MOTOGP TEST – DUCATI VOLA. YAMAHA PURE.

Ripetiamo insieme “Sono solo Test”.  Test in cui il cronometro parla ed in cui l’unica cosa che conta è arrivare davanti al compagno di Team, meglio ancora se essere la prima moto per marca, meglio ancora se ti metti tutto il gruppo dietro.

L’esclamazione Sono solo Test” è una cazzata iper galattica. Quando scendi in pista dai il 110% e vuoi dimostrare a Team, Sponsor e Tifosi che sei lì per battere gli altri. 

Detto ciò andiamo a vedere i risultati della combinata di questi test (gli unici del 2021 pre-stagionali)👇

DUCATI – VOTO 10 Ottimi i test in casa Ducati. Certo Losail è una pista che si presta benissimo alle caratteristiche della moto. Portano a casa Record del circuito (Miller) e record di velocità assoluto (Zarco). Questa è una pista Ducati, i test si sono svolti su questa pista e quindi il voto è 10. Ma non lasciatevi ingannare… In Qatar ci saranno soltanto due gare nel Mondiale non 18, pertanto resterà da vedere se questa “superiorità” sarà confermata anche in altri circuiti… penso a Jerez, al Montmeló o Assen. Li valuteremo se Ducati è da Mondiale.

YAMAHA – VOTO 10 Ci sono sul passo, ci sono sul giro secco. La M1 è la moto da battere. Hanno giovato tantissimo della nuova gomma Michelin portata nel 2020 (che non cambierà assolutamente per il 2021). I risultati sono sotto gli occhi di tutti. I Piloti Yamaha hanno sempre occupato le posizioni di testa e saranno tra i favoriti per il Mondiale, eccezion fatta per Rossi che di passo e velocità ne ha molta meno dei colleghi. 

HONDA/POL ESPARGARÓ – VOTO 7 Chi se lo aspettava ⁉️ Io si. Pol è un gran Pilota. Avrebbe avuto un’altra carriera se non fosse stata per la scellerata politica Yamaha. I risultati di questi test parlano chiaro, dovrà lavorare molto sul passo gara ma per essere il primo approccio alla RCV può essere contento. Anche Honda può essere felice in attesa del ritorno di Marc. Perché 7!?! Perché fa media tra il 10 a Pol ed il 4 ad Honda. La casa Alata è stata davvero poca roba… Serve che torni quello lì🐜🐜🐜

SUZUKI – VOTO 9 Quando il fiume è silenzioso non andare a pescare”. È un vecchio detto molto significativo. I test sono andati bene, in classico stile Suzuki. Niente colpi di testa ma tanta costanza. Se Yamaha è la moto da battere, Mir e Rins saranno i Piloti da battere per il 2021.

APRILIA – VOTO 7 È vero. Sono rimasto piacevolmente sorpreso da Aleix Espargaró. Ha dimostrato di esserci sicuramente sul giro secco ma anche sul passo è da TOP10. Voto troppo basso⁉️ NI. Non capisco la politica di Aprilia… Perché non affidare l’altra moto ad un Top Rider Mondiale⁉️ Male.

KTM – VOTO 4 Assolutamente non ci siamo. Io personalmente non ho visto, dal divano di casa, nulla di buono. A sprazzi Oliveira ha dato segni di vita. IMHO Petrucci probabilmente sarà il suo ultimo anno in MotoGP.

 

Appuntamento al 28 Marzo. #StayTuned

✍️ Francky

 

Immagine di copertina MotoGP.com

F1 PRE-SEASON TESTING 2021: SAKHIR

“In scribendo saepe longius sum” – Anonimo

Buongiorno a tutti e benvenuti alla tre giorni di Test in Bahrein atta a sgrossare le vetture 2021 in vista del primo GP stagionale previsto sempre a Sakhir il 28 di questo mese.

Usiamo liberamente codesto spazio per commentare suddetti tests e postare aggiornamenti su percorrenze e tempi.

Grazie a tutti e bentornata Formula 1!

UPDATE

Risultati completi prima giornata

UPDATE 2

Tempi della seconda giornata

MOTOGP TEST – DAY 3 – MILLER SPACCA IL CRONOMETRO

Rimaniamo sempre dell’idea che “SonoSoloTest”. Detto ciò nel Day3 la pista di Losail letteralmente parlava ai Piloti. Li implorava di fare il tempo.

