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Verstappen, Vettel e Kvyat festeggiano la Mercedes

A volte le feste riescono bene, a volte un po’ meno, qualche volta si trasformano in veri e propri disastri. Il marketing della Mercedes si era molto impegnato per festeggiare un po’ di ricorrenze nella gara di casa. Livrea delle vetture molto particolare, abbigliamento vintage anni 50 per lo staff, e moltissimi cartelli celebrativi per i 125 anni di storia del marchio sparsi a bordi della pista, talmente belli che qualche pilota ha provato a staccarne qualcuno per portarselo a casa.

Ma, come dicevamo, qualche volta le feste diventano veri e propri disastri. Anche quando l’invitato più sgradito, quello che si spera che non venga perchè potrebbe rubare la scena al festeggiato, fa di tutto per  non parteciparvi.

Ma andiamo con ordine. Hockenheim rappresentava una sorta di prova del nove per la Ferrari, per confermare i progressi visti nelle ultime gare, frutto di una maggiore comprensione dell’auto anzichè di sviluppi portati in pista. E, in effetti, le prove libere avevano mostrato un binomio SF90-Leclerc molto in palla, con Vettel subito dietro. E con le Mercedes un po’ in difficoltà causa caldo. Pole di Charles probabile, magari con Seb in prima fila, quindi. No, il primo decimo, il secondo ventesimo, con Hamilton in pole. Entrambe le macchine bloccate ai box da guasti differenti che ci fanno sapere non essere mai capitati prima (come se la ricerca della qualità consistesse solamente nel correggere i guasti già capitati, non funziona proprio così).

E’ così la pole va ad un Hamilton febbricitante, con Verstappen di fianco, e i rispettivi compagni di squadra dietro di loro. Uno strepitoso Raikkonen coglie la quinta posizione.

Ma per la gara è prevista pioggia, e, infatti, quando si dovrebbero spegnere i semafori, la pista è bagnata, e la direzione gara prende l’inusuale decisione di fare percorrere tre giri di ricognizione, per poi dare la partenza in modo tradizionale.

Quando i semafori si spengono sul serio, Verstappen rimane praticamente fermo, e viene sfilato da diversi avversari. Le due Mercedes prendono il largo, seguite da Raikkonen e dallo stesso Max, autore di un veloce recupero delle posizioni perse. Dopo solo due giri, Perez va a sbattere ed esce la Safety Car. Vettel ne approfitta subito per montare le gomme intermedie, e al giro successivo viene imitato da tutti gli altri.

La pista si asciuga rapidamente, Ricciardo rompe il motore e si attiva la Virtual Safety Car. Leclerc, quarto, ne approfitta per un pit-stop, ma non è ancora tempo di slick, e monta intermedie nuove, con le quali riuscirà a recuperare diversi secondi a Verstappen, terzo davanti a lui. A questo punto il problema ce l’hanno gli avversari, i quali hanno intermedie molto consumate, ma con la pioggia che incombe, e la pista asciutta, non sanno che gomme montare.

Al 22° giro la pioggia effettivamente ricomincia, ma solo nella zona dei box, e le squadre decidono di usare le gomme slick. Fra i primi a farlo c’è Vettel, che monta gomma soft nuova. Subito dopo entra anche Verstappen, al quale però il team monta gomma media, con la quale Max fa un bel 360° ed esprime tutto il suo disappunto per la scelta. Leclerc, per fare il suo pit-stop, approfitta della Virtual Safety Car uscita per spostare la macchina di Norris, e riesce a rientrare in pista in seconda posizione, davanti a Bottas e Verstappen.

Hamilton è l’ultimo dei primi a fermarsi, e, nonostante un pit-stop lento, riesce comodamente a rimanere davanti a tutti. Ma proprio in questo momento la pioggia aumenta di intensità, specialmente nel motordrome, e l’insidiosissima penultima curva, all’esterno della quale c’è una via di fuga allagata e con asfalto estremamente liscio, inizia a mietere vittime illustri. La prima è Leclerc, che finisce la sua gara contro i sopracitati cartelloni celebrativi. Subito dopo tocca ad Hamilton, il quale sfiora le barriere rompendo l’ala, ma riesce a rientrare ai box tagliando completamente la pista e beccandosi, per questo, 5 secondi di penalità. Uscirà quinto e con gomme intermedie, dopo un caotico pit-stop.

Entra la Safety Car, Verstappen ne approfitta subito per rimontare gomme intermedie e riesce a diventare leader, mentre Bottas ritarda il pit-stop e si ritrova terzo dietro Hulkenberg. La gara riprende con pista bagnata e diversi altri piloti sono autori di escursioni nelle famigerate ultime due curve. E l’ultima vittima illustre è proprio il tedesco della Renault, la cui uscita riattiva la SC. La pista si asciuga velocemente, e nel giro successivo alla ripartenza si fermano tutti per montare gomme slick. Stroll e Kvyat lo avevano già fatto, e si ritrovano così sorprendentemente in seconda e terza posizione.

