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MOTEGI, super scontato, quasi gratis.

Sarà che la MotoGp ci ha abituati troppo bene negli anni passati e fino a poco tempo fa, ma lo spettacolo visto ieri a Motegi mi lascia molto amaro in bocca. Non uno degli elementi di interesse abituali di questo sport si è visto ieri in pista.
A titolo piloti già assegnato (matematicamente “solo” nell’ultimo Gp di Thailandia, ma in pratica da tanto tempo che viene da chiedersi se sia mai stato in discussione), non era certo la probabilità della conquista matematica del titolo costruttori da parte della Honda a creare pathos e attesa. Nè il dilemma se Marc avrebbe finalmente ottenuto la pole che qui gli mancava.

Anche la possibile conquista della “tripla corona” da parte di Marc Marquez, come ricordato ed evidenziato nei commenti da Franky29, sicuramente costituirebbe un risultato statistico eclatante che rafforzerebbe il valore e la grandezza di questo pilota agli occhi dei posteri. Però è difficile farsi bastare questa emozione e i pochissimi sorpassi visti in pista e concentrati nei primissimi giri, per giustificare la levataccia domenicale.

Infatti per tornare al gp, la partenza ha visto Quartararo provare a fare la lepre seguito da Marquez per qualche giro. Ma, giusto Il tempo necessario per trovare la giusta postura, Marc ha piantato lì il campioncino in erba e ha guadagnato quei due secondi tali da consentirgli di giocare in solitaria fino al traguardo. E comunque tutti gli altri questi due li hanno visti solo al traguardo.

Tutti gli altri. Morbidelli, partito dalla seconda piazza della griglia, è partito maluccio ma in pochi giri si è riportato in lotta per il podio assieme a Miller, Dovizioso e poi Vinales. Miller e Morbido hanno regalato le poche scintille che si sono viste in tutto l’arco del gp.
Però la lotta li ha portati a consumare le gomme e a dover cedere posizioni sul finale di gara. Miller in particolare è precipitato fino all’undicesimo posto. Questo pilota che è molto cresciuto, talmente da far rimpiangere la mancata promozione in Ducati team ufficiale al posto di Petrux, bravo nel giro secco, temerario nei duelli in pista, persevera nella sua incapacità cronica di sapersi gestire per arrivare al traguardo in condizioni migliori (sembra più concentrato a ingarellarsi piuttosto che a mirare al risultato).
Dote che invece appartiene ad Andrea Dovizioso. Partito benino, si è portato rapidamente nel gruppetto degli inseguitori della coppia in fuga e lì ha fatto il sornione fino a una manata di giri dalla fine quando ha piantato lì tutti andando a conquistare la terza piazza del podio ma dando l’impressione di averne per recuperare anche la seconda piazza a Quartararo ormai in crisi di gomme. Talmente bravo a gestire da lasciare l’amaro in bocca per non avere osato di più. Mah!

Vinales ha conquistato la quarta posizione, sempre alle spalle di Dovizioso, ma non dando mai la sensazione di avere una qualche riserva per poter osare di più.

Cal Crutchlow quinto a dieci secondi è la cartina tornasole che rivela il valore reale della Honda senza il numero 93. Ieri Cal non ha fatto errori, non è caduto, ha gestito le gomme e quindi nel finale era in recupero fino ad arrivare davanti al Morbido, eppure era a dieci secondi da Marquez!

Petrux incommentabile. Si è spento dopo il rinnovo, ieri non è mai stato inquadrato, non so nemmeno se la sua Ducati fosse rossa.

Più indietro poco da segnalare se non una gara dignitosa fino al crollo gomme della KTM di Espargarò e qualche sprazzo della Aprilia sempre per merito dell’altro Espargarò.
Iannone anonimo è andato per ghiaia, imitato dalla “quarta” Yamaha, quella di Valentino. Per il primo forse è arrivato il momento di dedicarsi, potendo, in esclusiva a quella cosa per cui l’abbiamo e lo stiamo invidiando in tanti.
Per Valentino avevo scritto tante cose ma preferisco lasciarle nel cestino perchè mi intristisce vederlo togliere tanto alla sua carriera. Se rimane, come sembra, anche nel 2020, gli auguro di avere una riserva di giovinezza nel cilindro.


MOTO2.
Il fratellino di Valentino cresce e fa sua il secondo gp di seguito con autorevolezza e classe. Quasi a pretendere nel futuro il posto che per quest’anno è dell’altro fratello illustre.

