IL PUNTO DELLA REDAZIONE

Dalle parti mie, quando c’è una festa patronale che si organizza in concomitanza della data che ricorda appunto il santo di turno, si dice “finito il santo finita la festa”. Allo stato attuale di santi da festeggiare non ce ne sono (forse, fra pochi giorni, solo da invocare!) vero è che le vacanze per quelli della F1 (e quindi per chi la segue), sono terminate ed è giunto il momento di rimboccarsi le maniche per tutti. Tre settimane di apparente silenzio, dove ogni factory viene forzatamente chiusa, al fine di dare il giusto riposo a tutti e ciò nonostante, il mondo della F1 è sempre in continuo movimento.

Si riprende dall’Olanda del campione del mondo attuale, dove proprio lui e la sua squadra, sono chiamati alla riscossa per dare l’assalto finale al quarto titolo (consecutivo) piloti che ormai è quasi in cassaforte, a differenza di quello costruttori dove è tutt’altra che chiusa la faccenda. Red Bull (a Dio piacendo!) non è più la macchina da guerra che siamo stati abituati a vedere per tutto il 2023 e la prima parte di questo anno. Già perché da Miami le cose sono cambiate radicalmente e, se Red Bull ha vinto anche quando il mezzo era palesemente inferiore alla concorrenza, lo deve solo al talento del suo campione altrimenti ora staremmo parlando di tutt’altro. Infatti se il campionato che più conta è praticamente in cassaforte, quello costruttori è tutto da decidere proprio perché non dipende tutto da Verstappen. La Red Bull che vedremo in Olanda (inteso come team) non è più quella che eravamo abituati a conoscere e questo non lo scopriamo ora, visto che i bibitari sono travolti dai giochi di potere che stanno avvenendo in seno allo stesso team da inizio mondiale e ciò, ha avuto inevitabili ripercussioni sull’organizzazione interna e soprattutto sulle prestazioni. Eh già, perché quando si vince, tutto appare più soft come si suol dire ed ogni bega interna è accettabile come un dolce liquore. Il problema nasce nel momento in cui non vinci più a nastro, inanellando doppiette GP dopo GP. Nel frattempo, com’è noto, gli altri top team si sono avvicinati e nel contempo gli stesi bibitari hanno perso pezzi da novanta (Newey e Wheatley in un colpo solo) che farebbero tremare qualunque squadra. Lo staff tecnico Red Bull rimane di prim’ordine, sia chiaro, solo che questo lavorerebbe meglio se ci fosse anche la serenità che ha contraddistinto gli attuali campioni del mondo fino all’anno scorso. Tranquillità che ora non c’è più per i ben noti problemi creati dello stesso TP del team anglo austriaco e, sebbene il papà di Max abbia con largo anticipo predetto il casino che attualmente stanno vivendo, il problema nel frattempo è stato appunto nascosto sotto il tappeto grazie proprio alle vittorie iniziali del figlio, quella stessa vittoria che non arriva da mesi (impensabile a marzo una cosa del genere!) e che in terra Orange, per Max in primis, deve giungere necessariamente. Non oso immaginare dove arriveranno le urla, via radio, da parte del campione del mondo se dovesse fare la fine dell’ultimo GP svoltosi prima della pausa estiva. Per Red Bull più che una conferma in questo momento urge un segnale di ripresa perentorio, potente, altrimenti la McLaren (la quale si, che deve dare un segnale di conferma) avrà via libera quanto meno per il campionato costruttori. In questo segnale di reazione, anche Perez deve essere della partita perché, con i papaya che sono costantemente a punti pesanti, c’è bisogno di tutto l’aiuto possibile. Non è un segreto che il messicano attualmente conserva il suo sedile, solo perché alle sue spalle ci sono interessi pesanti che lo spingono a restare in squadra, almeno proprio fino al GP di casa sua. Vero è che se non ritrova quella forza mentale che lo ha contraddistinto fino a tutto il 2023, la sua carriera è segnata definitivamente (anche se a mio avviso, per vederlo l’anno prossimo sempre in Red Bull, solo un miracolo lo salva). McLaren da par suo invece deve continuare a spingere come ha fatto sino ad ora, perché il titolo costruttori è decisamente alla loro portata sia perché la loro monoposto è attualmente il riferimento e, sia perché proprio prima della pausa estiva il loro secondo pilota (proprio considerando l’atteggiamento di Norris degli ultimi GP, tanto secondo non è!), ha iniziato a prenderci gusto nel farsi vedere nelle parti alte della classifica d’arrivo. Non ho dubbi che avremo una seconda parte di mondiale emozionante anche più del prima. Infatti se ad inizio stagione c’era Red Bull che apparentemente aveva fatto il vuoto (di sicuro era in netto vantaggio), ora si parte con almeno tre top team uno a ridosso dell’altro, con una Mercedes che è quella che più è progredita nell’ultimo periodo. A meno di stravolgimenti tecnici, i valori sono quelli che abbiamo lasciato in Ungheria, quindi i presupposti per arrivare “tirati” fino ad Abu Dhabi ci sono tutti.

