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F1 2023 – GRAN PREMIO DEL QATAR

Finisce il trittico orientale con l’approdo a Losail per il GP del Qatar. Gp che potrebbe e dovrebbe, a meno di imprevisti, vedere Max Verstappen laurearsi campione del mondo per la terza volta consecutiva. Mancano la miseria di tre punti sul compagno di squadra Perez e a Max basterebbe addirittura un sesto posto nella sprint race. Campione del mondo nella garetta del sabato, non il massimo ma questo passa il convento.

immagine da funoanalisitecnica.com

Losail si presenta come una pista in cui in tanti, a partire dalla McLaren, dovranno verificare i progressi visti a Suzuka. Pista con molti curvoni veloci in appoggio e con una media sul giro intorno ai 240 km/h sembra fatta apposta per esaltare le doti, manco a dirlo, della RB19 ma anche la MCL60, vista a suo agio a Suzuka, potrebbe beneficiare del layout della pista qatarina.

Guai in vista quindi per Ferrari che non ha avuto chance in Giappone e potrebbe opporre ben poca resistenza anche a Losail. Se a questo aggiungiamo l’asfalto nuovo appena posato, la solita sabbia onnipresente nei primi turni di prove e l’assenza di gare di contorno, il weekend di Losail rischia di essere un bel risiko per tutti i team, complice anche la gara sprint che obbligherà tutti a congelare i setup ottenuti nelle prove del venerdì, quindi con pista ancora con tanto margine di miglioramento.

immagine da alvolante.it

E’ previsto un alto degrado e Pirelli porterà le mescole più dure a disposizione: C1, C2 e C3. Ferrari da questo punto di vista è quella che più dovrà gestire questo aspetto che, nonostante i recenti miglioramenti, rimane un punto debole. L’imprevedibilità della W14 invece potrebbe mettere in crisi il box Mercedes che questa volta avrà davvero poco tempo per definire il corretto setup.

Con una stagione così lunga e un mondiale che sta per essere assegnato sembra incredibile che manchino ancora sei Gp alla fine della stagione. Palese il fatto che da adesso in poi per tutti i team si tratterà di provare quante più soluzioni possibili in vista del 2024, soprattutto per quelli che dovranno recuperare terreno nei confronti della Red Bull. Il tutto sotto la spada di Damocle dei budget cap.

Sarà un problema anche per il management F1 riuscire a tenere alta l’attenzione nei confronti del pubblico. I recenti dati sull’interesse che genera il circus sono in netto calo a partire dal 2021, inizio del dominio Red Bull. Considerando la continuità dei regolamenti tecnici che dovrebbe garantire agli austriaci di dormire sogni relativamente tranquilli fino al 2026, si prospetta un bienno davvero duro per chi deve gestire la popolarità del marchio F1.

D’altronde è logico che, se la politica nei confronti degli appassionati tende a escludere sempre di più i “vecchi ” fan e ad accogliere a braccia aperte i “nuovi”, che sono in maggioranza molto giovani e abituati all’interazione social, ovvero mordi e fuggi e molto precaria in termini di fidelizzazione, in tempi in cui non c’è possibilità di una vera lotta per le gare e i campionati, l’interesse di chi guarda si sposta molto velocemente su altri lidi.

Ma se il problema principale al momento sembra essere quello di impedire l’entrata dell’undicesimo costruttore, reo di togliere 11 milioni di euro di dividendi ai team, allora si capisce chiaramente come tutto il baraccone sia diventato ancora più un’enclave chiusa e autoreferenziale. D’altronde c’è chi ancora prende il 38% degli incassi perchè ormai fa “parte dell’arredamento”…

Andretti sogna l’approdo in F1 e trattandosi di americani non lo fa certo per beneficenza, ma per vincere e cercare di guadagnare. Sarà molto difficile per lui in quanto 8 team su 10 sono contrari, in primis il paladino del “this is no right” Toto Wolff. Tra l’altro l’ingresso del più americano possibile dei team come quello della famiglia Andretti sarebbe un bel boost per l’interesse della F1 in terra USA, da sempre un pò snobbata e considerata il giusto, in ogni caso meno della Nascar per intenderci.