Prima Quartararo con 1’53″263 poi Jackass Miller con 1’53″183 demoliscono il record della pista di Marquez (1’53″380) e si prendono la scena in Qatar. Chiude il “podio” Vinales con 1’53″510.

Soltanto 6 Piloti scendono sotto il 54 e tra questi ci sono anche Zarco (P4) con 1’53″899 ed i fratelli Espargaró. Pol (P5) con 1’53″899 (come Johann) è la migliore Honda in pista e rifila più di un secondo ad Alex Marquez (P15) con 1’54″930 mentre Bradl percorre soltanto 15 giri causa caduta alla curva 2 (Quella del “I told You”).

Chiudono la Top10 le due Suzuki di Mir (P7) con 1’54″078 e Rins (P8) con 1’54″143, poi Pecco Bagnaia (P9) con 1’54″236 e Nakagami (P10) con 1’54″262.

Bagnaia buon tempo ma il gap, almeno in questi test, con Jack Miller è davvero tanto. Più di un secondo di “paga” dall’Australiano, oltre che essere dietro anche a Zarco. In gara serve arrivare davanti almeno al Francese.

Sotto 1’55” quasi tutti gli altri Piloti del circus ad eccezione dei rookie Martin, Marini e Savadori ed i due KTM Binder e LecuonaIn difficoltà i due KTM che in questi test non sembrano trovare per niente il bandolo della matassa.

Si migliora Valentino Rossi (P13) in 1’54″618 ma decisamente lontano dai primi, basti pensare che Enea Bastianini (P14) chiude a solo 1 decimo (1’54″738) dal suo tempo. Franco Morbidelli (P11) con 1’54″367 è impelegato nel provare tutti i pezzi nuovi del 2020 (quelli già usati lo scorso anno da chi si è messo dietro…).

Oggi gli ultimi due giorni di test, prima dell’inizio del Campionato del Mondo.

Francky

 

 

FERRARI SF21

All’appello 2021 mancava solo lei, la SF21.

Dulcis in fundo? Lo dirà la pista.

Presentata oggi la monoposto che dovrà farsi carico di risollevare le sorti rosse dopo la sciagurata stagione 2020.

Resta il “muso largo” , per la somma delusione di tutti coloro che pensano che sia quello il fattore determinante per andar forte. Ciononostante è stato “smagrito” ed i tecnici di Maranello sono riusciti nell’ operazione senza usare alcun gettone di sviluppo.

Ridisegnata la punta ed i piloni che si collegano con l’ala anteriore: c’è la ragionevole certezza che lo avrebbero snellito ancor più, se non fossero stati “impediti”.

I due famigerati tokens sono stati spesi per rivedere totalmente il retrotreno, nella speranza di migliorare quel posteriore che ha mandato ai pazzi i piloti dello scorso anno.

Scatola cambio e geometria delle sospensioni riviste per recuperare il controllo del retrotreno ed anche quei punti di carico che il nuovo fondo tagliato ha portato via.

La zona centrale della vettura appare profondamente rivista per una gestione diversa dei flussi verso il fondo e l’ala. Nuova la presa d’aria sopra la testa del pilota ed il disegno delle pance che risultano molto scavate come da scuola Mercedes.

La pista parlerà tra pochi giorni. Serviranno chilometri e chilometri per capirne la bontà e magari un clima più sereno di quello che si è creato intorno alla Scuderia negli ultimi tempi.

Il lavoro più importante è stato fatto a livello PU scegliendo di rifarne una nuova e tenerla congelata per l’intero 2021 piuttosto che sviluppare la vecchia con un paio di upgrade durante la stagione. Evidentemente le limitazioni imposte non avrebbero permesso di mettere in pista un motore decoroso sviluppato sulla base di quello esistente.

Ad ascoltare i “si dice” parrebbe che in Ferrari abbiano recuperato l’80% della potenza perduta nel 2020. Vedremo se saranno sufficienti a far stare i rossi almeno nel midfield con discreta costanza, anziché farsi sverniciare sul dritto da chicchessià Williams compresa come troppo spesso accaduto l’anno scorso.

Al primo impatto si ha l’ìmpressione che a Maranello abbiano lavorato più degli altri….come era necessario fare.

