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LA PAURA DI NON TORNARE – DOOHAN E MARQUEZ

Autodromo del Mugello, GP di San Marino 1993. Kevin Schwantz (34), Michael Doohan (2). Immagine MotoGP.com

Il Motorsport è PAURA.

Vuoi o non vuoi ci accompagna in ogni istante della nostra vita. Torna in forme diverse ma ti riporta immediatamente alla mente episodi o aneddoti del passato, facendoti credere di essere lì, in quel preciso istante. Quando la osservi, in rigoroso silenzio, ti sembra di averla già vista, già ascoltata, già assaporata.

Quando quell’alone di invincibilità ti circonda è come se, TU l’eroe sulle due ruote, possa fare qualsiasi cosa senza correre nessun rischio. L’anteriore rimane incollato all’asfalto, riesci a controllare l’highside che ti avrebbe catapultato in un’altra dimensione, vinci e poi vinci a ripetizione.

Nessuno sembra fermarti, nessuno oserebbe contrapporsi di fronte alla cavalcata verso la storia.

Eppure arriva per tutti quel fatidico giorno. Che tu sia un Dio o semplicemente un Icaro qualsiasi, arriva il giorno in cui ricadi sulla terra così prepotentemente da farti male, da offuscare mente e pensieri. Non riesci a capacitarti perché, proprio a te sia potuto accadere.

Doveva pensarla allo stesso modo Michael, vedendo la sua NSR500 frantumare tibia e perone della gamba destra. Doveva pensarla allo stesso modo Marc, vedendo la sua RCV213-V frantumare l’omero del suo braccio destro. Entrambi nella parte destra del corpo, entrambi nella parte opposta al cuore, entrambi nella parte del freno e dell’acceleratore. Il Motorsport è come la Storia, basta saperla osservare.

Michael rischiò l’amputazione della gamba, Marc rischiò la paralisi del nervo radiale, entrambi rischiarono il fine carriera ad un’età giovanissima. E se Marc almeno aveva già vinto tanto, Michael aveva tutto da dimostrare al Mondo. Ma la fame era la stessa, la voglia di ritornare.

“Quel fuoco dentro che ti spinge a farti legare le gambe, facendo irrorare il sangue della sinistra anche nella destra per poter tornare a gareggiare dopo soli due mesi in Brasile. Quel fuoco dentro che ti spinge a tornare dopo neanche una settimana dall’inserimento della placca nell’omero e risalire in moto tentando di partecipare al GP in Portogallo, iniziando un calvario che sembrava non finire più.”

Entrambi hanno lottato contro il loro corpo, contro il loro cuore, contro coloro che non credevano nel loro ritorno. Eppure per chiunque di noi, per chi ci crede convintamente senza mai arrendersi non può che esserci un finale diverso da quello che il destino ci ha riservato.

Michael tornò alla vittoria dopo 399 giorni, Marc tornò alla vittoria dopo 581 giorni. Entrambi hanno passato quei lunghissimi giorni ad allenarsi, a sudare, a piangere dal dolore provocato non tanto dal fisico bensì dalla mente offuscata da un sentimento che ognuno di noi può dire di conoscere: LA PAURA.

LA PAURA di non essere più gli stessi, di non assaporare più la vittoria, di non poter più competere per il Titolo Mondiale, di non esser più in grado di fronteggiare quel mostro che vedevano guardandosi indietro.

LA PAURA li ha fatti tornare, la paura ti rende più forte, più cattivo, più intelligente, più affamato. Ti spinge a vincere 5 Mondiali di fila, ti spinge a rischiare il tutto per tutto sin dalla prima curva, gettando al vento un buon piazzamento. Ti spinge a sopportare le critiche di chi ti vede cadere, di chi a bassa voce dice che non sarai più lo stesso. E tu torni a vincere, e lo fai di nuovo, ma vinci nelle piste “amiche”… E allora tu torni a vincere in quei circuiti che ti davano più fastidio, quelli che ti facevano più PAURA.

