Archivi tag: Alexander Albon

F1 2022 – GRAN PREMIO D’AUSTRALIA

Dopo due lunghi anni si torna nella land down under, a Melbourne in Australia, sul rinnovato circuito dell’Albert Park.

Il GP d’Australia era solito essere quello che inaugurava la stagione, quello delle sveglie micidiali per il pubblico europeo e, data anche la conformazione del circuito, altamente a rischio pennichella dati i trenini che si formavano in pista e la sveglia domenicale a orari improbi.

Da quest’anno (forse) si cambia perchè il circuito ha subito un profondo restyling volto ad aumentare la velocità media e le possibilità di sorpasso.

immagine da formula1.it

Modificate praticamente quasi tutte le curve: curva 1 e 4 sono state ampliate verso l’interno, in pratica viene velocizzato l’inserimento in curva. Grossa modifica a curva 6/7 dove sparisce la chicane per un tratto rettilineo che porta a curva 8.

Altra grossa modifica a curva 9/10: via la chicane per un tratto rettilineo che porta fino a curva 11. Curva 13 invece è stata resa più secca in entrata, quindi necessiterà di una staccata più impegnativa e infine è stato smussato l’ingresso di curva 15 verso la 16.

In sostanza le medie sul giro si avvicineranno a quelle di Gedda e per la prima volta ci saranno ben 4 zone DRS, il tutto volto a favorire lo spettacolo e i sorpassi.

Vedremo se le modifiche sortiranno l’effetto sperato, di sicuro questo stravolgimento fa un favore a Red Bull e non a Ferrari. Facile immaginare che sul tracciato “vecchio”, in cui c’erano più passaggi in cui sfruttare la trazione la Ferrari avrebbe avuto un certo vantaggio nei confronti dei rivali anglo-austriaci.

Seppur le prove al simulatore hanno comunque promosso le caratteristiche della SF-75 al nuovo layout, immaginiamo che la velocità media e velocità di punta più alte che si andranno a creare saranno un indubbio vantaggio per la RBR-18. Per non parlare delle 4 zone DRS che, in caso di una Ferrari lepre su Red Bull, fanno già paura.

immagine da lavanguardia.com

C’è da considerare che i rettilinei non sono così lunghi come quelli sauditi per cui Ferrari potrà temere un pò meno le alte velocità di punta della Red Bull ed esaltarsi invece sulle curve medio/lente che sono sopravvissute al profondo restyling.

Da un certo punto di vista è quasi come affrontare un circuito inedito perchè saranno riviste profondamente gli assetti rispetto al passato, con una chiara predilizione per una configurazione a medio/basso carico.

Vedremo se Ferrari oserà viaggiare un pò più scarica per recuperare un pò di velocità di punta, anche pensando al fatto che il degrado gomma a Melbourne non è mai stato drammatico. L’asfalto rifatto dovrebbe offrire poche sconnessioni e un’evoluzione piuttosto consistente nell’arco del weekend di gara per cui non è escluso che ciò che andava bene nelle PL del venerdì poi possa essere replicato in gara. Asfalto nuovo vuol dire anche poca aderenza, almeno nei primi turni di libere con rischio di avere difficoltà nello scaldare le gomme e incorrere in graining.

Pirelli porta pneumatici C2, C3 e C5, la più morbida a disposizione. Facile immaginare che la C5 sarà esclusivamente gomma da qualifica, mentre C2 e C3 saranno quelle da gara.

Poche gli aggiornamenti previsti per i team, complice budget cap e monoposto ancora da scoprire a fondo. Forse solo Mercedes azzarderà qualcosa costretta dai grossi limiti aerodinamici riscontrati sulla W13.

immagine da rossomotori.it

Per certo Alonso dovrà montare la terza PU in tre Gp, dato che quella utilizzata a Gedda è già da buttare. Curiosità anche per le PU di Red Bull e Alpha Tauri con quest’ultima che ha avuto grossi problemi a Gedda.

Questo è l’ultimo GP prima del ritorno in Europa in cui si vedranno i primi corposi aggiornamenti e l’inizio di un altro campionato in cui non è escluso una sostanziale modifica dei valori in campo.

Motivo in più per Ferrari e Red Bull per scavare anche di più il solco che le separa dalla Mercedes che, presumibilmente, ritornerà ad essere competitiva tra qualche settimana.

