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F1 2023 – GRAN PREMIO DELL’AUSTRIA

Il mondiale F1 torna in europa per il primo dei quattro appuntamenti che porteranno alla pausa estiva dopo il Gp del Belgio. Vorremmo poter dire che saranno quattro tappe fondamentali per il mondiale e bla bla bla ma ormai, con entrambi i mondiali in ghiaccio e ipotecati dal duo Red Bull/Verstappen, tocca dirottare su altro le nostre (residue) attenzioni.

Cominciando dai padroni di casa, neanche a dirlo, che vorranno a maggior ragione segnare il territorio con una vittoria, magari con doppietta se Perez si riprende dal suo torpore estivo. La RB19 è un’arma totale su ogni pista e, salvo imprevisti, una vittoria lattinara è il minimo che ci si possa aspettare al Red Bull Ring.

immagine da ctcnews.ca

Po vabbè, al solito quel burlone di Marko ciurla nel manico affermando che sarà difficile, la Ferrari (Ferrari!? seriously?!) andrà forte eccetera eccetera… Vorremmo credergli ma su una pista piena di curvoni veloci, in cui le gomme soffrono forti sollecitazioni laterali e il turbo delle PU è messo sotto stress, viene diffcile pensare che la rossa possa avere qualche chance.

Proprio il gp austriaco del 2022 fu l’inizio della fine delle ambizioni Ferrari e l’ultima gioia prima della discesa nel baratro. Leclerc dominò la corsa ma Sainz fece esplodere la sua PU e da qual punto in poi è iniziata l’inesorabile discesa nella mediocrità di una monoposto in difficoltà con PU e carico aerodinamico. Non sappiamo cosa aspettarci dal gp di quest’anno anche se le previsioni non sembrano rosee. Ferrari si presenta con un nuovo fondo provato durante un filming day a Fiorano ma l’incognita più grande viene proprio dalla PU e dalla gestione delle gomme, due grossi handicap della rossa quest’anno. Il circuito di Montreal è un’altra cosa rispetto al Red Bull Ring e la resa della rossa potrebbe essere agli antipodi. Ma ormai non farebbe neanche notizia.

Anche Mercedes si aspetta molto dall’appuntamento austriaco nella valutazione complessiva della W14 versione B. in attesa di un corposo pacchetto di aggiornamenti previsto per la gara di casa di Silverstone, a Brackley dovranno valutare come si comporta la monoposto su una pista da curvoni veloci come il Red Bull Ring e capire se la rincorsa alla Red Bull e alla prima vittoria stagionale sta andando bene.

immagine da racingnews365.com

Intanto tiene ancora banco il rinnovo di Hamilton, quello con cui è un “dispiacere parlare di soldi” (Wolff cit), che sta ponendo delle condizioni al limite del ridicolo (bonus da 15 milioni di sterline per eventuale titolo mondiale aggiunto nello stipendio base anche senza la conquista dello stesso, rinnovo lungo e non 1+1, ruolo di ambassador Mercedes per 10 anni a fina carriera a 20 milioni l’anno…e magari anche una fettina di culo tagliata sottile). Ma si sà che tra amici un accordo si trova.

Aston Martin a parole arriva molto fiduciosa in Austria, convinta che gli ultimi aggiornamenti funzionano e sicura di essere della partita per un bel risultato. Alonso è bello carico e spera che prima o poi quelli davanti abbiano una giornata no per poter tornare alla vittoria che gli manca da un sacco di tempo. Ovviamente l’augurio di tutti è che si possa ripresentare il duello con Hamilton visto in Canada. Sarebbe troppo sperare che possa lottare con il 33 olandese ma chissà…

L’autarchica Alpine cercherà di continuare nel suo momento positivo e la rincorsa per entrare nel ristretto grupppo di chi lotta costantemente per il podio. In tal senso il recente ingresso di capitali grazie alla vendita del 24% delle azioni del gruppo è un ulteriore stimolo a far bene. L’unica pecca è che al momento il suo pilota immagine sia anche quallo più antipatico del circus, in attesa che Gasly ritrovi un pò di vèrve che da tempo gli manca.

