AL BAR DEL BRING

Amici del Bring ma soprattutto, e sdraiabilmente, amiche del Bring buona domenica. Ormai le presentazioni sono alle porte quindi mi è sovvenuto di fare una carrellata delle presentazioni più attese (almeno per quanto mi riguarda) delle Rosse di F1 del passato. Su una cosa penso che possiamo concordare tutti: 30/40 anni fa notavi le differenza dalla monoposto dell’anno prima mentre sbadigliavi con gli occhi impastati di prima mattina. Oggi invece se non interviene un’eminenza grigia alla Pier Giuseppe Donadoni (che qui saluto, un grandissimo!) a spiegarmi in cosa la 2025 è diversa dalla 2024 io, molto semplicemente, da solo non ci arrivo. Prendo la cosa come una metafora dell’interesse sempre più annacquato verso la Categoria Regina (o sedicente tale) e passo all’Amarcord:

*1982* il primo, annunciatissimo, telaio a nido d’ape (anzichè a traliccio di tubi) firmato dal primo, altrettanto annunciatissimo, tecnico d’Oltremanica (il compianto ed adorevole Postlethwaite). Il povero Harvey dai tempi di Wolf/Fittipaldi etc si avvaleva di un “gobbo” d’eccezione per i progetti che firmava. Come noto, spesso i “gobbi” sono responsabili della quasi totalità dei progetti firmati dal progettista di grido. Mettiamola così: quanti di voi han riconosciuto Hans Zimmer nel clip di “Video killed the radio star” dei Buggles? Ecco, la 126C2….ha un fil rouge che la lega ad un noto cinofilo d’oltremanica che, tutt’oggi, progetta ancora ed esclusivamente a mano….

*1984* l’attesa per la prima Ferrari “a freccia” era altissima visto l’esito del Mondiale Piloti 1983. Ovviamente, come la Mp4/2 dimostrò a tutti, l’idea vincente era diametralmente opposta ossia aver fiancate più lunghe possibili. Una delle tante, troppe volte che il Panficio chiuse il recinto a buoi belli che scappati. Sipario

*1989* Barnard fu annunciato poco prima del weekend di Monza 1986 (!!!). Per due anni si parlò dell’antenna tecnologica a Guilford e di tante altre amenità ma in pista si videro davvero poche cose (tipo Benuzzi alla guida di una mostruosità ossia una F1-86 con alcune soluzioni aerodinamiche innovative). La “papera” fu svelata a fine 1988 e, per una volta, le aspettative non furono disattese. Un design di rottura col passato che verrà consegnato alla Storia

*1994* Barnard ritorna a Maranello e firma una vettura dal nome pretenzioso, 412T1, un chiaro richiamo alle gloriose monoposto dal 1975 fino alla fine di quella decade. Purtroppo è un ferro da stiro (ci assomiglia pure), va forte solo su piste da basso carico e non ha nulla a cui spartire con le monoposto il cui nome scimmiotta;

*1996* la prima Rossa del Kaiser. L’attesa è molta, la vettura è raccapricciante esteticamente parlando ma non solo. Fiancate che ricordano la F92/A (brrrrrrrr……..), protezioni alla testa del Pilota ovviamente interpretate in modo legalista le cui forme e dimensioni presto le valsero il nomignolo di “poltrona Frau”. Muso basso quando la strada da percorrere era muso alto e flussi da convogliare sotto la vettura. Tremenda

Il fatto che non mi venga in mente altro (diciamo il 1998, via. L’esordio di Rory al Panificio) la dice lunga su come è andata a finire quanto ad “unicità” delle scelte forzosamente intraprese per via di un collo di bottiglia che ha reso la F1 una sorta di monomarca mascherato.

 

Buona domenica a tutti

L’UNICO VERO RE – BAGNAIA CONTRO MARQUEZ

Non si sono mai amati, non si sono mai sopportati in pista. Spesso abbiamo visto, soprattutto da parte di Pecco, segnali di insofferenza verso Marc specialmente in qualifica quando guidava la Honda. Il botto di Portimao e le dichiarazioni sul post Aragon, lo scorso campionato, potrebbero essere solo la punta di un iceberg che in realtà è ancora sommerso e che vedremo in tutta la sua maestosità tra il 2025 ed il 2026. Queste rivalità fanno crescere lo sport, nessuno si ricorda dei Piloti amici “volemose bene” bensì tutti si ricordano delle faide tra Marquez e Rossi o tra Senna e Prost. I Piloti non sono amici, sono rivali soprattutto se dividono lo stesso box.