MOTO3.
Bella gara, come sempre, che ha regalato un margine enorme in classifica al vincitore Della Porta in seguito alla caduta di Canet. Il mondiale si veste di tricolore. Incrociamo le dita.

Ciao.
Valther

Motul Grand Prix of Japan, Motegi Twin Ring Circuit

Alla ricerca del record mancante, potrá Marquez fare la pole al Motegi Twin Ring?

Ben tornati in Giappone dove il motorsport ed in particolare le moto sono parte integrante della cultura locale, nella MotoGP il Giappone é la nazione piú rappresentata dal punto di vista motoristico infatti ben tre dei piú grandi costruttori al mondo sono giapponesi: Honda, Yamaha e Suzuki.

Il Motegi Twin Ring si trova nella zona centro/nord del Giappone, precisamente nella provincia di Kanto non troppo distante da Tokyo per intenderci; venne costruito dalla Honda nel 1997 per ospitare ed in parte promuovere le gare della IndyCar americana e successivamente anche gare NASCAR, infatti il suo layout é un ovale con low-banked che lo rende adatto a questo tipo di competizioni. Lo scopo per il quale fu creato il circuito, vennero meno nel 2011 con l’uscita dal calendario della Indycar. Il Motegi Twin Ring peró é in realtá un circutio completo che va oltre la parte ovale dedicata alle gare americane, infatti all’interno del circuito esiste anche una parte giudata con curve e rettilinei separata ma allo stesso tempo sovrapposta all’ovale che lo rendono nel complesso un circuito adatto a molteplici eventi e gare; infatti sul circuito a noi piú consciuto gareggiano le F4, Formula Nippon e Super GT. La MotoGP invece corre al Motegi Twin Ring dal 2004, precedentemente si correva a Suzuka fino alla tragica scomparsa di Daijiro Kato.

La MotoGP arriva in Giappone con veramente poco da dire, Marquez si é gia coronato campione del mondo in Thailandia per l’ottava volta ed avrá la testa sgombera da calcoli e pensieri in ottica mondiale, in realtá qualche piccolo motivo di interesse possiamo trovarlo; il Motegi Twin Ring é l’unico circuito del mondiale dove il Marziano non ha ottenuto la pole, riuscirá ad abbattere anche questo record? Certo che si!

Quest’anno la Honda celebra i suoi 60 anni di gare nel motomondiale e vorrebbe cogliere il titolo costruttori al piú presto possibile per poi festeggiare, magari nella gara di casa, ci riuscirá? Domanda scontata.

Gli altri: Quartararo é unanimamente considerato il primo rivale di Marquez, il talento e soprattutto l’etá sono dalla sua parte, in piú dalla gara del Buriram la Yamaha ha provveduto, finalmente direi, a dargli un motore ufficiale, purtroppo peró Quartararo ancora non ha vinto una gara. I piloti Yamaha in generale sono sempre molto competitivi, su tutti Vinales anche se non sembra in grado di impensierire Marquez, Vale e Morbidelli sembrano abbastanza vicini nelle prestazioni. Le Ducati sperano che al Motegi Twin Ring utilizzino la parte ovale, scherzi a parte fino adesso sono sicuramente la delusione del 2019, almeno per me.  Lorenzo al Motegi Twin Ring celebra i suoi 200 gran premi, purtroppo per lui peró sembra l’ombra di se stesso, si parla continuamente di aggiornamenti alla moto e tecnici Honda che cercano di assecondare le sue richeste in modo da metterlo a suo agio, pare non funzioni nulla. La Suzuki nella gara di casa schiera un’altro pilota oltre alla coppia ufficiale, la wildcard Sylvain Guintoli (un giovane di belle speranze) insieme al rookie Mir, che ben sta figurando nelle ultime gare ed il pilota di punta Alex Rins, il quale vorrebbe confermare la sua terza posizione in classifica mondiale ottenendo punti importanti. KTM ed Aprilia sono in crescita e ci si attende che possano continuare su questa strada, in particolare uno dei nostri piloti il piú ammirato e sicuramente colui che gode di una forte dose di invidia da parte di molti, da parte mia sicuro, Iannone.

