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BASTIAN CONTRARIO: OLTRE OGNI RAGIONEVOLE DUBBIO

In questa parte dell’anno sportivo, in cui la F1 per regolamento è ferma, apparentemente c’è poco di cui parlare, eppure sarà perché sono un Bastian contrario, volete che non trovi lo spunto giusto nonostante il silenzio dei motori? In questo ultimo periodo ha tenuto banco la squalifica del podio di Vettel al GP d’Ungheria. Immediata è stata la levata di scudi in difesa del cavaliere tedesco senza macchia che per l’ennesima volta è stato funestato e frustrato dal destino ad egli avverso. Il fatto è che su queste righe non mi pongo il problema se la squalifica del tedesco sia stata giusta o meno, anche perché com’è successo a lui poteva succedere a qualunque altro pilota. Qui il problema è casomai se sia giusto che la F1 (ed i suoi appassionati che ancora si affannano a seguirla) si sia ridotta a decidere le sorti di una gara in tribunale e, quindi, ad arrivare ad una sentenza definitiva oltre ogni ragionevole dubbio.
Il caso di Vettel e della sua Aston Martin “in Stroll” è solo l’ultimo triste caso di questa decadente F1 dove purtroppo la pista è divenuta un contorno ed i protagonisti sono diventati gli ingegneri che interpretano prima e applicano dopo il regolamento. Con tutto il rispetto per questi professionisti, mi permetto di ricordare a lor signori che fino a prova contraria chi è che rischia i gioielli di famiglia, ogni domenica di gara, non sono quelli che studiano i cavilli a cui aggrapparsi a fine gara, bensì sono quei ragazzi che sembrano indistruttibili e che invece sono “solo” uomini che inseguono un sogno. Il caso “Aston Martin contro la FIA” è un caso eclatante di quello che è divenuto il nostro sport che, come ho già detto qualche settimana fa proprio su questa rubrica, sta diventando sempre più circo e sempre meno circus… con tutto il rispetto per i circensi, si capisce! Sapete quanti soldi vale quel secondo posto tolto a Vettel? Se qui si crede che la lotta venga perorata per salvare l’onore al tedesco e rendergli giustizia, allora è meglio cambiare canale. Per carità, Vettel quella posizione se l’è sudata tutta indipendentemente da come è giunta, vero è che chi è arrivato primo, guarda caso, è proprio quella Alpine che si sta contendendo con la squadra inglese il primato di quinta forza e, di conseguenza, il “premio partita” che gli arriverà a fine anno.
È di questo che si sta parlando, di soldi e di regolamenti cervellotici che sono concepiti (in teoria) per rendere il prodotto più avvincente ed invece non fanno altro che mortificarlo. Ed ecco che, per conoscere il risultato di un GP, non è più sufficiente la bandiera a scacchi; è fondamentale raggiungere il livello “oltre ogni ragionevole dubbio” e quindi si deve ricorrere all’appello per questo o per quell’altro problema. Ad essere sinceri, non vedo neanche dove sia lo scandalo riguardo all’episodio Aston Martin: il regolamento parla chiaro ed è vecchio quanto la F1 stessa; ogni monoposto deve arrivare al traguardo con un quantitativo sufficiente di benzina per poter effettuare i controlli di routine da parte del personale addetto. Il serbatoio della Aston di Vettel è arrivata al traguardo con il serbatoio più secco di un Martini (questa battuta presa da Die Hard II fa sempre la sua figura!). Sembra che la storia finisca lì, invece no, è proprio lì che inizia la battaglia legale che diviene una telenovela e che, di conseguenza, ecclissa tutto (e dire che di gesta e di azioni ce ne sono da raccontare nell’ultimo GP a cui abbiamo assistito prima che arrivasse la pausa estiva): tutti con il fiato sospeso, per cercare di allungare il brodo già annacquato di questa storia. Al fatidico giorno si viene a scoprire che l’appello Aston in realtà deve passare innanzitutto attraverso una presentazione preliminare (una barzelletta!) delle argomentazioni a disposizioni. La tragedia è che la suddetta e sola presentazione preliminare è già stata sufficiente di per se per smontare tutto il processo.
Chi ha vinto in tutta questa storia? Personalmente, credo che non sia giusto parlare di vincitori, bensì di perdenti e di mortificati. Lo sport, il nostro sport (!), ne esce perdente e tutti gli appassionati, che stoicamente lo seguono arrivano alla fine di questo processo, mortificati oltre ogni ragionevole dubbio. Una gara dovrebbe finire con lo sventolare della bandiera a scacchi e non in un’aula di tribunale (se ci arriva) o peggio in una presentazione preliminare. Non è la prima volta che alcune gare si siano dovute decidere in appello, come si suol dire, solo che prima era la pista con i suoi cavalieri del rischio quali protagonisti assoluti. Questa tendenza, purtroppo, l’abbiamo vista nascere proprio con la Ferrari di Schumacher (ricordate Ross “banana” Brown con la squadretta in mano che misura il pezzo incriminato? Che tempi quelli!) e che poi è esplosa negli ultimi dieci anni. Purtroppo gli interessi economici in F1 sono divenuti esponenziali e con essi sono divenuti al dir poco arzigogolate determinate regole che, inevitabilmente, richiedono tempo per interpretarle. La F1 non ha bisogno di questo, ne tanto meno i suoi appassionati che, oltre ogni ragionevole dubbio, vogliono solo vedere sport e non politica e tribunali.

