IL PUNTO DELLA REDAZIONE

Dopo tre GP di fila, dove tanta carne a cuocere è stata messa sul fuoco, ci si aspetta un po’ di tranquillità eppure in questa F1, come più volte detto, tutto corre veloce; persino le notizie. L’avvenimento che più vorrei porre in evidenza è stata la riunione, che si è tenuta tra i costruttori giovedì scorso, per decidere cosa fare con le nuove regole che scatteranno dal 2026. Come ha detto lo stesso Toto Wolff, che si è visto per l’ennesima volta tirato in ballo in questa storia, è una barzelletta! Immaginatevi se ad Aprile del 2013 le squadre stessero ancora nel capire se dall’anno successivo, i motori turbo ibridi era necessario montarli o meno e, aperta parentesi, sarebbe stato meglio che non lo avessero mai fatto solo che questa è un’altra storia! Ebbene all’alba dell’inaugurazione del regolamento più sconvolgente che la F1 abbia mai visto, ci sono ancora discussioni nel cercare di capire qual è la soluzione migliore per accontentare tutti, dopo che sono stati già investiti centinaia di milioni di euro nel concepire questi nuovi propulsori, che a mio giudizio snatureranno definitivamente il nostro sport mutandolo in una “Formula E” più costosa e, per non parlare del fatto che il suddetto regolamento è stato concepito proprio per attirare nuovi costruttori. Infatti, sempre la settimana scorsa, è stata ufficializzata la notizia che Cadillac entrerà a rimpolpare la griglia del mondiale, portando cosi ad undici le squadre che si contenderanno il mondiale di F1. Mi chiedo come sia possibile ridursi cosi anche perché, ovviamente, questa riunione non ha portato a nulla, se non a quello di dividere le squadre con Ferrari nel mezzo che non prende una posizione chiara. Inutile dire che, se qualcuno sta cercando di guadagnare tempo, è perché evidentemente è in ritardo sul progetto per non parlare che se addirittura la stessa FIA (per mano del “padre e padrone” Ben Sulayem) ha parlato di riportare i motori aspirati, qualcosa in pentola bolle e mi sa che la cottura è andata oltre i tempi previsti. La squadra che principalmente ha fatto muro a riguardo è stata proprio la Mercedes di Toto e, se due più due fa quattro, allora viene naturale pensare che Mercedes si farà trovare pronta per la nuova sfida. Purtroppo i presupposti, affinché l’anno prossimo, ritorni ad essere un nuovo 2014 (del resto l’esempio citato prima non era casuale) ci sono tutti. Purtroppo i timori che l’anno venturo ci sia il rischio che una squadra possa dominare, dando più di mezzo secondo al giro al diretto avversario, è molto plausibile e questo sarebbe una mazzata, sportivamente parlando, che non so quanto farebbe bene (economicamente si capisce!) a tutto l’indotto F1. Una delle cose più oscene della quale sento parlare, in merito a questo plausibile sospetto, è quello di utilizzare un BOP e cioè un “Balance Of Performance”, che è un’oscenità solo a scriverlo! La F1 è (o almeno dovrebbe essere) la massima espressione della ricerca e, ridurre tutto ad un “volemose bene”, non solo sarebbe un insulto a tutti gli appassionati che ancora si ostinano a seguire questo carrozzone, addirittura sarebbe una vera e propria ingiustizia per chi ha lavorato bene. La stessa ingiustizia sportiva che accadrà in Spagna fra qualche mese: la famigerata “DT018”, che andrà a limitare la aereo elasticità delle ali (di fatto andando a colpire McLaren, che è la squadra che meglio ha lavorato in tal senso), è una delle tante “barzellette” che ci dobbiamo sorbire, visto e considerato che questa (ennesima) Direttiva Tecnica di fatto sarà una BOP ne più e ne meno, in modo da cercare di far acciuffare i papaya definitivamente (almeno da parte di Red Bull) e quindi, cercare di ravvivare un campionato che almeno sulla carta pare già deciso.

Le regole sono regole e, al di la del fatto che debbano valere per tutti (mantra con il quale tutti i Team Principal si ammantano ad ogni intervista!) mi chiedo, nel momento in cui votano le suddette regole, cosa diavolo stanno pensando i vari “capoccia” di ogni squadra se poi cambiano idea in corso d’opera? Come ho già detto su queste righe, il regolamento 2026 fu concepito quando si credeva che il mondo sarebbe divenuto totalmente elettrico, poi le cose sono cambiate (la domanda decide sempre) solo che ormai la frittata era fatta, per non parlare dell’incubo che è venuto fuori dalle prime simulazioni riguardanti queste nuove monoposto. Sono del parere che l’attuale sistema F1 abbia bisogno di uno scossone, abbia necessità di una autentica rivoluzione quindi, ammesso che questo regolamento sia un vero flop allora ben venga, perché la necessità di cambiare (non mi riferisco al regolamento) è davvero imperativa. Allo stato attuale queste sono solo illazioni basate sugli “umori” che si raccolgono nel paddock giorno per giorno, magari l’anno prossimo saremo tutti affascinati dal nuovo sound, figlio di un motore la cui potenza è data dal 50% di elettrico e, da un nuovo DRS che oltre ad essere posizionato sull’alettone posteriore lo troveremo anche su quello anteriore… tutto può essere nella vita. In tal caso tutti faremo ammenda, a cominciare dal sottoscritto, eppure provo ad immaginare cosa significhi avere una squadra che ha più di mezzo secondo di vantaggio e, soprattutto almeno un paio d’anni di tecnologia di vantaggio sulla diretta concorrenza, di fatto riportandoci nuovamente in un nuovo 2014 e, non pago, vedere come alcune squadre lotteranno per cercare di avere una BOP per poter colmare il gap prestazionale.

Del resto non ho di che preoccuparmi, sono del parere che il futuro agonistico della massima serie del motor sport sia assicurato e, questo non lo dico tanto per il fatto che in Aston Martin ritornerà il connubio Honda/Newey, quanto perché avremo una Ferrari finalmente preparata per cercare di vincere realmente il mondiale (l’anno prossimo spegneremo diciannove candeline di digiuno!). Infatti il Presidente della Rossa nel Dicembre del 2022, immediatamente dopo aver fatto a pezzi una squadra che era arrivata seconda nel mondiale costruttori (con una Red Bull dominante), disse con ben quattro anni di anticipo, che l’obiettivo della Beneamata era proprio il nuovo regolamento del 2026. Quindi non ho dubbi che l’anno prossimo la Rossa arriverà preparata all’appuntamento, tanto più con la coppia di piloti che si ritrova a cominciare proprio da Hamilton, il quale sta sfruttando questo anno sportivo per “imparare” a guidare una Ferrari… dico bene?

Non so cosa passa nella testa di chi comanda a Maranello, so solo che Ferrari nel non prendere una posizione netta a riguardo di questo argomento cosi spinoso, non lascia presagire nulla di buono e, nel contempo, ha due reparti che lavorano alacremente per ben due distinti obiettivi: farsi trovare pronta per l’anno prossimo appunto e risolvere i casini che hanno fatto quest’anno. Inutile aspettarsi qualcosa di miracoloso in questi prossimi appuntamenti perché i problemi congeniti della SF-25 non sono di facile soluzione per questo, come ho già detto, la Spagna per Ferrari rappresenterà la sua “dead line”. A Maranello ci credono, il pacioccone Vasseur continua a cantare “grosso potenziale da estrarre” e noi lo crediamo; cosi come dobbiamo credere al Presidente ed al suo “Obiettivo 2026”.

Buon GP di Miami a tutti.

Vito Quaranta

MOTOGP 2025 JEREZ-SOLO MARQUEZ PUO’ BATTERE MARQUEZ

Finalmente si torna in Europa dopo tutta la serie di gare extra continentali di inizio stagione.

L’arrivo in Spagna era atteso come foriero di qualche cambiamento ed in effetti qualcosa si è visto seppur la sostanza non sia cambiata. A Jerez piloti e Moto ci hanno fatto i solchi a forza di girare in questi anni. Infatti abbiamo potuto ammirare un sontuoso Quartararo, autore di una pole non-Ducati da illo tempore.  Ed abbiamo visto per una dozzina di giri (tra la sprint e la gara vera) “liderare” qualcuno a cavallo di un “ferro” diverso da quello bolognese. Bravo, bravissimo Fabio che finisce a podio nella gara che conta riscattando la caduta del sabato nella sprint.

Come dicevo nel titolo solo Marquez può battere Marquez.  Alex ha finalmente rotto il ghiaccio con la vittoria in una gara intera. Marc è caduto inutilmente nei primi giri della gara che conta.

Onore ad Alex che ha lasciato poco spazio a tutti gli altri dopo aver lasciato sfogare Quartararo per la prima decina di giri. La fortuna aiuta gli audaci e lui stesso lo è stato: ha sbagliato la staccata alla dry sac in avvio di gara infilandosi tra gli avversari senza causare danni a nessuno. Si può essere bravi quanto si vuole ma senza un po’ di sano “culo” non riesci ad infilarti nello spiraglio che ha trovato.

Felicità per Alex la cui prima gioia è già stata soffocata dal fratello “Caino” già troppe volte in questo inizio stagione.

Marc Marquez……. Indiscusso ed ingiocabile in questo inizio stagione. Avrebbe potuto essere a punteggio pieno da inizio anno se solo fosse riuscito a trattenere la sua straripante voglia di primeggiare.

A Jerez (come ad Austin) è caduto ad inizio gara quando era il caso di avere un po’ di pazienza. Caparbio è risalito su una moto con la carena a penzoloni ed è riuscito a fare qualche punto: a fine stagione potrebbe essere determinante. Staripante nella sprint, se un sig. Bianchi qualsiasi avesse letto solo i commenti di questo inizio stagione si immaginerebbe un Marc con 50 punti di vantaggio rispetto al secondo. Ed invece il secondo è lui, dietro al fratello che non è mai caduto e davanti di poco a Bagnaia anch’esso mai scivolato in gara.

