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MACAO GP 2019 – La “Guia” batte Hickman ma non il Re. Vince Micheal Rutter

Al via la 53^ edizione del Gran Premio Motociclistico di Macao, sul circuito da Guia, lungo i suoi 6118 metri e le 19 curve del circuito cittadino che regala sempre grandissime emozioni ed è una pietra miliare delle corse motocicliche su strada.

Una gara thriller, con epilogo analogo, che anche quest’anno ha dispensato suspense “negativa” e fatto stare tutti con l’apprensione alle stelle a causa di due incidenti avvenuti durante la gara. Alla seconda bandiera rossa, la gara è stata prima sospesa e poi cancellata definitivamente, poiché domenica non si sarebbe potuto correre.

FASTEST MAN ON EARTH… Peter “Hicky” Hickman

Il Pilota più polivalente del Pianeta, veloce in pista ed imprendibile su strada, qualsiasi strada sia, il Tourist Trophy, la North West, l’Ulster o Macao scegliete voi. È semplicemente il migliore.

QUALIFICHE…

Griglia di partenza tratta dal sito https://www.macau.grandprix.gov.mo

L’ essere umano più veloce del pianeta Terra è il mattatore di ogni singolo turno di prove dalle prime prove sino al warm up, basti pensare che la pole 2’25″100 è stata fatta segnare nel primo turno di qualifiche senza montare le gomme da qualifica. Mostruoso è dir poco in sella alla S1000RR preparata dallo Smiths Racing (Suo Team nel BSB) ma sotto la bandiera del Team di proprietà MGM Batham Racing.

Distanzato di pochi centesimi il suo compagno di team Michael Rutter su una formidabile Honda RC213V e le due Ducati V4R di “Davo” Johnson e udite udite John McGuinness, si proprio il Missile di Morecambe, ritornato finalmente competitivo dopo il brutto incidente alla NW200 dello scorso anno.

McGuinness immagine tratta dal sito www.macau.grandprix.gov.mo

 

LA GARA…

In gara il Hickman parte in testa e gareggia contro se stesso, contro le barriere della Guia, contro le 19 curve del circuito cittadino.

La gara viene stoppata al 4° giro per un incidente che vede coinvolti il britannico Hodson del team JGH Racing ed il ceco Cerveny del team Wepol Racing, il primo scivola perdendo l’anteriore della sua S1000RR seguito da Cerveny che non può far nulla per evitare la caduta.

BANDIERA ROSSA 🚩

Le BMW S1000RR di Hodson e Cerveny a terra, immagine tratta da www.macau.grandprix.gov.mo

1^ RIPARTENZA

Riparte con 8 giri da percorrere, a causa della liquidi persi da una delle BMW in piena traiettoria.

Il “Re della Guia” Michael Rutter ha una partenza fantastica, dimostrando a 47 anni di avere i riflessi di un 20enne e si mette dietro Peter Hickman.

Il Campione in carica cerca disperatamente di superarlo e continuare ad imporre il suo ritmo, cosa che gli riesce in fondo al rettilineo della Lisboa.

Hickman è al comando, con Rutter e Davo Johnson subito dietro attaccati quando succede il finimondo, una carambola pazzesca che coinvolge tanti Piloti nelle retrovie, nuovamente esposta la bandiera rossa.

2^ BANDIERA ROSSA 🚩

2^ Bandiera rossa. Immagine www.macau.grandprix.gov.mo

 

I Piloti coinvolti nella seconda caduta sono 6, dei quali solamente Sheils (Team RK Racing), Kostamo (rivelazione dell’IRRC) e Kruger (entrambi team Penz13) sono stati trasportati in ospedale per accertamenti.

Rimane l’amaro in bocca per i Piloti, i Team e tutti gli addetti ai lavori nonché per le migliaia di appassionati che ogni anno attendono i Cavalieri della “Guia” darsi battaglia.

Tutti conosco i rischi di questo tracciato, tutti conoscono i rischi delle RR, sono cavalieri che accettano di correre e sentire l’adrenalina scorrere nelle vene pur consapevoli che basta un minimo errore….

