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LA STORIA DELLA FERRARI 312B: 1973 (PRIMA PARTE)

La popolarità della F1 cresce grazie alla diffusione televisiva. Questo aumenta la forza della riorganizzata FOCA (Formula One Constructors Association) che comincia a contrattare i “rimborsi spese” direttamente con gli organizzatori dei vari GP. I più intraprendenti sono Max Mosley della March, Bernie Ecclestone della Brabham (entrambi senza sponsor) e Teddy Mayer della McLaren insieme al nuovo segretario Peter Macintosh, ex pilota della RAF e direttore delle Red Arrows. I costruttori impongono condizioni economiche molto esose, minacciando di ridimensionare la presenza delle squadre se non venissero soddisfatte, mantenendo comunque un minimo garantito di 18 monoposto presenti. La contrattazione porta subito dei risultati: il Mondiale 1973 aumenta da 12 a 15 il numero di GP validi [NdR e per questo il racconto della stagione sarà suddiviso in 3 parti invece delle solite 2]. L’accordo per i primi tre GP (Argentina, Brasile e Sudafrica) vale 165 milioni di lire italiane a gara, pari a 1.400.000 euro.

Nota: il GP dell’Emilia-Romagna 2022 costerà 20 milioni di euro. Se ci sarà la Sprint Race del sabato, il prezzo salirà a 25 milioni di euro.

Nonostante un 1972 non proprio eccellente, la Marlboro non lascia, anzi raddoppia. La dirigenza della Philip Morris raduna 300 giornalisti a Ginevra per presentare i programmi per l’annata motoristica 1973. Oltre alla conferma della sponsorizzazione della BRM e dei suoi 3 piloti (Beltoise, Regazzoni e Lauda) il Marlboro World Championship Team si unisce alla squadra di Frank Williams che a sua volta ha coinvolto come socio Piero Rivolta, figlio di Renzo, defunto fondatore della Iso, che produce vetture di lusso. La vetture di Williams si chiamano perciò Iso Rivolta-Marlboro e saranno guidate da Nanni Galli e Howden Ganley. Anche Jacky Ickx passa al pacchetto biancorosso dopo essere stato uomo immagine della concorrente Kent, oltre ad Andrea de Adamich e Gijs van Lennep. L’impegno del tabaccaio svizzero si allarga anche ai rally con la Lancia HF rappresentata a Ginevra da Cesare Fiorio e dai relativi piloti e navigatori che correranno con la Fulvia 1.6 e con la nuovissima Stratos. Non sono da meno i motociclisti, tutti fior di campioni: Angel Nieto, Jarno Saarinen e Giacomo Agostini. Una vera corazzata da corsa.

Intanto a Maranello scoppia una “bomba” tecnica da svariati megatoni. La Spazzaneve di Forghieri non ha futuro a prescindere perché il “clan dei torinesi” ha fatto ciò che nessuno aveva mai osato nemmeno immaginare: commissionare agli inglesi il telaio della Ferrari 312B3. Sandro Colombo ha progettato una monoscocca che verrà costruita a Weedon, vicino a Northampton, dalla TC Prototypes di John Thompson. Le tre monoscocche vengono spedite a Maranello a inizio gennaio. Per la prima volta Enzo Ferrari non sarà costruttore al 100% delle proprie macchine.

La stagione si apre in Argentina nonostante che la gara sia stata a rischio di cancellazione fino all’ultimo. La Confederazione sta per tornare alle elezioni per la prima volta dall’insediamento del regime militare e si temono disordini e rapimenti per cui il paddock è controllato da soldati armati e i piloti più famosi sono seguiti e protetti da guardie del corpo.

Nell’accordo raggiunto dalla FOCA rientra anche il trasporto di tutte le 20 monoposto (Ferrari comprese) con un volo da Londra a bordo di un quadrimotore Canadair CL-44 della Tradewinds Airways.

Gli organizzatori assegnano solo numeri pari, una modalità che non si ripete da Monza 1970. Le monoposto sono quasi identiche a quelle viste alla fine del 1972 perché il nuovo regolamento tecnico entrerà in vigore solo a partire dal GP di Spagna di fine aprile.

Il Campione del Mondo difende il suo titolo con la stessa 72D che lo ha visto trionfare 5 volte nel Mondiale precedente. Le variabili inserite sono le gomme Goodyear e il nuovo compagno di squadra, quel Ronnie Peterson che sale per la prima volta su una vettura vincente dopo tre anni con la modesta March con la quale è comunque riuscito a salire sul podio 6 volte. Lo svedese dispone del telaio R8 nuovo di fabbrica. Chi avrà la meglio tra due grandissimi piloti con uno stile di guida completamente diverso?

Emerson Fittipaldi, Lotus-Ford 72D , Grand Prix of Argentina, Autodromo Juan y Oscar Galvez, Buenos Aires, 28 January 1973. (Photo by Bernard Cahier/Getty Images)

Il finale di stagione ha decretato che le nuove Tyrrell funzionano benissimo e Stewart sarà il principale contendente di Fittipaldi. Derek Gardner ha lavorato sulle 005 e 006 e ha rimesso i freni entrobordo dopo aver realizzato alberi di collegamento maggiorati. La pista dirà se si tratta della scelta giusta. Cevert si sente pronto ad aiutare il proprio caposquadra.

Carlos Reutemann e Wilson Fittipaldi sono gli unici piloti della Brabham. Graham Hill se n’è andato in polemica con Ecclestone e ha deciso di fondare una propria scuderia. Anche il progettista Ralph Bellamy ha lasciato la squadra per tornare alla Lotus e gli subentra Gordon Murray. Si tratta di un giovane ingegnere sudafricano appassionato di musica e auto da corsa che ha anche una certa esperienza di pilotaggio, tanto da aver vinto il campionato nazionale di F750 con una macchina autocostruita nonostante l’altezza e il peso (è alto 1,95). Immigrato in Inghilterra nel 1969 dopo aver scritto una lettera di presentazione a Colin Chapman, arriva a Hethel per un colloquio in un periodo di recessione per l’azienda che sta licenziando personale. Il baffuto ingegnere non si perde d’animo e si rivolge alla Alan Mann Racing (dove Len Bailey sta sviluppando la bellissima Ford F3L) e gli dicono che Ron Tauranac sta cercando un progettista. Il colloquio si basa su come avrebbe realizzato un pezzo e così, una volta persuaso Tauranac, il 23enne Gordon Murray si siede al tecnigrafo della Brabham. Ora, a 26 anni non ancora compiuti, ha l’incarico di progettare la nuova monoposto della Casa che ha vinto 2 Mondiali Piloti e 2 Coppe Costruttori di F1.

In attesa della realizzazione della nuova Brabham, le vecchie BT37 si differenziano tra loro per il richiamo ai colori nazionali dei due piloti sudamericani.

Dopo le belle prestazioni di fine stagione la confermata coppia McLaren continua con la M19C ulteriormente aggiornata con la sospensione posteriore più leggera e un nuovo roll bar rastremato per migliorare l’aerodinamica. Intanto Gordon Coppuck, progettista della M16 che ha trionfato a Indy nel 1972 con Mark Donohue, sta lavorando alla nuova F1.

Le 312B2 di Ickx e Merzario sono tali e quali a quelle che sono scese in pista al Glen quasi tre mesi fa. La “guerra” interna tra gli uffici tecnici non giova al Cavallino. Andretti non rinnova il contratto e preferisce rimanere negli USA.

La March è in piena crisi finanziaria. L’obiettivo di rifondare la squadra con Chris Amon è fallito quando il neozelandese ha capito che avrebbe dovuto correre gratis, così i superstiti Mosley e Herd (Coaker è morto in un incidente stradale e Rees se n’è andato) mettono in pista la 721G ex-Lauda per far correre il solo 26enne promettente francese Jean-Pierre Jarier che corre con la March ufficiale anche nell’Euro F2 grazie ai soldi del suo pigmalione Marcel Arnold, industriale francese dell’arredamento. La seconda 721G è quella privata di Mike Beuttler.

Le uniche F1 già a norma per il 1973 sono le Surtees TS14A di Hailwood e Pace che si sono comportate molto bene nei test svolti a Kyalami la settimana precedente. Tra le novità grafiche e cromatiche ci sono dei vistosi cerchioni gialli e la sponsorizzazione della FINA italiana, sottratta da John Surtees a De Adamich. Business as usual.

Abbandonata definitivamente la P180, la Marlboro-BRM porta tre P160, due delle quali in versione D (per Regazzoni e Beltoise) hanno un nuovo muso avvolgente disegnato dal nuovo direttore tecnico Mike Pilbeam che ha preso il posto del dimissionario Tony Southgate. Il terzo pilota Lauda (pagante) deve accontentarsi della P160C.


L’ultima squadra presente è la Iso-Rivolta-Marlboro. La sponsorizzazione permette a Frank Williams di modificare pesantemente la FX3 in e realizzarne una seconda per i suoi piloti Galli e Ganley che quindi cominciano il campionato con la FX3B.

Regazzoni sorprende tutti e conquista la terza pole position con la BRM gommata Firestone, abbassando di 2 secondi il tempo ottenuto da Reutemann l’anno prima con le Goodyear speciali.

Fittipaldi è secondo davanti a Ickx, Stewart, Peterson e Cevert. Questa volta Reutemann non va oltre il nono tempo e Merzario è addirittura 14° perché, in mancanza del muletto, deve adattarsi a girare solo quando Ickx ha deciso come sistemare le due B2 che gli spettano da contratto.

La corsa prende il via davanti a 100mila spettatori con Regazzoni che mantiene la posizione alla prima curva davanti a Cevert, Fittipaldi, Peterson, Beltoise e Ickx. Stewart parte male ed è solo ottavo.

Stewart comincia subito a recuperare terreno e posizioni superando Hulme, Ickx e Beltoise e al 13° giro si porta in quinta posizione.

Le Firestone di Regazzoni cominciano a perdere efficienza e lo svizzero cerca di contenere i 4 inseguitori ma al 29° giro cede il comando a Cevert. Nel frattempo Stewart ha superato Peterson approfittando di un doppiaggio.

Al giro seguente Stewart supera Fittipaldi e poi anche Regazzoni che scende addirittura dalla prima alla quinta posizione nel volgere di 6 giri. Ora in testa alla gara ci sono due Tyrrell davanti a due Lotus. La situazione resta invariata per una quarantina di giri.

Peterson si ritira a causa di una perdita d’olio del motore e Regazzoni si ferma a cambiare le gomme così Ickx, la cui Ferrari migliora quando si alleggerisce di carburante, sale al quarto posto anche se staccatissimo dai primi.

Ora è Stewart a essere in difficoltà con le bolle che cominciano a crearsi sulle sue gomme anteriori e deve “remare” parecchio per tenere dietro Fittipaldi.

 

Jackie Stewart, Tyrrell-Ford 005, Grand Prix of Argentina, Autodromo Juan y Oscar Galvez, Buenos Aires, January 28, 1973. (Photo by Bernard Cahier/Getty Images)

La resistenza dello scozzese si conclude al 76° dei 96 giri in programma quando Fittipaldi passa in seconda posizione e si mette all’inseguimento dell’altra Tyrrell che lo precede di 5 secondi. Il brasiliano è scatenato, segna il giro più veloce e in breve raggiunge Cevert. Il francese gli resiste in tutti i modi ma a 10 giri dal termine Fittipaldi forza il sorpasso alla Horquilla mettendo due ruote sull’erba all’interno del tornante e si porta al comando. Gli ultimi giri non hanno storia e il Campione del Mondo comincia la nuova stagione nel migliore dei modi. Questa volta non c’è Chapman ad aspettarlo perché è già ripartito per tornare in Gran Bretagna, così è Peter Warr a lanciare in aria il cappellino nero.

Con queste premesse è facile immaginare che la sfida mondiale 1973 sia riservata a Lotus e Tyrrell, a meno che la concorrenza non estragga dal cappello il classico coniglio.

 

Jackie Stewart, Francois Cevert, Emerson Fittipaldi, Grand Prix of Argentina, Autodromo Juan y Oscar Galvez, Buenos Aires, January 28, 1973. (Photo by Bernard Cahier/Getty Images)

Dopo la prova generale del 1972, il GP del Brasile ottiene per la prima volta la validità mondiale. La grandissima popolarità raggiunta da Fittipaldi e dagli altri piloti che sono partiti alla conquista dell’Europa ha convinto gli organizzatori a investire sulla F1. Si corre a Interlagos, un circuito lungo 8 km che si snoda in un catino alla periferia sud di São Paulo dove ci sono alcuni laghetti dai quali deriva il nome. Il tracciato è composto da lunghi rettilinei, curve sopraelevate ad ampio raggio e tornanti con notevoli dislivelli. La sua conformazione consente al pubblico di seguire le macchine lungo quasi tutto il percorso.

Le macchine sono rimaste in Sudamerica per cui non ci sono aggiornamenti tecnici sulle monoposto. Alla Ferrari c’è una novità economica perché dopo Ickx, anche Merzario entra a far parte del Marlboro World Championship Team e ora esibisce un nuovo cappellino che pubblicizza il marchio. Anche in Brasile il comasco gira pochissimo durante le prove perché le due vetture presenti sono concesse in esclusiva alla prima guida belga e allora si rilassa ossigenandosi e riposando nei box.

Ronnie Peterson firma la prima pole in carriera battendo di 2 decimi il Campione del Mondo ed eroe locale. I lunghi curvoni in appoggio mettono a dura prova i muscoli del collo dei piloti e lo svedese si aiuta facendo montare dei tamponi di gommapiuma ai lati del casco per limitare lo sforzo.

Le Lotus sono nettamente più veloci della concorrenza. Ickx è terzo con un distacco di 1.5” e precede Regazzoni, Hulme e Pace. Le Tyrrell sono solo ottava e nona con un distacco di quasi 3 secondi. Merzario, alle prese con problemi agli ammortizzatori, è solo diciassettesimo.

François Cevert non sembra molto preoccupato.

La partenza è prevista per le ore 13, col sole quasi a picco e una temperatura di 37°C. I pompieri alleviano la calura annaffiando a dovere il numerosissimo pubblico che affolla le tribune di Interlagos.

Fittipaldi scatta meglio di tutti sul lato pulito (ehm…) della pista seguito da Pace e Stewart che rubano la partenza dalla terza fila e guadagnano immediatamente posizioni.

Il boato della folla accoglie i due paulistas al comando al termine del primo giro davanti a Stewart, Peterson, Ickx e Regazzoni.

Dopo l’ottima partenza, Pace deve lasciare il passo ai più veloci Stewart, Peterson e Ickx ma al quinto giro lo svedese esce di pista dopo il distacco di un cerchio posteriore. La Lotus utilizza cerchi in Elektron (lega di magnesio leggerissima) prodotti dalla mancuniana MelMag. Diversamente dai cerchi componibili avvitati, i cerchi MelMag sono assemblati con una tecnica di incollaggio a pressione usata nell’industria aerospaziale e hanno la parte centrale costituita da una struttura a nido d’ape. In questo caso la parte centrale della posteriore destra si è staccato facendo girare a vuoto la ruota.

La corsa di Carlos Pace, già rallentata dal rapido degrado delle sue Firestone morbidissime, si conclude dopo 9 giri per la rottura della sospensione posteriore.

Con le prime due posizioni saldamente in mano a Fittipaldi e Stewart, si apre la disputa per il terzo posto. Al 17° giro Jacky Ickx deve fermarsi ai box per una foratura lenta. Nel caos i gommisti gli hanno montato una gomma di Merzario su un cerchio che aveva dimensioni differenti e ha perso pressione. Questo permette a Denny Hulme di salire al terzo posto.

Subito dopo, Niki Lauda si ferma lungo il circuito col motore spento. L’austriaco scende dalla sua Marlboro-BRM e comincia ad armeggiare con i fili delle candele fino a quando il suo V12 si rimette in moto. Poi rientra ai box, si fa riallacciare le cinture e riprende la corsa in dodicesima posizione.

Il sorpasso su Regazzoni, in crisi con le gomme (si fermerà per sostituirle) e il contemporaneo ritiro di Beltoise per un guasto all’impianto elettrico consentono a Merzario di salire al quarto posto.

Il restante terzo di gara non ha variazioni. Emerson Fittipaldi trionfa davanti al proprio pubblico, salutato dall’ennesimo cappellino nero lanciato in aria da Colin Chapman.

Jackie Stewart porta a casa un prezioso secondo posto davanti a Hulme, unici due piloti a pieni giri su una pista da 8 km.

Merzario e Ickx chiudono al quarto e quinto posto, doppiati.

Il Campione del Mondo comanda la classifica con 18 punti davanti a Stewart con 10 e Hulme e Cevert con 6. La Goodyear ha conquistato 49 dei 50 punti disponibili nei primi due GP.