immagine da autoappassionati.it

L’affaire Andretti/Cadillac sembra essere l’ennesimo braccio di ferro tra F1 (Domenicali&team) e FIA dall’altra (Ben Sulayem), due controparti che sono più volte venute allo scontro recentemente. Alla fine è l’ineffabile dr.Marko a darci la spiegazione definitiva sul possibile no ad Andretti: oltre alla perdita di 11 milioni di dollari per ogni team, non c’è posto per un altro team nei già sovraffolati box degli autodromi che ospitano i GP. Semplice no?

*immagine in evidenza da givi.it

Rocco Alessandro

MAX RITORNA MAX E VINCE A SUZUKA. RED BULL CAMPIONE DEL MONDO.

E’ stato bello. Dopo i grandi festeggiamenti per il terzo posto di Monza, e quelli ancora più grandi per il capolavoro di Sainz a Singapore, tutto è rientrato nella norma.
Suzuka è una pista che esalta sempre i più forti, e, come previsto da tutti, o quasi, nonostante le varie direttive tecniche la Red Bull è tornata dove stava prima. Sia con Verstappen, che nelle qualifiche rifila mezzo secondo al bravissimo Piastri, sia con Perez che si becca il solito distacco abissale dal compagno di squadra, e si ritrova intruppato nelle prime file,

Allo spegnimento dei semafori, le due McLaren braccano Vestappen, con Piastri a destra e Norris a sinistra, ma l’olandese li mette subito al suo posto, mantenendo la prima posizione. Dietro di loro, si gioca all’autoscontro, con Perez che si sposta per evitare Sainz, infilatosi fra lui e Leclerc come una furia, e colpisce Hamilton, avendone la peggio. Anche nelle ultime file si verificano vari urti, con annessi pezzi di carbonio sparsi, e la gara viene neutralizzata prima ancora che finisca il primo giro.

La Safety Car rientra al giro 4, e la competizione riparte con le auto in processione dietro Verstappen, e l’unica emozione è regalata da Russell che sorpassa imperiosamente Hamilton alla chicane, per poi venire rimesso al suo posto senza tanti complimenti alla staccata di curva 1.

Al giro 13, Perez, penalizzato di 5 secondi per un errore da principiante all’uscita dai box con Safety Car attiva, colpisce Magnussen e deve fermarsi ai box per cambiare la seconda ala della giornata. Viene così attivata la Virtual Safety Car per ripulire la pista dai detriti e, proprio in quel momento, Piastri, al momento terzo, si ferma per cambiare le gomme.

La gara riparte quasi subito, e al giro 15 il distacco di Verstappen su Norris è di ben 9 secondi, con le due Ferrari che lo seguono molto da vicino. Un replay mostra l’inglese ostacolato da Perez durante il periodo di Virtual Safety car e, in effetti, il suo distacco da Max prima della neutralizzazione della gara, era di qualche secondo in meno. Il messicano è stato pure penalizzato per la seconda volta per il contatto con Magnussen, e la squadra decide che per oggi ha già fatto abbastanza danni e lo fa ritirare, salvo farlo uscire successivamente per fare un solo giro e scontare la penalità.

Al giro 17 si ferma Verstappen, che stava rischiando di perdere la prima posizione a favore di Piastri. Al giro successivo si fermano Norris e Leclerc, con quest’ultimo che perde la posizione a favore di Alonso, che si era già fermato. Ma sia l’inglese che il monegasco sono dietro ad Ocon, pure lui già fermatosi in precedenza. Con gomme nuove, l’ordine dei valori viene ristabilito in fretta.

Al giro 25, Russell è l’ultimo dei primi a fermarsi per quella che, nelle intenzioni del team, dovrebbe essere la sua unica sosta. Nel frattempo, Norris ha raggiunto Piastri e insiste affinchè il team dia l’ordine di farlo passare, cosa che avviene dopo due giri.