Marc Márquez vs Francesco Bagnaia: Chi sarà il Re della MotoGP?

La stagione 2025 di MotoGP segna un punto di svolta storico: Marc Márquez, l’uomo degli otto titoli mondiali, si unisce ufficialmente al team ufficiale Ducati, affiancando il tre volte campione del mondo Francesco Bagnaia. Una sfida che promette scintille, non solo in pista, ma anche all’interno del box della casa di Borgo Panigale. La domanda che tutti si pongono è: chi sarà il vero leader? Márquez, il fenomeno che ha dominato l’era Honda, o Bagnaia, l’uomo che ha portato Ducati ai vertici della MotoGP moderna?

Due stili, due filosofie di gara

Márquez e Bagnaia rappresentano due modi completamente diversi di interpretare la guida di una MotoGP:

Marc Márquez: il funambolo del limite
Márquez è un pilota istintivo, aggressivo e con una capacità quasi sovrannaturale di salvare cadute impossibili. La sua carriera è costellata di manovre al limite della fisica, con sorpassi da cardiopalma e una mentalità da guerriero che lo ha reso l’avversario più temuto della sua generazione.

Francesco Bagnaia: la precisione e la tecnica
Bagnaia è l’opposto: metodico, preciso e con uno stile di guida estremamente pulito. La sua capacità di sfruttare al massimo la Desmosedici senza mai andare oltre il limite lo ha reso il pilota più efficace nella nuova era Ducati. La sua forza è la costanza: sa quando attaccare e quando gestire, un’arte che Márquez ha sempre interpretato in modo più aggressivo.

Ducati: una squadra, due prime guide?

Ducati si ritrova in una situazione esplosiva. Da un lato ha il suo campione in carica, Bagnaia, che ha dimostrato di essere il riferimento assoluto della MotoGP negli ultimi anni. Dall’altro, ha accolto Márquez, un pilota che non accetta di essere la seconda guida e che lotterà per prendersi il trono.

La gerarchia interna: Ducati ha sempre detto che non ci saranno ordini di scuderia e che entrambi i piloti avranno pari opportunità. Ma la storia della MotoGP ci insegna che in ogni team, alla fine, emerge un leader naturale.

La pressione sul box: L’arrivo di Márquez potrebbe mettere ulteriore pressione su Bagnaia, che si troverà a dover dimostrare di poter battere uno dei migliori di sempre sulla stessa moto. D’altro canto, Márquez dovrà adattarsi a una Ducati che, fino a oggi, è stata costruita attorno allo stile di Bagnaia.

Il verdetto: chi sarà il vero Re?

Ci sono tre scenari possibili:

Bagnaia conferma il suo dominio: Se Pecco riesce a mantenere il controllo della Ducati e a battere Márquez in pista, diventerà il simbolo della MotoGP moderna e dimostrerà di essere superiore persino al miglior pilota della sua generazione.

Márquez conquista il team e il titolo: Se Márquez trova subito il feeling con la Desmosedici e torna ai livelli del 2019, potrebbe mettere in difficoltà Bagnaia e addirittura strappargli lo status di leader.

Una rivalità esplosiva con conseguenze: Ducati potrebbe trovarsi con due galli nello stesso pollaio, con il rischio di una guerra interna che potrebbe avvantaggiare gli avversari come Jorge Martín, Fabio Quartararo o persino un sorprendente Pedro Acosta.

Non sarà assolutamente una convivenza tutta rosa e fiori come ve la dipingono, bensì una faida interna sin dalla prima gara. Scenderanno in campo tutti, anche chi si è ritirato da anni.

La sfida più attesa della MotoGP moderna.

Il 2025 sarà una stagione memorabile per i fan della MotoGP. La rivalità Márquez-Bagnaia è destinata a scrivere una nuova pagina nella storia del motociclismo. Chi avrà la meglio? Sarà la precisione chirurgica di Pecco o la pura genialità di Marc?

Tu da che parte stai? Márquez riuscirà a prendersi la Ducati e la MotoGP nuovamente o Bagnaia difenderà il suo regno ed entrerà di diritto nella Storia?