Vito Quaranta

MOTOGP2021-GP D’AUSTRIA

Ferragosto in pista. Come ai bei tempi, come una festa.

L’unico appunto è che si correrà per la seconda domenica consecutiva al Red Bull Ring, tracciato che anche domenica scorsa ci ha regalato uno spavento con l’incidente Savadori Pedrosa. Non mi pronuncio oltre per scaramanzia, ma passata questa domenica Carmelino Ezpeleta dovrà sedersi ad un tavolo con Uncini e Capirossi ed avere il coraggio di fare delle scelte importanti. Troppe volte negli ultimi anni siam andati vicini alla tragedia e sarebbe auspicabile porre rimedio prima e non dopo… Come? Non siamo pagati per comprenderlo ed attuarlo…. NOI.

E’ vero, i soldini della Red Bull fanno comodo a tutti, ma c’è un limite. E’ vero, adesso che Rossi ha deciso di andarsene il carrozzone ha bisogno dei colossi per stare in piedi quanto e più di prima. Ma a che prezzo? Oggi è ancora buono quel prezzo….. decidessero cosa fare e prima possibile, perché ci saremmo un po’ stufati di tirare i dadi tutte le volte che si corre qui. Il pericolo è intrinseco nelle corse ed in quelle in moto ancor di più, ma quando lo stesso ti avvisa più di una volta NON puoi permetterti di ignorare la sua voce.

Ho sbagliato i pronostici un’altra volta la scorsa settimana. Ad onor del vero non proprio del tutto visto che una Ducati ha vinto. Però ha vinto quella del pilota che meno aveva bisogno di farlo in fretta, soprattutto perché è un deb che ancora ha dolori dopo aver assaggiato il sapore del lancio dalla sella della classe regina solo qualche mese fa in Portogallo. Martinator è stato stupendo, ed ha cominciato a far scricchiolare le certezze dei suoi compagni di marca. Parlo soprattutto di Bagnaia e di Zarco, sui quali le aspettative sono ben diverse rispetto a Jorge.

La scorsa domenica è anche resuscitato Mir in sella alla sua Suzuki per la prima volta dotata di quel marchingegno chiamato Holeshot. Personalmente non credo che abbia fatto tutta sta differenza, non foss’altro perché lo scorso anno Joan ha rischiato di vincerla qui anche senza avercelo montato. Credo piuttosto che la buona prestazione del Campione in carica sia anche stata agevolata dall’ennesimo episodio controverso (mi tengo da dire quello che penso eh) di cui i francesi della Michelin sono stati protagonisti. Moto che tra il primo ed il secondo via cambiano prestazioni in maniera radicale dopo aver cambiato gomma e, soprattutto, pneumatici che perdono pezzi di battistrada come se avessero l’alopecia. Un “mah” grosso come un macigno regna sul costruttore francese… ancora una volta.

Il leader del mondiale ha limitato i danni la scorsa domenica traendo vantaggio dai guai e dagli errori (perché spesso si deve parlare di quelli fatti al box e non solo delle scivolate in pista) della diretta concorrenza. Questa domenica sarà forse più difficile ancora per lui che però ha capito come gestirsi rispetto al passato.

