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F1 2022 – GRAN PREMIO DI MIAMI

Uno dei propositi della F1 recente è sostenibilità, soprattutto a livello ambientale, con l’intenzione di ridurre emissioni mediante l’utilizzo della tecnologia ibrida, di nuovi carburanti bio-compatibili e l’impegno di ridurre le emissioni anche in termini di logistica che il circus necessita ogni volta che si sposta da un paese all’altro.

Bene. Ecco quindi che a sconfessare il tutto c’è la neonata trasferta in Florida per il primo GP di Miami, incastrato tra il GP dell’Emilia Romagna e quello di Spagna. Una trasferta trans-atlantica che fa a pugni con i propositi sopra elencati.

Motivo? Gli organizzatori del gp di Miami volevano avere “l’esclusiva” in questo periodo dell’anno per un Gp nel continente nordamericano non associato ad altri gp che più avanti avranno luogo in Canada, Texas, Messico, Brasile. E quindi avanti con aerei cargo da e per l’Europa per accontentare i nuovi arrivati che, immaginiamo, avranno pagato profumatamente il disturbo.

immagine da sport.sky.it

Speriamo almeno che ne valga la pena in termini di spettacolo in pista. Il circuito di Miami è un cittadino in stile Jeddah (senza missili a corredo, si spera) con due rettilinei molto lunghi intervallati da sezioni che rimandano alle “S curves” di Suzuka ad altre più lente.

Tracciato da medio-basso carico in cui ci saranno molteplici incognite per team e piloti, alcune ovvie come il conoscere una pista nuova ed altre più subdole come l’evoluzione del grip del manto stradale durante il weekend e un meteo che in questo periodo dell’anno non è nè caldo (per gli standard della Florida), intorno ai 25 °C e tantomeno prevedibile, con possibilità di improvvisi scrosci di pioggia attesi per le qualifiche del sabato.

Pirelli porterà le mescole centrali della gamma a disposizione: C2, C3 e C4. Scelta assolutamente prudenziale dato che gli unici dati a disposizione sono quelli ottenuti al simulatore.

Ci sarà presumibilmente l’ennesimo capitolo della sfida tra Ferrari e Red Bull. Dopo la batosta (parzialmente autoinflitta) di Imola, in Ferrari devono cercare di ritrovare quella velocità che sembrava scontata in ogni condizione dopo il gp australe.

A spingere il Cavallino ci saranno dei piccoli aggiornamenti che si spera producano grossi risultati. Saranno introdotti un nuovo fondo anti-porpoising, una nuova ala posteriore che offrirà meno drag e una evoluzione dell’ibrido della PU, che dovrebbe trovare qualche cv in più anche da un utilizzo più spinto del motore endotermico.

immagine da oasport.it

Spinta del motore e migliore efficienza aerodinamica sul dritto che saranno fondamentali in attacco e difesa sui lunghi rettilinei in cui si potrà usare DRS, addirittura tre le zone previste, forse l’arma più efficace della RBR-18 che le consente di attaccare con facilità e difendersi da monoposto con un passo migliore, come visto nel duello Perez-Leclerc ad Imola.

La scoppola presa in casa ha probabilmente accellerato l’introduzione di novità in casa Ferrari, che comunque riserverà il grosso degli aggiornamenti di questa prima parte di stagione nel successivo appuntamento europeo al Montmelò.

Importante che tutta la Scuderia abbia resettato il weekend imolese, andato male tra aspettative molto alte e condizioni ambientali che non esaltano la competitività della F1-75. Importante che anche i piloti abbiano resettato il cervello dopo gli errori compiuti a Imola, con Sainz ancora falloso e sfortunato e un Leclerc che ha cercato di sopperire in maniera eccessiva ai limiti della sua monoposto.

Dall’altra parte della barricata Red Bull arriva bella carica dalla doppietta imolese in cui ha ricucito quasi del tutto lo strappo in classifica costruttori. Gli aggiornamenti e la cura dimagrante che la RBR-18 ha beneficiato a Imola hanno portato grossi dividendi e hanno fatto capire che in condizioni di freddo e pista umida la “lattina” ha una marcia in più rispetto a Ferrari.