 

@FranckyHawk29

https://x.com/FranckyHawk29?t=Mz_uqBp9zOvjkg98TPdzSg&s=09

IL PUNTO DELLA REDAZIONE

In un momento di calma apparentemente piatta ci pensa zio Bernie a lanciare una delle sue bordate, che solo il tempo dirà, se è stata azzeccata o meno. Mi riferisco al suo pensiero riguardante il nuovo arrivato in casa Ferrari: “Non durerà due anni!”. Bernie Ecclestone padre e padrone della F1 fino al 2017, non le ha mai mandate a dire e, dall’alto della su esperienza e dei suoi 94 anni, evidentemente ha ancora qualche cartuccia da sparare (la nascita del suo unico figlio maschio del resto lo testimonia) e, come suo costume, i bersagli di “zio B” sono sempre precisi. L’arrivo di Lewis in Ferrari è un argomento globale, che nel bene e nel male, è stato ripreso da tutti ed era quasi impensabile non aspettarsi due parole dall’ex Patron della F1.

Sulla durata della permanenza del campione inglese in quel di Maranello mi verrebbe da dire al buon Bernie, che indipendentemente da come andranno le cose, Hamilton ha firmato per Ferrari proprio per due anni e, come già ho detto in passato, sir Lewis in un modo o nell’altro cadrà sempre in piedi: se per lui le cose andranno come ha programmato è probabile che, come Alonso insegna, prolungherà il suddetto contratto (magari di anno in anno) mentre, se il suo percorso dovesse rivelarsi più difficile del previsto, terminerà la sua avventura in Rosso conscio comunque di aver fatto la storia e, di aver rinverdito il marchio moda Ferrari che per inciso a zio B non va giù affermando un laconico “Non mi piace!”. Ad Ecclestone questa storia di Lewis in Rosso proprio non gli va giù, alla faccia di tutti coloro i quali si sono spesi nel paragonare la sua venuta a quella di Schumacher, dove proprio lo stesso Ecllestone, giocò un ruolo determinante per l’arrivo del Kaiser prima in F1 e poi in Italia. Il grande Vecchio della F1 che fu, non si è fermato a queste dichiarazioni, infatti come una mitragliatrice ha sparato a raffica affermando che HamiltonHa perso motivazioni” e che “Ha talento, magari non tanto quanto la gente pensa”. Solo su queste dichiarazioni si potrebbe aprire una tribuna politica di quelle che potrebbero passare alla storia. Che Hamilton, negli ultimi tempi, abbia perso motivazioni era evidente: il progetto Mercedes con i regolamenti attuati nel 2022 non è mai decollato e, sebbene il campione abbia portato a casa qualche vittoria di tappa, è evidente che quei risultati gli siano andati sempre stretti, considerando la scorpacciata di successi e record che ha seminato in lungo e largo per sette anni di dominio assoluto. Da qui il suo talento che a mio giudizio è cristallino e, in una classifica all time, lo vedo bene senza sfigurare affianco proprio al Kaiser e al suo acerrimo nemico Verstappen eppure (c’è sempre il trucco), è altrettanto vero che il suo indiscutibile talento è stato drogato dalle prestazioni di un mezzo che era due anni superiore alla concorrenza, ed uno come lui (giustamente!), non ha fatto altro che approfittarne proprio come lo stesso Verstappen nel 2023. Ritengo che al buon Lewis nessuno gli avrebbe mosso mai critiche se invece di sette, ne avesse vinti quattro di mondiali, solo che alla storia tutti questi discorsi non interessano e la realtà parla di sei titoli mondiali vinti solo con Toto&Lauda al suo fianco e, altri due persi, perché Rosberg e appunto Verstappen avevano deciso che era arrivato il loro momento.