Nel gruppetto delle cenerentola svetta senza dubbio la Williams, ormai abituata alla zona punti con Albon. Per continuità e risultati si fa preferire a tutte le altre che, un pò per monoposto davvero scarse un pò per piloti che stanno rendendo pochissimo, non riescono a uscire dalla mediocrità nella quale sono impantanate.

immagine da racingnews365.com

Pirelli porterà in Austria le mescole C3, C4 e C5, le più morbide a disposizione. Un bel banco di prova per squadre come Ferrari che si sono rivelate più volte davvero poco gentili nella gestione del degrado.

Di solito il Red Bull Ring offre delle gare divertenti, con imprevisti e problemi tecnici che aggiungono imprevedibilità ormai sconosciute su altre piste. Ci sarà anche la sprint, per cui molto meno tempo per i team per cercare il setup ottimale delle monoposto. Vasseur ha dichiarato che è stato fatto un gran lavoro al simulatore in previsione di questa gara e si aspetta una SF-23 vincente a breve. Come vorremmo credergli.

*immagine in evidenza da redbullring.com

Rocco Alessandro

VERSTAPPEN SBANCA LA ROULETTE DI MONTECARLO

La settimana intercorsa dall’annullato GP dell’Emilia Romagna al turno più glamour dell’intero campionato è trascorsa all’insegna delle voci, messe in giro come al solito ad arte, di una offerta da 46M€ fatta dalla Ferrari, nella persona nientepopodimeno che di John Elkann, al quasi 8 volte campione del mondo Lewis Hamilton.
Questa volta, il mezzo non sono state le solitamente ben informate fonti nostrane, bensì il Daily Mail, con le fonti stesse che si sono affrettate a smentire. Il che significa che è tutto vero. Ma su questo torneremo nel proverbiale PS.

Le qualifiche confermano i valori visti nelle cinque gare precedenti, con Verstappen che agguanta la pole grazie ad un terzo settore incredibile, davanti ad Alonso che dimostra, come sempre, la metà degli anni che ha. Per il poleman dei due anni precedenti, Leclerc, c’è solo un terzo posto, comunque vicino ai primi due, che diventa però un sesto a causa di una distrazione imperdonabile sua e del suo team, che non l’ha avvisato del sopraggiungere di Norris, al quale ha rovinato il giro veloce.

Partenza senza alcuna emozione, nessuno si prende rischi inutili a parte Stroll che prova due volte a superare un avversario passando sul marcapiede.

Perez, partito ultimo a causa di un incidente in qualifica, si ferma immediatamente per montare la gomma più dura e andare fino in fondo. E inizia a segnare tempi di due secondi più veloci rispetto al compagno di squadra in testa alla gara, il quale sta adottando la strategia più adeguata per chi comanda la gara a Monaco, quella di fare il tappo.

Alonso riesce a stare attaccato all’olandese, mentre Ocon, terzo, dopo 7 giri è già staccato di altrettanti secondi dal leader. Incollato al francese c’è Sainz, che è a sua volta seguito da vicino da Hamilton e Leclerc.

Al giro 11, Sainz tampona Ocon alla chicane del porto, danneggiando una bandella dell’ala anteriore. La cosa però non sembra creargli particolari problemi, e lo spagnolo continua. Subito dopo, il suo connazionale Alonso inizia a lamentarsi di qualcosa che non va sulla sua macchina, e perde diversi secondi da Verstappen. Ma poi ritorna su tempi accettabili, e l’allarme rientra.

Al giro 20 il graining si fa sentire per tutti quelli che montano gomma a mescola media, tranne, ovviamente, Verstappen, che comanda indisturbato con 8 secondi di vantaggio su Alonso.

Il primo dei primi a fermarsi è Hamilton al giro 32. Nel frattempo, Verstappen doppia Perez e si trova bloccato in un gruppo di altri doppiati. 

