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La Mercedes ingrana la quinta, la Ferrari entra nel tunnel

Si dice da sempre che i test invernali sono poco significativi. Certo, nella storia della Formula 1 qualche eccezione c’è stata, ma la regola è quella. E si è confermata nel 2019.
Dopo la prima giornata di test a Barcellona, in febbraio, Vettel ebbe a dire che la macchina rasentava la perfezione. Mentre la Mercedes appariva in difficoltà. Esattamente 3 mesi dopo, sulla stessa pista, la situazione è apparsa totalmente ribaltata. E viene da chiedersi se tutto l’ottimismo che veniva fatto filtrare da Maranello sulla bontà del progetto SF90 fosse giustificato. A fronte del durissimo responso della gara di oggi, si direbbe proprio di no.

La cronaca. Qualifiche a senso unico, con la prima fila monopolizzata dalla Mercedes, con Bottas che ha rifilato 6 decimi ad Hamilton, e Vettel dietro di lui a soli 2 decimi. Ma con 8 decimi pagati solo nell’ultimo settore, quello più lento. Il che spiega buona parte dei problemi della Ferrari, oltre ad indicare che i tanti aggiornamenti, di aerodinamica e di motore, sono serviti a poco o a niente.

Un minaccioso Verstappen riesce a tenersi dietro Leclerc, autore di un altro errore in qualifica dopo quello, grosso, di Baku.

E la minaccia olandese si concretizza, ovviamente, in partenza. Bottas in pole parte male, mentre Hamilton e Vettel scattano benissimo mettendo il finlandese a sandwich alla prima curva. Ma mentre l’inglese si prende la prima posizione, Seb sbaglia la frenata, va lungo ed esce da curva 2 molto lentamente, con Verstappen che lo passa in tromba all’esterno di curva 3. Quel che è peggio è che ostacola pure Leclerc e si ritrova con un flat spot. Decisamente non un grande avvio.

Mentre le Mercedes prendono agevolmente il largo, Vettel in preda alle vibrazioni vede Verstappen allontanarsi e Leclerc avvicinarsi. Al giro 14 arriva l’ordine di farlo passare, e il tedesco chiede in modo insistente di potere cambiare pneumatici, cosa che avviene dopo 6 giri. Il pit-stop però è lento, e il tedesco si ritrova dietro alle due Toro Rosso.

Anche Verstappen rientra per coprirsi dall’undercut, ma rimonta gomme soft e a quel punto è chiaro che la sua strategia prevederà 2 soste. A questo punto, il vantaggio di Hamilton su Bottas è di ben 7 secondi, i tempi sono buoni e le Mercedes allungano il primo stint nella speranza di fare una sosta sola.

Al giro 26 Leclerc, dopo una serie di giri piuttosto lenti, rientra e monta gomme dure, nella speranza di non fermarsi in più, e riesce a non perdere la posizione rispetto al compagno di squadra. Si ferma anche Bottas per montare gomme medie, rimanendo davanti a Verstappen. Al giro successivo anche Hamilton fa la sua sosta, montando pure lui gomme medie.

Al giro 33 Vettel arriva dietro a Leclerc, il quale non ci pensa neanche lontanamente a farlo passare, anche se Sebastian è visibilmente più veloce. Solo dopo qualche giro arriva il team order ma il tedesco può approfittare poco della pista libera davanti, perchè al giro 41 si ferma per la sua seconda sosta montando gomme medie nuove.

2 giri dopo anche Verstappen rientra per montare gomme medie nuove rimanendo tranquillamente davanti al tedesco. Subito dopo si ferma Bottas montando, nel suo caso, gomme soft usate.

Hamilton sembra avere le gomme posteriori in cattivo stato, e a questo punto è chiaro che dovrà, come gli altri tre, fare una seconda sosta. Gli vengono in aiuto Stroll e Norris, che si toccano alla prima curva finendo nella ghiaia. Esce la Safety Car e Lewis può montare in tranquillità gomme soft, anche nel suo caso usate. A questo punto anche Leclerc ne approfitta per montare gomme medie nuove.