Alex Marquez in testa al campionato significa che l’unico che è sempre contento è papà Marquez, con buona pace di chi pensa che non si possa vincere sempre..

Il nostro connazionale Pecco Bagnaia finisce a podio per l’ennesima volta. Dietro ad una Yamaha, però.

L’impressione è che il torinese stia pagando la delusione 2024. Spingendo vinse tantissime gare ma perse il mondiale per gli zeri dovuti ai troppi rischi presi. Pecco non è un pilota istintivo, è un riflessivo, in grado di tirare fuori il meglio di se solo quando ha capito tutto ed ha tutto sotto controllo. E’ così, lo è sempre stato, ed in questo inizio stagione sta diventando una sorta di limite. Ma è fortunato anche lui, perché il principale rivale non è distante in classifica e soprattutto non lo è rispetto a quanto i valori in pista hanno mostrato sino ad oggi. Se riesce a rimettere insieme i pezzi che gli mancano ci sono le premesse per assistere ad un bel duello da qui a fine stagione, lo stesso che abbiamo visto nei primi giri con Marc quando a forza di sorpassi e controsorpassi sono arrivati al contatto. Un po’ duro quello che Marc ha riservato al compagno, sicuramente più duro visto in tv quanto non lo sia stato dalla moto. Però Bagnaia non si è scomposto, non ha perso lucidità ed ha mostrato allo spagnolo che quando sarà ora di tirare fuori “le pelotas” lui risponderà presente.

Dagli altri qualche timido segnale sta arrivando.. In KTM Vinales sarebbe il pilota “più fragile” psicologicamente eppure anche oggi ha avuto modo di ripetere la bella gara del Qatar al netto della squalifica. Ottimo Aldeguer sino a quando Meda ha ben pensato di notarlo (e gufarlo…)

Fuori Morbidelli per una scivolata dopo aver commesso un errore in partenza he lo ha relegato nel gruppo e non gli ha concesso la gara “serena” che avrebbe potuto fare.

Mir e la Honda sono stati nel gruppo di mezzo per una bella fetta di gara sino a quando lo spagnolo si è ricordato che non cadeva da diverse gare e sessioni ed ha posto rimedio.

Male l’Aprilia. Ogura ha fatto il suo mestiere ma ormai è crisi profonda. La moto che lo scorso anno pareva essere quella più vicina alle Ducati è ormai sparita. Nervosa, difficile, inguardabile. A pensar male (e visti i progressi delle Honda “firmata” dai due transfughi Albesiano-Espargaro) si può dire che l’aver smontato il team dello scorso anno in toto è stato una grave errore. La fortuna non è stata dalla loro, ma la sfiga è stata dalla parte di Martin che ha pagato in un colpo solo tutta la gloria del titolo mondiale vinto. Chi scrive però non pensa che la sua presenza avrebbe cambiato le sorti in maniera sostanziale.. il problema è altro.

Ci si rivede a Le Mans tra due settimane.

Buon Mondiale

THE RISE OF LOTUS

Lotus founder Colin Chapman

 

In 1958 Ferrari would have a titanic battle with Vanwall for the F1 championship, with Ferrari intimately winning. But in the background a new British team called Lotus, founded by Colin Chapman, would score a fourth place in Belgium and start the rise of the team to F1 champions.

This is the story of the rise of Lotus.

 

The Rise

Colin Chapman was born on May 19, 1928 in London and grew up near the Muswell Hill area in the north of the city.

His father Stanley ran the Railway Hotel pub in Hornsey, (where the family also lived) which was to become a significant early location for Lotus.

As a teenager Chapman was an enthusiastic attendee of dances at Hornsey Town Hall (he got in free since Stanley ran the catering) and at one such event in March 1944 he met Hazel Williams. His future wife of 38 years was a key pillar against Chapman’s tumultuous life to come of triumph and tragedy.

“I wasn’t an enthusiast – I never went to a race meeting until I actually raced myself” Colin Chapman

“I remember thinking after our first meeting, ‘Here is someone a bit different. This chap will go places,’” she told Jabby Crombac in his authorised Chapman biography.

Hazel relates how even at an early age, the precocious young Chapman was already set on engineering invention.

“In late 1944 when the Germans were bombing London with their doodlebugs [the V1 rockets], Colin and his father designed a device which spotted whether a particular ‘doodlebug’ was going to land anywhere near the hotel.

“They would then know whether everybody should take shelter or not!”

Chapman would enrol for an engineering degree at University College, but at that time showed little interest in formal study – instead developing a burgeoning second-hand car business with his friend Colin Dare.

Despite Chapman not being completely bowled over by a life of lectures and seminars, he was still learning what would become crucial engineering information.

Buying second-hand cars had made him aware of how antiquated most British automotive technology was, so he soon set about modifying vehicles which came into his possession.

The most famous early example was the boxy Austin Seven saloon, a car so unedifying that Chapman couldn’t sell it, so he began to experiment with it instead. His new creation – the Lotus MkI – was completed in 1947.

“I was not really an enthusiast [who wanted to go racing, at first],” he said. “In fact I never went to a race meeting until I actually raced myself.

“I was enthusiastic for building a thing which moved, so while at university I decided to build my own ‘special’.

 

The MK1 – The First Lotus Car

 

By 1954 Chapman designed the first true Lotus race car. The V111 races in the British touring car championship from 1954 to 1957.

 

The Lotus V111

While the V111 and variants became dominant in the British touring car championships, Chapman had his eyes on the relatively new F1 championship. In 1957 he started design work on Lotus F1 car. It was named the Lotus 12 and would compete in the 1958 championship.

 

 

The 1958 Lotus 12

 

The Lotus 12 Technical Specs

Chassis Aluminium body on multi-tubular space frame
Suspension (front) Double wishbone, coils springs, dampers, anti-roll bar
Suspension (rear) Chapman strut, trailing arms, fixed length drive shaft
Length 130.9 in (332.5 cm)
Width 60 in (152.4 cm)
Height 35 in (88.9 cm)
Axle track 48 in (121.9 cm)
Wheelbase 87.9 in (223.3 cm)
Engine Coventry Climax FPF 1,965 cc (119.9 cu in) Inline 4-cylinder, DOHC Naturally-aspirated Front engined, longitudinally-mounted
Transmission Ansdale-Mundy transaxle 5-speed manual ZF diff. with bespoke casing
Power 175 bhp (130.5 kW)
Weight 320 kg (705.5 lb)
Fuel Petrol
Brakes Disc, all-round
Tyres Dunlop

 

 

 

The Lotus 12 had it’s first race at Monaco in 1958

 

 

1958

Lotus scored their first ever F1 points when Cliff Allison scored a 4th place finish at the 1958 Belgian GP.

 

Cliff Allison scored the first ever F1 points for Lotus

 

 

1959

1959 saw an improvement for Lotus with a 4th and a 5th place finish, finishing the season in 4th place. Innes Ireland scored.

 

Ireland in his Lotus 16

 

1960

1960 was a breakthrough season for Lotus with new driver Sterling Moss winning two races, Monaco and the US, and finishing 3rd in the championship.

 

Moss winning Monaco 1960

1961

1961 saw Lotus win three races but the car was totally outclassed by Ferrari. Moss would again finish the championship in 3rd and Ireland in 5th.

 

The 1961 Lotus 21

1962

1962 saw Lotus getting close to the top but ultimately finished the season I 2nd with three wins. The revolutionary Lotus 25 was fast but too fragile. In Clarks hands it would be unbeatable if it finished.

 

Clark’s Lotus 25

 

 

1963 The First Lotus F1 Championship

The 1963 F1 championship would see 10 races. Starting in Monaco and ending in South Africa. Lotus would use a revised 25.

 

The Revised Lotus 25

 

Round Grand Prix Circuit Date
1 Monaco Grand Prix Circuit de Monaco, Monte Carlo 26 May
2 Belgian Grand Prix Circuit de Spa-Francorchamps, Stavelot 9 June
3 Dutch Grand Prix Circuit Zandvoort, Zandvoort 23 June
4 French Grand Prix Reims-Gueux, Gueux 30 June
5 British Grand Prix Silverstone Circuit, Silverstone 20 July
6 German Grand Prix Nürburgring, Nürburg 4 August
7 Italian Grand Prix Autodromo Nazionale di Monza, Monza 8 September
8 United States Grand Prix Watkins Glen International, New York 6 October
9 Mexican Grand Prix Magdalena Mixhuca, Mexico City 27 October
10 South African Grand Prix Prince George Circuit, East London 28 December

 

 

 

Race 1 – Monaco

The 1963 Monaco Grand Prix was a Formula One motor race held at Monaco on 26 May 1963. It was race 1 of 10 in both the 1963 World Championship of Drivers and the 1963 International Cup for Formula One Manufacturers. The 100-lap race was won by British driver Graham Hill driving a BRM P57 after Jim Clark retired from the lead with a broken gearbox on lap 78.

Clark took pole position for the event ahead of Hill and John Surtees. The two BRM drivers, Hill and Richie Ginther, led the opening laps in first and second respectively. Clark overtook Ginther for second on lap 5, and Hill for the lead on lap 18. Surtees was also able to overtake Ginther and Hill into second by lap 56, before Hill re-overtook him. Surtees then fell back. Clark retired on lap 78 with a gearbox failure, allowing Hill to win the race, with Ginther and Bruce McLaren completing the podium. Surtees, suffering from his mechanical issue, finished fourth.