La sfida tra SF-75 e RBR-18 sarà serrata anche a Melbourne. Fondamentale sarà adattarsi velocemente al nuovo tracciato e alle condizioni mutevoli che la pista offrirà nel corso del weekend. Da questo punto di vista forse la Ferrari è leggermente in vantaggio, avendo già dato prova di essere una monoposto “facile” da settare e che risponde bene ai cambiamenti di setup, mentre la RBR-18 sembra un pò più difficile da interpretare.

Mercedes dovrà puntare a limitare i danni e aspettare i GP europei per iniziare la risalita. Vedremo se Hamilton avrà smaltito il deficitario week-end di gara saudita.

Nel pacchetto di mischia del mid-field curiosità nel capire i rapporti di forza tra Alpine, Alfa Romeo, Alpha Tauri e Haas. Ci sentiamo di dare Alfa Romeo leggermente favorita, in virtù della PU Ferrari che potrebbe essere un fattore importante in trazione in uscita dalle curve dell’Albert Park e di una vettura più efficace rispetto alla Haas.

immagine da media.stellantis.com

Melbourne vedrà il ritorno alle gare di Vettel, guarito dal Covid. Ad attenderlo una Aston Martin davvero deludente in questo inizio di campionato. Vedremo quante motivazioni avrà il tedesco per cercare di risalire la corrente.

Williams e McLaren arrivano con qualche speranza in più rispetto a Gedda. Problemi un pò dapperttutto per loro, non ultima una PU Mercedes che sembra non essere più così in forma come in passato.

Sarà di nuovo sfida tra Leclerc e Verstappen e questo fa già ben sperare in un weekend di gara entusiasmante. Le variabili in gioco saranno riposte nei loro compagni di team che in qualifica potrebbero modificare pesantemente i rapporti di forza tra i due team in termini di strategie.

immagine da tuttomotoriweb.it

Col senno di poi, l’evento clou di Gedda è stata la pole inaspettata di Perez per pochi millesimi, che ha privato Leclerc di una prima parte di gara da lepre e “rovinato” in parte la gara di Sainz dopo la prima safety car. Dallo spagnolo ci si aspetta un weekend con qualche alto in più, soprattutto in Q3 e a maggior ragione se la Ferrari si dimostrerà di essere la vettura da battere in qualifica.

In Ferrari sanno che ora bisogna battere il ferro finchè è caldo. Questo caldo sembra destinato a durare ma meglio non fidarsi perchè gli aggiornamenti ( e gli aggiramenti al budget cap che in FIA si sentono sicuri di poter escludere) potrebbero cambiare le carte in tavola.

*immagine in evidenza da dailygp.com

Rocco Alessandro

 

VERSTAPPEN VINCE IN ARABIA SAUDITA, LECLERC SECONDO E SCONTENTO

Che sarebbe stato un weekend movimentato lo si era capito il venerdì, con un missile caduto a 20 km dal circuito. Ma nulla può fermare la F1, e dopo le solite inutili discussioni, peraltro già viste altre volte, si decide di proseguire.

Al sabato un altro spavento, con Mick Schumacher che pianta la sua Haas contro il muro ad oltre 200 km all’ora. Mezz’ora col fiato sospeso per la mancanza di informazioni e poi, per il sollievo di tutti, si vede Mick legato ad una barella protestare animatamente per evitare il trasferimento in elicottero, comunque più rischioso che non girare a 300 allora nell’assurdo budello di Jeddah.

Poco prima, Hamilton aveva subito l’onta dell’esclusione in Q1, e poco dopo altra sorpresa, con Perez che beffa le due Ferrari e Verstappen solo quarto.

Si spengono i semafori e, mentre Perez e Leclerc se ne vanno indisturbati, Sainz perde la posizione su Max, cosa che, purtroppo per la Ferrari, si rivelerà decisiva più avanti nella gara.

Le prime fasi sono movimentate dalla lotta fra le due Alpine, con Alonso che viene spinto contro il muro da Ocon. Poi Nando passa ma il francese lo ripassa al giro successivo ma va lungo e deve restituire la posizione. Il risultato é che Bottas e Magnussen si avvicinano.

Nel frattempo Hamilton lotta con Stroll per l’undicesima posizione.
Al giro 10 I primi 4 sono tutti separati da 2.5 sec.

Al giro 14, dopo l’ennesimo lungo di Ocon, ai due dell’Alpine viene raccomandato di mantenere le posizioni. Ma é troppo tardi, perché Bottas riesce a superare con facilità il francese che forse ha stressato troppo le gomme duellando col compagno. Nel frattempo Hamilton é risalito in nona posizione.

