F2 BAKU 2021 – RELOAD

Guanyu Zhou ha avuto un pessimo fine settimana ma nessuno dei suoi diretti avversari è riuscito ad approfittarne. La classifica si è molto accorciata tuttavia il cinese resta leader in campionato. Ma proseguiamo con ordine.

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Ritorna Matteo Nannini, stavolta con la Campos, per sostituire un Gianluca Petecof in crisi di sponsor e di risultati.

Le prove libere sono movimentate da diversi incidenti e da un tracciato in rapida evoluzione. Juri Vips conclude la sessione davanti a tutti con addirittura 7 decimi (!) su un sorprendente Boschung, che anche qui si conferma al top con la Campos (una delle scuderie più scarse del campionato). Le UniVirtuosi paiono in difficoltà, con Zhou 12 e Drugovich 15.

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Le qualifiche confermano i risultati delle libere: le due Hitech davanti a tutti, con Liam Lawson che guadagna la pole dopo aver comandato per tutta la sessione, e Juri Vips secondo a un decimo abbondante. I top driver (ormai la definizione è quantomeno dubbia) sono compresi in un decimo… tra l’ottava e la dodicesima posizione a circa un secondo dalla pole: 8 Guanyu Zhou (guadagnata all’ultimo secondo), 10 Robert Shwartzman (Prema), 11 Felipe Drugovich (Uni), 12 Lundgaard (ART). Meglio di loro fanno i propri compagni di squadra, con Oscar Piastri (Prema) terzo e Theo Pourchaire (ART) quarto. Quinto e sesto sono Dan Ticktum (Carlin) e Marcus Armstrong (DAMS), che sembra sul pezzo. Continua a sorprendere Boschung, stavolta settimo.

Il rookie austriaco della Hitech sta dimostrando di avere la velocità per lottare per il campionato.

Robert Shwartzman (RUS) PREMA Racing.
05.06.2021. FIA Formula 2 Championship, Rd 3, Sprint Race 1, Baku, Azerbaijan, Saturday.
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Gara-1 è come al solito la più tranquilla del weekend, anche se è stata più movimentata delle altre viste finora. Per effetto della reverse grid parte in pole Shwartzman, secondo Jehan Daruvala (Carlin) e terzo Zhou. La partenza è lineare nelle prime posizioni, con Daruvala che perde la posizione a beneficio del cinese della UniVirtuosi, ma in curva 2 Drugovich manca di pochi metri il punto di frenata, abbastanza da innescare un tamponamento che mette fuori gioco i due contendenti al titolo Lawson e Piastri (più Alessio Deledda). Il brasiliano sarà punito con 10s di penalità.

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Dalla ripartenza alla bandiera a scacchi la gara vive l’assolo di Shwartzman, che prima scava un solco di quattro secondi e poi amministra fino al traguardo. Dopo tante prove opache o sfortunate, una prestazione del genere era necessaria, tanto per la lotta al titolo che per il proprio morale.

Più indietro si fanno largo Ticktum e Pourchaire, il primo a inizio gara e l’altro nella seconda metà. Sono gli unici a mostrare un passo simile a quello di Shwartzman, e alla fine concludono secondo e quinto. Sull’ultimo gradino del podio ci sale Zhou, che riesce a guadagnare su quasi tutti i diretti avversari. Quarto è Daruvala, un po’ deluso dopo la partenza dalla prima fila. Sesto è Boschung, che ormai non fa più notizia. Chiudono la zona punti Armstrong (che perde diverse posizioni) e Vips (che resta più o meno intorno alla posizione di partenza). Lundgaard e Drugovich restano a secco per l’ennesima volta in questo inizio di campionato.

Gara-2 si conferma di nuovo come la gara più caotica del weekend. Per effetto della griglia invertita, le prime file vedono un po’ di outsider: in pole c’è Bent Viscaal (MP) seguito da David Beckmann (Charouz), a seguire Vips e Armstrong. Piastri e Lawson partono in penultima fila.