Rutter, 47 anni per il “Re della Guia” immagine tratta da https://www.macau.grandprix.gov.mo/en/

Alla fine clamorosamente viene dichiarato vincitore proprio Michael Rutter, con la classifica di un solo giro. Hickman non sarà contento ma…. IT’S RACING BABY.

Queste sono le corse su strada. Questo è il Circuito da Guia.

Questa è Macao, vi piaccia o no.

 

 

Francky Longo

 

 

P.S. Appuntamento al 2020

 

Immagine in copertina tratta dal sito ufficiale

 

SPERIAMO SIA SOLO UN ARRIVEDERCI JL99

 

Jorge Lorenzo “porfuera”.

….non trovo le parole…. Perderlo dalla griglia dopo oltre quindici anni mi sembra inverosimile…. Ricordo quel ragazzino perennemente imbronciato che nella “due e mezzo” spesso partiva attardato ma poi rimontava alla grande nella seconda parte di gara lasciando agli altri le briciole dopo essersi scornati ad inizio gara.

Sarò onesto e dico che in quel periodo non mi era simpatico perché batteva le nostre speranze future delle classi minori. E non mi era simpatico neanche dopo, quando faceva le sue scenette post vittoria al punto di rischiar di lasciarci le piume annegato nel laghetto. Ma come ben sapete ho un rapporto tutto mio con le scenette…

Cominciai ad amarlo quando da sbarbatello fu lanciato nel box Yamaha a fianco dello squalo: mi faceva tenerezza, mandato nell’arena come un gladiatore che avrebbe potuto e dovuto soccombere. Ed invece no, tenace e duro come il diamante è uscito a testa alta dal confronto, battagliando ad armi pari sia con Rossi che con Stoner che con il fenomeno Marquez. Tante le gioie, tante le vittorie che mi hanno fatto alzare dal divano. Una su tutte quella del Mugello 2018 che pareva fosse l’uscita dal tunnel e che poi invece si è rivelata l’inizio della fine.
Ho sempre apprezzato il suo essere franco e schietto, quando non le mandava a dire a nessuno perchè è l’unico modo di comunicare che conosco anche io. Pochi sanno i retroscena del periodo complicato che fu costretto a vivere quando si separò da Amatrain, ed ancora una volta in quell’occasione mostrò il suo carattere e la forza d’animo del guerriero senza che tutte le tensioni minassero il suo rendimento in pista. Ma fu dura, perché quando un pilota arriva a cambiare il numero sulla moto (aveva il 48) vuol dire che il momento è stato davvero segnante.

Non riesco ad aggiungere alto, perché ne sento già la mancanza in pista e non riesco a trovare le parole adatte se non un GRAZIE grande come una casa ed un CI MANCHERAI grande come un quartiere.


immagine tratta dal sito mcnews.com.au

PS:
Spero di rimangiarmi queste parole nel 2021….. Sognare è gratis e nessuno me lo può vietare.

Salvatore Valerioti

 

“MAI DIRE MAI” cit. Jorge Lorenzo Guerrero

Giro d’onore al Tourist Trophy del 2010 su Yamaha R1 per Jorge Lorenzo

Non mi dilungherò. La tristezza  è tanta.

Pochi giorni fa parlai del “muro”
Quel muro che tante volte Giorgio ha eretto nella sua carriera dopo averlo disfatto per il puro piacere di ricostruirlo meglio, quasi fosse un’artista alla corte dei Medici.
Ed in effetti lui è un’artista alla corte dei Medici… incantando il mondo intero in particolare nella pista del Mugello, nella terra degli Artisti.

“Sei stato una fonte d’ispirazione per alcune mie battaglie personali, che recentemente ho vinto e delle quali orgoglioso mostro al mondo non preoccupandomi delle eventuali cicatrici”
(Oggi applaudeva rendendo omaggio al tuo addio)

Mi duole troppo ripercorrere la sua carriera in queste ore e non lo farò, il pensiero va all’essere “Jorge Lorenzo”.

