REA SBAGLIA, TOPRAK RISPONDE – CZECH WSBK POST GP

Circuito nuovo, emozioni “vecchie”

Il Campionato Mondiale Superbike continua a regalare gare emozionanti ed al cardiopalma con buona pace di chi ne decreta da anni la morte. Certo si potrebbe fare meglio, in termini di orari e concomitanza con i round della MotoGP.

Il livello di questa SBK è uno dei più alti degli ultimi anni.

Tre Piloti diversi e soprattutto tre moto diverse in grado di giocarsi gara e Campionato. Una eterna Ninja, una rinata R1 ed una splendida V4 hanno danzato per il layout “Old style” del circuito di Most (criticato da alcuni Piloti) regalandoci battaglie vere.

Battaglie come quella in gara 1, dove sembrava essere tornati indietro di vent’anni. Il giovane turco che sopravanza Redding con un block pass da antologia all’ultima curva (foto sopra). Rea sbaglia ancora, cadendo per ben due volte ed annullando il gap creato dall’errore di Gerloff lo scorso weekend (L’americano centrò in pieno Toprak in partenza).

Rea sbaglia ancora, effetto Toprak⁉️

Il Campione del Mondo ha limitato i danni in SP Race e Gara 2 andandosi a prendere due podi che, guardando il bicchiere mezzo pieno, sono oro colato viste le prestazioni dei rivali al Titolo. Un Jonnhy perfetto avrebbe fatto podio anche in gara 1 ma evidentemente Toprak lo sta portando a sbagliare spesso quest’anno, segno che il Mondiale non è per nulla scontato.

Redding rinato, sarà la svolta⁉️

Ritorna sui suoi livelli Scott Redding, che vince una splendida Gara 2 dopo lo scontro all’ultima curva, in gara 1, con Toprak. Quasi 30 i punti conquistati su Rea e Mondiale riaperto anche per lui. Ottimo anche il weekend di Locatelli che chiude in Top5 tutte e gare. Gara 1 da incorniciare per Axel Bassani che conclude con uno splendido 5° posto, portando in alto la V4 del Team Motocorsa. Ottimo anche il weekend di Marvin Fritz, veterano del Mondiale Endurance, che ha stupito molti correndo un ottimo weekend SBK. Onestamente mi chiedo perché non vederlo sempre, al posto di un Nozane che non ne combina mai una buona in gara…

 

Classifica Mondiale

Appuntamento al Round 7 il 20 Agosto sul circuito di Navarra a Los Arcos🇪🇦, altro circuito nuovo per i Piloti SBK. Il Mondiale è al giro di boa è soltanto 3 i punti che separano Rea da Razgatioglu, mentre Redding è dietro di 50 punti quindi tutto è possibile per i tre Piloti nella lotta al Titolo.

(Immagini tratte dal sito WorldSBK.com)

 

✍️Francky

 

 

 

NON CI RESTA CHE PIANGERE – STYRIA POST GP –

Ma chi l'ha detto che il Motomondiale finisce qui? Chi l'ha detto che non lo seguirà più nessuno dopo il ritiro di Valentino? Chi l'ha detto che senza un Marquez competitivo sarà più facile e meno bello?

Ma l'avete vista la gara di oggi? Il ricambio generazionale è sotto i nostri occhi. Lo stiamo vivendo adesso con Fabio Quartararo, Joan Mir, Jorge Martin, Brad Binder, Pecco Bagnaia, dal prossimo anno anche Raul Fernandez (ennesimo diamante della scuola Spagnola).

Dobbiamo soltanto goderci questo magnifico Sport, ricordandoci che nessuno è al sicuro dall'orologio (tempo e l'età che avanza) e dagli infortuni, ricordandoci che nell'era moderna vincere un Mondiale oltre i 30 anni è un privilegio per pochi. L'età anagrafica dei partecipanti alla top class è la più bassa di sempre, basti vedere il podio di oggi dove Mir era il più vecchio (23 anni), e dove Marc Marquez (dal prossimo anno) sarà uno dei più vecchi (29 anni).

Non ci resta che piangere. 