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La prima metà di gara è confusionaria, come da tradizione a Baku: al via Zhou, tradito dalle gomme fredde, sbaglia in modo assoluto la frenata di curva1 e tampona Dan Ticktum. L’inglese ritorna in pista in ultima posizione, mentre il cinese deve abbandonare la corsa. Anche Pourchaire e Boschung si toccano, con il francese che ci rimette l’ala e si aggrega a Piastri e Lawson nel gruppo dei “rookie in rimonta”. Entra la SC ma alla ripartenza degli incidenti la costringono a rientrare dopo neanche un giro. Il copione si ripete una terza volta; nella mattanza restano coinvolti anche Lundgaard (come al solito sfortunato), Drugovich (come al solito casinista) e Armstrong (come al solito non concretizza).

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Alla ripartenza (giro 9) troviamo quindi Vips davanti Beckmann e Viscaal, dopo averli infilati nei pochi chilometri di bandiera verde disponibile. Shwartzmann è riuscito a passare dalla decima alla quinta posizione, mentre Lawson e Ticktum sono incredibilemente alle sue spalle. Il resto della corsa è tranquillo: Vips scappa, Shwartzman non riesce a recuperare sui piloti che lo precedono. La presenza di lunghi trenini che beneficiano di DRS e scia a quanto pare inibisce i sorpassi. La gara è più movimentata nelle retrovie, con Ticktum, Lawson, Piastri e Pourchaire che portano a compimento le proprie rimonte.

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La centesima gara della F2 è vinta pertanto da Juri Vips, che si prende la rivincita nei confronti di una carriera finora avara di risultati. Alle sue spalle hanno di che festeggiare anche Beckmann (primo podio) e Daruvala, che non lo si vede e non lo si sente ma alla fine ha segnato punti in quasi ogni gara. Hanno motivi di soddisfazione anche Shwartzman, Ticktum, Lawson e Piastri (che fa segnare il giro più veloce), che guadagnano su Zhou. Il cinese resta comunque in testa alla classifica, con 78 punti contro i 55 di Piastri e Pourchaire.

La Feature Race, come da tradizione quest’anno, è invece la gara più tesa. Finalmente i piloti partono secondo l’ordine della qualifica.

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Aitken e Nannini restano fermi sulla griglia di partenza e provocano l’annullamento della partenza e un secondo giro di formazione. La vera  partenza è molto movimentata: Lawson parte male e si fa infilare da Vips e Piastri e si trova costretto a difendersi da Pourchaire, che stringe pericolosamente contro il muro nell’accelerazione dopo curva 1.  Ciò causa un piccolo ingorgo alle sue spalle: Ticktum, Armstrong e Pourchaire arrivano appaiati in curva 4 e, come tutte le azioni in cui prende parte l’inglese della Carlin, si risolve in un incidente. Armstrong e Pourchaire (che peraltro si fa male a una mano) si ritirano, mentre Ticktum continua, al prezzo di un pit stop in più (che non vale come pit stop obbligatorio in quanto effettuato prima del sesto giro) e di una penalità di 10s da scontare.

Alla ripartenza dalla SC Lawson infila Piastri e si accoda a Vips, ma arriva anche per lui una penalizzazione di 10s per la manovra su Pourchaire (lì per lì era sembrata una pena eccessiva, ma in effetti stava per far schiantare Pourchaire contro il muro, quindi ci sta). Shwartzman finora non era riuscito a beneficiare del casino per guadagnare posizioni, compie una serie di sorpassi (sorpassando tra gli altri le due UniVirtuosi) e, dopo aver allungato il primo stint e piegato Boschung, si ritrova a pochi secondi da Piastri, secondo alle spalle di Vips.

Lawson sconta i dieci secondi al pit e riparte fuori dalla top 10, mentre Aitken e Ticktum, che montano gomme dure, si ritrovano a condurre la gara. Piastri guadagna la posizione su Vips grazie all’overcut, ma la perde dopo pochi chilometri per le gomme non ancora in temperatura.

Dopo questa lotta, i valori in campo si assestano. Una penalità di 5s comminata a Piastri sembra cambiare le carte in tavola, ma Shwartzman non sembra capace di colmare il gap dal compagno di squadra. L’unico sussulto proviene da Deledda, che da doppiato per un giro intero chiude la porta a Vips.

A una decina di giri dalla fine Ticktum e Aitken tornano ai box e negli ultimi giri si riportano in zona punti a forza di sorpassi. Nel frattempo Drugovich sorpassa Boschung ai piedi del podio, mentre negli ultimi giri Piastri si piazza in scia a Vips; conscio della penalità di 5s che pende su di lui, l’australiano evita azioni improvvide.

