BASTIAN CONTRARIO XV: I cocci

La storia è sempre la stessa: basta combinare un circuito old style altamente selettivo, con l’incertezza del meteo, ed ecco che si crea la miscela binaria perfetta, altamente esplosiva, per avere spettacolo dall’inizio alla fine della gara. Tuttavia quando avviene una deflagrazione, inevitabilmente si finisce col rompere qualcosa e, i cocci sono di chi li crea come si suol dire. Riprendere dopo tre settimane di pausa ha sempre un certo fascino, perché diciamocelo noi malati di questo sport, stare a secco per cosi tanto tempo ci crea una certa ansia. Certo che una ripresa soft sarebbe stata meglio invece quanto visto a Zandvoort (non a Zolder come qualche professionista del settore ha affermato, dimostrando di non sapere nemmeno dove si trovasse!), ci ha fatto dimenticare tutti i giorni di vacanza che sono stati trascorsi con i motori spenti. Il GP di casa, del campione del mondo attuale, è stato foriero di argomenti che quasi non si sa da dove iniziare. Utilizzando una trama di tipo “Tarantiniano” partirò dalla fine, anche perché col mondiale che si avvia al termine, la lotta all’iride si fa sempre più serrata e, con molta probabilità dopo quanto visto, forse ha già preso la direzione della terra dei canguri.

Di cocci da raccogliere Norris ne ha tanti assieme alla sua squadra, la quale non ha mai nascosto di aiutarlo apertamente. La MCL-39 sebbene sia un fulmine di guerra, che non fa altro che infrangere ogni record di vittoria, come tutte le monoposto non è esente da rotture anche se oggi è quasi un evento a differenza di una generazione fa, in luogo del quale vedere motori fumare era la normalità. Una mazzata psicologica peggiore di questa, Lando non la poteva prendere e, considerando come il pilota abbia mostrato quanto fragile sia, gli ci vorrà un autentico miracolo per recuperare il gap che lo separa dal compagno di box, nonché diretto avversario. Appena visto parcheggiare Norris a bordo pista, mi è venuto subito in mente Hamilton nel 2016 (con tutti i distinguo del caso si capisce), quando capitò la stessa sorte anche ad egli nel cercare di acciuffare Rosberg. Evidentemente agli inglesi le rincorse affannate fanno male, ed è proprio quello che Piastri ha costretto a fare al suo compagno, perché il muro che l’australiano ha posato dalla partenze e, soprattutto ad ogni ripartenza, è stato invalicabile. Spesso si dimentica che Piastri è solo alla sua terza stagione, a differenza di Norris che in McLaren c’è cresciuto, ed il fatto che il giovane pilota australe si stia comportando come un veterano la dice lunga sulla sua forza mentale e, sul lavoro di crescita fatto assieme alla squadra e sicuramente assieme al suo manager, nonché mentore, Mark Webber che di lotte intestine e di sgambetti ne conosce fin troppi. Ci vuole concentrazione e sangue freddo per rimanere sul pezzo in una situazione come quella olandese, dove le diverse ripartenze, hanno sempre annullato quel “cuscino di sicurezza” che Oscar aveva sempre scientemente costruito. Se c’è una cosa che Lando ha mostrato comunque, soprattutto dopo il Canada, è stato quello di raccogliere i cocci e ricostruire pazientemente d’accapo. Saprà rimettere assieme i pezzi nuovamente? Avrà la lucidità di sferrare l’attacco che mortifica, a cominciare proprio dalla qualifica, terreno di caccia dove il suo compagno è progredito in maniera esponenziale e, come ci ha insegnato proprio Max l’anno scorso, momento in cui costruisci il cinquanta percento della vittoria, specie se te la giochi a parità di macchina? Dopo i casini canadesi Lando di tempo ne aveva per raccogliere e mettere assieme tutti i cocci che aveva creato, ora invece il tempo stringe perché siamo già a meno nove GP e, gioco forza chi dovrà forzare la mano e rischiare di più sarà proprio lui. Va da se che allo stato attuale, l’unico evento che consentirebbe a Norris di ritornare veramente in partita, sarebbe un ritiro di Piastri, ritiro che non è impossibile e che nemmeno gli auguro (fortuna che non mi legge altrimenti mi avrebbe già mandato a quel paese!), vero è che col vantaggio che ha, di sicuro se deve rompersi l’osso del collo per un sorpasso impossibile, ci penserà su due volte. L’imminente GP d’Italia capita al momento giusto, perché consente a Lando di provare già a scacciare i demoni olandesi e rimettersi subito in gioco… staremo a vedere.