 

Qualifying

1 9 Jim Clark LotusClimax 1:35.3 1:34.3 1:35.2 1
2 6 Graham Hill BRM 1:37.0 1:35.7 1:35.0 +0.7 2
3 21 John Surtees Ferrari 1:38.7 1:35.2 1:36.5 +0.9 3
4 5 Richie Ginther BRM 1:37.0 1:35.8 1:35.2 +0.9 4
5 14 Innes Ireland LotusBRM 1:37.9 1:35.5 1:35.7 +1.2 5
6 4 Dan Gurney BrabhamClimax 1:38.9 1:36.1 1:35.8 +1.5 6
7 20 Willy Mairesse Ferrari 1:37.6 1:36.0 1:35.9 +1.6 7
8 7 Bruce McLaren CooperClimax 1:43.8 1:38.3 1:36.0 +1.7 8
9 10 Trevor Taylor LotusClimax 1:39.1 1:37.2 1:38.6 +2.9 9
10 8 Tony Maggs CooperClimax 1:38.4 1:37.9 1:39.1 +3.6 10
11 11 Jo Bonnier CooperClimax 1:42.5 1:39.4 1:38.6 +4.3 11
12 25 Jo Siffert LotusBRM 1:41.7 1:40.9 1:39.4 +5.1 12
13 12 Jim Hall LotusBRM 1:41.0 1:41.7 1:43.6 +6.7 13
14 17 Maurice Trintignant LolaClimax 1:43.0 1:41.3 1:48.9 +7.0 14
15 15 Chris Amon LolaClimax 1:43.8 1:41.4 +7.1 DNS 1
16 24 Bernard Collomb LotusClimax 1:46.8 1:43.3 1:44.9 +9.0 DNQ 2
17 3 Jack Brabham LotusClimax 1:44.7 No time No time +10.4  

15

 

 

The Race

The Monaco Grand Prix received the honorary title of European Grand Prix and, more importantly, functioned as the 1963 season opener. With little driver changes in the front-running teams and constructors withholding to introduce new designs to the narrow streets of Monte Carlo, the battle between the 1962 championship protagonists was expected to restart. Only five drivers were guaranteed a starting place: the previous World Champions or winners of the Monaco Grand Prix. The rest had to fight in qualifying over the remaining eleven spaces. 1962’s runner-up Jim Clark managed this with ease in his LotusClimax. He posted the fastest practice time and started the race on pole position. Reigning champion Graham Hill started second in his BRM, while John Surtees (Ferrari) and Richie Ginther (BRM). Hill and Ginther took the lead at the start, but the first nine cars kept going nose-to-tail. Clark managed to get past Hill on lap 7, but then went wide at the Station hairpin and going down to third once again. He tried again and the lead changes hands multiple times, before Clark went ahead definitively and increased his lead to 17 seconds at three-quarters race-distance. Then suddenly, his gearbox jammed and his wheels locked. Hill was gifted the win, ahead of teammate Ginther and Bruce McLaren in the Cooper.

 

Pos No Driver Constructor Laps Time/Retired Grid Points
1 6 Graham Hill BRM 100 2:41:49.7 2 9
2 5 Richie Ginther BRM 100 + 4.6 4 6
3 7 Bruce McLaren CooperClimax 100 + 12.8 8 4
4 21 John Surtees Ferrari 100 + 14.1 3 3
5 8 Tony Maggs CooperClimax 98 + 2 laps 10 2
6 10 Trevor Taylor LotusClimax 98 + 2 laps 9 1

 

Drivers’ Championship Standings

 

 

Pos Driver Points
1 Graham Hill 9
2 Richie Ginther 6
3 Bruce McLaren 4
4 John Surtees 3
5 Tony Maggs 2

 

Race 2 – Belgian

 

 

The 1963 Belgian Grand Prix was a Formula One motor race, held at Spa-Francorchamps on 9 June 1963. It was race 2 of 10 in both the 1963 World Championship of Drivers and the 1963 International Cup for Formula One Manufacturers. Jim Clark won the race in extremely wet and rainy conditions. After starting eighth on the grid, Clark passed all the cars in front of him, including early leader Graham Hill. At the end of the race, Clark had not only lapped the entire field except for Bruce McLaren, but the margin to the second-placed Cooper driver was almost five minutes. The Scot’s performance was made even more impressive by the fact that gearbox issues meant that he had to hold his gear lever in place, thus driving one-handed, whenever fifth gear was selected on this high-speed circuit. Given the rainy conditions, Clark eventually chose not to engage fifth gear at all, leaving him with only four gears.[1] This would be the first of seven victories for Clark and Team Lotus that year.

 

Qualifying

Pos No Driver Constructor Qualifying times Gap
Q1 Q2
1 7 Graham Hill BRM 4:01.6 3:54.1
2 18 Dan Gurney BrabhamClimax 4:28.8 3:55.0 +0.9
3 10 Willy Mairesse Ferrari 3:56.2 3:55.3 +1.2
4 15 Tony Maggs CooperClimax 3:57.1 3:56.0 +1.9
5 14 Bruce McLaren CooperClimax 3:58.3 3:56.2 +2.1
6 17 Jack Brabham BrabhamClimax 3:56.6 4:00.7 +2.5
7 4 Innes Ireland BRPBRM 4:05.3 3:56.9 +2.8
8 1 Jim Clark LotusClimax 4:06.7 3:57.1 +3.0
9 8 Richie Ginther BRM 4:04.5 3:57.6 +3.5
10 9 John Surtees Ferrari 3:57.9 3:57.9 +3.8
11 2 Trevor Taylor LotusClimax 4:02.7 3:58.1 +4.0
12 5 Jim Hall LotusBRM 4:05.4 4:00.1 +6.0
13 12 Jo Bonnier CooperClimax 4:01.4 4:00.1 +6.0
14 28 Jo Siffert LotusBRM 4:03.9 4:02.3 +8.2
15 21 Chris Amon LolaClimax 4:17.2 4:04.9 +10.8
16 22 Lucien Bianchi LolaClimax 4:08.5 4:06.5 +12.4
17 26 Phil Hill ATS 4:26.1 4:06.7 +12.6
18 29 Carel Godin de Beaufort Porsche 4:14.6 6:55.2 +20.5
19 24 Tony Settember SciroccoBRM 4:31.7 4:25.2 +31.1
20 27 Giancarlo Baghetti ATS 8:34.8 4:33.6 +39.5

 

Race

 

Pos No Driver Constructor Laps Time/Retired Grid Points
1 1 Jim Clark LotusClimax 32 2:27:47.6 8 9
2 14 Bruce McLaren CooperClimax 32 + 4:54.0 5 6
3 18 Dan Gurney BrabhamClimax 31 + 1 lap 2 4
4 8 Richie Ginther BRM 31 + 1 lap 9 3
5 12 Jo Bonnier CooperClimax 30 + 2 laps 13 2
6 29 Carel Godin de Beaufort Porsche 30 + 2 laps 18 1

 

Drivers’ Championship standings

 

Pos Driver Points
2 1 Bruce McLaren 10
6 2 Jim Clark 9
2 3 Graham Hill 9
2 4 Richie Ginther 9
5 5 Dan Gurney 4

 

Spa 1963

 Race 3 – Dutch GP

 

The 1963 Dutch Grand Prix was a Formula One motor race held at Zandvoort on 23 June 1963. It was race 3 of 10 in both the 1963 World Championship of Drivers and the 1963 International Cup for Formula One Manufacturers. The 80-lap race was won by Lotus driver Jim Clark – by a margin of more than a full lap – after he started from pole position. Dan Gurney finished second for the Brabham team and Ferrari driver John Surtees came in third.

 

Qualifying

Pos No Driver Constructor Qualifying times Gap
Q1 Q2 Q3
1 6 Jim Clark LotusClimax No time 1:33.0 1:31.6
2 12 Graham Hill BRM 1:33.3 1:32.2 1:32.5 +0.6
3 20 Bruce McLaren CooperClimax 1:34.1 1:33.3 1:32.3 +0.7
4 16 Jack Brabham BrabhamClimax 1:35.1 1:33.0 1:32.4 +0.8
5 2 John Surtees Ferrari 1:33.7 1:33.6 1:33.0 +1.4
6 14 Richie Ginther BRM 1:37.2 1:34.5 1:33.3 +1.7
7 30 Innes Ireland BRPBRM 1:33.6 1:39.0 (1:33.4) +1.7
8 28 Jo Bonnier CooperClimax 1:35.3 1:34.7 1:34.1 +2.5
9 22 Tony Maggs CooperClimax 1:35.8 1:35.0 1:34.3 +2.7
10 8 Trevor Taylor LotusClimax No time 1:40.4 1:35.2 +3.6
11 4 Ludovico Scarfiotti Ferrari 1:37.3 No time 1:35.6 +4.0
12 10 Chris Amon LolaClimax 1:37.3 1:38.4 1:35.9 +4.3
13 24 Phil Hill ATS 1:40.1 1:38.0 1:36.0 +4.4
14 18 Dan Gurney BrabhamClimax No time 1:36.2 No time +4.6
15 26 Giancarlo Baghetti ATS 1:49.7 1:37.8 1:41.0 +6.2
16 34 Gerhard Mitter Porsche No time 1:41.4 1:38.8 +7.2
17 36 Jo Siffert LotusBRM No time 1:39.0 1:39.7 +7.4
18 42 Jim Hall LotusBRM No time No time 1:39.0 +7.4
19 32 Carel Godin de Beaufort Porsche No time 1:40.2 1:39.3 +7.7

 

Race

 

Pos No Driver Constructor Laps Time/Retired Grid Points
1 6 Jim Clark LotusClimax 80 2:08:13.7 1 9
2 18 Dan Gurney BrabhamClimax 79 + 1 lap 14 6
3 2 John Surtees Ferrari 79 + 1 lap 5 4
4 30 Innes Ireland BRPBRM 79 + 1 lap 7 3
5 14 Richie Ginther BRM 79 + 1 lap 6 2
6 4 Ludovico Scarfiotti Ferrari 78 + 2 laps 11 1

 

Drivers’ Championship Standings

 

Pos Driver Points
1 1 Jim Clark 18
2 2 Richie Ginther 11
2 3 Bruce McLaren 10
1 4 Dan Gurney 10
2 5 Graham Hill 9

 

 

Phil Hill in an ATS 100 leads Jo Bonnier in a Cooper T60 Climax, Trevor Taylor in a Lotus 25 Climax, Chris Amon in a Lola Mk4A Climax and Innes Ireland driving a BRP 1-BRM.