Finora non ho citato Zhou, e per una buona ragione: dopo aver stazionato nella parte alta della top10 nei primi giri, dopo la sosta il suo passo evapora e riesce a concludere davanti solo alle frattaglie dello schieramento.

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Vips diventa pertanto il primo pilota della storia della F2 (escludendo la Gp2) a vincere nello stesso weekend sia la Feature Race che la Sprint Race (per quanto l’operazione sia resa più semplice dal cambio di format). Secondo è Piastri, che sul traguardo ha più di 10s di vantaggio su Shwartzman (!!), quindi la penalità non influisce sul risultato finale. Drugovich copia la gara di Shwartzman e conclude quarto, davanti a Boschung, che è stato uno dei piloti più competitivi negli ultimi due appuntamenti. Alle sue spalle conclude Lawson, che riesce a concludere la gara in una buona posizione dopo la penalità. Stesso discorso per Ticktum, ottavo dietro al teammate Daruvala. Conclude la zona punti un malinconico Lundgaard, che contiene Lirim Zendeli (MP) negli ultimi giri.

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In classifica Zhou (78) conduce davanti a Piastri (73) e Shwartzman (66), che hanno chiuso in fretta il gap. A sorpresa, il quarto è Juri Vips con 63 punti, a dimostrazione di quanto azzeccare un weekend permetta di passare da comprimario a rivale per il titolo. Quinto è Ticktum con 60 punti; l’inglese in questo scorcio di stagione è stato il più veloce in assoluto, però in nove gare ha accumulato abbastanza incidenti da riempire una crash compilation di un paio di minuti. Rispetto agli anni dell’accademia Red Bull ha smesso di buttare volontariamente fuori pista i suoi colleghi, ma è ancora troppo irruento e soprattutto incapace di autocritica (basta ascoltare i suoi team radio dopo ogni contrasto: sempre colpa degli altri).

Sesto è Pourchaire con 55 punti, che per colpe non sue nell’ultimo round è rimasto quasi a secco. Nell’ultimo incidente pare essersi fratturato una mano, spero che si rimetta in tempo per Silverstone, visto che perdere un intero round sarebbe proibitivo per un pilota che aspira al titolo (e il giovanissimo francese ne ha tutte le possibilità). Daruvala è settimo con 53 punti, ma è frutto più della capacità di tenersi alla larga dai guai che non di una reale velocità. Non credo che Marko & co possano ritenersi molto soddisfatti delle prestazioni dell’indiano.

Menzioni finali per Lawson (50), che tra Montecarlo e Baku ha accumulato un certo credito con la fortuna (anche solo senza la squalifica in gara-2 a Monaco sarebbe insieme a Piastri e Shwartzman), Drugovich (41), casinista quanto Ticktum ma meno veloce; nelle poche gare percorse senza incidenti ha comunque mostrato una velocità che lo colloca nel gruppo di testa. Deve solo migliorare la costanza e evitare di compiere errori stupidi (anche lui potrebbe riempire una crash compilation niente male).

Titoli di coda per Christian Lundgaard: entrato da favorito, e considerato ancora tale dopo il Bahrain, sta subendo in pieno la “maledizione del secondo sedile ART”. Oltre a essere diventato di colpo lentissimo, in ogni gara gli succede sempre qualcosa. La lotta per il titolo per lui finisce qui, e temo che la carriera in F2 rischia di non durare molto di più se non riesce a dare un colpo di coda. Considerazioni simili per Marcus Armstrong, con la differenza che lui è già alla seconda possibilità.

[Immagine di copertina tratta da FiaFormula2.com]

Lorenzo Giammarini, a.k.a. LG Montoya

BASTIAN CONTRARIO: CARLITO’S WAY

Il GP di Baku, nel modo drammatico come si è svolto e concluso, mi ha ricordato un film. Per la precisione una battuta detta dal protagonista Al Pacino in Carlito’s way. Di base il film (per trama e scenario) non centra nulla col GP eppure quando ho visto Verstappen che si andava a stampare contro le barriere, cosi come Vettel andava ad artigliare la seconda piazza, mi sono ricordato una scena del suddetto film in cui il protagonista, dopo essere sfuggito a trent’anni di galera (per spaccio di stupefacenti), parlava con il suo avvocato ,ringraziandolo, perché lui “era già morto, sepolto… era già sottoterra”!