Adesso dovremmo fare il solito elenco pilota per pilota che lascia il tempo che trova.

Siamo in estate piena, siamo a Ferragosto e allora divertiamoci, magari guardando le stelle cadenti esprimendo il desiderio di vedere ognuno vincere il proprio beniamino. Chi scrive dedicherà la stella a Pecco, consapevole che il colpo di Martin lo ha sentito ed anche forte. Solo una vittoria (e subito) potrebbe alleviare i postumi di questo gancio al mento del chivassese. Pecco è forte ed ha talento, ma se non si da una mossa il treno rischia di perderlo per sempre, a patto che non sia già successo.

 

Buone gare a tutti.

REA SBAGLIA, TOPRAK RISPONDE – CZECH WSBK POST GP

Circuito nuovo, emozioni “vecchie”

Il Campionato Mondiale Superbike continua a regalare gare emozionanti ed al cardiopalma con buona pace di chi ne decreta da anni la morte. Certo si potrebbe fare meglio, in termini di orari e concomitanza con i round della MotoGP.

Il livello di questa SBK è uno dei più alti degli ultimi anni.

Tre Piloti diversi e soprattutto tre moto diverse in grado di giocarsi gara e Campionato. Una eterna Ninja, una rinata R1 ed una splendida V4 hanno danzato per il layout “Old style” del circuito di Most (criticato da alcuni Piloti) regalandoci battaglie vere.

Battaglie come quella in gara 1, dove sembrava essere tornati indietro di vent’anni. Il giovane turco che sopravanza Redding con un block pass da antologia all’ultima curva (foto sopra). Rea sbaglia ancora, cadendo per ben due volte ed annullando il gap creato dall’errore di Gerloff lo scorso weekend (L’americano centrò in pieno Toprak in partenza).

Rea sbaglia ancora, effetto Toprak⁉️

Il Campione del Mondo ha limitato i danni in SP Race e Gara 2 andandosi a prendere due podi che, guardando il bicchiere mezzo pieno, sono oro colato viste le prestazioni dei rivali al Titolo. Un Jonnhy perfetto avrebbe fatto podio anche in gara 1 ma evidentemente Toprak lo sta portando a sbagliare spesso quest’anno, segno che il Mondiale non è per nulla scontato.

Redding rinato, sarà la svolta⁉️

Ritorna sui suoi livelli Scott Redding, che vince una splendida Gara 2 dopo lo scontro all’ultima curva, in gara 1, con Toprak. Quasi 30 i punti conquistati su Rea e Mondiale riaperto anche per lui. Ottimo anche il weekend di Locatelli che chiude in Top5 tutte e gare. Gara 1 da incorniciare per Axel Bassani che conclude con uno splendido 5° posto, portando in alto la V4 del Team Motocorsa. Ottimo anche il weekend di Marvin Fritz, veterano del Mondiale Endurance, che ha stupito molti correndo un ottimo weekend SBK. Onestamente mi chiedo perché non vederlo sempre, al posto di un Nozane che non ne combina mai una buona in gara…

 

Classifica Mondiale

Appuntamento al Round 7 il 20 Agosto sul circuito di Navarra a Los Arcos🇪🇦, altro circuito nuovo per i Piloti SBK. Il Mondiale è al giro di boa è soltanto 3 i punti che separano Rea da Razgatioglu, mentre Redding è dietro di 50 punti quindi tutto è possibile per i tre Piloti nella lotta al Titolo.

(Immagini tratte dal sito WorldSBK.com)

 

✍️Francky

 

 

 

NON CI RESTA CHE PIANGERE – STYRIA POST GP –

Ma chi l'ha detto che il Motomondiale finisce qui? Chi l'ha detto che non lo seguirà più nessuno dopo il ritiro di Valentino? Chi l'ha detto che senza un Marquez competitivo sarà più facile e meno bello?

Ma l'avete vista la gara di oggi? Il ricambio generazionale è sotto i nostri occhi. Lo stiamo vivendo adesso con Fabio Quartararo, Joan Mir, Jorge Martin, Brad Binder, Pecco Bagnaia, dal prossimo anno anche Raul Fernandez (ennesimo diamante della scuola Spagnola).