Volutamente ho parlato di tre top team, perché la Ferrari al momento non fa parte di questo gruppo e, per far capire la Rossa attualmente in quali condizioni versa, mi piace riportare (fonte @Formu1a.uno) e ricordare le dichiarazioni di Vasseur: “L’obiettivo è continuare a fare punti e perderne il meno possibile dai nostri avversari” e, soprattutto quella che più adoro in assoluto “L’anno scorso arrivavamo quinti e sesti ma a più di sessantacinque secondi di ritardo”. Infatti ora arriviamo lo stesso quinti e sesti, solo che volete mettere la soddisfazione di aver dimezzato il distacco? No signori, c’è poco di cui ridere, l’attuale realtà è proprio fotografata nelle parole dello stesso Team Principal rosso, il quale nel frattempo sta plasmando la sua squadra o, per meglio dire, la squadra di Elkann perché in fin dei conti è lui che paga e decide (via Vigna). Quella stessa sciagurata decisione presa nel voler rifiutare di accettare le condizioni “imposte” da Newey (ritengo che uno come Adrian Newey possa anche permettersi il lusso di imporre delle condizioni, anche perché conosce fin troppo bene il mondo della F1 e soprattutto, di come funzionano le cose a Maranello ), perché evidentemente il potere dato dal giocattolo Ferrari fa troppo gola, perché evidentemente in Ferrari non c’è troppa voglia di vincere o forse, credono di vincere con quello che hanno e soprattutto avranno, visto che da questo ottobre Louic Serra sarà il nuovo Direttore Tecnico sebbene non abbia mai ricoperto questo ruolo e, da gennaio Hamilton si unirà alla squadra portando il suo inestimabile contributo… e non mi riferisco al marchio moda Ferrari! Nel frattempo che aspettiamo gli ex Mercedes che arrivino, la Rossa è chiamata alla riscossa, dove in Olanda correranno in difesa (del resto il TP l’ha detto che uno degli obiettivi è proprio quello di perdere meno punti possibili… sigh) e presumibilmente da Monza ci dovrebbero essere gli sviluppi per capire se la direzione presa è quella giusta. Per Ferrari, indipendentemente dalla strada che prenderà, è già 2025 aspettando il 2026.

Buon GP d’Olanda a tutti.

Vito Quaranta

DUCATI TI METTE LE ALI – AUSTRIAN GP

Il Campione del Mondo in carica domina in Austria vincendo entrambe le gare davanti a Martin e riprendendosi la testa del Mondiale (+5). Ducati monopolizza il GP d’Austria in casa RedBull/KTM e mette le sue moto sul podio per l’ottavo GP di fila.

Quando dicevo di “aspettare l’Europa” per avere un quadro più chiaro sul Mondiale e soprattutto dopo la vittoria di Vinales in Texas non mi sbagliavo. Il vero Mondiale comincia in Europa e quest’anno è drammatico per chi non ha una Ducati.

https://x.com/FranckyHawk29/status/1779840033358324173?t=ERfwQKMeRLiGNqDOa6DgJw&s=19

Da Jerez ad oggi, sul RB Ring di Spielberg, sono trascorsi 8 GP. In questi 8 GP sono saliti sul podio (quello vero della domenica) soltanto Piloti Ducati. Non un Aprilia, non una KTM. Solamente Piloti Ducati e questo rende l’idea su quanto sia “monopolizzante” questa moto. E non è una questione di GP24 o GP23, perché anche la moto dello scorso anno va più forte di tutte le altre marche Factory 2024 presenti in pista. Ma come deve sentirsi RedBull che vede le sue moto sverniciate in recupero da Marc Marquez con la moto 2023 che salta come birilli prima Acosta, poi Miller ed infine Binder!? Dev’essere stato tragicomico…