 

Ecco perché il 2022 potrà avere lo stesso sapore del 1994, e TUTTI adesso hanno PAURA.

 

 

…alla pista, unica Dea che mette tutti d’accordo, l’ultima parola…

Misano, Emilia Romagna GP 2021. Immagine Motogp.com

 

 

✍️ Francky

MOTOMONDIALE 500 ANNI 90 – PARTE 2

“Senza l’incidente di Assen probabilmente adesso starebbe festeggiando il 7° Titolo Mondiale”

Kevin Schwantz

 

ERA DOOHAN

Riprendiamo con la seconda parte degli anni 90 della classe 500. I mitici gladiatori che ci hanno accompagnato nell’ultimo decennio si sono tutti ritirati, quasi tutti con le ossa rotte ed a causa di gravi infortuni. Forse solamente Eddie Lawson ebbe il “privilegio” di rimanere quasi intero.

L’ultimo degli immortali in griglia era quel ragazzo di Brisbane, dominatore del 1994 e fresco Campione del Mondo chiamato a difendere il Titolo Mondiale in sella alla Honda NSR500.

 

1995  “Mick serve il bis”

Doohan festeggia il secondo Titolo Mondiale. Immagine tratta dal sito ufficiale MotoGP

Il 95 si apre con una Honda in veste completamente diversa dal solito. Il main sponsor del team HRC diventa la Repsol (Darà vita ad un binomio che continuerà a vincere anche a 24 anni di distanza) con la tipica colorazione arancione dei cerchi e di parte delle carene.

I principali rivali di Doohan sono il connazionale Beattie in sella alla Suzuki (orfana di Schwantz, ritiratosi a fine 94) e di Cadalora in sella alla Yamaha (orfana di Rainey dal 93…).

C’è da dire che i rivali storici e più agguerriti di Doohan avevano lasciato il circus del Motomondiale, lasciando il passo a due grandi Campioni quali Daryl e Luca che però non avevano minimamente le “qualità” dei due “Eroi Americani”, difatti Doohan dominerà senza se e senza ma quel Mondiale (come gli altri del resto).

Il 1994 si apre con una fantastica doppietta per Doohan (Australia e Malesia) ma con le successive cadute a Jerez ed al Nurburgring vanifica quanto di buono fatto e permette a Daryl Beattie di portarsi in testa al Mondiale.

Dopo 5 gare il Pilota della Suzuki è in testa al Mondiale ed il morale del Pilota Honda è sotto ai piedi. È proprio in questi momenti che si vede la stoffa del Campione.

Doohan vince la gara successiva al Mugello proprio davanti a Beattie dopo aver fatto segnare una splendida pole position.

Il momento clou della stagione è ad Assen. Durante le prove del sabato Beattie scivola e non può partecipare al GP. In quel momento era in  testa al Mondiale. Doohan vince in terra olandese e si riposta in vetta al Mondiale.

Doohan vince 3 dei successivi 6 GP e si laurea nuovamente Campione del Mondo (GP Argentina, penultima prova del Mondiale) con 248 punti e 7 GP vinti.  Daryl Beattie si classifica 2° con 215 punti e 2 GP vinti. Al 3° posto si classifica Luca Cadalora con 176 punti con 2 vittorie (Brno e Jacarepaguá). Vinceranno GP anche Alberto Puig (Jerez) e Crivillé (Catalogna) entrambi in sella alla NSR500. C

C’èda dire che la Honda dominerà completamente il Mondiale. Sono 6 Moto piazzate nei primi 8 del Mondiale, unica eccezione proprio la Suzuki di Beattie e la Yamaha di Cadalora.

1996 – “Guerra interna” – Doohan vs Crivillé

L’ultima curva di Jerez, teatro di grandi “scontri”. Immagine tratta dal sito ufficiale MotoGP

Il Motomondiale 500 inizia con ottime aspettative per il 1996. Il 2 volte Campione del Mondo Luca Cadalora passa dal Team Ufficiale Yamaha alla tanto desiderata Honda NSR500 del team di Erv Kanemoto .

