BASTIAN CONTRARIO: Dove osano le aquile

Quello che vediamo durante il weekend di gara mi sembra tutto un film e, a tal proposito, il cinema mi è sempre di ispirazione per le mie considerazioni post GP. L’atteggiamento remissivo e cauto della Ferrari di Vasseur, mi ha ricordato proprio il film (da cui il titolo di questo articolo) del 1968 di Brian G. Hutton, con un micidiale Richard Burton ed un glaciale Clint Eastwood, con la differenza che la Ferrari di Vasseur tutto ha fatto tranne che osare, per non parlare che domenica scorsa la Rossa, del nobile rapace, non aveva nulla dato che abbiamo rimediato una figura da polli. Diciamoci la verità, quindici giorni fa, dopo la scorpacciata di ostriche e champagne (mille euro a boccia come minimo altrimenti non sei a Monaco!) consumata grazie alla super prestazione della Rossa grazie ad un immenso LeClerc, magari qualcuno si era già illuso che saremmo stati protagonisti in ogni GP che ne sarebbe seguito. Eppure la F1 è (quasi) una scienza esatta, ed è risaputo che Monaco è pista a sé ed infatti in un Canada freddo e piovoso sono emersi (anche se Ferrari è letteralmente affondata), tutti i problemi cronici che affliggono la Rossa ogni qual volta si trova appunto su un circuito freddo, bagnato e riasfaltato… che poi è la stessa storia che abbiamo già visto in Giappone e, soprattutto, sette giorni dopo in Cina. Su una pista come quella del Montmelò non oso immaginare cosa succederà se ci sarà un diluvio, come quello del 1996 dove Schumacher colse la sua prima vittoria in rosso.

 

