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F2 GP 70° ANNIVERSARIO – THE DOWNWARD SPIRAL

Il GP del 70° anniversario di F1 (che qui in F2 appellerò Silverstone-2 per ovvi motivi) è stata forse la gara che ha segnato la svolta nel mondiale. Callum Ilott ha completato il sorpasso in classifica su Robert Shwartzman, che non è riuscito a fermare l’emorragia di punti, ora terzo dietro anche a Christian Lundgaard. Ma proseguiamo con ordine.

[COURTESY OF MOTORSPORT.COM]

Dopo averne saltate tre quarti, alla fine è Mick Schumacher a concludere in testa le Prove Libere. Il quarto posto di Shwartzman testimonia i progressi della Prema rispetto allo sfacelo della scorsa settimana (allora conclusero 11° e 14°), mentre le Hitech al contrario sembrano in diffioltà (12° e 13°). Come per la F1, anche qui la Pirelli ha portato gomme più morbide rispetto a Silverstone-1.

[COURTESY OF P300.COM]

Già dalle qualifiche si intuisce l’aria che tira. Ilott (UniVirtuosi) batte Lundgaard (ART) e conquista la seconda pole stagionale (primo a riuscirci), dopo che per buona parte della sessione era rimasto fuori dalla top-10. La buona stella dell’inglese si è palesata sotto forma di spin di Gelael che ha impedito alla maggioranza dei piloti di completare l’ultimo tentativo. Tra questi il più danneggiato è stato il teammate di Ilott, Guanyu Zhou, sesto e costretto ad abbandonare il giro dopo aver segnato il record nel primo settore. A confermare il momento magico del motor-racing inglese, Jack Aitken (Campos, migliore qualifica finora) e Dan Ticktum (DAMS) si spartiscono la seconda fila, davanti a Luca Ghiotto (Hitech) e al già citato Zhou. Altra notte senza stelle per le Prema, con Schumacher 8° e Shwartzman 11°. Sempre meglio di Marcus Armstrong con l’altra ART, 20°, che più che nella notte è sprofondato in un buco nero.

[COURTESY OF MOTORBOX.COM]

Rispetto agli ultimi tempi, la Feature Race ha avuto sviluppi più lineari e meno imprevedibili. Come lo scorso fine settimana, i piloti sulla grigia sono equamente divisi tra chi parte su morbide e chi su dure. I primi cinque sono su option, il primo degli “alternativi” è Zhou. Al via Ilott mantiene la posizione; Ticktum si insedia alle sue spalle, ma verrà progressivamente risucchiato dal gruppo e non sarà mai sui radar per il podio. Pessime partenze invece per Ghiotto e soprattutto Zhou, che perde cinque posizioni, nonché la leadership dei piloti su strategia alternativa. Le gomme morbide mostrano un decadimento molto marcato e chi ci è partito inizia ad essere in sofferenza già dal quarto giro (soprattutto Ticktum e Ghiotto). Ilott mostra un passo migliore della concorrenza e il tentativo di Lundgaard di sopravanzarlo con un undercut sarà vano. Dopo le soste dei piloti partiti sulle morbide comanda Schumacher; Mazepin lo incalza, ma malgrado la buona volontà in questo stint non riuscirà a superarlo. A seguire a tre secondi il teammate Shwartzman, più in palla rispetto a Silverstone-1, che nei primi giri si è difeso un po’ oltre il limite da Zhou, quarto a cinque secondi. Nella fase centrale di gara appare chiaro che la strategia alternativa non si sta rivelando superiore a quella normale: i piloti che hanno già pittato riescono a girare con continuità almeno un secondo più veloce degli altri, e le morbide non sembrano in grado di reggere una rimonta indemoniata come quella di Zhou a Silverstone-1.

[COURTESY OF YAHOO.COM]

Arrivati nell’ultimo terzo di gara, iniziano i cambi gomme per quelli davanti. Un po’ in anticipo rispetto alle previsioni (probabilmente per parare un undercut), al 20° giro Schumacher è il primo a rientrare; gli altri aspetteranno due giri, e saranno sufficienti perché, una volta esaurite le soste, il tedesco si ritrovi ad essere il più lento degli “alternativi”. Questa volta il russo della Hitech riesce a sorpassarlo (una staccata alla Stowe con due ruote sull’erba, manovra migliore del weekend) e completa la rimonta passando nei giri seguenti anche Deletraz e Tsunoda, mentre Shwartzman e Zhou rimangono bloccati alle sue spalle, impossibilitati a capitalizzare la strategia alternativa a causa del passo lento di Schumacher. Finiranno in quest’ordine; almeno il cinese si porta a casa i punti per il gpv (in realtà di Daruvala, solo che l’indiano ha concluso fuori dai punti, solo che da regolamento conta il gpv dei piloti in zona a punti).