Chi di certo beneficerà del fatto che si possa correre subito, al fine di poter sistemare i cocci di domenica scorsa, sono Ferrari tutta e, il nostro giovane connazionale. Antonelli è un pilota acerbo di grande talento (altrimenti in Mercedes non lo avrebbero mai ingaggiato) che ha bisogno, come tutti i giovani, di maturare le sue esperienze e, come mi è già capitato di sottolineare su queste righe, nel mondo che viviamo oggi, dove tutto corre alla velocità di un clic, sei campione o uno scarso in un amen. Niente da fare, Kimi non era campione in Canada e non è una pippa ora: nella sua manovra si evince tutta la sua inesperienza e foga di fare bene per cercare di recuperare il terreno perduto. Certo a farne le spese questa volta è stato Charles (Max prima di lui), eppure in una situazione nella quale si è trovato, guai se non ci avesse provato perché manovre del genere sono nella natura dei piloti e, permettetemi di affermare, nella natura di chi sente odore di sangue. La differenza tra lui ed il resto degli altri rookie, è quella che il nostro Kimi guida per un top team dove l’aspettativa è alta cosi come è alta la probabilità di fare punti ogni domenica, gli altri invece gioco forza, devono essere più attendisti perché con le vetture che hanno possono solo accontentarsi delle briciole, o delle occasioni quando piovono dal cielo, esattamente come successo con Hadjar. Questo da la possibilità al rookie di crescere in maniera più tranquilla, a differenza della situazione nella quale si trova Antonelli, in luogo del quale è costretto a imparare con una certa pressione. Toto&Co. non sono degli scappati di casa, visto che qualche mondiale lo hanno vinto, quindi sono sicuro che sapranno dove intervenire (soprattutto per l’ano prossimo), proprio come McLaren ha fatto con Piastri;  in maniera tale da avere un pilota più maturo.

Nel frattempo che aspettiamo che Kimi cresca, in casa Ferrari i cocci si sprecano e, indipendentemente dall’incidente accorso a Charles, il GP olandese sarebbe stato comunque una sconfitta perché di raggiungere il podio sarebbe stato impossibile. Hamilton ormai è inqualificabile, letteralmente parlando e, a questo punto della stagione rischia seriamente di mettere a repentaglio non tanto la sua carriera, visto che “il suo” lo ha portato a casa, quanto la sua reputazione. Dietro i sette titoli, i record di pole e vittorie, abbiamo a che fare con un pilota che ha sempre avuto a disposizione un mezzo superiore, nel fiore dei suoi anni agonistici migliori. Ora si ritrova a quarant’anni suonati a dover imparare a stare in pista con una macchina, che in pista proprio non ci vuole stare e, soprattutto completamente diversa da quella alla quale era abituato. Ad ogni modo questo non può e non deve essere una giustificazione perché un pilota, a quaranta milioni l’anno chiamato a risollevare le sorti della decadente Ferrari, che si comporta in siffatto modo in pista è totalmente inaccettabile. La ciliegina sulla torta è rappresentata dalla penalità che sconterà al via di Monza… alè! Di rimando Charles ha ben altri cocci a cui pensare, perché sebbene nella gara di domenica scorsa abbia dato cuore, culo e corna mi pare evidente che ormai tutto questo non basta più. Il sorpasso eseguito sull’annichilito Russell è già nei libri di storia, eppure nei cocci raccolti a bordo pista, c’è anche una sua responsabilità. La differenza più grande tra Charles, che è un campione mancato e Max che è un campione completo, è nell’atteggiamento: l’olandese è stato perentorio (questo è solo uno dei tanti esempi che potrei citare) quando volevano fare fuori Marko, allora mi chiedo come mai non è rimasto in pista quando gli hanno detto di rientrare ai box per coprire l’undercut di Antonelli? Infatti viene fuori che il monegasco non voleva uscire per cambiare le gomme perché evidentemente  le sentiva ancora buone, quindi se si fosse impuntato di sicuro non ci sarebbe stato l’incidente col pilota italiano. Dico questo perché ormai Charles dovrebbe sapere come funziona in squadra dopo sette lunghi anni di permanenza. L’atteggiamento è tutto e, mi spiace dirlo, quello di Charles è manchevole in tal senso ed inevitabilmente e puntualmente ne paga le conseguenze. Da qui a fine anno questa sarà la sorte della Rossa, perché con gli sviluppi ibernati e con questa McLaren piglia tutto, l’unica speranza è raccogliere le briciole che lasciano. Stiamo mirando in tutto il suo splendore la Ferrari di Vasseur che è stato giusto rinnovare, perché ora si cavalca con lui fino alla fine e, soprattutto stiamo assistendo all’operato del duo Elkann – Vigna: questa è la loro Ferrari e questo tutti meritiamo; cocci compresi.

Buon GP d’Italia a tutti.

Vito Quaranta