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FORMULA UNO 2022-PRESENTAZIONE HAAS VF22

Ecco svelata la prima monoposto della nuova era della F1 ad effetto suolo.

Curiosamente è arrivata per prima proprio la squadra che ha marcato visita per tutto il campionato 2021 essendone il fanalino di coda.

Le macroforme sono evidenti seppur la monoposto “vera” comincerà a girare solo a Barcellona nei prossimi tests. Per poter fare i primi reali commenti tecnici bisognerà aspettare la presentazione di qualche altra vettura.

Resta & Co. avranno fatto un buon lavoro? C’è già oggi qualcosa della Ferrari F1-75 che vedremo tra una quindicina di giorni?

 

 

(Immagini tratte dal sito ufficiale del team Haas)

LA STORIA DELLA FERRARI 312B: 1972 (PRIMA PARTE)

Il campionato 1972 comincia con delle novità cromatiche e commerciali che cambieranno la storia della F1 nei decenni successivi.

Fin dal 1968 la John Player & Sons (storica azienda britannica facente parte della Imperial Tobacco) ha investito nella F1 sponsorizzando la Lotus attraverso il marchio Gold Leaf per aggirare il divieto di pubblicizzare le sigarette in TV entrato in vigore in Gran Bretagna in seguito agli studi che dimostrano i danni alla salute provocati dal fumo. Questo mette in difficoltà i funzionari della TV britannica, preoccupati per le eventuali conseguenze legali causate dalla trasmissione del marchio in diretta. Il problema viene risolto dall’azienda modificando il logo sulle auto, sostituendo l’immagine del marinaio col salvagente con l’inattaccabile Union Jack.

Le sigarette Gold Leaf sono però vendute solo in Gran Bretagna e l’azienda, che ha appena costruito un nuovo enorme stabilimento, vuole ampliare il mercato lanciando un marchio internazionale. La livrea biancorossa viene quindi sostituita da quella nera con i filetti dorati, come il pacchetto delle John Player Special appena presentato dall’azienda. Anche qui si rende necessario un “diversivo” per non incappare in ulteriori guai televisivi, così si decide di dare il nome John Player Special direttamente alle macchine di Chapman. Le Lotus 72 esistenti vengono quindi rinominate JPS/1, JPS/2 e così via. I piloti sono il confermato Fittipaldi e l’australiano Dave Walker, vincitore del campionato britannico di F3 nel 1970 e 1971 proprio con la Lotus.

Solo un mese più tardi, a metà dicembre 1971, anche la Philip Morris decide di entrare in F1 in grande stile dopo aver contribuito a sponsorizzare le infrastrutture elettroniche del circuito Paul Ricard. Il marchio statunitense (ma diretto da Losanna) è già apparso nel 1970 sulla Porsche 917/10 e sulla March 701 di Jo Siffert ma ora, nonostante la morte del pilota svizzero, decide di sponsorizzare proprio la BRM. La presentazione, in stile molto americano, si svolge proprio a Le Castellet dove viene allestito un enorme pacchetto di Marlboro dal quale esce la Marlboro-BRM. È questo il trucchetto ideato da Louis Stanley e dal grande capo della Philip Morris per l’Europa Ronnie Thomson. Sulla scia delle 5 monoposto schierate in Canada, Stanley vuole continuare e addirittura aumentare la presenza delle sue monoposto (sue ma soprattutto di sua moglie Jean, sorella di Sir Alfred Owen e proprietaria della squadra). La squadra 1972 prevede 3 vetture ufficiali per Beltoise, Ganley e Gethin e altrettante per Helmut Marko, Gijs van Lennep e Alex Soler-Roig (sempre gestite dalla squadra ufficiale) che parteciperanno solo a qualche gara. Questo importante e gravoso impegno costituisce la base del Marlboro World Championship Team, una struttura di promozione pubblicitaria che consentirà a tantissimi piloti di avere denaro in cambio della loro immagine e presenza a incontri con clienti e tifosi, il tutto completato con la distribuzione di cartoline autografate da parte di avvenenti ragazze. Il Marlboro World Championship Team diventerà in breve un’istituzione del motorsport dalla F1 ai rally, alle moto, alla motonautica.

L’arrivo della Marlboro permette alla Yardley, azienda statunitense di cosmetici, di trovare una nuova squadra nella McLaren che assume la livrea già vista nel 1970 e 1971 sulle BRM. Il colore arancione istituzionale, derivato dalla pigmentazione della resina grezza utilizzata per la carrozzeria delle prime Can-Am, viene lasciato in una piccola porzione delle fiancate su espressa richiesta di Patricia Broad, la vedova di Bruce McLaren.

A Maranello (ma soprattutto a Torino) si mastica amaro. L’indipendenza di Enzo Ferrari sul lato sportivo viene messa in discussione. Mauro Forghieri è il capro espiatorio e la FIAT decide di intervenire mandando in Emilia il neo-assunto ing. Alessandro Colombo (ex Gilera e Innocenti) con la mansione generica di “assistente dell’ing. Ferrari nell’organizzazione della funzione tecnico-agonistica”. In pratica è il nuovo direttore della Gestione Sportiva della Scuderia e si avvale della collaborazione di Peter Schetty come DS, e degli ing. Giacomo Caliri e Giorgio Ferrari per l’assistenza tecnica in officina e fuori sede, sia per la F1 che per il Mondiale Sport Prototipi. Forghieri intanto continua a lavorare nella vecchia sede di via Trento e Trieste a Modena e prima di partire per l’Argentina, dove si svolge il primo GP dell’anno, Jacky Ickx collauda sul nuovo circuito di Fiorano le modifiche aerodinamiche apportate alla B2.

La trasferta sudamericana comincia benissimo per la Ferrari. La 312PB raccoglie finalmente quei risultati che la sfortuna e i guasti le avevano negato nel 1971 nonostante la velocità pari se non superiore a quello delle Porsche 917K. Il cambio di regolamento che limita la cilindrata a 3000 cc³ provoca il ritiro della Casa di Zuffenhausen, così che la sfida nelle gare di durata diventa tutta italiana tra il Cavallino Rampante e il Biscione dell’Alfa Romeo. La 1000 km di Buenos Aires viene dominata dalle Rosse di Maranello con i nuovi piloti Peterson e Schenken che precedono la vettura gemella pilotata da Regazzoni e Redman a un anno dalla tragedia di Ignazio Giunti.

L’uscita di scena della squadra di John Wyer porta alla Ferrari Ermanno Cuoghi, meccanico modenese che lavora in Inghilterra fin dal 1963 prima alla Scirocco F1, poi con Carroll Shelby (allo sviluppo della Cobra e della GT40, conseguenza del rifiuto da parte di Ferrari di vendere l’azienda alla Ford) e infine con John Wyer dove, da meccanico della squadra di Pedro Rodriguez, ha contribuito in modo determinante ai trionfi della 917K con l’intuizione delle alette verticali applicate al posteriore.

Anche il Mondiale F1 comincia a Buenos Aires dopo 12 anni di assenza. L’autodromo è stato completamente ristrutturato dalla YPF (Yacimientos Petrolíferos Fiscales), colosso petrolifero nazionale sovvenzionato dal governo federale. La corsa si disputa sul circuito n°9, lungo 3345 metri. Tutte le monoposto hanno il bollo porta-numero con lo sponsor YPF come alla 1000 km.

Gli organizzatori decidono la numerazione delle 22 monoposto iscritte secondo l’ordine alfabetico delle squadre. L’1 e il 2 vengono quindi assegnati alla Brabham del nuovo proprietario Bernard Ecclestone che fa debuttare il 28enne idolo locale nonché vice-campione di F2 Carlos Reutemann.

Figlio di un ricco fazendeiro di origine svizzera e di madre di origine della provincia di Pavia che lo hanno fatto educare in collegio dalle suore, “El Lolé” ha sempre avuto disponibilità di soldi per cui ha potuto soddisfare la sua passione per le corse automobilistiche debuttando nel 1966 con una FIAT 1500 nel Turismo Carretera, il campionato automobilistico più antico (inaugurato nel 1937) ancora esistente. Gli ottimi risultati ottenuti gli fruttano l’ingresso nella squadra finanziata dall’Automovil Club Argentina e nel 1970 giunge in Europa per correre in F2 e conoscere i circuiti che hanno visto i trionfi di Juan Manuel Fangio e José Froilàn Gonzalez. Ecclestone gli ha messo gli occhi addosso già l’anno precedente in occasione del GP non valido per il Mondiale corso proprio a Baires quando Reutemann si è classificato al terzo posto con una vecchissima McLaren M7C noleggiatagli da Jo Bonnier per conto dell’Automovil Club Argentina. Il contributo economico del governo gli vale il contratto con Ecclestone per correre in F1 con la Brabham.

Ron Tauranac non è presente in Argentina, in contrasto con la nuova dirigenza Brabham (soprattutto col socio di Ecclestone, l’ex campione di motociclismo Colin Seeley). Al suo posto c’è l’ex progettista della McLaren, Ralph Bellamy, che cura la BT34 per Reutemann mentre Hill, riconfermato all’ultimo momento, sale sulla BT33 usata da Tim Schenken nel 1971.

Jean-Pierre Beltoise ha ricevuto una citazione dal tribunale di Buenos Aires per l’incidente di Giunti e preferisce non mettere piede in Argentina onde evitare problemi. Gethin, Ganley e Wisell sono iscritti come Marlboro-BRM, Alex Soler-Roig come España-Marlboro-BRM e Helmut Marko come Austria-Marlboro-BRM. Anche le BRM ora hanno la presa d’aria di alimentazione alta.

Howden Ganley, BRM P160B, Grand Prix of Argentina, Autodromo Oscar Alfredo Galvez, Buenos Aires, 23 January 1972. (Photo by Bernard Cahier/Getty Images)

Le Ferrari 312B2 hanno le sospensioni posteriori convenzionali come sulla 312B del 1970 e le carreggiate anteriore e posteriore leggermente allargate. I confermati Regazzoni, Ickx e Andretti sembrano gradire le modifiche.

Nuova presa d’aria e nuova ala posteriore per la Lotus 72D (o JPS/5 nel caso di Fittipaldi) che non ha particolari innovazioni rispetto alla scorsa stagione, anche perché il progettista Maurice Philippe è emigrato negli USA per lavorare alla Parnelli.

La March 722 è la prima nata tra le nuove F1 ma è molto simile alla 711 con la differenza della gigantesca presa d’aria posteriore. Peterson è la prima guida mentre l’austriaco Niki Lauda ha ottenuto il secondo sedile grazie a un fido da restituire in 3 anni con la Raiffeisenkasse, istituto di credito viennese concorrente della Erste österreichische Spar-Casse di proprietà del nonno.

Chris Amon è l’unico pilota della Matra che continua con la MS120C (alla sua terza evoluzione) e preferisce potenziare il programma Sport Prototipi.

La McLaren porta in F1 la coppia di piloti che ha appena dominato la serie Can-Am, affiancando a Hulme il vincitore Peter Revson. Il newyorkese, figlio di uno dei fondatori del colosso dei cosmetici Revlon (concorrente dello sponsor inglese Yardley), ha già corso in F1 nel 1964 senza ottenere risultati apprezzabili per poi dedicarsi a Can-Am e USAC. Il successo del 1971 ne rilancia la carriera  a quasi 33 anni.

Peter Revson, Grand Prix of Argentina, Autodromo Oscar Alfredo Galvez, Buenos Aires, 23 January 1972. (Photo by Bernard Cahier/Getty Images)

Inoltre a Colnbrook si decide di costruire una F2, la M21 progettata da Ralph Bellamy prima di passare alla Brabham. Il pilota designato è il 22enne sudafricano Jody Scheckter, arrivato in Gran Bretagna l’anno precedente e messosi subito in grande evidenza in F.Ford 1600, F3 e con le Ford Mexico. Sono in molti a vedere in lui uno stile di guida molto simile a quello di Jochen Rindt.

John Surtees si concentra sul ruolo di costruttore/collaudatore lasciando correre gli altri. Ingaggiato Tim Schenken al fianco di Hailwood, Big John vende una TS9B all’industriale trevigiano Giulio Pagnossin per far correre Andrea de Adamich. Reduce da 2 anni persi per cercare di far funzionare il V8 Alfa Romeo prima sulla McLaren e poi sulla March, l’avvocato triestino prova a emergere in F1 col collaudato DFV e mantiene il posto in Alfa Romeo nel Mondiale Sport Prototipi.

Squadra che vince non si cambia, per cui la Tyrrell ricomincia con il materiale tecnico e umano che ha vinto il mondiale 1971.

L’unico team privato è sempre quello di Frank Williams che continua con una March 721 per Pescarolo mentre sta costruendo una propria monoposto disegnata da Len Bailey (progettista della Ford GT40) e sponsorizzata dall’azienda italiana di giocattoli Politoys che però non è ancora pronta. Williams ha appena spostato l’attività a Reading in una ex falegnameria.

Henri Pescarolo, March-Ford 721, Grand Prix of Argentina, Autodromo Juan y Oscar Galvez, Buenos Aires, 23 January 1972. (Photo by Bernard Cahier/Getty Images)

Carlos Reutemann sfrutta il momento propizio davanti al numeroso pubblico e conquista la pole al debutto, eguagliando la prestazione ottenuta da Mario Andretti a Watkins Glen nel 1968 con la Lotus. Reutemann ha a disposizione gomme Goodyear molto morbide (ma di scarsa durata) e precede Stewart, le M19A di Revson e Hulme e la JPS Lotus di Fittipaldi.