È proprio quello che è successo all’olandese domenica scorsa: quando la sua gomma scoppiava, mandandolo a muro dopo una gara condotta con intelligenza (lo si è visto già dalla partenza, dove non si è preso inutili rischi con Leclerc) e caparbia determinazione, tutte le sue speranze e le sue mire di conquista del titolo erano finite proprio in quelle maledette barriere. Alzi la mano chi non ha pensato che il mondiale fosse finito in quel momento. Max dal vantaggio di più quattro in classifica, era finito a meno quattordici… se Lewis fosse finito secondo. Divario destinato ad aumentare (meno ventuno per la precisione) se Lewis avesse vinto (e avrebbe vinto visto che Perez ha cannato la ripartenza!). No miei cari lettori, in quel momento Max era come Carlito poco prima della sentenza… “era morto, sepolto; era già sottoterra”! Diciamocela tutta: Hamilton in uno dei suoi peggior GP dell’anno (fino ad ora) che va a punteggio pieno e Verstappen, il giovane ed asperrimo avversario, che non becca nemmeno un punto. Quando lo avrebbe recuperato? Mai! Fosse anche per un mero fattore psicologico.

Le continue novene di Lewis sembravano fossero state ascoltate ed esaudite. Hamilton, l’inossidabile campione, colui il quale dispensa preghiere e frasi new age tra un tweet e l’altro, non fa altro che “recitare il santissimo rosario” durante la gara quando la stessa non gira a suo favore. In aria libera è imprendibile, detta il passo, detta la sua legge e tutti si devono sottomettere. Invece quando la sua W12 proprio non ne vuole sapere di energizzare le gomme a dovere (benedette gomme… sempre loro) annaspa e va in difficoltà: ad Hamilton inseguire proprio non garba. Ha lo sprazzo del campione, il guizzo del lupo famelico quando chiede di rischiare a costo di compromettere la gara, perché per lui terzo significa già aver compromesso tutto. La squadra lo blocca, lo censura… quella stessa squadra, che quando non ha problemi funziona come l’orologio IWC che sta al polso del suo campione inglese eppure quando va sotto pressione si scioglie come neve al sole. Prova ne è il pit sbagliato (nei tempi) di Hamilton, costretto ad aspettare nonostante il verde del semaforo che il “passante di turno” attraversi la strada. Hamilton ha avuto la possibilità di ipotecare l’ottavo sigillo, purtroppo per lui è arrivato alla ripartenza con i freni incandescenti e, nonostante il restart da dimenticare di Perez, l’inglese arriva lungo alla staccata della prima curva (quella stessa curva in cui Vettel provò a superare Bottas e  poi, staccando al limite, uscì fuori pista finendo per regalare punti preziosi all’inglese… tutto si paga nella vita), perdendo posizione punti e speranza di ritornare primo in classifica. Verstappen, come Carlito, ritorna a vivere, sa che ha una nuova opportunità e se vogliamo scomodare gli astri del cielo, questo è anche un segno del destino… lo stesso destino che si è rimesso in pari con entrambi i contendenti.

Dal punto di vista sportivo ciò che è successo e a cui tutti noi abbiamo assistito è stato drammatico; proprio come solo la celluloide sa raccontare. Nessuno dei due, per quello che hanno dato in pista, meritavano quella fine. A partire da Verstappen, il quale ha condotto la gara a suon di giri veloci (nemmeno quel punto voleva concedere all’avversario), mostrando tutto il suo potenziale e per finire con il campione inglese, che ha contemplato persino il seppuku se fosse stato utile nel guadagnare almeno una posizione.

Dal punto di vista dello spettacolo (e per fortuna nostra invece) la classifica non si è mossa di un millimetro e questo significa che finché durerà questa situazione avremo quantomeno un’illusione di suspance sull’esito finale. Vivaddio, finalmente un mondiale combattuto! L’ultimo che c’ha provato è stato il tedesco dell’Aston Martin, che all’epoca dei fatti era rossovestito e, dopo il GP di casa nel 2018, non si era più ripreso tant’è che prima del GP di Monaco quest’anno anche lui sembrava “morto, sepolto… già sottoterra”. Perché prendere paga da Stroll, con tutto il rispetto parlando per il giovane canadese, è davvero umiliante. Invece già nel GP monegasco si era visto uno scatto d’orgoglio di Vettel, scatto che non è stato evento isolato ed infatti proprio in quel di Baku il campione arpiona un meritato secondo posto che fa tanto morale. È il minimo per un titolato del suo calibro… ci auguriamo tutti che continui cosi.

