MILLER E DUCATI SI PRENDONO ANCHE LE MANS

Jack Miller è estro, genio, sregolatezza e divertimento. Potrà pur non essere un pilota da titolo mondiale, ma se vince le gare a questo modo su QUELLA Ducati, beh allora diventa un cliente difficile per tanti.

Gara “asciuttabagnasciutta” e quando le condizioni sono pazze bisogna sempre fare i conti con Jack che oggi la va a vincere di prepotenza, di acume e di intelligenza.

Si parte sull’asciutto con Vinales che prende il comando in breve e comincia ad allungare fino a quando l’acqua non lo “scioglie” nelle posizioni di rincalzo. Al primo cambio moto dell’anno sbagliano in tanti: entrambi i ducatisti che si beccano due long lap penalty per eccesso di velocità in corsia box, mentre Quartararo sbaglia proprio la piazzola andando su quella del compagno e pagando un long lap anche lui.

Chi non sbaglia questi momenti è sempre Marc Marquez che dopo una partenza prudente con le prime gocce d’acqua si riporta a ridosso dei primi e li passa tutti durante il cambio moto andando in testa. Purtroppo l’acqua non fa sconti e Marc la lancia nella ghiaia mentre è leader della gara. Ma il leone non si arrende mai e riparte per poi scivolare nuovamente per troppa foga: sarà per la prossima, perché la voglia di rischiare e la mentalità sembrano rimaste intatte.

(immagine tratta da sportfair)

Il “pazzo” Jack è stato intelligente nello scontare i due lap penalty quando si è reso conto che ne aveva di più di Quartararo in testa. E’ stato bravo al punto di girare negli stessi tempi del francese nonostante i due “giri lunghi”. Da quel momento non ce ne è stato più per nessuno perché passato Fabio ha avuto modo di allungare e di gestire il rientro garibaldino di Zarco che, cambiata moto, è tornato su come un demonio sino a sorpassare e lasciare sul posto Quartararo issandosi in quella seconda posizione che ha permesso la seconda doppietta Ducati di fila.

Podio completato da un ottimo Quartararo che ha dato l’impressione di volerci provare ma di non averne a sufficienza oggi. Intelligentemente si è preoccupato di salvare il suo primo podio sull’acqua e riprendersi la testa del mondiale visto che ne aveva l’occasione.

Chi ha perso la testa della classifica è il nostro Pecco Bagnaia che, dopo un venerdì ed un sabato disastrosi ed una prima parte di gara terribile, è riuscito a sfangare anche questa: sono segnali da cogliere perché è lì in alto senza ancora aver imparato a vincere, figuriamoci dove potrebbe essere quando avrà imparato. Il chivassese era terz’ultimo, è uscito dal cambio moto beccandosi la stessa penalità del compagno ed è riuscito lo stesso ad agguantare un quarto posto: questa settimana avrà da porsi molte domande seppur può esser soddisfatto di quanto fatto vedere oggi.

Piove, siamo in Francia e si rivede anche Danilo Petrucci che arriva in coda alla Ducati con la quale vinse nel 2020. Iniezione importante di fiducia sia per lui che per Ktm, anche se le gare si corrono prevalentemente su asciutto ed urgono soluzioni.

Maverick Vinales esce anche questa domenica con le ossa rotte da una gara che avrebbe dovuto portargli più punti e forse anche una vittoria. Al di là della decima posizione, fanno paura quei quasi 40 secondi di distacco dal suo compagno di box quando ad inizio gara sembrava averne di più.

In scia allo spagnolo è arrivato Valentino autore della sua ormai consueta gara e incolpevole attore di un contatto a tre nei primissimi giri con Espargaro e Morbidelli finito nella ghiaia. Franco ha ripreso dopo quattro giri mostrando estrema professionalità, anche se è servito giusto come passerella. Valentino è finito undicesino dopo essere partito nono e dopo che tre piloti partiti davanti a lui (Marquez, Pol Espargaro e Morbidelli) sono caduti. Significa aver perso 5 posizioni sui piloti che lo seguivano in griglia, in una di quelle gare in cui si poteva tentare il colpaccio.