[COURTESY OF P300.COM]

Non succedono altri sconquassi e Ilott va a vincere il GP con 8 secondi di vantaggio (il distacco più elevato quest’anno) su Lundgaard, che nel finale ha alzato il ritmo per timore di ripetere i guai della Mercedes in F1 la settimana prima. Terzo è Aitken a 12s, anch’egli nella “terra di nessuno” per buona parte della gara. A seguire i già citati Mazepin, Deletraz (che zitto zitto da un po’ di gare intasca sempre risultati prestigiosi), ai ferri corti con Ticktum in occasione del suo sorpasso, e Tsunoda; a seguire il terzetto di cui ho già raccontato le gesta, in settima, ottava e nona posizione. Silverstone amara per Ghiotto (13°, vittima di un pit stop lento), Armstrong (14°) e Ticktum (15°, in grandissima difficoltà nella gestione delle gomme).

[COURTESY OF INSIDERACING.COM]

Il “dramma” ritorna con la Sprint Race. Alla partenza i primi tre (Shwartzman, Schumacher e Tsunoda) mantengono le posizioni, mentre Aitken con il consueto ottimo scatto sorpassa Mazepin e Deletraz e si installa alle loro spalle. Partenza rivedibile ma ok per Ilott, che perde due posizioni, di cui una a favore del teammate Zhou. Dopo qualche giro si delineano le storyline principali della gara: il duello per la vittoria tra il trio di testa,  e quello per la piazza d’onore tra i piloti che vanno da Aitken, quarto, a Mazepin, ottavo. Schumacher è più veloce, ma Shwartzman tiene botta per quasi tutta la gara, in un paio di casi costringendo il tedesco all’errore, che a sua volta deve guardarsi le spalle da un pimpante Tsunoda.

Quanto non mancano che due giri alla fine Schumacher ha l’occasione migliore della gara alle Brooklands: mette il muso davanti al russo nel Wellington Straight, ma in frenata stringe eccessivamente la traiettoria e anziché il punto di corda trova la monoposto del compagno di squadra, che non può non tamponarlo. Schumacher finisce fuori pistaperde la posizione su Tsunoda, ma l’ex leader di campionato ci rimette invece l’ala e la possibilità di concludere a punti. Schumacher e Shwartzman sono veramente i piloti Ferrari del futuro… Dopo due giri di pressing, il giapponese vince la sua prima gara davanti al tedesco. Non c’è un vero e proprio colpevole “legale” tra Schumacher e Shwartzman (MSC poteva essere meno aggressivo e SHW più accomodante, ma non c’è stata una manovra sconsiderata o pericolosa), però la responsabilità sportiva è più del tedesco che non del russo. Con un attacco meglio congegnato poteva vincere, l’avversario non ne aveva più. Il podio è completato da Aitken, alle prese con un posteriore ballerino, che si difende Deletraz, quarto, che non porta a casa il sorpasso per un guasto al DRS ma almeno riesce a difendersi da Zhou, quinto. A Ilott basta pertanto un sesto posto per allungare in campionato, visto che anche Lundgaard termina lontano dai punti,  frenato dal cedimento dell’anteriore sx (conseguenza anche dei numerosi bloccaggi del pilota danese).

[COURTESY OF FIAFORMULA2.COM]