Al giro 16 Perez rientra ai box ma esce dietro Russell. Leclerc continua, ma subito dopo Latifi va a muro ed esce la SC. I primi 3 si fermano tutti, e Perez si ritrova in terza posizione dietro a Leclerc e Verstappen. Ma quella posizione é di Sainz, passato prima di lui sulla riga bianca che stabilisce chi è davanti in caso di safety car, e il messicano dovrebbe restituire la posizione.

Cosa che però fa subito dopo la ripartenza, che Leclerc esegue come al solito molto bene mettendo subito più di 1 secondo fra sè e Max. Il quale si lamenta perché il ferrarista in fase di ripartenza é passato sulla riga bianca che delimita l’entrata del box.

Al giro 27 Leclerc mantiene il vantaggio attorno ad 1 sec e quindi al sicuro dal DRS. Hamilton, che non si é ancora fermato, si trova ora al sesto posto subito dietro al compagno Russell .

Ma al giro 37, con Leclerc comodamente davanti a Max, e, con nessuna sosta programmata, e la strada spianata verso la seconda vittoria consecutiva, la macchina di Ricciardo si ferma proprio all’entrata dei box. Poco dopo, anche Alonso si blocca poco più avanti, e viene attivata la virtual safety car, ma la pit-lane viene chiusa e nessuno ne puó approfittare per un cambio gomme quasi gratis.

La gara riparte quando mancano 9 giri, ma Verstappen si ritrova stranamente molto più vicino a Leclerc, e ha la possibilità di usare il DRS. Cosa che fa superando Charles prima dell’ultima curva. Anzi, é il ferrarista che lo fa passare per approfittare del DRS nel rettilineo successivo. La scena si ripete altre volte, ma alla fine inevitabilmente l’olandese passa davanti, complice una macchina molto più scarica che non consente a Charles di stargli vicino. 

Finisce così con Verstappen davanti a Leclerc, che può recriminare per la gestione non perfetta della VSC, poi Sainz, Perez, Russell, Ocon, Norris, Gasly, Magnussen e, solo decimo, Hamilton.

Dopo la seconda gara possiamo già trarre conclusioni piuttosto significative. É ancora un mondiale ancora a due squadre, ma i ruoli fra Ferrari e Mercedes si sono esattamente invertiti. Per la squadra anglo-tedesca sará quasi impossibile rientrare nella lotta, mentre la squadra di Maranello ha dimostrato di essere molto forte anche su un circuito a basso carico, teoricamente più favorevole alla Red Bull. L’altra certezza è che finalmente i piloti possono duellare stando più vicini e le gomme consentono loro di tirare fino alla fine. Ma senza DRS, vedremmo gare senza sorpassi.

La Ferrari ha incamerato, nelle prime due gare, 78 punti su 88 disponibili. Si tratta di un risultato stupefacente, considerando come è andata negli ultimi 15 anni. Leclerc e Sainz sostengono che c’è ancora del potenziale, e, se è così, Verstappen avrà pane per i suoi denti. Fra due settimane in Australia, su un circuito completamente diverso rispetto ai primi due, vedremo se fra la F1-75 e la RB18 si confermerà l’equilibrio attuale.

P.S. per fortuna questo è stato l’ultimo GP che si corre sull’assurdo cittadino da 250 di media in quel di Jeddah. Nelle due gare svolte è andata di lusso. E’ vero che le macchine sono estremamente sicure, ma abbiamo già purtroppo visto che quando le curve si percorrono ad oltre 250 all’ora e le barriere sono molto vicine alla pista, si creano situazioni imprevedibili che possono avere esiti infausti.

Immagine in evidenza dal profilo Twitter @redbullracing

F1 2022- GP DELL’ARABIA SAUDITA

E chi se la sarebbe mai immaginata una partenza del mondiale così…

Doppietta Ferrari in quel di Sakhir, condita da pole e giro veloce in gara mentre Mercedes arrancava ai margini del podio che gli è stato regalato solo dal clamoroso doppio ritiro delle due Red Bull a pochi giri dal termine. Il mondo alla rovescia in pratica.