La gara riparte con 15 giri da percorrere, le due Mercedes con gomme usate e i 3 inseguitori con gomme nuove. Ma questo non dà loro vantaggio, perchè Hamilton piazza immediatamente il break con un giro super, staccando il compagno di squadra, e, a parte un tentativo di Gasly su Leclerc alla ripartenza, nelle prime posizioni non ci saranno più brividi fino al traguardo.

Un po’ di emozioni le riserva la Formula 1/2, con le 2 Haas, le 2 Toro Rosso e Sainz a combattere per le ultime 4 posizioni nei punti.

La gara finisce quindi con Hamilton davanti a Bottas, per la quinta doppietta Mercedes di fila, un ottimo Verstappen che porta il secondo podio alla Honda, e le due Ferrari. Sesto Gasly, poi Magnussen, Sainz, Kvyat e Grosjean. Fuori dai punti per pochissimo Albon e Ricciardo.

Molto deludenti Renault, Alfa-Sauber, Racing Point e, ovviamente, le Williams, che forse troverebbero una collocazione più adeguata in Formula 2.

Fra due settimane si va nel Principato. E non è una buona notizia per la Ferrari, se è vero che la SF90 paga molto nelle curve lente. Per dirla con il Team Principal, c’è molto da analizzare per capire quale sia il problema di questa macchina. Perchè, per stessa ammissione dei piloti, non lo hanno ancora capito. E, se non troveranno molto in fretta il bandolo della matassa, il mondiale 2019 sarà una lotta fra Hamilton e Bottas. O, più probabilmente, un assolo del primo, destinato a concludersi ben prima della ventunesima gara.

P.S. a chi scrive la stagione 2019 ne ricorda molte altre. Tutte finite con tante vittorie per una squadra inglese motorizzata tedesca, francese o giapponese e zero o poche vittorie per la Ferrari. Alcune iniziate anche con un certo ottimismo. Ma, sempre, finite con qualche ribaltone, riguardante piloti e tecnici. Le domande ora sono due: quante vittorie porterà a casa la Ferrari quest’anno? E poi: accetterà Vettel di fare il sesto anno, magari in attesa delle opportunità date dal cambio di regolamento o dall’abbandono della Mercedes dalla pancia strapiena, o si stancherà anche lui di arrivare sempre secondo (o, meglio, terzo)? 

P.S.2 ovviamente chi scrive ricorda anche quando era la Ferrari ad iniziare la stagione stravincendo, e a finirla allo stesso modo. Era, però, una Ferrari molto lontana da quella attuale. In tutto, anche nei piloti.

Immagine in evidenza dal profilo Twitter @MercedesAMGF1

Test F1 Barcellona, Giorno 1

Ciao a tutti e benvenuti all’analisi della 1° giornata di Test F1 svoltasi nel consueto circuito di Catalunya, a pochi km da Barcellona: tanta trepidazione e attesa anche quest’anno per vedere in azione le nuove vetture 2019, caratterizzate da modifiche aerodinamiche ben evidenti sia sulle ali che sul corpo vettura per “garantire” una minor turbolenza di flussi, maggior capacità a seguire gli avversari a distanza ravvicinata e, quindi, maggiori sorpassi (almeno in teoria) in questa stagione.

Al contrario dello scorso anno, ad agevolare il lavoro di ingegneri, tecnici e piloti c’è stato il meteo: giornata serena, soleggiata, con poco vento e temperature miti. Quale miglior occasione, quindi, per programmare sessioni di comparazione con i dati della galleria, fin dalle prime ore della mattinata, per tutti i team. O quasi. Ricordo, infatti, per chi giustamente non l’avesse notato (date le prestazioni) l’assenza della Williams (al 99% sarà assente anche domani), per motivi di ritardo con l’assemblamento della vettura, notizia già nell’aria da parecchi giorni (ahi, ahi, Claire…).

Sergio Perez (MEX) Racing Point F1 RP19

 

Fanalino di coda, per numero di giri compiuti, è la nuova Racing Point-Mercedes, guidata da Sergio Perez: soli 30 giri, per un totale di 140km, piuttosto deludente guardando a ciò che hanno fatto i diretti competitor. Non è dello stesso parere, però, il fiducioso pilota messicano spiegando come, per il team britannico, in realtà, questa prima giornata è da considerarsi uno shakedown: tanti check e pochi run per prendere confidenza con la neonata RP19.