Hamilton, dopo avere scontato la penalità in occasione del pit-stop, si ritrova dodicesimo e ormai fuori gara, anche a seguito di un testacoda ad alta velocità alla curva 1. Vettel invece, con pista asciutta, inizia a volare e a fare un pensierino al podio. Anche perchè Bottas imita il compagno di squadra ma, al contrario di lui, non riesce a tenere la macchina in pista, e la distrugge contro le barriere di curva 1.

Nuova SC e finale di gara mozzafiato, con show di Vettel che in pochi giri riesce a rimontare fino alla seconda posizione, con il pubblico a sottolineare con un boato ogni sorpasso. L’ultimo avversario che riesce a superare è un sorprendente Kvyat, il quale saggiamente non oppone la minima resistenza, guadagnando uno storico secondo podio per la Toro Rosso proprio nel giorno in cui è diventato padre.

Finisce così con Verstappen primo, Vettel secondo e Kvyat terzo. Quelli che li seguono hanno tutti motivo di festeggiare, a partire da Stroll quarto, poi Sainz quinto, Albon sesto a completare il grande risultato per la Toro Rosso, Raikkonen(*) settimo seguito da Giovinazzi(*), molto bravo a portare la macchina al traguardo senza fare danni, e Grosjean e Magnussen a chiudere la zona punti. Per loro fortuna, visto che sono riusciti a toccarsi anche oggi, e che Steiner aveva pronta la pala, non per scavare ma per dargliela, meritatamente, in testa.

Subito fuori dai punti Hamilton(*) e il sorprendente Kubica(*), arrivato davanti a Russel, segno che quando l’esperienza serve lui c’è. Disastroso Gasly, per il quale il conto alla rovescia è probabilmente partito, e pessima giornata anche per le Renault, con Hulkenberg che ha buttato al vento un ottimo risultato e Ricciardo abbandonato dal motore.

Fra una sola settimana ci sarà il GP di Ungheria. Di sicuro la battuta d’arresto della Mercedes serve per accontentare la statistica. Ma un dato di fatto c’è, e lo dicono i numeri: Verstappen e la Red Bull sono in grandissima crescita, soprattutto di affidabilità. La classifica del mondiale dice che Max è a soli 22 punti da Bottas, e siamo a metà campionato. Purtroppo, per la Ferrari, se c’è qualcuno in grado di impensierire la Mercedes, ora e, probabilmente, in futuro, è proprio l’olandese. E i suoi risultati devono fare riflettere. In primis lui stesso, se avesse mai intenzione di cambiare squadra. E poi quelli di Maranello, che si devono chiedere come mai tutte le volte che l’armata teutonica fa un doppio zero, a suonare è l’inno olandese (Spagna 2016, Austria 2018, e oggi).

(*) In serata è arrivata la notizia della squalifica delle due Alfa, per un uso non regolare della coppia in partenza (o qualcosa del genere). Questo significa che Hamilton viene promosso alla nona posizione, riuscendo a portare a casa qualche punto anche in una gara tribolatissima, ma, soprattutto, che Kubica ritorna a punti dopo 8 anni e un recupero fisico che sembrava impossibile. Questo risultato, pur figlio di circostanze probabilmente irripetibili, è destinato ad entrare nella storia.

Immagine in evidenza dal profilo Twitter @redbullracing

TOTAL 24h Spa-Francorchamps

L’edizione 2019 della 24 Ore di Spa-Francorchamps si presenta con il record di vetture iscritte, ben 72 divise in 4 classi: Pro, Silver, Pro-Am, Am. Questo boom di partenti è certamente propiziato dalle numerose vetture impegnate nell’Intercontinental GT Challenge. Ci sono infatti vetture non presenti nella griglia full-season, come le BMW M6, le Nissan, alcune Ferrari e Mercedes.

Metà dell’intera griglia (36 auto) se la giocherà in categoria Pro per la vittoria assoluta. Realisticamente ci sono alcuni equipaggi un gradino sotto i migliori, però ne rimangono una dozzina di livello veramente top  e non si sa veramente su chi scommettere.

Inutile dire che una 24 ore così non si vince con la sola velocità, ma ci vuole costanza, affidabilità, ottimi pit-stop ed un pizzico di fortuna per far quadrare il cerchio.

Passiamo in rassegna i principali team per ogni marchio.