🔴Ducati… dopo il 2016 ed il 2018, adesso anche il 2021 verrà annoverato tra quelle gare in cui sul vecchio Österreichring vince il Pilota sbagliato.

Oggi “Martinator” ha tirato una martellata, in stile Thor, sulle palle dell’entourage Ducati vincendo con una moto sulla quale è salito si e no per 6 GP a differenza di Pecco Bagnaia che la guida da 3 anni e del buon Johann Zarco che è al 2° anno. Jack Miller non fa testo. Jackass andrebbe clonato ma ti vince due gare di fila e poi si stende ogni GP.

🔵 Vinales…  A fine anno andrà via da Yamaha, ribadisce di esser stato lui a troncare il rapporto, come quei maschi inviperiti dal fatto di aver trovato la propria moto che funziona meglio con un altro Pilota e chiedono il divorzio…. Nel frattempo viene eletto Sindaco onorario di Lourdes. Gli si spegne la moto prima della partenza, ma tutto il weekend che si scambia scaramucce con Quartararo…

🔵 Rins… Il buon Alex sta vedendo i sorci verdi nel vero senso della parola. Joan Mir lo sta praticamente surclassando in ogni GP e lui paga tantissimo la pressione delle prestazioni del Campione del Mondo. Nel 2023 cambierà sicuramente aria…

🟠Honda… In HRC hanno un grosso problema… Marc Marquez si è rotto gli zebedei di buttare il cuore oltre l’ostacolo e se ne sono accorti pure loro. Oggi gara deludente dal punto di vista “tattico” ma lo spunto è interessante dal punto di vista fisico, la spalla non gli dà quasi più noie. Adesso tocca lavorare TANTO sulla RCV. Anche perché Pol Espargaró è praticamente sparito dai radar (arrivato dietro Pedrosa, che non corre da 3 anni. Ottima la gara di Nakagami (5°) e si rivede in Top10 Alex Marquez.

🟢Petronas… Avranno anche palate di Petroldollari ma questo weekend hanno schierato una delle coppie di Piloti più “anziane” della Storia del Motomondiale, forse addirittura la più vecchia di sempre e cosa ancor più grave non sanno minimamente chi far correre il prossimo anno. Raul Fernandez che era vicinissimo, è stato prelevato di “forza” da Tech3 ed a loro gli è rimasto un pugno di mosche in mano. Non mi stupirebbe se Dorna gli “consigliasse” un paio di Piloti “appetibili” dalle TV Britanniche 🇬🇧 e Statunitensi🇺🇸

🔴 Red Bull Ring… Ho capito che KTM e Red Bull sono “Main Sponsor” dell’evento, tanto da farne una doppietta di appuntamenti iridati con la scusa della pandemia, ma personalmente sta pista non è roba per moto… Lo scorso anno sfiorarono la tragedia (Moto che volavano in testa ai Piloti), quest’anno Pedrosa ha rischiato di esser travolto… Ci deve scappare il morto⁉️

🗣️Daniel Pedrosa si è ritirato nel 2018. Non correva da quasi tre anni ed oggi ha chiuso in Top10, mi chiedo cosa penseranno quelli che gli sono arrivati dietro…

C’è chi piange ma qualcuno ride…

Il Campione del Mondo in carica sfrutta una pista che ama per tornare lì davanti, impressionando tanti ma non il sottoscritto. Mir ama il Ring (ci ha vinto in Moto3 sia con Honda che con KTM) e con Holeshot o meno, avrebbe fatto uguale. (Lo scorso anno non l’aveva e stava vincendo…) Fabio Quartararo ha corso in modo molto intelligente andandosi a prendere un podio favoloso (è l’unico ad aver portato la M1 sul podio del Ring oltre ad Jorge Lorenzo). Jorge Martin ha fatto semplicemente un CAPOLAVORO. Non per niente alcuni anni fa venne indicato da Lorenzo come suo erede….

