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BASTIAN CONTRARIO: IL SECONDO PILOTA E’ IL SECONDO VINCENTE

Il padre fondatore della beneamata Scuderia amava sempre dire che “il secondo è il primo dei perdenti”. Il grande vecchio, senza usare alcun tipo di perifrasi, diceva le cose così come stavano: per quanto ci si sforzi in sofismi, del tipo “l’importante è partecipare”, Enzo Ferrari sapeva benissimo che contava solo una cosa per essere ricordati… vincere! Eppure i grandi campioni, attuali e del recente passato, senza i loro secondi non potrebbero raccogliere la gloria che hanno avuto e che hanno. Siamo sicuri che il secondo pilota designato sia il primo dei perdenti? Se la guardassimo da un’altra prospettiva in base a quello che fanno, forse potremmo anche arrivare a considerare i secondi piloti come i secondi vincenti.
Tra domenica e lunedì una ridda di commenti si sono levati nei riguardi delle seconde guide della Red Bull e, soprattutto, della Mercedes. Sono stati fatti anche scomodi paragoni con il passato, mettendo in campo Barrichello per giustificare l’una o l’altra azione da parte delle squadre che si stanno contendendo il titolo. Sia Red Bull che Mercedes hanno un bisogno disperato delle loro seconde guide, perché in un mondiale così serrato che (finalmente!) non vedevamo da tempo, ogni dettaglio fa la differenza…sebbene in passato io abbia già scritto che non saranno tanto le vittorie a determinare l’esito quanto gli errori commessi. In questo ambito rientrano a buon diritto appunto anche le seconde guide. Domenica scorsa abbiamo avuto l’esempio eclatante di quello che possono o non possono fare.
Si prenda ad esempio Perez, innanzitutto: miracolato a fine 2020 dopo che la Racing Point (Aston Martin a partire da quest’anno) gli ha dato il ben servito nonostante l’ottima stagione svolta, si ritrova alla corte dell’entourage di Verstappen. In RB da quando c’è l’olandese funziona così, ormai è chiaro, e di come il compagno di Max finisce ne abbiamo diversi esempi. Ricciardo se n’è scappato perché aveva capito che non gli avrebbero mai dato spazio, Gasly per poco non gli facevano partire il cervello (si guardi cosa sta facendo in Toro Rosso ora), mentre Albon è stato letteralmente annichilito; anche per ovvi limiti dello stesso pilota. Ora tocca al messicano ingollare l’asperrima pugna, come si suol dire, e questa si sta dimostrando più indigesta di quanto previsto. Dopo la vittoria a Baku, Red Bull credeva di avere “l’anti Bottas” al fine di poter marginalmente arginare la furia di Hamilton nell’inseguimento mondiale. Tanto che è persino arrivato il rinnovo. Perez, purtroppo, sta alternando gare modeste a prestazioni imbarazzanti e, soprattutto, cosa che è peggio, non sta aiutando il suo compagno. Questo è il prezzo da pagare quando si punta esclusivamente su un unico pilota. Verstappen è indiscutibilmente un talento e merita di vincere almeno un mondiale, eppure la condotta Red Bull, non solo ha già dimostrato in passato di bruciare ottime seconde guide (Ricciardo lo escludo da questa definizione); ora addirittura si ritrova nel momento clou della stagione praticamente con un solo pilota; di fatto riducendo Perez come il primo dei perdenti. Verstappen deve sapere che non può permettersi errori, che non può che contare solo sulle sue forze e su quelle del suo team, perché il suo compagno, salvo miracoli domenicali, non porterà mai quel contributo che da lui ci si attende. Certo, questo è il primo anno per il messicano della Red Bull, eppure le occasioni della vita a volte vanno colte anche al volo.