Hamilton ha sempre dichiarato che gli piace la lotta in pista… chissà. Forse, quando dichiarò questo, sapeva comunque che l’avrebbe spuntata lui conoscendo il mezzo che aveva a disposizione. Di certo ora è stato accontentato e lo spettacolo ne ha giovato, perché è bastato che i teutonici smettessero quanto meno i panni dei dominatori affinché si ravvivasse un mondiale che sembrava già segnato in partenza. Si aggiunga un elemento impazzito come la Ferrari che infila pole da due GP consecutivi e ci sono tutti gli elementi perché non si possa considerare questo mondiale “morto, sepolto… già sottoterra”.

Vito Quaranta

IL GP DELLA VERGOGNA – MOTO3 CATALUNYA POST GP

 

L’immagine in copertina è l’ingresso nell’ultima curva che immette in rettilineo, mentre qui giù 👇 c’è la steccata di curva 1. Notate qualcosa⁉️

Io vedo il totale menefreghismo per quanto successo soltanto una settimana fa al Mugello, con la morte di Dupasquier colpito in pieno da alcune moto.

Curva 1 dell’ultimo giro. Immagine MotoGP.com
Montmeló Circuit. Immagine RacingCircuits.info

Ricordate la curva dove morì nel 2016 Salom⁉️ Bene. Tutto è avvenuto li. Quella curva fu “ridisegnata” con una “S” poi è stata allargata la via di fuga. Il primo Pilota a chiudere il gas in pieno ingresso di curva è stato Sergio Garcia, ad 11 giri dalla fine, stessa manovra ripetuta poi da Alcoba ( a 9 ed 8 giri dal termine), da G. Rodrigo ( a -5 giri) ed infine nuovamente da Alcoba al penultimo giro.👇

Curva 13, dove perse la vita Salom, penultima curva del penultimo giro. Alcoba rallenta ed allarga improvvisamente la traiettoria facendo sfilare il gruppo.

Lascio a voi giudicare, oltre al comportamento dei Piloti anche la totale disonestà della direzione gara ed, ancora più grave a mio avviso, di Dorna.

Giudicate voi.

Penultimo giro del GP Catalunya 2020👇

Penultimo giro del GP Catalunya 2021 👇

Su YouTube potete trovare ai seguenti link https://youtu.be/6EowYwl958E (GP 2020) e https://youtu.be/1W9TaSDmHWQ (GP 2021) i “Last Lap” di entrambe le gare.

Notato qualcosa⁉️ La regia, nel video del 2021, ha chiaramente OMESSO di mostrare quanto accaduto in gara con il comportamento “osceno” di Jeremy Alcoba.

Mostrarsi sul podio con la T-shirt celebrativa di Dupasquier è di una ipocrisia unica. Un ipocrisia che distrugge questo sport. 
Podio Catalunya 2021. Immagine MotoGP.com

 

Voci di “corridoio” riferiscono che dal prossimo GP fioccheranno sanzioni molto gravi per tutti, semmai dovessero ripetersi episodi del genere. Serve sempre che ci scappi il morto… 

(Immagini e video tratti da YouTube canale MotoGP.)

✍️Francky

NELLA GARA FOLLE DI BAKU HAMILTON RISPARMIA VERSTAPPEN E PEREZ BRINDA CON VETTEL E GASLY

Ogni anno si descrive la gara di Baku come una gara anomala, su un circuito anomalo.

L’ennesima disquisizione  sul circuito non interesserebbe nessuno. Viceversa potrebbe essere interessante analizzare gli eventi  che in questa gara ogni anno sono all’altezza delle trame dei migliori thriller.

Iniziamo dalle qualifiche in grado di sovvertire ogni pronostico e di regalare alla Ferrari una pole position inaspettata da chiunque, compreso l’autore, tal Carletto Leclerc.

Ferrari che si era presentata con l’obbiettivo dichiarato di limitare i danni e invece si è ritrovata con una pole e un quinto posto in griglia che, incredibile, sta, come a Monaco, stretto a Carlos Sainz, ancora una volta per colpa di bandiere rosse intempestive.

Alzi la mano chi solo l’avesse immaginato alla vigilia, anche in preda a una dose massiccia di allucinogeni.