Tra i piloti dei teams indipendenti c’é da sottolineare la strana storia di Nakagami su LCR Honda, il quale ha appena esteso il suo contratto per il 2020 quí a Motegi, dove peró dopo la gara dovrá sottoporsi ad un’operazione che lo terrá lontano dalle gare, quindi per lui la stagione si chiude anticipatamente al GP di casa, indovinate chi é il fortunello che prenderá il posto di Nakagami fino a fine stagione? Si lui, da non credere.

Moto2 e Moto3

Il titolo della Moto2 andrá al fratello di Marquez, c’é solo da capire quando, Marini viene da una gara di dominuo assoluto in Thailandia magari ci delizia con un’altra cavalcata solitaria (vizio di famiglia dei tempi migliori). Baldassarri é fuori dai giochi da parecchio ormai, diciamo che si é autoescluso considerando le cadute; al contrario il suo teammate Fernandez in realtá avrebbe anche delle speranze mondiali, ma come detto in precedenza il titolo Moto2 2019 andrá al Marquez minore.

Il mondiale Moto3 come la categoria in generale é in assoluto la cosa piú interessante da vedere e seguire, la lotta per il titolo é un gigantesco “chapa no” (spero di aver scritto bene, non c’entro nulla con il milanese ma il termine mi sembrava perfetto). Al comando c’é Arbolino del team Leopard (per motivi di gratitudine ho il dovere di nominarli) il distacco dal secondo é di 22 punti che sembrano molti, o forse lo sono si spera, ma il problema é che il secondo in classifica é Aron Canet il pilota piú forte della Moto3 a parer mio. Se poi consideriamo le cadute, non sempre per responsabilitá diretta che affliggono la categoria ecco che l’improbabilitá é una certezza.

Buon divertimento

LucaBKK

 

Immagini prese dal sito MotoGP.com

40th DRINK’S….EHMMM, YEARS OLD FOR ICEMAN

Espoo, 17 ottobre 1979

BUON COMPLEANNO KIMI

Diamine, anche il ragazzino che debuttò in Sauber da quasi sconosciuto, è arrivato a 40 anni…

Non starò qui a fare il solito racconto da scaletta storica di un pilota fra i più iconici del circus, perchè lo amiamo praticamente tutti, ne conosciamo ogni dettaglio del suo percorso da pilota e chi è Ferrarista, ancora ha gli occhi lucidi per il suo titolo con la Rossa del 2007.

Nel mio armadio trova ancora spazio la maglietta di Abu Dabhi;

“leave me alone i know what i’m doing”

Diciamo che quella frase contestualizza in pieno il nostro personaggio, che se fosse qua ora a leggerci direbbe lo stesso, quindi opto per un rimando a momenti favolosi del Finnico…

Test al Mugello;

Kimi arriva li da perfetto sconosciuto tanto che Peter Sauber narra ciò;

“Ancora oggi non so perché gli concessi ben 3 giorni di test, solo per lui, quando in tre giornate avremmo potuto far girare ben 6 piloti al suo posto. Al secondo giorno andai al Mugello dove stava girando Kimi e ne rimasi immediatamente affascinato: inizialmente, non del suo modo di guidare o della sua velocità, considerando che aveva pochissima esperienza su monoposto, ma del suo modo di fare particolare, del suo linguaggio del corpo diverso da tutti gli altri piloti. E’ stato proprio ciò che mi ha convinto ad ingaggiarlo”.

“Nei primi test rientrava sempre ai box dopo 6-7 giri quando, invece, avrebbe dovuto rimanere in pista per più tempo; questo perché non era abituato alle forze laterali delle monoposto di Formula 1. Nonostante gli dicessimo di stare fuori a girare, ritornava ai box. Un vero testardo. Ma il suo fascino consisteva proprio in questi dettagli e decidemmo di offrirgli un posto”.

Fonte Auto Motor und Sport

Il pisolino di Melbourne 2001;

Il soprannome Iceman gli venne affibiato quasi da subito, perchè quando un qualsiasi pilota sarebbe teso come una corda di violino al debutto in F1, lui no, prima di cominciare il giro di qualifica, riesce persino a schiacciare un pisolino nella sua Sauber.

In qualifica fece 13esimo, ma in gara arrivò a punti da sesto al debutto, con poco distacco da un ben più esperto Heidfield, nulla aveva già ragione lui.

Monaco, in barca senza passare dal box;

Altro momento favoloso del buon Kimi, il momento del ritiro per problemi di motore a Monaco 2006, fregandosene di tutto e tutti, si prende e va dritto sul suo yacht.