Classifica Mondiale

🥇Fabio Quartararo- Yamaha 172

🥈Johann Zarco- Ducati 132 (-40)

🥉Joan Mir- Suzuki 121 (-51)

4️⃣Pecco Bagnaia- Ducati 114 (- 58)

5️⃣Jack Miller- Ducati 100 (-72)

6️⃣Vinales 95 7️⃣ Oliveira 85 8️⃣ Binder 73 9️⃣ A. Espargaró 61 🔟 M. Marquez 58

Domenica prossima si correrà nuovamente al Red Bull Ring, il giro di boa è appena iniziato e con 8 Round al termina la partita è ancora apertissima.

(Immagini utilizzate di propietà MotoGP.com)

 

✍️ Francky 

LE F1 INVISIBILI – DEAN STONEMAN

La storia è opaca: noi vediamo chi ce l’ha fatta e ignoriamo chi ha fallito. Nel corso della storia della F1 è esistito un insieme di personaggi che potevano essere campioni, ma che hanno mancato l’appuntamento col Destino. Questa serie di articoli ambisce a dar corpo, sia pure per un attimo, a questa F1 invisibile.

Dean Stoneman avrà anche mancato la sua occasione di farsi un nome ai piani alti del motorsport, tuttavia la sua carriera costituisce un faro di tenacia e determinazione.

Nato a Londra nel 1990, Stoneman si fa un nome nel karting (vince il campionato britannico) prima di debuttare nella Formula Renault BARC alla fine del 2006. Nel 2007 disputò la stagione completa e con tre vittorie, nove podi e undici top-4 in 12 gare conclude secondo ad appena un punto dal vincitore. Nelle due stagioni successive passò alla Formula Renault 2.0 UK: al primo anno conclude quarto e miglior rookie, mentre nel 2009 non va oltre il quarto posto.

Nel 2010 Stoneman decide di debuttare in F2.

Race 1 winner Dean Stoneman (GBR).
FIA Formula Two Championship, Rd8, Oschersleben, Germany. Saturday 4 September 2010.

Digressione necessaria: questa serie a parte il nome non condivide quasi nulla con la attuale F2. Per iniziare, era slegata dal campionato di F1 e le macchine erano costruite e gestite dalla Williams F1. Rispetto alla Gp3 (ora F3) le vetture erano più veloci, si passava più tempo in pista ed era molto più economica. L’attrattiva principale della serie tuttavia era il test con la vettura di F1 che che la Williams offriva in premio al vincitore.

2010 Formula Two Champion Dean Stoneman (GBR) crosses the line.
FIA Formula Two Championship, Rd9, Valencia, Spain. Saturday 18 September 2010.

Malgrado Stoneman non partisse da favorito da favorito (non fosse altro per l’assenza di esperienza con vetture così veloci), il fatto che tutte le macchine fossero gestite dalla Williams riduceva lo svantaggio di correre per un team di secondo piano. Nella prima gara concluse al secondo posto dietro Jolyon Palmer, il favorito per il titolo. Stoneman si affermò per la prima volta al round successivo e dopo una lotta durata un anno conquistò il campionato con 42 punti di vantaggio sul più conosciuto connazionale.

Come da contratto, il 16 Novembre 2010 Dean Stoneman disputò per la Williams gli “Young driver test” di Abu Dhabi. Concluse la due giorni di test al quinto posto, dietro a Daniel Ricciardo (Red Bull), Oliver Turvey (McLaren), Antonio Felix Da Costa (Force India) e Esteban Gutierrez (Sauber). Tutti loro erano più esperti o avevano guidato macchine migliori. Se consideriamo che nei test batté il tempo fatto segnare nelle qualifiche di Barrichello fermandosi a meno di un decimo da quello di Hulkenberg, si capisce che Stoneman avesse un potenziale interessante.

In Williams aveva lasciato un’ottima impressione; nel 2011 avrebbe disputato la Formula Renault 3.5 (una serie che in quegli anni era considerata al pari, se non meglio, della F2/Gp2); avrebbe avuto Daniel Ricciardo come teammate. Aveva vent’anni e la carriera si stava mettendo molto bene.

Fu insieme l’inizio e la fine.

Mentre disputava il campionato di F2, Stoneman si lamentava di una serie di sintomi: bruciore di stomaco, spossatezza, capezzoli doloranti, mancanza di respiro, talvolta dolore alle braccia ed altri. Trattandosi di un atleta in piena adolescenza, per i medici si poteva spiegare come il risultato dei cambi ormonali tipici dell’età. La diagnosi palesò l’inadeguatezza in tutta la sua drammaticità nel Gennaio 2011, quando Stoneman scoprì un nodulo allo stomaco della grandezza di una pallina da golf.

