BASTIAN CONTRARIO: Dove osano le aquile

Quello che vediamo durante il weekend di gara mi sembra tutto un film e, a tal proposito, il cinema mi è sempre di ispirazione per le mie considerazioni post GP. L’atteggiamento remissivo e cauto della Ferrari di Vasseur, mi ha ricordato proprio il film (da cui il titolo di questo articolo) del 1968 di Brian G. Hutton, con un micidiale Richard Burton ed un glaciale Clint Eastwood, con la differenza che la Ferrari di Vasseur tutto ha fatto tranne che osare, per non parlare che domenica scorsa la Rossa, del nobile rapace, non aveva nulla dato che abbiamo rimediato una figura da polli. Diciamoci la verità, quindici giorni fa, dopo la scorpacciata di ostriche e champagne (mille euro a boccia come minimo altrimenti non sei a Monaco!) consumata grazie alla super prestazione della Rossa grazie ad un immenso LeClerc, magari qualcuno si era già illuso che saremmo stati protagonisti in ogni GP che ne sarebbe seguito. Eppure la F1 è (quasi) una scienza esatta, ed è risaputo che Monaco è pista a sé ed infatti in un Canada freddo e piovoso sono emersi (anche se Ferrari è letteralmente affondata), tutti i problemi cronici che affliggono la Rossa ogni qual volta si trova appunto su un circuito freddo, bagnato e riasfaltato… che poi è la stessa storia che abbiamo già visto in Giappone e, soprattutto, sette giorni dopo in Cina. Su una pista come quella del Montmelò non oso immaginare cosa succederà se ci sarà un diluvio, come quello del 1996 dove Schumacher colse la sua prima vittoria in rosso.

 

Prima di farci del male e pensare a cosa andrà storto in Spagna, sarebbe meglio cercare di soffermarci su cosa sia stato sbagliato domenica scorsa, visto e considerato che tutto quello che doveva succedere è purtroppo capitato e, questo fa ancora più male, considerando il risultato conseguito a Montecarlo. Premesso che quelle pazze condizioni meteo erano uguali per tutti, è anche vero che Ferrari non ha capito nulla e, sebbene in macchina sono i piloti a dover svolgere il “lavoro sporco”, a mio modesto giudizio questi ultimi non riesco a ritenerli responsabili di nulla visto che avevano un mezzo inguidabile e, addirittura, Charles era anche senza motore, come si suol dire. Purtroppo, in tutto questo marasma, chi veramente è stato manchevole è stata proprio la squadra che avrebbe dovuto prevenirli certi problemi o, comunque, marginalmente risolverli ed invece è rimasta inerte davanti l’ineluttabilità del problema (congenito) stesso che affligge la SF24. Visto che siamo in tema di problemi, è proprio nelle difficoltà che si vedono gli uomini e, purtroppo, la Ferrari di Vasseur ha mostrato il suo lato oscuro e cioè l’eccesso di cautela. Altro che le aquile devono osare, i Rossi sono stati letteralmente a guardare e terribilmente conservativi quando poi ormai si era capito che non c’era più nulla da perdere. Dire che proprio la Haas, in fase di partenza del GP, ha dimostrato il significato della parola “non abbiamo nulla da perdere”, essendo stata l’unica squadra sulla griglia di partenza a montare le full wet ed infatti, in un amen, Magnussen ha fatto dimenticare tutti i casini che ha combinato negli appuntamenti precedenti, riuscendo nella rimonta della sua vita. A tal proposito, considerando che le condizioni iniziali di gara erano totalmente bagnate e quindi, ogni monoposto che seguiva era allagata dagli spruzzi delle auto che precedevano, siamo davvero così sicuri che le nuove F1 che verranno dovranno montare i “parafanghi”? Perché non mi sembra che i piloti non siano riusciti a svolgere il loro mestiere. Questa è la F1, è sempre stata così e così sarà e per questo mi domando quanto veramente saranno utili i cosiddetti para spruzzi, che a mio avviso servono più ad acquietare l’altrui coscienza anziché servire realmente a risolvere il problema dello spray d’acqua generato dagli pneumatici. Ritornando a Ferrari, dov’era il loro osare? Le avvisaglie di questo atteggiamento cautelativo e remissivo lo abbiamo avuto proprio con il famoso pacchetto di aggiornamenti di Imola: non solo hanno aspettato l’appuntamento italiano (a differenza di McLaren che si è anticipata a Miami), immediatamente dopo fu proprio lo stesso Vasseur a buttare continuamente acqua sul fuoco per spegnere ogni tipo di aspettative. Mi verrebbe da chiedere al Team Principal francese cosa c’era da perdere domenica scorsa, visto e considerato che tutto quello che doveva essere perso è stato appunto perduto. Dopo la magra figura rimediata al sabato, a causa dei già citati cronici problemi della SF24 di portare in temperatura le gomme nel giro di qualifica, si era già capito che la gara sarebbe stata un calvario. Per quale motivo non hanno rischiato  o meglio osato con almeno uno dei due piloti qualcosa di diverso? Cosa c’era da perdere ormai? Davvero si crede di avere un atteggiamento del genere per puntare a vincere qualcosa? Red Bull in gara era palesemente seconda forza con una McLaren (ormai si è capito che è la Scuderia con la quale confrontarsi almeno per il secondo posto nei costruttori) che ha dato non poco filo da torcere ai bibitari i quali, a loro volta, non si sono affatto persi d’animo (anche perché quando hai in macchina uno come Verstappen c’è ben poco da scoraggiarsi!) ed infatti hanno approfittato di tutto quello che gli avversari hanno lasciato per strada e McLaren, per strada, ci ha lasciato la vittoria! Se la Ferrari di Vasseur crede di poter vincere, contro un pacchetto completo quale è Red Bull, con la cautela allora è meglio che aspetti tempi migliori dove magari avranno una monoposto da un secondo al giro più veloce rispetto alla concorrenza… solo che così tutti sanno vincere suppongo.  Mi rendo conto che Charles, purtroppo, era stato frustrato dalla mancanza di potenza dalla sua power unit, vero è che c’era Sainz che apparentemente di questi problemi non ne soffriva e le occasioni di osare e usare le slick ci sono state eccome… era palese. La frittata non si può cucinare se non si rompono le uova e, sebbene questa sia una ovvietà spicciola, è anche vero che l’attuale Ferrari di Vasseur soffre in maniera atavica di ansia da prestazioni eppure mi chiedo… questa attuale politica dove ci ha portati? Un doppio ritiro che prima che una punizione è stata una vera e propria umiliazione, a maggior ragione che quest’onta è seguita dopo il trionfo di Monaco.