 

Clark and Hill at the 1963 Dutch GP

Race 4 – French GP

 

The 1963 French Grand Prix was a Formula One motor race held at Reims on 30 June 1963. It was race 4 of 10 in both the 1963 World Championship of Drivers and the 1963 International Cup for Formula One Manufacturers. The race was won by Jim Clark driving a Lotus 25Climax 1.5 litre V8

Qualifying

Pos No Driver Constructor Qualifying times Gap
Q1 Q2 Q3
1 18 Jim Clark LotusClimax 2:21.0 No time 2:20.2
2 2 Graham Hill BRM 3:13.4 2:36.4 2:20.9 +0.7
3 8 Dan Gurney BrabhamClimax No time 3:02.4 2:21.7 +1.5
4 16 John Surtees Ferrari 2:24.4 2:33.8 2:21.9 +1.7
5 6 Jack Brabham BrabhamClimax No time 2:39.2 2:21.9 +1.7
6 10 Bruce McLaren CooperClimax 2:25.1 No time 2:22.5 +2.3
7 20 Trevor Taylor LotusClimax 2:23.7 No time 2:25.1 +3.5
8 12 Tony Maggs CooperClimax 2:24.5 No time 2:24.4 +4.2
9 32 Innes Ireland BRPBRM No time 2:41.8 2:25.1 +4.9
10 36 Jo Siffert LotusBRM 2:26.9 No time 2:25.2 +5.0
11 44 Jo Bonnier CooperClimax 2:26.5 2:40.5 2:25.7 +5.5
12 4 Richie Ginther BRM 2:26.8 2:40.0 2:25.9 +5.7
13 14 Ludovico Scarfiotti Ferrari 2:27.0 2:41.6 No time +6.8
14 42 Phil Hill LotusBRM No time No time 2:27.7 +7.5
15 28 Maurice Trintignant LotusClimax No time 2:49.5 2:28.3 +8.1
16 22 Peter Arundell LotusClimax 2:28.5 +8.3
17 30 Chris Amon LolaClimax No time 2:53.1 2:30.5 +10.3
18 34 Jim Hall LotusBRM No time 3:25.2 2:30.9 +10.7
19 48 Masten Gregory LotusBRM No time No time 2:33.2 +13.0
20 38 Tony Settember SciroccoBRM No time 2:54.5 2:36.7 +16.5
21 46 Lorenzo Bandini BRM No time No time 2:37.8 +17.6
Race report

Jim Clark took the lead at the start from Richie Ginther in the BRM. All Graham Hill‘s hard work in qualifying second despite mechanical problems in practice came to nothing when his engine died on the grid and his car had to be push started. The subsequent one-minute penalty dropped him well back. Clark led dominantly, his lead being extended when a stone pierced Ginther’s radiator, forcing him into the pits. Jack Brabham took second place after a strong fight with Trevor Taylor, who also suffered mechanical problems.

Brabham then began to gain significantly on Clark as the Scot’s Climax engine started to splutter, however this proved to be a sporadic fault and he had enough of a lead to maintain the position. Brabham himself was delayed when an ignition lead came loose, handing second and third to Tony Maggs and a delighted Hill. Clark was over a minute ahead of them after yet another start-to-finish victory. Graham Hill was push started, incurring a one-minute penalty from the organisers, and was awarded no championship points for his third place. By finishing 7th, at 19 years and 345 days old, Chris Amon became the youngest driver to finish a world championship race.

 

Pos No Driver Constructor Laps Time/Retired Grid Points
1 18 Jim Clark LotusClimax 53 2:10:54.3 1 9
2 12 Tony Maggs CooperClimax 53 + 1:04.9 8 6
3 2 Graham Hill BRM 53 + 1:13.9 2
4 6 Jack Brabham BrabhamClimax 53 + 2:15.2 5 3
5 8 Dan Gurney BrabhamClimax 53 + 2:33.4 3 2
6 36 Jo Siffert LotusBRM 52 + 1 lap

 

Drivers’ Championship Standings

 

Pos Driver Points    
1 Jim Clark 27
2 2 Dan Gurney 12
1 3 Richie Ginther 11
1 4 Bruce McLaren 10
5 Graham Hill 9

 

1963 French GP

Race 5 – British GP

 

The 1963 British Grand Prix was a Formula One motor race held at the Silverstone Circuit in Northamptonshire, England on 20 July 1963. It was race 5 of 10 in both the 1963 World Championship of Drivers and the 1963 International Cup for Formula One Manufacturers. It was also the eighteenth British Grand Prix, and the first to be held at Silverstone since 1960. The race was won by Scotsman Jim Clark for the second year in succession driving a Lotus 25.

Qualifying

Pos No Driver Constructor Qualifying times Gap
Q1 Q2 Q3
1 4 Jim Clark LotusClimax 1:39.6 1:34.4 1:34.6
2 9 Dan Gurney BrabhamClimax 1:42.0 1:35.8 1:34.6 +0.2
3 1 Graham Hill BRM 1:36.0 1:35.4 1:34.8 +0.4
4 8 Jack Brabham BrabhamClimax 1:36.0 1:39.0 1:35.0 +0.6
5 10 John Surtees Ferrari 1:37.4 1:35.8 1:35.2 +0.8
6 6 Bruce McLaren CooperClimax 1:38.8 1:35.6 1:35.4 +1.0
7 7 Tony Maggs CooperClimax 1:41.2 1:38.0 1:36.0 +1.6
8 3 Lorenzo Bandini BRM No time 1:38.0 1:36.0 +1.6
9 2 Richie Ginther BRM 1:39.6 1:36.8 1:36.0 +1.6
10 5 Trevor Taylor LotusClimax 1:39.8 1:36.8 1:37.0 +2.4
11 11 Innes Ireland BRPBRM 1:45.4 1:38.0 1:36.8 +2.4
12 14 Jo Bonnier CooperClimax 1:38.0 1:37.6 1:36.8 +2.4
13 12 Jim Hall LotusBRM 1:38.0 1:37.0 No time +2.6
14 19 Chris Amon LolaClimax 1:44.6 1:38.4 1:37.2 +2.8
15 25 Jo Siffert LotusBRM 1:45.2 1:39.4 1:38.4 +4.0
16 22 Bob Anderson LolaClimax 1:43.2 1:39.0 1:39.4 +4.6
17 20 Mike Hailwood LotusClimax 1:42.0 1:41.0 1:39.8 +5.4
18 15 Tony Settember SciroccoBRM No time 1:45.0 1:40.8 +6.4
19 26 Ian Raby GilbyBRM No time No time 1:42.4 +8.0
20 16 Ian Burgess SciroccoBRM No time 1:49.4 1:42.6 +8.2
21 23 Carel Godin de Beaufort Porsche 1:45.6 1:44.0 1:43.4 +9.0
22 21 Masten Gregory LotusBRM No time 1:44.2 1:47.4 +9.8
23 24 John Campbell-Jones LolaClimax No time No time 1:48.8 +14.4

Race

Pos No Driver Constructor Laps Time/Retired Grid Points
1 4 Jim Clark LotusClimax 82 2:14:09.6 1 9
2 10 John Surtees Ferrari 82 + 25.8 5 6
3 1 Graham Hill BRM 82 + 37.6 3 4
4 2 Richie Ginther BRM 81 + 1 lap 9 3
5 3 Lorenzo Bandini BRM 81 + 1 lap 8 2
6 12 Jim Hall LotusBRM 80 + 2 laps 13 1

 

Drivers’ Championship Standings

 

Pos Driver Points
1 Jim Clark 36
1 2 Richie Ginther 14
2 3 Graham Hill 13
3 4 John Surtees 13
3 5 Dan Gurney 12

 

1963 British GP Start

 

Ferrari at the 1963 British GP

 

Race 6 – German GP

The 1963 German Grand Prix was a Formula One motor race held at Nürburgring on 4 August 1963. It was race 6 of 10 in both the 1963 World Championship of Drivers and the 1963 International Cup for Formula One Manufacturers. The 15-lap race was won by Ferrari driver John Surtees after he started from second position. Jim Clark finished second for the Lotus team and BRM driver Richie Ginther came in third.

Qualifying

1 3 Jim Clark LotusClimax 9:02.0 9:44.0 8:45.8
2 7 John Surtees Ferrari 8:53.7 9:46.6 8:53.4 +7.6
3 15 Lorenzo Bandini BRM 8:59.3 10:28.0 8:54.3 +8.5
4 1 Graham Hill BRM 9:11.8 10:13.8 8:57.2 +11.4
5 5 Bruce McLaren CooperClimax 10:01.5 10:09.9 8:57.3 +11.5
6 2 Richie Ginther BRM 9:02.8 9:55.0 Unknown +17.0
7 8 Willy Mairesse Ferrari 9:05.5 10:41.2 9:03.5 +17.7
8 9 Jack Brabham BrabhamClimax 9:04.2 11:17.8 Unknown +18.4
9 18 Jo Siffert LotusBRM 9:23.3 9:59.3 9:11.1 +25.3
10 6 Tony Maggs CooperClimax 9:45.0 10:04.4 9:11.6 +25.8
11 14 Innes Ireland LotusBRM 9:48.1 10:37.9 9:14.6 +28.8
12 16 Jo Bonnier CooperClimax 9:24.3 9:58.6 9:16.0 +30.2
13 10 Dan Gurney BrabhamClimax 9:38.2 10:41.4 9:17.2 +31.4
14 21 Chris Amon LolaClimax No time No time 9:20.1 +34.3
15 26 Gerhard Mitter Porsche 9:34.8 10:58.8 9:20.9 +35.1
16 20 Jim Hall LotusBRM 9:50.1 11:19.0 9:22.7 +36.9
17 17 Carel Godin de Beaufort Porsche 9:34.9 10:21.5 9:25.1 +39.3
18 4 Trevor Taylor LotusClimax 9:33.8 10:34.2 Unknown +48.0
19 24 Ian Burgess SciroccoBRM No time No time 9:52.2 +1:06.4
20 22 Mário de Araújo Cabral CooperClimax 14:20.3 No time 9:53.1 +1:07.3
21 28 Bernard Collomb LotusClimax 10:11.4 No time 10:01.0 +1:15.2
22 23 Tony Settember SciroccoBRM No time No time 10:02.0 +1:16.2
23 29 André Pilette LotusClimax 11:16.9 11:20.1 10:20.0 +1:34.2
24 25 Ian Raby GilbyBRM 10:44.7 11:37.1 Unknown +1:58.9
25 30 Tim Parnell LotusClimax 11:07.2 12:02.2 No time +2:21.4
26 27 Kurt Kuhnke LotusBorgward 14:48.1 12:53.1 11:23.5 +2:37.7