ASTON MARTIN: La casa britannica affronta per la prima volta una 24 ore con la nuova Vantage GT3 affidata ai team R-Motorsport e Garage 59. Ovviamente è difficile pensare che fili tutto liscio al primo tentativo, però i team sono ben attrezzati e gli equipaggi molto veloci. In classe Pro ci sono le 2 Vantage grigie di R-Motorsport e una del Garage 59; tutte possono contare nella line-up di un pilota ufficiale AMR, il che è una garanzia notevole.

AUDI: Il marchio dei quattro anelli prova l’assalto alla vittoria assoluta con ben 6 vetture tra i Pro, soprattutto tre di queste supportate in modo ufficiale. Le auto più accreditate sono certamente la #1 in cui è presente un terzetto top come Rast-Frinjs-Muller, tutti piloti ufficiali DTM. Anche la #2 con Dries Vanthoor è decisamente da tenere d’occhio. Oltre a queste entries del team WRT, c’è anche la #25 del Sainteloc Racing guidata da piloti ufficiali. Vincere la 24 Ore del Nurburgring di solito ha portato bene alla casa, visto che è riuscita a bissare i successi nel 2012, 2014 e 2017. Chissà stavolta….

BENTLEY: Nell’anno del centenario, la casa di Crewe dichiara esplicitamente le sue aspirazioni di gloria portando addirittura 4 Continental GT3 factory gestite da M-Sport. Per l’occasione sono state preparate delle livree celebrative molto suggestive. Negli ultimi anni la Bentley si è sempre presentata a Spa con un pacchetto molto consistente, però qualche sfortuna e qualche problemino hanno sempre vanificato i sogni di vittoria. Quest’anno si spera che almeno una delle 4 auto non abbia nessun tipo di intoppo per essere veramente in lizza per la vittoria. Qualche dubbio rimane sulle line-up scelte per le due vetture addizionali, che non sembrano all’altezza dei migliori di categoria.

BMW: Pur non avendo nessuna vettura full-season nel Blancpain, la casa bavarese corre a Spa per competere nell’IGTC e ovviamente difendere la vittoria del 2018. Le vetture in classe Pro saranno solamente due: la #34 del Walkenhorst vincitrice l’anno scorso e la #42 del team Schnitzer con al volante 3 piloti ufficiali BMW.  La M6 GT3 ha già vinto due volte questa gara e sembra proprio una macchina che si sposa a meraviglia con il circuito belga, resta da vedere come andrà questa volta.

FERRARI: La casa di Maranello concorre anch’essa per l’ IGTC dopo aver vinto l’ultima tappa a Laguna Seca. L’assalto alla classe Pro è affidato a tre 488 GT3 di tre team differenti. C’è ovviamente la #72 dell’SMP Racing vittoriosa a Silverstone; la #227 di HubAuto Corsa che ha vinto la tappa a Laguna Seca, e la #50 di AF Corse con una line-up ufficiale a dir poco top, infatti sono i piloti del WEC Pierguidi-Calado-Bird. Per la Ferrari sarebbe un’annata storica se riuscisse a vincere anche Spa dopo aver trionfato il mese scorso a Le Mans.

HONDA: Il Team Motul Honda iscrive una NSX GT3 Evo in classe Pro per partecipare all’IGTC come già successo a Laguna Seca. Dopo l’esperienza dell’anno passato si è deciso quindi di entrare fra i grandi e lottare al massimo livello. L’ equipaggio è di tutto rispetto con Farnbacher-Baguette-Van der Zande, per cui ci si possono aspettare belle soddisfazioni per la Honda.

LAMBORGHINI: Giorgio Sanna (manager di Squadra Corse) ha ribadito più volte che l’obiettivo grosso è Spa, soprattutto dopo aver vinto Daytona e Sebring. Per la missione di quest’anno sono schierate 3 Huracan GT3 Evo affidate ai team Grasser e Orange FFF. Ovviamente il roster dei piloti vede tutto il vivaio di factory driver Lamborghini, come Bortolotti, Caldarelli, Lind, Venturini…. Fino ad ora la Huracan ha raccolto solo qualche vittoria nelle gare di 3 ore del Blancpain, mentre a Spa e sempre rimasta fuori dai giochi abbastanza presto, a causa di incidenti o problemi tecnici. Questo potrebbe essere l’anno della maturità.

LEXUS: Purtroppo la Lexus sarà rappresentata da una sola RC-F in classe Am del team 3-GT Racing. Infatti dopo l’uscita di scena del team Emil Frey nessuna squadra ha più schierato le auto giapponesi in top class.