Se preso per tempo, il cancro ai testicoli è uno dei più curabili; ma Stoneman aveva disputato una stagione intera lasciando che il tumore si radicasse. In quel momento era a due ore dal perdere una gamba, due giorni dall’essere incurabile e a sette giorni dalla morte.

I medici lo operarono ma ormai aveva sviluppato metastasi in tutto il corpo; per gli specialisti aveva solo il 40% di probabilità di sopravvivere. La sua carriera passò in secondo piano e passò il resto dell’anno a curarsi, a sottoporsi a cicli estenuanti di chemioterapia (anche 14 ore al giorno), a diverse operazioni chiurugiche. Ad un punto rischiò seriamente la vita per via di alcuni coaguli che stavano per raggiungere i polmoni. In suo aiuto venne il fatto che, dal momento che aveva dovuto sostenere il test di F1, in quel momento era all’apice della sua forma fisica, quindi poteva sopportare trattamenti che avrebbero piegato chiunque.

In un anno era passato dal paradiso all’inferno; ma alla fine, concluse le cure, ce l’aveva fatta. Era il momento di tornare alla normalità – che per un pilota significa una cosa sola: correre.

Dato che ripartiva da zero, e poiché suo padre all’epoca era stato un campione, ripartì dalla motonautica. Stoneman non perse tempo e vinse il campionato internazionale al primo colpo. Il successo fu tale da invogliarlo a rimettere le ruote sull’asfalto.


2013: tre anni dopo l’ultima corsa, più magro e con i capelli sfoltiti, Stoneman tornò nel motorsport su pista. Ricominciò dal basso, con le GT3 nella Porsche Carrera Cup GB. Nella prima gara dopo l’inferno, siglò la pole. Partì bene: prima curva, una macchina di vantaggio sul secondo. Seconda curva, tre macchine, terza curva, quattro. Al termine del primo giro aveva sei macchine di vantaggio sul secondo. Dominò il resto della gara, così come la successiva. Il resto della stagione fu più altalenante, con altre tre vittorie e un quinto posto finale, ma aveva dimostrato che c’era ancora. Era logico a questo punto vedere come sarebbe andata su una monoposto.

Dean Stoneman (GBR) Koiranen GP. Motorsport.motorionline.com

Verso la fine del 2013, Aaro Vainio lasciò la Koiranen GP, pertanto in Gp3 si liberò un sedile proprio per il round finale ad Abu Dhabi. Capitò proprio al momento giusto per Stoneman, che aveva appena concluso la Carrera Cup. Nelle prove libere concluse ottavo e si qualificò nono, davanti al leader di campionato. In gara-1 si tenne fuori dai guai (a differenza del collega) e concluse sesto. Partito terzo in gara-2, conquistò la seconda posizione al via e per poco non passò il leader Tio Ellinas nel finale, concludendo alle sue spalle per soli tre decimi.

La sua carriera ricominciò là dove l’aveva lasciata, ad Abu Dhabi.

Nei test post-gara si rivelò tra i più veloci. Ora un ritorno a tempo pieno sulle monoposto non era solo auspicabile, ma anche possibile. Firmò con la Manor (legata alla Marussia F1) per disputare la stagione 2014 in Gp3.

2014 GP3 Series Round 1 – Race 1.
Circuit de Catalunya, Barcelona, Spain.
Saturday 10 May 2014.
Dean Stoneman (GBR, Marussia Manor Racing)
Photo: {Sam Bloxham}/GP3 Series Media Service.
ref: Digital Image _SBL6733

Il team era modesto, ma Stoneman riuscì a guidare sopra i problemi. Vinse il season opener a Barcellona primo round e mantenne alto l’onore del team, anche se nel frattempo stava finendo in bancarotta, conquistando numerosi altri piazzamenti in top-6 e vincendo di nuovo a Spa e a Monza. Pochi giorni dopo quest’ultima vittoria, la Manor annunciò che non avrebbe partecipato al round successivo a Sochi. “Commercial Reasons” era la motivazione ufficiale, ma la realtà era che il team di F1 era prossimo al ritiro e non c’era ragione (né la possibilità economica) di continuare a mantenere il junior team.

