SPIN AND WIN PER VERSTAPPEN IN UNGHERIA. FERRARI SBAGLIA TUTTO.

Dopo una cocente delusione, cosa c’è di meglio di avere subito la possibilità di rifarsi, per di più su una delle piste più favorevoli del mondiale, quella dove se si parte in pole c’è una elevata possibilità di portare a casa la vittoria?

Ovviamente non c’è niente, di meglio. A meno che non venga a piovere. 

Puntualmente, un forte temporale si abbatte sull’Hungaroring la mattina del sabato, dopo che al venerdì la F1-75 è stata talmente forte da far dire a Verstappen che sull’asciutto per loro non c’è alcuna speranza di battere le Ferrari.

Le qualifiche si disputano su pista asciutta, ma fredda e lavata dalla pioggia mattutina. E a complicare le cose per Max, c’è un problema alla power unit che lo relega in decima posizione. Con le Ferrari in prima fila. Anzi no, perchè la pole se la prende Russell, con una W13 completamente cambiata rispetto al giorno prima, quando beccava più di un secondo al giro. Meraviglie della tecnologia, o di qualcos’altro, non è dato a sapere.

La domenica fa freddo e minaccia pioggia. E si sa già che il nemico sarà il graining. E che, di conseguenza, le gomme più dure è meglio non montarle, lo sanno anche i bambini.

Si spengono i semafori e Russell, partito con le gomme più morbide, ma usate, non riesce a staccare le due Ferrari, che lo marcano strettissimo. Perez supera Verstappen, ma la squadra gli ordina di ridare la posizione immediatamente.

Dopo una breve Virtual Safety Car per ripulire la pista da alcuni detriti, Russell riesce a mettere un po’ di distanza fra sè e i ferraristi. Le due Red Bull sono già ottava e nona dietro le due Alpine. Verstappen ci mette pochi giri a superarle entrambe, portandosi in sesta posizione, grazie anche alle gomme più morbide.

Russell viene avvisato che la pista resterà asciutta per almeno mezz’ora. E il graining lo ha già colpito, così come ha colpito Sainz.

Al giro 11 Verstappen ha raggiunto Hamilton, il quale è in lotta con Norris, in difficoltà pure lui con il graining. E, infatti, deve cedere la posizione ad entrambi, e subito dopo anche a Perez.

Con pista libera libera, Lewis inizia a girare velocissimo, mentre Max  non riesce a stargli dietro a causa di un problema, che poi viene risolto grazie ad un settaggio indicato dal box.

Le due Ferrari iniziano ad avvicinarsi a Russell, e Leclerc chiede al box se il compagno non possa andare più veloce. Al giro 14 Charles può attivare il DRS ma non tenta l’attacco al compagno, il quale si è avvicinato a Russell. Lo spagnolo riceve l’ordine di rientrare ai box, ma in realtà è l’inglese a farlo, con le due Ferrari che continuano. Contemporaneamente anche Verstappen effettua la sua sosta.

Sainz rientra però al giro successivo, ma il solito pit-stop lungo lo fa rimanere dietro a Russell. Leclerc invece non si ferma, ed è l’unico fra i primi a non avere effettuato la sosta. Cosa che fa al giro 22, riuscendo a rientrare davanti al compagno di squadra, in seconda posizione.

Nel frattempo, Verstappen è risalito fino alla quarta posizione, a soli due secondi dalla Ferrari di Sainz.

Leclerc sfrutta la gomma nuova e inizia ad avvicinarsi a Russell, che raggiunge al giro 27, quando tenta un primo attacco. Al giro successivo ci riprova affiancandolo in curva 2, ma l’inglese è un osso durissimo e resiste. I primi due stanno perdendo tempo, e Sainz e Verstappen si avvicinano. Ma Charles, con una staccata da paura chiude la pratica al giro 31, seminando poi in poche curve l’avversario, che ora si troverà alle prese con l’altra Ferrari.