Regazzoni è sesto con la prima delle Ferrari e Ickx è ottavo davanti ad Andretti.

Alle 16:30 il presidente argentino Lanusse dà il via al GP e Stewart affronta il primo curvone in testa davanti a Reutemann, Hulme, Fittipaldi e Regazzoni. Ickx è 11° mentre Andretti è in fondo al gruppo con problemi elettrici al motore che fanno sputare fiamme dagli scarichi e lo costringono al ritiro dopo un’inutile fermata ai box.

Reutemann è presto in crisi con le gomme morbide Goodyear che si degradano e viene superato da Fittipaldi e Hulme. Il brasiliano della Lotus sembra poter tenere il passo di Stewart che però decide di cominciare a tirare e guadagna terreno. Fittipaldi invece perde la quarta marcia e dopo un terzo di gara deve lasciar passare il più veloce Hulme.

Cevert è in quarta posizione e precede Ickx, Regazzoni e Peterson. La Ferrari del belga fuma vistosamente e fa temere l’ennesima rottura.

Regazzoni ha invece un problema di temperatura dell’acqua troppo alta a causa di un foglio di giornale che ostruisce la presa d’aria del radiatore e fatica a tenere Peterson alle spalle. Lo svedese è debilitato a causa degli antibiotici presi per combattere una mononucleosi, inoltre viene attardato da Marko che lo manda in testacoda mentre sta per essere doppiato.

Al 60° giro si ritirano Cevert col cambio fuori uso e Fittipaldi con la sospensione posteriore rotta. Sir Jackie Stewart (è stato decorato Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico l’1 gennaio “for services to Motor Racing”) apre il campionato con la diciannovesima vittoria, precede Hulme di 26 secondi e Ickx di un minuto con Regazzoni che chiude quarto. Reutemann è settimo tra l’entusiasmo del pubblico dopo aver tallonato Stewart nella seconda metà del GP.

Le sei settimane che mancano al GP del Sudafrica vengono riempite in vario modo. La prima notizia è l’arrivo di una nuova squadra, la Eifelland. Günther Hennerici è un ricchissimo industriale tedesco che produce caravan ed è appassionato di corse nonché amico e fan di Rolf Stommelen, tanto da supportarlo economicamente prima in F2 e poi con la Surtees F1 nel 1971. Il rapporto tra il pilota tedesco e Big John si è concluso malamente per cui non è stato rinnovato il contratto (Stommelen è comunque pilota ufficiale Alfa Romeo nel Mondiale Prototipi) così Hennerici acquista una March 721 nuova di fabbrica e affida lo studio della carrozzeria a Luigi Colani, un artista di design tedesco famoso per il suo stile molto eccentrico. La sua realizzazione è effettivamente bizzarra e solo la pista può dire se è anche efficace.

Per un pilota e una macchina che entrano ci sono un pilota e una macchina che escono. Jo Bonnier ha deciso di chiudere con la F1 ma invece del casco ha appeso al chiodo la sua McLaren M5A con V12 BRM utilizzata nel 1968. Il casco lo indossa ancora ma solo per guidare nel Mondiale Prototipi con la Lola T280 della sua scuderia.

La Ferrari si sposta per tre giorni a Vallelunga (a Fiorano si stanno facendo gli ultimi lavori in vista dell’inaugurazione) dove vengono provate diverse soluzioni meccaniche, aerodinamiche e di gomme per eliminare quelle vibrazioni al posteriore che non sono ancora sparite completamente. Forghieri è presente ma la direzione dei lavori è affidata a Colombo. La novità più appariscente è il muso avvolgente in stile Tyrrell. Le 312B2 vengono spedite in Sudafrica con una settimana di anticipo per svolgere ulteriori prove e si decide di utilizzare il nuovo muso su tutte le 3 vetture.

Frank Williams schiera per la prima volta due macchine affiancando alla 721 di Pescarolo la vecchia 711 per il debuttante Carlos Pace. Il 27enne di San Paolo, dopo aver vinto tantissimo in Brasile, è arrivato in Inghilterra nel 1970 dove ha dimostrato di essere molto veloce sia in F3 che in F2 e ora prende parte al suo primo GP di F1 grazie all’appoggio economico di una banca brasiliana.

La Eifelland fa il suo debutto in gara ma dell’aerodinamica “creativa” di Colani sono rimasti solo il monospecchietto centrale e la presa d’aria motore posta davanti all’abitacolo. Il resto della carrozzeria è quella originale della 721 ma la vettura è iscritta come Eifelland, tanto che la targhetta “March 721/4” è stata sostituita con “Eifelland 21/1”.

Rolf Stommelen Eiffland-Ford 1972
South African GP -Kyalami
PHOTO: LAT Archive

Le March ufficiali invece abbandonano l’ala anteriore ellittica in favore del muso piatto provato alla fine del Mondiale 1971.

Jackie Stewart mette a segno la sua tredicesima pole davanti a Regazzoni e Fittipaldi. Il rientrante Hailwood è sorprendentemente quarto con la Surtees davanti a Hulme e alle altre 312B2 di Andretti e Ickx.

La partenza di Hulme dalla seconda fila è perfetta e prende il comando alla prima curva davanti a Stewart, Fittipaldi, Hailwood e Cevert. Andretti è sesto con la prima delle Ferrari mentre Regazzoni e Ickx navigano a centro gruppo.

Nel corso del secondo giro Stewart prende la scia di Hulme e lo supera sul lungo rettilineo prendendo un leggero vantaggio. Il neozelandese della McLaren ha problemi con la temperatura dell’acqua e si fa superare da Fittipaldi ed Hailwood con quest’ultimo che sale al secondo posto e insidia anche Stewart ma al 29° giro si rompe una sospensione della Surtees e la splendida gara di Mike The Bike si conclude.

Diversamente da quanto successo a Buenos Aires, Stewart non riesce a staccare gli avversari e deve darsi da fare per contenere l’arrembante Fittipaldi ma poco dopo metà gara il cambio della Tyrrell si blocca in seguito alla perdita dell’olio e il campione del mondo è costretto al ritiro. Fittipaldi è ora in testa al GP con 7 secondi di vantaggio su Hulme.

La corsa è ancora lunga. Amon supera Peterson e sale in terza posizione con una Matra finalmente veloce. La Lotus di Fittipaldi diventa sempre più sovrasterzante con lo svuotarsi dei serbatoi e il brasiliano comincia a perdere terreno su Hulme che con un passo regolare lo raggiunge e al 57° giro ritorna in testa al GP.

Quando sembra che Amon possa tornare sul podio la sua Matra comincia a vibrare paurosamente e lo sfortunato neozelandese si ferma ai box per un inutile controllo. Peter Revson sale al terzo posto dopo aver superato Peterson che nel finale cede la posizione anche ad Andretti che da questo GP cambia la grafica del casco aggiungendo la striscia rossa centrale con bordi dorati che identifica il nuovo sponsor personale Viceroy e sposta il logo Firestone sulla meno visibile mentoniera.

Denny Hulme si prende una bella rivincita contro la sfortuna che l’anno precedente gli aveva tolto la vittoria a 4 giri dal termine e riporta la McLaren sul primo gradino del podio dopo quasi 3 anni, la prima vittoria dopo la morte di Bruce McLaren. Fittipaldi chiude al secondo posto e Revson conquista il suo primo podio in F1 completando la festa McLaren. Il giovane Lauda si classifica al settimo posto dietro a Graham Hill dopo un bel duello con il vecchio campione.

Andretti chiude al quarto posto, Ickx è ottavo (doppiato) e Regazzoni dodicesimo a due giri dopo una sosta ai box per una foratura. Questa volta il problema principale è il motore che non rende come ci si aspetta anche se il Tallone d’Achille delle Rosse restano sempre le gomme Firestone, accusate di generare quelle vibrazioni al posteriore che continuano a opprimere i piloti. Il gommista americano porta un nuovo tipo di gomme a Jarama per dei test collettivi ai quali partecipa anche la Ferrari con risultati soddisfacenti, il tutto alla presenza di Colombo (sulla sx col cappello).

Forghieri è sempre più nervoso perché non riesce a risolvere i tanti problemi che affliggono le sue macchine e a Kyalami. Parlando con Andretti e Regazzoni della superiorità della Tyrrell si lascia scappare un “Ma sulla Tyrrell c’è Stewart”. Andretti la prende comprensibilmente malissimo e propone sarcasticamente di affittare il campione del mondo e fargli provare la B2 per vedere l’effetto che fa.

Fittipaldi conferma l’ottimo momento di forma suo e della JPS-Lotus vincendo la Race of Champions di Brands Hatch e l’International Trophy di Silverstone. Stewart e la Ferrari non partecipano.

Anche Carlos Reutemann si mette in luce in un’altra gara fuori campionato, il GP del Brasile corso sul meraviglioso circuito di Interlagos come prova generale in vista della prossima intitolazione mondiale. Purtroppo El Lolé è poi costretto a fermarsi in seguito a un incidente occorsogli a Thruxton nelle prove della gara dell’Euro F2. La Brabham del team Motul Rondel dell’argentino urta il guardrail e si ribalta. Reutemann rimane incastrato dentro la vettura per poi essere estratto con una caviglia rotta. Nei giorni successivi subisce un intervento chirurgico per la riduzione delle fratture.

La prima settimana di aprile viene inaugurata la pista di Fiorano con un pranzo allestito per 500 invitati nella piazzetta della casa colonica che si trova all’ingresso. Tra gli invitati ci sono anche i piloti della Pattuglia Acrobatica Nazionale. Enzo Ferrari fa gli onori di casa e mostra il tracciato di 3 km progettato da Ugo Cavazzuti, ingegnere capo del comune di Modena. La pista è dotata di un sistema di cronometraggio automatico installato dalla Heuer che la suddivide in tanti settori e consente di verificare istantaneamente la bontà o meno delle modifiche in riferimento alle zone di accelerazione o di frenata. Inoltre c’è un sistema di telecamere fisse a circuito chiuso che consentono di osservare il comportamento delle macchine rimanendo comodamente seduti davanti ai monitor.

Il Drake si fa allestire un ufficio all’interno della vecchia casa colonica ristrutturata (bianca con le imposte rosse) che diventa il suo nuovo luogo di lavoro, in modo da essere sempre presente alle prove delle sue automobili. C’è anche un televisore da dove guarda i GP.

Il primo GP europeo dell’anno si corre sul tortuoso circuito di Jarama, nel rispetto dell’alternanza con Barcellona.

Debutta la BT37, la prima Brabham dell’era Ecclestone. In realtà si tratta di una BT34 riveduta e corretta da Ralph Bellamy (la scocca è la stessa) che riporta il radiatore dell’acqua davanti alle ruote per aumentare il carico anteriore. La porta in pista Graham Hill perché Reutemann è ancora in ospedale ed è sostituito da Wilson Fittipaldi, fratello maggiore di Emerson ma con meno talento. Per lui c’è la vecchia BT33 usata da Hill a Buenos Aires, sponsorizzata dalle stesse aziende che lo sostengono in F2 (accessori Varga e additivi Bardahl). È la prima volta che due fratelli partecipano a un GP di F1.

Un’altra novità è rappresentata dalla March 721X. La nuova creatura di Robin Herd ha il muso avvolgente e ripropone la sospensione posteriore con i gruppi molla-ammortizzatore centrali e inclinati già visti (e poi scartati) sulla 312B2 e il cambio rovesciato dell’Alfa Romeo T33/3. Lauda si lamenta fin da subito del sottosterzo causato dal maggior peso al posteriore mentre Peterson si dice contento. Chi avrà ragione?

Ronnie Peterson
Peter Gethin fa esordire la nuova BRM P180 che ha fatto i primi giri a Silverstone con un tempo decisamente freddo. Tony Southgate toglie il radiatore frontale per diminuire la sezione e migliorare la penetrazione aerodinamica. Il muso diventa avvolgente ma piatto e la carenatura dell’abitacolo è talmente bassa da dover praticare una feritoia dalla quale spunta la parte superiore del volante. Il muso avvolgente viene scartato dopo le prove effettuate da Beltoise a Silverstone così in Spagna si prosegue lo sviluppo in gara con un muso sempre piatto ma con i classici spoiler laterali.

Forghieri ha costruito un’ala posteriore molto più ampia per aumentare il carico posteriore e la trazione sul circuito spagnolo ma è rimasto a Modena dove sta disegnando la B3. Lo sostituisce l’ing. Colombo, presente per la prima volta a un GP di F1.

La Eifelland presenta una nuova veste aerodinamica e cromatica con l’adozione del muso piatto originale della March 721.
Le prove si svolgono il sabato e la domenica in quanto gli organizzatori hanno spostato la corsa al lunedì perché è la festa del 1° Maggio e sperano così di aumentare gli spettatori e gli incassi.

Il meteo per la gara è incerto e durante le prove la Lotus simula un cambio gomme. Quando Fittipaldi si ferma al box due meccanici fanno leva sulle sospensioni anteriori con una spranga e Peter Warr infila un piccolo cavalletto sotto al muso. Al posteriore invece un meccanico solleva la monoposto con un carrello a leva. Una volta sostituite le gomme e rifatto le stesse operazioni all’inverso, la 72D ritorna a terra dopo oltre un minuto e mezzo.