Race 1 winner Dean Stoneman (GBR) Koiranen GP celebrates in parc ferme.
GP3 Series, Rd8, Sochi Autodrom, Sochi, Krasnodar Krai, Russia, 9-12 October 2014.

Quella che sembrava l’ennesimo stop, si trasformò in un nuovo inizio. La Koirainen GP gli venne di nuovo incontro: scaricarono Carmen Jordà (che non era andata oltre la 17° posizione in tutto l’anno) e gli offrirono una macchina per le ultime due gare. Il team in tutto il campionato non era riuscito a qualificarsi oltre l’ottava posizione; al primo tentativo Stoneman siglò pole, vittoria e giro più veloce (!). Nella conseguente gara sprint mancò la doppietta per soli tre decimi. Alex Lynn era praticamente sicuro di vincere il mondiale a Sochi ma Stoneman rimandò la festa, e dato il suo stato di forma poteva essere anche più di una semplice seccatura.

Race 1 podium and results:
1st Dean Stoneman (GBR) Koiranen GP, centre.
2nd Marvin Kirchofer (GER) ART Grand Prix, left.
3rd Alex Fontana (SUI) ART Grand Prix, right.
GP3 Series, Rd8, Sochi Autodrom, Sochi, Krasnodar Krai, Russia, 9-12 October 2014.

Per vincere il campionato avrebbe dovuto replicare il risultato di Abu Dhabi. In gara-1 gli mancò solo la pole, mentre in gara-2 rimase vittima di un contatto al via. Malgrado ciò, concluse secondo in classifica, alle spalle di Alex Lynn, che guidava con la più nota Carlin e soprattutto faceva parte del programma Red Bull. Helmut Marko prese nota.

Quando Lynn lasciò la Red Bull per la Williams, che gli avrebbe garantito un sedile in Gp2, per Stoneman si aprirono le porte per il più prestigioso dei programmi giovanili. In quattro anni Stoneman era passato dall’essere a una settimana dalla morte, a reinventarsi la carriera e infine essere selezionato tra i migliori giovani del programma Red Bull, che gli avrebbe garantito un posto nella Formula Renault 3.5.

Se fosse un film Disney, questo sarebbe il momento in cui alla fine il protagonista vince eroicamente e riscatta tutte le difficoltà degli ultimi anni. Ma la vita è un po’ più complicata della finzione cinematografica.


Malgrado test precampionato molto promettenti, l’anno si sviluppò tra alti (pochi) e bassi (molti). Stoneman ottenne quattro podi, tre arrivi fuori dai punti e quattro ritiri. Il confronto con Olivier Rowland, che vinse il titolo dopo essere andato a podio in quasi tutte le gare, fu impietoso. Il suo sesto posto finale non ebbe alcun valore al cospetto di Helmut Marko; uno stint in Gp2 di cinque gare e un solo punto non cambiò nulla, anzi. La Red Bull gli levò il supporto.

Senza la solidità finanziaria necessaria per continuare nelle serie europee, Stoneman prima corse in America, dove si tolse svariate soddisfazione nella Indy Lights (inclusa la vittoria a Indianapolis), dopodiché trascorse diversi anni nell’endurance, nel Bancplain GT, dove sembra aver trovato la sua dimensione. Dopo diversi anni di lontananza dai primi posti, nel 2020 vince il Trofeo Lamborghini.

A 30 e passa anni un secondo, eroico, ritorno nei piani alti del motorsport è molto difficile, ma Dean Stoneman ci ha già insegnato che nulla è impossibile. 

Lorenzo Giammarini, a.k.a. LG Montoya

[Tutte le foto, compresa quella di copertina, sono tratte dal sito www.deanstoneman.co.uk, salvo diversamente specificato]

WSBK 2021 – ROUND DELLA REPUBBLICA CECA

Ritorno alla normalità.