Prima di farci del male e pensare a cosa andrà storto in Spagna, sarebbe meglio cercare di soffermarci su cosa sia stato sbagliato domenica scorsa, visto e considerato che tutto quello che doveva succedere è purtroppo capitato e, questo fa ancora più male, considerando il risultato conseguito a Montecarlo. Premesso che quelle pazze condizioni meteo erano uguali per tutti, è anche vero che Ferrari non ha capito nulla e, sebbene in macchina sono i piloti a dover svolgere il “lavoro sporco”, a mio modesto giudizio questi ultimi non riesco a ritenerli responsabili di nulla visto che avevano un mezzo inguidabile e, addirittura, Charles era anche senza motore, come si suol dire. Purtroppo, in tutto questo marasma, chi veramente è stato manchevole è stata proprio la squadra che avrebbe dovuto prevenirli certi problemi o, comunque, marginalmente risolverli ed invece è rimasta inerte davanti l’ineluttabilità del problema (congenito) stesso che affligge la SF24. Visto che siamo in tema di problemi, è proprio nelle difficoltà che si vedono gli uomini e, purtroppo, la Ferrari di Vasseur ha mostrato il suo lato oscuro e cioè l’eccesso di cautela. Altro che le aquile devono osare, i Rossi sono stati letteralmente a guardare e terribilmente conservativi quando poi ormai si era capito che non c’era più nulla da perdere. Dire che proprio la Haas, in fase di partenza del GP, ha dimostrato il significato della parola “non abbiamo nulla da perdere”, essendo stata l’unica squadra sulla griglia di partenza a montare le full wet ed infatti, in un amen, Magnussen ha fatto dimenticare tutti i casini che ha combinato negli appuntamenti precedenti, riuscendo nella rimonta della sua vita. A tal proposito, considerando che le condizioni iniziali di gara erano totalmente bagnate e quindi, ogni monoposto che seguiva era allagata dagli spruzzi delle auto che precedevano, siamo davvero così sicuri che le nuove F1 che verranno dovranno montare i “parafanghi”? Perché non mi sembra che i piloti non siano riusciti a svolgere il loro mestiere. Questa è la F1, è sempre stata così e così sarà e per questo mi domando quanto veramente saranno utili i cosiddetti para spruzzi, che a mio avviso servono più ad acquietare l’altrui coscienza anziché servire realmente a risolvere il problema dello spray d’acqua generato dagli pneumatici. Ritornando a Ferrari, dov’era il loro osare? Le avvisaglie di questo atteggiamento cautelativo e remissivo lo abbiamo avuto proprio con il famoso pacchetto di aggiornamenti di Imola: non solo hanno aspettato l’appuntamento italiano (a differenza di McLaren che si è anticipata a Miami), immediatamente dopo fu proprio lo stesso Vasseur a buttare continuamente acqua sul fuoco per spegnere ogni tipo di aspettative. Mi verrebbe da chiedere al Team Principal francese cosa c’era da perdere domenica scorsa, visto e considerato che tutto quello che doveva essere perso è stato appunto perduto. Dopo la magra figura rimediata al sabato, a causa dei già citati cronici problemi della SF24 di portare in temperatura le gomme nel giro di qualifica, si era già capito che la gara sarebbe stata un calvario. Per quale motivo non hanno rischiato  o meglio osato con almeno uno dei due piloti qualcosa di diverso? Cosa c’era da perdere ormai? Davvero si crede di avere un atteggiamento del genere per puntare a vincere qualcosa? Red Bull in gara era palesemente seconda forza con una McLaren (ormai si è capito che è la Scuderia con la quale confrontarsi almeno per il secondo posto nei costruttori) che ha dato non poco filo da torcere ai bibitari i quali, a loro volta, non si sono affatto persi d’animo (anche perché quando hai in macchina uno come Verstappen c’è ben poco da scoraggiarsi!) ed infatti hanno approfittato di tutto quello che gli avversari hanno lasciato per strada e McLaren, per strada, ci ha lasciato la vittoria! Se la Ferrari di Vasseur crede di poter vincere, contro un pacchetto completo quale è Red Bull, con la cautela allora è meglio che aspetti tempi migliori dove magari avranno una monoposto da un secondo al giro più veloce rispetto alla concorrenza… solo che così tutti sanno vincere suppongo.  Mi rendo conto che Charles, purtroppo, era stato frustrato dalla mancanza di potenza dalla sua power unit, vero è che c’era Sainz che apparentemente di questi problemi non ne soffriva e le occasioni di osare e usare le slick ci sono state eccome… era palese. La frittata non si può cucinare se non si rompono le uova e, sebbene questa sia una ovvietà spicciola, è anche vero che l’attuale Ferrari di Vasseur soffre in maniera atavica di ansia da prestazioni eppure mi chiedo… questa attuale politica dove ci ha portati? Un doppio ritiro che prima che una punizione è stata una vera e propria umiliazione, a maggior ragione che quest’onta è seguita dopo il trionfo di Monaco.

 