Il nuovo alettone della Ferrari dimostra di funzionare bene e Jacky Ickx conquista la sua decima pole staccando di 7 decimi Hulme e Fittipaldi. Stewart e Andretti sono in seconda fila e precedono Amon, Beltoise e Regazzoni.

Prima della partenza i meccanici della Lotus notano una perdita di benzina dalla macchina di Fittipaldi. Si tratta del serbatoio di riserva che contiene 18 litri da usare in caso di consumi troppo elevati. Per evitare rischi il serbatoio viene svuotato ma gli avversari non lo sanno.

Ancora una volta l’abbassarsi della bandiera crea confusione perché il direttore di corsa, il carismatico conte José de Villapadierna, effettua un movimento molto lento. Hulme non ci pensa troppo e parte a razzo mentre gli altri continuano a guardare la bandiera e alla prima curva precede Stewart, Regazzoni, Ickx, Fittipaldi e Andretti.

La fuga di Hulme si esaurisce dopo appena 4 giri quando viene raggiunto e superato rispettivamente da Stewart, Fittipaldi e Ickx. Anche questa volta, come a Kyalami, Stewart non riesce a staccare la Lotus e al nono giro Fittipaldi prende la scia al campione del mondo, lo supera in fondo al rettilineo e prende subito un discreto vantaggio.

Passano 6 giri e Stewart ha già accumulato 8 secondi di distacco dal brasiliano della Lotus e deve subire il sorpasso anche da parte di Ickx che lo stacca a sua volta.

Andretti ha la meglio su Hulme portandosi in quarta posizione e raggiunge Stewart ma poco dopo il motore della B2 si rompe. Ora Fittipaldi ha 4 secondi su Ickx, 17 su Stewart e 30 su Hulme che però si ritira poco dopo metà gara col cambio sgranato.

Al 70° dei 90 giri in programma Stewart rientra ai box col muso danneggiato in seguito a un testacoda che lo ha portato a sbattere contro il guardrail. I meccanici si apprestano a sostituirlo ma il radiatore perde acqua e il campione del mondo è costretto al secondo ritiro consecutivo. Non succedeva dal 1970.

Fittipaldi ha ora 14 secondi su Ickx ma sa che deve risparmiare carburante per via della mancanza della riserva e così si mette a gestire il vantaggio senza forzare. Per sua fortuna Ickx è in difficoltà con le gomme e gestisce a sua volta la situazione, non immaginando che il suo avversario potrebbe finire la benzina se fosse messo sotto pressione, così all’abbassarsi della bandiera a scacchi il brasiliano della Lotus taglia per primo il traguardo per la gioia di Colin Chapman che entra in pista e lancia in aria il suo cappellino nero da marinaio. A fine gara c’è un solo litro di benzina nella macchina del vincitore.

Ickx chiude al secondo posto davanti a Regazzoni. Era da Zandvoort ’71 che due piloti della Ferrari non salivano sul podio.

Podium ceremony after the Spanish GP Jarama 1972: Race winner Emerson Fittipaldi, second placed Jacky Ickx and third Clay Regazzoni

Andrea de Adamich è splendido quarto con la Surtees e conquista i suoi primi 3 punti mondiali per la gioia di Giulio Pagnossin, presente ai box con tutta la famiglia.

Fittipaldi raggiunge Hulme in testa alla classifica piloti con 15 punti davanti a Ickx con 10, Stewart con 9 e Regazzoni con 7.

A Monaco comincia la carriera della premiata ditta Ecclestone & Mosley. Gli organizzatori del GP più prestigioso hanno sempre limitato il numero di piloti ammessi alla partenza per via della brevità del tracciato e della angustia delle strade del Principato. Tra il 1956 e il 1970 lo schieramento era formato da 16 vetture, portate a 18 nel 1971 su richiesta delle squadre per venire incontro alle esigenze degli sponsor. Da sempre abile nella contrattazione “pro domo sua” (nell’immediato dopoguerra aveva una concessionaria di motociclette e negli anni ’50 era il manager di Stuart Lewis-Evans), Bernie Ecclestone intuisce che la F1 può diventare una miniera d’oro. Il Campionato del Mondo ha una struttura che consente agli organizzatori dei singoli GP di gestire le iscrizioni a propria discrezione (anche respingendo chi non viene ritenuto all’altezza) così come l’ingaggio e i premi di partenza delle squadre. Tutti fanno ponti d’oro alla Ferrari per ovvi motivi ma spesso i cosiddetti “garagisti” devono accontentarsi delle briciole. Ecclestone propone ai suoi colleghi di associarsi per avere un migliore trattamento economico, senza figli e figliastri, anche per spese straordinarie come i trasferimenti transoceanici. A Monaco i costruttori esigono di aumentare lo schieramento di partenza a 25 piloti, pena la mancata partecipazione delle squadre. L’Automobil Club di Monaco, nella persona del suo nuovo presidente Michel Boeri (e lo è ancora oggi essendo stato appena riconfermato per altri 5 anni), trasecola e si rivolge alla Commissione Sportiva Internazionale che però non è competente in materia. I costruttori sono rappresentati dall’avvocato Max Mosley (socio fondatore e DS della March nonché ex pilota di F2) e da Andrew Ferguson (segretario della già esistente Constructors and Entrants Association ed ex team manager della Lotus) che tengono testa ai monegaschi e portano a casa il risultato. Si corre in 25.

British business magnate Bernie Ecclestone, owner of the Brabham Formula One racing team, UK, 3rd November 1971. (Photo by P. Shirley/Daily Express/Hulton Archive/Getty Images)

La mancanza di spazio nella zona della partenza costringe l’ACM a spostare i box in modo che ci sia una barriera che li divida dalla pista. Si individua quindi il lungomare subito dopo la discesa del tunnel e si sposta in avanti la chicane del porto, stringendola ulteriormente in modo che le vetture non arrivino velocissime alla curva del Tabac. Ovviamente la zona è vietata al pubblico che non può vedere il lavoro sulle macchine. Il paddock è in un parcheggio sotterraneo.

Gli sponsor come Yardley e Marlboro noleggiano lussuosi yacht per ospiti e clienti. La Marlboro presenta e distribuisce agli ospiti anche un volumetto pieno di dati e fotografie (che conservo gelosamente) e che negli anni a seguire diventerà una vera Bibbia tecnica della F1.

Andretti e Revson sono assenti perché impegnati alla Indy 500. L’americano della McLaren è sostituito da Brian Redman che ha appena vinto la 1000 km di Spa-Francorchamps in coppia con Merzario sulla 312PB (sesta vittoria su 6 gare per la barchetta di Maranello).

View of the #3 Ferrari 312 PB racing car driven by Brian Redman and Arturo Merzario for SEFAC Team to finish in first place to win the 1000 kilometres of Spa Francorchamps (Six Hours) at the Circuit National de Francorchamps in Spa, Belgium on 7th May 1972. (Photo by Rolls Press/Popperfoto via Getty Images/Getty Images)

Carlos Reutemann è ancora convalescente ma si presenta nel Principato senza gesso al piede.

Il sabato piove a dirotto per cui lo schieramento viene determinato dalle prove del venerdì con Fittipaldi che conquista la sua prima pole position davanti alle 312B2 di Ickx e Regazzoni e alle BRM P160B di Beltoise e Gethin. L’ultima pole della Lotus risaliva a Zeltweg 1970 con Jochen Rindt. Stewart è soltanto ottavo.

Il 27enne francese Patrick Depailler vince il GP di Monaco di F3 al volante di una Alpine Renault. Il 24enne inglese James Hunt, pilota ufficiale della March, viene licenziato dopo le polemiche da lui sollevate nei confronti della squadra a seguito della mancata qualificazione.

La pioggia riprende copiosa anche la domenica per cui si prevede una gara abbastanza avventurosa. Lo schieramento viene composto fuori dai nuovi box e le macchine si dirigono appaiate verso la solita linea di partenza dove ci sono 25 commissari che segnalano ai piloti dove posizionarsi.

Ickx parte bene ma Beltoise si infila tra la Ferrari e il guardrail e si presenta davanti a tutti a Sainte-Dévote.

Durante il primo giro Regazzoni e Fittipaldi superano Ickx mentre Beltoise approfitta della buona visibilità e allunga decisamente. Al 5° giro Regazzoni arriva lungo alla chicane del porto e infila la via di fuga portandosi dietro Fittipaldi, ingannato dall’acqua sollevata dalla Ferrari. I due rientrano in pista alle spalle di Ickx. Stewart è sesto mentre Hulme è in difficoltà a centro gruppo con l’evoluzione C della M19. Fittipaldi non è molto a suo agio sul bagnato, perde terreno dalle Ferrari e viene raggiunto da Amon.

Il pilota della Matra deve poi fermarsi ai box per cambiare la visiera appannata mentre Fittipaldi si gira a Sainte-Dévote e viene superato da Gethin e Stewart. Il campione del mondo si ricorda di essere tale e comincia a recuperare terreno superando Gethin che poi rovina la sua bella corsa arrivando lungo alla chicane e piantandosi contro il guardrail. La BRM ingombra la pista e i commissari decidono di far passare gli altri concorrenti dalla via di fuga.

Stewart è il più veloce in pista e prosegue la sua rimonta, supera Regazzoni e si mette all’inseguimento di Ickx ma commette un errore e si gira al Mirabeau restituendo la posizione al ticinese della Ferrari. Intanto Ganley tampona Hailwood al tornante del Gazomètre provocando una perdita d’olio dal cambio della Surtees. Regazzoni scivola sull’olio e conclude la sua bella corsa contro il guardrail.

Clay Regazzoni drifts in the rain with the Ferrari 312B2, Monaco GP Monte Carlo 1972

Il recupero di Stewart si interrompe quando il suo DFV comincia a borbottare a causa di problemi di accensione e rallenta decisamente il suo ritmo, tanto da essere superato da Fittipaldi e doppiato da Beltoise e Ickx.

Al termine degli 80 giri, dopo quasi 2 ore e mezza di gara, Jean-Pierre Beltoise conquista la sua prima e unica vittoria in F1, l’ultima per la BRM e la prima per la Marlboro.

MONTE CARLO, MONACO – MAY 14: Race winner Jean-Pierre Beltoise on the podium during the Monaco GP at Monte Carlo on May 14, 1972 in Monte Carlo, Monaco. (Photo by LAT Images)

Fittipaldi è ora solo in testa al campionato con 19 punti davanti a Ickx con 16, Hulme fermo a 15 e Stewart con 12.

Le belle prestazioni di Jarama e Monaco stimolano ancora di più la Ferrari che parte per due giorni di prove al Nürburgring (al seguito della squadra che deve correre la 1000 km) dove Regazzoni gira in 7’16”, più veloce della pole di Stewart del 1971 di ben 3 secondi.

Ritorna il GP del Belgio ma non a Spa-Francorchamps, rinnegato definitivamente dalla GPDA per la sua pericolosità. Si corre sul nuovissimo circuito di Nivelles-Baulers, sempre nella regione della Vallonia, vicino a Waterloo. Costruito in aperta campagna, ha un disegno che ricorda molto vagamente il Paul Ricard ma senza curve significative. La pista è larghissima e costeggiata da guardrail distanti almeno 9 metri dall’asfalto. Il pubblico ovviamente è ancora più distante. Una curiosità: i numeri dall’1 al 4 compreso non vengono assegnati a nessun pilota.

La notizia del giorno è l’assenza del campione del mondo Jackie Stewart costretto a rimanere a casa per problemi di salute in quanto pare che soffra di ulcera duodenale causata dallo stress per i continui impegni promozionali a cui deve presenziare. Questo ovviamente si trasforma in una grande occasione per Fittipaldi e Ickx.

Entra in F1 una nuova Casa costruttrice italiana, la bolognese Tecno dei fratelli Luciano e Gianfranco Pederzani, proprietari di un’azienda metalmeccanica che produce componenti oleodinamici (Pederzani & Zini) e nel tempo libero costruttori di kart come il Tecnokart Piuma che vince tre mondiali tra il 1964 e 1966. Dopo aver realizzato ottime monoposto di F3 e aver vinto l’Euro F2 nel 1970 con Regazzoni, decidono di fare il grande salto in F1 costruendo in proprio anche il motore, un boxer a 12 cilindri. La gestione della squadra è affidata nientemeno che a David Yorke, uno dei più esperti e capaci team manager del dopoguerra che ha portato alla vittoria la Jaguar a Le Mans, la Vanwall nella prima Coppa Costruttori di F1 e infine la Ford e la Porsche a Le Mans con la GT40 e la 917K. Diventato consulente della Martini & Rossi, decide di sponsorizzare in esclusiva proprio la nuova piccola Casa.

Il progetto è tutt’altro che semplice e i tempi di realizzazione si allungano notevolmente tanto da far slittare il debutto da gennaio a giugno con continui e snervanti rinvii. Il pilota è il 31enne pratese Giovanni “Nanni” Galli, pilota ufficiale dell’Alfa Romeo che ha disputato l’Euro F2 del 1971 proprio con la Tecno e ha già disputato 7 GP di F1 con McLaren e March motorizzate Alfa Romeo. Avrebbe dovuto essere presente anche Derek Bell ma proprio le difficoltà incontrate finora nella messa a punto della PA123 non hanno permesso di realizzare la seconda vettura.

