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FORMULA 1 2018 – SINGAPORE AIRLINES SINGAPORE GRAND PRIX

Mi ritrovo qui, davanti ad una grossa indecisione; per i ferraristi, è peggio ricordare Singapore 2017 o la scorsa Monza 2018?

Nel 2017 il trittico asiatico doveva essere il crocevia per il titolo, ma la pista di SingSing divenne l’essersi trovati davanti ad un bivio, imboccando invece la “highway to hell”.

Il 2018 invece, ha già proposto un trittico di mera disperazione sportiva, con le somme delusioni di Le Castellet, Hockenheim e Monza (abboniamo parzialmente Baku) , portando i tifosi rossi, a pensare che l’epilogo di questa stagione sia abbastanza nefasto.

Quale sia il punto di congiunzione della gara del 2017 e gli errori del 2018? Sempre il buon Sebastian Vettel, che sta risultando assai carente di sangue freddo, soffrendo fin troppo la pressione. Lo scorso anno, la dimostrazione la diede chiudendo in malo modo la traiettoria a Verstappen, finendo con il creare la carambola “perfetta”, una delle scene più apocalittiche, di due Rosse che si schiantano fra loro. Nelle gare di questa stagione, avendo forse più ansia da prestazione e poca pazienza, nel pensare che la corsa è lunga, lo si è visto prodursi in due grossi errori nelle fasi iniziali  (proprio lui che si lamentava di ciò, in quel della Russia 2016), ed unico a sbagliare sul bagnato, quando poteva gestire il vantaggio.

Per la gara di Monza, suggerivo al crucco di imparare la manovra di Schumi alla roggia del 2003 (allego diapositiva)

Ma il buon crucco, deve aver guardato la gara del 2004 (allego video)

Uso questi due istanti della Roggia, per far vedere che anche i migliori non sono esenti da errori, ma spesso ci si ricorda solo delle manovre ben riuscite, più delle altre.

Ma tiriamo una linea sul passato, visto che in questi giorni, si è già detto di tutto e di più a riguardo e avrei voluto avere i social, per leggere cosa si sarebbe detto e scritto del RE SCHUMI, dopo Jerez ’97, Spa ’98, Suzuka ’98 o Spa ’00.

Magari, come quella Monza ’00, Singapore potrà essere a sua volta l’inizio del riscatto e punto di partenza per una storia di gioia Maranelliana/Vetteliana, perchè tutto sommato la macchina c’è e su questo circuito cittadino, il Sebastiano è colui che meglio di tutti lo ha saputo interpretare, dalle qualifiche alla gara, dominando le corse o rendendosi artefice di grandi rimonte. Occhio però a non sottovalutare il buon Hamilton, che segue a poca distanza per numero di vittorie, pole e podi, fra i muri del gp cittadino notturno.

La stagione è ancora lunga, visto che ci sono ancora 7 gp da correre, con i loro 175 punti a disposizione,  ma ora più che mai, Vettel è chiamato a correre delle gare davvero perfette, senza più errori. Probabilmente si ritroverà solo contro 3 piloti, con la Mercedes che ha ormai sdoganato il servilismo di Bottas, per aiutare Hamilton nella corsa al titolo. In Ferrari, probabilmente Raikkonen vuol cercare di dimostrare che è ancora Iceman e ottenere quella vittoria che manca dal suo ritorno in Rosso. Forse però l’annuncio di correre per Sauber nelle due prossime stagioni (valangata di soldi), può aver messo il Finnico nella condizione di pace con quelli di Maranello, ed aiutare il Tedesco nella rincorsa al titolo.

Hamilton resta ancora il favorito, anche in virtù di una stagione che gli ha già visto mettere uno 0 in classifica per problemi tecnici, oltre ad aver saputo uscirne alla grande, da situazioni difficili, come a Silverstone e Hocknheim, segno di un pilota più concentrato che mai all’obiettivo e lontanissimo dal fare errori sciocchi, esattamente l’opposto del pilota della rossa.

Difficile da credere a una Red Bull che possa essere terza incomoda nella corsa, visto che Mercedes e Ferrari hanno alzato di parecchio il livello, con la Renault che ha deciso di usare il team di Milton Keynes, come sviluppo in gara dei suoi motori, quanto meno con Ricciardo.

Haas ha fatto ricorso per la squalifica di Monza, figlia di un fondo vettura non omologato, risultato di una mancata soluzione di un problema di raccordatura, inserita nel regolamento a Luglio, a cui il team non ha posto rimedio, giustificandosi nel non aver avuto tempo, a causa della pausa estiva. Insomma, un pò forzata come giustificazione, tuttavia In Haas si dicono sicuri di portare via la quarta posizione in classifica costruttori a Renault, anche senza la restituzione dei punti di Monza e la cosa par probabile, guardando le prestazioni dal Canada a oggi.

Da seguire attentamente la Racing Point Force India, che da quando ha cambiato gestione, pare essere tornata ai suoi fasti migliori e anche in questo caso, la stagione è ancora lunga e chissà che non siano invece loro, a prendere la 4 posizione nei costruttori.

La lotta per la quarta posizione, è quasi come vincere il titolo degli umani, visto il distacco siderale che c’è fra i primi 3 team e il resto del gruppo, la F1 dovrebbe meditare su questo aspetto, perchè l’era dei comprimari, non si sa quanto possa durare ancora, prima di ritornare ad avere delle defezioni del parco partenti, sopratutto se a sparire potrebbero essere McLaren o Williams (non che sia imminente, ma si sa mai)

Ps occhio che curva 16 e 17 saran modificate, andando a ridurre il tracciato di BEN 2 metri! Non mettetevi a sperare che aiuti i sorpassi eh.

Ps 2 Mi spiegate il senso di definirsi terzo pilota di un team, se puntualmente questo non salirà mai sulla monoposto, anche in caso di defezione o cambio pilota? Già successo in altre occasione, ma ora mi riferisco alla Williams, che ha già annunciato che nel caso Stroll dovesse cambiar team, non è per nulla probabile che il sedile venga occupato da Kubica.

Ps3 Non comprendo le scuse di Arrivabene a Bottas, per averlo definito un maggiordomo, ennesimo capitolo di un team principal dal poco spessore. In altri tempi, le parole contro la Ferrari e i suoi giochetti con i piloti, son state più che al vetriolo, quindi questo era solo un: “Ieri a me, oggi a te”

Ps4 Saluti

Davide_QV #ritornatoaparlarediF1

MIDFIELD ANALYSIS

Did McLaren destroy Alonso or did Alonso destroy McLaren?