Emerson Fittipaldi, Colin Chapman, Maria Helena Fittipaldi, Grand Prix of Brazil, Interlagos, 11 February 1973. (Photo by Bernard Cahier/Getty Images)

Giovedì 22 febbraio nella piazzetta della pista di Fiorano viene presentata la nuova Ferrari 312B3 costruita attorno al telaio monoscocca realizzato in Inghilterra da John Thompson. Progettata da Sandro Colombo e Giacomo Caliri, la macchina ha il passo lungo, i radiatori laterali e il profilo a cuneo come la Lotus 72 ma non ha la presa d’aria alta, sostituita da 2 prese d’aria poste sopra le fiancate per alimentare le trombette di aspirazione del 12 cilindri. Il debutto in gara è previsto per l’International Trophy che si correrà a Silverstone a inizio aprile. Oltre al neo papà Jacky Ickx (4 giorni prima è nata Larissa) sono presenti tutti i rappresentanti della dirigenza FIAT distaccata a Maranello mentre mancano Mauro Forghieri e Arturo Merzario.

Il Mondiale dominato dalla JPS-Lotus continua in Sudafrica dove ci sono parecchie novità. La prima è la nuova McLaren M23, presentata nella stessa settimana della B3. Gordon Coppuck ha realizzato un mix assemblando la scocca della M16 che ha vinto a Indy, il DFV e le ottime sospensioni della M19C. Alla prima uscita a Goodwood, Hulme ha subito girato più veloce della M19C per cui la squadra ha deciso di portare l’unico esemplare costruito a Kyalami. La monoscocca è composta da due lamiere di alluminio riempite di schiuma poliestere liquida che una volta iniettata diventa gommapiuma, una nuova tecnica costruttiva che sarà poi sviluppata e migliorata in futuro. L’unico problema (per Hulme) è che questo metodo toglie spazio all’interno dell’abitacolo il quale è spostato in avanti per lasciare spazio a uno dei serbatoi della benzina inserito tra il pilota e il motore. Il volante ha l’attacco rapido per poter essere smontato e facilitare l’ingresso e l’uscita del massiccio neozelandese. Durante le prove libere svolte la settimana prima della corsa Hulme è il più veloce in pista, unico a scendere sotto il minuto e 16 secondi.


Entra in F1 una nuova squadra statunitense (ma con sede a Northampton), la Shadow. Il fondatore è Don Nichols, un personaggio misterioso che ha combattuto nella Seconda Guerra Mondiale e nella Guerra di Corea per poi rivestire un ruolo non meglio precisato nella “intelligence” dell’esercito americano mentre faceva il commerciante di gomme in Giappone. Tornato negli USA nel 1968 fonda la Advanced Vehicle Systems Inc. per tentare di vincere la Can-Am con la incredibile Shadow Mk1 ma il progetto è troppo ambizioso. Nel 1972 decide di costruire una F1 e ingaggia Tony Southgate dalla BRM e Alan Rees dalla March, attratti dai tanti soldi offerti dallo sponsor UOP (Universal Oil Products) che fornisce anche il carburante senza piombo, spedito sui campi di gara direttamente dalla sede di Chicago. La DN1 avrebbe dovuto esordire già a Interlagos ma la squadra ha preferito svolgere ulteriori prove a Le Castellet per accumulare esperienza. I piloti sono il rientrante Jackie Oliver e il 38enne George Follmer, campione in carica della Can-Am con la Porsche-Audi 917/10 del team Penske e ora al suo debutto in F1.

George Follmer, Don Nichols, Alan Rees, Tony Southgate, Jackie Oliver, Grand Prix of South Africa, Kyalami, 03 March 1973. The newly created Shadow racing team with George Follmer, owner Don Nichols, team manager Alan Rees, designer and engineer Tony Southgate, and Jackie Oliver. (Photo by Bernard Cahier/Getty Images)

Alla March invece se la passano sempre abbastanza male per cui Jarier si occupa personalmente dell’advertising dopo essere entrato a sua volta nel Marlboro World Championship Team.

Nanni Galli è assente perché si è rotto un perone provando la Abarth Osella a Vallelunga in vista della 6 Ore per cui Frank Williams lo sostituisce col pilota locale Jack Pretorius.

Durante le prove del venerdì alla staccata della Crowthorne si rompe un tubo dell’impianto idraulico dei freni di Stewart. Lo scozzese ha la freddezza di mandare la sua Tyrrell in testacoda a 280 all’ora e finisce nelle reti di protezione (volute proprio da Stewart). Il pilota è illeso ma la 005 è parecchio danneggiata e non avendo il muletto a disposizione deve qualificarsi con la macchina di Cevert.

Il 36enne Denny Hulme, dopo 85 GP disputati in 8 stagioni, 6 vinti e un titolo iridato, conquista la sua prima pole position con la nuova McLaren M23.

Fittipaldi è secondo sullo schieramento e precede di soli 2 centesimi Jody Scheckter al quale la McLaren ha dato la M19C usata da Hulme nei GP precedenti. Il giovane sudafricano si qualifica in prima fila alla sua seconda esperienza in F1 entusiasmando il pubblico di casa con la sua guida spettacolare.

Seguono Peterson e Regazzoni, il quale conferma la sua velocità in qualifica che però viene puntualmente annichilita dal consumo delle gomme in gara.

South Africa’s Grand Prix in Kyalami 1973: Clay Regazzoni (Photo by Blick Sport/RDB/ullstein bild via Getty Images)

Le Ferrari sono indietro. Ickx è undicesimo (alle spalle di Lauda) e Merzario quindicesimo. D’altra parte la 312B, pur se evoluta alla seconda versione, è alla sua quarta stagione con un progetto ampiamente superato. Al termine del GP il belga riparte immediatamente per andare a provare la B3.

La Tyrrell è in piena emergenza. Dopo l’incidente Stewart ha preso la 006 di Cevert e nel poco tempo a disposizione ha ottenuto il sedicesimo posto in griglia. Il francese, non avendo potuto girare con la 005 danneggiata, viene schierato in ultima fila senza tempo e può schierarsi solo grazie alla notte di lavoro dei meccanici che riescono a sistemare la macchina.

Come da tradizione la Lucky Strike sponsorizza due monoposto per i sudafricani Dave Charlton (13° tempo) ed Eddie Keizan (22°), rispettivamente con una Lotus 72 e la Tyrrell 004.

Alla prima frenata Scheckter è davanti a tutti ma si lascia sfilare da Hulme e contiene Fittipaldi, Revson, Peterson, Reutemann e il sorprendente Charlton. Al termine del primo giro Stewart è già risalito al decimo posto.

All’inizio del terzo giro Charlton tenta di superare Reutemann in frenata alla Crowthorne ma perde il controllo della sua Lotus e va in testacoda. Hailwood lo vede all’ultimo momento e gli sale sul musetto per poi finire in testacoda in mezzo alla pista. Il gruppo riesce a schivare la Surtees tranne Regazzoni e Ickx, attardati alla partenza e in lotta tra loro. La Ferrari rompe una sospensione mentre la BRM colpisce violentemente la macchina di Hailwood con la fiancata e si incendia immediatamente. Regazzoni perde i sensi dopo aver subito un gancio al mento dal volante così Hailwood si getta tra le fiamme per sganciargli le cinture prima di fuggire con una mano e un piede incendiati a loro volta.

La corsa continua nonostante la pista sia piena di pezzi metallici e di commissari tutt’altro che preparati. Regazzoni viene coperto di schiuma estinguente e poi estratto dalla macchina, adagiato a terra e portato via in ambulanza.

South Africa’s Grand Prix in Kyalami 1973: crash of Clay Regazzoni (Photo by Blick/RDB/ullstein bild via Getty Images)

South Africa’s Grand Prix in Kyalami 1973: crash of Clay Regazzoni (Photo by Blick Sport/RDB/ullstein bild via Getty Images)

Ovviamente i commissari sventolano le bandiere gialle e anche quella bianca che indica la presenza dell’ambulanza e del camion dei pompieri in pista ma il “paladino della sicurezza” Jackie Stewart (che usa l’alettone posteriore distanziato) non pensa affatto ad alzare il piede e approfitta del rallentamento dei colleghi che lo precedono per raggiungerli e poi superarli sullo slancio. Al 4° giro supera Reutemann e sale al quarto posto.

Al passaggio successivo Hulme, che è in testa alla corsa, rientra ai box con una gomma forata dai detriti dell’incidente e riparte diciottesimo. Passa quindi a condurre Jody Scheckter, al suo secondo GP, seguito dalle Lotus di Fittipaldi e Peterson e dal compagno di squadra Revson.

Le bandiere gialle sventolano sempre alla Crowthorne, Peterson e Revson rallentano e Stewart ne approfitta per superare entrambi portandosi in terza posizione. Al 7° giro lo scozzese prende la scia a Fittipaldi e lo supera sul rettilineo principale. Alla curva Barbecue Scheckter rallenta per la presenza dell’ambulanza che sta portando via Regazzoni e Stewart lo infila e passa al comando della corsa.

Dopo 8 giri la pista è finalmente sgombra e la corsa torna alla normalità. Stewart aumenta il suo vantaggio su Scheckter e all’11° giro Revson supera Fittipaldi sul rettilineo. Nel frattempo Hulme è costretto a un secondo cambio gomme per un’altra foratura ma torna in pista più veloce di prima, tanto che si sdoppia e si allontana dal quartetto che sta inseguendo Stewart.

Le gomme di Scheckter cominciano a deteriorarsi e poco dopo metà gara il sudafricano deve lasciare il passo a Fittipaldi che si porta così al terzo posto. Al 50° giro Peterson rientra ai box per riparare il comando dell’asta di apertura delle farfalle del suo DFV. Lo svedese riparte dopo una lunga sosta ma per la terza volta in tre gare non riesce a conquistare punti nonostante l’impegno.

La bellissima gara di Scheckter finisce a 4 giri dalla fine per una sbiellata che sfonda il carter del suo DFV.

Jackie Stewart vince la prima gara dell’anno con 25 secondi di vantaggio su Revson che contiene il ritorno di Fittipaldi per solo mezzo secondo.

Merzario porta casa un altro quarto posto e altri 3 punti, ovviamente doppiato. La 312B2 va in pensione dopo due anni molto travagliati.

Hulme finisce quinto a due giri precedendo Follmer che porta la Shadow a punti al debutto.

Il DS della McLaren Teddy Mayer sporge reclamo per i sorpassi effettuati da Stewart in regime di bandiere gialle e i commissari di percorso confermano tutto ma lo scozzese se la cava con una dura reprimenda. Mayer interpone appello alla decisione e per tutta risposta, due giorni dopo, viene tolta anche la reprimenda. C’è chi era già blessed…

Fittipaldi è sempre in testa al Mondiale con 22 punti ma Stewart si è avvicinato moltissimo con 19. Il pilota della Tyrrell viene premiato da Ian Scheckter, fratello maggiore di Jody e uomo immagine della Lucky Strike per il Sudafrica.

Clay Regazzoni se la cava con ustioni alle mani e alle braccia e una brutta botta sul mento e viene dimesso dopo pochi giorni per completare la convalescenza a casa. Il ticinese deve la vita a Mike Hailwood e al suo coraggio.

Clay Regazzoni in hospital after crash at South Africa’s Grand Prix in Kyalami 1973 (Photo by Blick Sport/RDB/ullstein bild via Getty Images)
Clay Regazzoni after crash at South Africa’s Grand Prix in Kyalami 1973 (Photo by Blick Sport/RDB/ullstein bild via Getty Images)

Al ritorno in Europa viene presentata la nuova Brabham BT42, la prima monoposto da F1 progettata da Gordon Murray. Dotata di una monoscocca a sandwich come la McLaren M23 ha il muso a tutta larghezza che contiene due radiatori dell’acqua e si distingue per l’inedita sezione trapezoidale della scocca, creata appositamente per abbassare il più possibile il baricentro e convogliare l’aria sopra la vettura per schiacciarla a terra. Il posto di guida è avanzato per ospitare un serbatoio della benzina dietro alla schiena del pilota, inglobato nella scocca.

Il debutto avviene alla Race of Champions di Brands Hatch dove Ecclestone preferisce non far arrivare Reutemann o Wilson Fittipaldi dal Sudamerica e chiama John Watson, pilota irlandese di 26 anni autore di buone prestazioni in F2. A fine ’72 debutta in F1 arrivando sesto alla Victory Race di Brands Hatch con la March Eifelland acquistata dalla scuderia Hexagon di Paul Michaels. Quel risultato gli vale un contratto triennale con Bernie Ecclestone che gli affida la Brabham ufficiale di F2. Inoltre Watson ottiene un sedile sulla Gulf Mirage di John Wyer per correre il Mondiale Sport Prototipi in coppia con Hailwood. Purtroppo il debutto della BT42 finisce dopo soli 7 giri quando l’acceleratore rimane bloccato e la vettura si schianta contro il guardrail alla Stirling’s Bend. L’impatto è molto violento e Watson rimane incastrato con le gambe per più di un’ora per cui si rende necessario l’uso delle cesoie idrauliche per liberarlo mentre la corsa continua. Il barbuto irlandese riporta la frattura della gamba destra che gli costa 2 mesi di inattività.

Nella stessa RoC si mette in evidenza James Hunt che giunge terzo al volante di una vecchia Surtees TS9B noleggiata per lui da Lord Alexander Hesketh, tanto che sull’alettone posteriore campeggia lo sponsor “Hesketh Finance”.

La corsa è vinta a sorpresa da Peter Gethin con la Chevron B24 da F5000 approfittando dei guai meccanici delle F1, in particolare la rottura della sospensione della Surtees di Hailwood con conseguente uscita di pista e il cedimento della frizione della McLaren di Hulme nel corso dell’ultimo giro. Il neozelandese arriva sotto la bandiera a scacchi senza spinta e riesce a mantenere il secondo posto per un soffio nei confronti di Hunt.

Il 29 marzo la nuova Ferrari 312B3 esce da Fiorano per fare alcune prove a Monza e ci sono già evidenti modifiche all’anteriore. Il muso a tutta larghezza visto alla presentazione non c’è più, sostituito da una versione con aperture laterali e anche da un muso a cuneo con spoiler laterali. Il motivo potrebbe sembrare riferito al carico aerodinamico sulle ruote anteriori (così dice la stampa specializzata) ma in realtà i radiatori dell’olio laterali hanno bisogno di più aria per raffreddare il 12 cilindri (a fine marzo!), tanto che vengono eliminati anche gli spoiler in un ulteriore tentativo. Il miglior tempo di Ickx sulla pista senza chicane è 1’23”8, ben più alto della pole ottenuta da Amon nel 1971 (ultima edizione sulla pista stradale) con 1’22”4. Il previsto debutto all’International Trophy di Silverstone viene annullato.

L’8 aprile, un mese dopo l’incidente, Regazzoni torna a correre con la BRM proprio all’International Trophy, altra gara fuori campionato vinta da Stewart davanti a Peterson e al ticinese che sembra quindi aver recuperato completamente dallo choc di Kyalami. La corsa si conclude con la neve che cade su una parte del circuito.

La Ferrari si sposta a Vallelunga per avere nuovi dati da elaborare in vista dell’ormai vicino GP di Spagna. L’ing. Colombo fa girare Merzario e Ickx ma i problemi di surriscaldamento continuano, tanto che il belga (alle prese con coliche renali) prova anche dei convogliatori montati davanti ai radiatori laterali.

In vista dell’entrata in vigore del nuovo regolamento tecnico, vengono approntate altre nuove monoposto. A Monza viene presentata la nuova Williams FW01 che sarà comunque iscritta come Iso-Marlboro IR01 anche se non c’è nessuna partecipazione tecnica da parte della Casa di Bresso. La monoposto, disegnata dall’ex tecnico della March John Clarke, segue il concetto del momento di inerzia polare ridotto, con i serbatoi del carburante posizionati attorno al pilota e i radiatori dell’acqua dietro le ruote anteriori, come sulla Spazzaneve di Forghieri.

La nuova March 731 invece è la vecchia 721G adeguata al nuovo regolamento e con una veste aerodinamica diversa. No money, no honey…

L’alternanza tra Madrid e Barcellona per il GP di Spagna prevede che la gara si effettui al Montjuich Park contemporaneamente all’entrata in vigore col nuovo regolamento tecnico della F1 imposto dalla CSI (il ramo sportivo della FIA) che prevede una struttura deformabile attorno ai serbatoi della benzina, misura voluta dalla stessa commissione sportiva in seguito all’incidente mortale di Siffert. Il peso minimo aumenta da 550 a 575 kg e vengono banditi i pezzi cromati per la tossicità e cancerogenicità del cromo esavalente (per me erano semplicemente meravigliosi).

Le difficoltà di raffreddamento della B3 vengono definitivamente smascherate quando la Ferrari scarica due nuove monoposto nel paddock catalano e una delle due, quella col n°7, ha il radiatore posizionato sul muso, come sulla B2. In virtù di questo sono state rifatte anche le fiancate che ora non hanno più i radiatori laterali davanti alle ruote posteriori (e un cordiale saluto all’ing. Colombo, alla ripartizione dei pesi studiata in fase di progettazione e all’aerodinamica verificata nella galleria del vento del Politecnico di Stoccarda). Merzario non è presente in Spagna perché entrambe le versioni sono riservate a Ickx.