 

Segue nella classifica crescente per numero di giri compiuti la Haas-Ferrari, guidata da Romain Grosjean: 65 giri e 3° posto con il tempo di 1:19.159 (+0.998) su gomme a banda gialla (C3). In mattinata il lavoro del francese è stato ostacolato da una perdita di pressione del carburante sulla VF-19, probabilmente dovuta ad un montaggio erroneo della vettura. Nel pomeriggio, invece, ha girato regolarmente, dimostrando le grandi qualità telaistiche della vettura Dallara (di ispirazione SF71H), accoppiata alla componentistica Ferrari.

 

Daniil Kvyat (RUS) Scuderia Toro Rosso STR14

Sesto posto e 77 giri completati per la Toro Rosso con alla guida il “redivivo” Daniil Kvyat, dopo l’ottima esperienza al simulatore di Maranello. Il team italiano, dopo aver fatto debuttare la STR14 lo scorso mercoledì a Misano durante un filming day, ha subito provato a compiere molte tornate per capire il comportamento della monoposto motorizzata Honda e il feeling è positivo. Interessante anche sottolineare la fiducia di Franz Tost nei nipponici, tanto da sottolineare di poter compiere tutta la stagione con sole 3 PU. Un po’ difficile per un team che resta, anche quest’anno, il tester degli sviluppi sul motore…

 

Daniel Ricciardo (AUS) Renault Sport F1 Team RS19.
18.02.2019.

Lotta per il “midfield” di questa personalissima classifica di tornate con McLaren, Renault e Alfa Romeo che hanno compiuto, rispettivamente, 119, 109 e 114 giri. Per gli inglesi una vettura tutta da esplorare: completamente stravolto il concept aerodinamico, per risolvere i cronici problemi di drag e quindi era importantissimo compiere quanti più km possibili. Soddisfatto Carlos Sainz della vettura: buona affidabilità (nonostante un blackout nel pomeriggio) e addirittura 2° tempo assoluto, seppur con mescola più morbida. Renault, invece, ha alternato Hulkenberg e Ricciardo: la vettura però mostra ancora evidenti carenze di guidabilità (testimoniate dagli ultimi due tempi di giornata), quindi molto lavoro da svolgere per avvicinare i top team. Discorso diverso, invece, per Kimi Raikkonen e l’Alfa Romeo C38: definita “un grande passo avanti rispetto alla C37”, nonostante sia stata “battezzata” subito nella ghiaia, ha dato al pilota finlandese ottimi feedback, con buoni riscontri sia sul giro secco, che nei long run.

Kimi Raikkonen (FIN) Alfa Romeo Racing C38.
18.02.2019.

Concludiamo l’analisi della giornata di oggi con i 3 Top Team, Red Bull, Mercedes e Ferrari. Per i ragazzi di Milton Keynes davvero una giornata felice: buon passo gara (mostrato specialmente nel pomeriggio) e buona affidabilità della PU Honda, nonostante qualche “spegnimento” nelle prime uscite, prontamente risolto. Da sottolineare, per quanto riguarda la RB15, la stabilità nei trasferimento di carico, chiaro segno di un ottimo comportamento delle sospensioni; ho notato, però, qualche traiettoria larga di troppo, segnale di un sottosterzo un po’ pronunciato, forse nel tentativo di aumentare la velocità di percorrenza. 

Max Verstappen (NLD) Red Bull Racing RB14.
18.02.2019.

A circa 2 secondi dalla vetta troviamo la Mercedes con Bottas (mattina) e Hamilton (pomeriggio): nonostante sia abbastanza chiaro che non abbiano badato al cronometro, spicca nella giornata di oggi una stranezza nel comportamento della Freccia d’Argento: la vettura necessita di parecchia comprensione, sembrando più complicata della precedente W09. A sottolinearlo sia James Allison, che i due piloti, definendola una macchina “completamente nuova e tutta da scoprire”, ma anche il comportamento in pista, non sempre stabile in curva. E si spargono velocemente nel paddock le voci di una Mercedes “spiazzata” dalla soluzione aerodinamica all’anteriore della Ferrari, che cerca di correre “ai ripari” con addirittura con 3 ali in fase di studio di diversa concezione.