Subito dopo si fermano Ocon e Sainz, per proteggersi dall’undercut da parte di Lewis, e la strategia funziona perchè le posizioni non cambiano.

Al giro 45 si ferma Leclerc, che stava per essere raggiunto da Gasly. Il monegasco aveva le gomme praticamente finite. Il francese si ferma subito dopo e rimane dietro al ferrarista. 

La pioggia si avvicina, ed è per questo che i primi due, oltre a Russell, al momento terzo, attendono ad effettuare il loro pit-stop. 

E al giro 52 la pioggia arriva sul serio, e di colpo, nella zona del Mirabeau.  Ma piove solo in quel punto, e le condizioni sono quindi difficilissime. Alonso si ferma, ma incredibilmente gli montano gomma media e si deve tornare a fermare al giro successivo. Le due Ferrari non hanno approfittato della situazione, e si ritrovano anche dietro alle due Mercedes. Sainz, autore di un lungo al Mirabeau, è scivolato dietro a Leclerc e a Gasly.

Alonso è infuriato con il suo team, che gli ha voluto montare gomma slick quando lui aveva in realtà chiesto due volte l’intermedia. E sfoga tutta la sua furia in pista, recuperando secondi su secondi a Verstappen, e distanziando velocemente Ocon che si era avvicinato molto.

Ma Max riprende velocemente il ritmo e mette 20 secondi fra se e Nando. E li porta fino alla fine, vincendo un GP di Montecarlo comandato con classe dall’inizio alla fine. Lo seguono Alonso, che può giustamente recriminare per quell’inutile pit-stop, Ocon, parso in grande forma fin dalle qualifiche, Hamilton, Russell, Leclerc, Gasly, Sainz e le due McLaren di Norris e Piastri.

Incredibilmente, nonostante le condizioni difficilissime, non c’è stata alcuna safety car, e nemmeno virtual safety car, il che la dice lunga sulla prudenza che ormai tutti i piloti adottano, vuoi per non rischiare di erodere il budget cap, vuoi per non rischiare punti sulla licenza.

Il mondiale si era già chiuso a Miami, quindi la vittoria di Verstappen cambia poco, mentre prende vita la lotta per il secondo posto, con Perez rimasto a secco e Alonso al quinto podio su cinque gare.

Fra una sola settimana si correrà a Barcellona, la pista più indicativa per misurare il valore delle monoposto, e anche la prima pista “normale” di questo campionato. Là misureremo il vero valore degli aggiornamenti portati nel Principato dalla Mercedes, e anche quanto c’è di vero nei proclami di recupero della Ferrari, che hanno ormai assunto la dimensione della barzelletta.

P.S.
E’ abbastanza chiaro che le voci citate in premessa fanno comodo a tutti i convolti. Alla Ferrari, che fa vedere che è disposta ad impegnarsi anche economicamente per cambiare qualcosa e uscire dalla tristissima situazione attuale (ma è bene ricordare che nel 1996 oltre al campionissimo servì portare in blocco tutto il team). Sempre alla Ferrari, che così spiega al suo giovane campione monegasco che non è indispensabile. E ad Hamilton che può alzare il prezzo per il rinnovo con la Mercedes, la quale, avendo Russell in squadra, e potendo mettere le mani su Leclerc o Norris, non è probabilmente molto propensa a spendere un sacco di soldi per un campione ormai a fine carriera.

P.S. 2
E’ altrettanto abbastanza chiaro che la Ferrari è nel caos più completo. Oltre ad essere totalmente fuori luogo i proclami del giovedì (“siamo in grado di correre per pole e vittoria”), visto che la Ferrari oggi è stata non la terza, nemmeno la quarta, bensì la quinta monoposto in pista, quando si è presentata l’occasione di azzardare qualcosa, il box ha dormito clamorosamente, come già ieri in qualifica, e ci si è messo pure Sainz allungando la lunga lista di errori commessi da quando è in Ferrari. E’ evidente che così non si va da nessuna parte, e quella che si prospetta è una stagione forse ancora peggiore del disastroso 2020. Se Hamilton vuol fare la fine che fece Prost ad inizio anni novanta, sicuramente quella di trasferirsi alla Ferrari è la scelta giusta.