Tornando lucidi, le prove libere e le qualifiche hanno mostrato una Red Bull estremamente performante in grado di implementare un passo gara inavvicinabile da tutti gli avversari, compresa la Mercedes. Quest’ultima ha guadagnato una prima fila esclusivamente per merito di Lewis Hamilton che ha fatto ricorso a ogni mezzo per sopperire alle lacune della macchina.

Con queste premesse, alla partenza, Charles ha sputato l’anima per conservare la testa della corsa riuscendoci solo per qualche giro. Poi il crollo delle prestazioni delle gomme morbide come atteso dai riscontri delle prove libere, hanno permesso ad Hamilton prima, Verstappen e Perez poi, di sfilarlo facilmente.

Ebbene si, proprio Perez che finalmente è sembrato aver smaltito il tirocinio con Red Bull e si è mostrato all’altezza delle aspettative di inizio stagione.

(immagine da corriere.it)

Le difficoltà di Leclerc con le gomme sono evidenziate anche dal fatto che è il primo a dover fare pit stop. I pit stop, come spesso accade, sono l’occasione per regolare i valori in campo e in questo Baku si rileva tradizionalista. Alla fine del carosello di soste Verstappen si trova saldamente in testa assieme al compagno di squadra, davanti ad Hamilton.

Si mette in luce anche un redivivo Vettel che, ritrovatosi in prima posizione per lo stint particolarmente lungo, infila una fila di giri veloci che gli consentono di rientrare in settima posizione dietro a Leclerc e davanti a Sainz. Eh la magia di Baku!

Per qualche giro l’unica emozione in pista è rappresentata da Hamilton e dalle sue lamentele con il suo ingegnere “Bono”. Lewis non è abituato a correre in terza posizione senza possibilità di migliorare.

La monotonia è rotta da Stroll che finisce a muro per lo scoppio di un pneumatico. Siamo al 31esimo giro e si vede la prima SC del giorno. Ironia della sorte Stroll non aveva ancora pittato forse in attesa di una SC che gli garantisse di farlo con vantaggio.

Alla ripartenza Leclerc si fa sorprendere e infilare da Vettel nel prosieguo di un declino delle prestazioni di giornata.

Dopo pochi giri finisce la corsa di Verstappen. Apparentemente in testa senza problemi, è vittima dello scoppio di una gomma posteriore sul lungo rettifilo, probabilmente per un detrito, e finisce a muro senza danni personali. Incredibile. In testa c’è una Red Bull ma è quella di Perez.

La necessità di sgombrare il rettifilo induce la direzione gara ad esporre la bandiera rossa. La gara sarà ripresa con una nuova partenza da griglia e solo tre giri di gara rimanenti. Al via un ingordo Hamilton brucia Perez alla ricerca della vittoria ma finisce lungo alla prima curva bruciando ogni velleità non solo di vittoria, ma anche di marcare punti.

Hamilton grazia

Nel frattempo Charles Leclerc finisce per essere sorpassato anche dalla Alpha Tauri di Gasly. Si prospetta ai nostri occhi un podio improbabile con Perez vincitore davanti a Vettel e Gasly. Personalmente sono contento per la bella giornata di questi tre piloti che per per varie ragioni accampano il diritto a questo risultato.

Le sorprese non sono finite perchè il sesto posto se lo accaparra quel marpione di Fernando Alonso che decimo alla ripartenza è finito sesto solo in tre giri. Non so come ma la fame di risultati rimane inalterata nonostante il passare degli anni e continua a fare miracoli.

Resta da segnalare una gara abbastanza sottotono, almeno per le aspettative, della McLaren. E nonostante il punticino racimolato da Kimi anche dell’Alfa Romeo Sauber.

Della Ferrari io credo che si debba essere contenti del passo in avanti almeno a livello di giro secco. La squadra sta crescendo su una base giovane e solida per quanto riguarda i piloti (anche se oggi Leclerc ha sbagliato due volte nelle ripartenze, vedo il fine settimana come positivo). Si vedono miglioramenti continui anche a livello di squadra in un trend positivo. La domanda vera è se questo sia sufficiente per perseguire l’obiettivo dichiarato, cioè la competitività per l’assoluto nel 2022.

Serve tempo siamo soliti dirci. Glielo stiamo dando accontentandoci di poco. Speriamo basti.