I contrasti sull’acquisto di una TS14 porta De Adamich a rompere definitivamente i rapporti con John Surtees, così il “signor Giulio” Pagnossin decide di investire i suoi soldi nella Brabham di Bernie Ecclestone che gli mette subito a disposizione una BT37. L’incidente di Watson ha infatti reso inservibile la prima BT42 costruita, per cui le due necessarie per il GP di Spagna sono state assemblate appena in tempo per arrivare a Barcellona. Appena sarà possibile, anche l’occhialuto triestino avrà una BT42. Nel frattempo la pubblicità della Pagnossin appare anche sulla macchina di Reutemann.

Inoltre la Brabham arriva in Spagna con un camion progettato appositamente da Bob Dance per svolgere il ruolo di bisarca e officina mobile.

Torna in pista Graham Hill che, dopo il divorzio polemico con Ecclestone, ha costituito la propria scuderia con i soldi dello sponsor Embassy, altro marchio britannico di sigarette. Il due volte Campione del Mondo ha acquistato una Shadow DN1 in kit, ha fatto costruire la scocca alla TC Prototypes di John Thompson e ha assemblato la monoposto secondo le istruzioni fornite da Nichols. Il figlio Damon di 12 anni si diverte a guidare la macchina nel paddock.

Ronnie Peterson dimostra la sua velocità in qualifica conquistando la seconda pole stagionale, con 7 decimi di vantaggio su Hulme.

Per la seconda volta in 3 anni François Cevert batte Stewart in qualifica con la nuova 006/2, con le fiancate maggiorate in rispetto del regolamento tecnico e con l’aggiunta di un raccordo aerodinamico tra l’airscoop e l’alettone che anche su un circuito non particolarmente veloce rimane sempre molto arretrato.

Alle spalle dei primi quattro ci sono Revson, che conferma la bontà della M23 già al primo assaggio, e Jacky Ickx che dopo pochissimi giri ha scelto la B3 con il radiatore anteriore, a conferma che il progetto di Sandro Colombo è semplicemente sbagliato. Sarà per via del cappello?

Fittipaldi è solo settimo. Il nuovo telaio R7 non gli piace e ha aspettato l’arrivo del prediletto R5, quello della prima vittoria, che stava arrivando da Zolder dove aveva svolto delle prove in vista del GP del Belgio. Anche la Lotus come la Tyrrell, in mancanza di un nuovo modello ha allargato la scocca della macchina con una struttura deformabile in poliestere espanso.

Emerson Fittipaldi (BRA) Lotus 72D nursed a deflated rear tyre around the demanding park circuit to take victory.
Spanish Grand Prix, Montjuich Park, 29 April 1973.
BEST IMAGE

A fianco del Campione del Mondo c’è Clay Regazzoni che è il più veloce tra i piloti BRM nonostante la mano destra ancora ferita e bendata.

Come al solito Peterson parte “a fionda” e conclude il primo giro in testa davanti a Hulme, Stewart, Cevert, Beltoise e l’ottimo Lauda. Ickx è decimo con la B3.

Al terzo giro Stewart si libera di Hulme ma Peterson sembra inavvicinabile, Fittipaldi supera le BRM di Lauda e Beltoise e si porta al quinto posto. La classifica rimane congelata fino al 20° giro quando Hulme perde un piombo di equilibratura e si ferma a cambiare la ruota, lasciando pista libera a Cevert e Fittipaldi. Lo sfortunato neozelandese perde la seconda ghiotta occasione consecutiva e riparte in decima posizione.

Il colpo di scena successivo riguarda Cevert che si ferma ai box dopo aver forato una gomma posteriore, lascia la terza posizione a Fittipaldi e riparte tredicesimo.

Dopo una dura battaglia che si protrae fin dal settimo giro Ickx riesce a superare la Shadow del “cagnaccio” Follmer e si trova al sesto posto ma rimane improvvisamente senza freni, si ferma ai box per spurgarli e rientra in pista in ultima posizione, staccato di 6 giri.

Carlos Reutemann sta disputando una gara regolare e al 37° giro approfitta della rottura di uno scarico di Revson per portarsi in quarta posizione con la debuttante BT42 che non è andata benissimo in qualifica (quindicesimo tempo a +2.9”).

Al 47° giro tocca a Stewart uscire di gara per la rottura del giunto elastico di uno degli alberini di collegamento dei freni anteriori. Ora le Lotus sono al primo e secondo posto.

La corsa non è finita. Fittipaldi accusa lo sgonfiamento della gomma posteriore sinistra e Reutemann recupera rapidamente terreno su di lui. Peterson ha oltre 40 secondi di vantaggio sul compagno di squadra ma non riesce più a ingranare nessuna marcia. Il cambio è sgranato e per lo svedese è il quarto zero consecutivo.

Ronnie Peterson, Lotus-Ford 72E, Grand Prix of Spain, Montjuic, 29 April 1973. (Photo by Paul-Henri Cahier/Getty Images)

Fittipaldi si ritrova al comando ma la sua gomma continua a sgonfiarsi e il suo vantaggio su Reutemann si è ridotto da 50 secondi a 4 quando, a 9 giri dal termine, si rompe il giunto di un semiasse della Brabham dell’argentino che stava assaporando il sorpasso e la prima vittoria in F1. Il Campione del Mondo in carica trova così una vittoria tanto fortunosa quanto preziosa al volante della sua Lotus 72E (è il nome della variante adeguata al nuovo regolamento) con l’amato telaio R5.

Cevert conquista il secondo posto dopo un’altro durissimo duello con George Follmer il quale, dopo il punto ottenuto a Kyalami, sale sul terzo gradino del podio al suo secondo GP di F1. Dopo la corsa volano parole grosse tra i due.

George Follmer, Shadow-Ford DN1, Grand Prix of Spain, Montjuic circuit, Barcelona, 29 April 1973. (Photo by Bernard Cahier/Getty Images)

Con questa vittoria Fittipaldi si porta a 31 punti in classifica davanti a Stewart con 19 e Cevert con 12.

L’assente Merzario rimane fermo a 6 punti davanti a Ickx con 5.

Dopo il Santamonica di Misano, in Italia continuano a fiorire nuovi autodromi. Nel giro di pochi mesi vengono costruite due piccole piste a Magione (PG) e a Morano sul Po, vicino a Casale Monferrato (AL) ma soprattutto si lavora a un nuovo tracciato da oltre 5 km di lunghezza situato in una conca nella campagna tra Scarperia e Luco di Mugello (FI).

Tre settimane dopo Barcellona la F1 torna in Belgio. Nel 1972, dopo la messa al bando di Spa-Francorchamps, si è corso a Nivelles-Baulers su un tracciato tanto sicuro quanto anonimo. Questo ha provocato la reazione della popolazione fiamminga del paese che è numericamente superiore a quella della Vallonia e soprattutto è ancorata alle proprie tradizioni, tanto che il bilinguismo è diventato ufficiale e costringe ad avere una doppia amministrazione pubblica, con tutto quello che ne consegue anche a livello economico. Il Royal Automobile Club del Belgio decide quindi di imporre una rotazione tra le due grandi regioni e per quest’anno si corre a Zolder, sul circuito di Terlaemen nella regione delle Fiandre. Si tratta di un tracciato certamente più divertente di Nivelles sul quale corrono categorie minori, dal Turismo alla F3, che ora ha una grande occasione. L’organizzazione si mobilita per ammodernare le strutture ma rinvia una delle cose più importanti, la riasfaltatura del tracciato, perché i finanziamenti pubblici non arrivano per cui si provvede a stendere un rivestimento realizzato in Macadàm, un amalgama di pietrisco e catrame usato generalmente nelle strade di campagna. La settimana prima del GP arriva l’aut-aut di Hulme, nuovo presidente della GPDA, che minaccia di far saltare l’evento se non si provvede a sistemare la pista. Si posa così un nuovo asfalto sopra a quello esistente che però non offre una presa sufficiente per avere l’aderenza necessaria alle potenze della F1 e infatti il venerdì, dopo un’ora di prove libere, la pista è piena di buchi con i pezzi di asfalto strappato che volano pericolosamente da tutte le parti. I piloti si riuniscono per decidere il da farsi, annullano la seconda sessione di prove e impongono di raschiare l’asfalto e posarne uno nuovo.

La seconda riasfaltatura nel giro di 5 giorni viene effettuata nella notte tra venerdì e sabato e il lavoro viene ispezionato la mattina seguente con i famosi sensori a tacco in dotazione ai migliori team manager.

La GPDA continua il “conclave” facendo innervosire i propri capisquadra che non vogliono perdere i premi di partenza. I più attivi sono Bernie Ecclestone e soprattutto John Surtees che viene quasi alle mani con Hulme mentre Ickx, uscito dal sindacato dei piloti mesi addietro, comincia a girare con la B3. Alla fine si raggiunge un compromesso tra i piloti e la CSI e il RAC belga che si assumono gli oneri di un eventuale annullamento della corsa causato dalla pericolosità del tracciato (per la serie “basta che ci paghiate”).

Dal punto di vista tecnico-sportivo le novità non sono molte. La più importante è il rientro della Tecno. I fratelli Pederzani si sono concentrati sul nuovo motore e hanno chiamato a Bologna il neozelandese Alan McCall per progettare il telaio. McCall completa l’opera convincendo nientemeno che Chris Amon (considerato ancora oggi, nel 2022, da Mauro Forghieri il miglior pilota mai avuto) a pilotare la PA123-006.

La Ferrari porta ancora due B3, la 010 e la 011 (#3T) ma solo per Ickx. Ora entrambe hanno il radiatore anteriore ma si continuano a provare musi diversi. Alla fine il belga sceglie la 010 con il muso avvolgente per la gara. Merzario è di nuovo a casa.


Ronnie Peterson è ancora il più veloce in qualifica con mezzo secondo di vantaggio su Hulme. In seconda fila ci sono Ickx e Cevert che precedono Beltoise e Stewart. Fittipaldi è solo nono, staccato di un secondo dal compagno di squadra.

Lo svedese della Lotus, alla terza pole in 5 GP, è sempre al limite e l’asfalto viscido non lo aiuta. Durante il warm-up della domenica esce di pista rovinando prima il posteriore del telaio R6 e poi, tornato in pista col muletto, sbatte con l’anteriore della R8 (la Lotus ha portato 2 macchine per ogni pilota) per cui i meccanici rimettono assieme ciò che resta per permettere al loro pilota di prendere il via con la prescelta R6.


Sempre durante il warm-up Cevert prova il muletto con un muso affilato in stile Lotus.

Come al solito Peterson ha la partenza migliore e si tira dietro Ickx e Cevert che superano Hulme.


Cevert si libera di Ickx alla frenata della chicane dietro ai box e nel corso del secondo giro supera Peterson la cui Lotus, per forza di cose, non è regolata come dovrebbe.

La corsa di Ickx si conclude dopo 6 giri per il grippaggio della pompa dell’olio. Hulme che lo segue scivola sul lubrificante perso dalla B3, si gira e riparte diciannovesimo.

Reutemann subentra al terzo posto ma al 14° giro si rompe il motore della Brabham, lasciando spazio a Fittipaldi e Stewart che stanno rimontando da centro gruppo.

Emerson Fittipaldi on Lotus-Cosworth 72E, Belgian GP Zolder 1973

Stewart spinge forte alle spalle di Fittipaldi e al 19° giro anche Peterson deve arrendersi ai primi due del campionato, troppo veloci per la sua Lotus instabile.

Cevert ha 10 secondi di vantaggio su Fittipaldi ma alla frenata della curva Rindt arriva lungo e finisce in testacoda. Riesce a ripartire ma ora è ottavo, alle spalle di Lauda.

Al 25° giro Stewart prende la scia di Fittipaldi davanti ai box e lo supera alla prima frenata. La sfida per il primo posto si chiude qui, con lo scozzese che comincia immediatamente a staccare il leader del Mondiale.

Intanto l’asfalto comincia a cedere. Al di fuori della traiettoria ideale si forma un brecciolino scivolosissimo e Ronnie Peterson e Peter Revson finiscono nelle reti di contenimento nello stesso punto in cui sono già usciti anche Hailwood e Oliver.

Cevert è ripartito col coltello tra i denti e fa segnare il giro più veloce. Contemporaneamente Fittipaldi accusa un calo di potenza per un problema di alimentazione del suo DFV e rallenta fino a quando il francese lo supera al 48° giro. Ora le due Tyrrell sono saldamente in testa alla gara.

Niki Lauda si trova in quarta posizione ma rimane senza benzina all’ultimo giro e si ferma ai box per un rifornimento veloce.

Jackie Stewart vince il secondo GP stagionale davanti al compagno di squadra che lo raggiunge durante il giro d’onore per un arrivo in parata.

Fittipaldi transita al terzo posto a pieni giri ma col motore che funziona a stento. Il quarto posto se lo giocano in volata De Adamich e Lauda, doppiati, con il triestino della Brabham che prevale di un soffio. Niki Lauda conquista i suoi primi 2 punti iridati.

Il sesto posto è incredibilmente appannaggio di Chris Amon che, grazie all’uscita di pista e alla sosta ai box di Regazzoni (anch’egli senza benzina come Lauda) regala il primo punto alla Tecno.

Fittipaldi limita i danni e rimane in testa al campionato con 35 punti. Stewart sale a 28 e Cevert a 18. La Tyrrell supera la Lotus di un punto nella Coppa Costruttori.

Un’altra giornata amara per la Ferrari.

 

Giovanni Talli

LA STORIA DELLA FERRARI 312B: 1972 (SECONDA PARTE)

Il primo GP della seconda parte del campionato si corre a Brands Hatch, pista designata dal 1964 ad alternarsi con Silverstone per il GP di Gran Bretagna negli anni pari.

Con Mario Andretti ancora negli USA per la Michigan 200, Clay Regazzoni col polso ancora ingessato e Nanni Galli che torna sulla Tecno, Ferrari promuove Arturo Merzario in F1. Il 29enne “fantino” di Civenna è un pilota di tutto rispetto, campione italiano di Corsa in Salita 1968 con la Abarth e vincitore della 24 Ore di Spa e della Targa Florio 1972 con la 312PB ma è praticamente digiuno di ruote scoperte avendo disputato appena 4 gare di F2 nel 1971. Il casco e la tuta gli sono stati regalati da Mario Andretti che lo stima moltissimo.

Forghieri è presente ma solo in veste di fotografo per carpire i segreti delle altre monoposto.

Questa volta la nuova Tyrrell 005 è riservata a Stewart che stabilisce subito il miglior tempo nelle prove del giovedì prima di rompere la sospensione posteriore sinistra e andare a sbattere alla curva Druids. La macchina viene rispedita a Ockham per essere riparata e Stewart continua con la solita 003.

La BRM ridimensiona il suo impegno e schiera solo 3 monoposto nel GP di casa, a ulteriore conferma del momento poco felice della squadra nonostante la vittoria a Monaco. La P180 è stata messa da parte perché inguidabile e l’unica novità tecnica è l’evoluzione C della P160 con lo spostamento dei radiatori dell’olio che prima erano sotto all’alettone e ora sono posizionati davanti alle ruote posteriori. L’unica P160C è per Beltoise mentre Gethin e il rientrante Jackie Oliver hanno la versione B. Pare che il rapporto con la Marlboro non sia più idilliaco.

Debutta finalmente la Williams FX3 (iscritta come Politoys), la prima monoposto di Frank Williams come costruttore. Disegnata dal progettista della Ford GT40 Len Bailey, la monoscocca è stata costruita dalla Gomm Metal Developments di Maurice Gomm, un “mago” della lamiera formatosi alla Vickers nella costruzione dei bombardieri Wellington, nonché costruttore delle scocche delle Tyrrell e delle Ford Escort da rally. L’unico esemplare prodotto è per Henri Pescarolo che praticamente effettua il collaudo durante le prove. La gara finirà dopo solo 7 giri in seguito a un brutto incidente alla curva Dingle Dell dal quale il barbuto francese uscirà indenne.

Durante le prove libere scende in pista anche la Connew PC1, una monoposto artigianale costruita da Peter Connew, ex progettista di giradischi completamente digiuno di corse, poi assunto da John Surtees e rimasto affascinato dalla bellezza della Surtees TSA da F5000 della quale ha progettato un supporto in alluminio. Questa è stata la scintilla che gli fatto decidere di costruire una F1, realizzandola dentro al garage di un suo amico nella periferia Est di Londra insieme al cugino e a un falegname che prestano la loro manodopera la sera dopo al lavoro. L’idea è talmente romantica che Connew viene aiutato da decine di persone per tutto ciò che non può realizzare da solo, così intervengono aziende che gli regalano i rivetti, l’impianto frenante, gli ammortizzatori, le gomme e altro. Il motore (ovviamente un DFV) viene noleggiato usato dalla McLaren per 1000 sterline che col cambio a 1500 lire dell’epoca corrispondono a 13400 euro.

La vettura è finalmente pronta dopo un anno e mezzo di lavoro e ora c’è anche un pilota, il francese François Migault che usa i soldi del premio avuto per aver vinto il “Volant Shell” e per questo aggiunge il giallo alla carrozzeria originale rossa. L’esordio è previsto per Clermont-Ferrand ma durante il trasporto (sul camion del fratello di Migault) si rompe una sospensione per cui tutto viene rinviato. Finalmente la PC1 scende in pista a Brands Hatch ma un problema alle sospensioni posteriori convince Connew a sospendere il tutto, sistemare il difetto e rinviare il vero debutto alla gara seguente.