Al giro 35 Leclerc ed Hamilton si fermano per la loro seconda ed ultima sosta. Al giro successivo si ferma anche Piastri, che riesce a stare davanti al ferrarista. Ma tutti e tre si trovano dietro a Russell, così come Norris, che si ferma al giro 37. Ma riesce subito a superare l’inglese della Mercedes. Contemporaneamente, Verstappen si ferma per la sua ultima sosta.

Al giro 42 Piastri passa Russell e si riporta in terza posizione. Poco dopo, l’inglese deve capitolare anche nei confronti di Leclerc, che è però costretto ad inventarsi un sorpasso all’esterno in curva 1. 

Al giro 47 dietro a Russell si materializza anche la  sagoma della numero 44 del compagno di squadra, che va decisamente più forte. Ma la squadra li lascia liberi di lottare e Sainz, che ha cambiato le gomme per ultimo, li raggiunge. La squadra ordina poi a George di lasciare passare Lewis, cosa che fa immediatamente, ma non può nulla contro lo spagnolo della Ferrari, che lo supera e si porta in sesta posizione.

Finisce così con Verstappen che vince una gara dominata, davanti a Norris e al bravissimo Piastri, per la prima volta a podio in carriera. Seguono Leclerc, Hamilton, Sainz, Russell, Alonso, Ocon e Gasly.

In casa della Honda, suo partner motoristico in incognito, la Red Bull porta a casa il sesto titolo costruttori. Che, per inciso, Max avrebbe vinto anche correndo da solo.

Ora si va in Qatar, dove l’olandese potrebbe laurearsi campione del mondo già nell’inutile gara sprint. Se non accadesse, sarebbe l’unica sorpresa di una gara dal risultato scontato.

P.S. un ex-pilota, ora esperto di grafica 3D e di tecnica, che qualche anno fa sui canali nazionali ci parlava solo ed esclusivamente di sospensioni, come se fossero l’unica cosa che conta per la prestazione, la settimana scorsa si era sbilanciato parecchio attribuendo alla TD018 la pessima performance della RB19 a Singapore, arrivando anche a spiegare come la RedBull usasse inserti in gomma negli attacchi degli alettoni. Secondo lui, la FIA li ha beccati, e non sarebbero tornati più quelli di prima. Infatti…

P.S. 2 Posto che la teoria del suddetto esperto era evidentemente sbagliata, possiamo forse classificare la gara di Singapore fra quelle in cui, per motivi e con modi che non ci verranno mai raccontati, era necessario far vincere qualcun altro?

P.S. 3 continuando sul tema, va anche detto che con due Perez alla guida, definiremmo la RB 19 come una onesta monoposto e nulla più. Sempre che, anche in questo caso, ci sia qualcosa che non sappiamo. 

P.S. 4 che il team principal della McLaren si chiami Andrea Stella e che una volta lavorasse dalle nostre parti l’ho già detto?

F1 2023 – GRAN PREMIO DEL GIAPPONE

Non si fa neanche in tempo a metabolizzare la prima vittoria Ferrari da più di un anno a questa parte (ultima quella di Leclerc in Austria nel 2022) che si arriva a Suzuka per una GP che più che una gara è un amarcord considerando la quantità di ricordi e aneddoti che questa pista ha tenuto a battesimo.

Dalle gare di Senna e gli scontri con Prost, dalla delusione Ferrari del 98 all’apoteosi del 2000 fino alla doccia gelata del 2006 e alla morte del povero Bianchi, anche in una F1 piuttosto asettica come quella attuale, la tappa giapponese conserva comunque inalterato il suo fascino.

immagine da motorsport-magazin.com

Ci si arriva con una situazione strana, considerando l’andamento del campionato, con una vittoria Ferrari a spezzare l’egemonia Red Bull protagonista a Singapore della qualifica più brutta dalla gara di Brasile 2008 (grazie LG) e di una gara che non li ha visti salire sul podio. Semplicemente incredibile considerando il dominio espresso quest’anno e quindi è chiaramente partita la caccia alle cause di questa debàcle, subito individuata (dai malpensanti) nell’adozione della direttiva TD018 sulle ali flessibili e dell’aggiornamento della TD039 sul fondo vettura che avrebbe azzoppato pesantemente il toro austriaco.