(immagine tratta dal sito F1 in generale)

Se è vero che è prematuro dare un qualsivoglia giudizio anche solo lontanamente definitivo sui valori in campo è indubbio che il primo gp stagionale ha certificato almeno due cose: una Ferrari che ha messo in pista una vettura che, sviluppi permettendo, potrebbe essere in grado di giocarsela per tutti i restanti 22 appuntamenti, Mercedes ha, per contro, una monoposto che al momento non può sperare nel podio a meno di problemi altrui.

(immagine ansa)

I più frustrati al momento sono i piloti Red Bull che si sono ritrovati con un pugno di mosche in mano. La monoposto è veloce anche se non la più veloce ma è evidente che a Milton Keynes qualche calcolo fatica a tornare e lo sbigottimento è palese.

Neanche il tempo di archiviare il primo gp che è già tempo del secondo appuntamento stagionale a Jeddah, per il gp dell’Arabia Saudita.
Poco o niente sarà stato concesso ai team in termini di modifiche alle loro monoposto dopo Sakhir per cui si tratterà soltanto di aumentare la comprensione di quello che funziona e non funziona e di adattarsi il più possibile alle caratteristiche del circuito.

Per quanto visto in Bahrain è presumibile aspettarsi nuovamente una lotta serrata tra Ferrari e Red Bull. Jeddah è pista in cui la trazione e la stabilità in frenata sono aspetti importanti e sarà un buon banco di verifica per la bontà del progetto Ferrari.

Dalla sua la SF-75 può contare su una PU di primissimo livello, aspetto che a Jeddah potrebbe fare la differenza. A Maranello l’umore è la consapevolezza dei propri mezzi è alto, questo è il momento di raccogliere quanto più possibile consapevoli del fatto che i valori in campo saranno cristallizzati almeno fino ai gp europei e comunque con modifiche apprezzabili da verificare a Barcellona.

Red Bull ha subito un KO tecnico inaspettato ma partono alla pari con Ferrari. Si aspettavano di essere avanti in termini di pura prestazione e forse è questo l’aspetto più frustrante con cui devono avere a che fare. Risolti i problemi di affidabilità saranno di sicuro della partita ma dovranno sudarsela, forse speravano in un inizio di campionato più agevole.

Mercedes è arriva a Jeddah con la consapevolezza che deve sperare in eventi eccezionali per tornare sul podio. La W13 soffre di porpoising e deve viaggiare con assetti conservativi e nonostante ciò soffre di un eccessivo degrado delle gomme, oltre a mancare comunque di carico aerodinamico.

(immagine tratta dal sito F1 in generale)

Hamilton e Russell dovranno inevitabilmente fare buon viso a cattivo gioco e sperare che a Brackley riescano a trasformare la W13 dal brutto anatroccolo a qualcosa che quanto meno possa assomigliare ad un cigno, seppur sgraziato.

Questo sarà anche un bel banco di prova per il budget cap: Mercedes ha già messo in pista due vetture in pratica e l’ultima avrà presumibilmente bisogno di tanto studio, modifiche e risorse da impiegare. Se davvero il budget cap funziona, così come è stato immaginato dalla federazione, allora per loro sarà durissima, forse quasi impossibile recuperare il gap da Ferrari e Red Bull, considerando i soldi già spesi.

A Jeddah si dovranno fare i conti con lo sconvolgimento del mid-field che vede new entry insospettabili. Haas  e Alfa Romeo hanno mostrato di potersela giocare in qualifica e in gara, a scapito di McLaren e Aston Martin, vere delusioni del primo gp stagionale.

(immagine tratta dal sito circusF1)

Magari il gp Saudita cambierà molto le carte in tavola ma ci aspettiamo che siano loro e la Alpha Tauri a giocarsela per i punti, con Alpine che dovrà cercare un piccolo miglioramento se vuole essere anch’essa della partita.

Dicevamo di McLaren: una vera doccia fredda la gara del Bahrain che ha mostrato una monoposto totalmente inadeguata a giocarsela per le posizioni che contano. Norris ha affermato che manca deportanza, la monoposto è imprevedibile e ci sono problemi di surriscaldamento dei freni e della PU. Insomma un disastro.
Servira’ tempo a Woking per capire come migliorare, nel frattempo le retrovie saranno colorate dal color papaya della monoposto inglese.

(immagine tratta dal sito formulapassion)

Altra delusa è la Williams, che si ritrova nelle stesse sabbie mobili dello scorso anno, ultima e con prospettive limitate nell’immediato futuro. Quest’anno non c’è nemmeno il talismano Russell, il piatto piange.