Gara disastrosa per i piloti Suzuki. Se Mir è uscito subito (e mai pervenuto a dire il vero) Rins era partito forte ma è caduto sul più bello come spesso gli capita. Ok, oggi era più facile cadere che stare in piedi, ma per lui sta diventando troppo frequente.

Per non far torto ai giapponesi anche a Noale hanno collezionato un doppio zero. In questo caso la responsabilità è della moto perché si sono rotti due motori quando sia Savadori che Espargaro si stavano comportando molto bene. Un vero peccato perché oggi poteva accadere anche qualcosa di veramente bello.

Tra quattordici giorni si ritroveranno tutti al Mugello, pista molto favorevole a Ducati viste le caratteristiche, la conoscenza e la storia degli ultimi anni.

I tre ducatisti che seguono Quartararo in classifica generale sono chiamati alla prima tripletta della storia rossa. Ci sono le possibilità ed i piloti per riuscirci. Sarebbe fantastico.

 

Salvatore V.

(immagine di copertina tratta da motorbox)

RAUL “IL CONQUISTATORE” – MOTO2 POST GP

Raul Fernandez vince a Le Mans.

Erano circa 10 anni che non vedevo nulla di simile nella classe di mezzo, eppure Marc Marquez non iniziò così forte come Raul. Si prese del tempo e vinse a Le Mans, mentre Raul “il Conquistatore” sta davvero facendosi terra bruciata intorno.

È una gara ricca di colpi di scena quella della “middle-class” in cui alcune cadute ed errori di “peso” rendono interessante tutto il resto. Sicuramente Sam Lowes ha buttato al vento un’altra occasione, dopo l’ottimo inizio di Mondiale. Un regalo da 20 e passa punti ai rivali diretti. Cadono anche Canet e Joe Roberts.

Anche Fabio Diggiannantonio viene punito con un long Lap penalty per il contatto con Garzó (finisce a terra l’ex Campione Moto2 Spagnolo). Purtroppo sbaglia l’entrata nella corsia del long Lap e viene punito con un altro long Lap penalty (da rivedere questa regola). Nonostante tutto chiude 8°.

Tony Arbolino. Immagine MotoGP.com

È la gara dei rookies per tanti aspetti. Oltre a Raul Fernandez, bellissima e di sostanza anche la gara del Milanese Tony Arbolino. Chiude 4° a pochi secondi da Marco Bezzecchi (3°) e Remy Gardner (2°). Anche il Campione Americano SBK Cameron Beaubier, fino alla scivolata a pochi giri dalla fine, era in 6^ posizione e guidava il gruppo degli inseguitori. Ottima la gara anche di Ai Ogura che chiude 7°.

https://twitter.com/MotoGP/status/1393887107735859201?s=19

Mondiale quanto mai apertissimo, con i due Piloti RedBull divisi da solo 1 punto, con 5 Piloti in 29 punti.👇

🥇Remy Gardner 🇦🇺 8️⃣9️⃣

🥈Raul Fernandez🇪🇸 8️⃣8️⃣ (-1)

🥉Marco Bezzecchi🇮🇹 7️⃣2️⃣ (-17)

4️⃣Sam Lowes🇬🇧 6️⃣6️⃣ (-23)

5️⃣Fabio Diggiannantonio🇮🇹 6️⃣0️⃣ (-29)

Classifica Mondiale. Immagine MotoGP.com

Sará un Mondiale Moto2 molto interessante, forse il più combattuto degli ultimi anni.

Appuntamento al Mugello…

 

✍️ Francky

 

GAS GAS – VINCE SERGIO GARCIA A LE MANS – MOTO3 POST GP

Siamo a Le Mans.

È vero. Siamo in Francia, siamo a Le Mans. Le Mans è la terra dell’Endurance quindi ogni volta che arrivano le moto, lei si ricorda di dover regalare un meteo da eroi.

Wet Race. Immagine MotoGP.com

La gara è una selezione naturale, con la vecchia guardia che in queste condizioni dovrebbe fare scuola. Ed invece…

La vecchia guardia delude. Tant’è cadute soprattutto da parte di chi corre da tanti, troppi anni nel Mondiale Moto3. Talento o paganti⁉️

Sono troppi a mio avviso i paganti in questa Moto3, sarebbe ora di fare diventare questa categoria una culla di Campioni non un cimitero per elefanti.