Al giro 35, Sainz tenta un primo attacco a Russell, ma è troppo lontano. L’inglese è in difficoltà anche col carburante, e questo permette a Leclerc di accumulare un vantaggio di quasi 5 secondi, e a Verstappen di partecipare alla lotta per il secondo posto.

Ma l’olandese decide di tentare l’undercut, e al giro 39 rientra per montare gomma a mescola media, subito imitato al giro successivo da Russell e da Leclerc che, però, monta gomma bianca. E si sa già che sarà un calvario.

Con i primi giri velocissimi, Verstappen supera virtualmente Sainz ma, soprattutto, passa immediatamente Leclerc, avendo così recuperato ben 6 secondi grazie al pit-stop. Ma Max commette incredibilmente un errore all’uscita della penultima curva, compiendo un testacoda, e Leclerc lo ripassa, così come Perez e Russell. L’olandese si riprende, li sorpassa entrambi e si riporta dietro a Charles, che riesce a superare nuovamente riportandosi in una virtuale prima posizione.

Ma mancano ben 25 giri alla fine, e se le gomme bianche della Ferrari sono difficili da far funzionare, le gialle di Verstappen dovranno durare 30 giri e hanno subito pure un testacoda.

Al giro 48 rientra Sainz, e con un altro pit-stop lentissimo monta gomme soft, con le quali dovrà fare 22 giri. Lo spagnolo rientra in pista al quinto posto, che è virtualmente il terzo, visto che Hamilton e Perez dovranno effettuare una ulteriore sosta. 

Anche Russell raggiunge Leclerc, e tenta un attacco, senza riuscirci, ma è solo questione di tempo, e al giro 54 l’inglese si prende la seconda posizione. A quel punto in Ferrari decidono di fermare ulteriormente Leclerc per montare gomma soft, facendolo sprofondare in sesta posizione.

Gli ultimi 10 giri vedono Hamilton, ultimo a fermarsi, recuperare velocemente su Sainz, superarlo, e prendersi poi la seconda posizione ai danni del compagno di squadra. 

Finisce così, sotto la pioggia, con i duellanti del mondiale 2021 primo e secondo e autori di una gara magistrale. Terzo Russell, che sperava in qualcosa di più, vista la pole position. Quarto Sainz, quinto Perez, parso già in vacanza, per dirla con Helmut Marko, sesto Leclerc, settimo Norris, poi Alonso, Ocon e, a chiudere la zona punti, il ritirando Vettel.

Ora ci saranno 4 settimane di stop, che serviranno alla Ferrari per riflettere sui tanti errori che ha commesso nella prima parte della stagione, dove a salvarsi è stata solo la F1-75. L’impresa di Verstappen di oggi mette, giustamente, la parola fine al mondiale 2022. Alla Ferrari non manca la vettura, non mancano i piloti, manca sì l’affidabilità, ma quella si può sistemare. Purtroppo, però, manca la cosa più importante, e cioè l’attitudine a vincere, quella che ti consente di interpretare al meglio le situazioni per far fruttare il materiale tecnico e umano che hai a disposizione. E questa non è di sicuro una lacuna facile da colmare. Sempre che la si voglia colmare e che, invece, non si preferisca bearsi di qualche vittoria di tappa ripetendo la solita frase “guardate dove eravamo lo scorso anno”.

P.S. lo spin and win più famoso della storia è, forse, quello di Danny Sullivan, capace di vincere la 500 miglia di Indianapolis del 1985 dopo essersi girato ad oltre 300 all’ora. Forse l’impresa di oggi di Max non rimarrà nei libri di storia, perchè avvenuta a bassa velocità, ma quanto è riuscito a fare è degno di essere ricordato, anche perchè per lui non è arrivata una Safety Car a consentirgli il recupero, e si è dovuto riguadagnare da solo tutto lo svantaggio.

P.S. 2 chissà cosa hanno fatto in Mercedes per trasformare nel giro di una notte la W13 da carriola a macchina capace di andare a podio…