Le aspettative sono altissime e Cadalora non le delude. Vince una splendida gara nel GP inaugurale della Malesia, sul circuito di Shah Alam, davanti alle altre Honda di Barros e Checa.

Luca Cadalora vince in Malesia all’esordio sulla NSR500 del Team Kanemoto. Immagine tratta dal sito ufficiale MotoGP

La vittoria in Malesia è un aperitivo di un banchetto nuziale che non vedrà seguito…  Doohan vince 5 delle successive 6 gare e si ritrova a metà Mondiale nettamente in vetta alla classifica. La sensazione è che non ci sia mai stato nessuno, come negli anni precedenti, in grado di impensierirlo oppure è stato molto bravo ad allontanare i suoi rivali….

Succede con Cadalora. Il nostro Luca paga il leasing della NSR 500 e ben figura Mondiale…. Ma inspiegabilmente dal GP di Germania, dopo aver vinto, la Honda gli nega inspiegabilmente il supporto ufficiale di Showa…

L’invasione di pista dei tifosi spagnoli nel GP di Jerez del 1996. Immagine tratta dal sito ufficiale MotoGP

L’episodio dell’anno si verificò al 4° GP dell’anno, sul circuito di Jerez de la Frontera. (In foto l’ultima curva) Crivillé è in testa alla gara ma all’ultima curva riceve un attacco da Doohan, un attacco pulito e letale. Alex apre subito il gas in uscita di curva ma viene sbalzato in highside e finisce in terra.

Doohan vince la gara e Crivillé, a causa anche dell’oscena invasione di pista dei tifosi spagnoli, perde la possibilità di vincere in casa.

Questo GP segnerà il Mondiale, Doohan vince 8 GP su 15 totalizzando 12 podi e conquistando il suo terzo Titolo Mondiale con con 309 punti. Al 2° posto Crivillé con 245 punti e 2 GP vinti, mentre 3° il nostro Cadalora con 168 punti e 2 GP vinti.

La Honda domina anche questo Mondiale ma la sensazione, netta a mio parere, è che nessuno sia in grado di competere con Mick Doohan.

 

1997 – Doohan e l’anno dei Record

15 GP – 12 vittorie – 2 🥈 posizione, 340 punti. Record di punti, record di vittorie in singola stagione (battuto un certo Agostini), 10 vittorie consecutive.

Serve altro⁉️ 

Il 1997 è stato l’anno in cui Doohan ha espresso il suo massimo potenziale e tratto il meglio dalla sua NSR. Bisogna spezzare una lancia in favore degli avversari…. Mick Doohan faceva un altro mestiere, era di una categoria di Piloti che loro avevano ammirato da 10 anni a questa parte.

Il Mondiale fu un monopolio dell’Australiano, gli unici a batterlo furono Crivillé a Jerez e Phillip Island, Okada in Indonesia (batté in volata proprio Doohan).

Doohan vince in Gran Bretagna il suo 4° Titolo Mondiale, con addirittura 5 gare d’anticipo. Immagine tratta dal sito ufficiale MotoGP

Yamaha⁉️ Non pervenute. Suzuki⁉️ Non pervenute.

Unica nota di rilievo, a parte il magnifico binomio Doohan/Honda⁉️⬇️⬇️⬇️⬇️⬇️

Un fantastico Doriano Romboni porta la V2 500 (Aprilia) sul podio di Assen (circuito vecchio). Immagine tratta dal sito ufficiale MotoGP

Quel giorno ad Assen le condizioni erano “difficili”… Roba per gente con il pelo sullo stomaco. In queste occasioni si vede il vero manico, Romboni ne aveva da vendere. Con una moto che pagava quasi 30 CV rispetto a quella di Doohan, impensierì non poco l’Australiano… Qualora poteste andate a vedervi la gara.