Chi ha saputo cogliere l’occasione, invece, è stato Bottas che, con il suo rendimento e continuo contributo alla causa teutonica, si è guadagnato la fiducia di AMG per cinque lunghi anni. Proprio in questi giorni è stato reso noto che il finlandese lascerà la stella a tre punta per Alfa Romeo. Nel frattempo il buon Valtteri continuerà a fare il suo dovere non senza qualche polemica. Mi riferisco al fatto che il compagno di Hamilton è reo di aver conquistato il giro veloce alla fine del GP (con gomme nuove rispetto a tutti gli altri e con la macchina che ha a disposizione, anche andando piano lo avrebbe ottenuto!) mettendo quindi in condizione l’inglese di “prendersi un rischio” per riconquistare quel singolo punto, che nella somma totale alla fine potrebbe fare la differenza. Bottas è sempre stato difeso dai tifosi di Lewis, fino a quando faceva il suo dovere (e dall’altra parte della barricata deriso) e criticato, se necessario, se “tirava la testa fuori dal sacco”. Strane persone i tifosi dell’epta campione del mondo: rispetto agli isterismi di massa, che appartengono agli oltranzisti che tengono per Seb, questi trasudano aplomb e savoir faire a seconda di come ne conviene la virtù… degli interessi dell’inglese si capisce! Domenica scorsa abbiamo visto cosa significa avere, per una squadra che si sta giocando il titolo, specialmente un secondo pilota affidabile e fidato. AMG che, messa sotto pressione dal ritmo infernale di Verstappen, sbaglia in maniera eclatante e, per sopperire alle sue mancanze strategiche, si inventa ogni tipo di alchimia gestionale di pista, utilizzando Bottas come fosse una provetta per i propri esperimenti. A nulla sono valse le cervellotiche strategie del muretto teutonico, a nulla è valso lo sforzo di Valtteri a battersi per la causa. Eppure è proprio questo che fa di Bottas, come secondo, il secondo dei vincenti. Considerando la sua tenuta e condotta, indipendentemente dal vero vincitore del GP, finché servirà questa AMG, rispetto al suo collega messicano, sarà sempre il secondo vincente.
Ho trovato davvero incredibili e, soprattutto, ingiuste le critiche mosse nei suoi riguardi. Con l’annuncio di George Russell come futuro compagno di Hamilton che prende il posto del “cavalier servente” finlandese, a mio giudizio la pacchia è finita sia per il campione del mondo che per i suoi tifosi. Tutti rimpiangeranno il buon Bottas, comprese e soprattutto le sue intemperanze (leggi giro veloce non autorizzato), perché di fatto saranno nulla rispetto a quello che il giovane inglese della Williams dovrà necessariamente fare. Già si parla di coppia migliore del mondiale 2022. Queste parole le ho lette anche all’indomani dell’annuncio di Perez in Red Bull: il mondo (social soprattutto), era già sicuro di avere “tra le mani” una coppia dei sogni che avrebbe fatto incetta di punti e di gare, dimenticando il team McLaren e soprattutto quello Ferrari, ove il sottoscritto già in tempi non sospetti disse di aspettare la Spagna per giudicare e capire realmente quale squadra avesse veramente la coppia migliore (ho sempre creduto nella scelta di Binotto ed il tempo gli ha dato ragione).
La vera coppia migliore non è quella costituita da due piloti super talentuosi (poi ci sono le eccezioni tipo Senna Prost… e questa è un’altra storia!), bensì da quella che fa lavorare tutta la squadra ed allo stato attuale, tra i top team, AMG batte Red Bull di misura su questo terreno e chissà che non sia proprio questo elemento a decretare l’esito finale della sfida. Indipendentemente da ciò, Bottas come compagno ha indubbiamente lasciato il segno e checché se ne voglia dire, negli ultimi anni come “secondo” è il pilota che tutti vorrebbero o comunque su cui si può fare affidamento ed è per questo che rispetto a Perez, il finlandese è di buon diritto il secondo vincente.