Nella seconda gara di casa Ilott (106 punti) ha capitalizzato l’ottimo stato di forma, dopo che nelle scorse gare per un motivo o per l’altro (sfortuna, strategia, errori) aveva guadagnato meno del previsto. Al momento è il favorito per la vittoria finale, e non solo per il margine di venti punti sugli inseguitori: è il più veloce in pista, ha imparato ad essere consistente in gara. corre per il miglior team del lotto e ha più esperienza dei diretti avversari; lo slancio inoltre è dalla sua. Negli anni passati Russell e De Vries costruirono la vittoria iridata proprio in questo periodo: sfruttando un periodo di magra per gli avversari e continuando a martellare senza pietà, scavarono intorno a metà campionato un solco in classifica che alla fine fu il margine con cui vinsero. Shwartzman (85) è chiamato a un compito non facile, quello di stoppare la fuga di Ilott; il tracciato di Barcellona, sede del prossimo GP, sembra adatto alla missione. La situazione in classifica sarebbe ben migliore senza lo scontro con Schumacher, ma è ancora gestibile: venti punti si possono recuperare, a patto di essere realmente più veloce dell’avversario, cosa che però alla fine non ha fatto vedere in molte occasioni (pur mostrando molte altre qualità positive). In mezzo Lundgaard (87) sembra essere quello con minori possibilità: è veloce e costante ma gli sono mancati guizzi particolari, in un senso e nell’altro, e la ART sembra essere la più debole dei “top team”. I rispettivi teammate sembrano fuori fuoco.  Sia Schumacher che Ilott, settimi con 61 punti, sono molto indietro malgrado un passo in molte occasioni simile a quello dei compagni di scuderia. Non sono (ancora) tagliati fuori dalla lotta per l’iride, ma urgono weekend senza problemi. Parlando degli outsider, Mazepin, quarto (71), si conferma essere la sorpresa di questa parte di stagione. La Hitech non è il team più veloce in qualifica, ma sembra essere quello che fa lavorare meglio le gomme in gara (insieme alla UniVirtuosi); dal canto suo Mazepin riesce a far funzionare il pacchetto, al contrario di Ghiotto, che dopo la vittoria in Ungheria non ha più mosso la classifica. Tsunoda (6°, 62) finalmente ha preso le misure col campionato (anche in senso letterale, finora ha rotto in media un alettone a gara) e se riuscisse a ripetere gli exploit mostrati finora potrebbe essere un serio pretendente al podio iridato.

[COURTESY OF SKYSPORT.COM]

[Immagine in evidenza tratta da Motorsport.Motorionline.com]

Lorenzo Giammarini, a.k.a. LG Montoya

GOMME MICHELIN. CI RISIAMO ⁉️

 

DOVIZIOSO PostGP Misano

Sta di fatto che questa gomma sta condizionando tanto e sta creando un campionato abbastanza anomalo. Questo è un dato di fatto, poi che questo è uguale per tutti e che ci dobbiamo adattare non è una grande scoperta. Ognuno cerca di fare il massimo, ma modificare il proprio modo di guidare è sempre complicato. Negli ultimi anni avete mai visto un campionato così? Quest’anno sono stato competitivo poche volte e sono primo con 6 punti di vantaggio. Questo è la conferma di quello che sto spiegando

Cosa succede nel Motomondiale ⁉️

DOVIZIOSO

Venivamo da una gara in cui eravamo molto veloci. Abbiamo lavorato per la gara, siamo stati veloci e costanti. Poi in gara le gomme si comportano in modo completamente diverso. Parti e sei più lento degli altri“. “Nessuno ha la situazione sotto controllo. Ora è impossibile dire chi fa bene cosa. Nessuno ha risposte. Tutti fanno supposizioni, ma la situazione non è sotto il controllo di nessuno“.

https://twitter.com/AngyFra89/status/1297768848821825536?s=19

Durissima la risposta di Taramasso (Michelin), se per Valentino Rossi aveva accusato il 9 volte Campione del Mondo, di avere uno stile di guida inappropriato… Per Dovi il problema è altro…⬇️

Dovizioso è l’ultimo in ordine, dopo Rossi, Miller e Quartararo ad accusare (neanche tanto velatamente) Michelin.

Adesso le gomme vengono assegnate in modo random ad ogni squadra però….

Sono anni che i Piloti si lamentano del fornitore Francese, arrivano bordate a destra e a manca quasi fosse una combinazione al corpo ed alla testa da parte di Mike Tyson.

Da quando Michelin è rientrata nel Circus (2016) abbiamo assistito a Mondiali molto più combattuti (VERO) ma anche ad episodi che hanno fatto venire più di qualche dubbio (COMPLOTTISTI⁉️)

Lungi da me elencare questi episodi vorrei soffermarmi sulle bordate di Rossi,  Miller e Quartararo degli ultimi giorni.

Premessa Michelin quest’anno ha portato nel Motomondiale una gomma differente, i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Una gomma più performante che può essere sfruttata da TUTTI. FINALMENTE AGGIUNGO. 

Ricordate i problemi Yamaha con Michelin nel 2016, con le dichiarazioni di Jorge Lorenzo nel corso della stagione⁉️

Quest’anno sembra che un po’tutte le case abbiano ritrovato vigore (eccezione Aprilia) e ben venga per lo show, sembra anche che i malumori nel paddock siano più forti di quanto non sembri.

Nelle scorse settimane ci fu un duro botta e risposta tra Valentino Rossi e Taramasso (Michelin), il primo accusava il secondo (legge contrappasso) di aver portato uno pneumatico con compound troppo “morbido” che non si addice alla sua stazza….(Bud Spencer?)