F1 2023 – GRAN PREMIO DI MONACO

Con ancora le terribili immagini delle inondazioni nelle terre romagnole che purtroppo ci accompagnano, è già ora per il Gp più mondano (e tecnicamente inutile) del calendario F1, il Gp di Monaco.

Ogni anno sempre la stessa litania: passerella per i ricchi e famosi, inutile carosello di monoposto, ormai un pezzo di antiquariato ecc ecc ma alla fine è sempre uno degli appuntamenti più attesi dell’anno, fosse anche solo per il perverso piacere di vedere il o i piloti della scuderia che ci stanno sul gozzo andare eventualmente a muro e fare la figura dei pirla.

In ogni caso questo GP porta una serie di notizie non banali, alcune reali, altre fuffa da clickbait.

Cominciamo con la Mercedes che si presenterà a Monaco con una nuova W14, abbandonando per sempre il concetto delle “pance zero” che sulla carta garantiva miracoli, in pista invece risate da parte dei loro competitor.

Una monoposto ampiamente rivista che dovrà essere la base per un nuovo attacco all’iride nel 2024, prendendo questo 2023 in pratica come una lunga serie di test.

immagine da planetf1.com

Come mai portare così tante novità su una pista “inutile” come il cittadino di Monte Carlo? In effetti sarebbe stato più logico rimandare tutto al prossimo Gp, sulla pista da test per eccellenza, il circuito del Montmelò. Invece Wolff e soci, non potendo contare sul circuito di Imola, hanno deciso comunque di svelare la W14b.

Come ha fatto notare già qualcuno potrebbe essere la mossa di chi è arciconvinto di avere una monoposto più veloce della precedente (non si era detto lo stesso per la W13/14 zero sidepod?!) oppure la mossa disperata di chi è arrivato all’ultima spiaggia.

Più banalmente viene da pensare che a Brackley abbiano pensato di iniziare da subito a testare le nuove soluzioni anche se su un tracciato poco rappresentativo. Guadagnare tempo, dati e comparazioni per farsi trovare più pronti possibili al 2024. Bene, io non lo glielo auguro.

Altra notiziona che però sà molto di fumo e ben poco di arrosto sono le trattative in corso tra Hamilton e Ferrari per l’approdo dell’epta a Maranello nel 2024. Cifre in ballo? La miseria di 40 milioni di pound per il quasi quarantenne Hamilton.

immagine da formula1.it

Anche in questo caso la logica imporrebbe due ragionamenti banali:

1. è il caso di investire una cifra monstre su un pilota certamente veloce ma che ormai si avvia al crepuscolo della sua carriera e che per di più quest’anno e quello appena trascorso ha fatto una gran fatica con il suo team mate Russell?

2. non sarebbe in caso di investire quei dindini in risorse umane in grado di saper fare di conto e cercare di migliorare una platea di tecnici di cui la GES sembra avere un gran bisogno?

Ora, capisco che in Ferrari la logica è un concetto alquanto aleatorio e flessibile e che la mission conclamata dei suoi vertici è fare i giri veloci in pista (semicit.) ma questa di Hamilton in rosso assomiglia molto al giudizio fantozziano della famigerata corazzata. Sono sicuro che in Ferrari sapranno stupirci anche questa volta.

Terza notizia dai risvolti ben più importanti è l’accordo Honda-Aston Martin a partire dal 2026. Gran colpo per il più capace della famiglia Stroll che si assicura la partnership con chi ha la migliore PU della F1 attuale. A questo punto sognare il grande obbiettivo non è più un miraggio.

immagine da formula1.it

In Honda si ritroveranno l’uomo del “GP2 engine” ma hanno già dichiarato che non hanno nessun problema con Alonso, il tutto mentre lucidavano meticolosamente una katana…

Battute a parte è una gran notizia anche per l’asturiano che dovrà cercare di mantenersi atleticamente giovane fino a tale scadenza. Al momento non sembra essere un grosso problema.