Lewis Hamilton (GBR) Mercedes AMG F1 W10.
18.02.2019.

Ultima analisi di giornata per la Ferrari SF90, guidata senza errori (tranne un piccolo spin a inizio sessione) da Sebastian Vettel. Ben 169 giri e primo tempo assoluto di giornata, compiuto senza troppe forzature. Ciò che ha impressionato gli addetti ai lavori e i tifosi in pista è stata la tranquillità e la facilità con cui la vettura ha girato in pista, mostrando tempi molto buoni nonostante fossero semplici comparazioni con la galleria come per gli altri team. Particolarmente contento è stato il pilota tedesco, il quale ha sottolineato come la giornata sia stata “molto vicina alla perfezione”, ringraziando i tecnici del lavoro svolto sulla vettura, che si è mostrata costante, affidabile, prevedibile e per nulla carente di quel carico rimosso, in teoria, dal nuovo regolamento. Come di consueto ai test mi preme sottolineare che siamo ben lontani dal poter fare un’analisi accurata e precisa sui potenziali in pista. Ciononostante una nota rivista tedesca ha quantificato, da dati GPS Red Bull, un vantaggio di circa 0.5 sec della Ferrari su Mercedes in questa prima giornata…

Sebastian Vettel (GER) Ferrari SF90.
18.02.2019.

Chris Ammirabile

Classifica tempi:

Mercedes doppietta di gomma, Ferrari continua a sprecare

Corsi e ricorsi storici. Correva l’anno 2013, una vettura fantasma portata da una bisarca fantasma e guidata da un pilota fantasma, percorre 1000 km fantasma, e al GP successivo risolve tutti i suoi problemi con le gomme. Quella macchina era colorata d’argento e a farne le spese fu una vettura rossa, con una blu a guadagnarci come effetto collaterale.
5 anni dopo la storia non si ripete, o, almeno, questa è la versione ufficialissima. Dopo tre gran premi con una Ferrari in formissima e una Mercedes in chiara difficoltà, il fornitore di gomme porta pneumatici diversi. Per carità, la scelta è stata avallata dalla FIA, tutto è stato fatto in regola, cosa volete che siano 0.4 mm di battistrada. E’ stato fatto per diminuire il fastidioso blistering che tutti i team, chi più chi meno (e, lo ripeto, chi più chi meno), avevano riscontrato con le gomme 2018 già dai freddissimi test invernali di Barcellona.

Quindi la (comoda) prima fila Mercedes con gomme gialle non ha ufficialmente assolutamente niente a che fare con questo cambiamento delle condizioni al contorno.

Alla partenza, Seb scatta bene e si preoccupa ancora una volta di chiudere il suo compagno. Riesce però a prendere la seconda posizione davanti a Bottas, che ha un’indecisione in curva 2 di cui però Raikkonen non approfitta. Dietro si scatena l’inferno. Grosjean in coda al suo compagno Magnussen viene preso alla sprovvista da un’indecisione di quest’ultimo, e perde la macchina nella velocissima curva 3. Il ragazzo è evidentemente molto nervoso, dopo l’andata a muro sotto SC a Baku e le diverse insabbiature nelle prove, e, anzichè fare ciò che sarebbe logico, e cioè pestare sul freno per bloccare l’auto, si comporta come se fosse da solo, e prova a rimettere dritta la vettura pestando forte sul gas. Il pattinamento è tale che non solo la sua Haas non si raddrizza ma continua ad andare indietro, e il fumo delle gomme rende la visibilità impossibile alla decina di auto che arrivano da dietro. Hulkenberg e Gasly fanno le spese del comportamento scriteriato di Romain, ed inevitabilmente viene mandata in pista la Safety Car.