Comincia Antonelli, poi Suzuki, Masia, Rodrigo e Binder. Praticamente tutti i potenziali favoriti per il Mondiale. Cade anche Pedro Acosta. Differenza⁉️

https://twitter.com/MotoGP/status/1393856095689625602?s=19

Mentre è in caduta, rimane appeso ai semimanubri (ricorda qualcuno?) continuando a dar gas. Si rialza e riparte. Per la cronaca era partito 21° su una pista sconosciuta, era risalito subito in Top10. Cade, riparte quasi ultimo e ritorna a fine gara in P8. Altro⁉️

Filip Salac. Immagine MotoGP.com

Davanti grande gara di Sergio Garcia e Filip Salac. Entrambi spingono ed amministrano poi il vantaggio accumulato. Nei giri finale il Pilota spagnolo da lo strappo decisivo e va a vincere una gara FENOMENALE. Chiudono sul podio il ceco Filip Salac (allenato dal padre, ex Pilota) ed uno splendido Riccardo Rossi che firma il giro record all’ultimo passaggio, mentre era inseguito da McPhee (4°).  Chiudono la Top 10 Sasaki (5°), A. Fernandez (6°)ed Artigas (7°). Splendido 8° per il leader del Mondiale Pedro Acosta, una spanna sopra gli altri assolutamente, che aumenta il gap dagli inseguitori. Poi Oncu (9°) ed il nostro Fenati (10°).

Classifica Mondiale

🥇Pedro Acosta 1️⃣0️⃣3️⃣

🥈Sergio Garcia 4️⃣9️⃣ (-54)

🥉Andrea Migno4️⃣7️⃣ (-56)

4️⃣Romano Fenati4️⃣6️⃣ (-57)

 

✍️ Francky

MOTOGP 2021 – SHARK GRAND PRIX DE FRANCE

Francia, terra di grandi duelli e culla di una passione innata per le corse.

Il circuito è da sempre luogo di grandi sfide e punti di svolta per molte carriere, o quel posto dove qualcuno ha mostrato tutto il coraggio e la volontà di correre, per esserci  a tutti i costi.

La stagione 2021 sta evolvendo fra certezze che diventano incertezze, previsioni che sfumano e attese che non sbocciano.

È ancora troppo presto per far bilanci e tirar somme, però cosa si può dire?

Ducati chiamata a confermare quanto di buono si è visto a Jerez, su una pista solitamente avara d’emozioni per lei. (Fatta eccezione il 2020, con la vittoria sul bagnato di Petrucci)

Miller carichissimo dopo la vittoria di Jerez, Bagnaia pronto a salire finalmente sul gradino più alto, a sigillo di quella costanza prestazionale che ha da inizio stagione e uno Zarco che può giocare in casa. Grandi aspettative ce ne sono.

Quartararo sembrava dover essere il dominatore, ma la ricaduta dei problemi al braccio e una nuova operazione appena effettua, possono inficiare negativamente sulla gara e sul proseguo stagionale.

Vinales manca le attese continuamente e non par dare quelle certezze necessarie alla Yamaha. Morbidelli ancora non si capisce perché Yamaha non gli fornisca la moto ufficiale, ma così resterà per tutto il 2021. Rossi…arriverà prima la notizia del suo ritiro, o la moto con cui correrà la VR46 nel 2022?

Per la casa di Iwata un weekend che parte in salita, pur essendo la moto che ha vinto di più sinora.

Marquez ancora lontano dal tornare ad essere l’alieno che conoscevamo e quel cercare il limite di Jerez, con quei voli spaventosi, iniziano ad essere un pesante campanello d’allarme. Non si discute un personaggio come lui, ma sono segnali di una lucidità venuta un po’ meno e rischi fin troppo grossi. Ovvio che la Honda è ben lontana dalla moto facile da settare e dall’esser definita vincente, basti vedere il poco che raccolgono gli altri alfieri.