La pole è di nuovo di Fittipaldi che precede Regazzoni, Hulme, Ickx e Cevert con l’unica Tyrrell. Reutemann rientra dopo la frattura alla caviglia ed è nono con una BT37 appena assemblata. L’argentino è ancora zoppicante ma ha già corso in F2 la settimana precedente a Crystal Palace classificandosi al terzo posto. Poi però si è rotto un dito che è rimasto schiacciato dallo sportello della macchina da parata per il giro d’onore. Le Brabham presenti sono 3 perché Wilson Fittipaldi viene confermato al volante della vecchia BT34.

La March abbandona gli ammortizzatori centrali inclinati già scartati dalla Ferrari ma la 721X continua a essere inguidabile con Peterson 14° e Lauda 24° e ultimo. Carlos Pace si mette in evidenza con l’11° tempo, grazie anche ai consigli di Ron Tauranac che continua la sua collaborazione con Frank Williams.

Il giorno della gara i meccanici della JPS Lotus si presentano in autodromo indossano dei cappelli simil-Stetson neri forniti dallo sponsor Texaco.

Regazzoni parte a razzo come al solito, questa volta nessuno lo sorprende alle spalle e guida il gruppo alla prima curva seguito da Fittipaldi, Ickx, Hulme, Cevert, Hailwood e Amon.

Fittipaldi sembra più veloce di Regazzoni e lo “punta” in tutti i modi senza successo fino al nono giro quando incrocia la traiettoria e si porta in testa al GP.

Al 26° giro Ickx rientra ai box lentamente per un guasto all’asta di comando dell’acceleratore e perde una ghiottissima occasione per rimanere in contatto col brasiliano della Lotus e tentare di vincere il GP di casa.

Ancora 5 giri e Cevert supera Regazzoni portandosi al secondo posto. Lo svizzero ora deve difendersi da Amon mentre Hulme perde terreno a causa delle vibrazioni della sua McLaren.

Galli sta facendo una gara dignitosa in sedicesima posizione con la debuttante Tecno fino a quando commette un errore e va in testacoda al tornante che immette sul rettilineo d’arrivo mentre alle sue spalle arrivano Regazzoni e Amon per doppiarlo. Il pilota della Ferrari cerca di sfilare la macchina intraversata passando dall’interno ma la colpisce mettendo fuori corsa entrambi e accusando ingiustamente il pratese di averlo ostacolato. Amon passa indenne all’esterno e guadagna la terza posizione.

L’ultimo colpo di scena arriva a 8 giri dal termine quando Amon rientra lentamente ai box per aver finito la benzina. Viene rimandato in pista dopo un rabbocco veloce ma scende in sesta posizione.

Fittipaldi domina la corsa e vince il secondo GP stagionale davanti a Cevert (per la prima volta a punti nell’anno) e Hulme. Il brasiliano ha ora 9 punti di vantaggio su Hulme, 12 su Ickx e 16 su Stewart. La Lotus è solitaria in testa alla Coppa Costruttori con 5 punti sulla McLaren, 9 sulla Ferrari e 10 sulla Tyrrell.


Ken Tyrrell presenta la nuova 005 a Le Mans nel weekend della 24 Ore alla presenza del solo Cevert (impegnato in gara con la Matra) perché Stewart è ancora convalescente. Derek Gardner ha cercato di raccogliere nel nuovo progetto le esperienze maturate negli ultimi 2 anni, affinando l’aerodinamica e lavorando sulla distribuzione dei pesi per avere una macchina compatta (passo di 2,39 metri e lunghezza totale 3,71) e maneggevole. Il muso è stato rastremato per migliorare il flusso dell’aria verso l’ala posteriore e i freni anteriori sono stati spostati entrobordo come sulla Lotus 72. La presentazione avviene in Francia anche perché la Elf sborsa molti soldi, tanto che nell’occasione viene annunciato il debutto in F1 di Patrick Depailler (fresco vincitore del GP di Monaco di F3 e “protetto” Elf) all’imminente GP di Francia proprio con una Tyrrell.

Durante la 24 Ore perde la vita Jo Bonnier dopo una collisione con la Ferrari 365 GTB/4 Daytona guidata dallo svizzero Florian Vetsch. La Lola di Bonnier è molto più veloce, colpisce il guardrail e vola in mezzo agli alberi disintegrandosi e uccidendo il pilota sul colpo. Era il presidente della GPDA e aveva 42 anni.

Swedish Formula One racing driver Jo Bonnier (1930-1972) pictured during competition in a motor racing event at the ACI Vallelunga Circuit near Rome in Italy in 1972. Bonnier would go on to be killed in an accident at the Le Mans circuit in France in June 1972. (Photo by Rolls Press/Popperfoto via Getty Images/Getty Images)

La gara è vinta dalla Matra 670 pilotata da Henri Pescarolo e Graham Hill il quale conquista così la Triple Crown, il titolo riservato a chi vince il GP di Monaco (o il Mondiale di F1), la 500 Miglia di Indianapolis e la 24 Ore di Le Mans. Record tuttora ineguagliato.

Nel frattempo quel James Hunt, cacciato dalla STP March, trova un altro sedile per correre nella F3 inglese. Lord Alexander Hesketh è l’erede 21enne di una famiglia della ricchissima nobiltà britannica che abita in un castello vicino a Silverstone e come tanti suoi coetanei è appassionato di corse d’auto ma non ha il talento per fare il pilota. Ha però un amico altrettanto corpulento, Anthony Horsley detto Bubbles, che se la cavicchia abbastanza. Hesketh allora acquista due monoposto Dastle Mk9 e affianca all’amico il talentuoso Hunt per correre contro piloti ben più quotati come Roger Williamson.

Dopo la “pistina” di Nivelles si torna su un circuito stradale per uomini veri. Il GP di Francia si corre per l’ultima volta a Clermont-Ferrand dove i piloti hanno chiesto una modifica che dimezzasse la lunghezza del tracciato da 8 a 4 km, modifica che però non è stata realizzata.

La Ferrari ha appena trionfato alla 1000 km di Zeltweg con 4 macchine ai primi 4 posti ma ha perso Regazzoni. Durante una pausa tra una sessione e l’altra lo svizzero si è rotto il polso sinistro giocando a calcio nel paddock con i meccanici e si è resa necessaria l’immobilizzazione col gesso per 3 settimane. Andretti è sempre impegnato negli USA per cui serve un pilota da affiancare a Ickx e allora si fa avanti Nanni Galli. La Tecno ha sempre soltanto una macchina per 2 piloti e il contratto prevede che in questo caso si debbano alternare a ogni GP per cui Galli è libero, Ferrari accetta e Bell sale sulla PA123.

Stewart è guarito e torna in pista per accogliere il debuttante Depailler, come annuncaito da Tyrrell a Le Mans. Essendo di Clermont-Ferrand, conosce benissimo le strade che formano il circuito e ci ha anche gareggiato sia in auto che in moto. Per lui c’è la 004.

La nuova 005 è riservata a Cevert che la porta subito al limite e anche oltre, tanto da andare a sbattere contro il guardrail e danneggiare l’anteriore. Debutto quindi rinviato per l’ultima creatura di Derek Gardner. Cevert prende anche una brutta botta alla mano sinistra e deve ricorrere alle iniezioni di novocaina per poter guidare la 002.

Alla March ci si arrende all’evidenza e si decide di archiviare l’inguidabile 721X e passare alla 721G che non è altro che il telaio della 722 da F2 modificato per accogliere motore e cambio Hewland invece dell’Alfa Romeo.

Dopo il trionfo di Le Mans il momento magico della Matra continua con Amon che segna il miglior tempo delle prove davanti a Hulme (due neozelandesi in prima fila), Stewart, Ickx e i sorprendenti Schenken con la Surtees e Marko con la BRM. Fittipaldi è solo ottavo e Galli ventesimo con la seconda B2.

La corsa parte sotto un cielo nuvoloso con Amon che difende la pole e si porta subito al comando davanti a Hulme, Stewart, Ickx, Marko, Schenken, Hailwood, Fittipaldi, Peterson e Cevert.

Dopo una qualifica infelice Fittipaldi sembra aver trovato l’assetto giusto per la sua Lotus e comincia a recuperare posizioni su una pista che non offre grandi opportunità di sorpasso. Nei primi 5 giri il brasiliano supera Hailwood, Schenken e Marko e si porta al quinto posto. Nel corso del nono giro Fittipaldi mette le ruote sul terriccio esterno all’asfalto e dal posteriore della Lotus parte un sasso che colpisce la visiera di Marko e la sfonda. L’austriaco riesce a fermare la sua BRM e a chiedere aiuto. Viene portato via in con l’auto medica guidata da Vic Elford ma per l’occhio sinistro del talentuoso pilota non c’è niente da fare. Finisce drammaticamente quella che poteva essere una brillante carriera.

Amon allunga su Hulme che è in difficoltà con le gomme posteriori e al 17° giro cede la seconda posizione a Stewart che dopo altri 3 giri si ritrova al comando. Amon è infatti rientrato ai box per cambiare una gomma forata e riparte ottavo. Ancora una volta sfuma la vittoria per il buon neozelandese che riparte furiosamente facendo segnare giri veloci a ripetizione.

Al 23° giro Hulme si ferma a cambiare le gomme posteriori ormai inutilizzabili e scende in decima posizione lasciando Stewart solitario al comando con 30 secondi di vantaggio su Ickx che ora ha Fittipaldi alle calcagna.

La pressione di Fittipaldi porta Ickx a sfruttare tutta la sede stradale e oltre, fino a quando anche lui fora una gomma e deve fermarsi ai box a 10 giri dalla bandiera a scacchi. Amon è sempre più veloce e recupera manciate di secondi su Peterson e Cevert per poi passarli entrambi nel corso del quart’ultimo giro.

Jackie Stewart celebra la guarigione dall’ulcera con la ventesima vittoria in carriera ma gli applausi sono per Amon che chiude terzo a soli 4 secondi da Fittipaldi.

A metà campionato Fittipaldi ha 34 punti, Stewart 21, Hulme e Ickx sono fermi rispettivamente a 19 e 16. La Lotus è sempre saldamente in testa alla Coppa Costruttori con i 34 punti conquistati dal brasiliano mentre la Tyrrell risale dal quarto al secondo posto con 27 superando McLaren (23) e Ferrari (19).

Giovanni Talli

FORMULA ONE SEASON REVIEW: 2002

Vincere o stravincere, questo è il problema.

Dopo tre iridi Costruttori e due iridi piloti di fila, quello il dubbio che “attanaglia” la gente di Maranello e dintorni.

Per non saper né leggere e né scrivere in pianura padana partoriscono un missile terra-terra che risponde al nome di F2002. Un kaiser tirato a lucido ed affamato come una tigre tenuta a stecchetto per mesi fece il resto.

Risultato? Mondiale vinto a luglio (A LUGLIO!) in Francia con SEI (RIPETO SEI) gare di anticipo e passeggiata d’ordinanza per il resto della stagione che vedrà comunque salire sul gradino più alto del podio sempre un pilota rosso e ben 5 doppiette…agli altri manco le briciole. Il Kaiser eguaglia Fangio a 5 titoli iridati (sembrava impensabile solo pochi anni prima, eppure..).

Il dominio logora chi non ce l’ha (semicit.)… Difatti la supremazia schiacciante della rossa in quegli anni (e della F2002 in particolare) fa impallidire anche le varie W dell’era turbo ibrida.

La superiorità dei rossi dell’epoca era talmente grande che si permisero il lusso di cominciare la stagione con una versione aggiornata della monoposto 2001 vincendo pure la prima gara stagionale di Melbourne e salendo sul terzo gradino del podio (peggior risultato 2002 del Kaiser ndr) nella seconda a Sepang.

I numeri non dicono tutto… vero, ma nel caso della Ferrari di quegli anni ci arrivano davvero vicino.

La monoposto 2002 vinse 15 gare delle 19 a cui partecipò, compresa quella del debutto ad Interlagos (terza gara 2002) e quella di addio ad Imola dell’anno dopo (quarta gara del mondiale 2003!). Nel solo 2002 conquistò ben 14 vittorie su 15 gare, finendo ad un secondo di distacco da Coulthard nell’unica gara lasciata al resto del mondo. 24 piazzamenti sul podio sui 28 potenziali ed i 4 mancati da attribuire al solo Rubinho Barrichello che non partì in due occasioni.

Detto ciò si potrebbe chiudere qui perché, anche se si tifa rosso, stagioni del genere non restano nella memoria per le imprese epiche ma solo per l’aggiornamento delle statistiche.

Lo so qualcuno storcerà il naso perché, se proprio dominio deve essere, meglio che sia rosso piuttosto che grigio. Chi in questi anni ha criticato lo “spettacolo” messo in pista dal baraccone spesso dimentica la noia di quegli anni, le gare senza storia e senza sorpassi, l’annientamento di ogni tipo di concorrenza. Schumacher e Barrichello giocavano tutte le domeniche, con il tedesco che giocava molto meglio del brasiliano.

Gli altri?