In tutta risposta⬇️⬇️⬇️

Immagine tratta dal sito GPone.com in merito all’intervista a Piero Taramasso

 

Ma veniamo ai giorni recenti….

JACK MILLER Abbiamo avuto un  sacco di problemi, poi vedi che in pista ci sono due Francesi, che non hanno nessun problema, e pensi che sia una cosa bellissima

https://twitter.com/AngyFra89/status/1292360601847595008?s=19

Mentre alcuni minuti fa…

Fabio Quartararo “Penso che alla fine del lockdown la KTM abbia fatto molti test a Brno ed in Austria. Penso anche che la Michelin abbia lavorato con loro Per scegliere la gomma giusta per questa gara”

https://twitter.com/AngyFra89/status/1293073869570441216?s=19

Detto ciò….

È lecito porsi delle domande⁉️ Onestamente io lo faccio ed ho una mia personale opinione ⬇️

“CHE SUCCEDE⁉️ (Breve, brevissima ma carica di significato)”

Come mai molti Piloti si stanno lamentando così apertamente del successo di altri colleghi⁉️ 

Puó essere che Michelin non riesca a garantire una qualità UGUALE per ogni singolo pneumatico ed a sorte capiti lo sfigato di turno che fa una gara di merda⁉️ (Rossi a Jerez, Vinales a Brno, Dovizioso etc etc etc)

Naturalmente ciò non toglie il merito a nessuno, anche perché con Marquez in pista onestamente non ci sarebbero state tutte queste “scaramucce”, quando il gatto non c’è i topi ballano…

…e facciamoli ballare finché possono…

 

 

P.S. Non ti sei fatto ingannare dal titolo provocatorio e sei arrivato alla fine dell’articolo. Bravo😉

MOTOGP 2020- BRNO IL GIORNO DELLA PRIMA VOLTA

Che il 2020 fosse un anno “strano” a livello globale ormai l’avevano capito anche i cartelli stradali..

Ed è così che a Brno va in scena la gara che non ti aspetti con tutti i valori ribaltati nonostante una gara “regolare”: nessuna  caduta eccellente, nessuna rottura “nobile”.

Podio completamente inedito con il primo vero big relegato in quinta posizione e contemporanea perdita di verginità di Binder, Morbidelli,  Ktm ed team Avintia.

(immagine tratta da raisport.it)

La vittoria di Brad e del “Kappone” è stata perentoria, liscia, pulitissima e senza aiuti di alcun tipo: bravi, bravissimi davvero a saper gestire una gara con intelligenza senza prendere rischi.

Con la prima di KTM e di Binder c’è il ritorno alla vittoria di una moto anticonvenzionale,  con un telaio a traliccio tanto caro ad un’altra Casa che lo ha abbandonato: nella preview  si auspicava la conferma in gara dei progressi visti in prova e gli austriaci non hanno perso tempo: grandi.

Il ragazzo sudafricano è stato perfetto, temporeggiando ad inizio gara per preservare le gomme pur mettendosi davanti al proprio caposquadra Pol Espargaro. Poi ha cominciato a pestare secco sul proprio ritmo “mangiandosi” in sequenza le 5 moto che aveva davanti dopo i primissimi giri: 10 e lode Brad, ottimo.

Splendido il nostro Morbidelli secondo. Partito a fionda, ha lasciato sul posto anche “il nuovo che avanza” Fabio Quartararo, creandosi un gap che gli ha permesso di guidare la corsa in modo autorevole e sicuro per tanti giri. Bravo, salvo poi non poter nulla nei confronti del rimontante Binder.  Forte dell’intelligenza sportiva che lo contraddistingue è sceso  a miti consigli portando a casa il primo podio MotoGp della vita. Chi scrive ama i piloti “diversi” e Franco è uno di loro. Non ha la stessa Yamaha degli altri tre, ma non se ne è mai lamentato (seppur avrebbe dovuto avercela come da accordi iniziali)… ma va bene così.  Scuola diversa, molta umiltà e poche parole: 10 anche per Franco.

Ritorno sul podio di  Zarco.  Porta con se la prima Ducati in pista, targata Avintia, regalando al team indipendente la prima gioia iridata. Ironia della sorte ci torna nel giorno in cui la gara la vince quella KTM che lo aveva reso l’ombra di se stesso e lo aveva mandato in depressione. Chissà se sarà riuscito a godersi il risultato come dovrebbe…

Il pilota che va via da Brno con l’amaro in bocca più “amaro” di tutti è Policio Espargaro: sembrava scritto che il primo pilota in grado di fare il risultato grosso con la K potesse essere lui ed invece?  Si è ammucchiato in curva 1 con Zarco quando il suo compagno ormai era davanti. L’incidente con il francese è stato ambiguo perché frutto dell’incrocio di traiettorie dovute al suo rientro  verso il cordolo dopo un lungo: lo spagnolo doveva aspettarsi che al rientro avrebbe trovato Zarco in quel punto (incolpevole a mio vedere) e lo ha centrato mandando nella ghiaia una giornata che poteva e doveva essere molto diversa.