MERCEDES: La casa della Stella è come sempre una delle principali protagoniste di questa gara, che sembra una chimera per la AMG GT3; infatti dopo la controversa edizione 2016 non è più riuscita a lottare veramente fino alla fine. Il successo inizia a mancare da troppi anni (2013) secondo i tedeschi, per cui ben 6 Mercedes corrono in classe Pro, di cui 4 supportate ufficialmente da AMG Performance. Gli equipaggi da seguire in modo particolare sono: la #4 del team Black Falcon con il trio full season Engel-Stolz-Buurman, la #88 del team AKKA con il veloce italiano Marciello e la #999 del team GuppeM impegnata in tutto l’Intercontinental GT Challege, guidata da Buhk-Gotz-Schiller. Alcune AMG GT3 avranno, come gli ultimi anni, delle particolari livree a tema manga giapponese come quella del Goodsmile Racing.

NISSAN: Nel 2019 non è presente nessuna GT-R nel Blancpain GT, ma per la 24 Ore di Spa, che è parte IGTC, la squadra di Hong Kong KCMG porta in pista le sue due vetture come fatto negli altri appuntamenti di questa stagione. Purtroppo sono le sole Nissan al via, dopo che il RJN ha cessato l’attività.

PORSCHE: A Stoccarda fanno sul serio quest’anno con un importante incremento di vetture. Infatti sono addirittura 6 le Porsche 911 GT3 R in lotta per la vittoria. La presenza più imponente è rappresentata dal Rowe Racing con tre vetture dalle line-up all factory Porsche, in particolare sulla #998 ci sono Makowiecki-Pilet-Tandy. Saranno dei giochi anche le auto del GPX Racing e del team Bernhard 75 che possono contare su piloti factory di primissimo livello. Da tenere d’occhio inoltre la #54 della Dynamic Motorsport già vincitrice quest’anno a Monza. Di sicuro la Porsche lancia la sfida a Spa per riconquistare un successo che ormai manca dal 2003.

 

In pista ci sarà anche un piccolo “intruso”, un insetto per la verità. Per i 50 anni dalla prima apparizione di Herbie e per raccogliere fondi a scopo benefico correrà con le GT3 una vettura allestita per assomigliare al celebre Maggiolino #53. Il colpo d’occhio è notevole e il risultato è d’effetto….in realtà sotto la veste si riconosce la forma Porsche, per l’esattezza una Porsche Cup MR. Al volante di questa macchina molto speciale si alterneranno 4 piloti belga cercando di portarla in sicurezza al traguardo senza creare problemi alle altre vetture in gara.

 

ORARI: (nella giornata di Giovedì si svolgeranno libere e qualifiche)

-Venerdì 26 Luglio h. 19: Super-Pole

-Sabato 27 Luglio h. 16.30: Partenza 24 ore

 

LINK UTILI

ENTRY LIST: https://www.blancpain-gt-series.com/entry-list?filter_meeting_id=113

LIVE STREAM/TIMING: https://www.blancpain-gt-series.com/watch-live

 

Subito dopo le qualifiche della F1 mi raccomando…non mollate il motorsport che parte una delle gare dell’anno.

Buon divertimento!!

Aury

 

Hamilton a quota 80, Leclerc è la luce in fondo al tunnel Ferrari

La storia della Formula 1 racconta di rivalità che finiscono e vengono subito sostituite da altre. Il Gran Premio di Gran Bretagna 2019 ha probabilmente messo la parola fine a quella fra Hamilton e Vettel, e confermato che quella fra Leclerc e Verstappen ci riserverà, in futuro, un grande spettacolo.

In entrambi i casi la Ferrari ha meriti e demeriti. Vettel oggi ha commesso l’ennesimo errore che ha vanificato una prestazione che stava raddrizzando un week-end cominciato male, mentre Leclerc ha dimostrato che la fiducia che la Ferrari stessa ha riposto in lui, nonostante la giovanissima età, è decisamente ben riposta.

Ma andiamo con ordine. Silverstone è terra di conquista Mercedes, e le qualifiche lo hanno confermato, con la prima fila tutta colorata d’argento, ma anche con una Ferrari, quella di Leclerc, inaspettatamente molto vicina. Come in Austria, a Maranello hanno curiosamente, e discutibilmente, scelto una strategia differente rispetto ai diretti avversari, quella di partire con le gomme soft. E, sempre come in Austria, la scelta si rivelerà sbagliata. A fianco di Leclerc si piazza Verstappen, e in terza fila Gasly con Vettel, che si becca più di mezzo secondo dal giovane compagno.

La partenza regala, nelle prime file, un unico sorpasso, quello di Vettel su Gasly, mentre le due Mercedes si involano rapidamente, con Hamilton che battaglia per qualche giro con Bottas, riuscendo anche a passarlo per poi essere subito risuperato, e preferendo, poi, rimandare l’operazione, e alla fine si capirà anche il perchè.