LA GARA

Non c’è stata storia, per certi versi noiosa come ai vecchi tempi. Qui Bagnaia ha fatto un altro lavoro, parte e va via salutando Martin e compagnia. Vince Sprint e Gara e si riporta in testa al Mondiale per soli 5 punti. Questo è uno spunto interessante, Bagnaia ha già eguagliato il suo record di 7 vittorie stagionali (2023) ma ha solo 5 punti di vantaggio su Jorge Martin. Come mai? Semplicemente Bagnaia non ha visto il traguardo in addirittura 4 Sprint oltre allo zero di Portimao in gara. Martin invece ha fallito soltanto in una Sprint e fatto due zeri in gara a Jerez ed al Sachsenring quando era in testa. MONDIALE APERTISSIMO.

Gara da togliere il fiato per Marc Marquez che regala sempre il gusto di vedere le moto. Senza di lui, diciamolo chiaramente, sarebbe stata una noia mortale. Sbaglia nell’inserimento del dispositivo “holeshot” ( attendiamo il 2027 così diremo addio a questo abominio) e praticamente parte e si ritrova 13° complice un entrata senza senso di Morbidelli, che quando vede Marquez vede rosso. 

Da lì inizia una rimonta furiosa che lo riporta ai piedi del podio dietro a Bastianini. Il podio era alla portata e probabilmente anche il 2° posto di Martin, perché il passo era davvero simile. Ad Aragon può vincere.

Di sostanza anche la gara di Enea Bastianini che si prende due terzi posti, ed è lui stesso a dire che in questo momento Bagnaia e Martin sono più forti perche guidano questa GP24 in modo diverso dal suo.

LA DELUSIONE

Circuito di casa, in cui hanno fatto test su test, ma nulla è valso contro questa Ducati. Addirittura neanche il talento di Pedro Acosta è riuscito a fare qualcosa bensì è stata la peggior KTM in pista insieme a quella di Augusto Fernandez.

CLASSIFICA MONDIALE 

Appuntamento al 31 Agosto sul circuito di Aragona.

 

Francky

 

Immagine di copertina di Fabio Marzo.

IL PUNTO DELLA REDAZIONE

Nella pausa estiva, che tocca anche alla F1, apparentemente ci sarebbero pochi spunti di cui parlare eppure mai proprio come quest’anno non ci si annoia mai. Era tanto che non scrivevo della Ferrari e, confesso che questa presa di posizione è stata anche voluta, perché visti i risultati degli ultimi GP che hanno concluso la prima parte della stagione, ad essere sinceri c’era ben poco di cui parlare… a meno che bestemmiare e, maledire in tutte le lingue dell’uomo, chi ha ridotto la Beneamata in questa situazione sia parlarne! Intanto è stata proprio la Rossa a far parlare di se in questi primi giorni di vacanza, sia attraverso uno dei suoi due alfieri che per mano della Dirigenza.

Alla fine Sainz ha rotto gli indugi e, dopo una lunga riflessione ed aver sondato il mercato con oculatezza, lo spagnolo (assieme al suo entourage) ha scelto di andare nella Williams di James Vowles. Innanzi tutto mi preme augurare allo spagnolo il meglio per la nuova avventura che lo attende. Sainz alla Ferrari mancherà e mancherà tanto, perché con la sua partenza (a fine campionato naturalmente), si verrà a dividere una delle coppie più prolifiche, solide, consistenti e soprattutto longeve (in termini di futuribilità data la loro età a dispetto del sostituto dello spagnolo) del mondiale di F1. Ho sempre sostenuto su queste righe e sul Bastian Contrario, che questa è la coppia più forte del mondiale proprio perché se manca l’uno, a coprire gli errori o le mancanze commesse c’è sempre l’altro. Prova ne è, di quello che dico, la classica costruttori in luogo del quale è vero che siamo terzi nel campionato e, presto anche Mercedes ci supererà, è anche vero che la McLaren ha dovuto smazzare per tutta la prima parte di campionato per superarci, vista la solidità della coppia (una vittoria a testa!) e di rimando, La stessa Mercedes dovrà sudare fino alla fine del campionato per poter strappare il terzo posto in classifica, nonostante abbiano dimostrato di essere la squadra che ha recuperato di più negli ultimi appuntamenti. Questo solo per far capire la solidità della coppia, con buona pace del dogma religioso che viene messo nel tifo per l’uno o per l’altro o di chi crede che, poiché il loro rapporto non è idilliaco, li avrebbero dovuti separare da subito. Si guardi in Red Bull: Verstappen va d’amore e d’accordo con il suo compagno ed infatti si vedono i risultati di questo buon rapporto, con una squadra che quasi sicuramente perderà il titolo costruttori!