Due parole sulla livrea? Piacevole il rosso sfumato, terribile l’accostamento del verde…

Io ve l’ho presentata (senza nessuna presunzione)… a voi giudizi e commenti.

 

PS.

Vogliate concedermi un pensiero personale.

Pensando a Charles e Carlos di fianco all’auto ho avuto un sussulto che ha portato alla memoria i ricordi d’infanzia..

Ho pensato alla peggior Ferrari che avessi visto nella mia vita (la T5).. come per incanto mi sono sobbalzate nel cuore le speranze riposte in “quei due” giovani ad inizio 1981.

Ero un bambino e l’emozione che mi diedero “quei due” la ricordo ancora trovandoci parecchie similitudini. Da una parte un crack assoluto in termini di velocità pura, dall’altra uno tosto veloce e consistente. Entrambi giovani, baldanzosi, verginelli e con una voglia immensa. Credo che oggi il Vecchio possa essere felice di vedere questa coppia.

 

(immagini tratte da twitter)

L’UOMO CHE UCCISE LA LOTUS

Siamo soliti pensare a Eddie Irvine in diversi modi. “Anche io adoro guidare e camminare con Valleverde Formula”, il tassinaro della Jaguar, il sostituto di Schumacher. Pochi sanno che è stato anche colui che ha messo fine all’avventura della Lotus in F1.

Courtesy of F1-Fansite-com

E’ il 1994. Negli anni Novanta la Lotus era la pallida imitazione della scuderia che vinceva i mondiali con Colin Chapman, ma anche di quella che con Senna spesso lottava per pole e vittoria. I paragoni con la Williams attuale ci stanno tutti. Il team era sommerso dai debiti, ciononostante era riuscito a mettere in campo delle auto decenti, che, grazie anche al talento della coppia piloti, lottava con Ligier, Sauber e Ferrari.

Nel 1994 il team però poteva correre in pratica grazie solo al buon cuore dei debitori. Alla ricerca di una via di fuga, il team fece una scommessa tecnica. La Lotus fino ad ora aveva aveva montato dei motori Ford di serie B, a differenza dei competitor diretti, che avevano un contratto per una fornitura di prima scelta. Malgrado la loro fragilità finanziaria, il team decise di cambiare motorista e di puntare sui Mugen Honda (in pratica dei motori Honda il cui sviluppo, dopo il ritiro della casa madre, era curata dalla Mugen – un po’ quello che vorrebbe fare la Red Bull adesso). La Footwork fece il percorso opposto, e passò dai Mugen ai Ford nel 1994.

[COURTESY OF WIKIPEDIA.COM]

All’inizio non potevano contare che sull’ennesimo aggiornamento della 107, che per quanto buona era stata introdotta nell’ormai lontano 1992. I risultati a inizio campionato furono disastrosi, mentre, per ironia del destino, la Footwork si mostrava competitiva. Il team rimase anche coinvolto nella generale follia della stagione 1994, tra lo scontro al via tra Lamy e Letho a Imola e il bruttissimo incidente di Lamy in un test a Silverstone.

La causa della scarsa competitività andava ricercata nel fatto che il team non voleva spendere le poche risorse su una vettura di passaggio, ma anche nei Mugen, che si rivelarono ben poco competitivi. Ma si vocifera di un nuovo motore che ai banchi sta girando veramente forte.

La scuderia presentò la nuova 109 in Spagna, ma la situazione restò immutata. Herbert, nelle qualifiche dell’Ungheria, venne addirittura battuto da una Simtek. La Simtek! Un team il cui quartier generale era una capra che danzava intorno a un falò. Ma, dopo tanto penare, a fine estate arriva il “motorone”. In un test a Silverstone la nuova unità propulsiva fa abbassare i tempi di 3 secondi (!!!). E il prossimo gran premio è Monza. La grande occasione è giunta.

[COURTESY OF PINTEREST.COM]

La Lotus finora era rimasta a secco di punti, cosa che nella F1 dell’epoca significava non avere accesso alla ridistribuzione dei proventi dei diritti televisivi. Oltretutto dal Giappone provengono notizie di un futuro supporto finanziario in caso di buoni risultati nel finale di stagione. Insomma, a Monza si gioca il tutto per tutto: bisogna per forza ottenere un grande risultato per salvare la stagione e la squadra, altrimenti si va a casa.