Questo sarà il momento di LeClerc? Me lo chiedo perché Bernie, a riguardo di Lewis, non si è risparmiato nemmeno sul confronto col suo giovane ed affamato compagno affermando che “Non riceverà la stessa attenzione ottenuta in Mercedes perché il Team è contento di LeClerc”. Zio Bernie spara con proiettili perforanti ed anche per questo uno come lui, manca a questa F1 che vuole essere bacchettona oltre modo, a causa del Presidente FIA (anche se l’attuale moglie di Ecclestone è una sua collaboratrice… solo che questa è un’altra storia). In questa fase di precampionato tutto è rimandato al campo delle ipotesi, di sicuro il monegasco è un punto fisso e di riferimento per la Rossa di Maranello e, di certo solo la pista dirà chi dei due avrà ragione sull’altro. Il mondiale 2025 si preannuncia come uno dei più attesi di sempre perché l’hype, che si è generato nell’aspettare una vittoria di Hamilton coi colori Ferrari e, soprattutto il suo confronto interno col compagno lascia volare non poco la fantasia solo che per il monegasco, al contrario di Hamilton, vale l’esatto contrario e cioè, non può permettersi fallimenti altrimenti per la sua carriera potrebbe essere una mazzata in termini di valutazione di potenziale campione: il valore di un pilota di F1 si misura innanzi tutto col confronto del compagno che ha accanto al box e, quello di Charles, non può che crescere ancora di più se lo batterà naturalmente.

Oltre alle bordate di Bernie Ecclestone (è stata una settimana calda non c’è che dire!) ne arrivano altre anche a riguardo di Aston Martin e Max Verstappen. L’olandese è come si suol dire un ricercato speciale e questo non è un segreto, chiunque farebbe carte false per assicurarsi il suo talento e Lawrence Stroll, che non sta badando a spese, sarebbe pronto ad accoglierlo a casa sua. La situazione in merito a questa faccenda è molto delicata ed in questo momento su più fronti si sta giocando una vera e propria partita a scacchi. Max fa sapere che assicura, a dispetto del suo contratto, che garantirà la sua presenza in Red Bull fino al 2026 salvo poi effettuare le sue valutazioni in merito al suo futuro. La scelta del campione olandese non è affatto peregrina ed anzi molto logica: infatti la sua idea è quella di valutare al meglio chi ha capito in modo più efficace il fantomatico regolamento che prenderà vita da gennaio dell’anno prossimo, in modo da effettuare la sua scelta nel modo più sicuro possibile. Caso mai andasse via da Red Bull alla fine di quest’anno, il suo sarebbe un autentico salto nel buio perché, a meno di speculazioni, nessuno sa con certezza come i top team sono messi con le nuove regole che verranno invece, stando alla porta come si suol dire, avrà il tempo di capire come si comporterà il Ford che motorizzerà la sua Red Bull e soprattutto che prestazioni avranno Mercedes e Honda. Sebbene la strada per Stoccarda sia più complicata, perché significherebbe fare fuori o Russell (in scadenza di contratto e comunque pilota troppo sottovalutato) o Antonelli (perché potrebbe rivelarsi un immenso flop… cosa che non gli auguro), è altrettanto vero che Verstappen in Aston ritroverebbe il motore giapponese (al quale deve il suo successo) e, soprattutto il ”compagno di merende” Adrian Newey, che di successi regalati all’olandese ne sa qualcosa. Oltretutto per quella data l’inossidabile Alonso andrà per i quarantaquattro cosicché, così come per Hamilton si sono allineati gli astri affinché arrivasse a Maranello, non vedo perché non debba succedere lo stesso per il campione olandese. Come detto tutto dipenderà dalle prestazioni delle nuove motorizzazioni che verranno e, le aspettative su Aston crescono a dismisura visti gli investimenti fatti… aspettative che si scontrano con quelle di Ferrari, considerando le mai dimenticate dichiarazioni profferite a fine 2022 dal Presidente Ferrari e cioèObiettivo 2026”. Per quel tempo vedremo Ecclestone cosa si farà uscire dalla bocca, visto che se c’è una cosa in cui non difetta, è quella della totale assenza di peli sulla sua lingua.