Alla ripartenza non accade nulla, Hamilton guadagna progressivamente fino a 7 secondi su Vettel, con Bottas che segue il tedesco ad un secondo e mezzo, dando l’impressione di potere essere ben più veloce. In Ferrari tentano l’undercut, montano gomma media ma si ritrovano dietro a Magnussen. Nel frattempo Bottas segna ottimi tempi e supera virtualmente il tedesco rientrando poi per montare a sua volta le medie. Ma il pit stop è troppo lento, e all’uscita del box si ritrova Magnussen e Vettel di fianco, con quest’ultimo che riesce a superare il danese e a lasciarlo davanti a Bottas. Il quale se ne libera qualche giro dopo rimettendosi in coda a Seb alla solita distanza di sicurezza (aerodinamica) di 1.5 sec.

Hamilton, Raikkonen e le due Red Bull restano fuori, ma Kimi non fa in tempo ad effettuare il suo pit-stop perchè il motore lo abbandona prima. Una brutta tegola per la Ferrari che incassa due problemi di affidabilità nello stesso week-end, dopo 4 gare praticamente prive di guasti.

Lewis fa il suo pit-stop e si ritrova dietro a Verstappen. Le due Red Bull sembrano aspettare la pioggia, ma il sole fa capolino e, scoccata la metà gara, entrambi i piloti rientrano per montare le medie. A questo punto per loro la strategia è di sicuro ad una sosta, con gomme di 15 giri più nuove rispetto a quelle di Seb e Valtteri.

Come da tradizione ormai consolidata del mondiale 2018, si presenta una VSC, questa volta particolarmente inutile in quanto Ocon rimane in panne ma parcheggiato la sua Force India proprio davanti ad una postazione dei commissari. La Ferrari ne approfitta per montare medie nuove a Vettel, ma un pit stop particolarmente lungo lo fa rientrare in pista dietro a Verstappen. Il quale però, con la lucidità che lo contraddistingue in questo periodo, all’apparire della bandiera verde urta il doppiato Stroll, perdendo la bandella sinistra dell’alettone anteriore.

Ma questo non è sufficiente per consentire a Seb di raggiungere l’olandese, e la gara si chiude con una nettissima doppietta Mercedes, Verstappen sopravvissuto a se stesso in terza posizione, e Vettel quarto, per la terza volta di fila giù dal podio e per la terza volta di fila con un esame di coscienza da fare assieme alla squadra.

Seguono Ricciardo, autore di una gara anonima, Magnussen (unico vero pilota Haas in questo periodo), e poi, doppiati, Sainz, Alonso, il solito ottimo Leclerc e infine Perez a chiudere la zona punti.

Ai margini della zona punti c’è Stroll, e si tratta di un’ottima prestazione considerando che è arrivato a soli 5 secondi da Perez con una macchina inguidabile e due soli treni di gomme utilizzabili, visto che i fenomenali ingegneri Williams si erano portati dietro tantissime inutili gomme supersoft. Dietro di lui Ericsson, Hartley e Sirotkin sui quali non vale la pena spendere altre parole.

La superiorità della Ferrari, vista nelle ultime 3 gare, sembra evaporata in Spagna. E’ un effetto dei cambiamenti effettuati sulle gomme o è merito degli aggiornamenti portati dalla Mercedes? Non lo possiamo sapere con certezza, certo è che se i cambiamenti stessi non ci fossero stati non avremmo il dubbio, ed è proprio su questo che bisogna riflettere. Ciò detto, è dal GP del Bahrain, dove la Ferrari perse un possibile secondo posto con Raikkonen a causa di un errore ai box, che andiamo ripetendo che non si possono sprecare occasioni preziose se l’obiettivo è vincere il mondale. Oggi potevano starci comodamente un secondo ed un quarto posto, e si è raccolto solo un quarto posto. Se, come sembra, la Mercedes e Hamilton hanno ritrovato la bussola, tutti i punti persi verranno pesantemente rimpianti e il percorso verso il titolo si fa molto in salita, quando un mese fa sembrava quantomeno in pianura.