Essere come lui vuol dire essere una testa dura che non si arrende mai, vuol dire essere antipatico perché non usa una maschera “Pirandelliana” bensì fa trasparire sempre il suo vero volto, vuol dire essere uno Spartano… rude, perennemente incazzato col nemico e dolce con la sua lancia nel maneggiarla e scagliarla verso l’obiettivo.

Anche io sono Jorge Lorenzo.
Ognuno di noi è Jorge Lorenzo.

Grazie e Addio Giorgio, anzi arrivederci e…. Mai dire Mai😈

Francky Longo

Foto presa da Sweet Press

Jorge, che diamine mi combini?

Sei sempre stato quel pilota e personaggio che, un giorno mi stai simpatico e un giorno ti vorrei dir di tutto…

…poi bastava vederti salire in sella, assistere al talento dei grandi campioni, di quelli che ne nascon pochi…

…non potevo amarti quando riuscivi a battere Vale, ma potrò ricordare almeno 2 stagioni da favola, con la lotta fra voi due…

…farmi provare totale ammirazione quando montavi in sella anche con le gambe rotte o 36 ore dopo un operazione chirurgica…

…ho creduto che anche questa volta ci saresti riuscito, uscendo da quel filotto d’infinite cadute e danni fisici, come hai sempre saputo fare, mosso da quella voglia e certezza di essere uno tosto, che sa battere tutti quelli presenti in griglia…

…nel mio cuore spero sia solo un arrivederci, in attesa di rivedere in pista, UN CAMPIONE!!!

Grazie Jorge…

Ps nel 2020 avrei voluto rivederti al WDW e dirti ancora, SEI UN GRANDE!!!

Saluti Davide_QV

MotoGP 2019- Ultimo Round Mondiale ValenciaGp

In un atmosfera di elettrizzante incertezza e di spasmodica attesa il Mondiale delle Moto si presenta sulla dirittura d’arrivo della pista di Valencia. Quattro piloti su quattro moto diverse a giocarsi la vittoria iridata con una combinazione di punteggio che permetterà di trionfare SOLO al vincitore della gara, quindi sarà un tutti contro tutti senza nessuna strategia…….
Ah, no!….ooppss mi sono sbagliato, perdonatemi..torno serio.
Ci accingiamo ad assistere all’ultimo weekend delle moto in un clima di ultimo giorno di scuola e con tutti i titoli già assegnati in ogni categoria. Questo metterà ogni pilota nelle condizioni di potersi concentrare su un fine settimana in cui tutti potranno orientarsi verso l’unico risultato interessante che è la vittoria della singola gara. Una sorta di Gran Premio extra campionato dove tutti hanno l’obbligo di dare il massimo possibile senza aver nulla da perdere, prerequisiti fondamentali per avere uno spettacolo interessante ma con gli spagnoli padroni di casa comunque a farla da padroni.