Horner chiaramente smentisce, ricordando un pò il Binotto del 2022 dopo la famigerata TD039, ma qualcosa di particolare di sicuro è successo. Un controprestazione che dovrà avere conferma o smentita sulla pista giapponese anche se, onestamente, faccio fatica a pensare ad un’altra gara difficile per Red Bull su una pista che più di tante altre dovrebbe esaltarne le caratteristiche.

immagine da autosport.com

A pensare male si potrebbe dire che la FIA abbia voluto applicare un personalissimo “balance of performance” per dare un contentino agli altri in una stagione monocolore Red Bull. Oppure semplicemente si è trattato di un weekend nato male per gli anglo-austriaci.

Ferrari comunque che, complice il morale alto dato dalla gara di Marina Bay, non tira i remi in barca e punta ad un altro bel risultato a Suzuka per bocca del suo TP Vasseur, puntando a raggiungere Mercedes in classifica costruttori. Suzuka non ha sorriso molto alla rossa nel 2022, con Leclerc terzo a più di 30 secondi da Verstappen. Alla luce dei fatti recenti chissà se un risultato analogo verrebbe visto come positivo o negativo.

Anche Mercedes punta forte sul Gp del Giappone, consapevoli di avere una monoposto che può andare bene sui curvoni veloci di Suzuka. Di sicuro vorranno prendersi una rivincita sulle rosse e capire quanto questa Red Bull potrà essere attaccabile. Wolff si allinea al muretto Red Bull dicendo che le nuove direttive non sono state la causa dei guai Red Bull a Singapore ma di sicuro guarderà il weekend di gara da casa (causa operazione chirurgica) con rinnovata speranza.

immagine da autosport.com

Red Bull ostenta invece calma e sicurezza dei propri mezzi, sicuri che in Giappone ritorneranno il riferimento per tutti. La logica imporrebbe un ragionamento del genere ma, sotto sotto, forse anche loro non sono del tutto convinti. Le probabilità che si trovino in difficoltà nella seconda gara di fila sono tendenti allo zero, molto più probabile che riescano a vincere il sesto titolo contruttori, manca solo un punto più di Mercedes.

McLaren al solito possibile outsider del weekend mentre l’Aston Martin sembra allo sbando con un Alonso  che non le ha mandate a dire, come al suo solito, nei team radio durante la gara di Singapore.

Ultima chiosa personale sui rapporti di forza Sainz-Leclerc. Ovvio che la stampa ci sguazza in questo presunto dualismo su chi è il pilota “alfa” nella Scuderia ma direi che al solito, si fa una gran cagnara sul nulla.

Sarò blasfemo, ma leggere cose del tipo “Sainz come Villenueve a Jarama” mi ha fatto storcere il naso. Va bene tutto ma certi paragoni li eviterei, soprattutto nei confronti del pilota spagnolo. Evidente come la pochezza della F1 attuale in termini di fascino debba sempre guardare al passato per avere un qualche genere di legittimazione che fa fatica a trovare.

Ora Leclerc sembra diventato il figlio della serva. Giusto, per uno che ha abituato l’ambiente ad avere sempre il guizzo vincente in qualifica e di essere il più talentuoso dei due, e non di poco aggiungerei.

immagine da gpfans.com

Ma se la stampa calca la mano facendo il suo lavoro, ovvero cercare click e contatti, spero che lo stesso messaggio non stia passando in GES. Io ero e resto dell’idea che se c’è qualcuno che può vincere il mondiale in Ferrari, questo è Leclerc. Punto. Condizione necessaria ovviamente quella di avere una monoposto adatta a tale scopo che magari non venga azzoppata a stagione in corso ome nel 2022.