Vito Quaranta

SCHUMACHER VS HAMILTON AL NETTO DEI LORO DOMINI

Che Hamilton raggiungesse Schumacher era ormai scontato e quel giorno, inesorabilmente, è arrivato.

Novantuno vittorie a testa, 182 insieme, che fanno il 18% dei Gran Premi di Formula 1 che la storia ha regalato ai posteri: un dato impressionante.

Sui socials spopola la disputa tra tifosi oltranzisti dell’una e dell’altra sponda, con furibonde discussioni su quanto sia stato determinante per l’uno o per l’altro il periodo al volante della loro monoposto dominante.

Traendo spunto da un commento del nostro Pier Alberto, mi è balenata l’idea di ragionare al contrario, ovvero fare un’analisi dei risultati dei due big AL NETTO dei periodi in cui hanno dominato. Sono stati quindi esclusi tutti gli anni da cui sono partiti i loro regni, dal 2000 per Il Kaiser e dal 2014 per Hamster.

Per fortuna l’andamento delle carriere dei nostri due ha permesso di spogliare le stesse in maniera equa per entrambi gli attori, regalandoci due quadri con contesti molto simili anche in termini temporali.

Ne è venuta fuori la tabella di cui sotto sulla quale trovate dei numeri che danno un’idea di quanto accaduto in quegli anni.

 

Curiosamente, prima dei loro “imperi”, entrambi avevano corso lo stesso numero di gare, 130 Schumacher e 129 Hamilton: il campione preso in esame è perciò significativo ma, soprattutto, confrontabile.

Tra i KPI evidenziati ci sono il numero di vittorie, di pole, di podi totali (comprese le vittorie) ed anche i Giri veloci in gara tanto cari a qualcuno..

Volutamente non sono stati presi in considerazione i punti conquistati perché, al di la della distribuzione diversa di punteggio, si è passati da periodi in cui si premiavano i primi 6 per passare ad 8 e poi a 10 piloti.

Il confronto è puro, su numeri incontrovertibili e chiari.

A voi i commenti.

 

(immagine in evidenza tratta dal sito Formula1.it)

“LA BACHECA DEI RICORDI” – SECONDA USCITA

  • GLI ESPERIMENTI SU ALI E GOMME

HOCKENHEIM 1996 – prove libere

Quando un tempo la f1 era tutto un provare follie e visto che Hockenheim era ancora il lungo tracciato che arrivava fino alla öst kurve, i team si sbizzarrivano in strane follie.

La Tyrrell prova a mettere 4 ruote anteriori alla sua vettura, per avere meno resistenza di rotolamento e aerodinamica, soluzione poi abbandonata per problemi di trazione e stabilità.

MONZA 1997 – test pre GP

Williams invece prova a levare l’ala posteriore, trovandosi a perdere un sacco di tempo nel motodrome, oltre a un posteriore troppo leggero persino sul dritto.

 

  • SILVERSTONE 1979

Il giorno in cui Barry Sheene, “mandò a quel paese” il rivale Roberts che gli stava rovinando la possibilità di trionfare a casa sua e tenere marginalmente aperte le speranze iridate.

Il fortissimo pilota Inglese, con l’arrivo dell’Americano, iniziò a veder diminuire il numero dei suoi trionfi, tanto che nel 79, battè Roberts solo in Svezia, grazie al ritiro del rivale.

Al tempo il telecronista scambiò il gesto come se fosse un saluto 😅

Minuto 3.38″

 

  • UN BEL GESTO, CHE PERò COSTò CARO

Campionato Mondiale Sbk 2004 circuito Enzo e Dino Ferrari a Imola.

Il mondiale è agli sgoccioli ed un arrembante giovanotto australiano di nome Chris Vermuelen sta cercando di contendere il titolo allo squadrone Ducati composto da Toseland e Laconi che ne sono i padroni. Chris guida una Honda del team Ten Kate e dopo un inizio stagione altalenante centra 4 vittorie e si rifà sotto al duo Ducati ufficiale.

Dopo il secondo posto ottenuto in Gara1 punta alla vittoria di Gara2 per restare in gioco partendo dalla prima fila.
Ma alla partenza del giro di ricognizione la sua moto emette una fumata senza che lui se ne accorga e senza che i colleghi gli facciano un cenno.. alla prima variante la sua Honda, con la ruota posteriore inondata d’olio, lo lancia per aria facendolo atterrare dolorante e con una caviglia malconcia..

Il gruppone lo sfila abbandonandolo nella ghiaia.. ma al fondo del gruppone c’è lui.. Giovanni Bussei, un torinese che corre in giro per il mondo con la sua tuta con le frange modello cowboy giusto per il gusto di divertirsi.


Gio si affianca a Chris, lo invita a salire sul codone della sua vecchissima 998RS e gli fa fare un giro intero del circuito del Santerno scaricandolo di fianco al muretto della pit lane mentre il suo team preparava il muletto per farlo ripartire.
Gio si schiera ma dopo qualche giro viene squalificato. Chris parte dai box ed arriva sesto.

Quel mondiale non fu vinto dall’australiano, ma il gesto di quel fulminato di Giovanni Bussei fu memorabile.

 

  • PRIMA E UNICA

Sul tracciato originale di Zeltweg, il team Penske di Formula 1 ottenne la sua prima ed unica vittoria nella categoria. Alla guida dell’auto il pilota britannico John Watson, anch’egli alla prima vittoria nella serie alla quale ne seguirono altre 4 negli anni a venire alla guida della McLaren.