A mio giudizio, se proprio bisogna perdere, preferisco che si venda la pelle lottando perché credo che nessuno avrebbe avuto nulla da ridire se il doppio ritiro fosse avvenuto dopo averle provate tutte per rimontare da quelle tristi posizioni, che decisamente non competono a questa squadra, non dopo quello che ha dimostrato fino ad ora. Purtroppo i “dobbiamo capire ed analizzare” di monsieur Vasseur non convincono e nemmeno lasciano presagire qualcosa di buono per il futuro (lo stesso Charles ha detto che non è positivo cambiare motore ogni volta…), ecco perché la reazione deve essere forte ed immediata. Rimango convinto del fatto che pensare a puntare al titolo costruttori non solo non è follia, bensì deve essere un dovere, sia per il nome che la squadra porta e sia perché oggettivamente, considerando quello che stiamo vedendo gara per gara, il traguardo è fattibile. Quanto visto a Montreal è sicuramente un episodio, frutto delle circostanze che sono state trovate nel weekend di gara, vero è che queste suddette circostanze non saranno sempre così (mi auguro!) e, considerando come già detto che c’è McLaren che ruba punti pesanti alla Red Bull, Perez che si è praticamente perso e, che ora anche Mercedes stia trovando il bandolo della matassa (la Spagna dirà se quanto visto domenica scorsa è stato solamente un caso oppure no), ecco che mi sembra logico pensare che non è una chimera puntare al colpaccio. Certo questo obiettivo può essere perseguito solo se si cambia atteggiamento e questo deve essere fatto gara per gara, evitando di pensare alle brutte figure che si possono rimediare, anche perché come visto, alla fine comunque si arriva al risultato che non si vuole ottenere e cioè la magra figura appunto! Dio odia i vigliacchi, allora è giunto anche il tempo di osare, a maggior ragione che questa Ferrari è comunque competitiva. Se la Rossa di Vasseur dismetterà l’atteggiamento cauto che ha mostrato sino ad ora ed oserà proprio come le aquile dell’omonimo film, allora forse vedremo una Ferrari che inizierà a fare anche paura e, di conseguenza, indurrà all’errore i diretti avversari, a cominciare proprio dalla sprecona McLaren e magari alla non più dominante Red Bull.

Vito Quaranta

VERSTAPPEN 6 DI 21 IN CANADA’. FERRARI DALLE STELLE ALLE STALLE.

In Canadà piove. Niente di nuovo. Ma 3 giorni di tempo quasi da lupi era un po’ che non si vedevano in occasione del GP.

Sarà il tempo, sarà quel che sarà, fatto sta che nelle qualifiche disputate con la costante minaccia della pioggia, mai concretizzatasi, davanti è ritornata la Mercedes, con Russell che la piazza in pole a pari tempo con Verstappen. Per le Ferrari, dopo il trionfo di Montecarlo, è notte fonda, con entrambi i piloti relegati in sesta fila e Leclerc arrabbiatissimo.

La pioggia arriva la domenica, e anche tanta. Le macchine vanno in griglia con la pista fradicia, e l’asfalto freddissimo. Gomme intermedie per tutti, tranne le due Haas che azzardano la gomma full wet.

Partenza tranquilla, e 9 team su 10 temono di avere sbagliato. La pista è molto più bagnata del previsto, e questo, ovviamente, agevola Magnussen e Hulkenberg che rimontano rapidamente.

Ma la cuccagna per loro dura solo 6 giri, perchè poi la pista inizia ad asciugarsi, e spunta pure il sole. Magnussen si ferma ma il suo box non è pronto con le gomme intermedie, vanificando il buon lavoro fatto fino a quel momento.

Davanti Russell guida le operazioni con un vantaggio di due secondi e mezzo su Verstappen. Continuano i problemi per la Ferrari, con Leclerc decimo in difficoltà con il motore, e Sainz ancora più indietro in difficoltà forse con se stesso.

Al giro 15, Max è attaccato agli scarichi dell’inglese, che inizia a lamentarsi del consumo delle gomme intermedie. Dietro di loro, Norris si avvicina velocemente. Si aspetta nuovamente la pioggia, e tutti cercano di farle durare il più possibile, passando sulla parte bagnata della pista nei rettilinei.

Al giro 16, Verstappen va lungo alla prima curva, e si ritrova così Norris sulla coda. Bastano 5 giri all’inglese della McLaren per sopravanzarlo senza pietà, grazie anche al DRS. E al giro successivo è il turno di Russell, che va pure lungo e si fa passare anche da Max.

Le McLaren volano. Norris distanzia Verstappen di 5 secondi, mentre Piastri ha raggiunto George.

Al giro 25, Sargeant si gira in punto pericoloso e spegne l’auto. Viene attivata la Safety Car. Ne approfittano Verstappen, Russell e Piastri per cambiare le gomme, e tutti decidono di  continuare con gomma intermedia. Al giro successivo entra anche Norris, ma si deve accodare a Russell, in terza posizione.