Dobbiamo soltanto goderci questo magnifico Sport, ricordandoci che nessuno è al sicuro dall'orologio (tempo e l'età che avanza) e dagli infortuni, ricordandoci che nell'era moderna vincere un Mondiale oltre i 30 anni è un privilegio per pochi. L'età anagrafica dei partecipanti alla top class è la più bassa di sempre, basti vedere il podio di oggi dove Mir era il più vecchio (23 anni), e dove Marc Marquez (dal prossimo anno) sarà uno dei più vecchi (29 anni).

Non ci resta che piangere. 

🔴Ducati… dopo il 2016 ed il 2018, adesso anche il 2021 verrà annoverato tra quelle gare in cui sul vecchio Österreichring vince il Pilota sbagliato.

Oggi “Martinator” ha tirato una martellata, in stile Thor, sulle palle dell’entourage Ducati vincendo con una moto sulla quale è salito si e no per 6 GP a differenza di Pecco Bagnaia che la guida da 3 anni e del buon Johann Zarco che è al 2° anno. Jack Miller non fa testo. Jackass andrebbe clonato ma ti vince due gare di fila e poi si stende ogni GP.

🔵 Vinales…  A fine anno andrà via da Yamaha, ribadisce di esser stato lui a troncare il rapporto, come quei maschi inviperiti dal fatto di aver trovato la propria moto che funziona meglio con un altro Pilota e chiedono il divorzio…. Nel frattempo viene eletto Sindaco onorario di Lourdes. Gli si spegne la moto prima della partenza, ma tutto il weekend che si scambia scaramucce con Quartararo…

🔵 Rins… Il buon Alex sta vedendo i sorci verdi nel vero senso della parola. Joan Mir lo sta praticamente surclassando in ogni GP e lui paga tantissimo la pressione delle prestazioni del Campione del Mondo. Nel 2023 cambierà sicuramente aria…

🟠Honda… In HRC hanno un grosso problema… Marc Marquez si è rotto gli zebedei di buttare il cuore oltre l’ostacolo e se ne sono accorti pure loro. Oggi gara deludente dal punto di vista “tattico” ma lo spunto è interessante dal punto di vista fisico, la spalla non gli dà quasi più noie. Adesso tocca lavorare TANTO sulla RCV. Anche perché Pol Espargaró è praticamente sparito dai radar (arrivato dietro Pedrosa, che non corre da 3 anni. Ottima la gara di Nakagami (5°) e si rivede in Top10 Alex Marquez.

🟢Petronas… Avranno anche palate di Petroldollari ma questo weekend hanno schierato una delle coppie di Piloti più “anziane” della Storia del Motomondiale, forse addirittura la più vecchia di sempre e cosa ancor più grave non sanno minimamente chi far correre il prossimo anno. Raul Fernandez che era vicinissimo, è stato prelevato di “forza” da Tech3 ed a loro gli è rimasto un pugno di mosche in mano. Non mi stupirebbe se Dorna gli “consigliasse” un paio di Piloti “appetibili” dalle TV Britanniche 🇬🇧 e Statunitensi🇺🇸

🔴 Red Bull Ring… Ho capito che KTM e Red Bull sono “Main Sponsor” dell’evento, tanto da farne una doppietta di appuntamenti iridati con la scusa della pandemia, ma personalmente sta pista non è roba per moto… Lo scorso anno sfiorarono la tragedia (Moto che volavano in testa ai Piloti), quest’anno Pedrosa ha rischiato di esser travolto… Ci deve scappare il morto⁉️

🗣️Daniel Pedrosa si è ritirato nel 2018. Non correva da quasi tre anni ed oggi ha chiuso in Top10, mi chiedo cosa penseranno quelli che gli sono arrivati dietro…

C’è chi piange ma qualcuno ride…

Il Campione del Mondo in carica sfrutta una pista che ama per tornare lì davanti, impressionando tanti ma non il sottoscritto. Mir ama il Ring (ci ha vinto in Moto3 sia con Honda che con KTM) e con Holeshot o meno, avrebbe fatto uguale. (Lo scorso anno non l’aveva e stava vincendo…) Fabio Quartararo ha corso in modo molto intelligente andandosi a prendere un podio favoloso (è l’unico ad aver portato la M1 sul podio del Ring oltre ad Jorge Lorenzo). Jorge Martin ha fatto semplicemente un CAPOLAVORO. Non per niente alcuni anni fa venne indicato da Lorenzo come suo erede….