Dietro di loro, le due Red Bull iniziano una lotta con le due Ferrari che si protrarrà per tutta la gara. Verstappen e Leclerc duellano per diversi giri mostrando a tutti come si deve attaccare e come si deve difendere in totale correttezza ma senza rinunciare all’aggressività. Inevitabilmente, la memoria torna per un attimo al luglio di 40 anni fa. Se Max non riesce nell’operazione, il suo compagno di squadra ha miglior fortuna con Vettel, ma subito dopo il sorpasso rientra ai box per montare gomma dura. E’ uno stop molto anticipato, e questo costringe Verstappen e Leclerc a fermarsi subito. Entrano assieme ai box e ne escono ad ordine invertito, ma Max fa un errore e Charles riesce immediatamente a riprendersi la posizione. Entrambi i piloti montano gomme medie, ed è ormai chiaro che la gara sarà per loro su due soste, così come per Bottas che si fermerà poco dopo. I due iniziano la seconda parte della loro strepitosa battaglia, e ancora una volta il monegasco si difende perfettamente, nonostante l’avversario sulla Red Bull sembri avere più velocità.

Al 21° giro Giovinazzi finisce nella ghiaia, per un probabile guasto meccanico. La direzione gara decide di far uscire la safety car, e questa è una manna per Hamilton e Vettel che non si erano ancora fermati. La Red Bull decide, saggiamente, di far fermare subito anche Verstappen, mentre la Ferrari prende la stessa decisione con un giro di ritardo per Leclerc, che si ritroverà così sesto e molto arrabbiato.

A questo punto, quindi, Vettel è risalito in terza posizione, con Gasly, Verstappen e Leclerc subito dietro. Alla ripartenza, va in scena la terza parte del duello fra questi ultimi, ma, dopo una serie di curve percorse fianco a fianco, il monegasco non riesce a riprendersi la quinta posizione, e desiste, distanziandosi un po’. Max riesce invece a superare facilmente il compagno e inizia la caccia a Sebastian.

Assistiamo così ad un doppio duello in contemporanea, con la regia che non sa cosa inquadrare e preferisce, spesso, mostrare il pubblico o i replay. Leclerc supera Gasly girandogli intorno con una manovra da antologia, mentre Verstappen trova in Vettel un avversario apparentemente più facile rispetto al monegasco, riesce a passargli davanti in modo deciso ma il tedesco non ci sta e qualche curva dopo prova a riprendersi la posizione. Ma lo fa in modo molto maldestro, col risultato di tamponare violentemente l’olandese, spedendolo nella ghiaia e rovinando definitivamente la sua gara. Max, per sua fortuna, riesce a ripartire, ma, con la macchina danneggiata, dovrà accontentarsi della quinta posizione finale.

Questo incidente risulta provvidenziale per Leclerc, che ritorna là dov’era prima che la sua squadra, con una strategia discutibile, gli facesse perdere tre posizioni, e cioè in terza posizione dietro Bottas, che però deve ancora fermarsi per l’ultimo pit-stop. Quando lo fa, ha accumulato un vantaggio sufficiente per mantenere il secondo posto.

Le gomme nuove consentono a Valtteri di prendersi il giro più veloce. Ma Hamilton non ci sta, e proprio all’ultimo giro, con gomme usate per più di metà gara, riguadagna ciò che gli spetta di diritto, dimostrando a tutti che, se avesse voluto, avrebbe potuto rifilare al compagno ben più di 24 secondi.

La gara finisce quindi con Hamilton davanti a Bottas, Leclerc, Gasly e Verstappen. Dietro i primi 5, il solito abisso poi Sainz, Ricciardo, Raikkonen, Kvyat e Hulkenberg. Peccato per Norris, dodicesimo e penalizzato dalla safety car. Da segnalare Russel quattordicesimo con la Williams, mentre la ex-Force India sta sempre più scivolando verso i bassifondi. Laddove è già arrivata da un po’ la Haas, che oltre alle difficoltà con le gomme pare avere anche qualche problema con i piloti, che sono riusciti a toccarsi nelle prime curve. Quelli, almeno, li può cambiare.

Fra due settimane si torna ad Hockenheim. Un anno dopo quel GP che ha probabilmente sancito l’inizio della fine della rivalità  fra Hamilton e Vettel. Proprio quando sembrava che, finalmente, le gerarchie si fossero invertite. Non è stato così, e da allora la rossa e il suo primo pilota sono entrati in un tunnel, costellato di errori e di manifestazioni di inadeguatezza. Sebastian è diventato il re degli spin, mentre a Maranello sono sembrati incapaci non solo di fare una macchina competitiva e di svilupparla a dovere, ma anche di fare strategie intelligenti. Per fortuna, come abbiamo scritto nel titolo, la luce in fondo al tunnel già si vede, ed è Leclerc. E’ per lui che la Ferrari deve lavorare al meglio, perchè se non avrà il materiale e la squadra per vincere, non gli ci vorrà molto a migrare verso altri lidi. Come farebbe qualunque campione, o predestinato tale. E come farà Verstappen. Perchè la Mercedes è ancora molto molto lontana. Per tutti.