Il miglior tempo della prima sessione del giovedì è ottenuto da Fittipaldi che si aggiudica 100 bottiglie di champagne messe in palio dal quotidiano londinese The Evening News. È una prestazione che non ha nessun valore ma evidentemente è sufficiente per fare pubblicità al giornale.

British design engineer, and founder of Lotus Cars, Colin Chapman (1928-1982) in conversation with Brazilian Formula One racing driver Emerson Fittipaldi during practice for the 1972 British Grand Prix at the Brands Hatch motor racing circuit in West Kingsdown, Kent, England, 12th July 1972. (Photo by Blackman/Daily Express/Hulton Archive/Getty Images)

Nel frattempo il merchandising comincia a ritagliarsi sempre più spazio all’interno degli autodromi.

La Ferrari torna in pole position con Ickx (la sua undicesima) con 4 decimi di vantaggio su Fittipaldi. Seguono Revson, Stewart, Schenken (ancora ottimo con la Surtees) e Beltoise. Merzario è nono e Galli 19° con la Tecno modificata nientemeno che dall’onnipresente Ron Tauranac.

Just before the start of the British Grand Prix at Brands Hatch 1972: Jacky Ickx on Ferrari 312B2 no. 5, will start from pole position. Alongside him and second on the grid is Championship leader Emerson Fittipaldi, on Lotus-Cosworth 72D no. 8.

Ickx mette le ruote davanti a tutti alla Paddock Bend e raggiunge la Druids davanti a Fittipaldi, Beltoise, Revson, Stewart e le Surtees di Schenken e Hailwood.

Ickx e Fittipaldi prendono subito un buon vantaggio con Stewart che supera prima Revson e poi Beltoise ma ha già 5 secondi di distacco dai primi due.

La coppia di testa raggiunge Walker sulla seconda Lotus per doppiarlo (stagione disastrosa per lui) e Stewart ne approfitta per ridurre il distacco. Al 25° giro Ickx si intraversa alla Druids, Fittipaldi mette due ruote sull’erba per evitarlo e Stewart ne approfitta per portarsi in seconda posizione.

Emerson Fittipaldi, Lotus-Ford 72D, Grand Prix of Great Britain, Brands Hatch, 15 July 1972. Emerson Fittipaldi skids off the track during the 1972 Grand Prix of Great Britain in Brands Hatch, but he would go on to win the race. (Photo by Bernard Cahier/Getty Images)

Il trio di testa prosegue a distanza ravvicinata con Fittipaldi che risupera il campione del mondo al 36° giro nelle fasi di doppiaggio del fratello Wilson ma la splendida corsa di Ickx finisce al 49° giro a causa di una perdita d’olio da un radiatore rotto.

I leader della corsa raggiungono ora Graham Hill alla Paddock Bend per doppiarlo, il 43enne allarga la traiettoria per non essere d’intralcio ma perde il controllo della sua Brabham e va a sbattere contro le barriere. Il suo commento: “From a gentleman to a twit in a tenth of a second”.

Ora Fittipaldi prende decisamente il comando della corsa e stacca Stewart che ha un enorme vantaggio su Revson. Cevert è ancora più indietro ma esce di pista nello stesso punto di Hill e lascia la quarta posizione a Peterson. Intanto Merzario, che si è fermato ai box a causa di una foratura, sta girando fortissimo e recupera fino alla settima posizione sdoppiandosi addirittura da Revson.

Dopo 76 giri Emerson Fittipaldi su JPS-Lotus vince il Johh Player Grand Prix davanti a Stewart e Revson. Il brasiliano, alla sua seconda stagione completa di F1, è salito sul podio in tutti i GP tranne il primo in Argentina. In classifica mondiale ora ha 43 punti, Stewart segue a 27, Hulme 21 e Ickx 16.

L’uscita di pista di Peterson all’ultimo giro consente a Merzario di finire sesto e conquistare un punto mondiale al debutto. Al comasco viene assegnato il “Prix Rouge et Blanc Joseph Siffert”, un premio istituito dalla Marlboro e dall’International Racing Press Association fondata dal fotografo Bernard Cahier per il pilota più combattivo. Oltre alla coppa riceverà anche un lingotto d’oro del peso di 100 grammi col suo nome inciso.

Il polso è guarito e Clay Regazzoni torna disponibile per il GP di Germania sul circuito in cui ha ottenuto degli ottimi tempi durante i test privati di qualche settimana prima. La Ferrari schiera quindi tre B2 premiando così l’ottima prestazione fornita da Merzario in Gran Bretagna.

Mario Andretti è ancora negli USA per la Schaefer 500 che si corre a Pocono, così come Peter Revson che è sostituito ancora una volta da Redman sulla McLaren.

Le prove del venerdì vivono sul duello tra Tyrrell e Ferrari con Cevert, detentore del record ufficiale, che sembra poter battere tutti ma atterra male al salto del Pflanzgarten e sbatte contro il guardrail danneggiando la sua 002, così come Merzario che esce di pista a causa di un improvviso scroscio d’acqua facendo parecchi danni. Questo incidente gli costa la conferma al successivo GP d’Austria.

Arturo Merzario, Ferrari 312B2, Grand Prix of Germany, Nurburgring, 30 July 1972. Arturo Merzario giving his mechanics a helping hand after crashing his ferrari 312B2 during practice. (Photo by Bernard Cahier/Getty Images)

Alla fine Jacky Ickx conferma il suo rapporto privilegiato col Nürburgring mettendo a segno la dodicesima pole in carriera col tempo di 7’07”0 a 192.520 kmh di media, battendo la pole del 1971 di ben 12 secondi. Stewart è secondo a +1,7” davanti a Fittipaldi a +2.9”, a confermare quelli che sono indiscutibilmente i tre piloti più forti del campionato. Alle loro spalle si qualificano Peterson, Cevert, Reutemann, Regazzoni e Amon. La gara si corre sulla distanza ripristinata a 14 giri anziché 12.

Con l’aumentare degli sponsor aumenta anche il numero di persone ai box, spesso inconsapevoli del pericolo e spesso d’intralcio per chi deve lavorare. A farne le spese è Bernard Cahier aggredito e portato via in malo modo da uno dei buttafuori presenti.

An overeager uninformed security tries to remove Bernard Cahier by headlock from a place where he was allowed to (and insisted to) stay with the helping hands of surrounding spectators

Ronnie Peterson parte benissimo dalla seconda fila fino ad affiancare Ickx che però ha la traiettoria favorevole ed entra alla Südkurve davanti a tutti, seguito dalla March dello svedese e dall’altra Ferrari di Regazzoni che ha scavalcato Fittipaldi e Stewart.

Ickx comincia subito ad avvantaggiarsi sugli inseguitori mentre Fittipaldi riesce a superare Regazzoni a Hohe-Acht nel corso del secondo giro portandosi alle spalle di Peterson.

Al quinto giro il brasiliano della JPS-Lotus scavalca anche Peterson ma Ickx ha già 15 secondi di vantaggio e continua ad essere il più veloce in pista. Peterson perde il controllo della March va in testacoda al nono giro, riesce a ripartire ma ora è quinto, alle spalle di Regazzoni e Stewart.

All’inizio del 10° giro la Lotus di Fittipaldi comincia a emettere fumo dal posteriore e al giro successivo la scatola del cambio esplode facendo incendiare l’olio nel rettilineo di ritorno dietro ai box. Fittipaldi blocca immediatamente la vettura a bordo pista e i commissari spengono prontamente l’incendio.

Con Ickx ormai irraggiungibile, Stewart è sempre alle spalle di Regazzoni che durante l’ultimo giro commette un piccolo errore nella serie di curve di Hocheichen. Il campione del mondo si infila nello spazio per sfruttare l’occasione ma Regazzoni gli resiste, le ruote si toccano e la Tyrrell va a sbattere contro il guardrail. Stewart scende dalla macchina ed è arrabbiatissimo con il pilota della Ferrari, accusandolo di averlo buttato fuori apposta. Lo svizzero invece riesce a concludere regolarmente la corsa al secondo posto.

Jacky Ickx conquista la sua ottava e ultima vittoria in F1 riportando la Ferrari sul podio più alto oltre un anno dopo Zandvoort. Il belga domina la corsa fin dalle prove e stabilisce il suo unico Grand Chelèm.

Ferrari driver Jacky Ickx, winner of the 1972 German Grand Prix

Il secondo posto di Regazzoni completa la festa della Scuderia con i meccanici che partecipano alla premiazione (l’ultima doppietta risale al GP del Messico 1970, sempre con gli stessi piloti). Terzo posto e primo podio della stagione per Ronnie Peterson (anch’egli pilota Ferrari) e per la March. Nella classifica mondiale Ickx sale al terzo posto, a 2 punti da Stewart e 18 da Fittipaldi.

L’entusiasmo dei ferraristi viene presto spento dalla notizia della riduzione dell’attività sportiva per il 1973. La FIAT stringe i cordoni della borsa già dopo 3 anni.

Dopo Brands Hatch e il Nordschleife, la serie delle piste “da pelo” continua con l’Österreichring dove un anno fa ha trionfato il compianto Jo Siffert. L’appuntamento ferragostano sulle splendide colline della Stiria, alla sua terza edizione, sta già diventando un classico della F1 moderna.

Al giovedì Niki Lauda effettua qualche giro di prova con la Matra MS120C muletto di Amon ma la cosa non avrà seguito.

Durante le prove libere del venerdì la March prova una modifica con i radiatori anteriori e il muso avvolgente in stile Surtees che poi viene accantonato nelle sessioni successive.

La Tyrrell riporta in pista la 005 per Stewart dopo aver rimesso i freni anteriori sulle ruote perché è stato verificato che gli incidenti di Clermont-Ferrand e Brands Hatch sono stati causati proprio dalle vibrazioni innescate dai freni entrobordo che, a quanto pare, funzionano solo sulla Lotus.

Gli alettoni posteriori vengono spostati sempre più indietro sulle macchine per poter avere un angolo di incidenza minore e mantenere la stessa efficienza.

La pole position è appannaggio di Emerson Fittipaldi che, girando a 221.732 kmh, abbassa il tempo ottenuto da Siffert l’anno prima di un secondo e mezzo. Sull’alettone posteriore della 72D compaiono 3 adesivi che rappresentano le 3 vittorie conquistate finora nel 1972 (Spagna, Belgio e Gran Bretagna). Gli organizzatori del GP hanno installato dei dissuasori di forma di tronco di sfera dell’altezza di 5 cm per evitare che i piloti taglino le curve.

RED BULL RING, AUSTRIA – AUGUST 13: Emerson Fittipaldi, Lotus 72D Ford during the Austrian GP at Red Bull Ring on August 13, 1972 in Red Bull Ring, Austria. (Photo by LAT Images)

Le prove della Ferrari sono tormentate da problemi continui alle pompe della benzina della Lucas che necessitano di molto tempo per essere risolti. Finalmente il sabato Regazzoni (che ha saputo di non essere confermato per il 1973) ha a disposizione una B2 perfettamente funzionante e gli viene assegnato l’unico treno di gomme “da qualifica” rimasto con il quale fa segnare il secondo miglior tempo, a soli 7 centesimi dalla pole. Ickx, con gomme “normali”, non riesce a fare meglio del nono tempo, staccato di 1.3” dal compagno di squadra.

Si realizza finalmente il sogno di Peter Connew la cui monoposto si qualifica con l’ultimo tempo (più lento di 4 secondi rispetto al penultimo ma entro il limite regolamentare del 110%) e può partecipare al Gp d’Austria grazie alla sponsorizzazione di un’azienda di pesce surgelato. Onde evitare di danneggiare il motore prestatogli dalla McLaren (e quindi di dover pagare i danni), Migault ha la raccomandazione di non superare mai i 9000 giri. Riuscirà a compiere 23 giri prima che si rompa una sospensione.

13 Aug 1972, Zeltweg, Austria — Frenchman Francois Migault in a Connew PC1 during the 1972 Austrian Grand Prix. The constructor of this car, Pete Connew, was a former mechanic of John Surtees, the car was used only two times. — Image by © Schlegelmilch/Corbis

Al via Regazzoni e Fittipaldi si controllano a vicenda e non vedono Stewart che li supera entrambi con una partenza “alla Regazzoni” e passa subito al comando. Anche Hulme è autore di un ottimo scatto dalla quarta fila e si porta in quarta posizione, alle spalle di Fittipaldi.

Si ripresentano i problemi di alimentazione della Ferrari con Regazzoni che non riesce a tenere il passo di Stewart e dopo 4 giri viene superato da Fittipaldi. Ancora 4 passaggi e il ticinese rientra lentamente ai box dopo aver raccolto alle sue spalle una lunga fila di avversari.

RED BULL RING, AUSTRIA – AUGUST 13: Clay Regazzoni, Ferrari 312B2 leads Denny Hulme, McLaren M19C Ford and Carlos Reutemann, Brabham BT37 Ford during the Austrian GP at Red Bull Ring on August 13, 1972 in Red Bull Ring, Austria. (Photo by LAT Images)

In questa fase di gara emerge Ronnie Peterson che sfrutta al meglio il tappo di Regazzoni e rimonta dal decimo al quarto posto con la March.

Il flop della Ferrari si completa al 20° giro quando anche Ickx decide di ritirarsi dopo essere stato superato dalla Tecno di Galli e dalla March di Lauda. Anche per lui il problema è il “vapor lock” causato dal caldo austriaco.

Anche Stewart comincia ad avere qualche problema e viene raggiunto e superato prima da Fittipaldi e poi da Hulme. Sulla Tyrrell dello scozzese c’è un consumo anomalo delle gomme anteriori che ne condiziona pesantemente la guida.

Al 30° giro rientra ai box Nanni Galli che sta facendo una gara strepitosa con la Tecno, in lotta con la Tyrrell di Cevert per la decima posizione. Purtroppo una perdita d’olio dal radiatore lo costringe a una lunga sosta.

Stewart è sempre più lento e deve cedere la posizione anche a Peterson e Revson con l’americano che approfitta dei doppiaggi per superare il pilota della March e salire al terzo posto. La bella gara di Peterson viene vanificata anch’essa dalla vaporizzazione della benzina che lo fa rallentare a 8 giri dalla fine fino a costringerlo al ritiro. La quarta posizione viene presa da Hailwood.

Gli ultimi giri vivono sul duello tra Fittipaldi e Hulme che lo segue a meno di un secondo, pronto a sfruttare il minimo errore del giovane brasiliano. L’attesa è vana, la JPS-Lotus vince il suo quarto GP e Colin Chapman, dopo aver lanciato per aria il suo cappellino, accoglie il quasi campione del mondo al termine del giro d’onore.

Peter Revson finisce la benzina nel giro d’onore ma conquista il terzo podio stagionale. A Fittipaldi mancano solo 3 punti per diventare campione del mondo quando mancano ancora 3 GP.

Race winner Emerson Fittipaldi

Due giorni dopo il GP, il giorno di Ferragosto, viene presentata a Maranello la nuova Ferrari. Si tratta di una monoposto differente da tutte le altre, progettata a Modena da Mauro Forghieri, curatissima nell’aerodinamica e dotata sempre del motore 312B. La vettura è cortissima e raccoglie tutti gli accessori all’interno degli assi delle ruote, ha un’ala anteriore a tutta larghezza (che le vale il soprannome di “Spazzaneve”) con due prese d’aria che servono a raffreddare i radiatori spostati dietro alle ruote anteriori.

Le prime prove vengono condotte due giorni dopo da Ickx e Merzario sul rinnovato circuito di Monza che la giudicano troppo “nervosa” e instabile in frenata e quindi bisognosa di modifiche prima del debutto in gara.

I trenini sono una caratteristica del circuito brianzolo per via della sua conformazione iperveloce (la pole del 1971 è stata di Amon a 251.214 kmh) per cui vengono inserite due chicane su richiesta della GPDA. La prima, in corrispondenza dell’imbocco della pista Junior sul rettilineo principale, è ricavata da un passaggio tra due guardrail ed è molto simile alla chicane del porto di Montecarlo e suscita molte perplessità per quello che potrebbe succedere alla partenza.

La seconda variante, costruita prima della curva Ascari (o del Vialone) è più strutturata ed è costituita da una deviazione che gira a sinistra nel bosco e ritorna sul rettilineo Mirabello con una esse destra-sinistra.

A proposito di circuiti, il 6 agosto viene inaugurato l’Autodromo Santamonica di Misano Adriatico con una serie di gare nazionali di Prototipi, F3 e F.Italia vinte rispettivamente da Arturo Merzario (Abarth Osella), Vittorio Brambilla (Brabham) e Giancarlo Martini.

Si arriva al GP d’Italia del Cinquantenario con alcune novità che riguardano il mercato piloti in vista del 1973. Clay Regazzoni firma per la Marlboro-BRM e Ronnie Peterson passa alla JPS-Lotus.

Mario Andretti torna sulla B2 dopo 4 mesi di assenza dovuta ai suoi impegni a stelle e strisce nei quali peraltro non ha avuto molta fortuna.