Leclerc dovrà metterci del suo per ristabilire le gerarchie anche a fronte di una monoposto che non asseconda il suo stile di guida ma spero che ora non si inizi il tiro al piccione con il monegasco che già mi sembra piuttosto giù di corda. Ricordiamo che i vari Schumacher, Hamilton e Verstappen hanno vinto e vincono perchè sempre e comunque pienamente supportati e praticamente mai messi in discussione, oltre che protetti anche quando tutto era contro di loro. Spero che in Ferrari non facciano l’errore di lasciarsi sfuggire l’unico pilota in griglia, escluso Verstappen, in grado di vincere il titolo.

*immagine in evidenza da theweek.com

Rocco Alessandro

CAPOLAVORO DI SAINZ A SINGAPORE. LA STAGIONE DELLA FERRARI E’ SALVA.

Prima o poi doveva finire. E a Singapore è finita. Parliamo della striscia vincente della Red Bull e di Verstappen, che è durata a lungo, troppo a lungo.
Ma, stranamente, è finita non per un problema tecnico inaspettato, non per un incidente, ma perchè la RB19 è improvvisamente diventata una carriola, e la Red Bull una squadra alle prime armi.

Già dal venerdì si era capito che qualcosa non funzionava. Al dominio Ferrari corrispondeva un Verstappen in difficoltà (Perez lo è quasi sempre e non fa testo). La notte non ha portato consiglio, come invece spesso è accaduto, e così il campione del mondo è rimasto fuori dalla Q3, con Sainz a prendersi la pole davanti a Russell e a Leclerc.

Allo spegnimento dei semafori, Leclerc è più lesto di Russell, e si prende la seconda posizione. Le due Ferrari guadagnano un certo vantaggio sulle due Mercedes, con Hamilton che, tagliando la prima chicane, passa davanti al compagno di squadra per poi ridargli la posizione al secondo giro. La stessa cosa dovrà poi fare con Norris per non prendersi una penalità.

Charles è partito, unico fra i primi, con la mescola più morbida. Il monegasco si incolla agli scarichi del compagno di squadra, ma il suo ingegnere gli chiede di mantenere un distacco di 3 secondi da Sainz. E così il distacco fra i due ferraristi aumenta, ma Russell si avvicina a Leclerc, e il box Mercedes ha ben compreso che la Ferrari vuole sacrificarlo per far vincere Sainz.

Al giro 19, il distacco fra la numero 55 e la numero 16 è effettivamente di 3 secondi, e a Charles viene chiesto di aumentarlo di ulteriori due secondi. Cosa molto pericolosa perchè Russell è a soli 2 secondi.

Ma al giro 20 ci pensa Latifi, pardon, Sargeant a complicare un po’ la situazione, andando a muro e danneggiando l’ala, che si porta poi in giro per il circuito seminando detriti. E, ovviamente, viene fatta uscire la Safety Car.

La Ferrari reagisce immediatamente chiamando al box entrambi i biloti. Leclerc però, purtroppo, si ritrova dietro a Russell e Norris, fermatisi anche loro. Sainz è riuscito invece a mantenere la posizione su Verstappen, che era partito con la gomma più dura e non si è quindi fermato. 

La gara riparte al giro 23, e Russell impiega un giro per superare Verstappen, in difficoltà con le gomme, e incollarsi agli scarichi di Sainz. Leclerc perde un’ulteriore posizione su Hamilton, andando lungo per non tamponare Norris che, a sua volta, stava cercando di non tamponare Perez, anch’egli ritrovatosi fra i primi non avendo effettuato la sosta.

Allo spagnolo viene detto di rallentare il gruppo, cosa che fa puntualmente e per 20 giri i primi 5  viaggiano separati da circa un secondo.

Al giro 43, l’Alpine abbandona Ocon in curva 1, e viene attivata la Virtual Safety Car. Sia Ferrari che Mercedes sono pronte per un pit-stop, che però viene effettuato a sorpresa solo dalle due Mercedes. Che si ritrovano, così, in quarta e quinta posizione. Per i tedeschi è una vera e propria scommessa. 

La gara riparte al giro 46, e Russell si trova a 13 secondi da Leclerc, con 16 giri da percorrere. L’inglese, con gomma nuova, a suon di giri veloci raggiunge Leclerc al giro 53. Servono poche curve al giovane della Mercedes per prendersi la terza posizione. Il ferrarista viene poi passato facilmente anche da Hamilton. 