Al giro 29, Leclerc entra per un reset e monta le slick. Al giro successivo rientra la Safety Car. E ricomincia a piovere. E pure forte. A Charles viene detto di rimanere fuori perchè la pioggia durerà solo due giri. Ma, ovviamente, la macchina non sta in strada, e il monegasco è costretto a rientrare per rimontare le gomme da bagnato. Nel frattempo, il problema al motore si è risolto.

Lo scroscio dura poco, e la pista si asciuga velocemente. Il primo a fermarsi, al giro 44 è Hamilton, seguito da Piastri, Russell e Verstappen al giro successivo. Norris resta fuori qualche altro giro, ma l’azzardo non paga, perchè non solo non riesce a stare davanti a Max, ma, con le gomme non in temperatura, perde subito 4 secondi e poi, anche la posizione su Russell. Il quale commette un errore subito dopo, e Lando si riprende la seconda posizione.

Al giro 53, nella stessa curva perdono il controllo dell’auto sia Perez che Sainz. Quest’ultimo viene urtato anche da Albon. Tutti e 3 sono costretti al ritiro, con quest’ultimo che lascia la macchina in pista, ed esce nuovamente la Safety Car. Le due Mercedes ne approfittano per montare gomme nuove.

La gara riparte quando mancano 12 giri alla fine. Max scappa via e si porta subito fuori dalla zona DRS. Al giro 64 Russell attacca Piastri, che tiene duro. I due si toccano, e ad avere la peggio è l’inglese, che taglia l’ultima chicane e perde la posizione pure nei confronti del compagno di squadra. Al quale il sorpasso sull’australiano riesce senza problemi. Salvo poi farsi superare nuovamente da George qualche giro dopo.

Finisce così con Verstappen meritatissimo vincitore, davanti a Norris, che ha più di un motivo per recriminare, Russell (idem), Hamilton, Piastri, Alonso, Stroll, Ricciardo, Gasly e Ocon.

Fra due settimane si va sulla pista che “se si va bene lì si va bene ovunque”. Vedremo se la RB20 è quella di inizio stagione o quella di Monaco, e se la SF-24 è quella di Monaco o quella di oggi.

P.S. E’ evidente che per la Red Bull qualcosa sia cambiato da Imola. Lo dice la posizione di Perez, mai così costantemente in basso, nonchè il fatto che oggi  Max la vittoria se la è dovuta sudare (e sono sicuro che si sia divertito molto più del solito). Si vocifera di qualcosa che è stato fatto cambiare a Miami dalla FIA. Ma da Miami non c’è più nemmeno Newey ai box. Sicuramente entrambe le cose non c’entrano niente.

P.S. 2 Dopo il disastro ferrarista in qualifica, la voce principale di Sky non la finiva più di ripetere “in gara sarà un’altra storia, ne sono sicuro”. Infatti… 

P.S. 3 Chissà se a Sky fanno, ogni tanto, qualche sondaggio sulla qualità del loro commento percepita dagli utenti.

P.S. 4 Analogamente al commentatore di Sky, su siti molto quotati dopo Monaco si è iniziato a leggere che la Ferrari può legittimamente aspirare al titolo costruttori. Infatti..

P.S. 5 La scorsa settimana pare ci sia stato un CDA Mercedes…

P.S. 6 La conferma di Perez per due anni avrà sicuramente qualche spiegazione… così come ce l’ha quella di Tsunoda, destinato ad invecchiare in Toro Rosso.

P.S. 7 Quello che non ha una spiegazione è il fatto che piloti come Lawson, Bearman, Doohan siano costretti ad invecchiare davanti ad un monitor nei box.

P.S.8 Curioso sentire i piloti che si lamentano della visibilità mentre uno di loro guadagna una decina di posizioni in 2 giri. Ma “quello è matto” (cit.).