A tal proposito Zarco è stato penalizzato con un “long lap” che per fortuna non gli ha fatto perdere la posizione ma, con il senno di poi, il tempo per andare a recuperare Morbidelli. E’ stato illuminante vedere Ciabatti e Tardozzi imbestialirsi con la direzione gara molto più dei dirigenti Avintia, a dimostrazione che la giornata “bolognese” è stata disastrosa e che meriterebbe un analisi approfondita a se.

(immagine di motosprint.it)

Il primo big in classifica della gara “strana” è Valentino Rossi che (a detta della “TV di stato” della categoria) è stato immenso e commovente nelle difficoltà e nella voglia di lottare. Peccato che davanti gli sia finito un altro pilota la cui gara non è stata esaltata quanto dovuto: Alex Rins corre ancora attaccato con il nastro dopo la caduta di Jerez, e lo fa su una Suzuki che non ha ancora vinto gare e fatto podi in questo 2020. Benintesi, bravo Rossi ad aver fatto una gara più che onorevole, ma indispettisce il fatto che si tenga sempre e solo a far risaltare le sue gesta dimenticandosi di altri piloti quando gli stessi stanno facendo anche meglio.

E adesso? Il de profundis di tutti i big….

Quartararo è partito discretamente accodandosi a debita distanza dal suo compagno di squadra nelle fasi iniziali per poi precipitare risucchiato giro dopo giro da chiunque fosse a tiro.

Vinales non è stato degno di una sola inquadratura che sia una dalla partenza all’arrivo: ha preso i punti del quattordicesimo posto solo perché la gara è durata il tempo giusto di non fargli perdere altre posizioni.

Invidiose di Maverick, le Ducati si sono tenute lontane dalle telecamere anch’esse:  Dovizioso (terza desmomoto in pista due posizioni dietro Miller!!) solo undicesimo e Petrucci in scia al forlivese.

Tira un’aria bruttissima nel box rosso che non ci ha capito nulla per tutto il fine settimana su una pista che avrebbe dovuto esaltare le caratteristiche della moto e di Dovizioso stesso. L’aria del divorzio in corso incombe come in altre estati bolognesi recenti. Nella giornata del numero 33 (Binder, Bastanini e Verstappen) tre vittorie mondiali fanno 99…..JLO… (che non è Jennifer Lopez).

Jack Miller è stata la seconda Ducati in pista ben lontano dal podio di Zarco anche lui. L’australiano parla poco, non cerca mai scuse, è uno vero e sincero quindi si tende a credere alla sue parole. Al sabato ha lanciato una bomba in merito ai presunti favoritismi che Michelin possa riservare a piloti francesi come Quartararo e Zarco.. Di pancia si dovrebbe rifuggire dai complotti, ma Michelin ha storicamente prestato il fianco a queste “interpretazioni” quindi un fondo di verità potrebbe esserci.

La realtà è che con la nuova Michelin posteriore ci stanno litigando un po’ tutti a turno, primi fra tutti i ducatisti: tra questi l’unico ad aver dato l’impressione di capirla ha pensato di spaccarsi una gamba al sabato… Ironia a parte, forza Pecco torna presto che qui abbiamo bisogno di te.

Honda? Senza Marquez non si batte chiodo. Sono diventate tutte delle Aprilia qualsiasi: Incredibile!

Salva la faccia solo l’ottavo posto di Nakagami col team di Cecchinello. Il quindicesimo posto di Marquez jr a 25 secondi e Bradl ultimo a quasi un minuto sono drammatici.

 

Moto2

Enea “la bestia” ha concesso il bis con una gara maiuscola condotta dall’inizio alla fine e lasciando i suoi avversari a debita distanza senza possibilità di tentare di superarlo. Bastianini è maturato tantissimo e, seguito da quel vecchio marpione di Giovanni Sandi, pare aver raggiunto il top della tranquillità. Adesso è in testa al mondiale, con in scia quel Luca Marini che ha portato a termine una gara consistente in una giornata che aveva capito già dal sabato non sarebbe stata la sua. Ad oggi sono i due favoriti del mondiale.