Un circuito simil-Jeddah dovrebbe sorridere più a loro che a Ferrari ma, come al solito, sarà fondamentale capire l’evoluzione della pista e azzeccare il giusto setup per qualifica e gara.

immagine da mclaren.com

Chi cerca una conferma dei propri miglioramenti dopo un avvio di campionato horror è la McLaren che cercherà di ripetere il podio ottenuto a Imola. Molto difficile che ciò avvenga ma ben più importante per loro sarà fare un ulteriore passo verso quelle prestazione che consentano di poter ambire al podio in condizioni più “normali” rispetto a quelle viste a Imola, in attesa sempre che Ricciardo si porti al livello di un Norris che è, dopo il duo Verstappen-Leclerc, il pilota che più ha impressionato in questo avvio di campionato.

Per Mercedes il gp di Miami sarà l’ennesima incognita in termini di prestazioni, in attesa del momento della verità del Montmelò, quando capiranno se davvero la W13 può essere migliorata per arrivare a vincere oppure avranno la certezza di aver toppato clamorosamente il progetto.

L’unica nota lieta per loro è il rendimento di Russell che sta facendo l’Hamilton della situazione, cavando il massimo possibile da una W13 che proprio non va. Sembra evidente come gli anni difficili in Williams con monoposto poco competitive abbiano lasciato all’inglese una gran capacità di adattamento alla monoposto che si trova a guidare.

immagine da motorbox.com

Aspetto che forse ad Hamilton, reduce da una lunga sequenza di monoposto quasi perfette, non riesce a replicare. Mettiamoci anche che il suo sogno dell’ottavo titolo, complice anagrafe e attuale potenzialità della freccia d’argento , si allontana sempre più e si capisce bene come possa essere meno pronto mentalmente del compagno di squadra ad affrontare le attuali difficoltà.

Nel pacchetto di mischia Alpine-Alfa Romeo-Alpha Tauri-Haas la lotta è sempre piuttosto serrata e anche in questo caso sarà tutta decisa da come e quanto velocemente i team riusciranno ad esaltare i rispettivi punti di forza alla pista di Miami.

Alfa Romeo può contare su una PU di alto livello, chissà se anche lei beneficerà dello sblocco di potenza deciso da Ferrari, mentre per Alpine sarebbe già tanto allontanare un pò di quella sfortuna che tanto ha penalizzato Alonso da qualche settimana a questa parte.

immagine da funoanalisitecnica.com

Haas e Alfa Tauri arrivano da un GP con luci e ombre e probabilmente hanno pagato in gara le mutevoli condizioni dell’asfalto. Potranno togliersi maggiori soddisfazioni a Miami in caso di weekend senza troppe variabili meteo.

Tra le cenerentole Williams e ormai Aston Martin è una gara a chi fa meno peggio ma mentre per Williams ci si poteva aspettare un avvio di campionato difficile, molto più sorprendente il flop della Aston Martin che al pari di Mercedes al momento vince il poco ambito premio di macchina meno riuscita del lotto.

Vettel ci ha messo una pezza ad Imola ma le cose potrebbero rifarsi difficili sul cittadino di Miami dove il porpoising potrebbe far piangere più di qualche scuderia.

Come si è già detto questo mondiale è una lunga maratona in ci contano le vittorie di tappa ma ancora più importante è limitare al minimo le clamorose battute d’arresto.

 

Ferrari pensava di poter fare man bassa ad Imola ma ha ottenuto l’opposto, rischiando di vanificare in un solo weekend il vantaggio accumulato su Red Bull, che invece ha messo in mostra per la prima volta quest’anno quella efficienza globale come team che si è vista più volte nel 2021.

Serve che il team lavori meglio e che Sainz eviti errori inutili come Leclerc quelli dettati da frustrazione o foga eccessiva. I tifosi del Cavallino contano che entrambi abbiano imparato la lezione di due settimane fa.