P.S. 9 Vive la France (questa volta per i due condottieri, uno della Francia e l’altro della Ferrari).

 

F1 2024 – GRAN PREMIO DEL CANADA

Come al solito, anche se questa volta forse c’e’ piu’ di un fondato motivo che lo giustifica, dopo ogni vittoria Ferrari ottenuta senza colpi di fortuna o altro, si scatena una insana euforia che porta in tanti a pensare cose in divenire che molto spesso scompaiono come neve al sole.

Con questo spirito ci si approssima al Gp del Canada, sulla pista dedicata a Gilles Villeneuve, tutti in attesa di una Ferrari pronta a bissare il successo di Monaco.

Basta davvero una serie di buone prestazioni per giustificare tutto questo ardimento? Da una parte c’e’ una Ferrari oggettivamente nella versione migliore da tempo a questo parte, dall’altra una Red Bull che, dall’addio formale ma non effettivo di Newey sembra aver smarrito quel vantaggio competitivo visto fino a poche settimane fa.

immagine da gpblog.com

I media cavalcano alla grande la situazione, vogliono un campionato riaperto e lottato e amplificano quelle che al momento sono solo sensazioni, mezze verita’, piccoli bluff.

La cosa davvero certa e’ che sia McLaren, l’altra nobile decaduta, che Ferrari si sono avvicinati alle prestazioni della RB20, con il risultato che ormai stare davanti a Perez non rappresenta neanche piu’ una sorpresa. Solo Verstappen e i suoi fedelissimi restano a difendere il fortino che sembrava un corazzata invincibile e si ritrova adesso con i nemici a distanza ravvicinata. La pista fara’ capire se questa distanza e’ reale o artefatta e la pista canadese sembra essere il primo vero banco di prova molto impegnativo per gli austriaci.

Una pista con asfalto rinnovato, cordoli alti e la reintroduzione dell’erba nella via di fuga delle curve 8 e 9. La RB20 ritrovera’ quei cordoli alti che tanto l’hanno fatta soffrire a Monaco oltre ad un asfalto rifatto ma comunque sconnesso, tipico dei tracciati cittadini.

immagine da total-motorsport.com

Presto per darla automaticamente in difficolta’ ma di sicuro sara’ sotto l’occhio degli addetti ai lavori. D’altro canto non sono tutte rose e fiori per Ferrari che ritrova tutta una serie di curve medio lente che sono state un po’ il punto debole di questo inizio di campionato. Si punta sull’ottimo grip meccanico implementato per risolvere il problema ma sara’ la pista a giudicare se sara’ sufficiente o meno.

In Ferrari, al solito, puntano molto sul lavoro fatto al simulatore per arrivare gia’ pronti alle prime prove libere e compiere solo il ‘fine tuning’ prima delle qualifiche del sabato. Potrebbero esserci le condizioni per un clamoroso bis dopo la vittoria di Monaco ma e’ tutto da verificare.

Anche McLaren arriva con grosse aspettative, considerando la buona prova di Monaco e l’ottim trend di crescita delle ultime gare. Le dichiarazioni dei team principal variano dal maniavantismo markiano (non siamo i favoriti), allo spirito volenteroso vasseuriano (siamo vicini, dobbiano colmare il gap), la fiducia wolffiana (stiamo crescendo , siamo fiduciosi), insomma ognuno se la canta e se la suona come al solito, in attesa che la pista emetta i suoi verdetti.

immagine da funoanalisitecnica.com

Oltre al nuovo asfalto anche il meteo potrebbe giocare un ruolo chiave dato che sono attesi temporali nel weekend di gara, mentre Pirelli portera’ le mescole piu’ morbide a disposizione, fattore che potrebbe rivelarsi delicato nella gestione delle gomme posteriori, particolarmente sollecitate a Montreal date le numerose ripartenze da curve medio lente.

