Andato male l’ultimo esame? Niente paura, c’è subito l’esame di riparazione. Certo poi il problema è se anche questo non dovesse andare bene ma meglio non pensarci per il momento.
Deve essere più o meno questo il mood con cui tanti team e in testa Ferrari si approcciano al weekend di gara cinese: un vero e proprio esame di riparazione. Troppo brutto quello australiano che con tutta probabilità non rende merito di tutto il lavoro fatto in inverno dalla Scuderia, al netto di una monoposto che comunque non è certo il punto di riferimento.
Certo questa volta se i piloti se ne usciranno dopo le prove libere che “hanno dovuto perdere volontariamente competitività” allora saranno guai ma intanto non dovrebbe piovere e c’è la possibilità di mettere in piedi un weekend pulito, lineare, si spera con qualche soddisfazione.

Come detto per il GP inaugurale, il mondiale si vince evitando di prendere topiche clamorose. Ecco Ferrari è già a quota uno, considerando la sciagurata decisione di rimanere fuori con pioggia battente e vanificando un possibile 4/5/6 posto. C’è anche da ricordare come finì la stagione 2022 a fronte di un gp australe dominato da Leclerc, quindi calma e gesso.
Detto ciò c’è molta curiosità su cosa potrà dire il weekend in terra cinese in termini di valori in campo sull’asciutto. Favorita non quotata ovviamente McLaren che sembra davvero aver messo in pista un’arma totale. Vediamo se Piastri farà ancora un regalino al suo team mate oppure ci sarà lotta vera sempre scandita però dalle papaya rules.

Alle loro spalle cercano conferma Mercedes e Red Bull che hanno già ampiamente affilato le armi in termini di sospetti nei confronti del team di Woking, sia sul lato gestione gomme sia in quello delle ali flessibili. Per team che nel recente passato hanno ampiamente fatto ricorso a soluzioni diciamo piuttosto controverse è un bel contrappasso, o per essere più prosaici, hanno davvero una bella faccia di guano ma tant’è, altrimenti non si chiamerebbe circus.
In Cina anche tanti piloti cercano un’occasione di riscatto, dai rookie a quelli più navigati. Il povero Hadjar si è già preso del piagnone da Marko e non è un bel viatico per la sua carriera in F1, gli altri a parte Antonelli hanno fatto tutti piuttosto male, vediamo chi uscirà da Shanghai con un bel voto.

Tra i più attempati come non citare Alonso e Hamilton. Il primo uccellato da Stroll (e ho detto tutto), il secondo che è rimasto sul prudente in un weekend in cui sia la macchina sia i box gli hanno fatto capire che, al confronto con gli ultimi anni Mercedes, questo 2025 potrebbe essere molto più complicato. Se anche i giornalai della tua terra natia ti trattano come il vecchio riccone alle prese con il gran tour emiliano-romagnolo, è evidente capire l’aria che tira. Tempo poche gare e se continua così anche quelli italici ci sguazzeranno come i maiali nel trogolo.
Chi invece sembra in gita premio è Verstappen, che sembra correre con una rinnovata leggerezza data dal fatto che la sua Red Bull non è certo lo stato dell’arte. Meno pressione, stesso talento, ottima gara inaugurale. Se la Red Bull si riprende saranno, al solito, volatili per diabetici per tutti.
In Cina asfalto nuovo e solita evoluzione della pista che potrebbe fare vittime illustri. Non fatemi dire sempre i papabili che tanto li sapete già. A questo si aggiunge anche una direttiva FIA sulle ali flessibili che promette di fare molte vittime, gli ingegneri avranno di che divertirsi.
Cosa augurarsi da questo secondo GP dell’anno? Potrebbe portare la classica buona e cattiva notizia. Quella buona è che la SF-25 non è quella ciofeca vista in Australia (piloti compresi), quella cattiva (per tutti) è che la McLaren potrebbe già aver ammazzato il campionato.
Mal comune mezzo gaudio? Boh, forse per Verstappen che si divertirà a lottare nel gruppone come ai bei tempi, per altri decisamente no, considerando come era finito il 2024. Poi certo c’è sempre Alonso che resiste aspettando finalmente di guidare la macchina di Newey, della serie: stai attento a quello che desideri perchè potresti ottenerlo. Questo diceva Wilde. Più terra terra padre Maronno (per chi non lo conoscesse dieci minuti di vergogna) che potrebbe chiosare con un “E se poi te ne penti?!”

Purtroppo devo aggiungere in calce anche una notizia spiacevole, la morte di Eddie Jordan, fondatore della omonima scuderia che nel 99 accarezzò il sogno mondiale con Heinz Harald Frentzen e fece debuttare un giovanissimo Michael Schumacher nel 91. Portato via da un brutto male, come ce ne fossero di belli, ha fatto la storia della F1 in quelli che molti ricorderanno ancora come gli anni ruggenti e ruspanti della F1. Altra era, altra gente, chissà se la passione è ancora quella.
*immagine in evidenza da mundodeportivo.com
Rocco Alessandro
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