Vito Quaranta

AL BAR DEL BRING

Amici del Bring ma soprattutto (e sdraiabilmente) amiche del Bring rieccoci qui. Certo che passare da una domenica in compagnia di un articolo parte dell’Opera Omnia del Talli sulla Ferrari alle mie quattro cazzate è come passare dalla Chastain alla Littizzetto però questo passa il convento, anzi il bar, quindi passiamo alle ordinazioni per l’aperitivo che tanto è domenica (quindi anche a farcelo prima di pranzo non passiamo per alcolisti, non del tutto perlomeno). Senza star a far troppa filosofia direi che si possa concordare sul fatto che le peggiori smusate nello Sport come nella vita si prendano non tanto grazie ai fatti coi quali dover fare i conti quanto piuttosto grazie alle aspettative che nutrivamo circa gli stessi. Se in Formula Uno parli di aspettative su una stagione in arrivo fai fatica a non pensare a quelle dei tifosi Ferrari, specie se sei uno di loro. Vengo pertanto a rimembrare le peggiori combo aspettative->smusate prese in tutti questi anni di onorato servizio di tifoseria del Panificio (copyright 4P, chissà se ci legge ancora) di Via dell’Abetone, ammetto che ora ci rido sopra mentre ai tempi complici vari fattori beh….mica tanto:

*1983: del tragico anno che lo precedette si è parlato fin troppo. Quello di cui non si parla mai è che nel 1983 doveva correre la 126C2 a cambio longitudinale che sviluppava valori di Venturi mai raggiunti prima in F1. Roba da far passeggiare o quasi pure Arnoux e Tambay ed invece….a metà dicembre 1982 la FISA mette al bando l’effetto suolo, via minigonne ed imposizione di fondo piatto per le monoposto. Alla prima uscita a Misano su una C2 così rimaneggiata Arnoux passa più tempo per prati che in pista. Durante l’annata arriveranno 4 vittorie complessive ma nessuno dei due Piloti sarà mai in testa alla Classifica che vedrà Piquet scippare a Prost il Mondiale grazie alla benzina illegale che impedirà al suo BMW di esplodere in pista da Monza in poi come faceva invece quello di Patrese. Il Drake che dice “esticazzi” a commento perchè tanto aveva vinto il Costruttori è la perfetta istantanea dell’anno;

*1986: col povero Michele vicecampione del Mondo ed il Vecchio che, ruffianamente alla sua maniera, commenta “dobbiamo un mondiale a quel ragazzo” le aspettative sul Campionato 1986 erano indubbiamente di un certo livello. Tempo che la F1-86 faccia il venerdì di prove (libere+ufficiali) a Rio e la Gazzetta dello Sport chiede se non era meglio correre con la vettura dell’anno prima. Sipario

*1988: con l’Austro nascente che mise due sigilli di fila in  coda alla stagione 1987 in Giappone ed Australia l’annata 1988 era decisamente carica di aspettative. Doppio sdeng in arrivo: la Mecca mette in pista la Mp4/4 (data in mano a Prost e Senna, non proprio Dumfries ed il Conte Lavaggi) e la Honda dota i suoi V6 turbo della famigerata valvola pop-off che fa carne da porco della limitazione a 2,5 bar prevista per quell’anno (ultima annata turbo prima del ritorno degli aspirati in esclusiva). La F1-87/88 non è male ma consuma troppo (è anche subentrato il limite di 150 litri massimo per i serbatoi di benzina), Silverstone ne è la perfetta fotografia: lock up in prima fila in qualifica, fuori dai punti entrambi in gara (bagnata, quindi si consumava pure meno benzina….) con Berger che ormai a secco perde 3 posizioni e la zona punti all’ultima chicane prima della bandiera a scacchi e commenta “mi son sentito un turista che porta la famiglia in vacanza a Rimini”;

*1991: ecco sì io non capirò come una lama del calibro della 641/2 del 1990 sia diventata un cesso come la 642 nel corso di un inverno. Un capolavoro di equilibrio mutato in un mostro divora gomme sostituito dopo la prima parte della stagione dalla 643 che, look aggressivamente fantastico a parte, a Silverstone nel misto aveva un beccheggio che pareva una Citroen Pallas. Come al solito, l’ignoranza è una benedizione: avessimo saputo cosa ci riservava il 1992 nel 1991 avremmo ballato il samba per festeggiare non dico i pochi podi stagionali ma pure i semplici arrivi a punti;