 

After I had written and published my first analysis, in which I looked at the race performance of Ocon, Gasly and Leclerc over the first 12 races of this season, I thought of doing the same thing with 3 prominent midfield drivers.

 

The analysis of Ocon, Gasly and Leclerc was to look at their race performance and try to ascertain whether it justified either one of them being considered to move up to the main team. The results seem to indicate that Ocon probably is ready to move to Mercedes, while it’s very questionable whether that holds true for both Gasly and Leclerc. Recent events have had an impact on that analysis. Ocon won’t be moving to Mercedes next year as Bottas was re-signed. I wonder if Hamilton is using a similar system and decided he didn’t want Ocon as a team-mate. Ricciardo’s move to Renault may necessitate Red Bull to move Gasly into their main team, if they want to stick to promoting from within, as they have no other viable options. Hartley clearly isn’t qualified to be in a Red Bull, or F1 😉. And finally, Sergio Marchionne’s death, and the installation of Louis Camilleri as the new CEO, may cause Ferrari to keep things as they are, especially as Vettel and Arrivabene both indicate they want Räikkönen to stay.

 

While the analysis of the young drivers was to try and determine, as I mentioned above, whether they are ready to move up, the analysis of two of our mid-field drivers is to determine if starting right behind the top 6 of Ferrari, Mercedes and Red Bull (and usually scoring points in the process) is masking their true race performance. Our third driver is a two-time world champion who is hobbled by a (seemingly) bad car but likes to claim he is still one of the best, if not the best driver in F1 today.

 

The three drivers I’ll be looking at are: Haas’ Kevin Magnussen, Renault’s Nico Hulkenberg and last, but not least, Fernando Alonso of McLaren.

Since I had analysed Ocon in the previous article I decided I should look at the other top drivers of the midfield.

I haven’t made any changes in the metrics that I used when looking at Ocon, Gasly and Leclerc

First up: Kevin Magnussen

I don’t think there can be much doubt that Magnussen has been the best driver at Haas this season. He has out-qualified Grosjean 9 – 3, outscored him 45 – 21. Magnussen has only had one DNF compared to four for Grosjean, and that was a team mistake when his wheel wasn’t properly attached in Australia.

The first thing you notice about Magnussen is his adjusted grid position gains him, on average, almost 1 place. He then loses that gain in his race result. In 45% of races he has lost final race positions compared to his adjusted grid position start. And cumulatively he has lost 1 place.

Second Up: Nico Hulkenberg

It’s clear that Renault are at the top of the mid-field, currently 4th in the Constructors World Championship, 16 points ahead of Haas. While Hulkenberg and Sainz are tied 6 – 6 in qualifying, Hulkenberg has outscored Sainz 52 -30 and did it while have having 2 more DNF’s. Hulkenberg is gaining on average 1.3 positions when his grid position is adjusted and another 0.5 positions for his final race. Only twice out of the 9 races he finished, he has lost places and cumulatively has gained 5 places.

And finally: Alonso

Alonso gains 2.6 places on the grid when his starting grid position is adjusted. He gains another 2.7 places from his adjusted start to finishing position. He gains a massive 21 cumulative places over the 8 races he finishes!

 

Conclusion

 

Only one driver of the three, Hulkenberg, was close to what I believed he would do before I started this analysis. I’ll be honest and state that I’ve never rated Hulkenberg as a great driver, but as journeyman mid-field one. The best word that you could use to describe him is consistent. 5 times out of 9 races he’s qualified 7th. In his true positions gained, he picks up one or two in one race and drops them in another. It’s fairly clear that the Renault is the best car In the mid-field, yet regardless of where he starts and on what kind of track he is racing on, he seems unable to really standout. I believe I see now why Renault decided to keep him instead of Sainz and it comes back to being consistent, something which Sainz isn’t. I see Hulkenberg’s role next season as being similar to Riccardo Patrese’s at Williams, when Mansell was his teammate. You’re not here to lead the team but be a safe set of hands that will not make mistakes and maximize the points you score. And for Hulkenberg this role marks him now as a forever number 2.

When I first looked at Magnussen’s chart my first impression was I had done something wrong. The Haas team have made great strides and the new Ferrari engine, which I believe is now the best in F1, has been a big part of this season’s success. Guenther Steiner, the Haas team principal, has made many positive comments about Magnussen; saying he has really upped his game this season.

 

Yet I come back to my chart and I’m afraid I don’t see it. Yes, Haas is doing better because they have a better car, but Magnussen cumulatively has lost a position. In 5 races out of 11 he’s lost places. It looks to me like Magnussen is a qualifying specialist and an average race driver, who can put his car high on the grid but doesn’t have the race pace to keep it there. 8 times Magnussen, when grid adjusted, has qualified 10th or better, yet only twice has he gained any positions. I get the sense that the Haas car is making Magnussen look a lot better than he really is. I would like to see Haas replace Grosjean with Leclerc and keep Magnussen in much the same role as Hulkenberg will have at Renault, a solid driver who can score points as I don’t think Magnussen has the talent to take Haas any further than it is now.

 

And finally, Alonso… It’s hard to know where to start with Alonso. If you don’t adjust his grid position and look at his final race position, he is on average gaining 5.3 places a race. When grid adjusted its 2.7 places. Cumulatively he has gained 21 places from his adjusted position over 8 races. Those are massive position gains. Some will simply say that Alonso is the best driver around – that’s why. But there are still a lot of questions I have.

 

The main question I have is: why can Alonso, it seems, easily pick up positions during the race, but can’t qualify his car well? Alonso’s average final race position is 7.2, which means he is finishing just behind the front runners of Ferrari, Red Bull and Mercedes. Yet his adjusted grid place is 9.9, meaning he is effectively on average, the worst Q3 qualifier.

 

That then begs the question is this a car issue or an Alonso issue. If it’s a car issue, the fault lies entirely with McLaren. And Boullier’s head rolled because of it. If however it’s an Alonso issue, meaning the car was essentially designed and is set-up for Alonso, and while in race trim it seems to suits Alonso perfectly, but it doesn’t in qualification, Boullier was a sacrificial lamb and McLaren have a much more serious problem. Brown has allowed Mclaren to effectively be turned into a one-car team to suit Alonso, as I believe Vandoorne isn’t as bad a driver as his record this season indicates.

 

If, as I speculate, Alonso has pushed Brown so McLaren focus on him to the detriment of Vandoorne, I can see why other teams, when coupled with his toxic influence within a team, are reluctant to consider him.

Doesn’t this mean the downfall of McLaren has only just begun? Rather than working towards a solution the will are feeding the problem even more…

Is the news that Alonso quits after this season good news for McLaren? Or did McLaren destroy Alonso’s career?