 

Moto3

Il primo ad aver inaugurato la giornata delle “prime volte” risponde al nome di Denis Foggia. Anche per lui prima vittoria mondiale in modo netto e limpido. Non è facile nella categoria dei ragazzini fare una gara come la sua, perché è stato in testa per buona parte della gara con il resto del gruppone attaccato ai suoi scarichi ma incapace di sferzare attacchi decisi per togliergli il primato. Non l’hanno passato manco con le scie…… Altra vittoria tricolore nelle classi minori a sottolineare che il vento è cambiato.

(immagine tratta da repubblica.it)

 

A Brno c’è la fortezza di Spielberg. A trecento chilometri di distanza in Austria c’è la pista di Spielberg: ci si rivede da venerdì con il liquido refrigerante dei motori ancora caldo.

 

Salvatore V.

(immagine in evidenza tratta da automotornews.it)

WORLD SBK 2020 – REA RIAPRE IL MONDIALE – PORTIMAO POSTGP

 

RACE 2 – TRIPLETTA E 93 VITTORIE

Weekend da favola per Jonnhy Rea e la sua Ninja che domina il round portoghese sul tracciato di Portimao.

Mai una sbavatura, mai un imperfezione. In un weekend che ha visto tanti errori, molte cadute lui è stato semplicemente perfetto andandosi a riprendere la testa del Mondiale.

Alla faccia di chi pensava fosse spacciato…

Non lasciamoci però trarre in inganno, Portimao è territorio di caccia di Kawasaki e soprattutto di Jonnhy. Vedremo come si comporterà la Ninja nei prossimi round.

Scott Redding paga a mio avviso la poca conoscenza del tracciato, in gara 2 si piazza sul podio davanti a Micky Van Der Mark.

 

Si rivede ai piedi del podio Chaz Davies, sembra come Lazzaro… Ogni tanto resuscita.

In Top 5 la Fireblade (Nel BSB ha dominato quella moto) guidata da Alvaro Bautista.

Risultati di Gara 2. Fonte WorldSBK.com

Il Mondiale è ancora lungo ma il leitmotiv della stagione sarà lo stesso degli ultimi anni… Jonnhy Rea contro la Ducati. A Borgo Panigale non dormono la notte pensando all’Irlandese, hanno tentato in tutti i modi di vincere con la Bicilindrica e niente … Poi hanno creato una MotoGP per la SBK e niente… Ingaggiano Piloti dalla MotoGP tentando il miracolo…

Vedremo se riusciranno finalmente nell’ardua impresa. BATTERE I JAP. BATTERE REA.

 

Per adesso… Lunga vita al Re.⬇️

Immagine WorldSBK.com

CLASSIFICA MONDIALE

🥇REA -Kawasaki ZX10-RR                    136 PTS

🥈REDDING -Ducati V4R.                       132 PTS

🥉 RAZGATIOGLU -Yamaha M1R.     103 PTS

 

Appuntamento sul circuito di Aragon il 28 Agosto.

Saluti Francky

 

SUPERPOLE RACE Rea fa 92

Rea vince la SP Race.

 

 

 

 

 

Jonnhy Rea ha cavalcato verso la vittoria numero 92.  Portimao è territorio di caccia della ZX10-RR e Rea non ha lasciato scampo agli avversari.

Vince anche la Superpole Race e si porta ad un solo punto dal leader del Mondiale, Crazy Scott Redding che non riesce a fare meglio del 5° posto.

Risultati SP Race. WorldSBK.com

Sul podio le altre due Yamaha di Toprak e di Loris Baz (miglior indipendente). Ai piedi del podio si conferma un coriaceo Alex Lowes mentre solamente 5° Scott Redding.

Probabilmente Scott paga la poca esperienza su questo tracciato ed un feeling davvero scarso con il tracciato portoghese della V4R. È la prima delle Ducati in pista mentre sprofonda Chaz Davies, caduto dopo pochi giri.

Il destino di Chaz Davies in Ducati è segnato

Non si ripete la splendida prestazione di Mick Rinaldi di gara 1, solamente 7°. In casa HRC invece Haslam (P9) riesce a chiudere prima del più blasonati Alvaro Bautista (P11).

 

RACE 1 –91

-9 Signore e Signori. Sull’ottovolante dell’Algarve il Campione del Mondo vince una Gara1 magistrale. Si riprende alla grandissima Rea che detronizza il pretendente al Titolo Scott Redding e la sua Ducati V4R.

Ma davvero pensavate che Jonnhy si arrendesse così facilmente⁉️

Diciamo un cosa… In pista la ZX10-RR è assolutamente inferiore sia alla V4R che anche alla R1. Entrambi sono progetti “giovani” rispetto alla Ninja che comincia a pagare il peso degli anni.

