine 👇

Profilo Twitter di Marc Marquez
Profilo Twitter di Marc Marquez

Bentornato Campione.

 

Francky

 

 

L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL’#ESSEREFERRARI

Come sa chi mi ha già letto sono appassionato di cinema impegnato, per questo introduco con un dialogo importante tratto dal film “when Harry met Sally”, tra Harry e Jess.

– stai dicendo che non è attraente?

– no, te l’ho detto che è attraente!

– sì, ma hai anche detto che ha molta personalità

– sì, ha molta personalità

– quando una donna è poco attraente la prima cosa che si dice è che ha molta personalità

– senti, se mi avessi chiesto come è fisicamente e avessi detto: “ha molta personalità”, allora non sarebbe attraente. Ma visto che ti dico solo che ha molta personalità può essere due cose: o attraente con molta personalità o NON attraente con molta personalità

– e quale delle due è?

– attraente!

– ma non è BELLA, giusto?

 

La SF21 l’abbiamo aspettata, l’abbiamo auspicata interessante e vincente, l’abbiamo vista! No, non è attraente. Ma ha molta personalità. Allora è brutta? Non l’abbiamo detto! Ma non è Bella!

La discussione in merito ha una certa rilevanza poiché nel mare della poca comprensione, della molta confusione, dell’empirismo tecnico e dell’ostentazione delle poche conoscenze in materia (chi le ha…), la discussione sulla bellezza delle monoposto è la più rassicurante, la più gratificante, e i più riescono a trarne un contenuto tecnico notevole, completo di previsione dell’efficacia fisico-meccanica del mezzo. Non vi sarà passato inosservato che in molti siti i commentatori legano la finezza dei particolari, il colore della livrea, il numero di soluzioni originali, alla forza del mezzo.

“Ma hai visto come hanno lavorato di fino in Red Bull e Mercedes? Non abbiamo speranza. Si vede a occhio nudo. Anche a naso”.

Insomma le vincenti sono belle e profumate, le perdenti sono, nella migliore delle ipotesi, attraenti. Con molta personalità. Ma non belle. Mettersi dietro prego!

Prendere parte a queste discussioni, o anche solo leggerle è divertente diciamocelo. Più che studiare le equazioni dei flussi al diffusore. E noi pronti, parleremo di tutto con particolare attenzione ai particolari importanti, alla bellezza di chi vince.

Noi (nel senso noi ferraristi) presumibilmente non ci saremo, anche se nel cuore nutriamo l’inossidabile speranza che l’acqua possa davvero diventare vino, che uno schifo di uccelletto spennacchiato possa diventare un cigno. No, il pulcino del cigno è bello, non raccontiamoci storielle. Un primo sguardo tenderebbe ad escludere che la SF21 sia un piccolo di cigno.

Ora sta per partire la nuova stagione. Si vede dal fermento, la gente si interessa, partecipa….cit. La stagione tutto sommato appena conclusa è stata degna accompagnatrice di un anno surreale. Entrambi disastrosi, indimenticabili, auspicabilmente irripetibili. Per i tifosi Ferrari si è trattato del proseguimento del precipitare cominciato da Brasile 2008, escludendo i rallentamenti dovuti ad una sporgenza nel 2018, dove peraltro il corpo ha solo rimbalzato facendosi anche male e proseguendo verso il basso fino a quello che tutti reputiamo il fondo. Ma si sa che non c’è limite al peggio, quindi NON illudiamoci con ottimismo ancora non abbastanza giustificato. Volgerei l’attenzione non tanto agli alti e bassi della squadra, quanto ai contraccolpi che riceve il tifoso medio e/o il pilota dalle vicende che interessano l’oggetto del suo tifo. Nel caso del pilota lo strumento con cui si esprime.