Classifica Mondiale

🥇Fabio Quartararo- Yamaha 172

🥈Johann Zarco- Ducati 132 (-40)

🥉Joan Mir- Suzuki 121 (-51)

4️⃣Pecco Bagnaia- Ducati 114 (- 58)

5️⃣Jack Miller- Ducati 100 (-72)

6️⃣Vinales 95 7️⃣ Oliveira 85 8️⃣ Binder 73 9️⃣ A. Espargaró 61 🔟 M. Marquez 58

Domenica prossima si correrà nuovamente al Red Bull Ring, il giro di boa è appena iniziato e con 8 Round al termina la partita è ancora apertissima.

(Immagini utilizzate di propietà MotoGP.com)

 

✍️ Francky 

LE F1 INVISIBILI – DEAN STONEMAN

La storia è opaca: noi vediamo chi ce l’ha fatta e ignoriamo chi ha fallito. Nel corso della storia della F1 è esistito un insieme di personaggi che potevano essere campioni, ma che hanno mancato l’appuntamento col Destino. Questa serie di articoli ambisce a dar corpo, sia pure per un attimo, a questa F1 invisibile.

Dean Stoneman avrà anche mancato la sua occasione di farsi un nome ai piani alti del motorsport, tuttavia la sua carriera costituisce un faro di tenacia e determinazione.

Nato a Londra nel 1990, Stoneman si fa un nome nel karting (vince il campionato britannico) prima di debuttare nella Formula Renault BARC alla fine del 2006. Nel 2007 disputò la stagione completa e con tre vittorie, nove podi e undici top-4 in 12 gare conclude secondo ad appena un punto dal vincitore. Nelle due stagioni successive passò alla Formula Renault 2.0 UK: al primo anno conclude quarto e miglior rookie, mentre nel 2009 non va oltre il quarto posto.

Nel 2010 Stoneman decide di debuttare in F2.

Race 1 winner Dean Stoneman (GBR).
FIA Formula Two Championship, Rd8, Oschersleben, Germany. Saturday 4 September 2010.

Digressione necessaria: questa serie a parte il nome non condivide quasi nulla con la attuale F2. Per iniziare, era slegata dal campionato di F1 e le macchine erano costruite e gestite dalla Williams F1. Rispetto alla Gp3 (ora F3) le vetture erano più veloci, si passava più tempo in pista ed era molto più economica. L’attrattiva principale della serie tuttavia era il test con la vettura di F1 che che la Williams offriva in premio al vincitore.

2010 Formula Two Champion Dean Stoneman (GBR) crosses the line.
FIA Formula Two Championship, Rd9, Valencia, Spain. Saturday 18 September 2010.

Malgrado Stoneman non partisse da favorito da favorito (non fosse altro per l’assenza di esperienza con vetture così veloci), il fatto che tutte le macchine fossero gestite dalla Williams riduceva lo svantaggio di correre per un team di secondo piano. Nella prima gara concluse al secondo posto dietro Jolyon Palmer, il favorito per il titolo. Stoneman si affermò per la prima volta al round successivo e dopo una lotta durata un anno conquistò il campionato con 42 punti di vantaggio sul più conosciuto connazionale.

Come da contratto, il 16 Novembre 2010 Dean Stoneman disputò per la Williams gli “Young driver test” di Abu Dhabi. Concluse la due giorni di test al quinto posto, dietro a Daniel Ricciardo (Red Bull), Oliver Turvey (McLaren), Antonio Felix Da Costa (Force India) e Esteban Gutierrez (Sauber). Tutti loro erano più esperti o avevano guidato macchine migliori. Se consideriamo che nei test batté il tempo fatto segnare nelle qualifiche di Barrichello fermandosi a meno di un decimo da quello di Hulkenberg, si capisce che Stoneman avesse un potenziale interessante.

In Williams aveva lasciato un’ottima impressione; nel 2011 avrebbe disputato la Formula Renault 3.5 (una serie che in quegli anni era considerata al pari, se non meglio, della F2/Gp2); avrebbe avuto Daniel Ricciardo come teammate. Aveva vent’anni e la carriera si stava mettendo molto bene.

