Eccoci a discutere di un altro GP di Monaco, evento che considero IL GP per eccellenza: perché qui c’è l’essenza del mondo Formula 1, come storia, glamour, imprevedibilità, e – io direi di ricordarcelo eh – professionalità eccelsa del personale che con efficienza mantiene questo budello fra i muretti percorribile nonostante l’irruenza dei giovani sull’asfalto.
Non vi ammorberò con il resoconto del giov-erdì e sabato mattina perché le FP, diciamocelo, viste da fuori sono solo un riempitivo che mette sull’ottovolante gli umori dei tifosi. Per chi non lavora in un box (… ma inizio a temere, anche per quelli che lavorano in CERTI box) non c’è nulla da capire.
Ringers carissimi eccoci pertanto giunti alla kermesse monegasca la quale, come da tradizione, comincia domattina alle 10:00 con la prima sessione di prove libere alla quale seguirà la seconda alle 14:00; come di consueto, si proseguirà sabato alle 11:00 con la terza ed infine alle 14:00 per le Qualifiche.
21 maggio 1950: Juan Manuel Fangio conquista la pole position e vince il gran premio di Monaco distanziando di un giro Alberto Ascari, al debutto con una vettura destinata a fare la storia delle corse: la Ferrari.
Per Fangio fu la prima vittoria in Formula 1 e arrivò alla guida dell’Alfa Romeo, che la settimana precedente, nel primo gran premio della storia, “occupò” il podio con Farina, Fagioli e Parnell. La scuderia italiana vinse inoltre tutte le gare stagionali ad esclusione della 500 miglia (allora in calendario) cui non partecipò e conquistò il titolo piloti con Farina, concedendo poi il bis l’anno seguente con Fangio campione del mondo nonostante un impiego di risorse piuttosto esiguo. Al termine del 1951 l’Alfa venne ritirata in quanto, anche a causa della crescente concorrenza, non vi fu l’intenzione di affrontare le ingenti spese derivanti da progettazione e produzione di un nuovo modello.
Al gran Premio di Barcellona possiamo affermare con un certo grado di confidenza di aver assistito alla storia.
Che poi la storia non sempre ci possa essere gradita, questo è un altro paio di maniche, o, come dicono in una delle patrie fondanti del Motorsport, un cavallo di un altro colore.
E di cavalli andiamo oggi a parlare; della loro razza e di quanto si riesca ad inferire sulle loro reali capacità.
Buongiorno Ringers! In leggero ritardo rispetto alle abitudini del Bring arriva la consueta “analisi” del Gran Premio, anche stavolta ricco di episodi interessanti e, mi tocca dirlo, storicamente indimenticabile. Ha vinto il neopatentato. Non voglio partecipare alla solita discussione sulla facilità di queste monoposto, guidabili (bene) anche da un diciottenne. Anche perché il ragazzo ha imparato prima a tenere in mano un volante e poi a camminare. E allora, non è che improvvisamente a fine anni ’90 è stata la gravità a diventare più difficile?
Vista la grande quantità di temi, andiamo in ordine cronologico dal venerdì alla domenica, tenendo presente un fattore che si è rivelato fondamentale nell’evoluzione del week-end, la temperatura.