 

Clark led away from pole in his customary fashion. Behind him Lorenzo Bandini spun in front of Innes Ireland who collected him, Willy Mairesse had an accident, and Chris Amon sustained a knee injury when the steering broke, catapulting him into the trees. Graham Hill retired leaving Clark to battle away with John Surtees and Trevor Taylor before engine problems befell Taylor. When Clark’s engine went down to just 7 cylinders, Surtees was able to pass him easily to lead him home to take his first F1 victory. Richie Ginther completed the podium. Gerhard Mitter finished in a superb fourth place in his home race from Jim Hall and Jo Bonnier.

This race was notable for being the only time Jim Clark ever finished second in a World Championship race, as well the only race of the season won by a non-British team.

Race

Pos No Driver Constructor Laps Time/Retired Grid Points
1 7 John Surtees Ferrari 15 2:13:06.8 2 9
2 3 Jim Clark LotusClimax 15 + 1:17.5 1 6
3 2 Richie Ginther BRM 15 + 2:44.9 6 4
4 26 Gerhard Mitter Porsche 15 + 8:11.5 15 3
5 20 Jim Hall LotusBRM 14 + 1 lap 16 2
6 16 Jo Bonnier CooperClimax 14 + 1 lap 12 1

 

Drivers’ Championship Standings

 

Pos Driver Points
1 Jim Clark 42
2 2 John Surtees 22
1 3 Richie Ginther 18
1 4 Graham Hill 13
5 Dan Gurney 12

Surtees Winning Germany 1963

 

Race 8 – Italian GP

The 1963 Italian Grand Prix was a Formula One motor race held at Monza on 8 September 1963. It was the seventh of ten races in both the 1963 World Championship of Drivers and the 1963 International Cup for Formula One Manufacturers. At this race, Scottish driver Jim Clark clinched the World Championship crown with three races to go, the first time anyone had done so.

The organisers had planned to run on the full 10 km circuit but the very bumpy (and in some places ruined) nature of the banked concrete curves provoked much criticism and also caused accidents. Therefore, at the drivers’ request, for the next day it was decided to revert to the 5.75 km road layout.

This race was Scuderia Ferrari‘s 100th start in a World Championship event as a team.[1] Jim Clark became the first driver to win the World Drivers’ Championship with 3 races left to go. LotusClimax also won the Constructors’ Championship.

Qualifying

Pos No Driver Constructor Qualifying times Gap
Q1 Q2
1 4 John Surtees Ferrari 1:39.58 1:37.3
2 12 Graham Hill BRM 1:39.75 1:38.5 +1.2
3 8 Jim Clark LotusClimax 1:39.68 1:39.0 +1.7
4 10 Richie Ginther BRM 1:41.2 1:39.2 +1.9
5 24 Dan Gurney BrabhamClimax 1:44.2 1:39.2 +1.9
6 2 Lorenzo Bandini Ferrari 1:40.1 1:40.1 +2.8
7 22 Jack Brabham BrabhamClimax 3:25.4 1:40.4 +3.1
8 18 Bruce McLaren CooperClimax No time 1:40.5 +3.2
9 6 Mike Spence LotusClimax No time 1:40.9 +3.6
10 32 Innes Ireland BRPBRM No time 1:41.6 +4.3
11 58 Jo Bonnier CooperClimax No time 1:41.9 +4.6
12 42 Masten Gregory LotusBRM No time 1:42.1 +4.8
13 20 Tony Maggs CooperClimax No time 1:42.2 +4.9
14 16 Phil Hill ATS 1:48.5 1:42.7 +5.4
151 38 Chris Amon LolaClimax No time 1:42.9 +5.6
16 54 Jo Siffert LotusBRM 2:35.9 1:43.3 +6.0
17 30 Jim Hall LotusBRM No time 1:43.8 +6.5
18 40 Mike Hailwood LolaClimax 1:46.2 1:43.9 +6.6
19 48 Bob Anderson LolaClimax No time 1:44.2 +6.9
20 66 Maurice Trintignant BRM No time 1:44.4 +7.1
21 64 Mário de Araújo Cabral CooperClimax 1:55.0 1:44.8 +7.5
22 50 Ian Raby GilbyBRM No time 1:45.1 +7.8
23 34 Tony Settember SciroccoBRM No time 1:45.9 +8.6
24 28 Carel Godin de Beaufort Porsche No time 1:46.4 +9.1
251 14 Giancarlo Baghetti ATS 1:54.9 1:46.8 +9.5
26 62 Ernesto Brambilla CooperMaserati 2:00.1 1:50.3 +13.0
27 46 André Pilette LotusClimax 1:58.7 1:53.7 +16.4
28 44 Roberto Lippi de TomasoFerrari 2:03.9 2:03.9 +26.6

 

Race

Pos No Driver Constructor Laps Time/Retired Grid Points
1 8 Jim Clark LotusClimax 86 2:24:19.6 3 9
2 10 Richie Ginther BRM 86 + 1:35.0 4 6
3 18 Bruce McLaren CooperClimax 85 + 1 lap 8 4
4 32 Innes Ireland BRPBRM 84 Engine 10 3
5 22 Jack Brabham BrabhamClimax 84 + 2 laps 7 2
6 20 Tony Maggs CooperClimax 84 + 2 laps 13 1

Drivers’ Championship Standings

 

Pos Driver Points
1 Jim Clark 51
1 2 Richie Ginther 24
1 3 John Surtees 22
2 4 Bruce McLaren 14
1 5 Graham Hill 13

 

Clark Winning The 1963 Italian GP

 

 

Chapman and Clark at Monza

Race 9 – US GP


 

The 1963 United States Grand Prix was a Formula One motor race held on October 6, 1963, at the Watkins Glen Grand Prix Race Course in Watkins Glen, New York. It was race 8 of 10 in both the 1963 World Championship of Drivers and the 1963 International Cup for Formula One Manufacturers. The 110-lap race was won by BRM driver Graham Hill after he started from pole position. His teammate Richie Ginther finished second and Lotus driver Jim Clark came in third.

Qualifying

Pos No Driver Constructor Qualifying times Gap
Q1 Q2
1 1 Graham Hill BRM 1:13.4 1:14.0
2 8 Jim Clark LotusClimax 1:13.5 1:13.9 +0.1
3 23 John Surtees Ferrari (1:13.6) 1:13.7 +0.3
4 2 Richie Ginther BRM 1:14.0 1:14.2 +0.6
5 5 Jack Brabham BrabhamClimax 1:14.3 1:14.2 +0.8
6 6 Dan Gurney BrabhamClimax 1:15.5 1:14.5 +1.1
7 9 Trevor Taylor LotusClimax 1:15.6 1:16.1 +2.2
8 17 Masten Gregory LolaClimax 1:15.6 1:19.0 +2.2
9 24 Lorenzo Bandini Ferrari 1:15.8 1:16.3 +2.4
10 4 Tony Maggs CooperClimax 1:16.4 1:15.8 +2.4
11 3 Bruce McLaren CooperClimax 1:15.9 1:17.1 +2.5
12 11 Jo Bonnier CooperClimax 1:16.4 1:16.3 +2.9
13 10 Pedro Rodríguez LotusClimax 1:17.5 1:16.5 +3.1
14 14 Jo Siffert LotusBRM 1:18.4 1:16.5 +3.1
15 25 Phil Hill ATS 1:17.1 1:19.6 +3.7
16 16 Jim Hall LotusBRM 1:18.5 1:17.7 +4.3
17 18 Rodger Ward LotusBRM 1:19.2 No time +5.8
18 22 Hap Sharp LotusBRM 1:28.5 1:20.0 +6.6
19 12 Carel Godin de Beaufort Porsche 1:46.8 1:22.3 +8.9
20 26 Giancarlo Baghetti ATS 1:25.2 1:28.7 +11.8
21 21 Peter Broeker StebroFord 1:28.6 1:28.9 +15.2

By the time the teams – including Ferrari for the first time at Watkins Glen – came to America, Jim Clark had wrapped up the Driver’s Championship with five wins in seven races. At The Glen, however, the day belonged to Graham Hill and BRM, as Hill started from the pole and won by more than half a minute over American teammate Richie Ginther. Hill owed much of his success to Clark’s dead battery on the dummy grid (used for the first time in F1), and the failure of John Surtees‘s Ferrari engine while leading with 30 laps to go.

In the first hour of qualifying on Friday, Clark’s Lotus equalled his lap record of 1:15.0 from the previous year. Hill and Surtees were right on the Scot’s pace, as well, and all three were soon under 1:14. At one point, Hill’s BRM jumped out of gear on the back straight and left the track, skipping through the woods without hitting any trees, but at the end of the session, he was fastest at 1:13.4. Jack Brabham was glad just to be at the circuit, after he was unable to find a rental car or a taxi at the airport in Elmira, twenty miles (32 km) away, and ended up hitchhiking to the track with his baggage and racing gear!