Rimanendo all’attualità l’errore di Lewis mantiene vive le speranze di Verstappen. Bisogna però che Mercedes faccia il suo con prestazioni “terrene”. In Red Bull adesso sono due contro uno (avete letto qualcosa di Bottas?).

Valther – aka Aviatore

URAGANO PORTOGHESE IN CATALUNYA – MOTOGP BARCELLONA POST GP

Chi se lo aspettava un Miguel Oliveira così ⁉️ Certo il 2° posto al Mugello è stato importante ma pochi si aspettavano il portoghese davanti.

Gara impressionante, martellando dall’inizio alla fine al Montmeló neanche lo stesse inseguendo qualcuno del recupero crediti.

Gara divertente, combattuta sul filo del rasoio tra Miguel e Quartararo all’inizio, con la compagnia di Joan Mir, Miller e Zarco. Sono loro i Piloti più in forma e si vede.

Immagine MotoGP.com

Tempi molto simili per quasi tutta la gara, con un Marc Marquez che dura soltanto pochi giri riuscendosi a portarsi nella TOP5 dopo pochi giri. L’inizio della bagarre con Aleix Espargaró non è un bel segnale, perché da quel momento comincia ad arretrare fino alla caduta, quando si trovava in P6.

Nelle curve a sinistra Marquez forza per recuperare quello che perde a destra. Anche oggi è caduto, anche oggi ha fatto uno step. Rimanere un giro in più lì davanti ad ogni gara. Ritornerà alla vittoria.

Non ho capito la gara di Morbidelli (errore con holeshot in partenza?!?) ne tantomeno quella di Bagnaia. Morbidelli era uno dei favoriti per via del passo gara fatto vedere in prova ma sparisce in gara. Bagnaia⁉️

Curioso di sentire la giustificazione di Pecco. Ormai ne ha sempre una, lo vedo molto più attivo in qualifica che in gara….

https://twitter.com/AngyFra89/status/1401504941513003009?s=19

Gara di carattere per il duo Zarco/Miller. Jack sembra davvero aver trovato la quadra, al netto di errori di valutazione che possono starci, mentre Giovanni Zarco (quello che non è capace) piazza l’ennesima 2^ posizione in cascina. Una regolarità disarmante in questa prima parte di Campionato. Manca la vittoria.

Arrivano soltanto in 15 al traguardo. Montmeló si conferma una pista “bastarda” e da anteriore ballerino.

Immagine MotoGP.com

L’ho detto. Non avete idea di cosa significhi correre con la tuta aperta. Quartararo è stato eroico ma ANDAVA FERMATO. La direzione gara ha corso un rischio non indifferente nel fare continuare il Francese, chiaro segno che non hanno imparato nulla. Anche Casey Stoner la pensa più o meno così 👇

Il Campione del Mondo chiude in 5^ posizione, non essendo stato in grado di combattere con i primi ed (IMHO) abdica nella lotta al Titolo. Anche Vinales (6°) sembra non trovare davvero la quadra e si allontana dalla lotta al Titolo Mondiale. Chiudono la Top10 uno scialbo Bagnaia (7°), Binder (8°), Morbidelli (9°) ed un ottimo Enea Bastianini (10°).

La mia impressione è che, al netto della Classifica, soltanto Quartararo possa perdere il Mondiale e soltanto Zarco possa insidiarlo (con la sua costanza) nella lotta al Titolo. 

Altro⁉️ Si. Petrucci non sarà in MotoGP nel 2022 e nonostante una gara magnifica, fino alla caduta, credo che anche Iker Lecuona rischi tanto il posto. Remy Gardner e Raul Fernandez hanno già un posto prenotato (Australiano in KTM, lo spagnolo forse pure…).

Classifica Mondiale. Immagine MotoGP.com

Appuntamento il 20 Giugno nel GP di Germania. Il Sachsenring… Quella pista che dal 2013 ha visto trionfare un solo Pilota.

Alle ore 18.00 veniva presa la decisione di infliggere altri 3 secondi di penalità a Quartararo, per la guida con dispositivi di protezione non correttamente indossati. Chiude al 6° posto quindi, perdendo altri 3 punti.

P.S. È tutto!? Si. È tutto Signore e Signori. That’s all folks….

 

✍️Francky

 

(Immagine di copertina fonte MotoGP.com)