Intanto godiamoci il duello Leclerc-Verstappen, rimasto insolitamente ancora super corretto nonostante sia palese il fatto che saranno loro due a giocarsi il titolo. E vediamo quanto durerà questa correttezza reciproca e chi perderà per primo il suo aplomb quando si comincerà ad arrivare al punto in cui ogni GP sarà “l’ultima spiaggia”. Leclerc ne ha dato un assaggio alla variante alta ad Imola, vediamo di chi sarà il prossimo passo falso.

*immagine in evidenza da sportface.it

Rocco Alessandro

 

 

 

F1 2022 – GRAN PREMIO D’AUSTRALIA

Dopo due lunghi anni si torna nella land down under, a Melbourne in Australia, sul rinnovato circuito dell’Albert Park.

Il GP d’Australia era solito essere quello che inaugurava la stagione, quello delle sveglie micidiali per il pubblico europeo e, data anche la conformazione del circuito, altamente a rischio pennichella dati i trenini che si formavano in pista e la sveglia domenicale a orari improbi.

Da quest’anno (forse) si cambia perchè il circuito ha subito un profondo restyling volto ad aumentare la velocità media e le possibilità di sorpasso.

immagine da formula1.it

Modificate praticamente quasi tutte le curve: curva 1 e 4 sono state ampliate verso l’interno, in pratica viene velocizzato l’inserimento in curva. Grossa modifica a curva 6/7 dove sparisce la chicane per un tratto rettilineo che porta a curva 8.

Altra grossa modifica a curva 9/10: via la chicane per un tratto rettilineo che porta fino a curva 11. Curva 13 invece è stata resa più secca in entrata, quindi necessiterà di una staccata più impegnativa e infine è stato smussato l’ingresso di curva 15 verso la 16.

In sostanza le medie sul giro si avvicineranno a quelle di Gedda e per la prima volta ci saranno ben 4 zone DRS, il tutto volto a favorire lo spettacolo e i sorpassi.

Vedremo se le modifiche sortiranno l’effetto sperato, di sicuro questo stravolgimento fa un favore a Red Bull e non a Ferrari. Facile immaginare che sul tracciato “vecchio”, in cui c’erano più passaggi in cui sfruttare la trazione la Ferrari avrebbe avuto un certo vantaggio nei confronti dei rivali anglo-austriaci.

Seppur le prove al simulatore hanno comunque promosso le caratteristiche della SF-75 al nuovo layout, immaginiamo che la velocità media e velocità di punta più alte che si andranno a creare saranno un indubbio vantaggio per la RBR-18. Per non parlare delle 4 zone DRS che, in caso di una Ferrari lepre su Red Bull, fanno già paura.

immagine da lavanguardia.com

C’è da considerare che i rettilinei non sono così lunghi come quelli sauditi per cui Ferrari potrà temere un pò meno le alte velocità di punta della Red Bull ed esaltarsi invece sulle curve medio/lente che sono sopravvissute al profondo restyling.

Da un certo punto di vista è quasi come affrontare un circuito inedito perchè saranno riviste profondamente gli assetti rispetto al passato, con una chiara predilizione per una configurazione a medio/basso carico.

Vedremo se Ferrari oserà viaggiare un pò più scarica per recuperare un pò di velocità di punta, anche pensando al fatto che il degrado gomma a Melbourne non è mai stato drammatico. L’asfalto rifatto dovrebbe offrire poche sconnessioni e un’evoluzione piuttosto consistente nell’arco del weekend di gara per cui non è escluso che ciò che andava bene nelle PL del venerdì poi possa essere replicato in gara. Asfalto nuovo vuol dire anche poca aderenza, almeno nei primi turni di libere con rischio di avere difficoltà nello scaldare le gomme e incorrere in graining.

Pirelli porta pneumatici C2, C3 e C5, la più morbida a disposizione. Facile immaginare che la C5 sarà esclusivamente gomma da qualifica, mentre C2 e C3 saranno quelle da gara.