Suzuki con i suoi piloti che iniziano a lamentare il deficit di motore che ha la moto, è abbastanza evidente che riescano agilmente a stare al passo dei rivali, ma poi non possano passarli o vengano sverniciati con facilità. Rins e Mir si ritrovano a dover massimizzare i risultati e migliorare le qualifiche, per sperare di salire sul podio.

Aprilia in costante sviluppo, ma le attese per un debutto in gara del Dovi restan vane, visto che per tutto il 2020 ci saranno solo occasionali sedute di test, come quelli appena fatti in questi giorni. Sarà sicuramente d’aiuto per Espargarò, ed entro fine stagione mi attendo una vittoria.

Ktm, indecifrabile e ancora troppo lontana da quella moto che stupiva lo scorso anno.

Moto2

MV Agusta e NTS avranno delle deroghe per poter portare delle evoluzioni alle carene e forcelle, che attualmente erano ferme alle configurazioni 2019, permettendogli di migliorare le prestazioni.

Attendiamoci bei duelli fra Bezzecchi, Di Giannantonio, Lowes e il solito Gardner.

Moto3

Sarà ancora Acosta show? Tutto il resto il solito congruo numero di speronate, carenate, augurandosi di non rivedere strike all’ultima curva, come a Jerez.

Domenica 16 maggio, orari TV;

SKY

  • Ore 10.05 MotoE Gara
  • Ore 11.00 Moto3 Gara
  • Ore 12.20 Moto2 Gara
  • Ore 14.00 MotoGP Gara

TV8

  • Ore 13.00 Differita MotoE Gara
  • Ore 14.00 Differita Moto3 Gara
  • Ore 15.15 Differita Moto2 Gara
  • Ore 17.00 Differita MotoGP Gara

 

Saluti

Davide_QV

BASTIAN CONTRARIO: LA STRADA GIUSTA

Il GP di Spagna conclusosi domenica scorsa, si è rivelato come anticipato su questa rubrica, un GP verità, dove molte domande hanno trovato risposte. Risposte scomode per alcuni e positive per altri, risposte che hanno indicato la strada che i protagonisti del mondiale hanno imboccato.

Sicuramente quella presa da AMG è quella giusta: Toto avvisò (ed il sottoscritto lo sottolineò) che bisognava solo capire le gomme: detto fatto! La corazzata anglo tedesca, ha affondato un colpo che fa male alla classifica ed al morale dei bibitari perché ora si fa dura recuperare. Hamilton (che ha raggiunto quota cento nelle pole) ha dimostrato che cosa significa avere cervello oltre che talento: alla seconda partenza sbagliata della stagione (attento Lewis!), reagisce con lucidità ed invece di giocare all’auto scontro con l’olandese volante preferisce giocarsela sulla distanza, ed il suo acume gli da ragione. La strada per RedBull invece, non è né giusta né sbagliata… di sicuro è in salita. A mio giudizio i giochi sono chiusi (è un’affermazione forte visto che siamo solo al quarto GP, lo so) e a meno di qualche evoluzione miracolosa (in F1 esistono i miracoli?), soprattutto da parte di Honda, la vedo davvero dura.

Chi ha preso decisamente la strada giusta, è la Ferrari di Binotto. L’argomento Ferrari è sempre spinoso, eppure non c’è da scandalizzarsi se leggete che la rossa ha preso la giusta direzione. Molti appassionati potrebbero esclamare (anche con una certa ilarità), che era facile migliorare rispetto all’anno scorso… vero! Eppure non era un risultato scontato, soprattutto il miglioramento visto proprio a Barcellona. Il reparto corse ha fatto un mezzo miracolo (forse i miracoli esistono… almeno a Maranello!), se non altro solo dal punto di vista motoristico. Inoltre Barcellona ha dimostrato non tanto che la SF21 è una buona vettura rispetto alla SF1000 (è totalmente irrilevante) quanto piuttosto che risponde alle aspettative degli ingegneri: ovvero c’è correlazione tra dati virtuali e quelli reali che da la pista. Si badi bene: il risultato in se è ben misera cosa rispetto a quello che la beneamata Scuderia deve aspirare, solo che bisogna vedere l’attuale realtà da una prospettiva diversa, ossia orientata sul lungo periodo.