Jeddah sarà un importante verifica per Ferrari sia in pista sia come attitudine della squadra al nuovo ruolo di primi della classe. Forse si trovano in una posizione anche fin troppo buona rispetto a quanto preventivato e chissà che non sopraggiunga un po’ di presunzione o “braccino”.

Questo vale anche per i piloti, soprattutto Leclerc che si trova per la prima volta nella posizione di chi ha per le mani una macchina con grandi ambizioni e non può permettersi gli errori delle ultime due stagioni. La vittoria è in primis una questione di attitudine mentale, in Ferrari dovranno dimostrare di avercela e portare a casa il più possibile.

(immagine tratta da tuttosport)

Verstappen vorrà avere la sua rivincita in pista e non ci stupiremmo se tornasse in modalità “cattiva” dopo la sfida a colpi di fioretto di Sakhir. Deve recuperare 25 punti contro un avversario temibile e sappiamo che la specialità della casa è che, al bisogno, il fine giustifica i mezzi.

Intanto Vettel presumibilmente salterà anche questo gp a causa della positività al covid. Considerando la competitività attuale della Aston Martin pensiamo che se ne farà una ragione.
Importante verifica anche per Mick Schumacher e Zhou, il primo per dimostrare di non essere merce più scadente di un Magnussen qualsiasi e il secondo per confermare quanto di buono fatto al debutto. Non c’è neanche l’alibi delle monoposto scarse per cui ora o mai più.

Rocco Alessandro

 


(immagine in evidenza tratta dal sito draftkins nation)

LECLERC E LA FERRARI DOMINANO IN BAHRAIN. RED BULL E MERCEDES NEI GUAI.

Per la Formula 1 della nuova era ad effetto suolo è arrivata, finalmente, l’ora della verità. Dopo mesi di progettazione e sviluppo virtuale, e soli 6 giorni di test, è venuto il momento di verificare chi ha fatto bene i compiti, chi li ha fatti così così, e chi li ha completamente sbagliati. Sapendo che, per questi ultimi, si prospetterà un anno difficile.

Con macchine completamente diverse fra loro, pochi giorni di test e la possibilità per i team di nascondere le loro prestazioni, c’erano poche certezze e tanti dubbi. Una certezza era che la Red Bull é sempre davanti, e che la Ferrari, a dispetto delle fiancate massicce che hanno destato più di qualche perplessità, avesse una macchina quantomeno buona.
Il dubbio poteva essere quanto buona, e l’altro dubbio era quanto in difficoltà fosse la saltellante W13, oggetto di cure non proprio ortodosse a suon di smeriglio.

E le qualifiche hanno fatto chiarezza. La massiccia SF-75 é un’ottima macchina, e Leclerc l’ha piazzata in pole davanti a Verstappen e a Sainz, terzo per pochi centesimi.
La W13 é invece nata male, e Hamilton ha faticato a metterla in quinta posizione davanti al suo ex-maggiordomo Bottas, il cui sorriso, dopo le qualifiche, era significativo. Anche perché chi l’ha sostituito, il giovane Russell, si é beccato un secondo da Lewis.

Si spengono i semafori e i primi tre scattano in fotocopia, mentre Perez perde subito la quarta posizione che gli viene sottratta da Hamilton. Bottas spreca l’ottima qualifica e sprofonda in quattordicesima posizione.
Il recuperato Magnussen, con la rediviva Haas made in Maranello, si ritrova in quinta posizione, che però dura poco perché Perez e Russell lo passano facilmente grazie anche a due lunghi di troppo.

Al decimo giro, con Leclerc comodamente davanti a Verstappen, Perez supera Hamilton che già faticava a tenere il passo di Sainz, terzo.

Proprio Lewis é il primo a fermarsi, per montare gomma bianca.
E all’uscita dai box si trova ingrossa difficoltà senza grip. Con le gomme da 18 pollici e le termocoperte limitate a 70 gradi di temperatura, il primo giro è difficoltoso.

Verstappen si ferma al giro 15, seguito da Sainz. Entrambi montano gomma nuova rossa. Al giro successivo si fermano anche Leclerc, Perez e Russell.

Leclerc esce poco davanti a Verstappen e i due ingaggiano uno strepitoso duello che dura due giri fatti di sorpassi e controsorpassi. Per tre volte Max supera Charles sul rettilineo principale e per altrettante il ferrarista risponde subito. La terza, il campione del mondo esagera e blocca l’anteriore, consentendo all’ avversario di prendere rapidamente le distanze.