Fu insieme l’inizio e la fine.

Mentre disputava il campionato di F2, Stoneman si lamentava di una serie di sintomi: bruciore di stomaco, spossatezza, capezzoli doloranti, mancanza di respiro, talvolta dolore alle braccia ed altri. Trattandosi di un atleta in piena adolescenza, per i medici si poteva spiegare come il risultato dei cambi ormonali tipici dell’età. La diagnosi palesò l’inadeguatezza in tutta la sua drammaticità nel Gennaio 2011, quando Stoneman scoprì un nodulo allo stomaco della grandezza di una pallina da golf.

Se preso per tempo, il cancro ai testicoli è uno dei più curabili; ma Stoneman aveva disputato una stagione intera lasciando che il tumore si radicasse. In quel momento era a due ore dal perdere una gamba, due giorni dall’essere incurabile e a sette giorni dalla morte.

I medici lo operarono ma ormai aveva sviluppato metastasi in tutto il corpo; per gli specialisti aveva solo il 40% di probabilità di sopravvivere. La sua carriera passò in secondo piano e passò il resto dell’anno a curarsi, a sottoporsi a cicli estenuanti di chemioterapia (anche 14 ore al giorno), a diverse operazioni chiurugiche. Ad un punto rischiò seriamente la vita per via di alcuni coaguli che stavano per raggiungere i polmoni. In suo aiuto venne il fatto che, dal momento che aveva dovuto sostenere il test di F1, in quel momento era all’apice della sua forma fisica, quindi poteva sopportare trattamenti che avrebbero piegato chiunque.

In un anno era passato dal paradiso all’inferno; ma alla fine, concluse le cure, ce l’aveva fatta. Era il momento di tornare alla normalità – che per un pilota significa una cosa sola: correre.

Dato che ripartiva da zero, e poiché suo padre all’epoca era stato un campione, ripartì dalla motonautica. Stoneman non perse tempo e vinse il campionato internazionale al primo colpo. Il successo fu tale da invogliarlo a rimettere le ruote sull’asfalto.


2013: tre anni dopo l’ultima corsa, più magro e con i capelli sfoltiti, Stoneman tornò nel motorsport su pista. Ricominciò dal basso, con le GT3 nella Porsche Carrera Cup GB. Nella prima gara dopo l’inferno, siglò la pole. Partì bene: prima curva, una macchina di vantaggio sul secondo. Seconda curva, tre macchine, terza curva, quattro. Al termine del primo giro aveva sei macchine di vantaggio sul secondo. Dominò il resto della gara, così come la successiva. Il resto della stagione fu più altalenante, con altre tre vittorie e un quinto posto finale, ma aveva dimostrato che c’era ancora. Era logico a questo punto vedere come sarebbe andata su una monoposto.

Dean Stoneman (GBR) Koiranen GP. Motorsport.motorionline.com

Verso la fine del 2013, Aaro Vainio lasciò la Koiranen GP, pertanto in Gp3 si liberò un sedile proprio per il round finale ad Abu Dhabi. Capitò proprio al momento giusto per Stoneman, che aveva appena concluso la Carrera Cup. Nelle prove libere concluse ottavo e si qualificò nono, davanti al leader di campionato. In gara-1 si tenne fuori dai guai (a differenza del collega) e concluse sesto. Partito terzo in gara-2, conquistò la seconda posizione al via e per poco non passò il leader Tio Ellinas nel finale, concludendo alle sue spalle per soli tre decimi.

La sua carriera ricominciò là dove l’aveva lasciata, ad Abu Dhabi.

Nei test post-gara si rivelò tra i più veloci. Ora un ritorno a tempo pieno sulle monoposto non era solo auspicabile, ma anche possibile. Firmò con la Manor (legata alla Marussia F1) per disputare la stagione 2014 in Gp3.