Come si è sentito ripetere spesso in questi giorni, Barcellona è una pista Mercedes, il che sembra sottintendere che non ci si debba preoccupare troppo. Ma la SF71H era e resta una gran macchina, e, come ebbe a dire Marchionne ad inizio anno, forse temendo ciò che si è poi visto, se non raccoglierà i risultati previsti non ci saranno scuse per nessuno. E, di conseguenza, fra due settimane a Monaco ci sarà solo un risultato accettabile per la Ferrari: la doppietta.

Test Barcellona 2 – Giorno 4

Benvenuti anche oggi all’analisi dei test a Barcellona: ultimo giorno di prove, ultima possibilità per squadre e piloti di incamerare la maggior parte di dati possibili in vista del primo GP della stagione. Dal punto di vista atmosferico, il meteo è stato clemente e ha agevolato anche quest’oggi il lavoro, permettendo di ottenere una quantità di dati costante necessari per lo sviluppo di queste monoposto in alcuni casi ancora “acerbe” e lontane dal loro reale potenziale.

Giornata al di sotto delle aspettative per Williams che ha cercato di far fare dei chilometri a Sergey Sirotkin e Lance Stroll: i due piloti titolari hanno preso in prestito mezza giornata che spettava a Robert Kubica, il quale l’ha messa a disposizione per migliorare lo scarso feeling dei piloti con la vettura. Stroll è sembrato messo peggio di Sirotkin, compiendo soli 27 giri…

Giornata non ideale per la Sauber con alla guida Leclerc. Un’uscita fuori pista ha fatto perdere molto tempo (e causato una bandiera rossa) ma nel pomeriggio si sono dedicati ai test sugli pneumatici, per la prima volta anche HyperSoft. Migliorato il feeling con il nuovo progetto e collezionati più dati, il team si sente preparato alla prima prova stagionale… 

Giornata solida e produttiva per Force India, con alla guida Ocon. 163 giri e programma simile a quello di ieri, provando vari setup focalizzati soprattutto nella comprensione delle mescole più morbide e long run. 1:18.967 il tempo ottenuto con le Hypersoft.

156 giri e Best time in 1:18.949 per Hartley e la Toro Rosso Honda, con numerosi long run e prove di setup. Interessanti le parole di Franz Tost e James Key che rivelano quanto importante sia stato sfruttare il layout della PU Honda (e la sua affidabilità, tanto da compiere 3.800 km nei test) per creare una vettura che sembra performante ma soprattutto facile da guidare. Positivi i giudizi dei piloti in vista del primo GP.

Tanta fiducia in casa Haas per le prestazioni della vettura e per l’affidabilità che ha permesso a Grosjean di compiere ben 181 giri oggi. Dalle parole del francese e del suo team principal Steiner si evince che sono pronti ad analizzare i dati e iniziare la caccia ad un posto di rilievo nel middle field. Sarà così?

Solo 45 giri per un problema al cambio ma terzo posto assoluto nella classifica dei tempi odierna per Carlos Sainz e la Renault con gomme HS. Sia i piloti, sia il team principal sono convinti di avere una macchina maneggevole e ben bilanciata. Sarà la 4° forza in campo in lotta con McLaren a Melbourne?

L’ennesimo stop nella mattinata anche del giorno finale dei test non lasciava ben sperare per la McLaren, costretti a fermare la MCL33 in curva 7, come già accaduto due giorni fa. I problemi accusati al turbo della power unit Renault hanno richiesto la sostituzione del motore. L’asturiano quindi ha avuto nel pomeriggio una tabella di marcia molto serrata, che si è conclusa con un bel tempo di qualifica con HS in 1:17.784. In McLaren dicono di avere nascosto del potenziale… vediamo cosa ne vien fuori fra 2 settimane!

1:18.327 è il tempo con cui ha chiuso al quarto posto, ma utilizzando pneumatici Pirelli a mescola Supersoft, Daniel Ricciardo e la sua RB14. Giornata molto positiva con non molti giri all’attivo ma tante prove di setup, soprattutto dopo aver notato che Ferrari è davanti nelle simulazioni del passo gara. Dal team avvertono: abbiamo ancora da tirar fuori.. ma pensare che gli altri abbiano dato il massimo mi sembra poco realistico. E nel frattempo Helmut Marko fa sapere che Ricciardo ha il contratto in scadenza quest’anno .. tanto per aggiungere un po’ di pepe alla già piccante pre-season 2018. 