 

  • RESTARE SUI CAVALLETTI

Sul circuito Belga son sempre successe cose incredibili, pare che certi tracciati annebbino piloti e tecnici, ed ecci a raccontare qualcosa di clamoroso.

In gara si era riusciti a fare appena 5 giri e ci fu lo spaventoso schianto a 250 km/h di Burti, dal quale ne usci miracolosamente senza danni seri..

Gara sospesa e al restart, i meccanici della Williams di Ralf Schumacher sforano i tempi d’intervento sulla monoposto, lasciando il pilota tedesco sui cavalletti, mentre le altre auto partono per il giro di ricognizione.

Pochi anni dopo si ripeterà anche con Barrichello a Magny Course

  • 1993 – THE NEW ITALIAN NUVOLARI

Così venne definito Nicola Larini, da giornalisti e commentatori, dopo l’impresa compiuta al Nurburgring a bordo della sua 155 V6 TI nel DTM.

Fino a quel momento, il campionato era molto equilibrato, con Mercedes e Alfa a dividersi equamente i trionfi.

La gara sul vecchio Nurburgring, era il terreno dei tedeschi, dove avrebbero dovuto dominare facilmente sull’Italica armata, anche perchè Larini non aveva mai corso su quel tracciato.

Ma il pilota di Camaiore stupisce tutti già dalle prove, con un giro di qualifica quasi perfetto, che lo posiziona in prima fila dietro a Van Ommen.

In gara 1 parte e si mette subito in testa, correndo come un forsennato, senza commettere la minima sbavatura…curva dopo curva aumenta il suo vantaggio, fino a portarlo a 5 secondi su Ludwig, che era il Ringmaister della categoria.

Nello stupore collettivo, la bandiera a scacchi viene sventolata per l’Alfa e Larini, che trionfa “A CASA LORO”

Gara 2 parte con la voglia di riscatto dei Tedeschi, ma Larini riesce ad essere ancora più efficace nella guida, lasciando alle Mercedes il duello per gli altri gradini podio. A fine gara, il trionfo di Alfa sarà ancora più eclatante di gara 2, perchè avverrà con una parata 1-2 di Larini e Danner.

Come al tempo di Nuvolari, un pilota Italiano su Alfa Romeo, aveva sconfitto le frecce d’argento.

 

  • LE PARTENZE QUELLE BELLE

Argentina 2018,  uno davanti e dietro tutti quanti, con Marquez che gioca al centra tutti gli avversari.

Quando la federazione non ne imbrocca una e crea più casini che altro.

Miller, era il solo che aveva scelto le slick, ed erano le gomme giuste, ma la federazione rimanda la partenza per far cambiare le gomme a tutti e s’inventa sta griglia in foto…

Tutto il resto è storiaaaaaaaa….ma storia, storia, storia….non è maledetta noiaaaa

Risultati immagini per crutchlow crazy

 

Beh, credo che in questo capitolo vi ho fatto rivivere qualche bel momento di questo mondo magnifico, che è il Motorsport.

Saluti

Davide_QV

“LA BACHECA DEI RICORDI” – PRIMA USCITA

  • Il BEER STOP 😉

Quando possiamo dire; “nelle corse abbiam visto di tutto”

Era l’Agosto del 1988, si correva il mondiale di motocross a Namur, classe 500. Carlqvist, fortissimo pilota svedese bi-campione del mondo, stava più che dominando la corsa in sella alla sua Kawasaki 500 privata.

Poco dopo la metà gara, aveva più di 50 secondi di vantaggio sul secondo e per rendere la sua vittoria epica e immortale, cosa s’inventa?

Il beer stop!

Ebbene si, quando giunse sul tratto di rettifilo asfaltato, si ferma allo chalet e si fa passare una birra, se la gusta e riparte trionfando. (Sarà il suo ultimo successo)

  • Zandvoort, 26 Agosto 1979

“Queste sono purtroppo le esuberanze giovanili di Villeneuve alle quali siamo un po’ abituati”. Cit. Mario Poltronieri

40 anni fa, Gilles compì il famoso giro su 3 ruote.

  • Messico 1991

Ci son personaggi come Zermiani, capaci d’intervistare un pilota sul traguardo mentre spinge la vettura senza benzina.

Ultimo giro, De Cesaris è quarto sulla sua Jordan 191, quando il motore si ammutolisce. Scende dalla vettura e inizia a spingerla, come a imitare Mansell a Sallas 1985.