immagine tratta dal sito tribunnews.com

Nell’opinione di chi scrive Marquez, Vinales e Rins saranno i favoriti per la vittoria, tutti in condizioni di parità: le caratteristiche della pista non dovrebbero privilegiare nessuna delle tre marche sotto i glutei dei tre alfieri spagnoli.
Lo scorso anno la spuntò Dovizioso su Rins dopo l’interruzione della gara per il maltempo e le conseguenti cadute. Alla seconda gara di 14 giri non parteciparono nè Marquez né Vinales, ed il ducatista sfruttò l’opportunità nel migliore dei modi.
Nel weekend non è prevista pioggia quindi si presume che lo svolgimento della gara possa essere lineare senza variabili a modificare i valori in campo. Le premesse per poter assistere a tre quarti d’ora di divertimento puro ci sarebbero tutte sempre che Marquez sia d’accordo: se non dovesse esserlo assisteremo al solito dominio con buona pace degli spettatori. Con la pista che gira a sinistra Il “fattore Marc” è da tenere ben a mente seppur il catalano non vinca a Valencia dal 2014: è costantemente un brutto cliente per chiunque, a maggior ragione dopo un digiuno così lungo su una pista spagnola e pure libero da pensieri di Campionato.
Le Yamaha sono chiamate a confermare i buoni risultati globali degli ultimi tempi che la rendono al momento la moto più equilibrata del lotto. I tecnici hanno svolto un lavoro importante nel corso del 2019 considerando il punto di partenza di inizio anno. Sono riusciti a far lavorare meglio quell’elettronica che negli ultimi anni li ha fatti disperare e l’esperienza sarà utile anche nel prossimo futuro. Maverick è il favorito d’obbligo tra i piloti di Iwata sia perché si corre in casa sua ma anche perché reduce dalla convincente vittoria nell’ultimo round mondiale.
Il sempre gagliardo Quartararo avrà l’opportunità di poter far bene e magari vincere la prima gara in carriera. Sarà un compito comunque arduo nel feudo dei piloti spagnoli dove negli ultimi dieci anni solo Stoner (nel 2011 iridato) e Dovizioso (nel 2018 di cui sopra) sono riusciti ad interrompere il dominio iberico. Se a questo dato aggiungiamo che una Yamaha dei team satellite non ha mai vinto una gara di MotoGp ecco che un eventuale successo di Fabio avrebbe i contorni dell’impresa.
Osservato speciale anche Rins sempre veloce (seppur tra alti e qualche basso) in sella ad una Suzuki che su questa pista non pagherà oltremodo il deficit di motore che ancora la separa dai big. Alex ha sette punti in meno di Vinales in classifica generale e la conquista del terzo posto finale rappresenterebbe un ottimo risultato sia per lui che per il team Suzuki: dopo il mondiale 2000 di Roberts il miglior piazzamento fu proprio un quarto posto di Maverick nel 2016. In bocca al lupo al buon Rins.
Ducati. In una gara one –shot potrebbe ben figurare anche Dovizioso che qui ha faticato moltissimo nel 2017 quando si giocava il mondiale. Con un secondo posto nel mondiale ampiamente consolidato la stagione è andata in calando ed il binomio italiano non vince una gara dal Red Bull Ring di inizio agosto, ben tre mesi fa: sarebbe auspicabile un colpo di coda. Petrucci è chiamato ad una prova d’orgoglio dopo le ultime gare molto opache: se corresse nel team Red Bull di Formula 1 sarebbe già stato appiedato a stagione in corso nonostante la vittoria del Mugello.
Da Valentino e da Jorge si attendono segnali di risveglio: più facile il compito dell’italiano, mentre per lo spagnolo siamo alla Mission Impossible.
Per Ktm ed Aprilia valgono i discorsi di tutto il resto dell’anno, ovvero che urgono rivoluzioni più che evoluzioni per fare quello step necessario ad avvicinarsi ai primi ancora troppo distanti. La scelta fatta da Ktm sui piloti 2020 la dice però lunga in merito al cammino che si troveranno da fare prima di arrivare al top. Il solo Policio Espargarò può pensare di far bene in terra spagnola questo fine settimana, più per fattore campo che per altro…purtroppo.

Il weekend valenciano avrà un estensione la settimana successiva con i primi test collettivi in ottica 2020. Come di consueto le Case porteranno in pista i loro progetti per il prossimo anno seppur non in versione definitiva. Debutteranno le modifiche di telaio, motore ed aerodinamica per consentire ai piloti di saggiare le novità ed indirizzare lo sviluppo per i prossimi mesi prima dei test successivi.
Da martedì in avanti ci saranno giorni fondamentali per far chiarezza sul futuro di Jorge Lorenzo. Potremo capire se HRC ha prodotto una moto ed un motore che possano adattarsi meglio alle esigenze del maiorchino o se, in caso contrario, assisteremo all’unico colpo di scena di questa stagione.
Aspettative alte anche per quanto riguarda Aprilia. Massimo Rivola presente all’EICMA ha annunciato una rivoluzione del progetto RS-GP in tutte le sue parti: elettronica, telaio, e motore che avrà una V con diversa angolazione tra le due bancate. Purtroppo non lo vedremo a Valencia ma con ogni probabilità durante il prossimo test a Sepang in Febbraio. Ci auguriamo di rivedere tutte le domeniche gare come quella australiana, con Iannone bello tronfio sul manubrio di una moto in grado di tenerlo nelle zone alte della classifica laddove merita un nome come Aprilia e laddove il talento dell’italiano dovrebbe stare.