Immagine in evidenza dal profilo Twitter @MercedesAMGF1

F1 2019 BRITISH GP: AN INTRODUCTION

GP di Silverstone 2019. Tradotto, uno dei Gp dal risultato più scontato di tutta la stagione. Doppietta Mercedes e tutti a casa. Esagerato?

Nel 2019 Vettel e la Ferrari se ne andarono da Silverstone ebbri di gioia al suono di “Che vittoria! A casa loro…”. Ecco, diciamo che in questo 2019 le quotazioni del dinamico duo rosso non sono altrettanto alte, per usare un eufemismo.

Considerando layout della pista e condizioni meteo, sarà un Gp piuttosto difficile per le ambizioni degli uomini di Maranello, spingendomi ad affermare che, con tutta probabilità, le uniche “intersting tactics” di cui sentiremo parlare prima e dopo la gara saranno quelle che hanno portato le frecce d’argento ad una vittoria con annessa doppietta.

Tutto troppo facile e prevedibile? Ad una prima impressione sembrerebbe di si, tutto sembra poter fare il gioco della Mercedes.

In primis, dopo la “gita” effettuata a Zeltweg è improbabile che gli anglo-tedeschi si prendano un altro weekend di relax in terra d’albione. In secondo luogo, Hamilton gioca in casa e sarà impaziente di arrivare tardi alla foto post qualifiche dopo la pole o a fare stage diving la domenica dopo la gara.

Il meteo previsto alquanto “grigio” è una manna per la PU Spec-2 della Mercedes, alquanto infastidita dal caldo austriaco. Se poi ci mettiamo l’asfalto nuovo e un pista che esalta il carico laterale a dispetto di trazione e frenata, diciamo che siamo nel territorio di caccia preferito.

Dal lato Ferrari che cosa abbiamo? Una pista che teoricamente male si adatta alle caratteristiche della rossa, un meteo con temperature che di sicuro non aiuteranno a raggiungere la famigerata “finestra di utilizzo” e una pista in cui partire “leggeri” in termini di carburante aiuta molto, fattore che si adatta male alla PU Ferrari che sembra essere più assetata della sua concorrente.

immagine da sportface.it

Un elemento positivo lo vogliamo trovare? Un po’ tirato per i capelli e soprattutto, con esiti poco prevedibili, c’è il tanto annunciato pacchetto aerodinamico che dovrebbe portare più carico aerodinamico all’anteriore e permettere di sfruttare meglio corpo vettura e pneumatici. Ma se non è come tirare i dadi poco ci manca.

E Red Bull? Mina vagante, letteralmente. Ottima nella gestione delle gomme ma si adatterà alle temperature basse di Silverstone? E la PU Honda andata all-in in Austria concederà un bis prestazionale tale da renderla pericolosa?

Intanto, le uniche certezze che si hanno sono le mescole portate da Pirelli, le più dure a disposizione: C1 hard, C2 Medium e C3 soft. Prevedibile che chi potrà eviterà di utilizzare in gara la C3, che si prevede avrà una vita piuttosto breve nei primi giri con macchine cariche di carburante.

immagine da f1analisitecnica.com

Le scelte dei team sono state poco fantasiose in questo caso: Ferrari e Red Bull con scelta identica, un treno di C2 in più per Mercedes, un treno di C2 in meno per Sportpesa Racing Point. Unica “mattana” la scelta di Ricciardo di tenersi una sola C2 per tutto il weekend.

L’asfalto nuovo sarà di sicuro scivoloso soprattutto al venerdì e probabilmente non darà indicazioni precise sul comportamento delle gomme per una pista che sarà in grande evoluzione lungo l’arco del weekend.

Insomma, la Mercedes sembra partire con una mano di carte già vincente , con i diretti concorrenti che non sembrano avere le basi per tentare neanche un bluff.

Unico elemento che può variare i valori in campo sembra essere il caso, qualche elemento non prevedibile che possa indirizzare l’esito del GP sui binari dell’incertezza. Questo giro di poker sembra essere già deciso, chissà che non intervenga nuovamente qualche “interesting tactics” a rendere più avvincente il tutto.

*immagine in evidenza da planetf1.com

Rocco Alessandro

Verstappen vince il Gran Premio d’Austria 2021

Ci sono voluti anni, ma la Formula 1 ha finalmente ritrovato se stessa. Quanto sono lontani i tempi in cui, qualche anno fa, la Mercedes vinceva decine di gare di fila, con avversari che non ne azzeccavano una ed Hamilton che faceva man bassa di mondiali.
Ricorderete tutti un Gran Premio di Francia unanimemente considerato la gara più noiosa della storia. E, al GP successivo, una ridicola riunione con le squadre a chiedere di cambiare le gomme per ritrovare lo spettacolo, e il povero Isola a dire a tutti che si sarebbe trattato di una mossa poco seria.