Miracolosamente tutto va come dovrebbe andare: in qualifica Herbert, dotato di nuovo motore, è addirittura quarto (!!!), a mezzo secondo da Alesi e davanti alla Williams di Coulthard. Il team era messo così male che l’altro pilota, Zanardi, dovette usare il motore vecchio perché c’era solo un cambio compatibile col nuovo Mugen. L’italiano comunque compì un piccolo miracolo, qualificandosi 13° con uno dei motori più deboli sulla griglia (Alex sostiene, telemetria alla mano, che col motore nuovo si sarebbe piazzato in pole). Sia come sia, la Lotus è della partita ed è lecito sperare non solo in un arrivo a punti, ma addirittura in un podio!

11 Settembre 1994, ore 14:00: si spengono le luci e partono le vetture. Buono spunto di Herbert che scavalca Hill e alla chicane arriva in bagarre Berger. Ci stiamo dimenticando di qualcuno?

1994 Italian Grand Prix.
Monza, Italy.
9-11 September 1994.
Johnny Herbert (Lotus 109 Mugen-Honda) is spun round at the Rettifilo Chicane at the start by Eddie Irvine (Jordan 194 Hart) because he could not brake as quickly as him so ended up hitting him from behind. Everybody else takes avoiding action in the melee.
Ref-94 ITA 01.
World Copyright – LAT Photographic

Irvine partiva nono. Lo scatto è fulmineo ed si ritrova quarto dopo lo start. All’ingresso della prima chicane manca il punto di frenata, blocca le ruote, tenta di sterzare ma la sua Jordan non può far altro che travolgere la Lotus di Herbert. L’inglese resta bloccato su un cordolo e la sua gara è finita. Disastro.

Attenzione! Non è finita qui: l’incidente innescato una serie di altre collisioni che coinvolgono un numero inverecondo di vetture. La direzione gara non può far altro che esporre la bandiera rossa. La procedura di partenza sarà ripetuta. La Lotus è di nuovo in corsa.

Sfortunatamente la vettura è troppo danneggiata per ripartire. Herbert dovrà partire dai box con il muletto, equipaggiato con il vecchio Mugen Honda e che in tutto il weekend non aveva compiuto neanche un installation lap. Ma, visto che la Lotus si era dimostrata competitiva per conto suo, come aveva dimostrato Zanardi, non è ancora detta l’ultima parola.

A questo punto Zanardi ha tutti gli occhi puntati addosso. L’italiano è in giornata e al restart passa diverse vetture. Dopo mezzo giro è già decimo. Siamo alla Variante Ascari.

La faccio breve. Jos Verstappen manca il punto di frenata e travolge l’incolpevole Lotus, per la seconda volta in pochi minuti. Zanardi out. Il fardello della salvezza è di nuovo sulle spalle di Herbert.

La Lotus si comporta bene sul tracciato brianzolo e dopo una dozzina di giri ha già recuperato una decina di posizioni. Il podio è fuori portata, ma almeno i tanti sospirati punti sono fattibili.

Al 13° giro la 109 si ammutolisce. Alternatore rotto. Stavolta è finita sul serio.

Courtesy of Allinsport.ch

Il 12 Settembre il direttore della Lotus mette la società in amministrazione controllata. La squadra corse continuerà a correre fino alla fine dell’anno, ma riusciranno a ricreare la velocità mostrata a Monza solo in un test a fine campionato. Altri tentativi di salvare la scuderia saranno infruttuosi.

Risulta chiaro che Monza era l’ultima spiaggia per il team. Con un risultato migliore forse avrebbero continuato a correre, e magari si sarebbero ripreso, specie in caso di maggior coinvolgimento della Honda. Per fare un parallelo con la storia recente, è quello che è successo alla Sauber. Senza i punti di Nasr nel Brasile 2016, la compagine elvetica sicuramente avrebbe chiuso i battenti. Invece quel gran premio ha permesso alla scuderia di sopravvivere, nell’arco di un paio di anni si è assestata e ad oggi la sua posizione è solida e la sua fama riconosciuta.

Tornando alla triste vicenda della Lotus, nel 1995 la squadra (che aveva fatto in tempo a progettare la nuova vettura, la 112) chiuse e le attrezzature vennero cedute alla Pacific Racing, che comunque non andò lontano.

[Immagine in evidenza tratta da Reddit]

Lorenzo Giammarini, a.k.a. LG Montoya

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