Con il Mondiale ormai perso, la Tyrrell si dedica alla sperimentazione aerodinamica con una nuova presa d’aria di alimentazione molto alta sulla 005 di Stewart e due estrattori applicati ai radiatori dell’olio sulla 002 di Cevert. Questi ultimi non saranno poi usati in gara.

Cevert’s Tyrrell-Cosworth 002 is equipped with an experimantal exhaust during the 1972 Italian GP weekend

Allo stesso modo, col Mondiale praticamente in tasca, la Lotus porta un muso avvolgente che viene scartato. Tra l’altro il camion della Lotus ha avuto un grosso incidente in svizzera nel quale sono rimaste danneggiate sia il muletto che la macchina di Walker che per forza di cose non partecipa al GP.

Si rivede John Surtees che, anche se non corre in F1 dallo scorso campionato, si è sempre tenuto in allenamento come collaudatore e anche in F2 dove ha appena vinto la gara di Imola. Per questa occasione si occupa personalmente di far debuttare la nuova TS14, una monoposto che è già conforme al regolamento tecnico del 1973. Per il 38enne Big John è l’ultimo GP di F1.

Per il GP di casa la Tecno porta finalmente due monoposto per cui i suoi piloti Nanni Galli e Derek Bell non devono più alternarsi.

Alla March si diversificano le scelte aerodinamiche con Peterson che usa il classico muso della 721G mentre Lauda corre col muso avvolgente provato dallo svedese a Zeltweg.

Dopo opportune modifiche alle sospensioni la BRM riprova a mettere in pista la P180 per Beltoise. La discutibile carenatura con le mani che sporgono rimane sempre la stessa e i risultati non migliorano.

Le prove servono in gran parte a trovare il limite per le frenate delle due nuove chicane e qualcuno ne approfitta per collaudare le vie di fuga. Jacky Ickx stabilisce la sua tredicesima e ultima pole position alla media di 217.355 kmh, 13 secondi in più e 34 kmh in meno rispetto alla pista del 1971. I distacchi sono minimi nonostante le chicane, con Amon secondo (+0.04”) davanti a Stewart (+0.14”) e Regazzoni (+0.18”). La terza fila è composta da Hulme e Fittipaldi che precedono gli americani Andretti e Revson.

Per scongiurare probabili ammucchiate si decide di usare la prima chicane solo dal secondo giro, facendo quindi schierare le 25 monoposto sulla parte esterna del rettilineo.

Gianni Restelli abbassa il Tricolore quando c’è ancora gente in pista, Ickx è il più lesto davanti a Regazzoni e Amon mentre Stewart brucia subito la frizione e viene sfilato miracolosamente da tutto il gruppo. Il GP d’Italia dell’ex campione del mondo finisce dopo 100 metri.

Jackie Stewart retires and walks back under clamour and whistles of the tifosi just after the start in Monza 1972, a failure in the transmission of the Tyrrell-Cosworth 005 caused him to stop

L’effetto della Variante Ascari è evidente alla conclusione del primo giro quando le macchine passano tutte in fila indiana, senza più i gruppi di 3 o 4 macchine appaiate a 270 all’ora. Ickx è saldamente primo davanti a Regazzoni, Fittipaldi, Amon, Hailwood, Andretti, Hulme, Reutemann e Revson.

Al 14° giro Regazzoni passa al comando superando Ickx sul rettilineo dei box. Tre giri più tardi lo svizzero arriva alla variante Ascari tallonato da Ickx, Fittipaldi, Amon e Hailwood ma trova Carlos Pace che sta ripartendo dopo un testacoda, cerca di superarlo ma non riesce a evitare il contatto, rompe una sospensione della B2 e conclude la sua corsa contro il guardrail con un principio d’incendio.

Ickx torna così in testa seguito da Fittipaldi, Amon e Hailwood al quale si stacca la presa d’aria del motore. Questo cambia la carburazione e l’assetto aerodinamico della Surtees di Mike The Bike che però non si dà per vinto e continua la sua corsa, anche se dopo un doppiaggio perde la scia di Amon e non riesce più a raggiungerlo perché il suo DFV dà 300 giri/min in meno.

Al 38° giro Amon rientra ai box con una ruota anteriore fumante. Ha consumato completamente la pastiglia del freno (la Matra usa la più piccola della Ferodo) e il calore generato dall’attrito tra il disco e il supporto metallico ha reso inservibile la pinza. Fittipaldi spinge forte e Ickx risponde facendo segnare il giro più veloce.

L’ultimo colpo di scena arriva a 9 giri dal termine quando Ickx esce dalla parabolica a motore spento, infila la corsia dei box e si ritira per un guasto all’accensione che lascia senza corrente il 12 cilindri Ferrari.

Jacky Ickx descends the Ferrari 312B2, retiring with battery problems after 46 laps

Gli ultimi giri non hanno storia con Fittipaldi che ha 15 secondi di vantaggio su Hailwood e altri 10 su Hulme, per un arrivo completamente diverso da quelli visti a Monza negli ultimi anni.

Il brasiliano deve così aggiungere un altro adesivo ai 4 già presenti sull’alettone della sua JPS-Lotus ma soprattutto, con i suoi 25 anni, 8 mesi e 29 giorni diventa il più giovane Campione del Mondo della storia della F1, un record che resisterà fino al 2005 quando sarà superato da Fernando Alonso. La Lotus vince la Coppa Costruttori con 2 gare ancora da disputare, ed è la seconda volta in 3 anni per la 72.

Con il secondo posto Mike Hailwood conquista il miglior risultato in F1 per lui e per la squadra di John Surtees, due veri animali da corsa che nel weekend si spostano dal circuito all’albergo di Arcore in sella a due fiammanti Gilera 150.

Mike Hailwood, John Surtees and Giacomo Agostini, 1972. (Photo by: GP Library/Universal Images Group via Getty Images)

Una cospicua sponsorizzazione da parte della birra Labatt permette di disputare il GP del Canada a Mosport Park. L’asfalto è sempre abbastanza rovinato ma la nuova proprietà si impegna a migliorarne le condizioni e nel frattempo aggiunge i guardrail mancanti per accontentare le richieste della GPDA.

La Tyrrell appronta una nuova macchina, la 006, che viene affidata a Cevert per il finale di campionato e non è altro che una copia della 005. La Tyrrell è l’unica monoposto a mantenere l’alettone posteriore sopra alle ruote.

Dave Walker, dopo essere rimasto senza macchina a Monza e aver saputo della firma di Peterson per il 1973, cerca una nuova collocazione per il futuro e prova una GRD. Peter Warr viene a conoscenza del test e appieda l’australiano per un GP. Al suo posto subentra Reine Wisell che conosce già la Lotus 72.

Con Mario Andretti impegnato a Trenton, la Ferrari schiera due B2 per Ickx e Regazzoni mentre Merzario continua a sviluppare la “Spazzaneve” sul nuovissimo circuito di Misano, seguito dall’ing. Colombo e da Sante Ghedini. In Ferrari si scontrano due scuole di pensiero: quella del passo corto (portata avanti da Forghieri sull’esempio della Tyrrell) e quella del passo lungo (guidata dalla triade Colombo, Caliri e Giorgio Ferrari influenzati dalla Lotus).

Le prove sono dominate non a caso dalle McLaren, perché la Casa di Colnbrook è quella che conosce meglio di tutti la pista canadese avendoci vinto nelle ultime 5 gare disputate con le Can-Am. Peter Revson conquista la sua prima pole in F1 battendo di 6 decimi il record fatto segnare dalla Porsche-Audi 917/10 turbo di Mark Donohue.

Il secondo miglior tempo è del compagno di squadra Denny Hulme, seguito dal sorprendente Peterson, alla sua prima partenza in prima fila.

Alle loro spalle Fittipaldi, Stewart, Cevert e le Ferrari che non vanno oltre la settima e ottava posizione con Regazzoni e Ickx.

Quest’anno la nebbia arriva prima della gara e costringe gli organizzatori a rinviare tutto di un’ora e mezza.

Partenza al solito caotica con molte vetture che hanno il comando dell’acceleratore bloccato dalla polvere e dai sassi raccolti nel giro di allineamento. Peterson è il più veloce di tutti e si getta a capofitto verso la prima curva seguito da Stewart, Revson e Ickx.

Alla fine del primo giro Peterson ha 3 secondi di vantaggio su Stewart, Revson, Ickx, Fittipaldi, Regazzoni e Amon ma in breve lo scozzese recupera e al 4° giro si porta al comando approfittando di un errore dell’esuberante pilota della March alla staccata della forcella.

Stewart apre subito un netto distacco nei confronti di Peterson il quale a sua volta fa il vuoto nei confronti di Ickx, Revson, Fittipadi, Regazzoni, Amon e Reutemann. Un po’ più indietro c’è Hulme che è riuscito a sbloccare completamente l’acceleratore e sta recuperando furiosamente dalla tredicesima posizione.

Le Firestone di Ickx si deteriorano in fretta e costringono il pilota della Ferrari a delle acrobazie che però ne rallentano il passo, così viene superato da Revson, Fittipaldi e Regazzoni e cerca di resistere a Reutemann, Hulme e Amon.

Al 38° giro Ickx si ferma ai box per cambiare una gomma forata e un filo delle candele e riparte terz’ultimo. Stewart ha una ventina di secondi di vantaggio su Peterson e dalle retrovie arriva anche la nuova Tyrrell di Cevert che dopo una pessima partenza ha superato Hulme salendo dal diciannovesimo al settimo posto ma comincia a perdere liquido dai freni posteriori e si ferma ai box per tentare la riparazione del guasto.

Stewart è sempre più lontano mentre Peterson si appresta a doppiare Hill alla curva prima del rettilineo ma “Baffo” chiude bruscamente la porta e le auto si toccano. La March dello svedese ha lo sterzo piegato ma ha già passato l’ingresso dei box per cui si ferma all’uscita della pit-lane. I meccanici della March lo vanno a recuperare spingendolo verso il proprio box e lo rimandano in pista dopo aver cercato di sistemare il guasto ma Peterson viene fermato con la bandiera nera per la manovra vietata. Revson è ora secondo.

Al giro seguente tocca al nuovo Campione del Mondo Emerson Fittipaldi fermarsi ai box per problemi al cambio. Viene rimandato in pista con 2 giri di distacco e Regazzoni sale al terzo posto.

CANADIAN TIRE MOTORSPORT PARK, CANADA – SEPTEMBER 24: Emerson Fittipaldi, Lotus 72D Ford leads Clay Regazzoni, Ferrari 312B2 during the Canadian GP at Canadian Tire Motorsport Park on September 24, 1972 in Canadian Tire Motorsport Park, Canada. (Photo by David Phipps / Sutton Images)

Nel frattempo Skip Barber, fermo ai box dal primo giro, ritorna in pista per fare presenza con la sua March 711 privata. Al 73° giro Regazzoni lo raggiunge per doppiarlo ma l’americano non lo vede, lo ostacola e manda la Ferrari in testacoda facendogli perdere due posizioni. Ora Reutemann è terzo davanti a Hulme che gli è in scia e non riesce a superarlo fin dal nono giro.

Ventunesima vittoria per Jackie Stewart (la prima per la 005) con 48 secondi di vantaggio su Peter Revson, al suo miglior risultato in F1. Il terzo posto è di Hulme che all’ultima curva supera lo sfortunato Reutemann rimasto senza benzina. L’argentino perde il podio ma finalmente conquista i primi punti mentre Regazzoni è quinto. I primi 4 classificati montano gomme Goodyear. Quella di Mosport è la cinquantesima vittoria per il motore Ford Cosworth DFV in soli 6 anni.

Con questa vittoria Stewart scavalca Hulme al secondo posto della classifica piloti e la Tyrrell dimezza lo svantaggio dalla McLaren da 6 a 3 punti prima dell’ultimo GP.

Mike Hailwood non ha partecipato al GP del Canada perché impegnato nelle ultime due gare dell’Euro F2. La prima disputata ad Albi non va molto bene ma la domenica successiva l’inglese arriva secondo a Hockenheim e diventa Campione Europeo di F2 con la Surtees TS10.

L’ultimo GP dell’anno è quello degli Stati Uniti che da quando si disputa sul rinnovato circuito di Watkins Glen è diventato uno dei più attesi dalle squadre.

Come ogni anno gli organizzatori offrono parecchi soldi come premio di partenza per attirare il maggior numero di monoposto e ancora più spettatori paganti. La Tyrrell offre quindi un’altra possibilità a Depailler che ha appena concluso l’Euro F2 al terzo posto dietro a Hailwood e Jaussaud e davanti a Reutemann e Lauda.

Mario Andretti si ricongiunge con la squadra ma la vera novità tra i piloti Ferrari è il nuovo look di Clay Regazzoni che sfoggia due lunghi baffi alla Mark Spitz. Mario e Clay hanno approfittato della trasferta nordamericana per andare a divertirsi a Las Vegas.

Dave Walker viene reintegrato dalla JPS-Lotus come terzo pilota (oltre a Fittipaldi e Wisell) per far guadagnare il premio di partenza alla squadra. Sarà il suo ultimo impegno in F1 dopo una stagione pessima.

Debutta con la terza McLaren il 22enne sudafricano Jody Scheckter che ha chiuso l’Euro F2 all’ottavo posto con la mediocre M21, riuscendo a vincere la gara di Crystal Palace.

Anche questa volta le McLaren sono velocissime per lo stesso motivo di Mosport Park ma Stewart riesce a prevalere su Revson per soli 5 centesimi e conquista la quattordicesima pole, a conferma che la 005 ha trovato l’equilibrio che le mancava nei GP estivi e ora è agile come una bicicletta.

Auto Racing: US Grand Prix: Jackie Stewart (1) rides a bike at Watkins Glen Grand Prix Race Course.
Watkins Glen, NY 10/8/1972
CREDIT: Eric Schweikardt (Photo by Eric Schweikardt /Sports Illustrated via Getty Images/Getty Images)
(Set Number: X17169 F24 )

Hulme chiude la prima fila e precede Cevert e Reutemann. Seguono Regazzoni, Amon e l’ottimo Scheckter con la vecchia M19A. Fittipaldi è solo nono davanti ad Andretti, Depailler e Ickx. Ronnie Peterson è addirittura 26° perché dopo aver rotto due motori ed avere avuto in prestito dalla Tyrrell quello usato da Stewart a Mosport, si è schiantato nell’ultima sessione di sabato costringendo i meccanici della March a un altro turno straordinario di lavoro.

Con 32 piloti ammessi al via, la riunione pre-gara col direttore di corsa è decisamente affollata.

Questa volta Stewart non si lascia sorprendere (anche perché Peterson è in fondo allo schieramento), effettua una delle sue migliori partenze e si lascia subito il gruppo alle spalle.

Alla prima frenata Andretti tampona Reutemann che a sua volta finisce addosso a Revson creando scompiglio nel gruppo. L’argentino perde parecchie posizioni mentre Revson rientra ai box per sistemare il musetto piegato nella collisione e riparte ultimo.

Alla fine del primo giro Stewart ha già un netto vantaggio su Hulme, Fittipaldi e Scheckter che hanno approfittato del caos della prima curva per scavalcare le tre Ferrari. Al passaggio successivo Scheckter dimostra di non aver alcuna remora e supera il nuovo Campione del Mondo portandosi in terza posizione al debutto.

Fittipaldi percorre quasi tutto il quinto giro con la gomma posteriore destra forata, rientra ai box per la sostituzione e riparte ultimo.

Cevert ha avuto una pessima partenza causata da un pezzo dell’imbottitura del sedile che si è staccato ed è finito tra i pedali. Una volta sbloccato l’acceleratore il francese sfrutta appieno la 006 e comincia una furiosa rimonta che lo porta a recuperare dal nono al quarto posto dopo soli 6 giri. La sua rincorsa non si ferma così al 17° giro supera Scheckter e al 30° scavalca anche Hulme portando due Tyrrell in testa al GP.

La corsa è entusiasmante anche per un’altra splendida rimonta da parte di Peterson che al 25° giro supera Ickx e si issa al quinto posto dopo essere partito dalla terz’ultima fila con un telaio da F2 raddrizzato dai meccanici il sabato notte.

Intanto comincia a piovere sulla zona Nord del circuito, Scheckter è il primo a trovare la pista bagnata e va in testacoda finendo nella via di fuga dove viene raggiunto da Beuttler e Hill che erano appena stati doppiati. Il motore della McLaren si spegne, i commissari la spingono e la fanno ripartire dopo parecchio tempo ma Scheckter scende in quindicesima posizione.

WATKINS GLEN INTERNATIONAL, UNITED STATES OF AMERICA – OCTOBER 08: Jody Scheckter, McLaren M19A Ford leads Mike Beuttler, March 721G Ford and Sam Posey, Surtees TS9B Ford during the United States GP at Watkins Glen International on October 08, 1972 in Watkins Glen International, United States of America. (Photo by David Phipps / Sutton Images)

Le gomme Firestone sembrano andare meglio sulla pista umida così Ickx torna quarto davanti a Peterson. Andretti sorpassa Depailler per l’ottava posizione ma entrambi vengo raggiunti e superati da Peter Revson che sta compiendo una gara capolavoro. Dopo essere ripartito trentunesimo (ultimo) dai box al secondo giro, l’americano ha recuperato fino al sesto posto ma la sua McLaren si ferma a 5 giri dal traguardo per il distacco del cavetto elettrico posto dietro alla centina del volante.