E, soprattutto, ricorderete la sequela infinita di penalità, che, a norma di assurdi articoli di regolamento, colpivano un po’ tutti (qualcuno un po’ di meno, per la verità), stravolgendo le classifiche e aprendo infinite polemiche, una su tutte quella per la vittoria del GP del Canada 2019. In quell’occasione Vettel, sentendosi defraudato, suggerì di bruciare il regolamento. L’anno successivo, la FIA intervenne, e, complice una più saggia scelta dei giudici di gara (ora sono campioni del mondo di F1, i vari Kristensen e Pirro non si sono più visti), gli episodi controversi sono diventati racing incidents. Sono così tornate le battaglie e di conseguenza lo spettacolo.

E, infatti, in Austria abbiamo visto una epica battaglia fra quelli che già anni fa venivano considerati dei predestinati, e che oggi si sono definitivamente consacrati come campioni capaci di battagliare ruota a ruota per diversi giri dopo un week-end condotto al comando e senza una sbavatura, o quasi.

Già nelle prove libere si era capito che questa fosse una pista Ferrari, con Leclerc in testa in quasi tutte le sessioni e Vettel a ruota. Una prima fila rossa era quasi una certezza, ma un problema meccanico ha impedito a Vettel di disputare il Q3 relegandolo alla decima posizione di partenza. Al fianco di Leclerc avrebbe dovuto esserci Hamilton, ma una penalità, questa sì sacrosanta, lo ha relegato alla seconda. In prima fila è quindi passato l’altro predestinato, Verstappen, ponendo le basi per una gara spettacolare, soprattutto in partenza.

E invece… allo spegnimento dei semafori Verstappen fa entrare l’antistallo, e viene superato da molti avversari. Alla prima curva Leclerc arriva indisturbato, seguito da Bottas, Hamilton, Norris e Raikkonen. Gli ultimi due ingaggiano una bella battaglia con il finlandese che la spunta e si insedia in una quarta posizione che manterrà non molto a lungo. Perchè da dietro rimontano Vettel e Verstappen, che molto presto si ritrovano là dove devono stare, in quarta e quinta posizione.

Dei primi 5, solo i ferraristi sono partiti con gomma soft, scelta strategica teoricamente meno valida rispetto a quella degli avversari, partiti con gomme medie. Ma Bottas si trova presto in difficoltà proprio con le gomme, e al 20° giro si ferma per montare quelle dure, con le quali dovrà coprire i restanti 51. Vettel lo imita immediatamente, ma arrivato al suo box non ci sono gli pneumatici, e perde secondi preziosi. Il giro successivo anche Leclerc si ferma per montare gomme dure, e questo tempismo si rivelerà decisivo a fine gara.

Nel frattempo Hamilton, dopo essere ripetutamente passato sopra i “salsicciotti” che delimitano la pista in curva 1, si ritrova con l’ala danneggiata, e in occasione del suo pit-stop, al 31° giro, deve sostituirla, ritrovandosi così in quinta posizione. Verstappen effettua la sua unica sosta al giro successivo.

Arrivati a metà gara, i primi 5 sono equidistanti l’uno dall’altro. Ma Verstappen inizia la sua rimonta, e al 47° giro raggiunge Vettel per poi passarlo al 49°.  Sebastian era in difficoltà con le gomme, e questo è un brutto campanello d’allarme per la Ferrari. Si ferma immediatamente per montare un set di gomme morbide nuove, con il quale percorrerà gli ultimi 20 giri.

Al 54° giro Max raggiunge Bottas, e lo supera dopo 2 giri. A quel punto la minaccia per Leclerc diventa seria perchè l’olandese ha gomme con 9 giri percorsi in meno, e quello austriaco è un tracciato che, con 3 zone DRS consecutive, rende i sorpassi piuttosto agevoli. In pochi giri recupera i 5 secondi di svantaggio, e inizia la battaglia, con Charles che si difende magistralmente. Un primo tentativo di sorpasso va a vuoto con i due che percorrono la curva affiancati e il monegasco che riesce a tenere la posizione. Ma al giro successivo, nello stesso punto, l’olandese va leggermente lungo e accompagna l’avversario fuori pista. Due anni fa questo episodio sarebbe stato sanzionato a norma di regolamento, ma ora è un’altra epoca, e l’episodio non viene nemmeno investigato. Verstappen vince quindi meritatamente il gran premio di casa della Red Bull, regalando alla Honda una delle poche vittorie ottenute dal ritorno in F1 con l’ibrido. Secondo arriva un Leclerc che nasconde a fatica la delusione, ma apprezza la lotta con l’avversario, giudicando regolare l’episodio in occasione del sorpasso.