In definitiva, grossa attesa per questo appuntamento canadese, non fosse altro per quell’aria di ‘fine della tirannia’ imposta dal duo Red Bull/Verstappen. Anche le classifiche di entrambi i campionati alimentano questa speranza, anche se il ribaltone sembra piu’ facile nel campionato costruttori che in quello piloti.

In ogni caso sara’ interessante vedere se Ferrari e McLaren avranno compiuto un altro step nell’avvicinamento alle prestazioni Red Bull, ma guai a dare per spacciato il vero fattore della scuderia austriaca, Max Verstappen.

In conclusione due notizie, entrambe riguardanti Alpine. La prima e’ bella, Ocon a fine anno lascia la scuderia dopo i fatti di Monaco. Alpine l’avrebbe lasciato a casa fin da subito ma ha voluto evitare beghe legali. In ogni caso non penso che ne sentiremo la mancanza. La notizia brutta e’ il ritorno del ‘bandito’ (scegliete voi l’accezione che preferite) Briatore come supervisor del team Alpine. Uno che in teoria era stato bandito dalla F1 dopo il Singapore gate che e’ di fatto costato il mondiale a Massa nel 2008, rientra con il benestare di Domenicali, che divento’ team principal ferrari proprio in quel 2008. Com’era quella massima sull’erba cattiva?

*immagine in evidenza da tripadvisor.com

Rocco Alessandro

MARC MARQUEZ È UFFICIALE: DUCATI LENOVO TEAM

VENI, VIDI, VICI.

Marc Marquez è ufficialmente un Pilota del Team Lenovo Ducati per il 2025 e 2026 ed affiancherà Bagnaia.

La giornata di lunedì è stata un fulmine a ciel sereno. Le voci si rincorrevano già da tempo, i segnali anche. Personalmente da metà aprile avevo avuto il sentore che qualcosa non quadrasse. L’annuncio molto presto del rinnovo di Bagnaia, il ritardo nell’annunciare un Martin così veloce ed oltretutto i “segnali stessi” che Martin lanciava nelle dichiarazioni e nei gesti. Il corpo non mente mai, nonostante la testa cerchi di aggirare le domande scomode.

https://x.com/FranckyHawk29/status/1784566074278547575?t=gsCvJD-lJdEF3Vp7QMe4jg&s=19

Sia Domenicali che Dall’Igna non vedevano l’ora di lavorare con Marc, dopo aver visto di cosa fosse capace (loro la telemetria la guardano, noi abbiamo la TV) e le dichiarazioni del CEO Ducati “fa alcune cose uniche nel suo genere e già Pecco Bagnaia sta studiando per impararle…” non lasciavano dubbi.

Gigi Dall’Igna d’altro canto ha ribadito più volte quanto il lavoro di Marc sia ottimo viste le differenze tra GP23 e GP24, visibili ad occhio nudo soprattutto in circuiti come Montmeló e Mugello.

Molti storceranno il naso, Marquez o lo ami o lo odi proprio come i grandissimi. Marquez è arrivato in punta di piedi, in un team clienti (avete mai visto un grandissimo farlo???) e con la moto dell’anno prima. Zitto ed in silenzio ha lavorato. Ha scalzato prima il Team Pramac Campione del Mondo 2023, poi il leader della attuale classifica Mondiale Jorge Martin ed infine uno dei due Piloti Factory. What else?

Sarà bello vedere una certa parte di stampa e di giornalisti come si schiererà dal prossimo anno. Ducati è il cavallo vincente adesso, non più quella che nascondeva la benzina nel telaio per qualche decimo in meno, a buon intenditore….

https://x.com/ducaticorse/status/1798271047793541221?t=WVFbrx8mTDC5BdzC3ipE4w&s=19

Francky

 

P.S. Valentino Rossi ed Jorge Lorenzo ci hanno tenuto incollati davvero alla TV. Sarà uno spasso anche stavolta.