On Saturday, Canadian Peter Broeker‘s Stebro (running a four-cylinder Ford with 110 horsepower (82 kW) compared to almost 200 for the Climax and BRM V8’s) dumped oil all around the circuit. The session was stopped for 30 minutes to clean up, but conditions were never again good enough for anyone to better their Friday times, so the top six were Graham Hill, Clark, Surtees, Ginther, and the Brabhams of Sir Jack and Dan Gurney. In addition to Ginther and Gurney, the grid contained five other Americans – Masten Gregory, Phil Hill, Jim Hall, Hap Sharp and Rodger Ward – the most ever in a Formula One field, as well as Mexican Pedro Rodríguez, who was making his Formula One debut.

Race

Pos No Driver Constructor Laps Time/Retired Grid Points
1 1 Graham Hill BRM 110 2:19:22.1 1 9
2 2 Richie Ginther BRM 110 + 34.3 4 6
3 8 Jim Clark LotusClimax 109 + 1 lap 2 4
4 5 Jack Brabham BrabhamClimax 108 + 2 laps 5 3
5 24 Lorenzo Bandini Ferrari 106 + 4 laps 9 2
6 12 Carel Godin de Beaufort Porsche 99 + 11 laps 19 1

Race day was bright and clear with a record crowd of nearly 60,000. A dummy grid was used for the first time in a Championship Grand Prix, and when the field moved forward to the starting grid, Clark’s Lotus remained still. At the flag, Hill led Ginther, Surtees, Gurney, Tony Maggs, Gregory and Brabham up the hill and through the Esses. The Lotus crew discovered that Clark’s battery was dead, and by the time they replaced it, Broeker’s Stebro, trailing the field, was already into his second lap.

Surtees made the first move, getting by Ginther to split the BRM’s, and then, on lap seven, taking the lead from Hill. Gurney followed him and took second briefly, before surrendering the spot back to Hill. By lap 15, Clark was up into 14th place with his engine still not sounding entirely right.

Hill began pushing Surtees on lap 30. He got by to take the lead after shadowing for two laps, gave it back, took it again two laps later, and finally surrendered it again, settling into the Ferrari’s slipstream. On lap 43, Gurney suddenly slowed and then retired from third place with fuel starvation and a chassis failure, moving Clark up to seventh.

After trailing Surtees closely for some time, Hill lost his tow when his anti-roll bar came loose and the BRM’s handling changed abruptly. Fighting severe understeer, he began throwing the car into turns to slide the rear end around, flinging stones off the curbs and losing ground to the leading Ferrari. On lap 82, with no threat to his lead, Surtees’s engine lost power, and he cruised into the pits to retire. “I was just hanging on to him,” Hill said afterward. “He’s a very tricky driver. He was gaining a half-second each lap on me until he went out. I think it was a good measure of the difference in our two cars.” Suddenly in the lead again, with only Ginther on the same lap, Hill backed off and set his sights on bringing the car home.

The Englishman drove under the flag 34 seconds ahead of teammate Ginther, repeating BRM’s season-opening sweep at Monaco. New World Champion Clark took the final podium spot when he overtook Brabham, whose engine had been misfiring for much of the race. It was Hill’s first American win, but one that he would repeat in 1964 and 1965.

Drivers’ Championship Standings

 

Pos Driver Points  
1 Jim Clark 51 (55)
2 Richie Ginther 28 (30)
2 3 Graham Hill 22
1 4 John Surtees 22
1 5 Bruce McLaren 14

Hill winning the 1963 US GP

The “Glen” at the 1963 US GP

 

Race 10 – Mexican GP


Autódromo Hermanos Rodríguez in 1963.

The 1963 Mexican Grand Prix was a Formula One motor race held at the Ciudad Deportiva Magdalena Mixhuca in Mexico City on 27 October 1963. It was race 9 of 10 in both the 1963 World Championship of Drivers and the 1963 International Cup for Formula One Manufacturers.

Jim Clark dominated the race from pole position, a time that was 1.7 seconds faster than anybody else. Mexico was considered one of his most successful venues. His fastest lap of the race eclipsed his pole time by 0.7 seconds, and he lapped the entire field except for second and third behind him.[1] He eventually scored a total of five pole positions, four fastest laps and three victories at the venue in his Formula One career. This was also his sixth win, his sixth fastest lap, and his sixth pole position of the nine races completed in 1963.

Qualifying

Pos No Driver Constructor Qualifying times Gap
Q1 Q2
1 8 Jim Clark LotusClimax 1:58.8 2:07.3
2 23 John Surtees Ferrari 2:00.5 2:05.4 +1.7
3 1 Graham Hill BRM 2:00.6 2:05.7 +1.8
4 6 Dan Gurney BrabhamClimax 2:01.6 2:07.6 +2.8
5 2 Richie Ginther BRM 2:01.8 2:14.4 +3.0
6 3 Bruce McLaren CooperClimax 2:02.3 2:08.7 +3.5
7 24 Lorenzo Bandini Ferrari 2:02.4 2:11.3 +3.6
8 11 Jo Bonnier CooperClimax 2:02.6 2:10.5 +3.8
9 14 Jo Siffert LotusBRM 2:03.3 2:29.4 +4.5
10 5 Jack Brabham BrabhamClimax 2:04.3 2:03.6 +4.8
11 13 Moisés Solana BRM 2:04.1 2:20.6 +5.3
12 9 Trevor Taylor LotusClimax 2:04.9 2:17.0 +6.1
13 4 Tony Maggs CooperClimax 2:05.2 2:09.3 +6.4
14 17 Masten Gregory LolaClimax 2:05.5 2:11.7 +6.7
15 16 Jim Hall LotusBRM 2:06.1 2:18.4 +7.3
16 22 Hap Sharp LotusBRM 2:07.7 2:23.2 +8.9
17 25 Phil Hill ATS No time 2:13.6 +14.8
18 12 Carel Godin de Beaufort Porsche 2:14.1 2:23.6 +15.3
19 18 Chris Amon LotusBRM 2:14.7 2:24.0 +15.9
20 10 Pedro Rodríguez LotusClimax 2:15.3 No time +16.5
21 26 Giancarlo Baghetti ATS 2:22.3 3:00.5 +23.5
22 20 Frank Dochnal CooperClimax No time No time

Race

Pos No Driver Constructor Laps Time/Retired Grid Points
1 8 Jim Clark LotusClimax 65 2:09:52.1 1 9
2 5 Jack Brabham BrabhamClimax 65 + 1:41.1 10 6
3 2 Richie Ginther BRM 65 + 1:54.7 5 4
4 1 Graham Hill BRM 64 + 1 lap 3 3
5 11 Jo Bonnier CooperClimax 62 + 3 laps 8 2
6 6 Dan Gurney BrabhamClimax 62 + 3 laps 4 1

 

Drivers’ Championship Standings

 

Pos Driver Points
1 Jim Clark 54 (64)
2 Richie Ginther 29 (34)
3 Graham Hill 25
4 John Surtees 22
5 Bruce McLaren 14

BRM at the 1863 Mexican GP

 

Mexico 1963

Jim Clark The 1963 F1 Champion

LE NON PAGELLE DI GEDDA 2025

Il circuito di Gedda, al di là delle (giuste?) perplessità che sorgono ogni volta che il circus approda nei paesi della penisola arabica, rappresenta un bel banco di prova per i piloti. La conformazione ad altissima velocità unita ai muretti che ne delimitano il tracciato lo identifica come uno dei circuiti più pericolosi da affrontare. Il che non dispiace ai piloti che possono dimostrare a loro stessi e agli appassionati che hanno lo stesso “pelo” che avevano i mitici piloti di Formula 1 delle epoche passate.

Inoltre, consente di vedere gare molto “vive” caratterizzate da SC che riallineano il gruppo e duelli spettacolari tra i piloti e anche l’edizione 2025 non è stata da meno di quelle precedenti.

Dopo l’opaca prova del Bahrain Verstappen torna a dire potentemente la sua con una pole position spettacolare ma è certamente la terza vittoria in stagione su cinque gare disputate di Oscar Piastri a dettare il banco, delineando una classifica del mondiale che comincia ad assumere una fisionomia ben definita.

Per quanto riguarda le vetture, le FP lasciavano pensare ad un dominio assoluto McLaren ma sia in qualifica che in gara la competizione è stata decisamente più serrata. La sensazione è che McLaren, oltre ad essere attualmente la miglior vettura in pista, riesca a trovare gli assetti ideali in molto meno tempo rispetto ai rivali.

Senz’altro indugio vediamo come si sono comportati i piloti.

 

PIASTRI voto 10

Che il buon Oscar, vista la vettura che guida, fosse un candidato al titolo lo si sapeva sin dall’inizio ma che la candidatura si affermasse così prepotentemente e così velocemente era assai meno scontato. La pole position gli sfugge per un nonnulla ma è più merito di Max che demerito suo. Il capolavoro, Oscar, lo fa in partenza: allo spegnimento dei semafori non solo scatta meglio di Max ma esibisce una cattiveria agonistica degna di… Max! portando l’olandese con decisione sul cordolo di curva 1 e costringendolo al taglio della chicane. La forza della sua manovra è da leggersi anche in senso psicologico: è sempre stato Max a “bullizzare”, per così dire, i suoi colleghi in circostanze analoghe mentre invece, oggi, è stato Oscar a far la parte del duro. La cosa è ancora più rilevante se pensiamo che il nostro eroe è pienamente impegnato nella lotta per il mondiale, con il suo principale rivale, Norris, che partiva dalla decima casella, e che quindi aveva tutto da perdere dallo scornarsi con Max. La testardaggine di Max (e del suo muretto) nel non restituirgli subito la posizione ha portato alla penalità e quindi ha messo in tranquillità (sempre relativa a Gedda) il buon Oscar per il resto della gara che controlla in modo eccezionale dall’inizio alla fine con la chicca del sorpasso su Hamilton dopo il pit da pelliccia artica sullo stomaco. Che si può fare se non applaudirlo a scena aperta?