immagine tratta dal sito vastoweb.com

Le gare della Moto2 e della Moto3 sono anch’esse libere da vincoli di campionato quindi aperte ad ogni risultato anche più della classe regina. I due campioni del Mondo Marquez e Dalla Porta vorranno onorare il titolo, ed i loro colleghi potranno fargli sudare la vittoria di tappa lottando con il coltello tra i denti. Nessun pronostico è possibile, anche se il piacere di rivedere Lorenzo vittorioso ancora una volta sarebbe grande per tutti noi italiani. Lascerebbe la categoria da trionfatore totale di tutte le ultime gare e del Campionato più combattuto tra quelli del 2019…almeno fino a quando il toscano ha deciso che non aveva più voglia di giocare…

immagine tratta dal sito firenzesettegiorni.it

Buone gare a tutti i lettori, a tutti gli appassionati delle due ruote con la speranza che il 2020 possa essere una stagione più combattuta e, soprattutto, che possano trionfare i colori italiani.

Salvatore Valerioti

Immagine in evidenza tratta dal sito moto.it

Hamilton a -1 da Schumacher, la Ferrari resta a casa

2 novembre 2008: un giovanissimo Lewis Hamilton vince il primo titolo mondiale alla sua seconda stagione, togliendolo in extremis a Felipe Massa, che non avrà mai più gloria, dopo quella giornata.

3 novembre 2019: un Lewis Hamilton molto maturo vince il suo sesto titolo mondiale, il quinto in 6 anni avendo perso a sua volta in extremis quello del 2016.

I numeri non mentono mai, in qualsiasi epoca e con qualsiasi vettura essi vengano raggiunti. Fare confronti con altri campioni è sempre inopportuno, l’albo d’oro dice che Lewis ora si trova a -1 dal più grande di tutti i tempi, Michael Schumacher, e si trova ancora al massimo della forma e della motivazione, oltre che guidare per un team che da 6 anni non va in crisi di prestazione se non per gare isolate. Quindi il conteggio andrà avanti, chissà ancora per quanto.

Fatti i doverosi complimenti all’esa-campione, veniamo alla cronaca di una gara ben poco entusiasmante. Si è arrivati ad Austin con temperature inusuali per il Texas. Ed era fin troppo facile prevedere che questo, a qualcuno, avrebbe creato problemi nell’interpretazione delle gomme. E chi sarebbe stato quel qualcuno era altrettanto facile prevederlo.

Il venerdì aveva raccontato di una Ferrari in difficoltà come sempre a far durare le gomme. Ma il sabato non c’è stato il dominio cui la rossa ci aveva abituati dopo il ritorno dalle vacanze. Per di più, il motore abbandona Leclerc nelle FP3, e lo costringe a montare una PU vecchia per il resto del week-end.  Un solidissimo Bottas guadagna così la pole per pochi millesimi davanti a Vettel, Verstappen, Leclerc ed Hamilton, tutti vicinissimi.

Già dalla partenza si capisce che sarà una gara a 3, e che fra questi non ci saranno macchine rosse. Vettel dopo poche curve sprofonda in settima posizione. A Leclerc non va molto meglio, e si vede superato da Hamilton mantenendo la quarta posizione dello start. I primi 3, Bottas, Verstappen e Lewis, si allontanano da lui rapidamente.