Let me know in the comments.

 

Article by Cavallino Rampante edited by Phil Bruznic

FORMULA 1 2018 ROLEX AUSTRALIAN GRAND PRIX

Ciao Ringers! Benvenuti a questa inedita, per quanto riguarda le modalità, preview del Gran Premio d’Australia, prima gara della stagione di F1 2018. La mancata presenza di “inviati” a Barcellona per la sessione di test ha reso necessaria un’analisi virtuale delle prestazioni, sempre più di moda nel Circus iridato. Per prima cosa si parlerà quindi delle due settimane trascorse dai team al Montmelò, nel tentativo di riuscire a sviluppare una riflessione più possibile completa sulle attività svolte dalle squadre e sulle gerarchie che ci potremo aspettare in Australia. Al termine dell’articolo la consueta griglia di partenza prevista sulla base delle considerazioni che sono state sviluppate.

Premessa

Come detto per i test del 2016 e del 2017, ciò che segue è frutto di riflessioni ed impressioni di due appassionati non addetti ai lavori, le previsioni che seguono non devono assolutamente considerarsi oracolari, anzi sono un buon pretesto per aprire una discussione in cui come sempre la parola di ognuno ha la stessa valenza di quella di chiunque altro nel Bring. Per i vaticini le pagine web, i giornali, le trasmissioni tv (e qualsiasi altro canale comunicativo vi venga in mente) si sprecano in quantità, quindi se volete avere sapete benissimo dove cercare.

Buona lettura da Braccio e Chris (in rigoroso ordine alfabetico)!

Condizioni al contorno

Prima di passare alla valutazione del comportamento delle vetture in pista, è opportuno tenere in considerazione tre fattori esterni ai team ma fondamentali per le prestazioni mostrate nelle due settimane di test al Circuit de Catalunya.

  1. Meteo
  2. Asfalto
  3. Pneumatici

1)  La prima settimana di prove è stata quasi del tutto inutile a causa delle condizioni ambientali decisamente sfavorevoli. Pur se si tralasciano le due giornate di pioggia (e neve!) avute nella parte centrale della prima sessione, anche il primo e l’ultimo giorno sono stati decisamente poco probanti per valutare le qualità ed i difetti delle vetture. Le temperature prossime agli 0°C non hanno permesso di far lavorare gli pneumatici in situazioni simili a quelle che si vedranno solitamente durante il campionato e per le quali la Pirelli dovrebbe aver sviluppato il progetto. Ogni riflessione più precisa è quindi da riferire alla seconda settimana di test, nella quale il clima è stato decisamente più mite e si è potuto girare con temperature della pista superiori ai 20°C.

2) Rispetto alla gara di maggio 2017 il circuito è stato riasfaltato, soprattutto per eliminare gli avvallamenti nelle zone di frenata, molto fastidiose per il motomondiale. Questa modifica comporta principalmente la mancanza di un riferimento con il quale confrontare seriamente le prestazioni degli scorsi anni, sia dal punto di vista dei tempi sul giro, sia per il fattore pneumatici e relativo consumo. Secondo i dati forniti dalla Pirelli si può stimare in 4 decimi il vantaggio dato dal nuovo asfalto, sicuramente con un effetto conseguente di aumento di usura degli pneumatici.

3) Pirelli ha introdotto quest’anno ulteriori due mescole alla già ricca gamma di gomme slick utilizzabili durante il campionato. Alle già note US, SS, S, M, H sono state aggiunte la Hypersoft (HS) a banda rosa e la Superhard (SH) a banda arancione (la Hard avrà colorazione celeste). Secondo i dati forniti ci sarà inoltre uno scivolamento di tutte le mescole verso una maggior morbidezza, per cui in teoria la Superhard di quest’anno corrisponderà alla Hard dello scorso anno e così via, fino alla Ultrasoft che già per queste modifiche dovrebbe essere una ipotetica Hypersoft della passata stagione. L’obiettivo è quello di introdurre una maggior variabilità di strategie nell’arco della gara, con almeno due pit stop su ogni circuito. Certamente questo è un elemento da tenere in considerazione per qualsiasi analisi prestazionale. Da valutare infine la finestra di utilizzo delle mescole: le gomme Soft e Hard sono di consueto delle “high working range”, mentre le Ultrasoft, Supersoft e Medium sono “low working range”. Per quanto riguarda i nuovi compound introdotti, le Hypersoft dovrebbero avere una finestra di utilizzo attestata sulle basse temperature, mentre le Superhard sulle alte.

Analisi del comportamento delle vetture lungo la pista

Percorriamo un giro virtuale del Circuit de Catalunya per valutare i punti di forza e di debolezza delle nuove F1 in ogni tratto del circuito su cui si sono svolti i test. A differenza degli ultimi due anni, l’analisi qui riportata si basa solo su video trovati in rete e quindi sarà certamente più limitata e meno attendibile di quelle effettuate nelle passate stagioni; inoltre la descrizione non riporta il confronto fra i team tratto per tratto, ma viene analizzato il comportamento lungo il tracciato di ogni vettura in ordine di classifica del Campionato Costruttori 2017.

Si riporta innanzitutto il layout del circuito di Barcellona con l’indicazione delle curve, così da rendere più immediata l’individuazione dei tratti analizzati.

Mercedes

Il team campione del mondo in carica e dominatore dell’era ibrida ha messo in pista una monoposto che, vista in azione, lascia stupiti per l’estrema guidabilità, la facilità di inserimento in curva e la trazione in uscita. In realtà c’è ben poco da dire sulla W09 Hybrid, praticamente perfetta in ogni settore del tracciato catalano; in particolare salta all’occhio la differenza rispetto al comportamento che, nei test del 2017, la monoposto aveva nel terzo settore. I continui ed evidenti problemi di trazione sono ormai un vecchio ricordo, i piloti non devono compiere correzioni sul volante e l’uscita dalle curve è sempre molto “facile”. A questo contribuisce certamente l’ottima erogazione della PU, che come l’anno scorso, sembrerebbe essere una spanna sopra alle altre. Non manca neppure agilità nella stretta chicane prima dell’ultima curva, dalla quale i piloti possono uscire in modo ottimale verso il rettilineo dei box. Se a queste caratteristiche si aggiungono i soliti pregi già mostrati (e forse ulteriormente incrementati) negli altri tratti della pista pare evidente che anche quest’anno in Mercedes hanno realizzato la macchina da battere. Praticamente la W09 è effettivamente una W08 rivista per correggerne i pochi punti deboli e potenziarne i tanti elementi di forza.