Per il resto, poco da dire sul Gp se non che la gara, al solito si deciderà al 99% con la Q3 del sabato. Chi fa la pole ha un piede e mezzo sul gradino più alto del podio, a meno di trovare la pioggia che renderà il tutto un pò più incerto e di sicuro il serpentone di auto molto più lento.

In Ferrari hanno rimandato il corposo pacchetto di aggiornamenti al GP di Spagna, in modo da posticipare di almeno una settimana la possibile delusione. All in su Leclerc e i suoi giri di qualifica sempre che non esageri e la picchi a muro malamente come già successo. Sappiamo bene che anche in caso di pole non è detto che la Domenica si riesca a schierarsi normalmente in griglia quindi vedremo cosa riuscirà a tirare fuori il monegasco che, a dire il vero, sulle strade di casa è piuttosto sfigatello.

Per Red Bull invece la prima seria possibilità di perdere un Gp. Basta una bandiera in Q3 al momento sbaglaito , una minchiata varia ed eventuale ed ecco che ti ritrovi a guardare gli scarichi di quello davanti per 78 giri. Non riusciranno a sfruttare appieno la magia del loro DRS ma in ogni caso restano i favoriti per la gara.

immagine da astonmartinf1.com

Aston Martin ha una grande possibilità, considerando le caratteristiche della sua monoposto. Per Alonso potrebbe trattarsi di una occasione unica in questo 2023 per cercare di rivincere dopo ben 10 anni, una cosa che ha del fantascientifico. Di sicuro si tratterà della qualifica potenzialmente più emozionante dell’anno.

Nel caso dovesse succedere sarebbe una gran bella storia, di sicuro una storia che agli “ammerigani”, così affezionati alla retorica dei ritorni vincenti a dispetto delle avversità e dei pronostici non favorevoli, piacerebbe molto. E onestamente anche a noi.

*immagine in evidenza da gascommunity.com

Rocco Alessandro

PEREZ VINCE LA DOMENICA TRANQUILLA IN AZERBAIJAN

Quattro settimane di stop sono lunghe, per gli appassionati di Formula 1. Mi riferisco a quelli veri, che si sono sorbiti prima le voci dell’addio di Leclerc alla Ferrari, poi l’addio vero di Meekies, del quale sa però solo l’AlphaTauri, poi i proclami di resurrezione della rossa e, infine, l’approvazione del nuovo format “all entertainment” previsto per Baku.

Insomma, se lo spettacolo non arriva dai duelli (quelli veri, non grazie alle gomme o al DRS), gli spunti per divertirsi, anzi, per ridere, non sono mancati. 

Una cosa però è risultata vera: la già citata resurrezione della Ferrari. Carletto la piazza in pole sia il venerdì che il sabato, nel nuovissimo sciotaut (cit.) per la sprint. Per la verità, anche nel 2021, con una macchina tutt’altro che buona, c’era riuscito, perchè il monegasco su questa pista tira fuori sempre qualcosa di più che fa la differenza.

E, infatti, nella gara sprint tutto torna a posto, con Perez che ha facilmente ragione del ferrarista, e Verstappen che gli è rimasto dietro solo grazie ad un buco nella fiancata provocatogli dall’arrembante Russel, che si becca anche della testa di c***o dall’olandese, improvvisamente diventato insegnante di guida pulita.

Partenza molto tranquilla da parte di tutti, con i primi che mantengono le posizioni. Poi, come ampiamente previsto, non appena può utilizzare il DRS Max svernicia Leclerc sul rettilineo principale. Il monegasco non ci prova nemmeno a resistere. Dopo due giri, è il turno di Perez. 

Le Red Bull, però, non prendono il largo, e i distacchi fra i primi 3 restano attorno al secondo.