… l’orologio del PC avvisa che siamo nel 2019 e non nel 2021. Ciò che abbiamo descritto, quindi, è accaduto davvero ad una settimana sola dal GP di Francia. Il mondo si è ribaltato, siamo ritornati a vedere la F1 dei bei tempi, fatta di sorpassi, rimonte, talento, battaglie. Ma il regolamento non è ancora stato cambiato. Quello no. E, quindi, l’episodio del penultimo giro è “under investigation”. Proprio come avvenuto in Canada, quello che in altri tempi sarebbe stato semplicemente un evento conseguente ad un comportamento istintivo del pilota, deve passare sotto la lente dei commissari. E, alla luce delle decisioni precedenti, genera aspettative nei piloti stessi, nei team e nei tifosi. In questo caso nella Ferrari, già “defraudata” di una vittoria. Binotto è chiaro: la vittoria è di Leclerc, a termini di regolamento. Il pilota non invoca chiaramente la penalità a Verstappen, ma fa capire che, se la legge è uguale per tutti e in tutte le occasioni, se la aspetta.

A tre ore dalla conclusione del GP, forse applicando proprio il regolamento che sarà in vigore nel 2021, i commissari invece confermano la vittoria di Max, considerandolo un incidente di gara. Se vogliamo vedere i piloti darsi battaglia, dobbiamo apprezzare questa decisione. Ma allora dovremmo anche chiederci il perchè situazioni molto simili, in passato, hanno portato a penalizzazioni. La solita incoerenza FIA di cui abbiamo già scritto ampiamente.

Comunque meglio così, Max meritava la vittoria, Red Bull e soprattutto Honda anche. Ferrari no, non è stata perfetta, e per Leclerc vincere il primo GP a tavolino sarebbe stato indegno.

Resta il fatto che oggi abbiamo visto il futuro della Formula 1. Due giovani poco più che ventenni che guidano e battagliano come consumati campioni per tutto il week-end. Saranno loro ad animare i prossimi anni, e questa è una garanzia di divertimento. Basta che anche chi governa il baraccone lo capisca.

Torniamo alla cronaca: al terzo posto un Bottas piuttosto incolore, alle prese con una Mercedes in crisi col raffreddamento. Quarto Vettel, che si è ripreso la posizione su Hamilton proprio negli ultimi giri. Sesto un fantastico Lando Norris, che vince, da doppiato, il GP della F1/2. Lo segue Gasly, che si prende un intero giro dal compagno di squadra vincente, e vede il suo sedile sempre più in bilico. All’ottavo posto Sainz, rimontato dall’ultima posizione, e poi le due Alfa Romeo, con Raikkonen nono e Giovinazzi finalmente a punti, ed era circa un decennio che non capitava ad un italiano.

Fuori dai punti Renault, Force India, Haas e Toro Rosso. Tutte squadre che una volta la zona punti la frequentavano comodamente, mentre ora sembrano in grossa crisi. Della Williams, invece, non vale nemmeno la pena parlare.

Ora si va a Silverstone, la gara di casa di quasi tutti i team. Come detto, non siamo nel 2021, purtroppo. Quella di oggi è stata una battuta d’arresto (si fa per dire) temporanea per la Mercedes, una sorta di contentino dato agli avversari. Di sicuro torneremo a vedere doppiette, non facciamoci troppe illusioni e teniamoci negli occhi e nella memoria l’emozionante gara di oggi, ancora per un po’.

P.S. Ferrari non perfetta, abbiamo detto. E’ riuscita a sprecare una grande occasione, oggi, come già fece lo scorso anno sempre in Austria, quando entrambe le Mercedes si ritirarono ma vinse Max. A parte il problema di Vettel in qualifica, oggi la scelta di partire con gomme soft è parsa più che discutibile, essendo diversa da quella di chi poi ha vinto la gara e giudicata dalla stessa Pirelli come la meno redditizia. Leclerc ha perso la gara perchè nel finale era in difficoltà con le gomme, e Vettel ha dovuto fare un pit-stop supplementare. Senza contare che alla prima sosta ha lasciato per strada molti secondi a causa di un problema di comunicazione fra muretto e meccanici. Tutto questo per dire che, al di là della competitività dell’auto, a Maranello non dimostrano di avere, come squadra, lo stesso livello di perfezione degli avversari. Se anche la SF90 fosse sullo stesso piano  della W10 come prestazioni (cosa che chiaramente non è), il mondiale lo perderebbero lo stesso a causa dei continui errorini che commettono. Questo, almeno, stando a ciò che si è visto nelle prime 9 gare di questo mondiale 1988… pardon, 2019.

Immagine in evidenza dal profilo twitter @F1