Poche gli aggiornamenti previsti per i team, complice budget cap e monoposto ancora da scoprire a fondo. Forse solo Mercedes azzarderà qualcosa costretta dai grossi limiti aerodinamici riscontrati sulla W13.

immagine da rossomotori.it

Per certo Alonso dovrà montare la terza PU in tre Gp, dato che quella utilizzata a Gedda è già da buttare. Curiosità anche per le PU di Red Bull e Alpha Tauri con quest’ultima che ha avuto grossi problemi a Gedda.

Questo è l’ultimo GP prima del ritorno in Europa in cui si vedranno i primi corposi aggiornamenti e l’inizio di un altro campionato in cui non è escluso una sostanziale modifica dei valori in campo.

Motivo in più per Ferrari e Red Bull per scavare anche di più il solco che le separa dalla Mercedes che, presumibilmente, ritornerà ad essere competitiva tra qualche settimana.

La sfida tra SF-75 e RBR-18 sarà serrata anche a Melbourne. Fondamentale sarà adattarsi velocemente al nuovo tracciato e alle condizioni mutevoli che la pista offrirà nel corso del weekend. Da questo punto di vista forse la Ferrari è leggermente in vantaggio, avendo già dato prova di essere una monoposto “facile” da settare e che risponde bene ai cambiamenti di setup, mentre la RBR-18 sembra un pò più difficile da interpretare.

Mercedes dovrà puntare a limitare i danni e aspettare i GP europei per iniziare la risalita. Vedremo se Hamilton avrà smaltito il deficitario week-end di gara saudita.

Nel pacchetto di mischia del mid-field curiosità nel capire i rapporti di forza tra Alpine, Alfa Romeo, Alpha Tauri e Haas. Ci sentiamo di dare Alfa Romeo leggermente favorita, in virtù della PU Ferrari che potrebbe essere un fattore importante in trazione in uscita dalle curve dell’Albert Park e di una vettura più efficace rispetto alla Haas.

immagine da media.stellantis.com

Melbourne vedrà il ritorno alle gare di Vettel, guarito dal Covid. Ad attenderlo una Aston Martin davvero deludente in questo inizio di campionato. Vedremo quante motivazioni avrà il tedesco per cercare di risalire la corrente.

Williams e McLaren arrivano con qualche speranza in più rispetto a Gedda. Problemi un pò dapperttutto per loro, non ultima una PU Mercedes che sembra non essere più così in forma come in passato.

Sarà di nuovo sfida tra Leclerc e Verstappen e questo fa già ben sperare in un weekend di gara entusiasmante. Le variabili in gioco saranno riposte nei loro compagni di team che in qualifica potrebbero modificare pesantemente i rapporti di forza tra i due team in termini di strategie.

immagine da tuttomotoriweb.it

Col senno di poi, l’evento clou di Gedda è stata la pole inaspettata di Perez per pochi millesimi, che ha privato Leclerc di una prima parte di gara da lepre e “rovinato” in parte la gara di Sainz dopo la prima safety car. Dallo spagnolo ci si aspetta un weekend con qualche alto in più, soprattutto in Q3 e a maggior ragione se la Ferrari si dimostrerà di essere la vettura da battere in qualifica.

In Ferrari sanno che ora bisogna battere il ferro finchè è caldo. Questo caldo sembra destinato a durare ma meglio non fidarsi perchè gli aggiornamenti ( e gli aggiramenti al budget cap che in FIA si sentono sicuri di poter escludere) potrebbero cambiare le carte in tavola.

*immagine in evidenza da dailygp.com

Rocco Alessandro

 

VERSTAPPEN VINCE IN ARABIA SAUDITA, LECLERC SECONDO E SCONTENTO

Che sarebbe stato un weekend movimentato lo si era capito il venerdì, con un missile caduto a 20 km dal circuito. Ma nulla può fermare la F1, e dopo le solite inutili discussioni, peraltro già viste altre volte, si decide di proseguire.