Apparentemente la mossa di Sainz può sembrare disperata eppure la sua, è stata un’azione calcolata nei minimi dettagli, soprattutto in relazione all’età che ha: il primo settembre lo spagnolo spegnerà trenta candeline che, dal punto di vista agonistico iniziano ad essere non dico tante, sicuramente importanti come numero. Per questo Carlito non ha voluto legarsi all’Audi, la quale a sua volta, lo avrebbe ricoperto d’oro solo (ricordate che c’è sempre il trucco), che la casa dai quattro anelli non vincerà prima dei canonici quattro, cinque anni di apprendistato (e comunque non è un fatto scontato) e, Sainz tutto questo tempo non vuole aspettarlo e forse nemmeno ce l’ha. Lo stesso dicasi con Alpine la quale non solo è un cantiere a cielo aperto, addirittura perderà lo status di costruttore (propulsori Renault) visto che AMG gli fornirà i suoi di propulsori quasi sicuramente… che fine indegna hanno fatto a Viry-Chatillon lasciatemelo dire! Come vedete con queste premesse Sainz si sarebbe condannato, anche perché Briatore chiedeva minimo due anni, ed è proprio la durata del contratto che ha portato lo spagnolo in quel di Grove visto che l’accordo da egli firmato, a dispetto di quello che dice Vowles (“Lunga durata…), ha opzioni a favore dello spagnolo in maniera tale che si possa svincolare, oggi o domani si crei l’opportunità di andare in Mercedes (poco probabile), Red Bull o perché no in Aston Martin al posto del suo connazionale. La sua è una scommessa e del resto non può che fare in questo modo, data sia la scarsità di scuderie competitive e sia e soprattutto che queste sono già al completo… al momento; perché in F1 non si può mai dire mai.

Proprio grazie o causa di questa certezza, dell’incertezza in F1, affermo che fino a quando Newey non avrà reso ufficiale il suo ingaggio tutto è aperto, tutto è possibile… soprattutto se ti chiami Newey. Detto ciò mi pare che ormai sia anche il segreto di Pulcinella la sua potenziale destinazione e cioè Aston Martin. La squadra di Stroll sta facendo sul serio e, se è vero che arriverà il genio inglese dopo aver soffiato a Ferrari (si, sempre Noi!) il Direttore Tecnico Cardile, allora ci sono tutti i presupposti affinché la squadra del canadese (caro Alonso, tieniti in forma ti prego!) possa dettare legge con il nuovo regolamento del 2026. Come mai il genio inglese non è venuto in Ferrari nonostante molti siti del settore lo davano per certo? La risposta è da ricercare nella premessa che ho fatto all’inizio dell’articolo e cioè nella dirigenza. In questi ultimi giorni, si vociferava che a dire di no ad Adrian, sia stato lo stesso Vasseur in quanto il genio inglese, chiedeva troppa autonomia in termini di gestione soprattutto per quanto riguarda la scelta degli ingegneri. Caso mai fosse vero questo, mi pare logico che il TP francese abbia detto no: del resto lo avrebbe fatto una qualunque “quinta scelta”, perché dal momento che Newey inizia a decidere tutto lui di fatto, ai vertici potrebbero iniziare a chiedersi anche a che cosa serve la suddetta “quinta scelta” che è rappresentata dalla persona di monsieur Vasseur, per non parlare del fatto che tanto valeva tenersi Binotto visto che stiamo parlando di potere dirigenziale!