Ferrari

La monoposto di Maranello sembra attualmente, nel comportamento, la Mercedes dei test del 2017. Certamente la decisione di allungare il passo ha comportato la necessità di rivedere e perfezionare certi equilibri, specialmente al posteriore; la vettura sembra soffrire di un cronico sovrasterzo, proprio come la W08 Hybrid a inizio stagione 2017. Questo comportamento è visibile in ingresso curva 1, dove spesso i piloti si sono trovati a correggere per evitare il testacoda, ma anche nel terzo settore, in uscita in particolare dal tornante (curva 10) e dalla chicane che immette sul rettilineo principale. C’è da dire che, almeno apparentemente, le difficoltà mostrate da questa Ferrari sono inferiori a quelle palesate l’anno scorso dai campioni del mondo; nel resto del circuito la SF71-H ha lo stesso comportamento del modello precedente, con grande stabilità in percorrenza nelle curve veloci. A differenza della Mercedes si nota un maggior rollio, specialmente nei passaggi da curva 3 a curva 5, segno forse di un assetto più gentile sulle gomme che potrebbe anche spiegare la difficoltà di mandarle in temperatura nei primi giorni di test. Di tutto rispetto è il confronto con Mercedes nel settore centrale, da curva 4 a curva 9, mentre sembrerebbe che nella chicane prima dei box la Freccia d’Argento sia più agile, a confermare le difficoltà di inserimento date un posteriore troppo “ballerino”.

Red Bull

La monoposto progettata dai tecnici guidati da Adrian Newey sicuramente ha iniziato la stagione con un livello di competitività diverso rispetto a quello del 2017. E’ molto più difficile individuare delle debolezze rispetto ai due team dominanti della scorsa stagione; il punto di forza di questa vettura è sicuramente la velocità di percorrenza delle curve ad ampio raggio, nelle quali i piloti si possono permettere di tracciare traiettorie più strette rispetto a Mercedes e Ferrari; eclatante in questo senso è la lunga curva 3, percorsa tutta vicino al cordolo interno, ma anche curva 4, nella quale la RB14 mostra un ottimo comportamento sia in ingresso che in percorrenza ed in uscita, certamente molto migliore rispetto a ciò che permetteva la RB13 nei test di inizio 2017. Assolutamente di livello anche l’approccio alla curva 9, nella quale sembrerebbe che la vettura di Milton Keynes sia più efficace di Mercedes e Ferrari, specialmente per quanto riguarda la velocità nel punto di corda. Colpisce molto l’estrema guidabilità e reattività, specialmente nel cambio di direzione fra le curve 1 e 2, così come fra la 7 e la 8 e nella chicane 14-15 che precede l’ingresso in pit lane. A fare da contraltare a quest’ultima caratteristica sicuramente c’è un comportamento un po’ nervoso nei cambi di direzione; la vettura sembra non estremamente prevedibile, per cui quando i piloti riescono a sfruttarla al massimo permette un’ottima prestazione, ma probabilmente in ottica gara non sarà facile gestire al meglio gli pneumatici e garantire costanza di passo in presenza di questo caratteristico nervosismo nei cambi di direzione.

Force India

Il team indiano sembra aver messo in pista anche per questa stagione un’ottima vettura. Colpisce in particolar modo il lavoro per quanto riguarda l’aerodinamica, che garantisce un carico tale da non sfigurare nella percorrenza delle curve veloci (3,4,9) sia per quanto riguarda la velocità all’ingresso, al punto di corda ed all’uscita. La traiettoria riesce sempre ad essere molto stretta nonostante il lavoro sia stato svolto, in modo poco appariscente, quasi sempre con mescole M e S; pur con queste scelte di pneumatici la vettura non mostra instabilità, neppure nel terzo settore, dove la notevole coppia della PU Mercedes necessita certamente di un posteriore stabile per percorrere al meglio la lunga curva 12 ed avere una buona uscita dalla chicane che precede l’ultima curva. Si nota soltanto una leggera instabilità nel posteriore (con gomma M), in ingresso di curva 4, decisamente un tratto difficile che divide i tre top team da tutti gli altri. Nel complesso sembra che anche quest’anno, nonostante i noti problemi del team, Ocon e Perez potranno battagliare per le posizioni della top ten.

Williams

La monoposto realizzata a Grove evidenzia già nel primo tratto una certa mancanza di carico aerodinamico. Le linee seguite nella successione di curve 1-2-3 sono larghe e percorse a velocità non paragonabili con quelle dei migliori. L’inserimento in curva è a volte critico, specialmente nella insidiosa curva 4 al termine del primo settore. L’uscita dalla sequenza 7-8 è molto larga nel breve allungo che precede la veloce piega a destra in salita (curva 9). Qui la percorrenza non è certamente delle migliori, l’uscita è molto larga, i piloti sono costretti a sfruttare tutto il cordolo sconnesso all’esterno della pista. Nel terzo settore si evidenziano i principali difetti della vettura, ormai consueti da qualche anno: la percorrenza e la trazione in uscita sono carenti in curva 12, mentre il cambio di direzione all’interno della chicane 14-15 è lento, con difficoltà nello scaricare a terra la coppia della PU Mercedes verso la 16 che immette sul rettilineo di partenza. Certamente la vettura continua ad avere quella filosofia a basso carico aerodinamico, che più realisticamente è una condizione data da carenze in fase di progettazione più che una caratteristica ricercata; se si analizza il trend dal 2014 ad oggi certamente è evidente che questa peculiarità non sta certo facendo la fortuna del team, spinto nelle zone alte della classifica, nel primo anno ibrido, solo dalla PU Mercedes.

Renault

Lungo il circuito del Montmelò la vettura francese si mostra nervosa in diversi tratti e le zone critiche risultano essere molteplici; l’uscita dalla curva 2, dove è importante riuscire ad andare facilmente sull’acceleratore per lanciarsi verso la curva 3, non è mai delle migliori, con il retrotreno che si muove molto; la curva 9, che dovrebbe essere percorsa nel modo più pulito possibile, per riuscire ad avere tanta velocità in percorrenza, evidenzia la necessità ripetuta di correggere un fastidiosissimo sovrasterzo nel punto di corda che inevitabilmente allarga la traiettoria verso il cordolo esterno; in questo tratto si nota inoltre che il carico complessivo di cui dispone la vettura francese non permette velocità a centro curva pari a quelle dei team migliori, con l’aggravante della necessità di lasciar scivolare completamente sul cordolo esterno la macchina per evitare l’instabilità al posteriore già citata. Nel terzo settore si mostrano maggiormente i limiti del progetto della Casa della losanga, infatti quando i due piloti hanno provato a spingere, specialmente in curva 12, si vede che il posteriore non riesce a ruotare in modo stabile, così da indirizzare la vettura verso l’uscita con la massima velocità. La piega a destra in discesa, che precede l’ultima chicane, è un po’ impacciato, così come risulta lento ed instabile il cambio di direzione nella variante. Sicuramente i maggiori problemi derivano dall’instabilità del posteriore, specialmente in ingresso ed a centro curva, che sono certamente il comportamento meno gradito dai piloti.