Rea è tornato prepotentemente in testa al mondiale, è già finita (per il momento) la rivoluzione turca e il tutto propiziato da un improvvido Gerloff, d’altronde si sà che gli USA son bravi a far fallire le rivoluzioni…

Facezie a parte, Razgatlioglu non è mai apparso nelle condizioni di poter arginare lo strapotere di Rea ad Assen, autore di una tripletta che non ammette repliche.

Quello che non poteva immaginare è di essere abbattuto dal fuoco amico alla prima curva di gara 2. Zero punti e Rea di nuovo in fuga. Hai voglia a sentire le scuse di Gerloff, ormai il danno è fatto.

Si presenta però subito una ghiotta occasione per il funambolo turco, si va a Most per il round della Repubblica Ceca. Un tracciato inedito su cui nessun pilota ha corso con queste moto, se si escludono Redding e Rinaldi in sella ad una V4S da concessionario.

Si parte tutti al buio dunque e potrebbero esserci delle sorprese. Difficile che Rea si faccia trovare impreparato al via della superpole e delle tre gare ma non si sa mai…

DI sicuro arriva a Most molto più sereno e con la consapevolezza di chi riesce sempre a tirarsi fuori da situazioni complicate. Come potevano complicarsi i rumors relativi ad un suo possibile passaggio in motoGP, al team Petronas che è ancora formalmente senza piloti per il 2022.

Sarebbe stata una bella occasione per mettersi in gico, seppur a 34 anni e dopo aver vinto di tutto e di più in superbike. Peccato.

In casa Yamaha invece non pensavano di avere un problema e invece ce l’hanno. Gerloff ha giocato un brutto tiro alle speranze di mondiale di Razgatlioglu ed è finito nel mirino delle critiche dei suoi colleghi per un comportamento un pò troppo irruento nelle primissime fasi di gara.

immagine da worldsbk.com

Most è occasione di riscatto per tutti, a patto di tenere a freno i bollenti spiriti consci del fatto che vale sempre il fatto che “le gare non si vincono alla prima curva”.

Segnali di rinascita ad Assen per i team Aruba Ducati, con Redding e Rinaldi che hanno sempre occupato almeno un posto del podio nelle tre gare. La vittoria manca però da due round di fila, una cosa inusuale e preoccupante per la casa bolognese, urge porre fine alla serie negativa.

Dopo il disastro di Donington era difficile fare peggio ma quanto meno si arriva a Most con molta più fiducia, anche se i giochi per il mondiale piloti sembrano ormai definitivamente chiusi.

Anche Honda arriva dal “brodino caldo ” di Assen in cui quanto meno sono riusciti gradualmente a migliorare la moto e a tirare fupri delle buone prestazioni, un quinto in gara 2 per Bautista.

immagine da sport-today.it

Certo non è chissà cosa ma di sicuro un passo avanti rispetto a quello a cui hanno abituato gli alfieri Honda da inizio stagione.

A Most invece arriva una BMW che fa come i gamberi, due passi avanti e tre indietro. Dopo il bel weekend di Donington, quello decisamente più opaco ad Assen, tra prestazioni scialbe e guasti meccanici che hanno spinto Van der Mark ad usare il serbatoio della sua moto come un pungiball.

Chissà che sull’inedito di Most non si allineino i pianeti e venga fuori una prestazione all’altezza delle (alte) aspettative della casa tedesca.

Intanto la RC Squadra Corse che corre con le BMW rinuncia anche al round ceco e quindi Laverty ancora a piedi. Si punta a tornare in pista a settembre ma la situazione sta diventando davvero imbarazzante.

Vedremo se il nuovo tracciato rimescolerà un pò i valori in campo regalando qualche incertezza in più. Di sicuro il cannibale in tuta verde si farà trovare pronto, sta agli altri cercare di metterlo in difficoltà.

*immagine in evidenza da imostecko.cz

Rocco Alessandro

 

MOTOGP2021-GP DI STIRIA

Si riparte.