Al sabato un altro spavento, con Mick Schumacher che pianta la sua Haas contro il muro ad oltre 200 km all’ora. Mezz’ora col fiato sospeso per la mancanza di informazioni e poi, per il sollievo di tutti, si vede Mick legato ad una barella protestare animatamente per evitare il trasferimento in elicottero, comunque più rischioso che non girare a 300 allora nell’assurdo budello di Jeddah.

Poco prima, Hamilton aveva subito l’onta dell’esclusione in Q1, e poco dopo altra sorpresa, con Perez che beffa le due Ferrari e Verstappen solo quarto.

Si spengono i semafori e, mentre Perez e Leclerc se ne vanno indisturbati, Sainz perde la posizione su Max, cosa che, purtroppo per la Ferrari, si rivelerà decisiva più avanti nella gara.

Le prime fasi sono movimentate dalla lotta fra le due Alpine, con Alonso che viene spinto contro il muro da Ocon. Poi Nando passa ma il francese lo ripassa al giro successivo ma va lungo e deve restituire la posizione. Il risultato é che Bottas e Magnussen si avvicinano.

Nel frattempo Hamilton lotta con Stroll per l’undicesima posizione.
Al giro 10 I primi 4 sono tutti separati da 2.5 sec.

Al giro 14, dopo l’ennesimo lungo di Ocon, ai due dell’Alpine viene raccomandato di mantenere le posizioni. Ma é troppo tardi, perché Bottas riesce a superare con facilità il francese che forse ha stressato troppo le gomme duellando col compagno. Nel frattempo Hamilton é risalito in nona posizione.

Al giro 16 Perez rientra ai box ma esce dietro Russell. Leclerc continua, ma subito dopo Latifi va a muro ed esce la SC. I primi 3 si fermano tutti, e Perez si ritrova in terza posizione dietro a Leclerc e Verstappen. Ma quella posizione é di Sainz, passato prima di lui sulla riga bianca che stabilisce chi è davanti in caso di safety car, e il messicano dovrebbe restituire la posizione.

Cosa che però fa subito dopo la ripartenza, che Leclerc esegue come al solito molto bene mettendo subito più di 1 secondo fra sè e Max. Il quale si lamenta perché il ferrarista in fase di ripartenza é passato sulla riga bianca che delimita l’entrata del box.

Al giro 27 Leclerc mantiene il vantaggio attorno ad 1 sec e quindi al sicuro dal DRS. Hamilton, che non si é ancora fermato, si trova ora al sesto posto subito dietro al compagno Russell .

Ma al giro 37, con Leclerc comodamente davanti a Max, e, con nessuna sosta programmata, e la strada spianata verso la seconda vittoria consecutiva, la macchina di Ricciardo si ferma proprio all’entrata dei box. Poco dopo, anche Alonso si blocca poco più avanti, e viene attivata la virtual safety car, ma la pit-lane viene chiusa e nessuno ne puó approfittare per un cambio gomme quasi gratis.

La gara riparte quando mancano 9 giri, ma Verstappen si ritrova stranamente molto più vicino a Leclerc, e ha la possibilità di usare il DRS. Cosa che fa superando Charles prima dell’ultima curva. Anzi, é il ferrarista che lo fa passare per approfittare del DRS nel rettilineo successivo. La scena si ripete altre volte, ma alla fine inevitabilmente l’olandese passa davanti, complice una macchina molto più scarica che non consente a Charles di stargli vicino. 

Finisce così con Verstappen davanti a Leclerc, che può recriminare per la gestione non perfetta della VSC, poi Sainz, Perez, Russell, Ocon, Norris, Gasly, Magnussen e, solo decimo, Hamilton.

Dopo la seconda gara possiamo già trarre conclusioni piuttosto significative. É ancora un mondiale ancora a due squadre, ma i ruoli fra Ferrari e Mercedes si sono esattamente invertiti. Per la squadra anglo-tedesca sará quasi impossibile rientrare nella lotta, mentre la squadra di Maranello ha dimostrato di essere molto forte anche su un circuito a basso carico, teoricamente più favorevole alla Red Bull. L’altra certezza è che finalmente i piloti possono duellare stando più vicini e le gomme consentono loro di tirare fino alla fine. Ma senza DRS, vedremmo gare senza sorpassi.