 

A mio giudizio, se proprio bisogna perdere, preferisco che si venda la pelle lottando perché credo che nessuno avrebbe avuto nulla da ridire se il doppio ritiro fosse avvenuto dopo averle provate tutte per rimontare da quelle tristi posizioni, che decisamente non competono a questa squadra, non dopo quello che ha dimostrato fino ad ora. Purtroppo i “dobbiamo capire ed analizzare” di monsieur Vasseur non convincono e nemmeno lasciano presagire qualcosa di buono per il futuro (lo stesso Charles ha detto che non è positivo cambiare motore ogni volta…), ecco perché la reazione deve essere forte ed immediata. Rimango convinto del fatto che pensare a puntare al titolo costruttori non solo non è follia, bensì deve essere un dovere, sia per il nome che la squadra porta e sia perché oggettivamente, considerando quello che stiamo vedendo gara per gara, il traguardo è fattibile. Quanto visto a Montreal è sicuramente un episodio, frutto delle circostanze che sono state trovate nel weekend di gara, vero è che queste suddette circostanze non saranno sempre così (mi auguro!) e, considerando come già detto che c’è McLaren che ruba punti pesanti alla Red Bull, Perez che si è praticamente perso e, che ora anche Mercedes stia trovando il bandolo della matassa (la Spagna dirà se quanto visto domenica scorsa è stato solamente un caso oppure no), ecco che mi sembra logico pensare che non è una chimera puntare al colpaccio. Certo questo obiettivo può essere perseguito solo se si cambia atteggiamento e questo deve essere fatto gara per gara, evitando di pensare alle brutte figure che si possono rimediare, anche perché come visto, alla fine comunque si arriva al risultato che non si vuole ottenere e cioè la magra figura appunto! Dio odia i vigliacchi, allora è giunto anche il tempo di osare, a maggior ragione che questa Ferrari è comunque competitiva. Se la Rossa di Vasseur dismetterà l’atteggiamento cauto che ha mostrato sino ad ora ed oserà proprio come le aquile dell’omonimo film, allora forse vedremo una Ferrari che inizierà a fare anche paura e, di conseguenza, indurrà all’errore i diretti avversari, a cominciare proprio dalla sprecona McLaren e magari alla non più dominante Red Bull.

Vito Quaranta