Toro Rosso

La nuova monoposto realizzata a Faenza mostra grande stabilità sia nelle curve veloci che in quelle lente; in tutti i tratti del circuito i piloti hanno avuto a disposizione, con qualsiasi mescola, una vettura semplice da guidare e prevedibile nel comportamento. Il potenziale è certamente notevole e si nota sia nel primo che nel terzo settore, con ottima stabilità nel cambio di direzione fra le curve 1 e 2, nella percorrenza delle curve 3, 4 e 9, nella trazione in uscita di curva 12 (sempre determinante per capire l’equilibrio di una F1) e della chicane dei box. Visivamente le traiettorie sono molto pulite; a differenza dei top team però, in particolare di Red Bull, è immediatamente visibile la necessità di percorrere linee più ampie specialmente nelle curve ad alta velocità, segno di un minor carico aerodinamico complessivo. Ciò che stupisce è la quasi assoluta mancanza di correzioni da parte dei piloti, a sottolineare un ottimo equilibrio complessivo che, accompagnato da una PU Honda che non sembra più quella di qualche anno fa, potrebbe togliere molte soddisfazioni al team italiano.

Haas

La nuova creatura del team americano colpisce per il comportamento in tutte le sezioni del circuito del Montmelò. Nel primo settore i cambi di direzione sono rapidi e senza imprecisioni, impressionante è la capacità di percorrere la lunga curva 3 con una traiettoria davvero stretta e ad alta velocità. L’uscita dalla sequenza 7-8 è molto stretta e senza imprecisioni del posteriore, in curva 9 la vettura riesce a seguire bene una linea vicina al cordolo interno così da permettere ai piloti di non salire troppo su quello esterno che porta instabilità in uscita di curva. A completare questo ottimo quadro si nota un comportamento ottimale nel terzo settore, con eccellente percorrenza ed uscita in curva 12, traiettoria stretta nella successiva piega a destra e rapido cambio di direzione nella chicane 14-15. La trazione è anche qui ottimale, lo scivolamento al posteriore è assente e permette ai piloti di lanciarsi al meglio sul lunghissimo rettilineo dei box. Certamente la vettura potrà permettere, specialmente ad inizio stagione, di conquistare punti pesanti in ottica costruttori, sullo stile dei risultati ottenuti nell’anno di debutto del team in F1.

McLaren

La MCL33 è sicuramente un passo avanti rispetto a quanto visto lo scorso anno. I piloti non faticano troppo a disegnare le giuste traiettorie in tutti i settori della pista, ma c’è da dire che i giri sono stati effettuati prevalentemente con mescole morbide, per cui il confronto con i team migliori risulta certamente falsato. L’impressione è che, specialmente nei cambi di direzione e in ingresso curva, la vettura sia sempre al limite, anche con le US; certamente il comportamento è migliore rispetto allo scorso anno, quando erano ben visibili le difficoltà nel controllare il posteriore, specialmente fra curva 1 e 2; nonostante la buona impressione visiva sembra sempre che, a parità di PU, Red Bull sia decisamente davanti, meno al limite della prestazione nonostante l’uso di pneumatici più duri. In conclusione, non pare corretta la solita affermazione che si fa sulla bontà del telaio McLaren, secondo cui con una PU a livello di Mercedes si giocherebbero il campionato. C’è sempre da considerare infatti che una maggior potenza e una coppia più elevata comportano transitori più impegnativi per la vettura, che si mostra già al limite con la PU di cui dispone attualmente.

Sauber

Il team elvetico ha messo in pista una vettura che certamente non è da top ten. L’impressione generale è che manchi carico aerodinamico, i piloti non riescono a tenere traiettorie al livello di quelle seguite dagli altri, il posteriore è spesso nervoso in ingresso curva e la velocità di percorrenza non è delle più esaltanti. Non male sembra essere il comportamento in trazione, forse segno anche di un progresso nella PU Ferrari. I piloti certamente non aiutano in questa fase, ognuno per motivi diversi, ma comunque la vettura del 2018 sembra un bel passo avanti rispetto alla lenta e scorbutica monoposto della scorsa stagione.

GP Australia

Come ormai di consueto, per il primo appuntamento stagionale si correrà all’Albert Park di Melbourne, circuito cittadino semipermanente, con un asfalto che aggredisce poco le coperture e garantisce allo stesso tempo un grip non troppo elevato. Il circuito è sicuramente “anomalo” in quanto coniuga elementi tipici dei cittadini con zone ad alta velocità, come la sequenza di curve 11 e 12. Per affrontare le insidie di questo tracciato Pirelli ha deciso di portare le gomme S, SS e US, le quali non dovrebbero comunque subire un’usura eccessiva, proprio per la bassa rugosità dell’asfalto. Da tenere presente il diverso range di temperature di utilizzo delle mescole, che potrebbe essere determinante in base alle condizioni ambientali, in considerazione anche dell’elevata frequenza di sollecitazione dello pneumatico, che come era già stato discusso in precedenti articoli sollecita la mescola in modo inverso rispetto all’azione della temperatura. Riportiamo due grafici esplicativi di questo concetto:

In ascissa abbiamo la temperatura e la frequenza di sollecitazione, in ordinata il modulo di elasticità (modulo di Young) dello pneumatico al variare di queste due grandezze.

I team hanno optato per le seguenti scelte di pneumatici per il fine settimana:

Probabilmente non avremo direttamente a Melbourne la controprova della presunta usura eccessiva patita da Mercedes, per le caratteristiche del circuito ma anche per il meteo previsto: a scompaginare le carte dovrebbe infatti arrivare una perturbazione che potrebbe rendere ancora più difficile il debutto stagionale della F1.

Per cercare di aumentare le opportunità di sorpasso la FIA ha deciso di introdurre una terza zona DRS, nell’allungo fra la veloce curva 12 e la 13.