*2009: nel corso della vita un Ferrarista impara che il Panificio finisce inevitabilmente nel cascare vittima dei cambi regolamentari. Il 2009 fu qualcosa di assolutamente raccapricciante: si arrivava da due anni di competitività assoluta per venir spazzati via dalla banda del buco. Peggio: si finisce cornuti e mazziati già che Costa racconterà che aveva presentato un progetto col buco del fondo ed il double decker per il 2009 ma gli fu detto di cassarlo in ossequio alla “legalità” (sic) ma soprattutto perchè al Panificio erano convinti che il Mondiale si sarebbe vinto grazie al Kers (ed infatti Brawn GP e RedBull non lo avevano) quindi avanti così. Fummo pure così privilegiati da vedere Badoer alla guida in due GP che di fatto sancirono il suo allontanamento da Maranello dopo anni di onorato servizio. Tremendo;

*2014: Tombazis e Fry impongono a Marmorini di progettare e realizzare un’unità ibrida volutamente parecchio depotenziata perchè il risparmio sugli ingombri avrebbe beneficiato l’aerodinamica della F14-T. Ne viene fuori una monoposto sottosterzante in ingresso di curva e sovrasterzante in uscita (un capolavoro al contrario insomma) che aveva quasi 100cv in meno della Power Unit AMG. Il tutto ovviamente benedetto da quello del quale invidiamo il successo che, fortunatamente, ci lasciò le penne dopo 2 GP ma altrettanto non fortunatamente rientrò nel giro già che per certa gente i fallimenti son dei trampolini.

 

Buona domenica a tutti

TUTTI INSEGUONO DUCATI – MOTOGP TEST SEPANG

DUCATI HA L’IMBARAZZO DELLA SCELTA. APRILIA DISASTROSA, IN YAMAHA SEGNALI POSITIVI. DUBBI KTM E DRAMMA HONDA.

In Ducati hanno l’imbarazzo della scelta. Sono talmente avanti e stanno “giocando” con il resto del Mondo che quel “potremo anche scegliere di correre con il motore 2024” è al limite del grottesco. Non solo nel 2024 tutta la griglia è arrivata dietro alla moto 2023 di Marquez, ma rischiano di prenderle anche quest’anno dalla moto dell’anno precedente.

La realtà a mio avviso è che in Ducati si stanno nascondendo davvero bene, facendo una pretattica inutile. Non gli crede nessuno. Quest’anno rischiano di uccidere il Mondiale più dello scorso anno. 

COSA CI DICE SEPANG…

Partiamo dalla concezione che Ducati quest’anno avrà 6 moto e non 8, quindi meno dati a disposizione. Consideriamo che il Pilota di “punta” tra i clienti è Diggiannantonio il quale si è già messo KO da solo, ha saltato i test di Sepang e salterà anche i test in Thailandia quindi il lavoro grosso sulla GP25 sarà tutto nelle mani di Bagnaia e Marquez (per fortuna aggiungo). A vedere il risultato di Fermin Aldeguer si comprende quanto la GP24 sia una moto avanti di un paio d’anni rispetto alla concorrenza, alla faccia di chi diceva che non c’era differenza con la GP23. Analizzando il passo gara di Alex Marquez si nota un gap tra le due moto di oltre 1″. In questi test Alex ha girato fisso sul 57 alto (5 giri) ed il 58 basso (5giri) mentre nella Sprint di Sepang, qualche mese fa, girava sul 59 con la GP23. Ecco perché Bagnaia ripete spesso “la GP24 è una moto fantastica”.

Nella TOP5 di Sepang l’unico intruso è Fabio Quartararo con la sua Yamaha M1, che però veniva già da 3 giorni aggiuntivi di shakedown, si mette alle spalle di Alex Marquez e Pecco Bagnaia, davanti a Morbidelli e Marc Marquez. Chiudono la Top 10 anche Pedro Acosta sulla KTM, le due Honda di Zarco e Mir, la Yamaha di Rins.

🔵YAMAHA

Yamaha M1-2025

Inutile sottolineare come venga da ben due giorni di “shakedown” e quindi hanno girato per 6 giorni. 

Fabio Quartararo ha chiuso in crescendo questi test, con mia sorpresa è riuscito a scendere sotto al 57. Non ha mai simulato una Sprint in questi test però nell’ultimo giorno ha concluso tre uscite molto interessanti da 6 giri nei quali ha girato ad un ritmo molto interessante. Anche Rins ha optato per questa scelta ma il suo ritmo è un secondo più lento rispetto a Quartararo. Jack Miller e Miguel Oliveira sono ancora in rodaggio ma il ritmo è simile a quello di Rins. Fabio sta facendo la differenza sulla M1. 