Ad Akashi sono consapevoli che il progetto “Ninja” vada rivisitato e rivisto in ottica diversa.

Ducati lo ha fatto, Yamaha lo ha fatto, Honda lo ha fatto e persino BMW. Manca soltanto Kawasaki, il cui progetto risale al 2011.

Il talento di Rea potrebbe non bastare contro le nuove generazioni di Supersportive 1000″

Sul podio salgono le due Yamaha Ufficiali di Toprak (fortissimo come sempre) e di un finalmente ritrovato Van Der Mark.

In 4^ piazza un ritrovato Alex Lowes.

In crisi oggi il Campione nazionale inglese BSB, che si ritrova a battagliare con Rinaldi, un talento di casa Italiana per il quale vanno ringraziati soprattutto Dennis Sacchetti e Gianni Ramello.

Bellissima la mischia tra Crazy Scott, Rinaldi, Baz e Sykes che regala spettacolo nella parte finale di gara.

Chiudono la TOP 10 Bautista e Laverty. Delude Chaz Davies…

Michael Rinaldi merita il posto di Chaz Davies

Risultati Race 1. WorldSBK.com

 

Appuntamento domani alle 11 per la Superpole Race.

 

Francky

 

 

FORMULA 1 70th ANNIVERSARY GRAND PRIX 2020

Consegnato agli annali il GP di Gran Bretagna 2020, la F1 si ritrova a festeggiare i suoi 70 anni ancora sul tracciato di Silverstone così come nel 1950. Allora a tagliare per primo il traguardo, dopo i 70 giri del Gran Premio, fu Nino Farina su una delle Alfa Romeo “Alfetta” Tipo 158 al via, guidate inoltre da piloti d’eccezione come Juan Manuel Fangio, Luigi Fagioli e Reg Parnell. Il weekend fu caratterizzato da un incredibile dominio: quattro Alfa nei primi quattro posti. In gara solo uno sfortunato guasto alla lubrificazione del motore della vettura di Fangio non permise all’Alfa di confermare il poker delle qualifiche. Nino Farina inoltre realizzò anche il giro veloce della gara compiendo così anche il primo hat trick della storia della F1.

Comparazione tra il 1950 e il 2020. Grazie a Pirelli per l’immagine

Dopo 70 anni la F1 è cambiata nella forma, nella grandezza, nelle performance, nella sicurezza ma non certamente nella sostanza: c’è sempre un team che domina incontrastato, oggi la Mercedes, la quale, tra l’altro, nonostante i regolamenti non permettano di portare più di due vetture come agli albori, ha in pista in questo 2020 quattro vetture quasi come l’Alfa Romeo in quel 13 maggio del 1950. Un’altra cosa è certamente cambiata: la carica emotiva degli appassionati per i Gran Premi di questa stagione non è più così grande come (immagino) nel 1950: colpa del coronavirus, colpa di un campionato stravolto nel numero e nelle tappe, colpa dell’assenza dei tifosi nelle tribune, colpa di un dominio anglo-teutonico che non solo non si arresta ma continua ad accrescersi sia nelle prestazioni sia nel potere politico.

2020 British Grand Prix, Saturday – Copyright: © LAT Images for Mercedes-Benz Grand Prix Ltd

Finora la W11 si è mostrata, nel confronto con i competitors, la miglior vettura in assoluto: aerodinamica, motore, telaio, tutto. Tanto da far scomparire (unica nota positiva) la tanto amata (sic) “classifica dei telai” che per anni ha accompagnato le discussioni nei bar tra competenti appassionati al decimo shot di superalcolico in compagnia (immagino per dimenticare) oppure in qualche rinomato blog i cui frequentatori, ipotizzo, sono gli stessi. In ogni caso a Silverstone, come da copione, la Mercedes ha martellato sia la concorrenza (tanto in qualifica quanto in gara) al ritmo di 1 secondo al giro, sia le gonadi dei Tifosi davanti alla TV (opinione personale), sia la carcassa delle Pirelli finché non hanno ceduto, regalando zero punti al “por’omo” Gualtiero (comunque fresco di rinnovo per il 2021) e la vittoria a Lewis, grazie anche ad uno spettacolare e fortunatissimo ultimo giro su tre ruote.