VERSTAPPEN voto 7

In attesa dell’auspicabile recupero di Ferrari e di Leclerc, Max trova pane per i suoi denti in Piastri ed è costretto a qualcosa di inedito, per lui: cedere. Esatto, cedere!. La pur magnifica pole position e il pur eccellente secondo posto finale in gara non sono abbastanza per spingerci a dare il solito voto-monstre all’olandese perché il momento decisivo l’ha visto sì come protagonista ma nella veste di perdente. Max perdente sembra quasi un ossimoro, vero? Ebbene, il punto è che Max è scattato male al semaforo, che ha tentato una mossa delle sue, che ne è rimasto scornato e che poi non è stato lucido nel gestirne le conseguenze non restituendo immediatamente la posizione. In ciò va condivisa la responsabilità con il muretto che avrebbe dovuto spingerlo a fare immediatamente la mossa senza aspettare improbabili penalità per Piastri, tanto più che se qualcuno tra loro due aveva più probabilità di essere penalizzato questo era Max, come il prosieguo della gara ha dimostrato. Ridare immediatamente la posizione, nel primo giro, senza drs e con le gomme ancora fredde, magari il buon Max avrebbe potuto trovare un altro varco prima della SC causata dall’incidente tra Tsunoda e Gasly. Naturalmente queste sono speculazioni ma l’errore pare comunque piuttosto marchiano. In questo modo il resto della sua gara è pesantemente condizionato. A nulla vale il primo stint velocissimo con Piastri che non riesce a entrare in zona DRS ma non credo ci abbia provato più di tanto sapendo della penalità. Tra l’altro l’undercut di Piastri (giustissimo) smonta ogni ambizione di provare a metter qualche secondo in più. Dopo il pit, capendo di non averne abbastanza per raggiungere Piastri si limita ad amministrare. Nervosissimo a fine gara. Sarà per la prossima.

LECLERC voto 9

Come ha più volte dichiarato sembra che il buon Charles stia trovando la quadra di questa SF-25. Purtroppo ciò non è ancora sufficiente per prendersi le pole position che le sue capacità meriterebbero. A Gedda, nonostante un giro monstre, si ritrova a quasi quattro decimi dalla pole. Che la sua guida fosse inarrivabile lo dimostra il gap creato con Lewis, non esattamente uno incapace in qualifica, che arriva alla bellezza di 6 decimi: un distacco che non credo Lewis abbia mai subito in circostanze analoghe. La prima parte di gara del nostro non è eccezionale perché non riesce a stare al passo di Russell che, a sua volta, non regge il ritmo dei primi due. Non è chiaro quanto ciò sia stato dovuto a difficoltà di prestazione o a gestione di gomme: la strategia che poi si è vista mettere in atto era di fare un overcut assai ampio. Devo dire che la mossa è stata pensata molto bene. Quando i primi pittano, intorno al ventesimo giro, CLC si mette in aria pulita ad un ritmo notevole per non perdere troppo tempo. Pittando al trentesimo giro, esce a 3.6 secondi da Russell. A questo punto, vista la Mercedes degli ultimi tempi, sembrerebbe che il podio sia assai difficile da agguantare ed invece il nostro gira molto più rapido e a suon di giri veloci lo riprende e lo supera alla prima occasione utile. Ottima strategia ma senza un CLC in forma stratosferica non avrebbe avuto successo. La performance di Charles è stellare perché sa benissimo di non potersi accontentare del sorpasso su Giorgino ma deve continuare a tirare per evitare il rientro di Norris. La cosa gli riesce e nonostante il ritmo mostruoso messo in pista da Norris l’aggancio non riesce. Podio conquistato con sagacia tattica e con una guida perfetta. Eccellente!

NORRIS voto 5 ½

Appena sufficiente il buon Lando che in gara rimedia al pasticcio commesso in qualifica e dimostra che probabilmente il più veloce, a Gedda, era lui. Già. Ma sappiamo, caro Lando, che non è la velocità che ci devi dimostrare: lo sappiamo che sei capace di girare tanto quanto Max e Charles (e pure giorgino) e che sei pure più veloce, ceteris paribus, di Oscar. Ma ti rivelo un segreto: per vincere le gare bisogna attraversare il traguardo prima degli altri. Il disastro in qualifica segna il suo week end perché la sensazione è che ne avesse per riuscire a prendersi la pole. In gara parte bene, approfitta dello scontro tra Tsunoda e Gasly, fa molti bei sorpassi nonostante la differenza di gomme e nella seconda parte di gara è abbondantemente il più veloce in pista e se non fosse stato per il sontuoso Leclerc d’arabia avrebbe preso il podio con una certa comodità. Ad abbassare ulteriormente il suo voto c’è anche la doppia ingenuità commessa contro Hamilton. Tra il 13° e il 15° giro, infatti, si ritrova negli scarichi dell’eptacampeao, in grossa difficoltà di ritmo e apparentemente non in grado di resistergli. Non appena lo raggiunge lo supera di slancio nell’allungo prima dell’ultima curva. Peccato per Lando che il vegliardo campione di Stevenage non sia esattamente un rookie e si fa sorprendere dal contrattacco di Lewis sul rettilineo. Diciamo che questo primo errore ci può anche stare. Al giro successivo però succede l’impensabile. Alla fine dello stesso allungo del giro precedente Hamilton si fa superare apposta da Lando, probabilmente con brake test malandrino. Lando casca nel trucco come il classico pollo e si fa nuovamente risuperare nel rettilineo d’arrivo. Solo dopo aver capito l’antifona si dispone meglio ed evita il trucco che Hamilton stava nuovamente provando. Un veloce calcolo fa vedere come la lezione di Hamilton gli sia costata circa 3 secondi che, guardacaso, gli sarebbero abbondantemente serviti per provare a giocarsela contro Leclerc nel finale di gara. Ed è proprio questo il punto che rendere insufficiente il suo voto nonostante la posizione finale paia un buon rimedio alla disastrosa qualifica. Verrebbe da dire: rimandato a settembre!

NORRIS – ANTONELLI voto 7 ad entrambi.

La Mercedes, a Gedda, si dimostra più mangiagomme di quanto non ci si aspettasse e deve remare in gara per non perdere le buone posizioni che si sono conquistati in qualifica. Niente altro da aggiungere se non che il processo di maturazione del nostro compatriota continua: a quanto pare non stava affatto bene (in quei posti basta una fanta col ghiaccio eh…) ma ha saputo comunque portare a casa un ottimo risultato.

HAMILTON voto 5 ½

Il calvario di Lewis continua a peggiorare. La distanza da CLC cresce e non poco. Si può anche soprassedere sul distacco subito in qualifica: un errore, una curva presa leggermente male, una virgola lasciata qui e un’altra là possono anche starci. Ma il ritmo in gara è stato indecente se confrontato con quello di Leclerc. Mezzo voto in più per aver portato a scuola Norris nell’episodio di cui ho accennato poc’anzi. Ma non c’è molto di cui gioire.

SAINZ voto 9

Oh, finalmente! Si rivede il Carlos dei bei tempi che sa dire la sua in qualifica e soprattutto in gara. La strepitosa qualifica aiuta tanto il nostro a studiare una gara che potesse dargli delle belle soddisfazioni. A onor del vero la prima parte di gara non è eccezionale ma è nella seconda che il buon Carlos fa vedere di che pasta è fatto. Oltre ad un buon ritmo, infatti, il nostro riesce nell’impresa straordinaria che ha già fatto vedere a Singapore due anni fa. Ritrovatosi ottavo e con Albon alle spalle sembra che la gara sia in ghiacciaia. Tuttavia, dietro c’è il ritorno di Hadjar che con gomme molto più fresche gira un secondo più veloce delle Williams. Ebbene cosa si inventa Carlos? La mossa che a questo punto dovremmo chiamare “sainzata” di giocare con ritmo e drs su albon per impedire al terzo incomodo di passare. Il buon Carlos corre in questo modo per un numero notevole di giri e sappiamo quanto sia difficile avere il controllo di una situazione così difficile. Tuttavia non sbaglia nulla e consente al team di portare a casa punti importantissimi. Chapeau!

ALBON voto 6

Non fosse stato per Sainz i punti li vedeva con il binocolo.

HADJAR voto 8 ½

Bravissimo Isack! Dopo una qualifica non brillantissima decide di adottare una strategia coraggiosa che richiedeva grande abilità eprché avesse successo: tenere ritmo per e gomme per il 70% della gara e provare a trarre il massimo dagli ultimi giri con gomme più morbide degli altri e notevolmente più fresche. Il suo l’ha fatto non tanto nel finale, in cui è costretto dalla magia di Sainz a rimanere nella decima posizione quanto nella prima parte, condotta in modo splendido a dispetto della difficoltà a guidare nel traffico, prima, e con gomme usurate, poi. Quando pitta esce in decima posizione ed è questo ciò che conta. Da notare che Stroll aveva fatto la stessa strategia ma è arrivato lontanissimo e doppiato. Bravo!

NOTE DI MERITO

Alonso, con la macchina che si ritrova, ha fatto una gara veramente notevole.

NOTE DI DEMERITO

Lawson non stava andando neanche male ma continua a commettere errori poco comprensibili: stavolta non gioca all’autoscontro come in Bahrain ma taglia le chicane a caso sperando che nessuno se ne accorga. Mah!

Doohan torna nel dimenticatoio.

Gasly era stato eccezionale in qualifica ma butta tutto con una manovra troppo ottimistica su Tsunoda subito dopo la partenza. Vista la buona performance mostrata da Alpine, con in più la velocità sul dritto che a Gedda avrebbe dovuto dargli qualche buona chance, sarebbe stato molto più saggio tenersi la posizione e provare a portare a casa dei punti che erano certamente alla sua portata.

Continuo, inoltre, a vedere Bortoleto molto, troppo, anonimo.

Ci vediamo a Miami!