Negli ultimi giri, mentre torna a splendere il sole, si rompe uno scarico sulla B2 di Ickx che perde velocità e restituisce la quarta posizione a Peterson.

La Tyrrell 005 si dimostra perfetta e consente a Stewart di conquistare il suo quarto e ultimo Grand Chelèm. Il secondo posto di Cevert scatena la gioia di Ken Tyrrell che sale sul podio insieme ai suoi piloti e non passa inosservato il settimo posto finale di Depailler con la vecchia 004. Stewart e la Tyrrell conquistano il secondo posto in entrambe le classifiche davanti a Hulme e alla McLaren.

La gara di Amon è l’ennesimo calvario a causa di una valvola malfunzionante. Il neozelandese si classifica quindicesimo (penultimo) a 2 giri di distacco. Il direttore generale Jean-Luc Lagardère decide che l’avventura della Matra come costruttore di F1 è finita per mancanza di risultati a fronte dell’impegno tecnico ed economico profuso e concentra tutte le risorse sulle Sport Prototipi.

Il campionato della Ferrari si chiude con il quinto posto di Ickx, il sesto di Andretti (doppiato) e l’ottavo di Regazzoni, alla sua penultima corsa prima di passare alla BRM F1 e all’Alfa Romeo per il Mondiale Sport Prototipi (entrambi gli impegni hanno la durata di un anno).

Intanto arriva la prima novità in chiave ’73 con l’accordo di fornitura delle gomme Goodyear sia per la F1 che per i Prototipi già a partire dalla 9 Ore di Kyalami del prossimo novembre alla quale sono iscritte due 312PB per Ickx e Redman e per Regazzoni e Merzario.

Nel frattempo Forghieri si trasferisce da Modena nella seconda palazzina ristrutturata della pista di Fiorano adibita a ufficio tecnico. Il DS Peter Schetty invece lascia la Ferrari a fine anno, sostituito dal torinese Guido Rosani.

A Maranello continua la “guerra” tra i due clan tecnici. Forghieri vorrebbe iscrivere Merzario e la Spazzaneve al World Championship Victory Meeting di Brands Hatch (gara organizzata dalla John Player per celebrare il Mondiale di Fittipaldi e della Lotus) per fare esperienza e verificarne il potenziale ma il gruppo filo-FIAT (Colombo, Caliri e Giorgio Ferrari) convincono il Drake a bloccare tutto, confermando di aver fatto costruire una F1 per poi non utilizzarla (alla faccia del taglio dei costi imposto dalla FIAT).

Le premesse per il 1973 non sono delle migliori per la Scuderia.

 

Giovanni Talli

LA STORIA DELLA FERRARI 312B: 1971 (SECONDA PARTE)

Il GP di Francia si trasferisce su un circuito inaugurato da un anno, il Paul Ricard di Le Castellet. Situato su un altopiano nel dipartimento del Var, è stato voluto e costruito dal signor Paul Ricard, 60enne iperdinamico imprenditore francese che è diventato miliardario inventando e brevettando il terribile Pastis de Marseille, una delle bevande più disgustose al mondo che evidentemente piace a molti (come la Red Bull, del resto).

French Businessman and Creator of Pastis Drink Ricard, Paul Ricard (Photo by Pascal Parrot/Sygma/Sygma via Getty Images)

Ricard ha già costruito un aerodromo per soddisfare la passione per il volo del figlio Patrick. Quando il ragazzo 25enne torna da Le Mans dove ha assistito alla 24 Ore e ha una passione in più, il padre decide di costruire una pista adiacente all’aeroporto ma non una pista qualunque: la più moderna e lussuosa d’Europa. La lunghezza complessiva è di quasi 6 km, con un rettilineo da 1800 metri e una serie di curve, dalla velocissima Signes al rampino che immette sul rettilineo del traguardo. I guardrail sono ragionevolmente lontani dalla pista con ampie vie di fuga ghiaiate per rallentare le vetture che escono di strada. Ogni postazione dei commissari è dotata di “semafori” con luci gialle e blu che si aggiungono alle classiche bandiere. C’è un semaforo anche per la partenza ma i piloti non si sentono ancora pronti e preferiscono il classico via con la bandiera nazionale.

Aerial view of the new French racing circuit in Le castellet (southern France) on May 5, 1970. – A new race track (with finance from pastis magnate Paul Ricard) with the latest safety features will allow the cars to reach the highest speeds with maximum safety. (Photo by – / AFP) (Photo credit should read -/AFP via Getty Images)

La struttura dei box è su 4 piani, con aria condizionata, negozi, ristorante e bar, sale di rappresentanza per squadre e sponsor, sala stampa dotata di telefoni e telex per 100 giornalisti e terrazza panoramica. I box sono dotati di saracinesche con serratura e di televisori da 12 pollici collegati all’impianto a circuito chiuso del tracciato. La corsia dei box è sopraelevata rispetto al piano della pista per una maggiore protezione dei meccanici e l’ingresso è rallentato da una chicane.

Ovviamente non tutti i piloti gradiscono il nuovo tracciato. John Surtees lo giudica “flat and featureless” mentre Pedro Rodriguez definisce il tratto tra la fine del lungo rettilineo del Mistral e il traguardo come un circuito “Mickey Mouse”.

Emerson Fittipaldi torna in pista dopo l’incidente stradale in Svizzera ma ha bisogno di una fasciatura per proteggere la gabbia toracica non ancora perfettamente guarita.

A bandaged Emerson Fittipaldi had recovered from his road accident and was back in action for the French GP Paul Ricard 1971

Mario Andretti non è presente in quanto impegnato in Pennsylvania nella Pocono 500 dove conclude al quarto posto. Ickx e Regazzoni dispongono delle B2 con una nuova modifica alle sospensioni posteriori per ovviare al problema delle vibrazioni. Forghieri ha collocato all’interno dei portamozzi due cilindri in alluminio contenenti un pistone con molle pre-caricate il cui scopo è di controllare le masse non sospese. Si tratta del mass damper, già presente sulla Citroën 2CV del 1948, che sarà poi determinante sulla Renault R25 del 2005.

Derek Gardner continua a modificare la Tyrrell. Dopo la presa d’aria alta, la 003 di Stewart presenta un muso avvolgente simile a quello della Porsche 908. Inoltre vengono mantenuti i freni anteriori a doppio disco Girling già usati a Zandvoort.

sl

La March è in difficoltà economiche e decide di utilizzare il V8 Alfa Romeo normalmente usato da De Adamich anche sulla macchina di Peterson per il semplice motivo che, non avendo ricevuto il pagamento delle revisioni, la Cosworth non ha consegnato i DFV a Mosley.

Ronnie Peterson’s March-Alfa Romeo 711

Dopo Matra e Tyrrell, anche Brabham e McLaren adottano la presa d’aria alta. La squadra di Colnbrook salta la prima giornata di prove a causa di un guasto al camion della squadra nei pressi di Lione.

Graham Hill, Brabham-Cosworth BT34

Considerando la tipologia del tracciato, con due tratti molto veloci, tutti si aspettano un dominio dei 12 cilindri almeno in prova e invece è Stewart a conquistare la pole con 8 decimi di vantaggio su Regazzoni e 1.2” su Ickx. Il DFV dello scozzese ha un suono differente da tutti gli altri e la sua Tyrrell è velocissima in rettilineo, tanto da far sorgere il sospetto che possa avere una cilindrata maggiorata o una benzina Elf speciale.

Alla partenza Stewart mantiene la pole davanti a Regazzoni, Rodriguez e alle Matra di Beltoise e Amon mentre Ickx ha immediatamente dei problemi al motore che lo costringono al ritiro dopo soli 4 giri.

Al contrario Stewart guadagna un secondo al giro su Regazzoni e si appresta a fare i primi doppiaggi. Al 20° giro esplode il V8 Alfa Romeo di Peterson inondando la pista d’olio, Stewart controlla la sua Tyrrell ma Regazzoni lo prende in pieno ed esce di pista rompendo la sospensione destra, seguito di lì a poco da Hill. Dopo due terzi di gara entrambe le Ferrari sono eliminate.

Ora Rodriguez è secondo davanti al sorprendente Cevert, a Siffert e Fittipaldi che hanno scavalcato le Matra ma anche il messicano si ritira al 28° giro per un guasto alla bobina della sua BRM. Questo è il suo ultimo GP.

Il finale di gara è caratterizzato dalla rottura di uno scarico che mette in ansia Cevert e il box Tyrrell e dalla rimonta di Fittipaldi che supera Siffert.

Jackie Stewart vince il terzo GP su 5 con un altro Grand Chelèm e torna a +14 in classifica su Ickx. Cevert, al primo podio in F1, è l’eroe del pubblico francese e Fittipaldi riporta un po’ di serenità alla Lotus con il terzo posto finale. Nel parco chiuso i commissari sportivi prelevano per la prima volta campioni di benzina dalle vetture dei primi 5 classificati.

La settimana successiva si corre la 200 Miglia di Norimberga al Norisring, quarta gara del campionato Interserie (l’equivalente europeo della Can-Am). Pedro Rodriguez è considerato uno dei più forti piloti a ruote coperte e viene ingaggiato dagli organizzatori per attirare più pubblico. Gli viene affidata la Ferrari 512M privata di Herbert Müller, amico e compagno di equipaggio di Rodriguez in diverse gare. Partito al comando, all’11° giro il messicano si appresta a doppiare il tedesco Kurt Hild con una differenza di velocità molto grande. Un’incomprensione tra i due porta Rodriguez a scartare bruscamente per evitare la vecchia Porsche 910 ma mette le ruote sull’erba, perde il controllo della 512M e si schianta prima contro il guardrail e poi contro un muro. La Ferrari prende fuoco, i commissari lo spengono prontamente, estraggono il pilota rimasto esanime dentro ai resti della vettura e lo portano all’ospedale dove muore poche ore dopo a causa delle fratture alla testa. Aveva 31 anni.

Uno dei più forti e versatili piloti a ruote coperte, è stato chiamato a guidare per le Case migliori. Per la Ferrari ha vinto 10 gare tra il 1961 e il 1965 con GT 250 California, 250 GT SWB, TRI/61, 330 TRI/LM, 250 GTO, 275 P e 365 P2. Per la Porsche, nel biennio 1970-1971, ne ha vinte 8, tutte con la 917K.

Vincitore della 24 Ore di Le Mans 1968 con la Ford GT40 e della 24 Ore di Daytona 1970 e 1971, Pedro Rodriguez de la Vega viene sepolto a Città del Messico insieme al fortissimo fratello minore Ricardo, morto 9 anni prima durante le prove del GP del Messico di F1. Nel 1986, in occasione del ritorno della F1 in Messico, il circuito di Mexico City sarà denominato Autódromo Hermanos Rodríguez.

Sport, Motor Racing, Nuremberg, Germany, 11th July 1971, Mexican driver Pedro Rodriguez pictured before the 200 mile Inter-Series race in which he was was killed in his Ferrari (Photo by Popperfoto via Getty Images/Getty Images)

La Ferrari si ferma a Le Castellet con una B2 per effettuare ulteriori test con le gomme radiali Michelin con Regazzoni ma il responsabile Pierre Dupasquier ammette che la F1 non rientra nei piani dell’azienda di Clermont-Ferrand. Queste prove sono state chieste proprio dalla Michelin per sperimentare e migliorare la costruzione delle proprie gomme portandole al limite estremo e quindi migliorare i propri pneumatici stradali e per le corse di durata.

Il Gp di Gran Bretagna 1971 è sponsorizzato da Woolmark, l’ente di certificazione internazionale di qualità della Pura lana vergine.

Anche questa volta Andretti è assente per la concomitanza con la Firestone Indy 400 che si disputa sul Michigan International Speedway. Ickx e Regazzoni dispongono di alcune novità. La Firestone porta la nuova mescola B27 per cercare di eliminare il cronico problema di vibrazioni, così come la Koni ha realizzato nuovi ammortizzatori dotati di una valvola supplementare per gestire meglio compressione e rilascio.

La pista è velocissima e la Ferrari ha anche delle novità aerodinamiche come la carenatura bianca delle testate del 12 cilindri con prese d’aria laterali per l’alimentazione (usata solo in prova).

Inoltre vengono inseriti dei cunei sulle paratie laterali degli spoiler anteriori, evidentemente ispirati a quelli visti sulla BRM a Hockenheim.

Anche Lotus e Surtees si adeguano alla “moda” delle prese d’aria sopra al casco.

Gli esperimenti aerodinamici si sprecano su una pista da 220 kmh. La McLaren adotta un musone simil-Tyrrell, scartato dopo le prove.

Sempre durante le prove, la BRM monta una presa d’aria alta incorporata all’ala posteriore ma anche questa soluzione viene scartata prima della corsa.

Regazzoni conquista la sua seconda pole davanti a Stewart che ottiene lo stesso crono ma nella sessione successiva. Terzo tempo per Siffert che ora è primo pilota della BRM e precede Fittipaldi, Peterson e Ickx.

Il direttore di corsa abbassa la Union Jack in tre tempi causando una partenza caotica per molti ma non per Regazzoni che prende subito il largo, seguito da Ickx che si infila tra Fittipaldi e il muretto dei box e giunge a Copse in seconda posizione.

Stewart non si perde d’animo e al secondo giro prende la scia a Ickx sull’Hangar Straight, lo supera prima di Stowe e si mette a caccia di Regazzoni. Al quarto giro lo scozzese della Tyrrell ripete la manovra con l’altra Ferrari, passa al comando e comincia ad aumentare il suo vantaggio come a Le Castellet. Il momento difficile delle Ferrari continua quando entrambe vengono superate dalla BRM di Siffert (che vuole onorare la memoria di Rodriguez) e Ickx ora è insidiato da Fittipaldi e Peterson.

Jacky Ickx, currently in 4th place, leading Emerson Fittipaldi and Ronnie Peterson

Regazzoni recupera la seconda posizione approfittando di problemi alla bobina, causati dalle vibrazioni, che fanno funzionare a singhiozzo il V12 BRM di Siffert. Ickx invece si ferma ai box con una gomma forata e riparte tredicesimo. I problemi elettrici continuano a tormentare Siffert che si ferma ai box per cercare di sistemare la bobina ma al 49° giro il 12 cilindri di Regazzoni si rompe e 3 giri più tardi cede anche quello di Ickx. Disastro totale per la Scuderia.

Stewart gestisce comodamente oltre 30 secondi di vantaggio su Peterson e sull’ottimo Tim Schenken ma il cambio della sua vecchia Brabham BT33 si rompe a 5 giri dalla fine, lasciando il terzo posto a Fittipaldi. Tutti gli altri sono doppiati.

Con la quarta vittoria Jackie Stewart sale a 42 punti (23 di vantaggio su Ickx e 27 su Peterson che ha riavuto il DFV) e mette nel mirino il Mondiale.

Anche questa volta i commissari sportivi prelevano campioni di carburante dalle prime tre vetture classificate. Inoltre il DFV di Stewart viene piombato per verificarne la cilindrata in seguito alle polemiche cominciate in Francia.

In casa Ferrari l’aria è molto bassa. Ickx aveva già rotto un motore nell’ultima sessione di qualifica, inoltre continuano i problemi di vibrazione con accuse reciproche tra Forghieri e i tecnici Firestone. Il mondiale ormai è perso.

L’unica nota positiva è l’inizio dei lavori di costruzione della pista di Fiorano.

Intanto arriva la sentenza definitiva sulla tragedia di Ignazio Giunti. Jean-Pierre Beltoise (che ha corso tutti i GP finora disputati tranne il primo) viene sospeso per 8 mesi a partire dal giorno dell’incidente. Potrà tornare a correre il 9 settembre, subito dopo al GP d’Italia.

Torna a riempirsi il paddock del Nürburgring per il GP di Germania, dopo le modifiche richieste e ottenute dalla GPDA. Alcuni dossi vengono abbassati, l’asfalto è completamente rifatto e soprattutto viene installato il guardrail in buona parte del tracciato per evitare uscite di pista nel bosco o nei burroni che circondano la pista. La lunghezza della corsa è ridotta da 14 giri (320 km) a 12 (247 km).

A bird’s view into the old Nuerburgring “Fahrerlager”

Mario Andretti rientra in Europa per dare man forte alla Scuderia dopo aver espletato gli impegni pregressi nel campionato USAC e aver portato al debutto la Ferrari 712M per la serie Can-Am con il quarto posto a Watkins Glen.

Anche la March adotta la presa d’aria sopra al motore sulla 711 di Peterson.

Durante le prove del venerdì Regazzoni esce di pista al Pflanzgarten. La sospensione posteriore della sua B2 subisce danni relativamente limitati e Clay può tornare ai box e ripartire con il muletto, che poi è la 312B con la quale aveva vinto a Monza l’anno precedente.