E’ senz’altro vero che con il diminuire della forza e della potenzialità di vittoria della Rossa molti suoi tifosi sono passati al rivalutare il titolo costruttori. Molti, non tutti! Ci sono tanti che pur sostenendo anche calorosamente un pilota fintanto che siede su una macchina del Cavallino non fanno passare un minuto prima di scaricarlo se questi dovesse infilarsi in altro abitacolo. E ci sono tuttavia tanti che riconoscono nella coppia dei piloti quello con più capacità e dunque propendono nei commenti a riservargli gli aggettivi più positivi, ma al termine della loro avventura in rosso potrebbero al massimo preferirli ad altri nemici, mettendoli comunque dopo la squadra e in una certa qual misura dopo i piloti della squadra. Tra questi il sottoscritto.

Il povero Vettel, al di là delle nostre posizioni e della stima che verso lui nutriamo, ha subito negli ultimi due anni in Ferrari uno stress notevole. Non che io lo giustifichi per Sochi o Brasile 2019, ma vedevo il malessere. Sembra che ora stia meglio e ne siamo contenti. Magari non stia troppo bene eh!? Benino…:-)))

Il fatto è che non è facile sostenere la “leggerezza” del fardello rosso. #essereferrari rende semmai più difficile giustificare le fisiologiche sconfitte, non aggiunge un plus al mito. Il mito basta a se stesso senza discutibili trovate da marketing. Ma poi cosa vuol dire? Sono quelli con la macchina rossa? Sono quelli col cappellino, la maglietta, la tuta rossa? Parlano in un altro modo? Il loro spettro del visibile ha lunghezze d’onda differenti? Il loro cuore ha un ritmo diverso? Batte in testa? Sono quelli che vedono perdere la loro beniamina ma con uno stile particolare?

Ad #essereferrari è la Ferrari, il resto è spettatore compiaciuto, soddisfatto, appagato. Se vogliamo dare una sorta di importanza al Mondo che gira attorno alla Ferrari possiamo dire che è il vento che soffia sulle vele, non è però la barca, non è neppure l’equipaggio di quella barca. Può esserne l’armatore tutt’al più, e come tale è contento se la barca va e chiede conto se la barca non va. Siamo altre cose, altre persone, certamente con quell’unica passione. Ma, come fossimo un popolo battezzato in una parrocchia a parte, è  spesso incomprensibile a quanti non “passionano” (passatemi il termine) quanto possa essere difficile perseverare nella speranza che arrivino trionfi a cancellare periodi amari. Di quei trionfi nutriamo la nostra esistenza povera di successi, in quei trionfi riversiamo un patriottismo che l’italiano non ha mai concesso al Paese. Si da alla bandiera, o nel nostro caso uno stemma con la bandiera. Sotto il cavallo…!

In tutto questo possiamo inserire il povero Vettel. Caricato di anni di “non trionfi” (manco fosse innaturale non vincere sempre), della responsabilità di essere il Salvatore (l’ennesimo), e di #essereferrari. Non tutti hanno la buccia di Alonso, molti hanno la polpa scoperta e vulnerabile. In più #essereferrari per un mercenario come sono tutti i piloti, dandogli una cittadinanza, una appartenenza che possiamo dare al massimo ai meccanici, (forse a Furia), è un peso enorme. E Vettel se l’era caricato. Più che imputargli il presente, se pensiamo che abbia delle responsabilità come pilota, non può essere. Eventualmente solo dal punto di vista della gestione del mezzo. Un mezzo inadeguato spesso, ma come spesso ricordiamo, anche meraviglioso come nel 2018…

Beh, non siamo qui per rivangare il passato, e Vettel è il passato, ma piuttosto, partendo dal presente, cercare di leggere il futuro. Al momento in cui scrivo ho seguito malamente le prove, e come da tradizione non ci ho capito granchè. Tanto per immaginare (e sottolineo immaginare) che i rapporti di forza in alto, al netto dei tempi, non siano cambiati se non nelle proporzioni. A meno che la Regina, intervenendo qua e là non abbia rotto l’equilibrio che l’aveva contraddistinta dal 2014. E nel contempo, i promotori di quell’orrida bevanda non abbiano evoluto tutte (ma proprio tutte) le aree di intervento. Perché no!? I primi sono umani, molto organizzati ma umani. I secondi hanno Newey.