F2 ARABIA SAUDITA 2025 – VERSCHOOR PIÙ VELOCE DELLA LEGGE

Il weekend di Jeddah ha regalato spettacolo agli appassionati di F2 e ha permesso di delineare l’insieme dei piloti che lotteranno per il titolo quest’anno. Oltre ai consueti colpi di scena, abbiamo anche due nuovi record (uno un po’ ufficioso).

NB: per ragioni di facilità di lettura, data la somiglianza dei cognomi di Victor Martins (ART) e Jose Martì (Campos), indicherò il primo come Martins mentre per il secondo apporrò il suo nomignolo “Pepe” nelle situazioni in cui si potrebbe fare confusione.

Le qualifiche del Venerdì si sono concluse con un colpo di coda di Jak Crawford (DAMS), che mette insieme il giro perfetto proprio all’ultimo momento utile della sessione, beffando di 22 millesimi Victor Martins (ART) che invece aveva comandato dall’inizio. Leonardo Fornaroli (Invicta) conferma la sua grande crescita piazzandosi a soli 92 millesimi dalla vetta. Ottimo anche il quarto posto per Luke Browning (Hitech), seguito da Arvid Lindblad (Campos) e Alexander Dunne (Rodin). Gabriele Minì (Prema), dopo essere stato anche in testa a un certo punto, ha chiuso ottavo.

La Gara Sprint, come da regolamento, vede i primi 10 piloti in posizioni invertite rispetto a quelle delle qualifiche. Roman Stanek (Invicta), decimo nelle qualifiche, partirebbe davanti a tutti ma una penalità per impeding gli causa invece lo arretra in quarta posizione.

Parte quindi in pole Richard Verschoor (MP) con Minì al suo fianco, ma l’italiano pattina e Pepe Martì può rubargli la posizione. Come in Bahrain, un incidente evoca la Safety Car dopo poche decine secondi di bandiera verde (stavolta Shields nelle retrovie va a sbattere ancor prima di arrivare in curva 1); alla ripartenza Martì passa Verschoor ma l’olandese regola il pilota della Campos il giro dopo e si riporta in testa.

Pepe Marti #3 Campos Racing, during round 3 of the FIA Formula 2 Championship at Jeddah Corniche Circuit in Saudi Arabia on April 18-20, 2025. // Dutch Photo Agency / Red Bull Content Pool // SI202504190313 // Usage for editorial use only //

La manovra sul momento era sembrata dura ma regolare, tuttavia più avanti nella gara i giudici gli daranno 5s di penalità per aver forzato Martì fuori pista. Lo spagnolo stesso in seguito giudicherà la decisione come eccessiva. Minì nel frattempo viene passato da Lindblad per la terza posizione.

La gara contina e Pepe Martì finisce largo in curva 10. Riesce in qualche modo a sopravvivere ma rientra in pista alle spalle di Lindblad. I primi tre proseguono a elastico per il resto della gara, con Verschoor che allunga per poi stabilizzare il distacco sui quattro secondi.

Crawford ha un passo pari a quello dei piloti di testa e si porta rapidamente alle spalle di Minì, in difficoltà finora. L’americano tenta l’attacco in curva 1 ma va al bloccaggio, complice lo sporco all’interno, e finisce addosso all’italiano, girandosi e quindi ritirandosi. La Safety Car entra di nuovo in pista ma la ripartenza non porta stravolgimenti nelle posizioni di testa.

Verschoor prova a riallungare sugli inseguitori ma con 4 giri a disposizione non riesce ad andare oltre i due secondi. Lindblad quindi eredita la prima posizione e con 17 anni e 8 mesi diventa il pilota più giovane di sempre a vincere una gara in Formula 2, migliorando il record di Theo Pourchaire, stabilito a Montecarlo nel 2021. Lo avevo detto la scorsa gara, che è la “next big thing”.

Verschoor al contrario non riesce nemmeno a salire sul podio. Non conosco la statistica esatta ma ormai dovrebbe aver fatto il record per il numero di vittorie perse a causa di squalifiche o penalità, almeno per la Formula 2. Pepe Marti conquista la piazza d’onore mentre Dunne ritorna subito sul podio, dopo la vittoria in Bahrain, merito anche di un doppio sorpasso ai danni di Stanek e Minì. Il palermitano nella seconda metà di gara ha lottato a lungo con Fornaroli per la sesta posizione ma alla fine ha mantenuto la posizione.

La partenza di gara 2 è lineare e per la prima volta nelle ultime due settimane non è interrotta da nessuna safety car. Crawford mantiene la prima posizione davanti a Martins e Fornaroli, mentre Lindblad va largo nel tentativo di superare Browning e cede la quinta posizione a Dunne, seppur restando davanti al suo compagno di red bull academy Pepe Martì. Almeno finché questi non lo passa sul rettilineo dei box a inizio del secondo giro. Nei primi giri subisce anche la pressione di Minì, ottavo, almeno finché le gomme non molleranno l’italiano, che infatti sarà tra i primi a cambiarle.

In difficoltà è anche l’altro nostro connazionale, Leonardo Fornaroli, che al quinto giro sbaglia l’uscita di curva 22 e permette a Dunne e Browning di passarlo al tornante. Anche lui andrà ai box non appena possibile (ricordo che, da regolamento, il pit stop obbligatorio della gara lunga è valido solo se effettuato dopo tot giri, in questo caso sei). I piloti di testa li imitano nei giri immediatamente successivi.

Martins prova un overcut di due giri nei confronti di Crawford e riesce a uscirgli davanti; una VSC, chiamata per rimuovere dei detriti, gli fa anche guadagnare tempo prezioso per scaldae le gomme, ma non è sufficiente per impedire a Crawford di riprendersi la posizione non appena si torna sotto bandiera verde.

 

L’attrazione principale dopo le soste è il trenino di Pepe Martì, Dunne, Browning e Minì, in lotta per la quarta posizione virtuale.

Dato che in Arabia Saudita:

  1. non puoi superare al di fuori di curva 1 e curva 27
  2. se passi alla 27, il DRS permette all’altro pilota di riprendersi la posizione sul rettilineo dei box
  3. se il tuo avversario è davanti a te in curva 1, non ci puoi fare molto visto che non si può affrontarla in due senza che uno finisca fuori pista per evitare il contatto
  4. adoro il circuito di Jeddah

le posizioni restano in questo equilibrio instabile per buona parte del secondo stint, con battaglie anche divertenti ma che non risolvono i conflitti. Alla fine l’unico cambiamento di posizione sarà per Dunne, merito di una penalità di 5s per aver forzato Browning fuori pista. Minì dopo metà gara si allontana e finirà preda di Linblad.

Questo duello però fa un po’ perdere di vista quello che succede in testa.

Verschoor è il primo dei piloti su strategia alternativa e nella prima parte di gara aveva ricevuto ben poche attenzioni da parte delle telecamere. Dopo che i piloti su soft si sono fermati invece si scatena e, nonostante la gomma usata, a ogni giro fa registrare il record personale, tanto da guadagnare su Crawford anche a parità di aria pulita.

L’esito di questo stint magistrale è che dopo il pitstop obbligatorio a quattro giri dalla fine Verschoor è a 3.5 secondi da Crawford, che aveva dominato fino a quel momento. Il tempo di scaldare le gomme e gli è addosso, cosicché all’ultimo giro Verschoor può compiere indisturbato il sorpasso che gli vale la prima posizione in pista e la vittoria al traguardo. Stavolta nessun giudice gliela può togliere. Crawford può forse recriminare il duello con Martins, che gli ha fatto perdere quel secondo che alla fine ha permesso a Martins di attaccare all’ultimo momento utile.

Come sette giorni prima in Bahrain, Martins deve difendere l’ultimo gradino del podio dal rientro di Fornaroli ma stavolta l’impresa riesce. Minì resiste al rientro dei piloti su strategia alternativa, che nessuno oltre a Verschoor è riuscito a far funzionare a dovere, e conclude nono.

Questo campionato deve ancora mostrare le sue carte, perché al momento non sono ancora emersi con chiarezza i contendenti per il titolo. In questo contesto Verschoor può essere uno dei favoriti: ha un’esperienza rara per l’attuale F2 (è nel campionato dal 2021), una buona velocità, e corre per il team campione del mondo. Con la vittoria nella gara lunga Verschoor va anche in testa al campionato (e senza il “furto” di gara-1 avrebbe avuto anche un margine maggiore).

Il campionato finora è stato incoraggiante anche per un altro “vecchietto” della F2, Victor Martins (corre dal 2023, per gli standard della serie è a fine carriera). Negli anni passati era sempre partito con i favori del pronostico ma si smarrì strada facendo, quest’anno sembra invece aver ritrovato la consistenza che gli era mancata. Per esempio, è sempre partito secondo in tutte e tre le gare. Browning, Crawford, Pepe Martì ancora non mi convincono del tutto.

 

Parlando invece dei rookie, quello che sta dando più soddisfazioni è Leonardo Fornaroli, forte di una stagione soddisfacente in ogni sessione. L’unico difetto emerso finora è nella gestione delle gomme negli stint lunghi, ma di solito si migliora col tempo.

Alex Dunne è forse più veloce, ma ha una condotta di gara troppo irruenta. Arvid Lindblad è promettente ma è ancora molto giovane e non sono sicuro del ruolo che potrà svolgere in questo campionato. Ma credo che continueremo a sentirne parlare. Minì e la Prema purtroppo non sembrano giocare una parte attiva. Il palermitano ha anche corso bene, ma è stato sulla difensiva per tutti i chilometri della gara sprint e della gara lunga.

Nessuno ha ancora fatto notare al media staff della Formula 2 che Fornaroli è italiano e non irlandese…

La Formula 2 si rivede tra circa un mese a Imola

Lorenzo Giammarini, a.k.a. LG Montoya

[Tutte le immagini dell’articolo sono tratte dal sito ufficiale fiaformula2.com o dagli account social della Formula 2, salvo dove diversamente indicato]