La mia idea? Non credo alla diceria che sia stato Vasseur a dire di no al genio inglese, sia perché non ne ha il coraggio e soprattutto perché non ha il potere per farlo: il problema della Rossa è solo e soltanto dirigenziale, mi spiace ripetermi eppure il pesce, come sempre, puzza dalla testa. Questa è la Ferrari di Elkann e, se mai vincerà, si dovrà dire che sarà stato solo per merito suo. Non so francamente che idea per il futuro abbia il Presidente, solo che non è che arriva Hamilton in squadra (e Charles allora?) e come d’incanto dividerà le acque e moltiplicherà pani e pesci, perché anche un campione come lui, senza una squadra vera con le palle esagonali sotto, potrà fare ben poco. Purtroppo la dirigenza della Rossa sta commettendo lo stesso errore che ha commesso con Ross Brawn nel 2008… poi sappiamo tutti com’è andata a finire l’anno successivo. Allo stesso modo dicasi per Newey: è assolutamente da pazzi lasciarselo scappare, solo che questo ancora di più fa capire in seno alla Gestione Sportiva, a livello di vertici decisionali, quanto sia veramente importante vincere.

Riuscirà la Ferrari di Elkann a realizzare “l’obiettivo venti ventisei” dichiarato già a fine 2022, immediatamente dopo aver smantellato una squadra arrivata seconda nel mondiale costruttori? Non ne ho idea francamente. Con l’arrivo di Hamilton lo vedevo quasi sicuro questo obiettivo, perché questo “nome” ne avrebbe chiamati altri… evidentemente l’unico nome che deve contare in squadra è quello del Presidente.

Vito Quaranta

 

 

THE OSELLA STORY

This history is a bit different than the other stories I have written for Il Blog Del Ring, in that instead of focusing on a single race or season, I’ll look at a team’s history.

Today’s story is the history of Osella Squadra Corse.

Vincenzo Osella started his racing career in the mid-1960’s in Turin, driving a variety of sportscars for the Abarth team.

1966 Arbath 1000

 

In the early 1970’s Arbath entered into an agreement with Osella to design a car. In 1974, Osella took over the factory Abarth sports car program and expanded into single-seater racing. In 1975, the team entered the European Formula Two Championship with Giorgio Francia and Duilio Truffo, achieving some success with its own car, the BMW-powered Osella FA2.

Abarth-powered Osella PA1.

Osella continued in Formula Two the following season, but financial problems meant that the team was not competitive and withdrew from the championship before the end of the season. In the following years, the FA2s were occasionally entered by privateers, one of them being the Swiss touring car driver Charly Kiser. The experience prompted Osella to try to become a manufacturer for other teams. The Osella FA3 Formula Three car, powered with Toyota or Lancia engines, competed in the 1976 German and Italian F3 championships without making any great impression. After this, the team concentrated on running in local sports car events during 1977 and 1978.

In 1978 Osella made the decision to build its own car and in 1979 used the BMW F2 with Eddie Cheever while designing their own F1 car.

The BMW F2 car used by Osella and driven by Eddie Cheever in 1979. While a couple of years old the car was good enough to propel Cheever to 4th in the European F2 championship.

 

Move To F1

The first Osella F1 car was designed by Giorgio Stirana and powered by a Cosworth DFV. The car was named the FA1 and a modified car the FA1A.

The car was slow and overweight and unreliable, only finishing 2 of 14 races. Both finishes were out of the points.

The FA1A
1981
Cheever was poached by Tyrrell for 1981, as Osella expanded to a two-car team with the very wealthy Beppe Gabbiani in the lead car and a second car pedalled by Miguel Ángel Guerra. Denim remained as main sponsor but Monopolio Tabacchi, the Italian state-owned tobacco company, withdrew their MS funding. Two restyled FA1Bs were produced, the cars having a highly-modified chassis with the driver sitting further forward, and with the structure stiffened by carbon fibre panels, but the season did not go well, with both cars regularly failing to qualify.
Gabbiani fell out with Enzo Osella over his performances, and Ángel Guerra’s season was curtailed when he was badly injured in an accident at San Marino. Piercarlo Ghinzani and Giorgio Francia took over Ángel Guerra’s repaired car for the next few races, then new sponsor Saima S.p.A funded the employment of Jean-Pierre Jarier, unexpectedly unemployed since his Talbot-Ligier drive fell through. Jarier joined the team at the British GP, immediately giving Osella its best ever results with two eight places. Jarier then moved into the new FA1C at the Italian GP, while Gabbiani continued to post DNQs in the old FA1Bs.

Beppe Gabbiani

1982

The 1982 season would be a changer for Osella.  Jarier would be resigned and new Italian driver Paletti brought in. The design team would change with Giorgio Valentini and Tony Southgate brought in to give it a more “English” design. The result was the FA1C.Race 4 of the season would see Osella’s first points taken by Jarier with a fourth place.