L’acqua di rose;

Sakhir 2008, un’altra scena epica, quando prende la bottiglia per tracannare il suo meritato alcolico biondo, rendendosi conto che li l’alcol è vietato, facendo una facciazza pazzesca, girandosi verso Domenicali e offrendogli la gustosa “rose water”.

Il gelato in attesa che riparta la gara della Malesia;

Come dimenticare la gara interrotta a Sepang 2009, con tutti i piloti rimasti nelle auto o ai box, in attesa che la gara riparta, ma lui no, toglie tuta e casco, aggirandosi per l’hospitality Ferrari a prendersi un gelato.

Il cancello chiuso;

Epico il momento in Brasile 2012, dopo essere andato lungo alla Juncao, invece di fare inversione e ripartire, prede la strada di servizio, percorre qualche centinaia di metri e trova il cancello sprangato.

Si giustificherà che lo aveva già fatto anni fa ed era aperto…EPICO!!!

Alcune sue perle incredibili;

Il casco ha un significato speciale per molti piloti. Quanto è importante per te?
“Mi pare che protegge la testa.”

Kimi quali rituali particolari hai con il casco, così come li hanno molti piloti?
“Lo asciugo quando è bagnato in modo che possa vedere meglio.”

Come vi siete preparati per la prossima stagione ?
“Di solito, per saperlo, leggo le riviste…”

Qual’è il momento più emozionante durante il weekend di gara?
“Penso che sia l’inizio della gara”.
Il più noioso?
“Adesso”.

“Mi sarebbe piaciuto essere un giocatore di hockey e come ragazzo ero abbastanza bravo a farlo, ma le sessioni di formazione erano troppo presto la mattina e io amo dormire”

Stella: Kimi, sei contento di tornare a Maranello, considerato che tutti i piloti, nessuno escluso, ambiscono a guidare per la Ferrari?
Kimi: Se ho firmato il contratto, significa che sono contento

Domenicali: Kimi non vive in questo Mondo, ma su un Pianeta tutto suo.
Kimi: La vita su questo Pianeta non è male. non posso lamentarmi.

Intervistatore: “Come hai sentito le gomme?”
Kimi: “Rotolando, come al solito”

Intervistatore: “Se potessi essere qualunque carattere di qualunque film, chi vorresti essere?”
Kimi: “Jack Sparrow dei Pirati dei Caraibi [si mette a ridere]. Egli sembra sapere come divertirsi. Potrei aver bisogno di bere un sacco di rum per entrare in ruolo! Mi piacciono i film come questo.”

E nulla, Kimi è Kimi, non c’è nulla da fare, è impossibile non volergli bene e possiamo solo ringraziare d’aver avuto la fortuna di goderci ogni istante di questo personaggio e CAMPIONE!

Già, perchè di lui c’è tanta ilarità, ma resta pur sempre uno dei piloti più forti e veloci del paddock, che ha saputo dare tantissime emozioni alla guida di una F1.

ANCORA TANTI AUGURI KIMI!!! ( da tutto IL BLOG DEL RING)

CIN CIN (uno dei mille mila che farai oggi)

Saluti

Davide_QV

La versione di Seldon: io credo che…

Non volevo parlare di questo, ma mi corre l’obbligo. Si scrive spesso di ciò che succede, ci colpisce, ci scandalizza, ci fa gioire. E si scrive anche dei nostri simili in alterne circostanze. Gli antropologi per descriverli/ci, gli altri per mille altri motivi, ma stringendo più che altro per parlarne bene o per parlarne male.

Pensavo, da tifoso, da osservatore più o meno distaccato o più o meno coinvolto, (a seconda delle situazioni), che la Formula1 avesse dei seri problemi. Un po’ a livello organizzativo, abbastanza a livello manageriale, parecchi a livello tecnico/regolamentare.
Mi sbagliavo! Il problema forse più grosso in questo momento sono i tifosi (di ogni tipo e colore). Non gli appassionati in senso stretto, e neppure gli occasionali frequentatori del Web come delle piste. No! Proprio i tifosi con gli occhi iniettati di sangue, sempre all’erta sul “diverso”. Quelli che sposano una scuderia o peggio un pilota (all’insaputa dei suddetti piloti e/o scuderie) e pretendono prestazioni sessuali con orgasmi multipli. Gliene bastano 21 a stagione eh!? Ma nelle stagioni in cui non vengono soddisfatti i loro appetiti si apre la caccia al nemico. E il nemico siamo tutti, cioè tutti quelli che parlano, (non necessariamente male), dei loro beniamini.