Le qualificazioni si concludono con la decima pole position per Stewart col tempo di 7’19”0, 23 secondi più veloce del tempo ottenuto da Ickx nel 1969 prima delle modifiche. Ickx, lo specialista del ‘Ring, è secondo con 2 decimi di distacco mentre Siffert e Regazzoni si prendono oltre 3 secondi. Andretti è undicesimo a +12.7”.

Una folla immensa si riversa sul ciruito dell’Eifel per assistere al ritorno delle F1. Jacky Ickx sfrutta al meglio la partenza e affronta la prima curva davanti a Stewart, Regazzoni, Hulme e Siffert.

Stewart non si perde d’animo e torna subito al comando alla Nordkehre per poi chiudere il primo giro con 3 secondi di vantaggio. Al secondo giro Ickx perde il controllo della B2 a Wippermann, sbatte contro il guardrail e conclude la sua ormai disperata rincorsa al titolo mondiale. Clay Regazzoni esce di pista per evitare il compagno di squadra, riesce a ripartire ma perde la seconda posizione a vantaggio di Siffert.

Il V12 BRM dello svizzero comincia a perdere colpi come a Silverstone, così Regazzoni e Cevert lo sperano nel corso del quinto giro.

Siffert è di nuovo costretto al ritiro per l’allentamento della bobina e Cevert scavalca Regazzoni, a ennesima dimostrazione dello stato di grazia della Tyrrell (anche se Clay ha uno scarico rotto che gli fa perdere potenza). Il francese fa segnare anche il giro più veloce della corsa.

Jackie Stewart vince il quinto GP su 7 disputati e si porta a quota 51 punti in classifica. Ickx è sempre fermo a 19 e precede Peterson, quinto al ‘Ring, con 17. Regazzoni torna sul terzo gradino del podio e Andretti è quarto. Il cerimoniere è il Ministerpräsident dello stato federale Renania-Palatinato Helmut Kohl (tra Regazzoni e Stewart) che sarà poi eletto cancelliere della Repubblica Federale Tedesca dal 1° ottobre 1982 al 27 ottobre 1998, nonché protagonista della riunificazione della Germania.

Nonostante l’ennesima batosta e la perdita delle speranze iridate la Ferrari continua a lavorare per il futuro separandosi in due squadre. Peter Schetty vola in nordamerica per provare la 312B a Watkins Glen e Mosport Park in vista del finale di campionato. Ickx e Regazzoni si fermano a Monza al rientro dalla Germania per provare un nuovo alettone e nuove gomme Firestone con le 312B2, sotto agli occhi di Giacomo Agostini e del “mago” della MV Agusta Arturo Magni.

A Ferragosto si corre in Austria dove l’anno scorso la Ferrari ha ottenuto una splendida doppietta con Ickx e Regazzoni ma quest’anno le cose hanno preso una brutta piega e solo una vittoria di Ickx con il contemporaneo ritiro di Stewart potrebbe ritardare l’assegnazione del titolo al pilota di Tyrrell. Mario Andretti non è presente perché è volato a Milwaukee per la Tony Bettenhausen 200.

La Matra sta molto peggio della Scuderia, con Beltoise sospeso per tre gare e Amon che non è riuscito a fare meglio del terzo posto a Barcellona per cui il direttore generale Jean-Luc Lagardère decide di non andare a Zeltweg per preparare al meglio i motori per Monza.

La BRM invece si presenta con ben quattro macchine per Siffert, Ganley, Peter Gethin (appiedato dalla McLaren per mancanza di risultati) e il talentuoso debuttante locale Helmut Marko che sta dominando il campionato Europeo 2-litri con la Lola. Il 28enne di Graz ha cominciato tardi a correre perché prima si è concentrato sugli studi di legge per i quali si è laureato. Ha appena firmato un contratto per correre con l’Alfa Romeo ufficiale nel Mondiale Sport Prototipi 1972.

Le March ufficiali sono tre: una motorizzata col DFV per Peterson, una con l’Alfa Romeo per Nanni Galli mentre De Adamich rimane a piedi perché non è stata pagata la revisione del suo V8 Alfa. La sua 711-1 viene così modificata per accogliere un altro DFV pagato da un altro debuttante austriaco, il 23enne Niki Lauda. Erede di una ricchissima famiglia di banchieri di Vienna, Lauda corre con buoni risultati alternandosi tra le gare in salita, l’Europeo 2-litri (vincitore a Salisburgo) e la F2.

Durante le prove Hulme effettua un giro con un muso identico a quello della Tyrrell ma rientra subito ai box e l’esperimento viene scartato.

Jo Siffert sfrutta al meglio il V12 e conquista la sua seconda e ultima pole position, riportando la BRM in testa allo schieramento dopo 6 anni. Tra l’altro il tempo viene ottenuto con il muletto. Stewart è il secondo in griglia davanti a Cevert, Regazzoni, Fittipaldi e Ickx.

Siffert e Stewart schizzano via velocissimi e cominciano immediatamente a staccare il gruppo guidato da Regazzoni, Cevert, Ickx, Schenken e Fittipaldi.

Al nono giro si rompe il motore di Regazzoni che stava duellando con Cevert per il terzo posto mentre Ickx è lentissimo e perde posizioni. Al 20° giro viene superato dalla March Alfa Romeo di Nanni Galli ed è tredicesimo, dopodiché viene richiamato ai box, ufficialmente per il distacco di un filo della candela. Il belga rientra in pista penultimo ma si ritira dopo 31 giri con un principio di grippaggio. Un altro disastro per la Ferrari dopo quello di Le Castellet.

Siffert intanto è velocissimo e stacca Stewart che ha problemi di sottosterzo causati dall’uso di gomme anteriori più strette rispetto a quelle usate nelle altre gare. Cevert raggiunge il suo compagno di squadra e lo supera mettendosi all’inseguimento della BRM. Al 36° giro Stewart perde la ruota posteriore sinistra a causa della rottura del portamozzo ed esce di pista senza conseguenze. È il primo ritiro dell’anno per lo scozzese.

A Marshal retreives Jackie Stewart’s lost wheel which caused his retirement on lap 35
Austrian GP, Osterreichring, 15 August 1971

Il momento negativo per la Tyrrell continua con Cevert che comincia ad avere noie al cambio, tanto che al 43° giro gli esplode il motore in seguito a un fuorigiri causato da una sfollata. Fittipaldi sale così al secondo posto seguito dal sorprendente Tim Schenken con la Brabham dell’anno scorso alla quale è stato adattato un muso a tutta larghezza posticcio.

Questa volta la BRM non ha problemi di accensione perché la bobina della P160 è stata spostata e fissata diversamente per cui niente sembra poter fermare Siffert il quale però rallenta negli ultimi 10 giri a causa di una foratura lenta alla gomma posteriore sinistra. Il suo vantaggio su Fittipaldi è di 27 secondi e diminuisce rapidamente ma non abbastanza per consentire il recupero. Jo Siffert vince il suo secondo e ultimo GP di F1 con 4 secondi di vantaggio su Fittipaldi e 20 su Schenken, al suo primo e unico podio. Per Siffert c’è anche la soddisfazione del Grand Chelèm. La BRM ritrova la vittoria un anno dopo al successo di Rodriguez a Spa-Francorchamps.

Il ritiro di Ickx e l’ottavo posto di Peterson fanno sì che Jackie Stewart diventi matematicamente Campione del Mondo per la seconda volta con ancora 3 GP da disputare.

Un anno fa la Ferrari aveva la macchina più forte del lotto mentre ora, nel tentativo di tenere testa al pacchetto Stewart-Ford-Tyrrell-Goodyear, ha perso competitività e affidabilità.

L’ultima settimana di agosto la squadra si reca a Monza per effettuare tre giorni di prove di motore. Il clima è rovente e non solo per il sole. Forghieri è inaffrontabile, spintona i curiosi e respinge Mario Poltronieri insultandolo pesantemente. Il pubblico in tribuna è avvelenato con la Scuderia e quando appare Enzo Ferrari partono i fischi. Il Vecchio non gradisce e giura guerra all’ingrato Autodromo Nazionale, guerra che sfocia qualche anno dopo nella promozione dell’Autodromo di Imola.

Si aggiunge a questo l’ennesima diatriba con la Firestone che, dopo la vittoria di Siffert a Zeltweg, ha già fornito alla squadra di Bourne un nuovo tipo di gomme da provare a Silverstone. Partono le telefonate da Maranello e il venerdì seguente le nuove gomme arrivano a Vallelunga dove c’è già Regazzoni pronto a salire sulla B2. Forghieri non è serenissimo.

Enzo Ferrari è arrabbiatissimo sia con la Firestone che con i suoi stessi tifosi e minaccia di non partecipare al 50° GP d’Italia ma alla fine cede e manda 4 macchine a Monza (due 312B2 e due 312B). Andretti è a Ontario, questa volta sull’ovale, per la California 500.

È passato un anno dalla morte di Jochen Rindt e Colin Chapman preferisce non scendere in Brianza. Ha infatti ricevuto un invito a comparire da parte del tribunale di Monza e ha paura di essere arrestato per cui si ferma in Svizzera e lascia la gestione della squadra a Peter Warr. Allo stesso modo, temendo il sequestro delle macchine e del materiale, Chunky decide di mandare solo una vettura per Fittipaldi (la 56B a turbina) iscrivendola con il nome fittizio World Wide Racing e senza lo sponsor Gold Leaf. La monoposto ha una colorazione molto bella, oro e blu.

Come programmato, la Matra rientra dopo essersi preparata appositamente per la pista da 250 all’ora di media. Oltre al motore, l’unica MS120B presente per Amon (Beltoise è bene che stia ancora lontano dall’Italia) è rivista anche nell’aerodinamica da Gérard Ducarouge che ha creato una mini ala posteriore e ha carenato il retrotreno con un estrattore a forma di bottiglia di Coca-Cola (12 anni prima di John Barnard).

Chris Amon in his Matra Simca-Matra MS120B

John Surtees porta la TS9B, modificata con muso a tutta larghezza e radiatori sdoppiati sulle fiancate ma decide di non usarla in gara per problemi di surriscaldamento.

Big John riporta in F1 dopo 6 anni nientemeno che Mike “The Bike” Hailwood come compagno di squadra. Il 9 volte Campione del Mondo di motociclismo ha recentemente corso con vetture a ruote coperte (terzo assoluto a Le Mans nel 1969 con la Ford GT40) e scoperte (F5000) con ottimi risultati e decide di riprovare con la F1 per tentare di diventare il secondo pilota iridato a 2 e a 4 ruote.

La Tyrrell ha preparato un’ala molto lunga che ingloba le prese d’aria per i radiatori dell’olio posteriori solo per Stewart.

Chris Amon si prende una piccola rivincita piazzando in pole position per la prima volta il V12 Matra alla media di 251.213 kmh, dopo aver sfruttato ottimamente la scia della Brabham di Schenken. L’ufficializzazione della pole arriva solo in serata (dopo le 20) quando il DS Bruno Morin si reca in direzione gara con l’elenco dei tempi presi dalla loro cronometrista e da quelli delle altre squadre. Alla presenza di Romolo Tavoni, il capo dei cronometristi monzesi ammette di aver effettivamente registrato un 1’22”4 ma di averlo cancellato in quanto “poco probabile”.

Chris Amon, Italian GP Monza 1971

In Ferrari c’è grande confusione. I piloti usano tutte e 4 le macchine a disposizione e Ickx prova addirittura le Goodyear, sia con la B2 che con la vecchia B. Ed è proprio con questa configurazione (312B e Goodyear) che ottiene il secondo miglior tempo, a 4 decimi da Amon, ma in gara userà comunque le Firestone.

In seconda fila ci sono le BRM di Siffert e Ganley mentre Stewart e Regazzoni sono solo in quarta fila. La corsa è stata accorciata da 68 a 55 giri rispetto all’anno scorso per una distanza totale di 320 km.

Regazzoni ruba clamorosamente la partenza e passa da ottavo a primo in meno di 50 metri. Alle sue spalle il connazionale Siffert, poi Stewart e Ganley. Ickx e Amon sono sesto e ottavo

Le macchine sono tutte molto ravvicinate e il gioco delle scie favorisce il rimescolamento continuo delle posizioni per almeno i primi 8 concorrenti. Ickx si tiene a distanza di sicurezza mentre Amon rallenta a causa di un problema di blistering all’anteriore sinistra e viaggia in nona posizione.

Sport, Motor Racing, Formula One, pic: 1971, Italian Grand Prix at Monza, General view of the race at Monza (Photo by Rolls Press/Popperfoto via Getty Images/Getty Images)

La battaglia è ulteriormente stimolata dai premi in denaro dei “traguardi volanti” per chi passa in testa al 13°, al 26° e al 39° giro. Il primo se lo aggiudica Peterson con la March alla quale è stata tolta l’ala anteriore per avere maggiore velocità di punta.

Le BRM di Siffert e Ganley si staccano dal gruppo perché l’aria della scia gli fa alzare la temperatura dell’acqua e precedono il loro nuovo compagno di squadra Peter Gethin che ha superato Amon ed è in nona posizione. Tra il 16° e il 18° giro si rompono il motore di Stewart e i giunti in gomma dell’albero di trasmissione delle due Ferrari. Fine delle speranze per i 100mila accorsi al Parco di Monza.

Ora tocca a Peterson e Cevert scambiarsi la prima posizione, raggiunti e superati dal sorprendente Hailwood che porta al comando la Surtees per la prima volta. Intanto Siffert ha fatto raffreddare il suo motore e ritorna prepotentemente sui primi passando in testa al 28° giro mentre Amon, che ha trovato il giusto modo di sfruttare al meglio le sue gomme, si riporta sul quartetto di testa. Improvvisamente il cambio della BRM di Siffert si blocca in quarta marcia e il vincitore di Zeltweg non può far altro che continuare alla meno peggio. Porterà comunque al termine la gara in nona posizione con 2 giri di distacco.

Amon è ora il più veloce in pista, supera i primi tre e tenta di allungare in virtù della potenza del suo V12 francese, nettamente superiore ai V8 britannici. Deve solo gestire al meglio le curve per via della gomma rovinata. Intanto, a 10 giri dalla fine, Gethin si aggiunge ai primi 4 con la terza BRM che sembra essere perfettamente a suo agio.

Quando mancano 8 giri al termine Amon, che non è riuscito a staccare gli avversari, si prepara per la battaglia finale e si strappa la pellicola della visiera sporca di olio ma si sbaglia e strappa via tutto rimanendo a viso scoperto a 300 all’ora. Lo sfortunato neozelandese deve così alzare il piede e rinunciare per l’ennesima volta a vincere un GP iridato.

Il finale è una sfida tra Peterson, Cevert, Hailwood, Gethin e Ganley. I 5 si superano più volte nel corso dello stesso giro (solo Ganley resta indietro di qualche decina di metri) e giungono insieme all’ultima curva. Peterson la prende al comando con Gethin vicinissimo che sul rettilineo sfrutta la maggior potenza del suo motore e vince per meno di un metro. Cevert è terzo, Hailwood quarto e Ganley è quinto a 0.61”. Il distacco tra i primi due in termini di tempo è di un centesimo di secondo ed è tuttora il minore in assoluto della storia della F1.

Il 31enne Peter Gethin, figlio di Ken (famosissimo fantino britannico), vince a 242.616 kmh di media stabilendo la media più veloce per un GP di F1. Verrà battuto solo nel 2003 (sempre a Monza ma con 3 chicane) da Michael Schumacher con 247.586 kmh. Quella della BRM è ancora oggi la media più alta ottenuta da un motore a 12 cilindri. Sul podio Gethin è festeggiato dal raggiante Louis Stanley (era da 6 anni che la BRM non vinceva 2 GP consecutivi) e da Margherita Freddi, vedova di Lorenzo Bandini.

Race winner Peter Gethin receives congratulations on the podium

Con il secondo posto ottenuto, Ronnie Peterson scavalca Ickx in classifica con 23 punti.

La Tyrrell vince la Coppa Costruttori con due gare di anticipo e scatta una foto commemorativa nel paddock monzese insieme ai tecnici Ford e Goodyear.

Terminata la stagione europea, la F1 si trasferisce in Canada per assegnare i posti di vice-campione in entrambe le classifiche. Lasciato Mont-Tremblant si torna a Mosport Park, un tracciato tanto bello quanto disastrato dal punto di vista delle infrastrutture, con asfalto spaccato dal ghiaccio invernale, box in legno e un tendone in plastica adibito a paddock comune.

Andretti torna sulla Ferrari che porta tre 312B2 e una 312B come muletto ma le prove effettuate da Schetty non regalano grandi aspettative per prove e gara.

Dopo due vittorie consecutive la BRM vuole chiudere il campionato superando la Ferrari nella Coppa Costruttori (il distacco è di soli 2 punti) e porta ben 5 macchine per 5 piloti: Gethin, Siffert, Ganley, Marko (promosso a pilota ufficiale) e il rientrante canadese George Eaton (pagante).

Roger Penske acquista una delle due McLaren M19 per far debuttare il suo pupillo e socio Mark Donohue che si era già messo in evidenza con la Lola F5000 a Ontario nel Questor GP vinto da Andretti. La monoposto viene ridipinta con i colori blu e giallo dello sponsor petrolifero texano Sunoco (Sun Oil Co.).