IL PUNTO DELLA REDAZIONE

In questo mondiale cosi lungo (il più lungo di sempre) di certo non ci annoia mai, anche quando abbiamo una settimana di pausa (con un calendario cosi serrato è divenuta merce rara) tra un GP e l’altro. Sebbene la vittoria di LeClerc, a Monaco, abbia piacevolmente distratto è anche vero che non ci si può rilassare un attimo e di certo, l’annuncio del potenziale ritorno di Flavio Briatore nel mondo della F1, fa molto rumore. Questo si sposa con la pace (armata?) che sta avvenendo tra FIA e Liberty Media. Decisamente è un ambiente volubile e soprattutto veloce quello della F1 (politicamente parlando intendo), tanto quanto le monoposto che girano sui circuiti di tutto il mondo. Siamo passati dagli schiaffi a mano aperta tra le due Organizzazioni (come non ricordare la rissa verbale tra Ben Sulayem e Horner, alle premiazioni 2023, con Domenicali che fungeva da “peacekeeper”), alle strette di mano proprio tra i due Presidenti che rappresentano le suddette Organizzazioni e cioè, Sulayem e Domenicali appunto. A tal proposito colpisce come si sia ammansito proprio il Presidente della FIA, nei riguardi della potente Liberty Media e, come abbia cambiato radicalmente direzione e quindi opinioni a riguardo di tanti argomenti, non ultimo quello dell’ingresso del team Andretti nel circus. Fu proprio Sulayem che diede il benestare, da parte della FIA, all’ingresso del blasonato team americano nella massima serie motoristica a quattro ruote, salvo poi ritrattare tutto. Già su queste righe venne affrontato l’argomento, in luogo del quale si specificò che la totalità dei team, celandosi dietro lo scudo chiamato Liberty Media, si sono opposti all’ingresso di Andretti solo ed esclusivamente per una questione di denaro (sempre i “piccioli” alla fine!): avere undici team anziché mantenere l’attuale numero, significherebbe dividere in più parti la torta dei proventi che ogni anno la FOM guadagna grazie ai diritti televisivi e, tutto quello che a sua volta genera indirettamente e, nessuno ha intenzione di rinunciare al lauto guadagno derivante dalle attuali regole finanziarie. La stessa FIA, che riceve una quota di questi guadagni, mise in discussione (sempre tramite “il Masaniello” Sulayem) l’attuale “fetta di torta” che gli spetta, salvo appunto poi fare nuovamente marcia indietro. Le dichiarazioni del Presidente FIA, in merito ad Andretti non solo sono cambiate come dicevo, addirittura risultano disarmanti. Le sue parole, che gli amici di Form1a.uno hanno puntualmente riportato lasciano quantomeno perplessi: “Potrei consigliargli di acquisire un’altra squadra, non di presentarsi come l’undicesima” e aggiunge che “Sento che alcune squadre hanno bisogno di essere rinnovate. Cosa è meglio? Avere undici squadre a livello di numero o dieci che però siano forti? Sono ancora dell’idea che dovremmo avere più squadre ma non devono essere squadre qualsiasi. Le squadre giuste. Non è una questione di numeri, ma di qualità.”