Al giro 58, con Russell che incombe, Norris rompe gli indugi e si avvicina a meno di un secondo da Sainz. Ma, in realtà, è quest’ultimo che gli dà all’inglese volutamente il DRS, per tenere lontane le due Mercedes. I primi 4 sono ora racchiusi in meno di 2 secondi.

Carlos tiene sapientemente Norris in zona DRS, e la cosa funziona talmente bene che Russell, nella foga di stare il più vicino possibile al connazionale, commette un errore da principante e va a muro a poche curve dalla fine, lasciando il podio ad Hamilton.

Finisce così, con Sainz che riporta in alto la Ferrari, firmando un vero e proprio capolavoro di strategia, per la maggior parte farina del suo sacco. Completano il podio Norris ed Hamilton, quest ultimo autore di una prestazione di gran lunga migliore del suo tanto acclamato compagno di squadra. Al quarto posto, staccatissimo, Charles Leclerc, il cui morale sarà sicuramente finito sotto i tacchi. Incollato a lui sotto la bandiera a scacchi è arrivato Verstappen, autore di una rimonta dalle ultimissime posizione nelle quali era sprofondato dopo l’ultimo pit-stop. Seguono Gasly, Piastri, Perez, il giovanissimo Lawson, a punti alla terza gara, e Magnussen, 

Fra una sola settimana si correrà a Suzuka. Vedremo se la Red Bull si ripresenterà con la forma di Singapore, nel qual caso ci sarà da divertirsi.

P.S. oggi abbiamo visto quello che impedirà a Leclerc di diventare un campionissimo, nonostante il suo immenso talento. I vari Prost, Senna, Hamilton e Verstappen, sentendosi chiedere di allontanarsi dal compagno davanti a loro, avrebbero insultato l’ingegnere e sarebbero andati a prenderlo per superarlo a costo di farlo fuori e di gettare un risultato buono per la squadra. Charles invece si è messo a contrattare. Ma la cosa peggiore, per lui, è che è stato meglio così, perchè oggi era nettamente inferiore al suo compagno di squadra, di prestazione e di testa.

P.S 2. la vittoria di oggi ci permette di ricordare quella 2023 non come una stagione fallimentare, e la SF-23 non come una carriola al pari della 312-T5, della F1-86, della F92A e della SF16-H e della SF1000.

P.S 3 la mancata penalità a Verstappen per 3, e dico 3, situazioni che ad altri piloti sarebbero valse almeno altrettante posizioni in griglia, non può non far pensare che ci sia la chiara disposizione di NON sanzionare il pilota olandese. Disposizione che dura dal 2021, da quando, cioè, qualcuno ha deciso che il dominio di Hamilton e della Mercedes dovesse finire. A costo di sembrare dei pagliacci. Abu Dhabi 2021 è lì a dimostrarlo.

P.S. 4 dite alla FIA che qualunque cosa abbia fatto per rallentare la Red Bull, è meglio che lo continuino a fare. Ma penso che ci arriveranno da soli, confrontando le interazioni del dopo GP di Singapore con quelle del dopo GP di Zandvoort (o di qualunque altro di questa stagione).

F1 2023 – GRAN PREMIO DI SINGAPORE

Dopo la lunga parentesi europea, il circus si sposta in Asia per la prima tappa di un trittico che prevede in serie il Gp di Singapore, quello del Giappone e quello del Qatar.