La Ferrari ha incamerato, nelle prime due gare, 78 punti su 88 disponibili. Si tratta di un risultato stupefacente, considerando come è andata negli ultimi 15 anni. Leclerc e Sainz sostengono che c’è ancora del potenziale, e, se è così, Verstappen avrà pane per i suoi denti. Fra due settimane in Australia, su un circuito completamente diverso rispetto ai primi due, vedremo se fra la F1-75 e la RB18 si confermerà l’equilibrio attuale.

P.S. per fortuna questo è stato l’ultimo GP che si corre sull’assurdo cittadino da 250 di media in quel di Jeddah. Nelle due gare svolte è andata di lusso. E’ vero che le macchine sono estremamente sicure, ma abbiamo già purtroppo visto che quando le curve si percorrono ad oltre 250 all’ora e le barriere sono molto vicine alla pista, si creano situazioni imprevedibili che possono avere esiti infausti.

Immagine in evidenza dal profilo Twitter @redbullracing

F1 2022- GP DELL’ARABIA SAUDITA

E chi se la sarebbe mai immaginata una partenza del mondiale così…

Doppietta Ferrari in quel di Sakhir, condita da pole e giro veloce in gara mentre Mercedes arrancava ai margini del podio che gli è stato regalato solo dal clamoroso doppio ritiro delle due Red Bull a pochi giri dal termine. Il mondo alla rovescia in pratica.

(immagine tratta dal sito F1 in generale)

Se è vero che è prematuro dare un qualsivoglia giudizio anche solo lontanamente definitivo sui valori in campo è indubbio che il primo gp stagionale ha certificato almeno due cose: una Ferrari che ha messo in pista una vettura che, sviluppi permettendo, potrebbe essere in grado di giocarsela per tutti i restanti 22 appuntamenti, Mercedes ha, per contro, una monoposto che al momento non può sperare nel podio a meno di problemi altrui.

(immagine ansa)

I più frustrati al momento sono i piloti Red Bull che si sono ritrovati con un pugno di mosche in mano. La monoposto è veloce anche se non la più veloce ma è evidente che a Milton Keynes qualche calcolo fatica a tornare e lo sbigottimento è palese.

Neanche il tempo di archiviare il primo gp che è già tempo del secondo appuntamento stagionale a Jeddah, per il gp dell’Arabia Saudita.
Poco o niente sarà stato concesso ai team in termini di modifiche alle loro monoposto dopo Sakhir per cui si tratterà soltanto di aumentare la comprensione di quello che funziona e non funziona e di adattarsi il più possibile alle caratteristiche del circuito.

Per quanto visto in Bahrain è presumibile aspettarsi nuovamente una lotta serrata tra Ferrari e Red Bull. Jeddah è pista in cui la trazione e la stabilità in frenata sono aspetti importanti e sarà un buon banco di verifica per la bontà del progetto Ferrari.

Dalla sua la SF-75 può contare su una PU di primissimo livello, aspetto che a Jeddah potrebbe fare la differenza. A Maranello l’umore è la consapevolezza dei propri mezzi è alto, questo è il momento di raccogliere quanto più possibile consapevoli del fatto che i valori in campo saranno cristallizzati almeno fino ai gp europei e comunque con modifiche apprezzabili da verificare a Barcellona.

Red Bull ha subito un KO tecnico inaspettato ma partono alla pari con Ferrari. Si aspettavano di essere avanti in termini di pura prestazione e forse è questo l’aspetto più frustrante con cui devono avere a che fare. Risolti i problemi di affidabilità saranno di sicuro della partita ma dovranno sudarsela, forse speravano in un inizio di campionato più agevole.

Mercedes è arriva a Jeddah con la consapevolezza che deve sperare in eventi eccezionali per tornare sul podio. La W13 soffre di porpoising e deve viaggiare con assetti conservativi e nonostante ciò soffre di un eccessivo degrado delle gomme, oltre a mancare comunque di carico aerodinamico.