Al nono giro finisce la gara di Sebastian, con la sospensione posteriore destra saltata. Al quattordicesimo si ferma Verstappen, le cui gomme erano ormai finite. Bottas si copre da un possibile undercut fermandosi al giro successivo, mentre Hamilton viene invitato a fare la stessa cosa ma rifiuta preferendo continuare. In questo modo, però, gira notevolmente più lento del compagno di squadra, che lo raggiunge e supera al 24° giro. A quel punto si ferma anche l’inglese, ma per potere sperare di vincere non dovrà fare altre soste e sperare che gli avversari invece cambino ancora le gomme.

Rientrato in pista, Lewis inizia a recuperare al ritmo di un secondo al giro. Anche Leclerc, fermatosi al 21° giro per ben 7 secondi (piove sul bagnato), gira su ottimi tempi, segno che con le gomme dure la Ferrari si trova meglio rispetto alle medie con le quali era partito. Le stesse gomme dure non vanno altrettanto bene a Verstappen, che  è costretto a fare la sua seconda sosta molto presto, al 35° giro, e viene subito imitato da Bottas, il quale al rientro in pista inizia a segnare tempi record nel tentativo di raggiungere il compagno di squadra in testa alla gara.

Ma Lewis, come già in Messico, guida da campione del mondo, gestendo benissimo le gomme e continuando con un ottimo ritmo. Ma, purtroppo per lui, con queste Pirelli i miracoli non li può fare nessuno, e a 5 giri dalla fine deve cedere la posizione a Bottas che lo supera di forza dopo avere fallito un tentativo al giro precedente.

Ormai le gomme sono finite, e la minaccia Verstappen incombe. Purtroppo per l’olandese, Magnussen insabbia la sua Haas al penultimo giro proprio alla fine del lungo rettilineo, laddove c’è l’unico punto in cui il sorpasso è teoricamente possibile.

Finisce così con Bottas che vince meritatamente dalla pole, Hamilton secondo e Verstappen terzo. Al quarto posto, staccato di quasi un minuto, arriva Leclerc, autore del giro più veloce nel finale. Quinto un ottimo Albon, rimontato dall’ultima posizione dopo un contatto in partenza. Sesto Ricciardo, con una Renault più vicina del solito ai primi,  tallonato dal fantastico Norris con una McLaren sempre più quarta forza. A confermarlo c’è l’ottavo posto di Sainz, davanti ad Hulkenberg e a Perez, rimontato dal fondo dopo essere partito dalla pit-lane. La sua posizione avrebbe dovuto essere di Kvyat, che però è stato penalizzato subito dopo la fine della gara.

Fuori dai punti, per l’ennesima volta, Raikkonen, davanti al già citato Kvyat, agli inconsistenti Stroll e Giovinazzi, a Grosjean con l’unica Haas arrivata al traguardo, e a Gasly, classificato pur non essendo arrivato al traguardo, e comunque davanti alla Williams di Russel, che al traguardo ci è arrivata ma molto lentamente.

Con i due campionati già assegnati, restano solo la gara di Interlagos e quella di Abu Dhabi. Vedremo se la Ferrari tornerà sui livelli ai quali ci aveva abituato dopo le ferie, o se continuerà il dominio Mercedes che abbiamo visto nelle ultime gare.

p.s. 1
Chiedo scusa ai tifosi di Lewis per l’immagine in evidenza che non lo celebra, ma era troppo pittoresca nella sua “drammaticità” per non essere utilizzata. Il carbonio, generalmente infaticabile e molto tollerante, si ribella al troppo lavoro che gli è stato chiesto ad Austin, fra salti, buchi e cordoli anche messi da un giorno all’altro da una direzione corsa sempre attentissima alla sicurezza. Ma è accaduto solo alla Ferrari, e questo deve fare pensare.