La Lotus torna alla normalità con le solite 72D per Fittipaldi e Wisell. Ritorna anche Beltoise che ha scontato definitivamente la sospensione della licenza.

Tra le curiosità c’è il debutto del britannico Chris Craft con una vecchia Brabham che ha sulle appendici alari lo sponsor Bick’s, un’azienda canadese di cetriolini sottaceto.

Durante le prove Ronnie Peterson, secondo nella classifica dei piloti, sperimenta un musetto piatto ma in gara tornerà al caratteristico “vassoio” della 711.

Stewart fa segnare ancora una volta la pole position con 2 decimi di vantaggio su Siffert e 4 su Cevert. Le Ferrari sono in enorme difficoltà con Ickx dodicesimo davanti ad Andretti, con Regazzoni solo diciottesimo.

La domenica mattina durante il warm-up Henri Pescarolo esce di pista con la March di Frank Williams riportando una ferita al collo che gli impedisce di prendere parte al GP. Herbie Blash riporta ai box la 711 incidentata.

Tra le gare di contorno che precedono il GP ce n’è una di F.Ford. Un testacoda coinvolge 4 macchine che finiscono addosso ai commissari di percorso ferendone quattro. Entra l’ambulanza per soccorrerli e si ferma nella zona dell’incidente ma la corsa continua. Il 35enne Wayne Kelly supera un avversario ma arriva lungo proprio in quella curva e si schianta contro il retro dell’ambulanza ferma in pista. Aveva 35 anni.

CANADA – SEPTEMBER 19: Waving other drivers past; three race marshall the wreckage of the racing car in which Wayne Kelly; 37; was decapitated at Mosport Park yesterday after his car estimated 110 miles an hour; smashed into an ambulance that filled onto the track to aid the victim of a previous accident. others cars were involved in the crash in the preliminary race. [Incomplete] (Photo by Boris Spremo/Toronto Star via Getty Images)
La corsa viene sospesa perché la legge canadese prevede che si svolgano gli accertamenti del caso. Questo fa spostare la partenza del GP di due ore che prende il via sotto la pioggia battente.

Alla terza curva Siffert, accecato dal fango sparato da Stewart, esce di pista portando scompiglio nel gruppo e precipita nelle retrovie lasciando spazio a Peterson, Beltoise, Donohue, Fittipaldi e Ickx con la migliore delle Ferrari. Regazzoni è dodicesimo ma all’ottavo giro scivola sulla pista viscida e conclude la sua corsa contro il guardrail mentre Andretti si ferma ai box per far controllare l’impianto elettrico.

Al 14° giro Donohue si ferma per cambiare gli occhialoni (è l’unico che corre ancora col casco Bell Star jet) ma il suo vantaggio su Ickx è tale da mantenere la quarta posizione. I primi tre raggiungono Hulme per doppiarlo, Stewart e Peterson passano con relativa facilità mentre Beltoise tenta di forzare il sorpasso e conclude la sua gara contro il guardrail.

Peterson pressa Stewart e al 18° giro supera il due volte campione del mondo e si porta per la prima volta in testa a un GP di F1.

Il pilota della March allunga portando il suo vantaggio a oltre 4 secondi ma lentamente Stewart si riporta sotto e mette pressione al 27enne svedese che arriva lungo in frenata e restituisce la prima posizione allo scozzese. Nel tentativo di non perdere contatto Peterson si scompone e urta il doppiato Eaton andando in testacoda e piegando l’ala anteriore.

Ickx è in crisi con le gomme, fatica a mantenere in pista la B2 e viene superato da Hulme, Wisell, Fittipaldi e Cevert. Nel frattempo la pioggia smette e viene sostituita da una coltre di nebbia che cala sul circuito e costringe il direttore di gara a concludere la corsa dopo 64 degli 80 giri previsti esponendo insieme la bandiera a scacchi e quella rossa (prima volta nella storia della F1).

Stewart vince il suo sesto GP dell’anno davanti a Peterson che è matematicamente vice-campione del mondo e ha firmato per correre il Mondiale Sport Prototipi 1972 con la Ferrari. Mark Donohue sale sul terzo gradino del podio al suo debutto in F1.

L’ultimo GP si corre sul rinnovato circuito di Watkins Glen. I vecchi box sono stati demoliti e ricostruiti in un’altra zona, con ampi spazi e relativi garage (ma sempre col Kendall Tech Center adibito a paddock coperto comune). La pista è stata allungata di 1700 metri (da 3700 a 5400) con l’aggiunta di una zona mista e un ulteriore dislivello che rendono il tracciato molto tecnico. La sede stradale è stata allargata, riasfaltata e circondata dai guardrail per tutta la lunghezza.

Il rifacimento è costato 2 milioni e 300mila dollari (col cambio a 625 lire dell’epoca corrispondono a 13 milioni e 200mila Euro odierni) ma gli organizzatori non hanno certo problemi di soldi. Il GP degli USA è quello più ricco di tutti (50mila dollari per il vincitore) e per attirare più pubblico paga a Peter Revson, dominatore della serie Can-Am, il noleggio della terza Tyrrell ufficiale.

Mario Andretti e Mark Donohue sono i più attesi nel vero senso della parola, infatti sono iscritti sia al GP che alla concomitante Trenton 300 che si disputa nel vicino New Jersey. Entrambi disputano le prove al Glen perché a Trenton piove (negli USA non si corre sotto la pioggia) e sono fiduciosi anche per la gara perché le previsioni della domenica sono identiche. Per precauzione Penske fa girare anche David Hobbs con la macchina di Donohue, nella eventualità che il suo primo pilota debba andare a disputare la gara USAC.

Anche questa volta Jackie Stewart parte dalla pole (la sesta su undici qualifiche) battendo Fittipaldi  per meno di 2 centesimi (i tempi sono registrati al millesimo di secondo). Hulme completa la prima fila e precede Regazzoni e Cevert. Andretti è sesto mentre Ickx, che ha rotto il motore sulla B2, decide di correre con la vecchia 312B.

La domenica il sole splende sul Glen ma anche a Trenton per cui Andretti e Donohue salutano la compagnia e volano nel New Jersey con il Lear jet di Penske.

Hulme sorprende tutti alla partenza e si arrampica sulla Esse davanti a Cevert e Stewart ma già nel corso del primo giro il Campione del Mondo si riporta al comando.

Il fuoco di paglia di Hulme si spegne presto, lasciando il passo prima a Cevert e poi a Ickx, Siffert e Regazzoni. Stewart comincia ad avere problemi di sottosterzo e al 14° giro lascia passare volontariamente il più veloce compagno di squadra cercando di trattenere gli inseguitori per quanto possibile. Ickx impiega tre giri per liberarsi dello scozzese accumulando ben 6 secondi di distacco da Cevert. Regazzoni si gira e scivola dalla quarta all’ottava posizione lasciando Siffert tranquillo al terzo posto. Nel frattempo Ickx sfrutta la maggiore scaltrezza nei doppiaggi e recupera gran parte del distacco dalla Tyrrell, fa segnare il giro più veloce ma improvvisamente comincia a rallentare. Dal posteriore della 312B penzola un pezzo dell’alternatore e da lì a poco il belga è costretto a ritirarsi.

Ora Cevert può rilassarsi avendo oltre 30 secondi di vantaggio su Siffert e oltre 40 su Peterson che ha scavalcato Stewart, sempre più in crisi con le gomme tanto da perdere anche il quarto posto in favore della BRM di Ganley.

Dopo Rindt e Fittipaldi il pittoresco direttore di corsa Tex Hopkins saluta con il solito salto per il terzo anno consecutivo la prima vittoria di un pilota. Questa volta è François Cevert su Tyrrell.

Con il secondo posto Jo Siffert consente alla BRM di superare la Ferrari nella Coppa Costruttori e chiudere al secondo posto. È l’ultimo podio per lo svizzero.

Il Mondiale è finito ma non la stagione di gare. Al rientro in Europa Ronnie Peterson completa il suo successo personale a Vallelunga dove si laurea Campione Europeo di F2, sempre con la March ufficiale, battendo l’argentino Carlos Reutemann su Brabham.

A proposito di Brabham, a un anno dall’addio di Black Jack, anche Ron Tauranac decide di vendere le sue quote societarie. L’acquirente è Bernie Ecclestone, ex manager di Jochen Rindt. In Ferrari si cerca di reagire a quello che è un fallimento: da squadra favorita a delusione del campionato. Per prima cosa si ripristina la sospensione posteriore allo schema tradizionale che aveva funzionato così bene nel 1970. Regazzoni lo prova subito a Vallelunga. Seguiranno altri test a Le Castellet e Modena. Intanto sta per essere ultimata la pista di Fiorano. L’asfalto è già posato, mancano le infrastrutture tecnologiche.

Il 24 ottobre si corre a Brands Hatch la Rothmans World Championship Victory Race, una gara per F1 e F5000 alla quale partecipano le squadre britanniche che chiude la stagione nella data che era destinata al GP del Messico, poi cancellato per la morte di Pedro Rodriguez. Jo Siffert ottiene la pole con la BRM ma parte male e perde parecchie posizioni. Al 15° giro, nel tratto velocissimo in discesa che porta verso la Hawthorn Bend, si rompe qualcosa sulla sua macchina che si schianta contro il terrapieno all’esterno della curva, ribaltandosi su un fianco e prendendo fuoco. Siffert non riesce a liberarsi e muore tra le fiamme. Aveva 35 anni.

 

Giovanni Talli

BASTIAN CONTRARIO: SECONDO CARLOS

All’alba della stagione 2021 mi riservai pubblicamente di esprimere il mio giudizio sulla coppia Ferrari dopo Barcellona, benchmark inappellabile a mio giudizio non solo per valutare le monoposto. La Spagna non tradisce mai le attese se devo essere sincero e, sebbene la maggior parte dei tifosi andarono in sollucchero nel vedere insieme Verstappen a Perez (poi abbiamo visto come il messicano sia arrivato solamente alla fine), ciò che avevo pensato riguardo ai due rossi non è stato disatteso. Di fatto la coppia Ferrari è risultata quella più solida e costante… la migliore.

Charles è il “veterano” della squadra, solo che gli occhi di tutti in quest’anno sportivo appena concluso, erano per la scelta voluta da Binotto per sostituire Vettel: Carlos Sainz. Lo spagnolo, ex McLaren, è stato fortemente voluto dal team principal rosso per un solo motivo: non aveva nessuna intenzione di “isolare” (o dovrei dire coccolare?) l’altro suo pupillo, proprio come fa la Red Bull con l’olandese e, soprattutto, Binotto voleva poter contare su due piloti giovani ed affamati. La sua scelta è stata ampiamente ripagata dai risultati che lo spagnolo ha portato a casa. Per Carlos era importante fare bene sin dalla sua prima stagione in rosso per tre motivi principali.

Primo: Sainz è andato a sostituire un nome pesantissimo (piaccia o meno, Vettel comunque è un quattro volte campione del mondo e a proposito; singolare che il tedesco a sua volta abbia sostituito uno spagnolo!) che all’interno della tifoseria rossa (più agguerrita) era praticamente un intoccabile. Fare bene dunque era un imperativo, altrimenti Sainz inevitabilmente sarebbe stato ridimensionato prima e sarebbe stato rimpianto il tedesco dopo. L’impresa di certo non era difficile nei riguardi di Vettel, considerando la stagione travagliata che ha svolto nel 2020. Meno facile era ambientarsi immediatamente in una squadra nuova… squadra non qualunque tra l’altro, visto che stiamo parlando della “difficile” Ferrari. Carlos dopo un primo periodo di studio, è semplicemente esploso e puntualmente se mancava il compagno (ne parliamo dopo del confronto col monegasco) c’era lui. Questo è stato il vero motivo della forza della coppia rossa: una incredibile costanza di rendimento. Senza arrivare al confronto con la coppia AMG o Red Bull (troppa la differenza di potenziale in termini di mezzo), gli alfieri della McLaren, in questo aspetto, sono stati del tutto manchevoli. Troppi alti e bassi (Daniel vince a Monza, solo dov’era prima e dov’è stato dopo il GP d’Italia?) e di certo un pilota solo non può fare miracoli (a meno che Lando non ne avrebbe vinto almeno nove come i contendenti al titolo) ed infatti gli inglesi sono finiti quarti nel mondiale marche.

Secondo: Binotto ci ha visto lungo come si suol dire. Il team principal della Ferrari si trascinerà per sempre l’onta di aver silurato il tedesco (mi scuso con i lettori se evidenzio spesso questo aspetto, purtroppo la narrativa ingiustificata che osteggia Mattia è inquinata principalmente da questo episodio) e il primo bersaglio, se Carlos avesse disputato una stagione mediocre, sarebbe stato proprio lui. Suppongo che il buon Binotto qualcosa ne capisca di F1 e, evidentemente, in Carlos ha visto qualcosa di speciale ed i fatti gli hanno dato ragione. Sainz non è “uno fermo” come si dice in gergo ed il suo personal score lo testimonia, in quanto è stato un crescendo continuo (nel 2015 totalizza 18 punti, 46 nel 2016, 54 nel 2017, 53 nel 2018, 96 nel 2019, 105 nel 2020 e quest’anno appena concluso 164.5 finendo davanti al compagno di squadra al suo primo anno… non male!). Questo Mattia lo ha sempre saputo per ciò lo ha fortemente voluto e, a proposito, è stato eclatante, come durante la stagione 2020 lo cercava e se lo abbracciava. Che dire? Amore a prima vista! Carlos, da parte sua, non poteva far altro che ripagare il suo mentore al meglio delle sue possibilità, le quali ci ha mostrato che non sono affatto poche. Adattarsi ad un nuovo mezzo ed imporre il proprio stile di guida non è esercizio di facile applicazione. Si dia a Cesare quel che è di Cesare. Carlos, sebbene sapeva di dover fare bene, non è stato costretto a fare bene tutto e subito (lo stesso dicasi per Perez con Verstappen, dove nessuno ha mai preteso di stargli incollato, certo almeno stare davanti a Bottas spesso e volentieri!) eppure il ragazzo ha sentito sulle spalle il peso dell’importanza dell’opportunità che gli è capitata e se l’è presa tutta. La riflessione, che questo suo successo mi porta a fare, è che in Scuderia si inizia a respirare un’aria di sicuro più serena. Ho sempre affermato che l’allontanamento di Vettel avrebbe giovato ad entrambe le parti ed infatti cosi è stato. Seb in Aston Martin ha ritrovato una sua dimensione, sebbene obiettivi e risultati siano stati modesti (in questo la sua nuova squadra ha le sue responsabilità) e nel box rosso, sicuramente, è calata la pressione, senza l’ossessione di fare necessariamente bene. Questo clima di serenità ha dato la possibilità di lavorare senza fretta e di poter porre le basi per un progetto futuribile, progetto nel quale Sainz è ampiamente protagonista.

Terzo: Secondo Carlos la Ferrari deve essere il suo trampolino di lancio definitivo per la sua carriera in F1, palcoscenico unico nel suo genere e opportunità irripetibile. Ebbene molti potevano pensare che lui fosse stato preso per fare da scudiero a Charles, oppure che comunque non sarebbe stato in grado di tenere il suo passo. Il pensiero del “secondo pilota” a molti gli è balenato nella testa… non secondo Carlos evidentemente. Lo spagnolo della Ferrari ha conquistato una vetta completamente inattesa, ed è stata quella di finire davanti al proprio compagno di squadra in classifica generale. Voi che mi leggete, sapete che tengo particolarmente al monegasco eppure dovreste anche sapere che dei piloti mi frega fino ad un certo punto, perché loro passano, quello che resta è la Beneamata. Questo mi dà il vantaggio di non “strafare” quando scrivo dell’uno o dell’altro. Confesso che sono rimasto sorpreso che Carlos sia finito davanti al proprio compagno (di sicuro non lo sono stato per la sua prestazione mostrata durante il mondiale), eppure ne sono stato felice. Per i motivi che ho spiegato prima, è stato fondamentale che ciò accadesse, anche perché questo dà fiducia allo spagnolo per continuare a fare meglio in futuro. Tenere testa ad uno come LeClerc non è uno scherzo e questo lascia pensare che ci sono tutti i presupposti per una futura lotta interna. Premesso che mi sale l’acquolina solo a scriverlo, vero è che i giochi, quelli veri, li vedremo solo ed unicamente con una monoposto competitiva. Se l’Altissimo ci concede la grazia di avere quest’anno una monoposto degna del blasone di cui è investita, allora sì che vedremo la vera coppia come lavora; come “funziona”. Sarà in quel momento che l’amicizia finirà, quello il momento in cui tutti i sorrisi saranno di circostanze. Charles lo ha sempre detto: “quando abbasso la visiera non ho più amici”. Sono sicuro che secondo Carlos il suo modus operandi sia lo stesso. Lo spagnolo era conscio del fatto che, una volta firmato per la rossa, sarebbe entrato a casa del monegasco. Questo è l’aspetto che più mi affascina di Sainz e cioè che ha accettato la sfida con entusiasmo ed il risultato del 2021 gli ha dato ragione. Non resta che vedere come andrà quest’anno… secondo Carlos bene e non potrebbe essere altrimenti.

Vito Quaranta