Ora, mettiamoci comodi e godiamoci la nuova stagione senza sperare in null’altro che nello spettacolo. Ci sono ancora due settimane di chiacchere e poi via. Soprattutto ci sono una manciata di giovani promettenti come non si vedeva da decenni. Ragazzi che vanno oltre la loro macchina, spesso insufficiente, a volte indecorosa. Un probabile nuovo record di vittorie e mondiali all’orizzonte. Uno sfidante che sembra degnissimo. Uno d’esperienza che ritorna. Un marchio prestigioso anche se, per adesso, solo come copertina a coprire il rosa che copre il grigio. Una faentina interessante. Una nobile inglese rinata.

La rossa sarebbe la ciliegina sulla torta se riuscisse a risalire di almeno tre posizioni rispetto al 2020. Non ce lo auguriamo solo noi “tifosi”, come ha detto Elkann in un discorso tutto in inglese tranne quella parola e “grazie” a chiudere. Se lo augurano anche gli organizzatori e, diciamocelo, gli avversari.

Ecco, era tutto qua. Il grido stridulo di un appassionato a cui sta passando la afonia da depressione per dire: Forza Ferrari! Ma anche Forza Formula 1! Non deluderci e non abbandonarci in un anno che non sarà facile!

Un caloroso saluto a tutti! Sperando di rileggere gli assenti dell’ultimo periodo. Buona stagione!

Seldon

 

Foto in evidenza da tuttosport

MOTOGP TEST – DUCATI VOLA. YAMAHA PURE.

Ripetiamo insieme “Sono solo Test”.  Test in cui il cronometro parla ed in cui l’unica cosa che conta è arrivare davanti al compagno di Team, meglio ancora se essere la prima moto per marca, meglio ancora se ti metti tutto il gruppo dietro.

L’esclamazione Sono solo Test” è una cazzata iper galattica. Quando scendi in pista dai il 110% e vuoi dimostrare a Team, Sponsor e Tifosi che sei lì per battere gli altri. 

Detto ciò andiamo a vedere i risultati della combinata di questi test (gli unici del 2021 pre-stagionali)👇

DUCATI – VOTO 10 Ottimi i test in casa Ducati. Certo Losail è una pista che si presta benissimo alle caratteristiche della moto. Portano a casa Record del circuito (Miller) e record di velocità assoluto (Zarco). Questa è una pista Ducati, i test si sono svolti su questa pista e quindi il voto è 10. Ma non lasciatevi ingannare… In Qatar ci saranno soltanto due gare nel Mondiale non 18, pertanto resterà da vedere se questa “superiorità” sarà confermata anche in altri circuiti… penso a Jerez, al Montmeló o Assen. Li valuteremo se Ducati è da Mondiale.

YAMAHA – VOTO 10 Ci sono sul passo, ci sono sul giro secco. La M1 è la moto da battere. Hanno giovato tantissimo della nuova gomma Michelin portata nel 2020 (che non cambierà assolutamente per il 2021). I risultati sono sotto gli occhi di tutti. I Piloti Yamaha hanno sempre occupato le posizioni di testa e saranno tra i favoriti per il Mondiale, eccezion fatta per Rossi che di passo e velocità ne ha molta meno dei colleghi. 

HONDA/POL ESPARGARÓ – VOTO 7 Chi se lo aspettava ⁉️ Io si. Pol è un gran Pilota. Avrebbe avuto un’altra carriera se non fosse stata per la scellerata politica Yamaha. I risultati di questi test parlano chiaro, dovrà lavorare molto sul passo gara ma per essere il primo approccio alla RCV può essere contento. Anche Honda può essere felice in attesa del ritorno di Marc. Perché 7!?! Perché fa media tra il 10 a Pol ed il 4 ad Honda. La casa Alata è stata davvero poca roba… Serve che torni quello lì🐜🐜🐜

SUZUKI – VOTO 9 Quando il fiume è silenzioso non andare a pescare”. È un vecchio detto molto significativo. I test sono andati bene, in classico stile Suzuki. Niente colpi di testa ma tanta costanza. Se Yamaha è la moto da battere, Mir e Rins saranno i Piloti da battere per il 2021.