p.s. 2
Abbiamo letto in questi giorni dei malumori degli altri team nei confronti della PU Ferrari. Abbiamo anche saputo di una richiesta di chiarimenti da parte della Red Bull su un dispositivo palesemente irregolare, cui la FIA ha risposto più o meno “non provate a montarlo in macchina se no sono guai”. E improvvisamente, come a Monza lo scorso anno quando impazzavano le polemiche sulla batteria, la Ferrari perde un vantaggio che sembrava evidente. Sicuramente non c’entrerà assolutamente nulla, ma…

p.s. 3
Dopo la bella strategia attuata in Messico, Binotto aveva detto “dobbiamo rischiare di più”. E infatti quando Charles ha rotto la PU, anzichè montarne una fresca beccando 10 posizioni ma potendo contare su una unità fresca da usare nelle ultime gare, ne hanno rimontata una vecchia, col dubbio di non potere più riutilizzare l’altra, e dovere quindi prendere comunque penalità in Brasile. Col senno di poi è stata una scelta sbagliata, a meno che…

p.s. 4
Della presa d’aria Mercedes posta fuori dalla sagoma prevista per la presa dei freni, e adibita non al raffreddamento degli stessi ma a quello delle gomme, si è parlato poco, chissà perchè…

Le tigri della Malesia- Post Gp di Sepang 2019

Vinales, Alex Marquez e Dalla Porta si prendono la scena del GP della Malesia 2019.

Sepang.
L’arrivo a Sepang è un po’ come la fine dell’e vacanze estive quando eravamo bambini, la fine del divertimento della spensieratezza, delle giornate libere per dar sfogo a tutta la nostra sete di libertà. Sepang ci mette di fronte alla consapevolezze che l’estate, ovvero il Motomondiale, sta finendo.

È la tappa finale del trittico Asiatico chee ogni anno ci tiene svegli per 3 fine settimana successivi facendoci sembrare delle controfigure di The Walking Dead..

Purtroppo questo weekend di gara si apre con il tragico incidente del 20enne Afridza Munandar, classificatosi 3° nella Asia Talent Cup e per il quale la stessa organizzazione ha ritirato il 4, suo numero di gara.

Tutti gli occhi sono puntati sul gioiellino di casa Petronas, il Francese Quartararo che fa strabuzzare gli occhi al paddock intero, direttori sportivi in primis.

Guadagna una pole sontuosa tanto da guadagnarsi anche le attenzioni del Campione del Mondo Marquez.
Per star in scia al Francese in Q2 addirittura vola in Highside rischiando di farsi malissimo.
Aspre le critiche degli addetti ai lavori, un po meno quelle in pista.
Risultato Pole stratosferica di FQ e Marquez solamente 11. Completano la prima fila le Yamaha M1 di Vinales e Morbidelli. Nelle ultime 6 pole position ben 13 Yamaha su 18 moto disponibili son partite dalla prima fila.

Immagine tratta da BT sport

La gara è stata un monologo di MV. Partito finalmente benissimo ha imposto un ritmo indiavolato che non ha permesso repliche a nessun avversario nonostante la partenza da antologia di Marquez. Partito 11 alla staccata della prima curva era già in 5^ posizione.
Deludono e non poco le Yamaha Petronas, rispetto al ritmo mostrato nelle prove libere. In particolare Quartararo, a differenza dei pari marca, monta un soft al posteriore ma non riesce a partire bene e rimane imbottigliato nelle retrovie.
Degna di nota la prestazione di Zarco che fino al momento in cui Mir non decide di stenderlo, fa una gara immensa tenendosi dietro Crutchlow oltre che un sempre irriconoscibile Jorge Lorenzo.
Vinales vince la gara davanti a Marquez e Dovizioso, quest'ultimo vittorioso nella battaglia contro Valentino Rossi incapace di tener il ritmo del compagno di squadra. Vinales si porta al 3 posto in classifica generale scavalcando Rins, giù di tono in queste ultime gare.

Marc Marquez continua la sua cavalcata verso la Tripla Corona, mantenendo un gap di soli 2 punti dal Team Honda Repsol stabilendo anche un altro record…. quello di punti conquistati nella classe Regina, supera i 383 punti di Jorge Lorenzo nel Mondiale 2010.