Le vetture che vedremo in pista saranno le stesse viste nei test? Se per Mercedes si può essere praticamente certi che hanno già portato a Barcellona una vettura sostanzialmente perfetta, seppur con molti dubbi nel comportamento con le mescole più morbide, non sarà così per Ferrari e per Red Bull.  Il team austriaco ha già dichiarato dai test di avere pronto un pacchetto da 3 decimi al giro per compiere il salto necessario ad agguantare il ruolo di seconda forza; Ferrari invece, dopo aver analizzato attentamente il comportamento della vettura e le sue aree carenziali, ha in cantiere un “piccolo” update aerodinamico di circa 2 decimi al giro, da sommare all’omologazione di una PU più potente dopo gli ottimi feedback affidabilistici dati dalla versione depotenziata (upgrade di circa 3 decimi e mezzo complessivo). Il team di Maranello, infatti, ha usato nei test 2 specifiche differenti di Power Unit: una con gli stessi cavalli della 2017 (che ha compiuto buona parte dei chilometri percorsi) e un’altra leggermente più potente di circa 10cv (provata 2 giorni) che comunque sembra rassicurare i tecnici sul fronte affidabilità, ma che presenta delle innovazioni sul fronte tolleranze (c’è chi dice lato turbo) che saranno da tenere d’occhio, come anche il fronte consumi (si parla che siano necessari ben 10-15kg di più di benzina per un’intera simulazione di gara rispetto a Mercedes; per chi volesse capirne il motivo consiglio questo post di alcuni mesi fa. 

Sempre riguardo a Ferrari sarà interessante capire se sarà migliorato il grado di comprensione della vettura sul fronte bilanciamento aerodinamico: la scelta di una filosofia piuttosto estrema (alta efficienza, passo lungo e alto rake, anzi altissimo) è sicuramente una scelta valida in teoria, ma piuttosto complicata in pratica; a mio parere, infatti, la SF71H non ha generato nei test abbastanza carico al posteriore, probabilmente perché ancora non si è riusciti a sigillare il fondo al meglio (ricordate le scimitarre 2017 bandite dalla FIA?), e ciò ha comportato un leggero compromesso “al ribasso” all’anteriore, rendendo la vettura più bilanciata ma sicuramente più lenta in curva (nonostante ciò ottima sugli pneumatici). Ferrari sicuramente è già al lavoro su questo fronte, aumentando il carico complessivo della vettura (pneumatici permettendo) e cercando di essere sul pezzo come nel 2017…

 

Di seguito gli orari del week-end:

Venerdì 23 marzo
PL1: 02:00 – 03:30, diretta su Sky SportF1 HD
PL2: 06:00 – 07.30, diretta su Sky SportF1 HD
Sabato 24 marzo
PL3: 04:00 – 05:00, diretta su Sky SportF1 HD
Qualifiche: 07:00 – 08:00, diretta su Sky SportF1 HD | Studio F1 e differita su Tv8 dalle 18:30
Domenica 25 marzo
Gran Premio: 07:10, diretta su Sky SportF1 HD | Studio F1 e differita su Tv8 dalle 20:30

Buona stagione 2018 a tutti i Ringers da Braccio e Chris!

P.S. Sappiamo benissimo che l’unica cosa che aspettate davvero è la griglia di partenza virtuale dei test: visto che le due tastiere non sono d’accordo su tutto pubblichiamo due diverse griglie di partenza, così abbiamo anche più probabilità che una delle due sia corretta (ovviamente tutto a caso!).

Griglia del Braccio (le caselle dispari sono sulla sinistra):

Mercedes                                                                Ferrari

Red Bull                                                                    Haas

Force India                                                             Toro Rosso

McLaren                                                                  Renault

Williams                                                                  Sauber

Griglia di Chris (come sopra):

Mercedes                                                               Ferrari

Red Bull                                                                   Haas

McLaren                                                                 Renault

Toro Rosso                                                            Force India

Williams                                                                 Sauber

N.B. I redattori non si assumono la responsabilità di eventuali stipendi persi in scommesse sportive basate sulle loro previsioni

SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE

Agosto da sempre è il mese del calciomercato: tifosi calciofili distesi al sole sognanti top players, imbeccati da sensazionali titoloni dei giornali sportivi…

Purtroppo o per fortuna invece in F1 la stagione del mercato piloti non è l’estate bensì la primavera: quando, come da consolidata tradizione, il venerdì del weekend del GP di Monte-Carlo iniziano le trattative per la stagione seguente.

C’è un’altra grossa sostanziale differenza tra il mercato calcistico e quello “formulistico”: i contratti dei top drivers sono da sempre molto più blindati e solidi di quelli firmati ormai su carta straccia dei top players pallonari…

Andiamo quindi ad analizzare la situazione del mercato piloti appena superato il giro di boa della stagione.

 

Ferrari Vettel e Raikkonen sono entrambi in scadenza a fine 2017, tutto fa pensare che la coppia Rossa resterà tale anche nel 2018; Vettel avrebbe già firmato un triennale a 40M a stagione (+ bonus, dicitura tanto in voga nel calcio) che lo renderebbe il pilota più pagato del pianeta, però la firma ufficiale con relativo annuncio tarda ad arrivare e questo alimenta i rumors sulla corte serrata Mercedes (con relativo fantomatico precontratto stipulato nel 2016)…

Secondo fonti da paddock l’ipotetico precontratto scadeva il 31 luglio ultimo scorso, quindi di riffa o di raffa una decisione in quel senso è già stata presa!

Nelle ultime settimane alcune fonti hanno riportato la notizia che Vettel vorrebbe il rinnovo solo per il 2018 tenendosi ogni porta aperta per la stagione 2019 quando di fatto i contratti di quasi tutti i top drivers saranno scaduti, chi scrive è convinto che questa ipotesi sia molto remota, possibile ma non probabile, più fattibile nel caso il classico biennale (1+1) con opzione automatica legata alla competitività Ferrari.

Altri rumors riportano di un braccio di ferro tra Vettel e Marchionne non sul compenso ma più sul nome del secondo pilota (ricordiamo che Seb non ha un agente che cura i suoi interessi, ma si appoggia ad un legale amico del padre solo per redigere i contratti importanti).

Ecco quindi che entra in gioco Raikkonen, da sempre il compagno prediletto di Vettel: Kimi dovrebbe accettare il rinnovo a 5M a meno di scelte improvvise (ritiro definitivo dalla F1) che al momento sembrano difficili, in quel caso la Ferrari punterebbe tutto e subito sul giovane monegasco Charles Leclerc, pilota di punta della FDA.