Al giro 10, Hamilton, in preda al graining e braccato da Alonso, si ferma per montare gomme dure. Contemporaneamente, De Vries rompe la sospensione anteriore e si ferma nella via di fuga. In Red Bull decidono di fare fermare Verstappen, che stava per essere attaccato da Perez, ma la direzione di gara fa uscire la safety car solo dopo che l’olandese ha completato il suo pit-stop. Questo consente a a Perez e a Leclerc di effettuare la loro sosta scavalcando Max. 

La gara riparte al giro 14, Bastano tre curve a Verstappen per riprendersi la seconda posizione, e una curva in più ad Alonso per beffare Sainz e prendersi la quarta.

Con le gomme dure, le due Red Bull fanno subito il vuoto, rifilando più di un secondo al giro a Leclerc e tutti gli altri.

Il distacco sale fino a 16 secondi, poi si stabilizza quando il monegasco, e Alonso che lo segue, smettono di andare di conserva. Questo avviene attorno al giro 40, quando inizia la battaglia per il giro veloce, che vede coinvolti i primi 4. Ma a fregarli tutti ci pensa Russell, che si ferma al penultimo giro per montare gomma soft, e segna facilmente il miglior tempo.

La gara finisce con Perez vincitore davanti a Verstappen, staccato di 3 secondi, Leclerc a 20 secondi dall’olandese a cogliere il primo podio del 2023, con Alonso incollato agli scarichi. Seguono Sainz, Hamilton, Stroll, Russell, Norris e Tsunoda.

Stranamente, un GP a Baku senza festival del carbonio, a parte una bandella volata nelle prime curve. Sicuramente, avrà influito la stringente necessità di imbarcare il materiale integro sugli aerei, destinazione Miami.

P.S. chi scrive deve ammettere che chi parlava di una Ferrari che ha lavorato bene nelle 4 settimane di sosta aveva ragione. La SF23 vista oggi è una macchina molto migliorata, non più la quarta forza ma la seconda alla pari dell’Aston Martin, e il distacco finale dalle Red Bull non è stato drammatico come ci si sarebbe potuti aspettare. Vedremo se gli aggiornamenti previsti per le prossime gare diminuiranno ancora il gap e potranno rompere un dominio che rischia di far diventare il mondiale di quest’anno ancora più noioso di quelli dello strapotere Mercedes. 

F1 2023 – GRAN PREMIO DELL’AZERBAIJAN

Dopo una lunga quanto illogica pausa di quattro settimane torna il circus, definizione che di questi tempi calza proprio a pennello, della F1 con il Gp di scena sul cittadino di Baku.

Cominciamo subito con le novità introdotte dal buon Domenicali che vanno sempre più nella direzione di rendere il format del weekend un qualcosa sempre più rappresentabile attraverso una story di instagram.

Debutta il nuovo format della doppia qualifica, una al venerdì che deciderà la griglia di partenza della gara domenicale e una al sabato che invece determinerà la partenza della gara sprint.

Quindi una sola sessione di prove libere, ormai noiose, inutili e poco attrattive per il pubblico a detta del Dom&company, prevista al venerdì e poi solo attività “vera” in pista.

Ora, va bene tutto ma far debuttare un format del genere su una pista circondata da muri sembra un pò un azzardo considerando anche che per i team c’è solo una sessione di prove libere per mettere a punto le monoposto.

immagine da motori.ilmessaggero.it

Ormai andiamo sempre più nella direzione degli assetti deliberati al simulatore, volente o nolente, il che porta paradossalmente ad una minore attività in pista dato che le sessioni di prove libere sono sostituite da sessioni di qualifica più corte e con minor numero di monoposto in pista (considerando il format della Q1, Q2 e Q3) e una gara sprint breve.

Baku e gara sprint è un’equazione che sembra facilmente condurre alla safety car. Magari mi sbaglio ma il rischio di vedere una gara sprint a singhiozzo sembra elevato.