Hamilton si ferma per la seconda volta al giro 28. Al giro 31 si ferma nuovamente anche Max per montare gomma gialla e al giro successivo è il turno anche di Leclerc. Stavolta però il margine è maggiore e Verstappen non può provare l’attacco. Sainz e Perez si fermano qualche giro dopo.

Verstappen si mette in caccia di Leclerc a suon di giri veloci. Ma il tentativo dura poco perché Leclerc é un martello e progressivamente porta il vantaggio sopra i 4 sec. Intanto, le due Mercedes viaggiano anonimamente in quinta e sesta posizione, lontanissimi dai primi.

Impossibilitato a raggiungere l’avversario, la Red Bull decide di tentare la carta della terza sosta per entrambe le vetture, sorprendendo Verstappen che non si aspettava questa mossa stratecica. La Ferrari risponde fermando solo Sainz, per difendere il terzo posto.

Ma al giro 46 l’Alpha Tauri di Gasly va a fuoco ed esce la Safety Car. 
Leclerc non può fare altro che fermarsi per montare gomma rossa e portarsi al pari dell’avversario.

La gara ricomincia quando mancano 7 giri alla fine. Leclerc gestisce la partenza magistralmente, mettendo subito 2 secondi fra se e Max e involandosi verso la vittoria. Ma i colpi di scena non sono finiti. In regime di Safety Car, Verstappen aveva cominciato a lamentare un indurimento del volante, segno di un problema incombente. La squadra l’aveva rassicurato, ma alla ripartenza era evidente che qualcosa non funzionasse a dovere. Con Sainz alle calcagna, le prestazioni della sua Red Bull hanno cominciato progressivamente a calare, fino a portarlo al ritiro. Ma i problemi per la squadra inglese, da quest’anno senza più l’appoggio ufficiale della Honda, non sono finiti. All’ultimo giro, un guasto fa compiere a Perez un testacoda in curva 1, mentre stava cercando di difendere il terzo posto dall’attacco di Hamilton. L’inglese guadagna così un insperato podio, seguito dal suo compagno di squadra al quarto posto. 

Sotto la bandiera a scacchi transitano così le due Ferrari e le due Mercedes ai primi 4 posti. Al quinto un bravissimo Magnussen con una Haas semplice ma evidentemente efficace, grazie anche alla superlativa power unit Ferrari cosiddetta “superfast”. Che troviamo anche al sesto posto, con Bottas e la Sauber ritornata anch’essa nelle prime posizioni. Al settimo posto Ocon, con un’Alpine sotto le aspettative, all’ottavo Tsunoda con l’unico motore Red Bull arrivato alla fine, al nono Alonso e al decimo il debuttante Zhou Guanyu, che rimarrà nei libri di storia come il primo cinese a prendere punti in una gara di Formula 1.

Fra i disastri di giornata, oltre a Red Bull, possiamo includere Aston Martin e, soprattutto, McLaren, con Ricciardo e Norris sempre tristemente fra gli ultimi. Anche la Williams non ha brillato, ma questa non è una novità.

Come ci era stato promesso, oggi abbiamo visto le macchine viaggiare vicine senza grossi problemi, ma dobbiamo tenere presente che il circuito di Sakhir è sempre stato teatro di grandi duelli, e che, comunque, i sorpassi sono stati tutti agevolati dal DRS, che, a quanto pare, ha ancora un grande effetto, anche se ci avevano assicurato il contrario. Per dare un giudizio definitivo sulle nuove regole dovremo aspettare circuiti come quello di Melbourne o di Imola.

Fra una sola settimana si torna a Jeddah, dove pochi mesi fa assistemmo ad una divertente dimostrazione delle capacità di Red Bull e Mercedes di fare il proprio interesse mettendo sotto pressione il licenziato Masi. Questa volta avranno altro a cui pensare, perchè ora davanti ci sono due macchine rosse. Che non nascondono più le proprie ambizioni da titolo.

P.S.
Fin dalla sua nomina a team principal, Binotto è stato molto criticato. Abbiamo (mi ci metto anche io) detto che non era in grado di gestire due ruoli, che aveva accettato supinamente la punizione FIA, che la squadra tecnica non era in grado di reggere il confronto con Red Bull e Mercedes. Crozza ne ha fatto pure la caricatura, perchè il personaggio ben si presta. Ma lui, imperterrito, ostentando la sua solita calma olimpica, continuava a ripetere che aveva grande fiducia nel suo team e che l’obiettivo era il cambio di regolamento del 2022. Alla fin fine, contano solo i risultati. E Mattia, ora, può mettere sul piatto una doppietta, mentre gli avversari devono pensare più a leccarsi le ferite che a quanto va forte la Ferrari.
Onore al merito.