Ritiratosi dalle corse Mika Hakkinen, in McLaren approdò un giovane Raikkonen che Ron Dennis portò via a Peter Sauber a suon di sterline che permetterono allo svizzero di costruirsi la propria galleria del vento. Il finlandese, in coppia con Coulthard,  centrò il primo podio della carriera nella gara del debutto sulla monoposto di Woking in Australia. Lo scozzese sarà invece l’ultimo pilota non rosso a vincere una gara 2002: a maggio!

Oltre allo scozzese solo Ralf Schumacher riuscì nell’impresa di vincere un Gp 2002 portandosi a casa la coppa della seconda gara stagionale a Sepang. Il tedesco diveideva il box Williams BMW con Juan Pablo Montoya il quale si piazzò terzo a fine stagione vincendo il mondiale degli altri a suon di podi e piazzamenti.

Note della stagione. Fece il suo debutto nel Circus Felipe Massa sostituendo Kimi Raikkonen in Sauber, mentre un tal Fernando Alonso lasciò il posto da titolare in Minardi per andare a fare il terzo di Button e Trulli in Renault alla corte di Flavio Briatore.

Fu l’ultimo anno di attività della Arrows. Tom Walkinshaw chiuse i battenti del team nato negli anni 70 e che aveva come fondatori gente del calibro di Jackie Oliver, Tony Southgate, Alan Rees.

Un campionato a senso unico, come pochi nella storia della F1. Era l’epoca in cui c’erano i pit stop e ci si lamentava dei sorpassi in pit lane piuttosto che in pista. Era l’epoca dei trenini con difficoltà a sorpassare per assenza del DRS. Insomma, forse non è poi cos’ vero che si stava meglio quando si stava peggio..

 

Gp Australia Melbourne.

Il mondiale parte col botto. Alla prima staccata 2002 Ralf Schumacher decide di usare la Ferrari di Barrichello come trampolino per disfare la sua Williams. Risultato: gara finita per entrambi dopo 300 metri e con loro altri 6 piloti che nel macello della prima curva disfano le monoposto. Il Kaiser, partito di fianco a Barrichello, se la cava con un fuoripista che lo tiene lontano dai guai ed alla ripartenza della gara gioca qualche giro con Montoya, Trulli e Coulthard (che gli erano finiti davanti) salvo poi sopravanzarli tutti e salutare la compagnia conquistando la prima vittoria della sua trionfale stagione.

 

Gp Malesia Sepang

Schumacher viene fermato solo da un contatto alla prima curva con Montoya nel quale danneggia il muso della sua F2001B, incidente che non gli impedisce di rimontare comunque sino al terzo gradino del podio. Corsa vinta dal fratello sul compagno Montoya che regalano a Frank Williams la prima doppietta dai tempi di Hill e Frentzen. Raikkonen comincia a sperimentare sulla propria pelle la fragilità del motore Mercedes che lo lascerà a piedi spesso e volentieri durante l’anno.

 

Gp Brasile Interlagos

La Ferrari porta in pista la F2002 per il solo Schumacher lasciando Barrichello (ancora per una gara) la F2001B. Alla partenza il poleman Montoya parte peggio del tedesco della rossa e commettendo pure un piccolo errore nella variante Senna tanto che il ferrarista gli esce davanti ed affronta la Reta Oposta già da leader. Ma JPM è un duro e alla staccata successiva attacca Schumacher con il risultato di tamponarlo rovinando il proprio alettone anteriore e la propria gara. Corsa virtualmente finita con i due fratelli tedeschi autori di un duello a distanza tra pit stop differenziati e differenti tempi sul giro a seconda del momento di gara.  Indovinate un po’ chi solitamente la vinceva in queste situazioni?

 

Gp San Marino Imola

La Ferrari domina anche la gara dell’arrivo sul circuito dei Tir della logistica e mette sul podio Barrichello per la prima delle tante doppiette stagionali. Le Williams si accodano e Raikkonen capisce che quando non si rompe il motore della MP4-17 può anche rompersi l’alettone posteriore.

 

Gp Spagna Montmelò

Si narra che la pista spagnola sia il banco di prova ideale per valutare la bontà di una vettura. Le F2002 questa volta dominano le prove, le qualifiche, il warm up e pure la corsa dei Tir per uscire dal circuito a fine weekend. Unico neo il ritiro di Rubinho durante il giro di allineamento per noie alla trasmissione.

Gp Austria Spielberg

Leggere sopra il commento alle ultime due gare, sostituire il nome del dominatore con quello di Barrichello e aggiungere al fondo che: il vincitore è sempre Schumacher che in maniera “rocambolesca” riesce ad agguantare la vittoria a 50 metri dal traguardo grazie a….. un ordine di scuderia partito dalla volontà di Jean Todt che temeva il ritorno in campionato dei…”rivali”. Passiamo avanti perché questo è un capitolo rosso di cui NON andare proprio fieri.

 

Gp Monaco Montecarlo

Sulle stradine del Principato le Michelin vanno meglio delle Bridgestone che equipaggiano la Ferrari che non fa la pole ed a Monaco si sa…. Vince David Coulthard più lesto di Montoya in partenza ed abile a restar davanti ad un Michael Schumacher rimasto intruppato dalla terza posizione di partenza. Dopo i ritiri dovuti al motore (più di una volta) e all’alettone rotto (una volta) Raikkonen assapora anche il gusto del ritiro per essere stato impallinato da Barrichello in rimonta. Dopo questa gara sarà solo ed esclusivamente una lunga teoria di vittorie e (spesso) doppiette rosse.

 

Gp Canada Montreal

Schumacher conquista la 150° vittoria in F1 per il Cavallino Rampante.

 

Gp Europa Nurburgring

Il gatto con il topo. Le Michelin e la Williams Bmw non erano affatto malaccio sul giro secco nel 2002,  ed infatti conquistano la prima fila del gran Premio d’Europa. Ma ai rossi di Maranello all’epoca bastavan pochi giri per rimettere tutti nei ranghi ed andarsene incontrastati a creare margine da poi gestire con accortezza nella seconda parte di gara. Questa fu la strategia 2002 per tutta la stagione. Ed anche in Germania la storia si ripete.  Rubens Barrichello vince la gara perchè era partito davanti a Schumacher in griglia e perchè, sull’onda delle polemiche post Austria, questa volta non viene fermato da un TO pur avendo il compagno a tiro di fumo di scarico. Sette vittorie rosse su nove GP!!!

 

Gp Gran Bretagna Silverstone

2002 British Grand Prix – Race
Silverstone, England. 7th July 2002
World Copyright: Steve Etherington/LAT
ref: Digital Image Only

Quando la pioggia comincia a cadere dopo una partenza asciutta le carte si mescolano quasi sempre. Infatti… “quasi”.. ma non in questa occasione. Vince nuovamente e il tedesco in rosso e la superiorità della F2002 permette a Barrichello di rimontare dall’ultima posizione (dalla quale partiva in quanto rimasto fermo in griglia all’avvio del giro di ricognizione) sino al secondo posto finale per l’ennesima doppietta rossa. Raikkonen spacca un altro motore.

 

Gp Francia Magny Course

21 luglio 2002- Francia Centrale. Fine della stagione di Formula Uno 2002 con quinto titolo mondiale assegnato a Michael Schumacher e record fi Juan Manuel Fangio raggiunto dopo quasi 50 anni. E’ la gara delle penalità, con il Kaiser e Coulthard penalizzati per aver toccato la linea bianca in uscita dai box. Nonostante ciò la velocità del Kaiser e della F2002 riescono sempre a tenere i rossi in gara, al punto che a pochi giri dalla fine il tedesco è ancora in scia ad un giovane Raikkonen che sta andando a vincere la sua prima gara di F1. Fino a quando non va in fumo il motore di una Toyota che sporca di olio la pista. Indovinate chi ci passa sopra per primo? Il finlandese che arriva lungo al tornantino Adelaide con il kaiser che si infila al suo interno ( ed esce largo il “giusto” per tenere fuori Raikkonen) andando a conquistarsi gara e titolo.

 

Gp Germania Hockenheim

“A casa sua”….. vuoi che non vinca Michael Schumacher fresco WC e libero dalle “enormi pressioni” per la conquista di un titolo?

 

Gp Ungheria Budapest

Stavolta vince Barrichello davanti a Schumacher. In gara non accade nulla. Le Ferrari se ne vanno e passeggiano, as usual. E’ l’ultima volta che il nome Arrows appare seppur le monoposto non scendono nemmeno in pista. Tom Walkinshaw getta la spugna messo in mora da banche e pure dal suo pilota HH Frentzen che non percepiva lo stipendio.

 

Gp Belgio Spa Francorchamps

Ti chiami Schumacher, guidi una delle monoposto migliori della storia. sei su una delle piste migliori della storia… e che fai? Non vuoi vincerla? Non vuoi fare la pole? Non vuoi vare ed il Giro più veloce della gara rifilando un secondo di distacco al secondo miglior giro dell’intera gara? Ecco.

 

Gp Italia Monza

La velocissima (sul giro secco) Williams BMW pilotata dal velocissimo JPM staccano la pole. Tra il colombiano ed il tedesco c’è una “sana” rivalità, talmente sana che al colombiano non faceva differenza alcuna sapere che stava tirando una ruotata ad una leggenda piuttosto che ad un qualsiasi Mr. Smith. “L’ignoranza” del sudamericano era commovente. Alla prima staccata i due si “annusano” per l’ennesima volta finendo larghi e perdendo posizioni. Questo permette a Barrichello di star davanti al suo compagno in rosso, garanzia che sulla durata del gran premio avrebbe potuto almeno provare ad avere qualche chance di vittoria. Ed infatti in Brianza vince il brasiliano davanti al tedesco per la gioia dei millemila tifosi bardati di rosso.

 

Gp Usa Indianapolis

Altra corsa senza storia, dominata in maniera imbarazzante e per la quel vale la pena parlarne per un dettaglio. Nella seconda parte di gara con un distacco siderale i rossi tirano i remi in barca preparando l’arrivo in parata. Schumacher aveva condotto tutta la gara davanti al compagno e sulla linea del traguardo la gara la vince Barrichello per un nonnulla. Il tedesco dichiarò in seguito di averlo fatto apposta per ripagare il compagno della vittoria “ceduta” in Austria. Mah…

 

Gp Giappone Suzuka

Finalmente finita… Come? Primo Schumacher, secondo Barrichello nella “solita” gara senza storia nemmeno sussurrata per scherzo.

Undici vittorie in stagione per il Kaiser, nona doppietta rossa, la quinta di fila.

Per fortuna che arriverà il 2003.

Grazie.

 

 

(immagine in evidenza tratta da f1grandprix)

LA STORIA DELLA FERRARI 312B: 1971 (SECONDA PARTE)

Il GP di Francia si trasferisce su un circuito inaugurato da un anno, il Paul Ricard di Le Castellet. Situato su un altopiano nel dipartimento del Var, è stato voluto e costruito dal signor Paul Ricard, 60enne iperdinamico imprenditore francese che è diventato miliardario inventando e brevettando il terribile Pastis de Marseille, una delle bevande più disgustose al mondo che evidentemente piace a molti (come la Red Bull, del resto).

French Businessman and Creator of Pastis Drink Ricard, Paul Ricard (Photo by Pascal Parrot/Sygma/Sygma via Getty Images)

Ricard ha già costruito un aerodromo per soddisfare la passione per il volo del figlio Patrick. Quando il ragazzo 25enne torna da Le Mans dove ha assistito alla 24 Ore e ha una passione in più, il padre decide di costruire una pista adiacente all’aeroporto ma non una pista qualunque: la più moderna e lussuosa d’Europa. La lunghezza complessiva è di quasi 6 km, con un rettilineo da 1800 metri e una serie di curve, dalla velocissima Signes al rampino che immette sul rettilineo del traguardo. I guardrail sono ragionevolmente lontani dalla pista con ampie vie di fuga ghiaiate per rallentare le vetture che escono di strada. Ogni postazione dei commissari è dotata di “semafori” con luci gialle e blu che si aggiungono alle classiche bandiere. C’è un semaforo anche per la partenza ma i piloti non si sentono ancora pronti e preferiscono il classico via con la bandiera nazionale.

Aerial view of the new French racing circuit in Le castellet (southern France) on May 5, 1970. – A new race track (with finance from pastis magnate Paul Ricard) with the latest safety features will allow the cars to reach the highest speeds with maximum safety. (Photo by – / AFP) (Photo credit should read -/AFP via Getty Images)

La struttura dei box è su 4 piani, con aria condizionata, negozi, ristorante e bar, sale di rappresentanza per squadre e sponsor, sala stampa dotata di telefoni e telex per 100 giornalisti e terrazza panoramica. I box sono dotati di saracinesche con serratura e di televisori da 12 pollici collegati all’impianto a circuito chiuso del tracciato. La corsia dei box è sopraelevata rispetto al piano della pista per una maggiore protezione dei meccanici e l’ingresso è rallentato da una chicane.

Ovviamente non tutti i piloti gradiscono il nuovo tracciato. John Surtees lo giudica “flat and featureless” mentre Pedro Rodriguez definisce il tratto tra la fine del lungo rettilineo del Mistral e il traguardo come un circuito “Mickey Mouse”.

Emerson Fittipaldi torna in pista dopo l’incidente stradale in Svizzera ma ha bisogno di una fasciatura per proteggere la gabbia toracica non ancora perfettamente guarita.