Vediamo come sarà questo “nuovo ” weekend di gara ma la sensazione è che sia solo una prova generale per un format che nei prossimi anni sarà adottato in ogni weekend di gara o quasi. Non a caso Domenicali ha parlato di “stabilizzare le cose che cambiano” per poi, intuiamo noi, renderle sempre più estese e pervasive. Quasi incommentabile la dichiarazione “Stiamo vivendo una fase molto importante di crescita caratterizzata da attenzione totale e grande rispetto nei confronti dei propri tifosi, quelli vecchi e quelli nuovi”. Fatelo voi se ci riuscite.

Esaurito il capitolo “WOW” del Dom&company, passiamo a quello ormai patologico della logorrea associata ad un personaggio alquanto singolare del mondo della F1 e che risponde al nome di Helmut Marko. Verrebbe da citare la famigerata battuta della sig.na Silvani di fantozziana memoria “Ah, anche poeta…” per rendere l’idea della capacità del manager austriaco di avere una opinione più o meno fondata su ogni scibile del mondo della F1.

Niente sfugge all’occhio attento ( e vabbè questa era gratuita e anche un pò stronza ma mi perdonerete) di Helmut che parla e straparla di tutto, regolamenti, prestazioni Red Bull, prestazioni di altre squadre, contratti di piloti vari ed eventuali, addirittura di stati d’animo di TP avversari. Una logorrea così accentuata da far venire il dubbio se dietro non ci sia un problema di salute reale, ma più probabilmente è sempre e solo la solita tattica destabilizzante del cazzaro di professione, aspetto che nella F1 attuale può fare cucrriculum più di una laurea in ingegneria.

immagine in evidenza da gpblog.com

Come si sa i rumors in F1 sono sempre tanti e se di mezzo c’è una Ferrari con le pezze al culo (se parliamo di prestazioni in pista eh…) allora è come abbandonare una carcassa alla mercè di iene e sciacalli. Si parla di un Leclerc ormai quasi mercedesidizzato, un Hamilton ferrarizzato e del solito kasino che accompagna la quotidianeità della GES, con dichiarazioni a caso della famiglia Elkann, di Vigna, Vasseur e paggetti vari ed eventuali. Già solo pensare a questa cacofonia rende l’idea di come sia una fatica di Sisifo tirare le fila di un’organizzazione come la Scuderia Ferrari.

In tutto ciò un Mekies che sembra ormai accasato alla Alpha Tauri sembra davvero il male minore, anche se ovviamente è l’ennesima conferma dell’ambientino proattivo e lavorativamente ed umanamente sostenibile che si è instaurato dalle parti di Maranello.

Per il resto , si riparte dalle solite certezze, con Red Bull che fa il suo campionato “on his own”, una Mercedes che riporta Allison al timone della baracca e con dichiarazioni di novità sulla monoposto e rivoluzioni nel suo organigramma, una Aston Martin che come nella famigerata storiella dovrà capire se a Baku sarà più leone o gazzella nei confronti della Red Bull.

Per gli altri sarà la solita lotteria, ancora più accentuata se pensiamo al fatto di essere a Baku e al nuovo format di gara. I muretti divideranno il grano dal loglio e in generale la gara azera darà ben poche indicazioni sul trend futuro di prestazioni di gran parte dei team.

Pensando a questo bene ha fatto la Ferrari a prevedere il suo corposo programma di sviluppo per la tappa imolese del calendario, pista ben più probante e utile, anche in questo caso, a separare il grano dal loglio degli aggiornamenti previsti. Considerando i trascorsi in questo campo, meglio non illudersi anche se, considerando l’attuale competitività della SF-23, non ci vuole molto a renderla anche solo di poco più veloce.

Buon Gp di Baku a tutti, cari VECCHI TIFOSI di F1 e siate felici e positivi che, come avete avuto modo di leggere, Domenicali ha la massima attenzione nei vostri confronti. Lo potete ben capire dai prezzi dei biglietti per gli appuntamenti di Imola e Monza. Siamo come una famiglia come quella che poteva esserlo per il fantozziano Barambani: “cari i miei inferiori!”

*immagine in evidenza da f1destinations.com

Rocco Alessandro