Hulkenberg su Racing Point. Grazie a FormulaPassion.it

Non pervenuta, invece, la copia-non copiata (grazie all’occhio sempre vigile del mitico Tomb) rosa, alle prese con tante sventure: Perez improvvisamente positivo al Covid-19 e quindi richiamato Hulkenberg ancora in pigiama (ma coi capelli sistemati) per una sessione al volo di simulatore e subito in pista per le FP; nemmeno il tempo di prendere coscienza di guidare finalmente una Mercedes che questa fa le bizze e non parte per il GP. Tutto in mano a Stroll che non va oltre il nono posto. Insomma, la “ferrarite” in questo weekend colpisce la Racing Point (futura “Aston Martin”) e aumentano le conferme che il “portatore” in terra albionica sia proprio Vettel, ormai prossimo all’annuncio grazie alla regia di Toto Wolff (che però non gli offre il posto in Mercedes, furbacchione).

Brake Ducts. Grazie a motorsport.com

La Renault nel frattempo continua la sua battaglia alla Don Chisciotte, ora coadiuvata da un team sempre duro nelle battaglie politiche, cioè la Ferrari, contro la RP e la FIA per capire come si fa a copiare con una semplice macchina fotografica. Sotto pressione il DT Andy Green rivela che ha acquisito i progetti dei freni prima dell’ingresso di tali componenti all’interno dei “listed part”, acquistandoli prima del 2019, quindi in pieno rispetto del regolamento. Il problema è come copiare il resto ma, probabilmente in Mercedes c’erano i saldi di fine stagione.

GP GRAN BRETAGNA F1/2020 – VENERDÌ 31/07/2020 credit: Scuderia Ferrari Press Office

Parlando di Ferrari, possiamo dire che è ufficialmente iniziata la (pre) stagione dei test in pista. La SF1000 si presenta completamente scarica con le ali di Monza per sopravvivere a metà classifica e, nello stesso tempo, provare a capire qualcosa della nuova filosofia aerodinamica che dovranno necessariamente seguire per il 2021. Ormai il rake, secondo la FIA, non va più di moda e Ferrari (e Red Bull) devono farsene una ragione. La prima sembra averlo capito, la seconda decide di iniziare con la tiritera dei sospetti verso gli italiani (rei di essere stati ad un solo decimo in qualifica) anziché rendersi conto che i regolamenti cambiano ancora ma non nel senso giusto. Masochisti.

La SF1000 al filming day. Foto motorsport.it

In Ferrari, tra un weekend e l’altro, hanno svolto anche un filming day (senza novità sulla vettura) per continuare a provare qualche setup e (magari) trovarne uno buono per Vettel. Come sappiamo ormai da anni, al tedesco non piacciono le vetture scariche, instabili e lente mentre al suo compagno sì (sic), tanto da ottenere un miracoloso quarto posto in qualifica e podio in gara, ricordandomi l’Asturiano del quinquennio 2010-2014 quando era alle prese con vetture simili alla SF1000. Se si aggiunge anche l’aver girato pochissimo in Prova Libera per alterne sventure e gomme Soft in partenza, si spiega l’opaca prestazione. C’è chi ha gridato al complotto, per fortuna smentito dallo stesso Vettel grazie alla sua proverbiale onestà. Si sa, purtroppo non tutti i piloti hanno i tifosi (per fortuna solo alcuni) che si meritano.

Foto REUTERS

McLaren, nonostante la foratura per Sainz, anche a Silverstone si conferma in lotta con Renault e Ferrari per il centro gruppo. E per questo GP nomina Paul di Resta come eventuale sostituto nel caso in cui uno dei titolari risulti positivo al Covid. Non certo una scelta come quella di RP, ma è poco probabile comunque che ci sia un nuovo positivo senza trasferte.

Menzione speciale per la Williams, 12esima con Russell e 15esima con Latifi, in lotta con la Haas e Alfa Romeo. Le due motorizzate Ferrari ormai sono stabilmente nel nuovo gruppo che lotta per il Q2 e non si vedono speranze per il futuro, nonostante Kimi sottolinei come basti un setup azzeccato per essere più avanti. Mica poco.

Foto F1.com

Nota tecnica riguardo la pista: a seguito delle numerose forature di domenica scorsa (che a Silverstone iniziano a diventare frequenti), la Pirelli ha dichiarato che è avvenuto per varie concause: un utilizzo eccessivo delle mescole da parte dei team e un interessante particolare: il cordolo in uscita dalle Becketts, quello che dalla 13 porta alla 14, è stato accorciato quest’anno e diversi piloti erano orientati a toccare la ghiaia. Per questo motivo il circuito di Silverstone si è messo all’opera per modificare il cordolo in vista del prossimo weekend, tornando alla configurazione 2019 e quindi allungandolo così da prevenire problemi analoghi. Le mescole più soffici (C2-C3-C4), però, non saranno d’aiuto in questo senso: i team dovranno necessariamente fare più soste. Saranno disposti?

Chris Ammirabile