 

Mercedes Hamilton e Bottas hanno contratti molto diversi ma da analizzare attentamente: Hamilton è in scadenza a fine 2018 (attualmente al top nel ranking dei più pagati insieme ad Alonso) ma il suo mood inquieto rende il suo futuro sempre incerto, certe dichiarazioni (poi smentite) “potrei ritirarmi a fine anno e fare altro” non aiutano di certo a comprendere le sue reali intenzioni per le stagioni successive…

Bottas invece è in scadenza a fine 2017 con il contratto più anomalo di tutto il circus: chiamato in extremis a sostituire Rosbeg neo iridato-ritirato, ha un contratto che si basa sulle percentuali di punti relative al rendimento e ai punti di Lewis!

Bottas sta dispuntando una stagione ottima e di fatto molto sopra le aspettative del team e secondo fonti tedesche col discusso podio ottenuto sul traguardo di Budapest avrebbe praticamente incamerato il 90% del punti di Hamilton con rinnovo automatico per la stagione 2018.

Ma tra Brackley e Stoccarda come gestirano la spinosa rivalità che sembra nascere in classifica piloti?!

 

RedBull Racing Verstappen e Ricciardo hanno contratti blindati che scadono a fine 2019 (per Max) e a fine 2018 (per Daniel) ma la situazione nel team è solo di calma apparente!

Soprattutto alla luce dei recenti fatti di tensione del primo giro di Budapest culminati con lo speronamento e le relative parole grosse che sono volate tra i due compagni la situazione è calda e decisamente in divenire: non è un mistero che il team punti tutto su Verstappen, come pilota in pista e sostanzialmente come immagine del brand, questo però infastidisce Ricciardo che come prestazioni forse è dietro a Max ma come punti e concretezza è ampiamente davanti e la classifica lo dimostra.

Nel dopo Budapest c’è stato un incontro a quattro: Ricciardo, Verstappen, Horner, Marko per chiarire la situazione calda e ci risulta che Helmut Marko abbia difeso strenuamente l’operato di Max, ciò ha fatto imbestialire Daniel e certi media hanno infatti speculato sul possibile precontratto Ferrari che Ricciardo avrebbe firmato nel 2016 per il 2018 “traslato” in un 2017 per 2019 dopo Budapest…

Chi scrive pensa che per il 2018 sia praticamente impossibile vedere Ricciardo a Maranello, e forse anche nel 2019 se Vettel resterà in Ferrari, ma le vie del mercato sono sempre infinite! Horner ha precisato comunque che la coppia di piloti RedBull resterà la stessa anche nel 2018 al 100%…Staremo a vedere!

Per la cronaca anche se il clan di Verstappen aveva fatto trapelare delusione per le prestazioni della macchina e i continui ritiri dovuti alla PU Renault, facendo orecchie da mercante nel vero senso della parola, il team ha risposto inserendo il padre Jos nell’organigramma dirigenziale e la sorella Victoria nell’ufficio marketing del brand RedBull…basterà per trattenere Max ancora a lungo? Chissà…

 

ToroRosso A differenza della casa madre la situazione contrattuale nello junior team faentino è molto instabile! Sainz e Kvyat vanno in scadenza a fine 2018 (Carlos) e a fine 2017 (Daniil) ma con tanti, troppi rumors e polemiche in seno al team.

Pochi mesi fa Sainz è letteralmente sbottato con i media spagnoli affermando che si vede lontano dalla ToroRosso nella prossima stagione, cosa che ha fatto infuriare i vertici RedBull dal gran capo Mateschitz (che solitamente non entra in merito alle questioni sportive, delegando appunto il suo braccio destro Marko) in giù! Horner stesso, sempre molto pacato, si è detto molto infastidito da queste parole, per non parlare di Helmut Marko un vero e proprio generale di ferro che ha diritto “di vita e di morte” sui piloti RedBull da circa venti stagioni di motorsport del brand! Ricordiamo infatti gli scontri ai box con i vari Vergne e soprattutto Buemi con tanto di minacce…

Sainz però sembra il vero erede di Alonso non solo in pista ma anche in fatto di carattere ed è sempre più convinto di lasciare la ToroRosso nel 2018, per lui si parla di McLaren e Renault e più avanti amplieremo il discorso.

Kvyat invece sembra spacciato e sempre più vicino a lasciare la F1.

Dopo il caos nel 2016 e la retrocessione dalla RedBull alla ToroRosso sembrava fosse al passo d’addio nella categoria regina ma buone prestazioni di fine stagione scorsa e buone di inizio stagione attuale l’hanno letteralmente salvato, ultimamente gli errori e gli scontri intestini col compagno però sono aumentati, i punti portati a casa sempre pochi, chi scrive è convinto che il prossimo anno in ToroRosso ci sarà il francese Pierre Gasly vincitore della GP2 della scorsa stagione e giovane virgulto RedBull da anni.

 

Force India La situazione attuale del team rosa è sempre più rosea, sia per le prestazioni in pista che per la classifica ottima; i piloti stanno rendendo al meglio stimolandosi e punzecchiandosi a vicenda, forse persino pure troppo! Perez e Ocon sono comunque una coppia tra le meglio assortite del circus, Sergio va in scadenza a fine 2017 mentre Esteban a fine 2018.

Perez è da un paio di stagioni nella lista dei candidati al sedile Ferrari, anche sulla base degli sponsor messicani Claro e TelMex in comune con la Scuderia Ferrari, le ottime stagioni in Force India e i podi pesanti degli ultimi anni sono un ottimo biglietto da visita per chi dopo l’annata McLaren 2013 sembrava destinato all’oblio F1…

Per Sergio comunque si parla anche di Renault per il 2018, dove andrebbe a ricomporre la coppia affiatata delle passate stagioni con Hulkenberg, al momento il rinnovo in Force India ci sembra difficile ma se non si innescherà alcun effetto domino di volanti e sedili a breve, Perez potrebbe anche restare alla corte del latitante ricercato (UK a parte) Vj Mallya.

Ocon invece è davvero una della rivelazioni della stagione, il giovane francese ha stupito gli addetti ai lavori per maturità, costanza, ma soprattutto velocità e prestazioni nella prima stagione completa di F1!

Non per niente Esteban è da anni un pilota Mercedes, la sua carriera è appena iniziata ma lui stesso spera di arrivare presto a guidare una Freccia d’Argento anche con l’aiuto del suo manager Toto Wolff, comunque non deve avere fretta e a meno di tsunami di mercato dovrebbe restare un altro anno in Force India.

 

McLaren E’ forse il team al momento con meno certezze riguardo il futuro prossimo: Alonso è in scadenza a fine 2017, Vandoorne andrà in scadenza a fine 2018, ma le prestazioni deludenti del team, ormai in un vero e proprio baratro tecnico e tecnologico da tre stagioni, non fanno presagire nulla di buono.