Si torna sul Singapore street circuit che quest’anno vedrà un’importante modifica, l’introduzione di un rettilineo al posto della sezione con le curve dalla 16 alla 19, in pratica un raccordo tra la curva 15 e le ex curva 20. Scopo della modifica ovviamente favorire i sorpassi su una pista su cui e’ (era?) quasi impossibile sorpassare. Di conseguenza diminuirà il degrado e l’usura a carico dell’impianto frenante, con un guadagno stimato sul giro tra gli otto e i dieci secondi. Vedremo quanto questa modifica potrà aumentare lo spettacolo in pista.

immagine da infomotori.com

Il circuito di Marina Bay potrebbe rappresentare il nemico più pericoloso per lo squadrone Red Bull e Max Verstappen, intenzionato ad allungare la striscia di gare vinte appena portata a 10. E’ vero che in assenza di avversari uno se li deve inventare per non sminuire i propri successi ma in effetti il cittadino di Singapore è il circuito in cui le variabili imprevedibili potrebbero giocare contro i tori austriaci. Marko si dice anche molto spaventato dalla Ferrari mentre Mercedes annuncia battaglia, insomma anche gli avversari hanno cerchiato questo GP sul calendario per sferrare il primo vero agguato alla corazzata Red Bull.

Forse questo può valere per Perez, che però ricordiamo che ha un ottimo storico sui tracciati cittadini, ma non per Verstappen che sembra davvero essere su un altro livello per tutti.

immagine da modenaindiretta.it

Ferrari, più realisticamente, cercherà di puntare al podio, aiutata anche dal nuovo layout della pista. Difficile pensare a qualcosa di meglio a meno di sfruttare (almeno per una volta!) le variabili impazzite che potrebbero verificarsi a gara in corso. Sarà interessante vedere se Leclerc ritroverà quella velocità persa a Monza nei confronti di Sainz oppure se mentalmente è già al 2024 aggrappato alla solita flebile speranza di un futuro migliore.

In casa Mercedes la fa da padrone il gran capo Wolff che si è lasciato andare ad alcune affermazioni tra il lapalissiano ,lo iettatorio e quello che lo confermano come il principe delle faccia di tolla della F1. La prima è quella che riguarda il cambio di regolamento del 2021 (riduzione della lunghezza del fondo vettura) che è stato fatto apposta per cercare di fermare il loro dominio. Quando mai in Formula 1 non è stato così? Chiedere alla Ferrari del 2005.

La seconda invece riguarda la nuova direttiva Fia sulle ali flessibili che, stando a radio paddock, dovrebbe sfavorire in primis Aston Martin e Red Bull. Wolff, tra il serio e il faceto, si “augura” che gli austriaci perdano almeno mezzo secondo e che comunque non vorrebbe un cambio di regolamento per fermare l’attuale dominio Red Bull. Ma la TD039???

Barzellette a parte, non si prevedono chissà quali sconvolgimenti nei valori in campo in seguito a questa nuova direttiva, men che meno che la Red Bull possa all’improvviso trasformarsi in un bidone, più o meno quello che successe alla SF-22 dopo l’introduzione della TD039.

immagine da formulapassion.it

Per il resto l’attenzione degli addetti ai lavori è calamitata dalla possibile azione legale di Massa contro la FIA per il famigerato crashgate di Singapore 2008. Secondo Massa, la recente ammissione di Ecclestone che ammette l’irregolarità della gara certifica l’esito del campionato falsato e ci sarebbero gli estremi per ottenere in un’aula di tribunale quel titolo che Massa assaporò per pochi secondi al termine della gara di Interlagos. Addirittura chiederebbe l’aiuto di Hamilton, per il quale quel titolo fu il primo dei suoi attuali sette, in qualità di cittadino brasiliano onorario.

Non sappiamo dove si arriverà ma onestamente appare molto utopistico che Massa possa fregiarsi del titolo di campione del mondo 15 anni dopo quei fatti. Fa bene a provarci, in primis come dice lui “per amore del Brasile e dei tifosi della Scuderia”, ma la momento sembra solo una boutade in attesa che magari salti fuori qualcosa di concreto al quale aggrapparsi. E poi ce lo vedete voi Hamilton passare da sette a sei mondiali perdendo lo scettro del primato condiviso al momento con Schumacher e con la certezza di non poter arrivare all’ottavo titolo che ne farebbe il più vincente di sempre? Mi dispiace per Massa ma ha troppi follower in meno rispetto all’epta (?) campione per pensare di poterla avere vinta.

*immagine in evidenza da racer.com

Rocco Alessandro