Jarier taking 4th at San Marino

The Canadian GP race was marred by the death of Italian driver Riccardo Paletti, in only his second F1 race start. At the start, the lights took an unusually long time to turn to green. During this time, Didier Pironi, who had the pole position, stalled the engine of his Ferrari. Pironi lifted his hand to signal the problem just as the lights switched to green, which was too late to abort the start. The other cars swerved across the track, trying to squeeze past Pironi’s stationary car.  Raul Boesel just clipped the back left of the Ferrari, spinning his March into the path of Eliseo Salazar and Jochen Mass. Salazar, Boesel and Mass suffered minor impacts but it looked as if everyone had passed the Ferrari without serious consequences.  However, Paletti could not react in time and slammed into the rear of the stranded Ferrari at 180 km/h (110 mph), catapulting it into the path of Geoff Lees. The Osella’s nose was crushed in severely.

The death of Paletti

1983

The 1983 season was a transition for Osella. Ghinzani returned and Corrado Fabi (brother of Teo Fabi) joined the team. There was also a big change in engines. The Alfa V12 was made available. The Alfa would be used by Ghinzani from race 4 and Fabi from race 9. Regardless of the engine the car was a disaster only finishing 3 races.

Osella FA1E 12-cylinder 1983

1984

The 1984 season saw some dramatic changes for Osella.  The team was down to one driver, Ghinzani, and had a new turbo engine, the 1.5 L V8 Alfa Romeo.

The 1984 Alfa 1.5 L turbo

The 1984 Osella team

 

The highlight of the season was Ghinzani scoring a 5th in Dallas. It would be Osella’s peak.

Ghinzani’s 5th in Dallas.

 

I must add that Jo Gartner scores a single point for Osella at the Italian GP, but because the rules allowed “guest” drivers to participate, they could not score any points. Garner was classified as a guest throughout the season.

1985

In 1985, Osella only entered a single vehicle. The only driver of the team was Piercarlo Ghinzani, the FA1G debuted at the San Marino Grand Prix in May. The FA1G was entered in the sixth race, driven by Ghinzani. Five times out of the six, the Italian team failed to qualify. The only finish was 15th at the French Grand Prix

Ghinzani’s successor Rothengatter failed to qualify in seven races out of the eight he was entered in. He had to retire three times due to of technical problems. The best result he manages to achieve was seventh place in the Australian Grand Prix.

1985 Osella

1986

For 1986, Osella would return to 2 full time cars. Ghinzani would complete in all 16 races, while Danner, Berg and Caffi would drive a second car.

The best result would be two 11 place finishes from Ghinzani and Danner and a 12 from Berg. The 1986 season would begin the decline of Osella as a competitive factor in F1.

Berg in the FA1H

1987

The 1987 F1 season saw dramatic changes at Osella. Ghinzani and Berg were gone, with Italian driver Alex Caffi entering all sixteen races, with Tarquini and Swiss driver Franco Forini each entering a couple. There was a new title sponsor in the Swiss engineering company Landis – Gyr.

The season would be Osella’s worst ever, with Caffi only finishing one race, a 12-place finish in San Marino.

Caffi in the FA1G
1988
1988 would see another change of drivers with Nichola Larini entered in every race except the opener in Brazil. Osella would only run a single car in 1988. Of the 16 races the team entered it finished only 3 with the best result a 9th at Monaco.

FA1L

1989

With the new engine regulations of 3.5 L normally aspirated, Osella went aback to a two-car team. Larini was retained and Ghinzani brought back. There was a new title sponsor in Fondmetal. The all-new car was designated the FA1M. Unfortunately, the car was uncompetitive and would not score a single point.

The FA1M

1990

The 1990 season would see Osella drop both of its drivers and bring in Frenchman Olivier Groiuillard as the sole driver. Of the 16 races his best finish was a 13th at Monaco. By the end of the season, it was all over for Osella.

At the end of the 1990 season, Osella sold the team to Gabrieli Rumi, who was the owner of Fondmetal.

In 11 seasons Osella scored 5 points.

I wrote this short history of Osella because the first F1 race I went to in 1982, I had tickets which allowed me to get a grid walk. During that walk I met and had a short conversation with Riccardo Palettti. He was a really nice guy and answered a couple of questions I had. The next day he was dead. Killed in a crash at the start of the race. RIP Riccardo.