P.S. 2
Il suo (di Binotto) ex collega Stefano Domenicali, otto anni si dimetteva da team principal dopo che la prima Ferrari dell’era ibrida, proprio in Bahrain, si faceva sverniciare da chiunque. Oggi si gode, da CEO, una nuova Formula 1 in grande crescita, soprattutto fra i giovani. E una Ferrari vincente, che gli darà una grande mano nel raggiungere l’obiettivo del business che dirige, che è ovviamente, fare grandi utili.

Immagine in evidenza dal profilo Twitter @ScuderiaFerrari

F1 2022 – GRAN PREMIO DEL BAHRAIN

La lunga attesa è finita. Complice l’emergenza covid-19 che ha fatto slittare di un anno il nuovo regolamento tecnico finalmente le nuove monoposto a effetto suolo calcheranno l’asfalto del primo Gp stagionale in Bahrain.

Il primo di una lunghissima stagione, la più lunga di sempre con i suoi 23 GP (notizia recentissima la quasi ormai certa sostituzione del GP di Russia con quello del Qatar a Losail) che fa assomigliare sempre più il mondiale F1 ad uno spettacolo itinerante in cui, personalissima opinione, l’abnorme numero di appuntamenti non può che diluire la concentrazione di pathos sportivo e competizione a disposizione.

Less is more non sembra proprio essere il motto di chi dirige il baraccone ma dovrà diventarlo inevitabilmente per i team che si troveranno alle prese con i limiti del budget cap in termini di sviluppo e manutenzione delle monoposto.

Un limite non di poco conto considerando quanto ancora poco si conosca di queste monoposto e quanto alti possano essere i margini di miglioramento.

Una cosa positiva però di vede già: ogni team ha portato in pista monoposto che si somigliano poco una rispetto alle altre, in totale antitesi con il conformismo tecnico delle ultime stagioni.

(immagine tratta dal sito di autosport)

(immagine tratta dal sito formu1a.uno)

Questo farà sì che inevitabilmente qualcuno avrà preso una direzione sbagliata e in tempi di budget cap potrebbe equivalere ad una condanna lunga da scontare.

I test prestagionali non hanno, come al solito, diradato di molto le incertezze in merito ai supposti valori in campo.

In linea di massima si può dire che i tre team che si potevano supporre in cima alla classifica della competitività hanno confermato le aspettative. Red Bull, Ferrari e Mercedes sembrano essere le più accreditate seppur per motivi diversi.

Tutte e tre sembrano aver svolto bene i compiti a casa con Red Bull che è sembrata in vantaggio su tutte per velocità e consistenza sul passo. Ferrari sembra aver fatto un grosso step e si candida a presenza fissa sul podio e a seria contendente per le vittorie di tappa.

Mercedes merita un discorso a parte poichè si è presentata con una monoposto che ha sorpreso anche chi ha redatto i regolamenti. Questo aspetto l’ha resa una monoposto potenzialmente molto veloce ma al momento ancora molto acerba e imprevedibile, al punto che si può pensare che difficilmente possa giocarsi la vittoria già in Bahrain. Il che è già una notizia notevole.

Dopo queste tre, la McLaren sembra la più naturale candidata ad essere ammessa al tavolo che conta ma qualche problema di affidabilità di troppo, soprattutto all’impianto frenante che sembra non riceva aria a sufficienza, l’hanno fatta arretrare nel borsino delle candidate al mondiale.

(immagine tratta dal sito racingnews365)

A questo punto arriva il grande kasino, per dirla alla Lauda, ovvero tutti gli altri team che sembrano davvero molto vicini tra di loro e ognuno con una magagna più o meno grande da risolvere.

Tra Alpine, Aston Martin e Alpha Tauri si fa fatica capire chi è davanti al momento, nonostante le ottimistiche dichiarazioni offerte alla stampa. Guardando ai test, la Alpine è sembrata essere quella con il comportamento peggiore ma sono valutazioni che lasciano il tempo che trovano.