(immagine tratta dal sito F1 in generale)

Hamilton e Russell dovranno inevitabilmente fare buon viso a cattivo gioco e sperare che a Brackley riescano a trasformare la W13 dal brutto anatroccolo a qualcosa che quanto meno possa assomigliare ad un cigno, seppur sgraziato.

Questo sarà anche un bel banco di prova per il budget cap: Mercedes ha già messo in pista due vetture in pratica e l’ultima avrà presumibilmente bisogno di tanto studio, modifiche e risorse da impiegare. Se davvero il budget cap funziona, così come è stato immaginato dalla federazione, allora per loro sarà durissima, forse quasi impossibile recuperare il gap da Ferrari e Red Bull, considerando i soldi già spesi.

A Jeddah si dovranno fare i conti con lo sconvolgimento del mid-field che vede new entry insospettabili. Haas  e Alfa Romeo hanno mostrato di potersela giocare in qualifica e in gara, a scapito di McLaren e Aston Martin, vere delusioni del primo gp stagionale.

(immagine tratta dal sito circusF1)

Magari il gp Saudita cambierà molto le carte in tavola ma ci aspettiamo che siano loro e la Alpha Tauri a giocarsela per i punti, con Alpine che dovrà cercare un piccolo miglioramento se vuole essere anch’essa della partita.

Dicevamo di McLaren: una vera doccia fredda la gara del Bahrain che ha mostrato una monoposto totalmente inadeguata a giocarsela per le posizioni che contano. Norris ha affermato che manca deportanza, la monoposto è imprevedibile e ci sono problemi di surriscaldamento dei freni e della PU. Insomma un disastro.
Servira’ tempo a Woking per capire come migliorare, nel frattempo le retrovie saranno colorate dal color papaya della monoposto inglese.

(immagine tratta dal sito formulapassion)

Altra delusa è la Williams, che si ritrova nelle stesse sabbie mobili dello scorso anno, ultima e con prospettive limitate nell’immediato futuro. Quest’anno non c’è nemmeno il talismano Russell, il piatto piange.

Jeddah sarà un importante verifica per Ferrari sia in pista sia come attitudine della squadra al nuovo ruolo di primi della classe. Forse si trovano in una posizione anche fin troppo buona rispetto a quanto preventivato e chissà che non sopraggiunga un po’ di presunzione o “braccino”.

Questo vale anche per i piloti, soprattutto Leclerc che si trova per la prima volta nella posizione di chi ha per le mani una macchina con grandi ambizioni e non può permettersi gli errori delle ultime due stagioni. La vittoria è in primis una questione di attitudine mentale, in Ferrari dovranno dimostrare di avercela e portare a casa il più possibile.

(immagine tratta da tuttosport)

Verstappen vorrà avere la sua rivincita in pista e non ci stupiremmo se tornasse in modalità “cattiva” dopo la sfida a colpi di fioretto di Sakhir. Deve recuperare 25 punti contro un avversario temibile e sappiamo che la specialità della casa è che, al bisogno, il fine giustifica i mezzi.

Intanto Vettel presumibilmente salterà anche questo gp a causa della positività al covid. Considerando la competitività attuale della Aston Martin pensiamo che se ne farà una ragione.
Importante verifica anche per Mick Schumacher e Zhou, il primo per dimostrare di non essere merce più scadente di un Magnussen qualsiasi e il secondo per confermare quanto di buono fatto al debutto. Non c’è neanche l’alibi delle monoposto scarse per cui ora o mai più.

Rocco Alessandro

 


(immagine in evidenza tratta dal sito draftkins nation)

VERSTAPPEN DOMINA IL GP DI NATALE

13 dicembre 2020. 11 giorni a Natale. Mai la Formula 1 si era spinta così avanti nel calendario. Ma era inevitabile, per una stagione iniziata a luglio e che miracolosamente è riuscita a portare a casa ben 17 gare. Con un esito finale che non sarebbe cambiato se anche le gare fossero state le 21 previste.

