BASTIAN CONTRARIO: LA RAGIONE DELLA VITTORIA

Tra qualche giorno inizierà il weekend del GP d’Italia e noi ferraristi lo affronteremo con il lutto nel cuore, in quanto il GP di casa di Verstappen ha confermato ciò che abbiamo visto in Belgio. Siamo consci che se la Ferrari ha preso l’ennesima legnata su un circuito “amico”, figuriamoci cosa mai potrà succedere laddove la velocità di punta la fa da padrona e, in questo settore, la RB18 non ha eguali. Pazienza…ce ne  dovremo fare tutti una ragione. Si dice infatti che chi vince ha sempre ragione e che, quindi, la ragione della vittoria non fa sconti a nessuno.

In questo ambito, purtroppo, Ferrari e noi tifosi con lei ormai abbiamo la scorza dura, già dal lontano 2017. Inutile stare a recriminare, il mondo della F1 anglofona va così e chi paga e fa girare tutta la giostra avanzerà sempre la ragione della vittoria. Gli inglesi, come hanno sempre ampiamente dimostrato, sono dei pessimi perdenti (l’ex campione del mondo non fa eccezione in questo… anzi) e, ogni volta che le cose si mettono male, intervengono per far valere la loro ragione. Eppure, sebbene abbiamo il sangue che ci ribolle nelle vene dalla rabbia e dalla delusione, per capire di chi sia la responsabilità di tutto questo, non bisogna andare lontano, basta affacciarsi a Torino. Non ho mezze misure e parole di conforto per una dirigenza che non mostra il minimo interesse (e buon senso) di vittoria per le Beneamata. Già dopo i fatti ungheresi, un qualunque presidente avrebbe tuonato in privato e fatto muro in pubblico al fine di azzerare tutto il disastro che stava succedendo e magari suonare la carica. Nulla, il silenzio cosmico e tale rimarrà, ne potete stare certi. Molto probabilmente il Presidente si presenterà domenica perché “l’etichetta” lo impone… o forse perché il circuito dista poco da casa sua! Potete contorcervi dalla disperazione quanto volete nei riguardi di Binotto, eppure come già ho detto su queste righe, proprio la settimana scorsa, e che ripeto da tempo, il Team Principal rosso è solo e nemmeno un osannato Horner o un idolatrato Wolff potrebbe fare più di tanto contro tanta inamovibilità.

Della gestione del muretto ne possiamo discutere quanto se ne vuole, perché ovvio che in quel caso è Binotto il responsabile della scelta degli uomini nei posti chiave e sottolineo “sceglie”, perché non è lui a decidere le strategie. Il disastro di Sainz al pit di domenica scorsa, in ossequio ad Irvine che era presente in circuito, è ingiustificabile e chi vi scrive ha sempre difeso, difende e difenderà sempre il buon Mattia. Certo è che di fronte all’evidenza non v’è ragione che tenga e quella mancata prontezza di riflessi alla quale abbiamo assistito è figlia di una pressione e di una tensione che ormai è destinata ad amplificarsi.  Purtroppo la famigerata DT039 ha colpito duro, checché i detrattori o gli avversari ne dicano.