Binotto ha impostato il suo programma, la sua tabella di marcia, su un viaggio che per destinazione ha il nuovo regolamento 2022. Per questo ha dovuto innanzitutto rivedere la coppia di piloti (macchiandosi di lesa maestà nel farlo) e, nel contempo, rivedere il reparto tecnico affinché tutto funzioni al meglio. Maranello ha un problema cronico che rischia di divenire un loop… un cane che si morde la coda: nessun nome che conta vuole trasferirsi in Italia. Le tante lotte intestine, contraddistinte dalle continue epurazioni in seno alla Gestione Sportiva, hanno disilluso non pochi tecnici nell’approdare in quel di Maranello. L’ultimo ad essere stato allontanato è stato James Allison: un errore che Ferrari ancora paga. Oltre a questo vi è l’aggravante geografica visto e considerato che la maggior parte dei nomi che contano sono tutti inglesi e, ben difficilmente lascerebbero le loro vite per imbarcarsi in una avventura quanto meno rischiosa come la Ferrari di oggi. Da ciò si evince, quanto sia stata ed è tutt’ora irta la strada di Binotto, il quale tra l’altro (e non solo lui), sta attendendo la nomina di un Presidente dell’azienda; che attualmente ancora latita. Nonostante queste problematiche la strada intrapresa sembra proprio quella giusta, perché uno dei principali problemi della Scuderia, ovvero la correlazione dei dati come detto, sembra sia stato risolto.

Quanto detto si ricollega alla prospettiva della visione a lungo termine: se questi ingranaggi funzionano a dovere, allora si può ben sperare sul futuro e quindi nella riuscita dell’interpretazione del nuovo regolamento sul quale Ferrari ha puntato tanto. Sia chiaro che nessuno ha la bacchetta magica, né tanto meno sto affermando che Binotto è sicuro di vincere… esiste solo il duro lavoro. Inutili sono le lacrime versate sul fatto che la Rossa non vince, inutile recriminare sulle dichiarazioni del Team Principal rosso, il quale (insieme a Charles sempre più leader della squadra), ce lo sta dicendo in tutti i modi possibili: l’obiettivo è il 2022! Che senso ha lottare per un terzo posto nei Costruttori? Davvero è cosi importante per una squadra come Ferrari, arrivare terza anziché quarta nel mondiale Costruttori? Francamente non credo proprio. Da qui le sue parole (tempestivamente decontestualizzate e ridicolizzate): “se ci verrà in mente qualcosa porteremo”. Inutile stare ad analizzare ogni singola parola o se sia stato elegante o meno. Può il capo della Scuderia più importante del mondo essere uno sprovveduto? Appunto!

Binotto sa fin troppo bene quali sono i problemi da affrontare, non ultimo difendere tutto il team da inutili e nocive pressioni. Per questo ha voluto sottolineare ad un noto commentatore televisivo (il quale pare ormai aver impostato la narrazione sulla rissa verbale), immediatamente dopo la fine del GP, che sa benissimo che Charles è un cavallo di razza (anche se non lo ha mai definito “predestinato”) e che non c’è bisogno gli venga ricordato che gli deve dare una macchina competitiva. Del resto lo stesso Verstappen ha i medesimi problemi, solo che con Ferrari si sa: tutto si ingigantisce. Il buon Mattia purtroppo paga (agli occhi della tifoseria di Vettel), il fatto che abbia allontanato il tedesco in malo modo (errore di gestione o, pure meglio, di comunicazione che non si discute). Eppure ad oggi i fatti gli stanno dando ragione, considerando il rendimento del tedesco in Aston Martin; e quello della nuova e giovane coppia rossa.

Il risultato di Charles (peccato per la partenza fallace di Carlos), lascia ben sperare perché Barcellona è pista completa e difficile ed il verdetto è stato di quelli che lasciano il sorriso. La strada intrapresa dalla Ferrari di Binotto è irta di insidie scrivevo, eppure è quella giusta.

 

Vito  Quaranta

Life is racing, all the rest is waiting