APRILIA – VOTO 7 È vero. Sono rimasto piacevolmente sorpreso da Aleix Espargaró. Ha dimostrato di esserci sicuramente sul giro secco ma anche sul passo è da TOP10. Voto troppo basso⁉️ NI. Non capisco la politica di Aprilia… Perché non affidare l’altra moto ad un Top Rider Mondiale⁉️ Male.

KTM – VOTO 4 Assolutamente non ci siamo. Io personalmente non ho visto, dal divano di casa, nulla di buono. A sprazzi Oliveira ha dato segni di vita. IMHO Petrucci probabilmente sarà il suo ultimo anno in MotoGP.

 

Appuntamento al 28 Marzo. #StayTuned

✍️ Francky

 

Immagine di copertina MotoGP.com

F1 PRE-SEASON TESTING 2021: SAKHIR

“In scribendo saepe longius sum” – Anonimo

Buongiorno a tutti e benvenuti alla tre giorni di Test in Bahrein atta a sgrossare le vetture 2021 in vista del primo GP stagionale previsto sempre a Sakhir il 28 di questo mese.

Usiamo liberamente codesto spazio per commentare suddetti tests e postare aggiornamenti su percorrenze e tempi.

Grazie a tutti e bentornata Formula 1!

UPDATE

Risultati completi prima giornata

UPDATE 2

Tempi della seconda giornata

MOTOGP TEST – DAY 3 – MILLER SPACCA IL CRONOMETRO

Rimaniamo sempre dell’idea che “SonoSoloTest”. Detto ciò nel Day3 la pista di Losail letteralmente parlava ai Piloti. Li implorava di fare il tempo.

Prima Quartararo con 1’53″263 poi Jackass Miller con 1’53″183 demoliscono il record della pista di Marquez (1’53″380) e si prendono la scena in Qatar. Chiude il “podio” Vinales con 1’53″510.

Soltanto 6 Piloti scendono sotto il 54 e tra questi ci sono anche Zarco (P4) con 1’53″899 ed i fratelli Espargaró. Pol (P5) con 1’53″899 (come Johann) è la migliore Honda in pista e rifila più di un secondo ad Alex Marquez (P15) con 1’54″930 mentre Bradl percorre soltanto 15 giri causa caduta alla curva 2 (Quella del “I told You”).

Chiudono la Top10 le due Suzuki di Mir (P7) con 1’54″078 e Rins (P8) con 1’54″143, poi Pecco Bagnaia (P9) con 1’54″236 e Nakagami (P10) con 1’54″262.

Bagnaia buon tempo ma il gap, almeno in questi test, con Jack Miller è davvero tanto. Più di un secondo di “paga” dall’Australiano, oltre che essere dietro anche a Zarco. In gara serve arrivare davanti almeno al Francese.

Sotto 1’55” quasi tutti gli altri Piloti del circus ad eccezione dei rookie Martin, Marini e Savadori ed i due KTM Binder e LecuonaIn difficoltà i due KTM che in questi test non sembrano trovare per niente il bandolo della matassa.

Si migliora Valentino Rossi (P13) in 1’54″618 ma decisamente lontano dai primi, basti pensare che Enea Bastianini (P14) chiude a solo 1 decimo (1’54″738) dal suo tempo. Franco Morbidelli (P11) con 1’54″367 è impelegato nel provare tutti i pezzi nuovi del 2020 (quelli già usati lo scorso anno da chi si è messo dietro…).

Oggi gli ultimi due giorni di test, prima dell’inizio del Campionato del Mondo.

Francky