La mia memoria recente fa fatica a ricordare ben cinque settimane di stop. Mi pare follia fermare tutti gli uomini del carrozzone (non solo i piloti) per poi costringerli a continui tour de force con back to back talvolta addirittura tripli, trasferte indicibili e numero di gare sempre crescenti. I tempi sono cambiati, ma non necessariamente in meglio. Al netto dei piloti, che sono solo l’apice di questa piramide che viaggia intorno al mondo, penso ai meccanici che spesso e volentieri si sparano nottate sane a riparare i danni della pista.

Questo è quanto mi sentivo in dovere di dire, perché anche la sicurezza passa attraverso questo pensiero. Far lavorare sotto stress tutti non mi pare un modus operandi che ben si sposa con gli slogan che sempre più spesso ci si mette in bocca. Ma io sono io e io non conto un…..

 

Andiamo avanti.

Si aprono i cancelli del Red Bull Ring per il doppio appuntamento di Stiria e Austria. Chi si aspettava stravolgenti novità di mercato durante questa pausa è rimasto deluso. Dovizioso NON è andato in Aprilia e Rossi NON ha annunciato né il ritiro e nemmeno la strabiliante notizia di salire sulla Ducati Aramco del suo team 2022.

In compenso abbiamo la notizia “dolceamara” del rientro di Cal Crutchlow in sostituzione del nostro Morbidelli ancora convalescente, e la splendida notizia della Wild Card per Dani Pedrosa che sarà in pista con una KTM ufficiale. Il piccolo spagnolo ha contribuito più di qualsiasi collega al miglioramento della moto austriaca. Il minimo sindacale era permettergli di riassaporare il profumo della competizione. Bravi gli austriaci.

A tal proposito credo che in HRC si stiano facendo qualche domanda. Perdere Pedrosa anche come collaudatore è stato un errore che se fosse stato compiuto da Ducati non avrebbe sorpreso: con Honda si, ma come sappiamo li adesso regna Puig.

Restando dalle parti di Tokio, la pausa è invece servita parecchio a Marc Marquez. Ha potuto allenarsi senza stressare le ferite durante il weekend di gara. Sui socials è apparso in forma strepitosa. Faceva paura prima, figuriamoci adesso. Non mi stupirei se ci trovassimo ad assistere ad un rimontone storico.

Il tracciato è storicamente riserva di caccia privatissima di Ducati che vince qui sin dall’ingresso del circuito nel giro della MotoGp. Ad onor del vero lo scorso anno ci ha vinto anche KTM con Oliveira al secondo appuntamento del back to back. La domenica prima avrebbe potuto vincerla Pol Espargaro se non si fosse asfaltato nella seconda parte di gara dopo la bandiera rossa a seguito del botto Zarco-Morbidelli.

Quindi Ducati e KTM favorite? Chissà, perché Marcolino non puoi escluderlo più ormai. E puoi escludere il leader del campionato Fabietto Quartararo? No di certo. Vuoi escludere Mir campione in carica? Mah, lo scorso anno era in testa e probabilmente avrebbe portato a casa la gara se la stessa non fosse stata sospesa dopo il lancio dalla moto senza paracadute di Maverick Vinales.

Personalmente godrei non poco nel vedere una vittoria proprio dello spagnolo che lo scorso anno ha lasciato qui almeno due delle sette vite che aveva.

Gara incerta, ruggine da togliere motori da “sgolfare”. Tante incognite con una sola certezza: la voglia di rivederli correre.

Il desiderio di chi scrive? Una a Pecco per fargli perdere la verginità ed una a Maverick alla faccia del 2020.

 

MOTO2

Facile pronosticare l’ennesima lotta interna tra i piloti del team Ajo. Entrambi in forma smagliante e con moto preparate meglio degli altri. Sulla pista di casa sarà più dura del solito per chiunque. Noi restiamo sempre in attesa di un guizzo dei nostri portacolori. In ogni caso la stagione ha preso irreversibilmente la strada della sede di KTM, anche se il telaio non è KTM….

 

MOTO3

Se trattasi di gara di casa per i rampolli KTM della classe intermedia, diventa quindi gara di casa anche per Pedro Acosta. Non che il ragazzo si faccia problemi a vincere ovunque, però con i ragazzini tutto è possibile. W&S

 

Salvatore V

 

(Immagine in evidenza tratta dal sito insella)

Life is racing, all the rest is waiting