Zermiani salta il muretto, si affinca ad Andrea e inizia un’intervista;

“Andrea, ma cosa succede? Perchè la spingi? Si è rotto il motore?”

Al che arriva la replica;

“ma invece di dimme tutte ‘ste fregnacce, perché non te metti pure tu a spigne?“ 😅

Poco dopo Ezio Zermiani inizia a urlargli;

“Basta Andrea, basta, sei quarto lo stesso”

(Era doppiato e quindi la gara era finita con il taglio del traguardo di Patrese)

Oggi un pilota che fa una cosa simile, sarebbe radiato dal mondo delle corse e Zermiani fucilato in pubblica piazza

 

  • THE PASS!

Se dici sorpasso pazzesco al cavatappi, quasi tutti ricordano quello di Rossi su Stoner, i più informati ricordano anche Marquez su Rossi…

…ma solo i veri amanti del motorsport ricordano

ZANARDI SU HERTA

Correva l’anno 1996, si era all’ultima corsa. Brian Herta era davanti da tutta la corsa e alle sue spalle vi era il debuttante di quella stagione, il nostro Alex. All’ultimo giro i due sono incollati, le due vetture paiono una sola, si sale verso la salita del cavatappi e…

…nessuno lo credeva possibile, ma Zanardi stacca a vita persa, finisce lungo, quattro ruote sulla ghiaia e rischiando di finire a muro, ma chiude incredibilmente la manovra, uscendo per primo…

Il pubblico è incredulo e lo vede tagliare il traguardo da vincitore, scoppiando in una ovazione pazzesca, per una monovra pazzesca. (Dalla stagione successiva sarà vietato sorpassare così)

Zanna detto Pineapple entra definitivamente nel cuore degli Americani.

Qui il video del duello

 

  • ONE-SHOT WINNER

MotoGP anno 2007.

Dopo 7 anni senza vittorie, l’australiano Chris Vermuelen riporta la casa di Hamamatsu alla vittoria nella classe regina a LeMans sul circuito Bugatti compiendo un capolavoro sulla pista bagnata.

La Suzuki non vinceva dai tempi del mondiale 2000 conquistato da Kenny Roberts Jr.

Ci vorranno altri 9 anni per rivederla vincente con Vinales a Silverstone 2016 in un’altra gara “umida”.

  • UNA PAZZIA, CHE VALE UN CONTRATTO

Curioso e incredibile il modo in cui ottenne l’ingaggio!
Mentre Marco Lucchinelli (a quel tempo team manager Ducati) viaggiava in autostrada a 180 km/h in direzione della pista di Misano, si vide aprire la portiera destra da un pazzo in moto, che lo salutò per poi ripartre impennando…

  • Roma, 1999.

Alla presentazione della F399, durante la trasmissione Porta a Porta: il presentatore chiede ai vari ospiti, tutti possessori di Ferrari, che velocità tengono nelle strade normali. Qualcuno ammette di aver superato qualche volta i 200 km/h, poi si rivolge ai piloti:

“Lei, Schumacher, quanto ha fatto?”
“Anche 250-280 km/h”
“Ma non ci sono dei limiti di velocità?”
“No in Germania non ci sono limiti di velocità”

“E lei, Irvine, invece a quanto va di solito?”
“Mah, io di solito sono tranquillo, faccio 200-230 Km/h”
“Anche da lei in Irlanda non ci sono limiti di velocità?”
“No no, ci sono, ma conosco tutti quelli della polizia!!!”

😀

 

  • MIDFINGER

La foto di copertina, beh, per anni si è detto di tutto e di più su quella foto e che storia vi fosse dietro. Il pilota era Ralph Ligouri (alias Ralphie the Racer) e si correva sull’Indiana State Fairgrounds. L’anno era il 1964 e si scopri che era solo un cordiale saluto fra amici, che vollero diventare immortali.

Però dai, a noi piace pensare che siano insulti da duelli in pista e ricordiamocela così no? 😀

 

Spero di avervi strappato qualche risata o almeno fatto rivivere qualche ricordo, ma tranquilli, ce ne saran degli altri 😉

Saluti

Davide_QV

 

 

KERPEN 03/01/1969

La data in cui nacque IL CAMPIONE!