Sornione come non mai il team campione del mondo 2017 e anche 2018 per plebiscito popolare dopo questi test di Barcellona. Ovviamente parlo di Mercedes che, pur non avendo mai provato il giro di qualifica, ha già spaventato tutti per il passo gara mostrato (anche se solo e soltanto con gomma media) e per i sorrisi di Hamilton ai giornalisti, simbolo di una estrema fiducia nel mezzo. E, mentre già si comincia a fare la lista delle cose in cui sono superiori rispetto agli altri team, io propongo un paio di immagini delle gomme posteriori dopo i run di oggi con SS e Hard, non certo di bel aspetto nonostante tutti assicurino che non c’è la minima preoccupazione. Sarà questa l’unica àncora di salvataggio per avere qualche battaglia in pista?

Ultima nell’analisi di oggi e ultima anche nella classifica dei Costruttori 2018 secondo qualche tifoso, è la Ferrari. Come ho scritto spesso ormai, ogni giorno quando si parla di Rossa ne sentiamo una nuova e si passa dalla vittoria a mani basse alla disperazione più totale nemmeno in 24h. Peccato che le cose non stiano esattamente così. Nonostante i tempi della race simulation non siano stati infatti così esaltanti oggi con Kimi (che pare abbia girato con mescole usate però), la SF71H è una macchina che mi ispira fiducia, forse perchè figlia “cresciuta” della tanto amata SF70H, forse perchè sia il team, sia i piloti, mostrano una tranquillità e degli atteggiamenti (come alzare il piede in alcuni punti del circuito ieri ad esempio) che quasi sembrano inspiegabili e mal si sposano di fronte a un gap che si attesterebbe a poco meno di mezzo secondo da Mercedes, così com’era all’ultimo GP del 2017. E quindi domanda sorge spontanea: siamo davvero davanti a una grande macchina o davanti a una SF16H, tanto buona in teoria ma completamente inadatta in pratica? A Melbourne l’ardua sentenza…

Questa SF71H non sarà mica tutto fumo e niente arrosto…

Questo è l’ultimo resoconto dei test 2018… alla prossima!!

Chris Ammirabile

Fonte AutosprintLive

 

Test Barcellona 2 – Giorno 3

Ciao a tutti e benvenuti alla consueta analisi post-test. Oggi, penultimo giorno di prove, abbiamo avuto tanta attività in pista, complice anche temperature piuttosto stabili (anche se più fredde di ieri) che hanno facilitato il compito a team e piloti, e analizzeremo tutti i dati raccolti, come sempre team per team, partendo da quelli di fascia più bassa e giungendo ai top.

Giornata a due facce per la Williams, che ha girato al mattino con Kubica e al pomeriggio con Stroll, acquisendo ottime informazioni dal primo riguardo al setup attraverso varie prove di pneumatici (e anche un tempo tutto sommato decente, secondo Paddy Lowe si poteva anche andare più forte), e quasi nulla dal secondo, a causa dello scarso feeling con la FW41.

Giornata produttiva per la Force India: ben 159 giri per Sergio Perez, che ha provato vari setup focalizzati soprattutto nella comprensione delle mescole più morbide, aumentando la comprensione di una vettura che, come ogni anno, inizia in sordina per poi evolversi in modo preciso ed efficace (primi aggiornamenti attesi per Melbourne).

Giornata positiva per Sauber con alla guida Ericsson. In mattinata hanno compiuto test aerodinamici e provato le gomme più morbide; al pomeriggio si sono focalizzati sulla simulazione di gara. Secondo il pilota svedese la vettura si è comportata bene negli stint lunghi ed è un ottimo punto di partenza per migliorare in ottica Melbourne.

Giornata euforica per il team Toro Rosso Honda. Nonostante le battute dei malpensanti su un ipotetico cambio di una Power Unit al giorno per Honda, il team faentino ha compiuto ben 169 giri con addirittura il 3° tempo assoluto ottenuto con gomma HyperSoft. Gasly si è dedicato a varie prove di setup con poca/molta benzina per sistemare il bilanciamento della vettura nella mattinata, per poi occuparsi della simulazione di gara nel pomeriggio.