(immagine tratta dal sito crash.net)

(immagine tratta dal sito formula1.it)

Yuki Tsunoda of Japan and Scuderia AlphaTauri performs during the filming day in Misano, Italy on February 15, 2022 // Samo Vidic / Red Bull Content Pool // SI202202200205 // Usage for editorial use only //

Quelle che invece hanno chiuso il 2021 in fondo alla classifica hanno mostrato spunti interessanti in termini di velocità ma grossi problemi di affidabilità. Williams, Alfa Romeo e Haas hanno grosse ambizioni di risalita verso la zona punti e tra queste la Haas è quella che ha mostrato il potenziale migliore in termini di tempi sul giro, sempre che non abbia cercato tempi da qualifica per attrarre qualche sponsor che sostituisca Uralkali.

Nicholas Latifi (CDN) Williams Racing FW44 with flow-vis paint.
23.02.2022. Formula One Testing, Day One, Barcelona, Spain. Wednesday.
– www.xpbimages.com, EMail: requests@xpbimages.com © Copyright: Moy / XPB Images

(immagine tratta dal sito f1fansite)

(immagine tratta dal sito formula1.it)

L‘affidabilità invece sembra ancora insufficiente, soprattutto per Alfa Romeo e Williams che avranno molto da lavorare anche solo per finire il primo GP stagionale.

Aspettando i primi responsi ufficiali in pista e posto il fatto che ogni rapporto di forza potrebbe mutare nei primi 3/5 GP della stagione, non è una bestemmia affermare che un certo rimescolamento c’è stato, non tale da insidiare i primi 3/4 team che hanno chiuso davanti il 2021 ma in termini di lotta nel mid-field.

Verstappen già gongola al pensiero di poter sfruttare i primi GP stagionali per avvantaggiarsi sulla concorrenza, ovvero Hamilton, mentre quest’ultimo dovrà presumibilmente tenere duro nei primi GP per poi venire fuori alla distanza quando la sua W13 sarà maggiormente compresa dai suoi tecnici.

E Ferrari? Gli avversari l’hanno ampiamente lodata, Binotto e i piloti sono molto contenti del lavoro svolto ma la ragione ci fa pensare che difficilmente sarà la più veloce in Bahrain. E’ sicuramente una monoposto nata bene, meno ardita rispetto a Red Bull e Mercedes ma che potrebbe sfruttare la sua solidità e costanza di prestazioni per mettere in difficoltà tutti almeno nei primi GP stagionali. Poi arriverà la vera prova del nove, lo sviluppo a stagione in corso.

Potrebbe essere l’anno buono per la definitiva consacrazione di Leclerc, mortificato da due stagioni con monoposto troppo più lente di Red Bull e Mercedes e costellate da ottime gare ed errori più o meno grandi, segno di un voler a tutti i costi sopperire ai limiti della macchina. Dovrà definitivamente vincere il confronto con Sainz, nell’immaginario collettivo secondo pilota Ferrari ma che già nel 2021 ha dimostrato che è qualcosa in più di un onesto pilota.

Prova del nove anche per Russell che toccherà con mano cosa vuol dire dividere il box con Hamilton in termini di pressione e politica interna al team. Alonso e Vettel sono i grandi vecchi che hanno ancora qualche cartuccia da sparare ma molto dipenderà dalle rispettive monoposto.
Tra gli underdog occhi puntati su Mick Schumacher che dovrà farci capire se davvero è all’altezza del cognome che porta, mentre Gasly avrà uno degli ultimi treni per cercare di tornare in Red Bull.

Cosa aspettarsi quindi da questa prima gara? Il mio pronostico è un Verstappen favorito numero 1 con le due Ferrari che, senza errori in qualifica e in gara, possono quanto meno andare a podio. Mercedes troppo acerba per puntare alla vittoria e avrà difficoltà anche per il podio, insidiata da una McLaren se avrà risolto i suoi piccoli problemi.

Per il mid-field metto davanti Alpha Tauri su Aston Martin e Alpine. Haas possibile sorpresa in qualifica ma con grosse incognite in gara, un po’ come Alfa Romeo che però ha Bottas come carta da giocare soprattutto in qualifica. Williams ultima del lotto per quanto fatto vedere nei test e per la coppia di piloti forse meno competitiva del lotto.

Inizia la nuova era della F1. Senza giri di parole sarebbe bello se il primo giro di roulette si fermasse sul rosso. A Maranello ci credono, i suoi tifosi meno, chissà che per una volta abbia ragione Binotto

Rocco Alessandro

(immagine in evidenza tratta dal sito motorsport tickets)