Normalmente nei momenti di massima crisi della coppia, esempio per i mariti e le mogli di tale pilota che fa diversi errori, le prende dall’ultimo giovane arrivato, è criticato da più o meno tutti i giornalisti del Mondo, si va a scovare ogni scritto malevolo che riconoscono dalle prime righe, tanto da giudicare inutile leggere il resto. Così si lanciano a mani unite sulla tastiera per esprimere con tutta la loro genialità e precisione storica (storie parallele….) il concetto ultimo, la verità assoluta e incontestabile che tu ti eri non si sa come perso, oppure non avevi capito. E sei cattivo, e tifoso e geloso.

Voglio precisare che non ci sono riferimenti a chi frequenta (chi assiduamente chi meno) questo blog, e che nonostante ciò che evidenzio, essere letti anche da altri siti/social non può che far piacere. Tornando al generale, i blog in fondo sono come i settori di uno stadio, e per quanto il calcio continui ad essere un bellissimo sport, di certi suoi prodotti in Formula1 non si sentiva la mancanza. E’ ovvio che il blog sud degli ultras irriducibili e il blog nord degli ospiti la pensino diversamente nonostante guardino lo stesso evento, ma cosa vieta di mischiarsi sugli spalti? Ci ritroviamo invece ognuno nel blog che gli assomiglia, che lo rassicura e lo sostiene.

Mi piace pensare che quello che frequento io sia meglio. Credo che l’affermazione contenga in sè una dose di supponenza, di arroganza. Di sicuro c’è che una certa generazione di appassionati non si è formata su internet, ma leggendo con altri appassionati i giornali, guardando la TV e parlandone a quattr’occhi. E non è poca la differenza, perchè guardandosi negli occhi è difficile non trovare un cenno di comprensione, una scintilla di ironia ricambiata e dunque un equilibrio nella discussione. E questo succede anche dopo che che questi hanno cominciato a chiudersi in casa davanti ad uno schermo. Per fortuna!!!

Il Leone da tastiera invece (inteso come ne giovane ne vecchio, ma semplicemente come acritico), educato al sacro verbo del “ho capito tutto io” non cerca l’equilibrio, vuole che i frequentatori della SUA blog-curva lo vedano come lo Spartaco che lui si illude di essere. Il web taglia i ponti e crea miliardi di isole, ognuna convinta di essere indipendente, vera e sana.

Capisco, o cerco di capire che dei poveri scrittori di banalità male assemblate (pari pari a quelle di grandi firme eh!?) non meritano frasi gentili come “scusa, ma non mi trovi d’accordo su……”, bensì epiteti di diversa estrazione e idioma, ma almeno una volta provate ad affrontare con più di un commento prontamente cancellato una discussione pubblica, di confronto. Provate a lanciare un ponte dalla vostra alla altrui isola. La verità è che non c’è discussione senza presa di posizione, e se l’unica cosa che sanno fare alcuni è presidiare la valle delle verità come l’occhio di Sauron che scatena gli orchi in risposta a opinioni non gradite, beh pace, ce ne faremo una ragione. Per tutti è sempre comunque disponibile una risposta alla maniera di Pasquale Ametrano…

Per finire, da un blog di appassionati di motorsport ci si aspetta qualcosa sulle competizioni. Dunque parliamo dell’ultimo gp, e parliamone in modo da non offendere chicchessia..

-Cominciamo col dire che si è corso a Suzuka, in Giappone. Arigatò!
-Che le Ferrari, nella notte italiana, hanno conquistato la prima fila. Yeahhh!
-Che purtroppo sono partite mal…..mali….così cos….diversamente. Maddaiii!
-Che Carletto si è rovi…., ha urta….., si è tocc….., ha sfiorato Verstappen. Noooo!
-Che Sainz ha fatto una bella gara. Olè!
-Che ha vinto Bottas. Gulp!

Antonio

ps.  solo per questa volta eh!