La gara, dominata da Verstappen, è stata la solita, insulsa, processione che vediamo da ormai 11 anni negli Emirati. A dare qualche emozione solo il DRS, ma, in fin dei conti, grandi stravolgimenti rispetto alle qualifiche non se ne sono visti. Non vale quindi la pena fare la cronaca. Meglio chiudere la stagione con un elenco di considerazioni da approfondire assieme a voi nei commenti.

  1. Il dominio di Max, oggi, è stato indiscutibile. Al punto che viene il sospetto che le due Mercedes fossero depotenziate. Più che un sospetto è una certezza, viste le dichiarazioni pre-gara di Toto.
  2. Indubbiamente Lewis era sottotono. Sicuramente a causa della malattia superata a tempo di record. Ma, comunque, stare dietro a Bottas in qualifica e in gara aiuta a far dimenticare la batosta che il suo attuale compagno ha preso da Russell domenica scorsa. 
  3. La Mercedes ha fatto quasi il doppio dei punti della seconda arrivata, la Red Bull. Che, però, ha dominato l’ultima gara, con Verstappen in pole e al comando dall’inizio alla fine. Anche oggi abbiamo visto una chiara divisione del gruppo in 3 categorie. E nella prima fanno parte, al momento, solo due squadre, che oggi hanno rifilato 1 minuto tondo alla prima squadra della seconda categoria…
  4. … che è la McLaren, meritatamente terza nella classifica costruttori. E’ un gradito ritorno, dopo tante stagioni buie. E l’anno prossimo avranno i motori Mercedes, il che fa sperare che possano, almeno loro, colmare il mezzo giro di distacco che hanno attualmente dalle due squadre più forti.
  5. Perez arriva quarto nella classifica piloti. Il suo miglior risultato in 10 anni, che lui festeggerà con un probabile addio alla Formula 1. A meno che qualcuno non si renda conto che, se si vuole lo spettacolo, sulle macchine buone bisogna metterci piloti che non prendano da qualche decimo ad 1 secondo al giro dal compagno. 
  6. Anche la Renault, quinta nel campionato costruttori, è in risalita, e il rientrante Nando ha la possibilità di farle fare un ulteriore salto di qualità, come 15 anni fa.
  7. Ferrari fuori dai punti e doppiate. Pessima fine di una stagione che è chiaramente stata la penitenza per le marachelle fatte col motore nel 2019 e, forse, anche prima . Ma vedere Leclerc bloccato dietro a Raikkonen fa venire grossi dubbi su una rinascita nel 2021, perchè, anche assumendo che sia realtà il motore “superfast” di cui si narrano meraviglie, il problema quest’anno stava anche in un’aerodinamica totalmente sbagliata. E, con gli sviluppi fortemente limitati, è difficile che ci possano essere stravolgimenti in quest’ambito.
  8. E’ stata una gara dai tanti addii. Vettel, Sainz, Ricciardo, Perez, Magnussen. Ma anche Fittipaldi, e, chissà, magari pure Albon. Qualcuno andrà a stare meglio, altri peggio, altri forse. E fra questi ultimi c’è Sainz, per quanto detto nel punto precedente.

La Formula 1 è riuscita a mettere in piedi una stagione quasi normale, in un anno terribile. Fra poco meno di 100 giorni si dovrebbe ricominciare a Melbourne per una stagione che prevede, al momento, ben 23 gare. Senza, purtroppo, le tante belle piste inedite che abbiamo visto quest’anno. E che sarà disputato con macchine quasi uguali a quelle di quest’anno. Il rischio di vedere una stagione-fotocopia, con un dominio ancora più marcato da parte della Mercedes e di Lewis Hamilton, è concreto.
A meno che le prossime settimane non riservino qualche sorpresa, visto che ci sono alcuni contratti ancora da rinnovare.

Staremo a vedere, nel frattempo tanti auguri di Buone Feste e di una off-season meno noiosa del solito.