A bandaged Emerson Fittipaldi had recovered from his road accident and was back in action for the French GP Paul Ricard 1971

Mario Andretti non è presente in quanto impegnato in Pennsylvania nella Pocono 500 dove conclude al quarto posto. Ickx e Regazzoni dispongono delle B2 con una nuova modifica alle sospensioni posteriori per ovviare al problema delle vibrazioni. Forghieri ha collocato all’interno dei portamozzi due cilindri in alluminio contenenti un pistone con molle pre-caricate il cui scopo è di controllare le masse non sospese. Si tratta del mass damper, già presente sulla Citroën 2CV del 1948, che sarà poi determinante sulla Renault R25 del 2005.

Derek Gardner continua a modificare la Tyrrell. Dopo la presa d’aria alta, la 003 di Stewart presenta un muso avvolgente simile a quello della Porsche 908. Inoltre vengono mantenuti i freni anteriori a doppio disco Girling già usati a Zandvoort.

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La March è in difficoltà economiche e decide di utilizzare il V8 Alfa Romeo normalmente usato da De Adamich anche sulla macchina di Peterson per il semplice motivo che, non avendo ricevuto il pagamento delle revisioni, la Cosworth non ha consegnato i DFV a Mosley.

Ronnie Peterson’s March-Alfa Romeo 711

Dopo Matra e Tyrrell, anche Brabham e McLaren adottano la presa d’aria alta. La squadra di Colnbrook salta la prima giornata di prove a causa di un guasto al camion della squadra nei pressi di Lione.

Graham Hill, Brabham-Cosworth BT34

Considerando la tipologia del tracciato, con due tratti molto veloci, tutti si aspettano un dominio dei 12 cilindri almeno in prova e invece è Stewart a conquistare la pole con 8 decimi di vantaggio su Regazzoni e 1.2” su Ickx. Il DFV dello scozzese ha un suono differente da tutti gli altri e la sua Tyrrell è velocissima in rettilineo, tanto da far sorgere il sospetto che possa avere una cilindrata maggiorata o una benzina Elf speciale.

Alla partenza Stewart mantiene la pole davanti a Regazzoni, Rodriguez e alle Matra di Beltoise e Amon mentre Ickx ha immediatamente dei problemi al motore che lo costringono al ritiro dopo soli 4 giri.

Al contrario Stewart guadagna un secondo al giro su Regazzoni e si appresta a fare i primi doppiaggi. Al 20° giro esplode il V8 Alfa Romeo di Peterson inondando la pista d’olio, Stewart controlla la sua Tyrrell ma Regazzoni lo prende in pieno ed esce di pista rompendo la sospensione destra, seguito di lì a poco da Hill. Dopo due terzi di gara entrambe le Ferrari sono eliminate.

Ora Rodriguez è secondo davanti al sorprendente Cevert, a Siffert e Fittipaldi che hanno scavalcato le Matra ma anche il messicano si ritira al 28° giro per un guasto alla bobina della sua BRM. Questo è il suo ultimo GP.

Il finale di gara è caratterizzato dalla rottura di uno scarico che mette in ansia Cevert e il box Tyrrell e dalla rimonta di Fittipaldi che supera Siffert.

Jackie Stewart vince il terzo GP su 5 con un altro Grand Chelèm e torna a +14 in classifica su Ickx. Cevert, al primo podio in F1, è l’eroe del pubblico francese e Fittipaldi riporta un po’ di serenità alla Lotus con il terzo posto finale. Nel parco chiuso i commissari sportivi prelevano per la prima volta campioni di benzina dalle vetture dei primi 5 classificati.

La settimana successiva si corre la 200 Miglia di Norimberga al Norisring, quarta gara del campionato Interserie (l’equivalente europeo della Can-Am). Pedro Rodriguez è considerato uno dei più forti piloti a ruote coperte e viene ingaggiato dagli organizzatori per attirare più pubblico. Gli viene affidata la Ferrari 512M privata di Herbert Müller, amico e compagno di equipaggio di Rodriguez in diverse gare. Partito al comando, all’11° giro il messicano si appresta a doppiare il tedesco Kurt Hild con una differenza di velocità molto grande. Un’incomprensione tra i due porta Rodriguez a scartare bruscamente per evitare la vecchia Porsche 910 ma mette le ruote sull’erba, perde il controllo della 512M e si schianta prima contro il guardrail e poi contro un muro. La Ferrari prende fuoco, i commissari lo spengono prontamente, estraggono il pilota rimasto esanime dentro ai resti della vettura e lo portano all’ospedale dove muore poche ore dopo a causa delle fratture alla testa. Aveva 31 anni.

Uno dei più forti e versatili piloti a ruote coperte, è stato chiamato a guidare per le Case migliori. Per la Ferrari ha vinto 10 gare tra il 1961 e il 1965 con GT 250 California, 250 GT SWB, TRI/61, 330 TRI/LM, 250 GTO, 275 P e 365 P2. Per la Porsche, nel biennio 1970-1971, ne ha vinte 8, tutte con la 917K.

Vincitore della 24 Ore di Le Mans 1968 con la Ford GT40 e della 24 Ore di Daytona 1970 e 1971, Pedro Rodriguez de la Vega viene sepolto a Città del Messico insieme al fortissimo fratello minore Ricardo, morto 9 anni prima durante le prove del GP del Messico di F1. Nel 1986, in occasione del ritorno della F1 in Messico, il circuito di Mexico City sarà denominato Autódromo Hermanos Rodríguez.

Sport, Motor Racing, Nuremberg, Germany, 11th July 1971, Mexican driver Pedro Rodriguez pictured before the 200 mile Inter-Series race in which he was was killed in his Ferrari (Photo by Popperfoto via Getty Images/Getty Images)

La Ferrari si ferma a Le Castellet con una B2 per effettuare ulteriori test con le gomme radiali Michelin con Regazzoni ma il responsabile Pierre Dupasquier ammette che la F1 non rientra nei piani dell’azienda di Clermont-Ferrand. Queste prove sono state chieste proprio dalla Michelin per sperimentare e migliorare la costruzione delle proprie gomme portandole al limite estremo e quindi migliorare i propri pneumatici stradali e per le corse di durata.

Il Gp di Gran Bretagna 1971 è sponsorizzato da Woolmark, l’ente di certificazione internazionale di qualità della Pura lana vergine.

Anche questa volta Andretti è assente per la concomitanza con la Firestone Indy 400 che si disputa sul Michigan International Speedway. Ickx e Regazzoni dispongono di alcune novità. La Firestone porta la nuova mescola B27 per cercare di eliminare il cronico problema di vibrazioni, così come la Koni ha realizzato nuovi ammortizzatori dotati di una valvola supplementare per gestire meglio compressione e rilascio.

La pista è velocissima e la Ferrari ha anche delle novità aerodinamiche come la carenatura bianca delle testate del 12 cilindri con prese d’aria laterali per l’alimentazione (usata solo in prova).

Inoltre vengono inseriti dei cunei sulle paratie laterali degli spoiler anteriori, evidentemente ispirati a quelli visti sulla BRM a Hockenheim.

Anche Lotus e Surtees si adeguano alla “moda” delle prese d’aria sopra al casco.

Gli esperimenti aerodinamici si sprecano su una pista da 220 kmh. La McLaren adotta un musone simil-Tyrrell, scartato dopo le prove.

Sempre durante le prove, la BRM monta una presa d’aria alta incorporata all’ala posteriore ma anche questa soluzione viene scartata prima della corsa.

Regazzoni conquista la sua seconda pole davanti a Stewart che ottiene lo stesso crono ma nella sessione successiva. Terzo tempo per Siffert che ora è primo pilota della BRM e precede Fittipaldi, Peterson e Ickx.

Il direttore di corsa abbassa la Union Jack in tre tempi causando una partenza caotica per molti ma non per Regazzoni che prende subito il largo, seguito da Ickx che si infila tra Fittipaldi e il muretto dei box e giunge a Copse in seconda posizione.

Stewart non si perde d’animo e al secondo giro prende la scia a Ickx sull’Hangar Straight, lo supera prima di Stowe e si mette a caccia di Regazzoni. Al quarto giro lo scozzese della Tyrrell ripete la manovra con l’altra Ferrari, passa al comando e comincia ad aumentare il suo vantaggio come a Le Castellet. Il momento difficile delle Ferrari continua quando entrambe vengono superate dalla BRM di Siffert (che vuole onorare la memoria di Rodriguez) e Ickx ora è insidiato da Fittipaldi e Peterson.

Jacky Ickx, currently in 4th place, leading Emerson Fittipaldi and Ronnie Peterson

Regazzoni recupera la seconda posizione approfittando di problemi alla bobina, causati dalle vibrazioni, che fanno funzionare a singhiozzo il V12 BRM di Siffert. Ickx invece si ferma ai box con una gomma forata e riparte tredicesimo. I problemi elettrici continuano a tormentare Siffert che si ferma ai box per cercare di sistemare la bobina ma al 49° giro il 12 cilindri di Regazzoni si rompe e 3 giri più tardi cede anche quello di Ickx. Disastro totale per la Scuderia.

Stewart gestisce comodamente oltre 30 secondi di vantaggio su Peterson e sull’ottimo Tim Schenken ma il cambio della sua vecchia Brabham BT33 si rompe a 5 giri dalla fine, lasciando il terzo posto a Fittipaldi. Tutti gli altri sono doppiati.

Con la quarta vittoria Jackie Stewart sale a 42 punti (23 di vantaggio su Ickx e 27 su Peterson che ha riavuto il DFV) e mette nel mirino il Mondiale.

Anche questa volta i commissari sportivi prelevano campioni di carburante dalle prime tre vetture classificate. Inoltre il DFV di Stewart viene piombato per verificarne la cilindrata in seguito alle polemiche cominciate in Francia.

In casa Ferrari l’aria è molto bassa. Ickx aveva già rotto un motore nell’ultima sessione di qualifica, inoltre continuano i problemi di vibrazione con accuse reciproche tra Forghieri e i tecnici Firestone. Il mondiale ormai è perso.

L’unica nota positiva è l’inizio dei lavori di costruzione della pista di Fiorano.

Intanto arriva la sentenza definitiva sulla tragedia di Ignazio Giunti. Jean-Pierre Beltoise (che ha corso tutti i GP finora disputati tranne il primo) viene sospeso per 8 mesi a partire dal giorno dell’incidente. Potrà tornare a correre il 9 settembre, subito dopo al GP d’Italia.

Torna a riempirsi il paddock del Nürburgring per il GP di Germania, dopo le modifiche richieste e ottenute dalla GPDA. Alcuni dossi vengono abbassati, l’asfalto è completamente rifatto e soprattutto viene installato il guardrail in buona parte del tracciato per evitare uscite di pista nel bosco o nei burroni che circondano la pista. La lunghezza della corsa è ridotta da 14 giri (320 km) a 12 (247 km).

A bird’s view into the old Nuerburgring “Fahrerlager”

Mario Andretti rientra in Europa per dare man forte alla Scuderia dopo aver espletato gli impegni pregressi nel campionato USAC e aver portato al debutto la Ferrari 712M per la serie Can-Am con il quarto posto a Watkins Glen.

Anche la March adotta la presa d’aria sopra al motore sulla 711 di Peterson.

Durante le prove del venerdì Regazzoni esce di pista al Pflanzgarten. La sospensione posteriore della sua B2 subisce danni relativamente limitati e Clay può tornare ai box e ripartire con il muletto, che poi è la 312B con la quale aveva vinto a Monza l’anno precedente.

Le qualificazioni si concludono con la decima pole position per Stewart col tempo di 7’19”0, 23 secondi più veloce del tempo ottenuto da Ickx nel 1969 prima delle modifiche. Ickx, lo specialista del ‘Ring, è secondo con 2 decimi di distacco mentre Siffert e Regazzoni si prendono oltre 3 secondi. Andretti è undicesimo a +12.7”.

Una folla immensa si riversa sul ciruito dell’Eifel per assistere al ritorno delle F1. Jacky Ickx sfrutta al meglio la partenza e affronta la prima curva davanti a Stewart, Regazzoni, Hulme e Siffert.

Stewart non si perde d’animo e torna subito al comando alla Nordkehre per poi chiudere il primo giro con 3 secondi di vantaggio. Al secondo giro Ickx perde il controllo della B2 a Wippermann, sbatte contro il guardrail e conclude la sua ormai disperata rincorsa al titolo mondiale. Clay Regazzoni esce di pista per evitare il compagno di squadra, riesce a ripartire ma perde la seconda posizione a vantaggio di Siffert.

Il V12 BRM dello svizzero comincia a perdere colpi come a Silverstone, così Regazzoni e Cevert lo sperano nel corso del quinto giro.

Siffert è di nuovo costretto al ritiro per l’allentamento della bobina e Cevert scavalca Regazzoni, a ennesima dimostrazione dello stato di grazia della Tyrrell (anche se Clay ha uno scarico rotto che gli fa perdere potenza). Il francese fa segnare anche il giro più veloce della corsa.

Jackie Stewart vince il quinto GP su 7 disputati e si porta a quota 51 punti in classifica. Ickx è sempre fermo a 19 e precede Peterson, quinto al ‘Ring, con 17. Regazzoni torna sul terzo gradino del podio e Andretti è quarto. Il cerimoniere è il Ministerpräsident dello stato federale Renania-Palatinato Helmut Kohl (tra Regazzoni e Stewart) che sarà poi eletto cancelliere della Repubblica Federale Tedesca dal 1° ottobre 1982 al 27 ottobre 1998, nonché protagonista della riunificazione della Germania.