🔴HONDA

Joan Mir con la nuova livrea Honda HRC Castrol

Honda è in alto mare. Inutile lasciarsi fuorviare dalla TOP10, la realtà è che il gap pagato in termini di passo è ancora troppo grande e nonostante tutto Joan Mir arriva sempre dietro a Zarco. HRC non gradirà in eterno.

La cura “Europea” sembrerebbe dare qualche frutto ma non lasciamoci fuorviare dalla “confidenza” dei Piloti Honda dopo tre giornate di shakedown nei giorni scorsi. In termini di passo è un disastro rispetto a Yamaha. Mir e Zarco giravano in 59 mentre le Yamaha, compresa quella di Miller, giravano in 58. HRC sarà fanalino di coda anche in questo 2025, considerando poi che Luca Marini non è di aiuto perché è molto più lento sia di Mir che di Zarco.

🟠 KTM

Pedro Acosta in azione sulla KTM

KTM non ha brillato. Aldilà dei noti problemi finanziari che potrebbero pregiudicare la stagione e soprattutto lo sviluppo, la sensazione ad occhio è che quest’anno solamente Pedro Acosta potrebbe metterci un pezza.

Nei test è stato l’unico che ha brillato, sia per velocità pura che per passo gara nella simulazione. Probabilmente è l’unico che crede nel progetto ormai “finito” della casa Austriaca e la sensazione è che lui ci stia mettendo tanto del suo. In questi test ha dimostrato di essere il migliore con una moto “normale”, non ha effettuato lo shakedown come le Yamaha. Brad Binder è indietro rispetto ad Acosta, si legge chiaramente nei dati di questi test che ha per formato in maniera negativa rispetto allo spagnolo. Nelle retrovie Vinales e Bastianini. Entrambi con un passo gara nettamente più lenti, entrambi che stanno “cucendo” per quanto possibile la KTM alle loro caratteristiche. Vedo molto più pronto Vinales sotto questo aspetto, essendo un Pilota molto più intuitivo ed istintivo rispetto ad Enea. Anche la struttura è nuova, Ajo non hai mai fatto la MotoGP ed il Team potrebbe aver perso qualcosa dalla partenza di Guidotti. Mi sorprenderebbe vederli in TOP5 ad eccezione di Acosta. Per la TOP10 sicuramente Binder, mentre Vinales e Bastianini faranno compagnia alle Honda…

⚫ APRILIA

Ai Ogura, Campione del Mondo 2024 Moto2, in sella alla RSGP

Un disastro. Questi test di Aprilia sono stati un disastro. Hanno perso due dei quattro Piloti per infortunio, in pratica hanno ricevuto dati e feedback soltanto da Bezzecchi e dal rookie Ai Ogura. 

Jorge Martin ha letteralmente buttato via i test pre-stagionali per colpa di non si sa chi o cosa. Chi dice la gomma, chi dice il Pilota, chi dice lo Spirito Santo. Praticamente il Campione del Mondo in carica tornerà (forse) nel primo GP dell’anno e capite bene che tutto il lavoro che doveva fare lui lo farà Bezzecchi. Non di certo un fenomeno della MotoGP ne tantomeno uno “pagato” e preso da Aprilia per sviluppare una moto da Mondiale. Il salto di qualità auspicato con il passaggio da Vinales a Martin per adesso non ci sarà e vista la mancanza di test credo che Martin sarà tutto l’anno in difficoltà e faticherà a stare nella top 5.

🔴 DUCATI

La GP24 vola, la GP25 volerà. A mio avviso quest’anno non solo avremo tutti i podi “marchiati” Ducati bensì anche la TOP5. L’unico che può contrastarli per un piazzamento in Top5 è Pedro Acosta.

Non c’è molto da dire su Ducati, i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Sarà un Mondiale in cui Marquez e Bagnaia lasceranno le briciole e quando (soprattutto se) sbaglieranno ci saranno Alex Marquez e Franco Morbidelli a raccogliere risultati. Occhio ad Aldeguer, è nel Team perfetto per dimostrare il suo talento ed entrare stabilmente in TOP10 all’inizio.

 

Nella prossima settimana i test in Thailandia che saranno il preludio al GP inaugurale del 28 Febbraio.

 

 

Francky

Life is racing, all the rest is waiting