(Immagine Classifica Team tratta da MotoGP.com)

In Moto2 Alex Marquez Pilota del Team VDS su Kalex vince il Titolo della Moto2 dopo una gara molto intelligente in cui l'unico obiettivo era tenere dietro il veterano Tom Luthi. Alex vince il Titolo dopo 5 anni di permanenza nella categoria ed il prossimo anno difenderà il Titolo con il numero 1 in carena.
Seppur faccia storcere il naso a qualcuno, i quali imputano la mancanza di avversari in virtù del fatto che nelle precedenti 4 stagioni aveva perso la lotta al Titolo rispettivamente con Zarco, Morbidelli e Bagnaia quest'anno Alex è stato molto costante e maturo sopratutto nella gestione gara. Inoltre è stato il primo ad adattarsi subito al nuovo pneumatico posteriore Dunlop (Il “gommone" da 200/75 R17 rispetto al 195/75 R17)

(Immagine Alex e Marc tratta da MotoGP.com)

Marquez bissa il Titolo del 2014 in Moto3, vinto allora davanti ai vari Miller, Rins e Fenati diventando il primo Pilota della Storia a vincenre il Mondiale Moto3 e Moto2, negli ultimi 33 anni (dal 1986) si affiancaa fenomeni come Cadalora, Capirossi,Rossi, Poggiali e Marc Marquez vincitori sia nella classe minore che in quella di mezzo.
Gara abbastanza monotona non fosse per il ritmo indiavolato di un Brad Binder in forma smagliante che conduce la gara dall’inizio alla fine ad eccezione di un errore che gli fa perdere la posizione da Marquez e Nagashima. Giusto il tempo di un reset e si riporta, in 3 giri, al comando della gara.
Vincerà per distacco davanti a Marquez e Luthi,con l’elvetico che non riesce a tenere aperto il Mondiale.


(Immagine Moto3 Podio tratta da MotoGP.com)

Se volete emozioni dure e pure bisogna chiedere aiuto ai ragazzini terribili della Moto3.
Fantastica vittoria di Dalla Porta che si impone da Campione del Mondo, i riflettori però sono puntati tutti su i due baby fenomeni spagnoli Sergio Garcia e Jaume Masia rispettivamente 2° e 3°.
Se per il Pilota di Estrella Galicia è il primo podio in carriera nel suo anno da rookie, per Masia è la prova di essere di fronte ad un Pilota fortissimo pronto ad esplodere nel 2020. A causa di problemi alla moto è costretto a partire 30° ed arriva sul gradino più basso del podio dopo una garadi sorpassi e carenate.
Importante anche la gara degli altri due rookie Ai Ogura (4° e che a fine gara indossera il casco di Munandar) e Celestino Vietti (5° ed in testa quasi fino alla fine della gara).
Diversi gli incidenti sui quali spicca su tutti quello che ha visto coinvolti G.Rodrigo che perde la moto in highside e coinvolge Suzuki e Alonso Lopez. Dure le parole a fine gara del “Giappo-Riccionese” che imputa una troppa aggressività a carico di Rodrigo ma… come dice sempre il buon Jack Miller “It’s racing baby”

Sguardo rivolto adesso in quel di Valencia, ultima tappa del Motomondiale 2019 del quale saranno interessanti, più che il GP in se stesso, i Test di fine stagione che porranno alcuni Piloti dinanzi ad un bivio.
Non Piloti qualsiasi ma coloro che hanno scritto una parte di storia di questo Sport .

Riuscirà Marc Marquez nell’ardua impresa di vincere la Tripla Corona⁉️

Riuscirà Quartararo a diventare il primo Pilota a vincere in MotoGP con una Yamaha di un Team Privato⁉️

Riuscirà Valentino Rossi ad interrompere un digiuno di vittorie lungo 45 gare⁉️

Non ci resta che aspettare e goderci l’attesa del piacere di un ultima gara e dei test che si preannunciano infuocati.

Francky Longo

Immagine in evidenza tratta dal sito Motogp.com