Nonostante l’ennesima batosta e la perdita delle speranze iridate la Ferrari continua a lavorare per il futuro separandosi in due squadre. Peter Schetty vola in nordamerica per provare la 312B a Watkins Glen e Mosport Park in vista del finale di campionato. Ickx e Regazzoni si fermano a Monza al rientro dalla Germania per provare un nuovo alettone e nuove gomme Firestone con le 312B2, sotto agli occhi di Giacomo Agostini e del “mago” della MV Agusta Arturo Magni.

A Ferragosto si corre in Austria dove l’anno scorso la Ferrari ha ottenuto una splendida doppietta con Ickx e Regazzoni ma quest’anno le cose hanno preso una brutta piega e solo una vittoria di Ickx con il contemporaneo ritiro di Stewart potrebbe ritardare l’assegnazione del titolo al pilota di Tyrrell. Mario Andretti non è presente perché è volato a Milwaukee per la Tony Bettenhausen 200.

La Matra sta molto peggio della Scuderia, con Beltoise sospeso per tre gare e Amon che non è riuscito a fare meglio del terzo posto a Barcellona per cui il direttore generale Jean-Luc Lagardère decide di non andare a Zeltweg per preparare al meglio i motori per Monza.

La BRM invece si presenta con ben quattro macchine per Siffert, Ganley, Peter Gethin (appiedato dalla McLaren per mancanza di risultati) e il talentuoso debuttante locale Helmut Marko che sta dominando il campionato Europeo 2-litri con la Lola. Il 28enne di Graz ha cominciato tardi a correre perché prima si è concentrato sugli studi di legge per i quali si è laureato. Ha appena firmato un contratto per correre con l’Alfa Romeo ufficiale nel Mondiale Sport Prototipi 1972.

Le March ufficiali sono tre: una motorizzata col DFV per Peterson, una con l’Alfa Romeo per Nanni Galli mentre De Adamich rimane a piedi perché non è stata pagata la revisione del suo V8 Alfa. La sua 711-1 viene così modificata per accogliere un altro DFV pagato da un altro debuttante austriaco, il 23enne Niki Lauda. Erede di una ricchissima famiglia di banchieri di Vienna, Lauda corre con buoni risultati alternandosi tra le gare in salita, l’Europeo 2-litri (vincitore a Salisburgo) e la F2.

Durante le prove Hulme effettua un giro con un muso identico a quello della Tyrrell ma rientra subito ai box e l’esperimento viene scartato.

Jo Siffert sfrutta al meglio il V12 e conquista la sua seconda e ultima pole position, riportando la BRM in testa allo schieramento dopo 6 anni. Tra l’altro il tempo viene ottenuto con il muletto. Stewart è il secondo in griglia davanti a Cevert, Regazzoni, Fittipaldi e Ickx.

Siffert e Stewart schizzano via velocissimi e cominciano immediatamente a staccare il gruppo guidato da Regazzoni, Cevert, Ickx, Schenken e Fittipaldi.

Al nono giro si rompe il motore di Regazzoni che stava duellando con Cevert per il terzo posto mentre Ickx è lentissimo e perde posizioni. Al 20° giro viene superato dalla March Alfa Romeo di Nanni Galli ed è tredicesimo, dopodiché viene richiamato ai box, ufficialmente per il distacco di un filo della candela. Il belga rientra in pista penultimo ma si ritira dopo 31 giri con un principio di grippaggio. Un altro disastro per la Ferrari dopo quello di Le Castellet.

Siffert intanto è velocissimo e stacca Stewart che ha problemi di sottosterzo causati dall’uso di gomme anteriori più strette rispetto a quelle usate nelle altre gare. Cevert raggiunge il suo compagno di squadra e lo supera mettendosi all’inseguimento della BRM. Al 36° giro Stewart perde la ruota posteriore sinistra a causa della rottura del portamozzo ed esce di pista senza conseguenze. È il primo ritiro dell’anno per lo scozzese.

A Marshal retreives Jackie Stewart’s lost wheel which caused his retirement on lap 35
Austrian GP, Osterreichring, 15 August 1971

Il momento negativo per la Tyrrell continua con Cevert che comincia ad avere noie al cambio, tanto che al 43° giro gli esplode il motore in seguito a un fuorigiri causato da una sfollata. Fittipaldi sale così al secondo posto seguito dal sorprendente Tim Schenken con la Brabham dell’anno scorso alla quale è stato adattato un muso a tutta larghezza posticcio.

Questa volta la BRM non ha problemi di accensione perché la bobina della P160 è stata spostata e fissata diversamente per cui niente sembra poter fermare Siffert il quale però rallenta negli ultimi 10 giri a causa di una foratura lenta alla gomma posteriore sinistra. Il suo vantaggio su Fittipaldi è di 27 secondi e diminuisce rapidamente ma non abbastanza per consentire il recupero. Jo Siffert vince il suo secondo e ultimo GP di F1 con 4 secondi di vantaggio su Fittipaldi e 20 su Schenken, al suo primo e unico podio. Per Siffert c’è anche la soddisfazione del Grand Chelèm. La BRM ritrova la vittoria un anno dopo al successo di Rodriguez a Spa-Francorchamps.

Il ritiro di Ickx e l’ottavo posto di Peterson fanno sì che Jackie Stewart diventi matematicamente Campione del Mondo per la seconda volta con ancora 3 GP da disputare.

Un anno fa la Ferrari aveva la macchina più forte del lotto mentre ora, nel tentativo di tenere testa al pacchetto Stewart-Ford-Tyrrell-Goodyear, ha perso competitività e affidabilità.

L’ultima settimana di agosto la squadra si reca a Monza per effettuare tre giorni di prove di motore. Il clima è rovente e non solo per il sole. Forghieri è inaffrontabile, spintona i curiosi e respinge Mario Poltronieri insultandolo pesantemente. Il pubblico in tribuna è avvelenato con la Scuderia e quando appare Enzo Ferrari partono i fischi. Il Vecchio non gradisce e giura guerra all’ingrato Autodromo Nazionale, guerra che sfocia qualche anno dopo nella promozione dell’Autodromo di Imola.

Si aggiunge a questo l’ennesima diatriba con la Firestone che, dopo la vittoria di Siffert a Zeltweg, ha già fornito alla squadra di Bourne un nuovo tipo di gomme da provare a Silverstone. Partono le telefonate da Maranello e il venerdì seguente le nuove gomme arrivano a Vallelunga dove c’è già Regazzoni pronto a salire sulla B2. Forghieri non è serenissimo.

Enzo Ferrari è arrabbiatissimo sia con la Firestone che con i suoi stessi tifosi e minaccia di non partecipare al 50° GP d’Italia ma alla fine cede e manda 4 macchine a Monza (due 312B2 e due 312B). Andretti è a Ontario, questa volta sull’ovale, per la California 500.

È passato un anno dalla morte di Jochen Rindt e Colin Chapman preferisce non scendere in Brianza. Ha infatti ricevuto un invito a comparire da parte del tribunale di Monza e ha paura di essere arrestato per cui si ferma in Svizzera e lascia la gestione della squadra a Peter Warr. Allo stesso modo, temendo il sequestro delle macchine e del materiale, Chunky decide di mandare solo una vettura per Fittipaldi (la 56B a turbina) iscrivendola con il nome fittizio World Wide Racing e senza lo sponsor Gold Leaf. La monoposto ha una colorazione molto bella, oro e blu.

Come programmato, la Matra rientra dopo essersi preparata appositamente per la pista da 250 all’ora di media. Oltre al motore, l’unica MS120B presente per Amon (Beltoise è bene che stia ancora lontano dall’Italia) è rivista anche nell’aerodinamica da Gérard Ducarouge che ha creato una mini ala posteriore e ha carenato il retrotreno con un estrattore a forma di bottiglia di Coca-Cola (12 anni prima di John Barnard).

Chris Amon in his Matra Simca-Matra MS120B

John Surtees porta la TS9B, modificata con muso a tutta larghezza e radiatori sdoppiati sulle fiancate ma decide di non usarla in gara per problemi di surriscaldamento.

Big John riporta in F1 dopo 6 anni nientemeno che Mike “The Bike” Hailwood come compagno di squadra. Il 9 volte Campione del Mondo di motociclismo ha recentemente corso con vetture a ruote coperte (terzo assoluto a Le Mans nel 1969 con la Ford GT40) e scoperte (F5000) con ottimi risultati e decide di riprovare con la F1 per tentare di diventare il secondo pilota iridato a 2 e a 4 ruote.

La Tyrrell ha preparato un’ala molto lunga che ingloba le prese d’aria per i radiatori dell’olio posteriori solo per Stewart.

Chris Amon si prende una piccola rivincita piazzando in pole position per la prima volta il V12 Matra alla media di 251.213 kmh, dopo aver sfruttato ottimamente la scia della Brabham di Schenken. L’ufficializzazione della pole arriva solo in serata (dopo le 20) quando il DS Bruno Morin si reca in direzione gara con l’elenco dei tempi presi dalla loro cronometrista e da quelli delle altre squadre. Alla presenza di Romolo Tavoni, il capo dei cronometristi monzesi ammette di aver effettivamente registrato un 1’22”4 ma di averlo cancellato in quanto “poco probabile”.

Chris Amon, Italian GP Monza 1971

In Ferrari c’è grande confusione. I piloti usano tutte e 4 le macchine a disposizione e Ickx prova addirittura le Goodyear, sia con la B2 che con la vecchia B. Ed è proprio con questa configurazione (312B e Goodyear) che ottiene il secondo miglior tempo, a 4 decimi da Amon, ma in gara userà comunque le Firestone.

In seconda fila ci sono le BRM di Siffert e Ganley mentre Stewart e Regazzoni sono solo in quarta fila. La corsa è stata accorciata da 68 a 55 giri rispetto all’anno scorso per una distanza totale di 320 km.

Regazzoni ruba clamorosamente la partenza e passa da ottavo a primo in meno di 50 metri. Alle sue spalle il connazionale Siffert, poi Stewart e Ganley. Ickx e Amon sono sesto e ottavo

Le macchine sono tutte molto ravvicinate e il gioco delle scie favorisce il rimescolamento continuo delle posizioni per almeno i primi 8 concorrenti. Ickx si tiene a distanza di sicurezza mentre Amon rallenta a causa di un problema di blistering all’anteriore sinistra e viaggia in nona posizione.

Sport, Motor Racing, Formula One, pic: 1971, Italian Grand Prix at Monza, General view of the race at Monza (Photo by Rolls Press/Popperfoto via Getty Images/Getty Images)

La battaglia è ulteriormente stimolata dai premi in denaro dei “traguardi volanti” per chi passa in testa al 13°, al 26° e al 39° giro. Il primo se lo aggiudica Peterson con la March alla quale è stata tolta l’ala anteriore per avere maggiore velocità di punta.

Le BRM di Siffert e Ganley si staccano dal gruppo perché l’aria della scia gli fa alzare la temperatura dell’acqua e precedono il loro nuovo compagno di squadra Peter Gethin che ha superato Amon ed è in nona posizione. Tra il 16° e il 18° giro si rompono il motore di Stewart e i giunti in gomma dell’albero di trasmissione delle due Ferrari. Fine delle speranze per i 100mila accorsi al Parco di Monza.

Ora tocca a Peterson e Cevert scambiarsi la prima posizione, raggiunti e superati dal sorprendente Hailwood che porta al comando la Surtees per la prima volta. Intanto Siffert ha fatto raffreddare il suo motore e ritorna prepotentemente sui primi passando in testa al 28° giro mentre Amon, che ha trovato il giusto modo di sfruttare al meglio le sue gomme, si riporta sul quartetto di testa. Improvvisamente il cambio della BRM di Siffert si blocca in quarta marcia e il vincitore di Zeltweg non può far altro che continuare alla meno peggio. Porterà comunque al termine la gara in nona posizione con 2 giri di distacco.

Amon è ora il più veloce in pista, supera i primi tre e tenta di allungare in virtù della potenza del suo V12 francese, nettamente superiore ai V8 britannici. Deve solo gestire al meglio le curve per via della gomma rovinata. Intanto, a 10 giri dalla fine, Gethin si aggiunge ai primi 4 con la terza BRM che sembra essere perfettamente a suo agio.

Quando mancano 8 giri al termine Amon, che non è riuscito a staccare gli avversari, si prepara per la battaglia finale e si strappa la pellicola della visiera sporca di olio ma si sbaglia e strappa via tutto rimanendo a viso scoperto a 300 all’ora. Lo sfortunato neozelandese deve così alzare il piede e rinunciare per l’ennesima volta a vincere un GP iridato.

Il finale è una sfida tra Peterson, Cevert, Hailwood, Gethin e Ganley. I 5 si superano più volte nel corso dello stesso giro (solo Ganley resta indietro di qualche decina di metri) e giungono insieme all’ultima curva. Peterson la prende al comando con Gethin vicinissimo che sul rettilineo sfrutta la maggior potenza del suo motore e vince per meno di un metro. Cevert è terzo, Hailwood quarto e Ganley è quinto a 0.61”. Il distacco tra i primi due in termini di tempo è di un centesimo di secondo ed è tuttora il minore in assoluto della storia della F1.