Non so voi, che avete la pazienza di leggermi, personalmente mi sento “leggermente” preso per i fondelli! Premesso che lo stesso Presidente si contraddice, anche se usa un politichese sopraffino, quando afferma che vuole più squadre per poi invertire tutto ad “U” immediatamente dopo, affermando che vuole “qualità” il che, cozza non poco col fatto che un Team come Andretti di sicuro non è un team “qualsiasi”… fosse solo per la storia che questo nome rappresenta. Allora la domanda nasce spontanea: l’undicesimo team lo vuole o no? Se mi dovessi affidare alla metodologia comunicativa utilizzata dal numero uno della FIA, mi viene da pensare che se affermasse in maniera diretta che per Andretti al momento (resta da vedere anche per il futuro) non c’è possibilità di ingresso nemmeno se piange in aramaico antico, sembra brutto, quindi meglio glissare da un lato e tendere la mano dall’altro suggerendo di acquistare un altro team: “Senza fare nomi, ci sono squadre che stanno faticando…”. Come detto la strategia comunicativa è geniale, perché nessuno potrà dire che FIA e Liberty Media si sono opposte… loro la mano gliel’hanno tesa. Sono tante le domande che vorrei porre all’esimio Presidente, una su tutte è quella che come mai si osteggia cosi tanto l’ingresso di un team cosi importante (con alle spalle capitali e sponsorizzazioni pesanti) e nel contempo si permetta la permanenza (parliamo di qualità no?) di Scuderie come Haas, Alpine e Alfa Romeo che ora si chiama Kick Sauber (sigh!) e che “domani” sarà Audi? Tolta la prima scuderia citata, che tra l’altro è americana anch’essa e sta andando anche bene considerando le sue potenzialità, in campionato ci ritroviamo disastri come appunto Alpine con solo due miseri punti dopo otto GP e addirittura la Sauber (Kick, non me ne vogliate, proprio non riesco a chiamarla) che è ancora a zero e solo se si buttano fuori a vicenda le prime cinque scuderie del mondiale, potrebbe accaparrare qualche risultato utile. Dov’è la qualità in tutto questo? Prima c’era la regola del “107%” che funzionava veramente e, che se non ti qualificavi entro questo limite, il GP te lo vedevi dal box. Mentre ora Zhou e Bottas il semaforo la domenica lo vedono indipendentemente dal loro tempo di qualifica ottenuto… alla faccia della qualità! A quale team il signor Presidente fa allusioni? Andando per esclusione, visto che Haas va bene e che Sauber è stata acquisita da Audi, non resta che Alpine la quale attualmente è divenuta una barzelletta vivente all’interno del paddock, a causa di tutte le vicende che gli sono successe e, lo scontro tra Gasly e Ocon al GP di Montecarlo, è solo la conferma dei casini che ci sono in seno al team. A tal proposito per quale motivo suggerire la potenziale acquisizione del team francese, quando in contemporanea viene sbandierato l’eventuale ritorno di Briatore e quindi, degli eventuali investitori che porterebbe all’interno della F1 per poter rilevare la squadra francese?

A tal proposito è doverosa un’altra considerazione che riguarda proprio la presenza del manager italiano, che con tanto clamore (ed aggiungo giustamente), venne accompagnato alla porta per via del “complotto” che ordì a Singapore in quel lontano 2008. Sono passati sedici anni da quella vergogna di GP, giusto il tempo dunque di far dimenticare l’accaduto per poi farlo rientrare alla “loro tavola” per la porta di servizio, essendo di fatto un “loro uomo” visto e considerato che gli avvenimenti degli ultimi giorni e le presenze negli anni dello stesso Briatore proprio all’interno del paddock dal quale era stato bandito, fa capire di fatto che non era mai stato allontanato definitivamente. Il suo è stato un esilio “calma acque” come si suol dire, sia per lui che per lo stesso Sistema ed ora che i tempi sono maturi, eccolo che ritorna con non poco rumore. A questo punto la domanda rimane: Andretti per entrare in F1, deve fare la gara con Briatore nell’acquistare Alpine oppure deve continuare a perseguire il suo (giusto) sogno di arrivare in F1 come team indipendente? Dubito fortemente che avrò mai risposte a riguardo eppure, nel mio piccolo, di sicuro ho già capito da tempo che del team americano non ne sentiremo parlare se non dopo che sarà stato firmato il nuovo patto della Concordia (2026) da parte di FIA, Liberty Media e tutti i team attualmente presenti. Per fortuna che al momento questo mondiale è serrato e che distrae non poco dalla politica, altrimenti… comunque non ci si saremmo annoiati statene pur certi.

Buon GP del Canada a tutti.

Ps Gilles vive!

Vito Quaranta