Alonso, con Hamilton attualmente il più pagato dei top drivers, non ha fatto ancora trapelare nulla per la prossima stagione; potrebbe rinnovare ma senza garanzie tecniche di una PU Honda finalmente competitiva questa opzione sembra alquanto improbabile.

Per lui si parla anche di una possibilità in Renault al posto di Palmer, ma il progetto francese non convince totalmente; sempre aperte invece le strade LeMans e Indy stagione full time.

Stoffel a meno di decisioni improvvise dovrebbe rimanere a Woking forte del suo contratto 2018 e delle buone prestazioni realizzate nelle ultime gare che lo hanno visto praticamente al pari di Fernando in termini di risultati tra qualifiche e gara.

La vera pedina del mercato in casa McLaren però è la fornitura di PU: come già detto Honda è in una grave crisi tecnica sull’ibrido e ha appena perso il contratto 2018 con Sauber (firmato nemmeno un mese prima)!

Per la McLaren in passato si è parlato di motori Ferrari (marchiati Alfa Romeo) ma l’indiscrezione è stata subito smentita da tutte le parti, poi a inizio primavera sembrava cosa fatta la fornitura Mercedes (PU ex Manor già stoccate in magazzino) ma anche questa opportunità è sfumata quasi immediatamente!

Al momento è spuntata l’ipotesi PU Renault ufficiale (e non marchiata Tag Heuer stile RedBull) e questa idea sembra strettamente collegata allo scambio con Alonso (il cui contratto è intereamente pagato dai fondi Honda) senza troppi intoppi burocratici…

McLaren potrebbe restare con Honda cercando di resistere alla crisi senza fine con ulteriori capitali giapponesi in entrata? Possibile ma difficile al momento, situazione comunque tutta da verificare.

Se Alonso lascia il team si parla di Carlos Sainz come probabile erede, media spagnoli sono convinti di questo e lo confermano da circa un anno.

Sempre parlando di piloti nei recenti test di Budapest post GP si è in messo in gran luce il giovanissimo Lando Norris talento del programma giovani di Woking, insomma da tenere d’occhio per un futuro in F1.

 

Haas Sembra il team meno interessato dal mercato piloti, dato che poche settimane fa il team principal Guenther Steiner ha confermato ufficialmente la lineup attuale Grosjean Magnussen anche per il 2018, infatti sia Romain che Kevin avevano il contratto valido firmato per tutta la prossima stagione.

In questo caso però il condizionale è d’obbligo: da quando si è affacciato in F1 il team Haas è di fatto un team B della Ferrari e questo vale anche per il parco piloti non solo per le questioni tecniche legate alla galleria del vento; quindi chi scrive non mette la mano sul fuoco che la coppia 2018 della scuderia americana sarà effettivamente quella annunciata, anche perchè l’effetto domino del mercato che sposta sedili e cambia volanti non si è ancora innescato e pilotini rampanti come Leclerc o italiani scalpitanti come Giovinazzi sono sempre in agguato!

 

Williams La situazione del mercato di Grove è tutta in divenire infatti Massa e Stroll hanno il contratto che va in scadenza a fine 2017 però con prospettive diametralmente opposte: Felipe dovrebbe ritirarsi definitivamente, quindi uno slot importante si dovrebbe liberare (Alonso sta alla finestra), Lance invece al netto di un disastroso avvio di campionato, parzialmente rimediato da punti e un podio estivo, potrebbe rimanere ancora, anche perchè di fatto il team ormai è un feudo della famiglia canadese e il padre Lawrence è sempre più presente e non solo lato finanziario.

Si mormora che Stroll sr sia sempre più inserito a livello dirigenziale tanto da avere voce in capitolo anche su nuovi tecnici da assumere, un pò come avvenne con Paddy Lowe pagato di tasca sua nel vero senso della parola…

Da annotare che negli ultimi test ungheresi post GP alla guida della Williams si è rivisto l’italiano Luca Ghiotto, ottimo in GP3 qualche anno fa e che provò pure il simulatore RedBull di Milton Keynes, onore toccato a pochissimi piloti non facenti parte del brand.

 

Renault Attualmente per il mercato a Viry Chatillon ci sono solo due certezze: Hulkenberg confermato e Palmer silurato!

Nico con contratto anche per il 2018 è apparentemente tranquillo, Joylon invece non ha speranze di rinnovare il contratto in scadenza a fine 2017.

La Renault ha organizzato vari test estivi per valutare il possibile ritorno di Robert Kubica al posto di Palmer, anzi dati i buoni risultati di Robert si era parlato di un avvicendamento addirittura dal GP di Spa dopo la sosta, ma il contratto blindato redatto dal padre Jonathan ha reso vano questo tentativo a stagione in corso.

Quindi anche in Renault per il 2018 uno slot è libero, sulla carta al momento il favorito potrebbe essere proprio Alonso.

Da non scartare le suggestioni Perez e Sainz al posto di Palmer.

 

Sauber A Hinwil tira aria di rinnovamento a tutti i livelli: Frederic Vasseur al posto di Monisha Kaltenborn, contratto di fornitura PU Honda strappato dopo un mese dalla firma, entrambi i piloti Wehrlein ed Ericsson in scadenza a fine 2017…E dietro tutto questo sembra esserci la Ferrari! La Sauber infatti storicamente è sempre stato un team molto vicino a Maranello fin dai tempi di Jean Todt, ma le intenzioni Ferrari sono quelle di farne un altro team B (o C) dopo la Haas con tanto di nuova fornitura PU (dell’anno in corso come per la Haas e non più vecchie) piazzando pure i piloti FDA per fare esperienza.

Leclerc sembra il candidato ideale per un posto 2018, Giovinazzi pure ci spera ma per lui è più difficile anche perchè uno tra Ericsson che porta ingenti capitali scandinavi o Wehrlein pilota Mercedes protetto da Toto dovrebbe rimanere.

Chi scrive pensa che la coppia ideale sarebbe Leclerc Wehrelin per vedere chi vale di più tra i due, Pascal è un talento con un paio di stagioni in F1 e prestazioni ottime anche se altalenanti (punti iridati con la Manor) ma ha sofferto Ocon e la sua promozione in Force India e forse nelle gerarchie dei futuri piloti Mercedes, tanto che tra Bottas e Ocon rischia di vedersi complicare il futuro argento, ormai incalzato anche dall’altissimo George Russell che sempre più spesso si vede nel box vicino a Toto Wolff, dopo aver preso parte pure agli ultimi test prima della pausa estiva.

 

 

 

Filippo Vettel