In nome della sicurezza la Federazione non guarda in faccia a nessuno (non sia mai si macchi di responsabilità per la sciatica di Hamilton!), la stessa sicurezza che evidentemente non era importante, quando Bottas si è fermato in pieno rettilineo e la direzione gara si è presa comodamente due giri prima di prendere la decisione di far uscire la safety car. Evidentemente i fatti di Abu Dhabi scottano ancora e nessuno naturalmente si voleva prendere la responsabilità di determinare l’esito della gara con quella scelta. Due pesi e due misure, quando si tratta di colpire la ragione di chi sta vincendo. Dal canto suo, Verstappen non si è scomposto e l’alfiere Red Bull ha fatto valere tutta la sua ragione nei riguardi di un annichilito Hamilton, facendogli fare una grama figura con quel sorpasso in ripartenza da manuale. Max è entrato in quella che chiamo “zona wow”: l’olandese sa di avere un mezzo poderoso e le vittorie non fanno che aumentare la sua fiducia nel mezzo e nei suoi di mezzi. Non sbaglia praticamente nulla, un cecchino in qualifica (sebbene deve sudare per superare LeClerc in questa classifica), un rapace durante la gara. Raggiunta la piena maturazione agonistica, non c’è nulla che lo può fermare se non la sua stessa monoposto. Del resto il buon Max, come ho già scritto, non fa altro che fare il suo mestiere e quindi quello che farebbe chiunque al suo posto se si trovasse sotto le chiappe una RB18, cioè vincere! In merito a ciò, il campione olandese ha ragione da vendere. Purtroppo resta il rammarico di trovarsi nuovamente d’innanzi ad un campione che battaglierà da solo, proprio come il campione inglese che ha sfigurato malamente davanti agli orange in visibilio. Ad inizio mondiale ci eravamo illusi che tutto il campionato sarebbe stata una lotta serrata, ruota a ruota tra lui e LeClerc (dove peraltro il monegasco ebbe ragione di lui), mentre invece ci dobbiamo arrendere al fatto che la sua sarà una cavalcata solitaria (a meno di miracoli) fino ad Abu Dhabi. Complimenti a Red Bull e, di riflesso, a Mercedes allora, perché chi vince ha sempre ragione e loro, a suon di poteri politici nelle stanze che contano, sono riusciti a ribaltare il tavolo. Da Monza in avanti, il mondiale della Rossa cambierà gli obiettivi: non sarà più un inseguimento (affannato) nei riguardi dei bibitari, bensì sarà una fuga (convulsa) da AMG, la quale clamorosamente è ritornata prepotente a ridosso della Beneamata. Solo trenta punti li separano e, considerando quanto visto sino ad ora, non è peregrino pensare ad un probabile sorpasso ai danni di Ferrari stessa.

La dirigenza rossa, questo mondiale e soprattutto questa monoposto, l’avrà sulla coscienza a vita, a causa della sua cronica assenza. Sia chiaro, il mondiale non lo perderemo principalmente a causa della dannata direttiva ed il clamoroso errore (per non dire altro), accorso in mondo visione al box Ferrari, è la certificazione che la squadra non solo non è pronta a vincere un mondiale, forse non lo è mai stata quest’anno! Eppure, passino i motori arrosto che abbiamo bruciato in giro per il mondo, sorvoliamo sulle enormità commesse dal muretto e sugli errori dei piloti, ciò che non può essere giustificato è il cambio delle regole in corso, dove ad essere colpita è sempre la stessa squadra. La F1-75 è una monoposto nata per questo regolamento che corre secondo le regole ed i risultati in un modo o nell’altro non si sono fatti attendere. Evidentemente gli avversari, capendo contro chi si sarebbero dovuti confrontare e, presagendo il destino che li attendeva, hanno pensato bene di far valere la ragione della vittoria che hanno sempre avuto: cosicché AMG ha avuto ragione in seno alla Federazione, al fine di salvaguardare il mal di testa ai suoi piloti (ed i suoi azionisti) e Red Bull, dal canto suo, ha spinto tantissimo sullo sviluppo, oltrepassando il budget cap ed acquistando una vantaggio di sviluppo tale che direttiva o meno non gli fa né caldo e né freddo. Ritornando al punto di partenza, inutile stare a recriminare dunque se la Rossa continua ad invocare l’equità sportiva da un lato rimanendo immobile dall’altra.

Godiamoci, si fa per dire, questa ultima parte di campionato sperando che chi di dovere nella dirigenza Ferrari tiri fuori le palle e, soprattutto, la voglia di vincere veramente, facendo valere così la sua ragione. Nel frattempo che a Maranello cercano di correre ai ripari per quanto sta succedendo ora e, soprattutto, per il futuro e che la dirigenza, bontà loro, abbia uno scatto d’orgoglio, assisteremo inermi al disgraziato GP d’Italia che si appresta, dove Red Bull sta già preparando la parata finale, imponendo la sua di ragione di vittoria.

 

Vito Quaranta