Non voglio scrivere il solito articolo che narri la leggenda, fatto e strafatto di solite argomentazioni su Michael, o finire a mia volta a dar false speranze sulle condizioni del RE, quello lo lascio ai soliti che se ne ricordano di lui, quando la stampa parla della ricorrenza del suo incidente, o il giorno del suo compleanno, ma lui non si merita questo e sopratutto non lo vorrebbe.

Non l’ho sempre considerato un mito, vi son stati momenti alterni, legati a stupore e incredulità, o forse mero complottismo, ma ancora oggi ricordo quando lo vidi qualificarsi settimo a Spa, sulla F1 più bella che sia mai esistita (Jordan 191). Solo pochi giorni dopo, vederlo passare davanti a me, sulla Benetton B191 a Monza, facendomi notare quale sia la sua classe e livello, iniziando a credere che sia uno di quei fenomeni predestinati.

Lo ricordo vincere a Spa 1992, fra il fortunoso e la bravura, quel giusto mix che rende il campione capace di saper sfruttare a proprio vantaggio, anche i suoi stessi errori. Lo ricordo perchè seppe mettere in difficoltà campioni come Prost o Senna. Lo ricordo per essere riuscito a mettere molte persone contro di lui, iniziando a credere che dietro alle sue prestazioni, ci fossero degli imbrogli, ma riuscendo a vincere un titolo anche dopo mille penalizzazioni e squalifiche. Lo ricordo vincere anche con solo una o due marce a Barcellona, beh, li non ci credetti che fosse possibile, eppure lo fece.

Lo ricordo per le sue collisioni e i pareri contrastanti che esse creavano in me. Di stupore e fastidio, quando si prese dentro con Hill ad Adelaide 94, di sgomento e tristezza, quando firmò malamente la resa, cercando il contatto con Villeneuve a Jerez 97, o rabbia per quella con Coulthard a Spa 98.

Lo ricordo, odiato dai Ferraristi, che in un sol colpo lo amarono, quando vinse con la rossa, sopratutto in una incredibile corsa a Monza. Lo ricordo, quando gli dissero; “Michael, per vincere la corsa devi fare 20 giri di qualifica” e lui disse “Ok” facendoli.

Lo ricordo, quando seppe mettercela tutta per tornare alla guida della rossa, anche dopo aver rischiato la vita, quando seppe fare il gregario e lo ricordo quando mostrò il suo lato umano, scoppiando in un pianto, nella sala interviste di Monza 2000, quando ormai pareva che quel titolo a Maranello non ci fosse speranza di conquistarlo.

Lo ricordo, quando mi fece piangere, gioire e disfare il salotto, a Suzuka 2000, riuscendo a riportare l’iride a Maranello, iniziando l’era del RE.

Lo ricordo battere ogni rivale, più giovane o meno e non riservar gentilezza in pista, manco a fratello. Lo ricordo per essere uno che avrebbe asfaltato chiunque, per ottenere pole e vittoria.

Lo ricordo capace di correre, a Imola 2003, con la tristezza e il pensiero verso la madre che stava per abbandonarlo, capace di volare all’ospedale appena finite le prove e il giorno dopo, con il lutto nel cuore, correre e vincere la corsa.

Lo ricordo rientrare ai box, a Suzuka 2006, dopo l’esplosione del motore e le speranze iridate che volavano via, ed assistere a Michael che abbraccia ad uno a uno i suoi meccanici, forse più affranti di lui, per consolarli.

Lo ricordo, nella sua ultima corsa in rosso, in Brasile 2006, quando ormai era chiaro che i bonus di fortuna fossero esauriti e tutto iniziasse a girare storto, ma lui non si arrese e ci regalò una corsa incredibile, ad un ritmo indiavolato, sorpasso dopo sorpasso. Qualche giro in più e sarebbe stato forse capace pure di vincerla, perchè quel giorno era oltre a qualsiasi pilota.

Lo ricordo fare la “pole” a Monaco con la Mercedes, a 43 anni suonati.

Lo ricordo salutare tutti, per lasciare la F1…

Lo ricordo…

…lo ricordo perchè è stato IL PILOTA e anche L’UOMO, perchè era quello che poteva fare qualcosa di impossibile, perchè sembrava uno che niente lo scalfisse, mentre invece alle volte le cose lo scalfivano, rendendolo umano.

Potrei scrivere per delle ore su di lui…mentre forse vorrei solo potergli scrivere o dire qualcosa…

Grazie e Auguri CAMPIONE

Saluti

Davide_#keepfightingMichael_QV