Ian Caldwell 

È TORNATA LA BESTIA – BRITISH GP

Nei 75 anni della MotoGP c’è il dominio Ducati sul circuito inglese di Silverstone. Un dominio assoluto che non lascia scampo ai rivali. Aprilia in primis, poi KTM sull’orlo di una crisi (di nervi) finanziaria e sportiva ed infine le giapponesi. Ducati ha distrutto i sogni di tutto ciò che non gli appartiene.

Un fine settimana quello Inglese che ha sancito il dominio della casa Italiana, precisamente da Borgo Panigale, nel mondo del Motociclismo su pista. La velocità oggi è Ducati. Qualcuno con più lustri sulle spalle avrà avuto modo di vedere un dominio simile negli anni della MV Agusta in 500, personalmente ho assistito a quello di Aprilia in 250. Nelle prime 10 posizioni tutte le Ducati, se non fosse stato per la penalità a Morbidelli ne avremmo avute 8 nelle prime 8.

LA BESTIA DOMINA.

Enea Bastianini vince sia la Sprint che la gara domenicale recuperando ben 19 punti su Bagnaia che si stende (novità!?) nella Sprint ed arriva 3° nel GP di domenica dopo essere stato per tutta la gara in difficoltà. Jorge Martin con due secondi posti limita i danni e si riporta in testa al Campionato del Mondo. Cade nella Sprint anche Marc Marquez mentre in gara domenica chiude 4° a pochi decimi da Bagnaia, ma la sensazione è che il gap tra la GP23 e le GP24 stia aumentando sempre di più col proseguo della stagione, inevitabilmente direi.

https://x.com/FranckyHawk29/status/1819751082622378255?t=NUyL8s6dYUTwaiR-x5kMPw&s=19

Avevo previsto la vittoria di Bastianini e soprattutto il dominio delle GP24, ma il segnale più lampante lo danno gli altri Piloti. In tanti si sono resi conto di quanto la GP24 sia migliorata in percorrenza ed uscita rispetto all’anno passato. Tornando alla gara, buona la prova di Diggiannantonio che si conferma in TOP5 ed il prossimo anno avrà l’onere e l’onore di guidare una delle  tre GP25 del Mondiale, nel team VR. Le altre le avranno solamente Bagnaia e Marc Marquez.

IL RESTO DEL MONDO!?

Chi delude ampiamente è Aprilia, dopo la pole stratosferica di Aleix Espargaro purtroppo non riesce a lottare con i migliori. Vinales in giornata no e le due Trackhouse si piantano dopo pochi metri dal via.

In casa KTM è in atto una vera e propria crisi sportiva, tecnica e finanziaria senza precedenti. Se è vero che Yamaha ed Honda vivono “sul blasone” dei tempi passati, KTM è una realtà giovane che ha investito tanto in questi ultimi anni. Risultati!? Zero. I tecnici stanno scappando verso altri lidi, i marchi Gas Gas ed Husqvarna hanno abbandonato il Mondiale dal 2025 e non rimane nient’altro che la speranza di Pedro Acosta a salvare baracca e burattini. Oltretutto con Vinales e Bastianini che andranno nel 2° Team Factory KTM.

Honda e Yamaha non pervenute, come da inizio anno anche se la delusione cocente sul volto di Quartararo è emblematica, perché ci si aspettava un passo in avanti ma a quanto vediamo ne fanno due indietro. La consolazione sarà avere il Team Pramac nel 2025 al loro fianco e quindi una mole di dati maggiore sui quali lavorare durante l’anno.

CLASSIFICA MONDIALE

Con 62 punti dalla vetta considero Marc Marquez ancora in gioco per il Mondiale. Il crocevia saranno la gara di Aragon ed i test di Misano. Qualora dovesse ricevere aggiornamenti, Ducati avrebbe tutta l’intenzione di mantenerlo “in vita” anche perché se Bagnaia dovesse fallire l’attacco al Titolo non sarebbe per nulla bello vedere il numero 1 sulla carena di una Aprilia o addirittura di una KTM.

Appuntamento tra meno di due settimane in Austria, sul circuito di casa KTM al Red Bull ring. Un’altra tripletta Ducati sarebbe la pietra tombale sul progetto dei bibitari…

 

Francky