 

Immagine in evidenza da: itasportpress

Rea fa 85 in Argentina

Va in archivio anche l’appuntamento argentino del mondiale Superbike che ormai deve solo assegnare il titolo costruttori.
I risultati rispecchiano l’andamento di questo campionato:
Bautista dominatore dell’inizio evento ovvero la gara del sabato;
Rea protagonista assoluto delle due gare della domenica praticamente senza rivali con Alvaro in difficoltà;
Piccolo sprazzo per Davies per gara 2 di domenica tutto sommato bella da parte sua;
Yamaha a giocarsi le posizioni di rincalzo con un consistente Van Der Mark regolarmente davanti al suo compagno Lowes mentre le due “satellite” di Melandri e Cortese affondate nelle retrovie;
Sempre ottimo e combattivo Ragzatliogu autore di tre podi con una moto “indipendente”;
Sparite le Bmw e mai comparse le Honda.
Quindi tutto come da copione nonostante le aspettative di vedere qualcosa di diverso una volta chiusi i giochi mondiali.
Ma andiamo per ordine cominciando dalla gara del sabato che ha visto, meglio dire NON ha visto partire ben sei moto di una griglia abbastanza scarna già di suo. Davies, Laverty, Melandri, Cortese, Camier e Kyonari non hanno preso il via in quanto hanno giudicato pericolose le condizioni della pista. In effetti il tracciato era sporco fuori traiettoria ed i piloti hanno portato a termine una gara con un ritmo mediamente più lento di quasi 3 secondi a giro con punte di addirittura quattro….. Probabilmente, ribadisco probabilmente, avranno avuto ragione gli assenti. Sicuramente, ribadisco sicuramente, al sabato non è caduto nessuno dei partenti, quindi forse si è trattato di un esagerazione per coloro che hanno parlato addirittura di mancanza di requisiti per l’omologazione. Lungi dal dover giudicare per chi scrive comodamente da una scrivania, però mi sovvengono un paio di riflessioni.
1.Se il motivo dello “sciopero” è stata la mancanza di grip allora si dovrebbero anche abolire tutte le gare corse sul bagnato o semplicemente sull’umido.
2.Se il motivo dello “sciopero” era una carenza nelle infrastrutture come le vie di fuga o l’organizzazione dei soccorsi allora non si sarebbero dovuti schierare neanche la domenica quando la pista è diventata più veloce complice il calo delle temperature di aria ed asfalto.
Lo svolgimento della gara del sabato è stata la replica delle gare di inizio stagione quando Bautista si involava senza rivali dopo qualche piccola schermaglia iniziale con Rea. Il tutto faceva pensare ad una domenica tutto sommato semplice per Ducati che ancora spera nel mondiale Costruttori.
Invece il “cannibale” è salito in cattedra domenica, dominando entrambe le gare in modo apparentemente semplice. In gara 2 Bautista è apparso in terribile difficoltà con la gomma posteriore che l’ha mollato presto impedendogli di entrare nelle curve alla sua maniera e costringendolo ad una gara in difesa con una guida sulle uova sempre impacciato ad ogni ingresso curva e con una moto che si impennava una volta riaperto il gas. Il suo compagno di team è apparso molto più a suo agio e per qualche giro ha pur dato l’impressione di averne per andare a recuperare il fuggitivo Rea che, appena capito il pericolo, ha alzato il ritmo tenendo tranquillamente a debita distanza Davies.
Il podio è stato completato al terzo posto in tutte e tre le gare da Toprack il turco volante che con la sua moto clienti ha staccato il resto dei piloti, primo tra tutti Haslam sulla stessa Kawa di rea che appare sempre più un pesce fuori dall’acqua in questo campionato. Per lui si parla di un ritorno nel BSB e verrà sostituito da Lowes che quest’anno ha preso regolarmente paga dal compagno di marca quando questo era almeno all’80% delle sue possibilità dopo l’infortunio.
Il campionato è arrivato ormai all’ultimo appuntamento che si svolgerà in Qatar nel weekend del 24-26 ottobre. La Ducati è ancora in corsa per il titolo costruttori che manca a Bologna dal 2011, ovvero dai tempi di Carlos Checa e del team Althea. La pista potrebbe essere favorevole con il suo lungo rettilineo del traguardo e soprattutto perché conosciuta benissimo da Bautista che ci ha corso per anni in Motogp. Ma per centrare tale risultato servirà anche un Davies nelle condizioni migliori, altrimenti il digiuno iridato raggiungerà vette di durata inimmaginabili per la casa motociclistica che da questa categoria ha tratto buona parte del suo prestigio ed ha fatto la storia dello stesso.
Ci vediamo in Qatar.

Salvatore Valerioti

Immagine in evidenza tratta da motoblog.it