2014 GP3 Series Round 1 – Race 1.
Circuit de Catalunya, Barcelona, Spain.
Saturday 10 May 2014.
Dean Stoneman (GBR, Marussia Manor Racing)
Photo: {Sam Bloxham}/GP3 Series Media Service.
ref: Digital Image _SBL6733

Il team era modesto, ma Stoneman riuscì a guidare sopra i problemi. Vinse il season opener a Barcellona primo round e mantenne alto l’onore del team, anche se nel frattempo stava finendo in bancarotta, conquistando numerosi altri piazzamenti in top-6 e vincendo di nuovo a Spa e a Monza. Pochi giorni dopo quest’ultima vittoria, la Manor annunciò che non avrebbe partecipato al round successivo a Sochi. “Commercial Reasons” era la motivazione ufficiale, ma la realtà era che il team di F1 era prossimo al ritiro e non c’era ragione (né la possibilità economica) di continuare a mantenere il junior team.

Race 1 winner Dean Stoneman (GBR) Koiranen GP celebrates in parc ferme.
GP3 Series, Rd8, Sochi Autodrom, Sochi, Krasnodar Krai, Russia, 9-12 October 2014.

Quella che sembrava l’ennesimo stop, si trasformò in un nuovo inizio. La Koirainen GP gli venne di nuovo incontro: scaricarono Carmen Jordà (che non era andata oltre la 17° posizione in tutto l’anno) e gli offrirono una macchina per le ultime due gare. Il team in tutto il campionato non era riuscito a qualificarsi oltre l’ottava posizione; al primo tentativo Stoneman siglò pole, vittoria e giro più veloce (!). Nella conseguente gara sprint mancò la doppietta per soli tre decimi. Alex Lynn era praticamente sicuro di vincere il mondiale a Sochi ma Stoneman rimandò la festa, e dato il suo stato di forma poteva essere anche più di una semplice seccatura.

Race 1 podium and results:
1st Dean Stoneman (GBR) Koiranen GP, centre.
2nd Marvin Kirchofer (GER) ART Grand Prix, left.
3rd Alex Fontana (SUI) ART Grand Prix, right.
GP3 Series, Rd8, Sochi Autodrom, Sochi, Krasnodar Krai, Russia, 9-12 October 2014.

Per vincere il campionato avrebbe dovuto replicare il risultato di Abu Dhabi. In gara-1 gli mancò solo la pole, mentre in gara-2 rimase vittima di un contatto al via. Malgrado ciò, concluse secondo in classifica, alle spalle di Alex Lynn, che guidava con la più nota Carlin e soprattutto faceva parte del programma Red Bull. Helmut Marko prese nota.

Quando Lynn lasciò la Red Bull per la Williams, che gli avrebbe garantito un sedile in Gp2, per Stoneman si aprirono le porte per il più prestigioso dei programmi giovanili. In quattro anni Stoneman era passato dall’essere a una settimana dalla morte, a reinventarsi la carriera e infine essere selezionato tra i migliori giovani del programma Red Bull, che gli avrebbe garantito un posto nella Formula Renault 3.5.

Se fosse un film Disney, questo sarebbe il momento in cui alla fine il protagonista vince eroicamente e riscatta tutte le difficoltà degli ultimi anni. Ma la vita è un po’ più complicata della finzione cinematografica.


Malgrado test precampionato molto promettenti, l’anno si sviluppò tra alti (pochi) e bassi (molti). Stoneman ottenne quattro podi, tre arrivi fuori dai punti e quattro ritiri. Il confronto con Olivier Rowland, che vinse il titolo dopo essere andato a podio in quasi tutte le gare, fu impietoso. Il suo sesto posto finale non ebbe alcun valore al cospetto di Helmut Marko; uno stint in Gp2 di cinque gare e un solo punto non cambiò nulla, anzi. La Red Bull gli levò il supporto.

Senza la solidità finanziaria necessaria per continuare nelle serie europee, Stoneman prima corse in America, dove si tolse svariate soddisfazione nella Indy Lights (inclusa la vittoria a Indianapolis), dopodiché trascorse diversi anni nell’endurance, nel Bancplain GT, dove sembra aver trovato la sua dimensione. Dopo diversi anni di lontananza dai primi posti, nel 2020 vince il Trofeo Lamborghini.

A 30 e passa anni un secondo, eroico, ritorno nei piani alti del motorsport è molto difficile, ma Dean Stoneman ci ha già insegnato che nulla è impossibile. 

Lorenzo Giammarini, a.k.a. LG Montoya

[Tutte le foto, compresa quella di copertina, sono tratte dal sito www.deanstoneman.co.uk, salvo diversamente specificato]