Finalmente un giovedì di test all’altezza per McLaren Renault e Stoffel Vandoorne. I problemi di affidabilità visti negli scorsi giorni oggi non si sono presentati e quindi si sono potuti dedicare alle simulazioni di qualifica e di gara come tutti gli altri team. Il pilota belga ha concluso in sesta posizione con 1’18.855  realizzato su pneumatici Hypersoft. 

Consistente la giornata per Renault, con alla guida sia Sainz che Hulkenberg. Entrambi hanno compiuto una buona somma di giri (quasi 150 totali) dimostrando l’ottima solidità della vettura. Anche per loro prove di qualifica con gomme HyperSoft e long run, dedicandosi alla comprensione di una monoposto che sembra nata bene. 

Giornata incredibile per Haas. Dopo aver mostrato già ieri di essere in crescita a livello di potenziale, oggi si sono davvero superati compiendo ben 153 giri ma soprattutto il 2° tempo assoluto con pneumatici SuperSoft (ben più duri di quelli utilizzati dai loro rispettivi concorrenti). Insomma la SF70H con PU e retrotreno della SF71H è una macchina che sembra promettere bene…

Analisi combinata oggi per Mercedes, Red Bull e Ferrari dato che i tre top team si sono dedicati ad attività simili, tranne che per la prova del giro di qualifica, fatto ieri dai primi due e oggi dal team di Maranello. 1.17.182 il nuovo record ufficioso della pista fatto con gomme HyperSoft da Sebastian Vettel, il quale ha anche alzato il piede sul rettilineo, facendo intuire che i tempi non sono l’obiettivo di questa giornata di test. In mattinata Mercedes si è dedicata, invece, alla simulazione della gara, compiuta poi da Ferrari e Red Bull nel pomeriggio. Ed ora arriviamo al clou di questa analisi, in quanto una grossa testata giornalistica tedesca, AMuS, ha scritto un articolo (copiato poi da un po’ tutti anche in Italia) nel quale, secondo loro, Ferrari avrebbe un ruolo subalterno alla lotta mondiale (che diventerebbe affare unico tra Mercedes e Red Bull), basandosi sui tempi della simulazione di gara e dai dati del GPS della Renault (non so quanto affidabile).  A questo proposito riporto i dati e li analizzerò brevemente con la logica, non conoscendo nessuno, ovviamente, la vera attività dei team in pista. Come si può notare, Ferrari per 2/3 di gara si mostra veloce quanto la Mercedes di Bottas, salvo poi alzare inspiegabilmente i tempi nell’ultimo stint. Perché inspiegabilmente? Il motivo è presto detto: nessuna vettura, a rigor di logica, con serbatoi scarichi e con gomme nuove,  fa gli stessi tempi di quando aveva 3/4 di serbatoio pieno e gomme usate di 20 giri. Ad avvalorare poi questa ipotesi c’è un improvviso 1.19.9, ben 2 secondi più veloce del tempo fatto al giro precedente. E ad avvalorare ulteriormente la mia ipotesi ci sono le parole di Seb “per ora la cosa importante è che sappiamo che la nostra auto sta lavorando nel modo che vogliamo, nel modo in cui ci aspettiamo”. 

Quindi, a mio parere, questa SF71H può essere due cose soltanto (parafrasando le parole di Marchionne): o una gran vettura (permettendo ai tecnici di mascherare chiaramente i propri i tempi qua e là) o una gran ciofeca, capace di prendersi 1 secondo (badate bene.. 1 secondo!) al giro da Mercedes in gara e, secondo AMuS, talmente lenta in qualifica da spaventare Binotto e Arrivabene, visti a parlare “preoccupati” in Haas dopo il tempo fatto oggi. Sicuramente Mercedes e Red Bull sono avversari temibili ma diciamo che di esagerazioni ne abbiamo lette abbastanza in questi test…

Chris Ammirabile 

 

Tempi e giri per Pilota, fonte AutosprintLive