Il 31enne Peter Gethin, figlio di Ken (famosissimo fantino britannico), vince a 242.616 kmh di media stabilendo la media più veloce per un GP di F1. Verrà battuto solo nel 2003 (sempre a Monza ma con 3 chicane) da Michael Schumacher con 247.586 kmh. Quella della BRM è ancora oggi la media più alta ottenuta da un motore a 12 cilindri. Sul podio Gethin è festeggiato dal raggiante Louis Stanley (era da 6 anni che la BRM non vinceva 2 GP consecutivi) e da Margherita Freddi, vedova di Lorenzo Bandini.

Race winner Peter Gethin receives congratulations on the podium

Con il secondo posto ottenuto, Ronnie Peterson scavalca Ickx in classifica con 23 punti.

La Tyrrell vince la Coppa Costruttori con due gare di anticipo e scatta una foto commemorativa nel paddock monzese insieme ai tecnici Ford e Goodyear.

Terminata la stagione europea, la F1 si trasferisce in Canada per assegnare i posti di vice-campione in entrambe le classifiche. Lasciato Mont-Tremblant si torna a Mosport Park, un tracciato tanto bello quanto disastrato dal punto di vista delle infrastrutture, con asfalto spaccato dal ghiaccio invernale, box in legno e un tendone in plastica adibito a paddock comune.

Andretti torna sulla Ferrari che porta tre 312B2 e una 312B come muletto ma le prove effettuate da Schetty non regalano grandi aspettative per prove e gara.

Dopo due vittorie consecutive la BRM vuole chiudere il campionato superando la Ferrari nella Coppa Costruttori (il distacco è di soli 2 punti) e porta ben 5 macchine per 5 piloti: Gethin, Siffert, Ganley, Marko (promosso a pilota ufficiale) e il rientrante canadese George Eaton (pagante).

Roger Penske acquista una delle due McLaren M19 per far debuttare il suo pupillo e socio Mark Donohue che si era già messo in evidenza con la Lola F5000 a Ontario nel Questor GP vinto da Andretti. La monoposto viene ridipinta con i colori blu e giallo dello sponsor petrolifero texano Sunoco (Sun Oil Co.).

La Lotus torna alla normalità con le solite 72D per Fittipaldi e Wisell. Ritorna anche Beltoise che ha scontato definitivamente la sospensione della licenza.

Tra le curiosità c’è il debutto del britannico Chris Craft con una vecchia Brabham che ha sulle appendici alari lo sponsor Bick’s, un’azienda canadese di cetriolini sottaceto.

Durante le prove Ronnie Peterson, secondo nella classifica dei piloti, sperimenta un musetto piatto ma in gara tornerà al caratteristico “vassoio” della 711.

Stewart fa segnare ancora una volta la pole position con 2 decimi di vantaggio su Siffert e 4 su Cevert. Le Ferrari sono in enorme difficoltà con Ickx dodicesimo davanti ad Andretti, con Regazzoni solo diciottesimo.

La domenica mattina durante il warm-up Henri Pescarolo esce di pista con la March di Frank Williams riportando una ferita al collo che gli impedisce di prendere parte al GP. Herbie Blash riporta ai box la 711 incidentata.

Tra le gare di contorno che precedono il GP ce n’è una di F.Ford. Un testacoda coinvolge 4 macchine che finiscono addosso ai commissari di percorso ferendone quattro. Entra l’ambulanza per soccorrerli e si ferma nella zona dell’incidente ma la corsa continua. Il 35enne Wayne Kelly supera un avversario ma arriva lungo proprio in quella curva e si schianta contro il retro dell’ambulanza ferma in pista. Aveva 35 anni.

CANADA – SEPTEMBER 19: Waving other drivers past; three race marshall the wreckage of the racing car in which Wayne Kelly; 37; was decapitated at Mosport Park yesterday after his car estimated 110 miles an hour; smashed into an ambulance that filled onto the track to aid the victim of a previous accident. others cars were involved in the crash in the preliminary race. [Incomplete] (Photo by Boris Spremo/Toronto Star via Getty Images)
La corsa viene sospesa perché la legge canadese prevede che si svolgano gli accertamenti del caso. Questo fa spostare la partenza del GP di due ore che prende il via sotto la pioggia battente.

Alla terza curva Siffert, accecato dal fango sparato da Stewart, esce di pista portando scompiglio nel gruppo e precipita nelle retrovie lasciando spazio a Peterson, Beltoise, Donohue, Fittipaldi e Ickx con la migliore delle Ferrari. Regazzoni è dodicesimo ma all’ottavo giro scivola sulla pista viscida e conclude la sua corsa contro il guardrail mentre Andretti si ferma ai box per far controllare l’impianto elettrico.

Al 14° giro Donohue si ferma per cambiare gli occhialoni (è l’unico che corre ancora col casco Bell Star jet) ma il suo vantaggio su Ickx è tale da mantenere la quarta posizione. I primi tre raggiungono Hulme per doppiarlo, Stewart e Peterson passano con relativa facilità mentre Beltoise tenta di forzare il sorpasso e conclude la sua gara contro il guardrail.

Peterson pressa Stewart e al 18° giro supera il due volte campione del mondo e si porta per la prima volta in testa a un GP di F1.

Il pilota della March allunga portando il suo vantaggio a oltre 4 secondi ma lentamente Stewart si riporta sotto e mette pressione al 27enne svedese che arriva lungo in frenata e restituisce la prima posizione allo scozzese. Nel tentativo di non perdere contatto Peterson si scompone e urta il doppiato Eaton andando in testacoda e piegando l’ala anteriore.

Ickx è in crisi con le gomme, fatica a mantenere in pista la B2 e viene superato da Hulme, Wisell, Fittipaldi e Cevert. Nel frattempo la pioggia smette e viene sostituita da una coltre di nebbia che cala sul circuito e costringe il direttore di gara a concludere la corsa dopo 64 degli 80 giri previsti esponendo insieme la bandiera a scacchi e quella rossa (prima volta nella storia della F1).

Stewart vince il suo sesto GP dell’anno davanti a Peterson che è matematicamente vice-campione del mondo e ha firmato per correre il Mondiale Sport Prototipi 1972 con la Ferrari. Mark Donohue sale sul terzo gradino del podio al suo debutto in F1.

L’ultimo GP si corre sul rinnovato circuito di Watkins Glen. I vecchi box sono stati demoliti e ricostruiti in un’altra zona, con ampi spazi e relativi garage (ma sempre col Kendall Tech Center adibito a paddock coperto comune). La pista è stata allungata di 1700 metri (da 3700 a 5400) con l’aggiunta di una zona mista e un ulteriore dislivello che rendono il tracciato molto tecnico. La sede stradale è stata allargata, riasfaltata e circondata dai guardrail per tutta la lunghezza.

Il rifacimento è costato 2 milioni e 300mila dollari (col cambio a 625 lire dell’epoca corrispondono a 13 milioni e 200mila Euro odierni) ma gli organizzatori non hanno certo problemi di soldi. Il GP degli USA è quello più ricco di tutti (50mila dollari per il vincitore) e per attirare più pubblico paga a Peter Revson, dominatore della serie Can-Am, il noleggio della terza Tyrrell ufficiale.

Mario Andretti e Mark Donohue sono i più attesi nel vero senso della parola, infatti sono iscritti sia al GP che alla concomitante Trenton 300 che si disputa nel vicino New Jersey. Entrambi disputano le prove al Glen perché a Trenton piove (negli USA non si corre sotto la pioggia) e sono fiduciosi anche per la gara perché le previsioni della domenica sono identiche. Per precauzione Penske fa girare anche David Hobbs con la macchina di Donohue, nella eventualità che il suo primo pilota debba andare a disputare la gara USAC.

Anche questa volta Jackie Stewart parte dalla pole (la sesta su undici qualifiche) battendo Fittipaldi  per meno di 2 centesimi (i tempi sono registrati al millesimo di secondo). Hulme completa la prima fila e precede Regazzoni e Cevert. Andretti è sesto mentre Ickx, che ha rotto il motore sulla B2, decide di correre con la vecchia 312B.

La domenica il sole splende sul Glen ma anche a Trenton per cui Andretti e Donohue salutano la compagnia e volano nel New Jersey con il Lear jet di Penske.

Hulme sorprende tutti alla partenza e si arrampica sulla Esse davanti a Cevert e Stewart ma già nel corso del primo giro il Campione del Mondo si riporta al comando.

Il fuoco di paglia di Hulme si spegne presto, lasciando il passo prima a Cevert e poi a Ickx, Siffert e Regazzoni. Stewart comincia ad avere problemi di sottosterzo e al 14° giro lascia passare volontariamente il più veloce compagno di squadra cercando di trattenere gli inseguitori per quanto possibile. Ickx impiega tre giri per liberarsi dello scozzese accumulando ben 6 secondi di distacco da Cevert. Regazzoni si gira e scivola dalla quarta all’ottava posizione lasciando Siffert tranquillo al terzo posto. Nel frattempo Ickx sfrutta la maggiore scaltrezza nei doppiaggi e recupera gran parte del distacco dalla Tyrrell, fa segnare il giro più veloce ma improvvisamente comincia a rallentare. Dal posteriore della 312B penzola un pezzo dell’alternatore e da lì a poco il belga è costretto a ritirarsi.

Ora Cevert può rilassarsi avendo oltre 30 secondi di vantaggio su Siffert e oltre 40 su Peterson che ha scavalcato Stewart, sempre più in crisi con le gomme tanto da perdere anche il quarto posto in favore della BRM di Ganley.

Dopo Rindt e Fittipaldi il pittoresco direttore di corsa Tex Hopkins saluta con il solito salto per il terzo anno consecutivo la prima vittoria di un pilota. Questa volta è François Cevert su Tyrrell.

Con il secondo posto Jo Siffert consente alla BRM di superare la Ferrari nella Coppa Costruttori e chiudere al secondo posto. È l’ultimo podio per lo svizzero.

Il Mondiale è finito ma non la stagione di gare. Al rientro in Europa Ronnie Peterson completa il suo successo personale a Vallelunga dove si laurea Campione Europeo di F2, sempre con la March ufficiale, battendo l’argentino Carlos Reutemann su Brabham.

A proposito di Brabham, a un anno dall’addio di Black Jack, anche Ron Tauranac decide di vendere le sue quote societarie. L’acquirente è Bernie Ecclestone, ex manager di Jochen Rindt. In Ferrari si cerca di reagire a quello che è un fallimento: da squadra favorita a delusione del campionato. Per prima cosa si ripristina la sospensione posteriore allo schema tradizionale che aveva funzionato così bene nel 1970. Regazzoni lo prova subito a Vallelunga. Seguiranno altri test a Le Castellet e Modena. Intanto sta per essere ultimata la pista di Fiorano. L’asfalto è già posato, mancano le infrastrutture tecnologiche.

Il 24 ottobre si corre a Brands Hatch la Rothmans World Championship Victory Race, una gara per F1 e F5000 alla quale partecipano le squadre britanniche che chiude la stagione nella data che era destinata al GP del Messico, poi cancellato per la morte di Pedro Rodriguez. Jo Siffert ottiene la pole con la BRM ma parte male e perde parecchie posizioni. Al 15° giro, nel tratto velocissimo in discesa che porta verso la Hawthorn Bend, si rompe qualcosa sulla sua macchina che si schianta contro il terrapieno all’esterno della curva, ribaltandosi su un fianco e prendendo fuoco. Siffert non riesce a liberarsi e muore tra le fiamme. Aveva 35 anni.

 

Giovanni Talli

FERRARI 2022: CI RISIAMO

Ci risiamo.

Le buone e amate vecchie abitudini italiche non muoiono mai.

Non è ancora cominciata la stagione di Formula Uno 2022 che già la testa del capo della Ges è pronta ad essere mozzata. Binotto ed Elkann pronti a dividersi nel caso in cui la monoposto 2022 dovesse fallire.

Su questo poco ci sarebbe da discutere, perché in un mondo normale quando non fai il tuo lavoro rispettando gli obiettivi il minimo che ti possa capitare è che ti caccino. Ma devi prima averlo fatto questo lavoro…. devi prima aver dato prova di aver fallito.

Nel frattempo, in un mondo normale, dovresti lavorare in santa pace, consapevole dei rischi, ma con un clima intorno che possa permetterti di rendere in tutta serenità.

Invece no, in Ferrari non è cosi.. La strada deve sempre essere in salita e chiunque deve essere processato prima del tempo.

Che fretta ci sarebbe nell’aspettare che la monoposto scenda in pista per poterne verificare il potenziale prima di “sfiduciare” chi ha “orchestrato” il gruppo di lavoro?

Non mancava molto, solo un paio di mesi. Eppure in pianura padana si perde il pelo ma il vizio mai.

Binotto sulla graticola ci sta già di suo da quel giorno che sostituì Arrivabene. Ma chi ha il potere dovrebbe evitare di alimentare il fuoco sotto, almeno sino a quando non ha tutte le evidenze che la carne vada bruciata.

Poteva partir meglio la stagione 2022 rossa, ed invece parte per l’ennesima volta in un clima che definire deleterio è essere ottimisti.

Auguri a tutti i ferraristi del mondo.

 

(immagine in evidenza tratta da virgilio sport)