 

1998 – L’arrivo del Corsaro ed il 5° di Doohan

Nessuno è imbattile. 

La stagione 1998 si apre con una novità che tutti aspettavano. Il Pilota più forte della storia nella quarto di litro sbarca finalmente in 500. Max Biaggi firma il contratto con il team di Erv Kanemoto guidando una Honda NSR 500. La stessa moto di Doohan. Il romano aveva monopolizzato la 250cc vincendo 4 Mondiali, di cui 3 con Aprilia ed il 97 con la Honda (per la gioia di Carlo Pernat).

Le aspettative sono alte, i test pre-season vanno bene e la stagione si apre a Suzuka, sul mitico circuito Giapponese. Il Re Doohan è pronto a difendere la 👑 ma…

GP Giappone 1998. Gara inaugurale del Motomondiale. Immagine tratta dal sito daidegas.com

Pole, giro veloce e Vittoria.

Nella storia del Motomondiale classe 500/MotoGP solamente un Pilota era riuscito a vincere all’esordio nella classe Regina. Quel Pilota si chiamava Jarno Saarinen. Doohan cade e fa 0 punti.

Doohan si riprende subito in Malesia e vince il round successivo, la stagione prosegue con un certo equilibrio. Biaggi è molto costante mentre Doohan commette molti errori durante la stagione. Cade a Suzuka, a Jarama, ed a Brno.

Circuito di Brno. Doohan cade nuovamente e Biaggi vince, sul traguardo la sua celeberrima “penna”. Immagine tratta dal sito ufficiale MotoGP

Dopo la caduta di Brno questa è la situazione in classifica⬇️

MaxBiaggi 173 Mick Doohan 160

Mancano 4 gare alla fine, si correrà ad Imola, Barcellona, Philipp Island e Buenos Aires.

Ad Imola Doohan vince e Biaggi chiude 3° ed accorcia in classifica sul romano.

Biaggi 189 Doohan 185

È la prima volta che Doohan si ritrova ad inseguire in classifica, non si era mai trovato a 3 round dalla fine a dover inseguire in classifica, a dover inseguire un Rookie soprattutto. Si ha la sensazione che il livello più “basso” di avversari rispetto ai Rainey e Schwantz abbia contribuito alle schiaccianti vittorie di Mick.

Doohan risponde con 3 vittorie nelle ultime 3 gare e vince il il 5° Mondiale di fila. Biaggi arriverà secondo nel Mondiale dopo aver fatto sognare milioni di Italiani ed aver minato le certezze di un Doohan alla fine del suo ciclo evidentemente (99 docet)

Grande rammarico per un GP di Catalogna che ha avuto una gestione di gara, da parte della direzione, IMBARAZZANTE. Pessima fu la scelta di Biaggi di non fermarsi per lo Stop&Go come fece Barros. Se i commissari regalarono la vittoria a Doohan, almeno si potevano perdere meno punti possibili. Perse 25 punti che gli costarono Mondiale e Honda…

P.S. ⬇️⬇️⬇️⬇️

Donington ⬇️ uno splendido Simon Crafar vince  con Yamaha e rifila 12 secondi a Doohan…

Il Pilota neozelandese Simon Crafar su Yamaha Red Bull, vince sul circuito di Donington. Immagine tratta dal sito ufficiale MotoGP

 

1999 – La caduta degli Dei

Max Biaggi inevitabilmente lascia Honda. Causa la Catalogna, il rapporto “rotto” con Doohan e tante altre cose si accasa in Yamaha nel Team Ufficiale.

Sarà la scelta che segnerà la sua carriera poiché il posto di Doohan sarebbe stato il suo, invece….

Il Mondiale si apre con una splendida doppietta da parte di un Americano figlio d’arte, il figlio del marziano.

Kenny Roberts Jr. vince il round iniziale in Malesia, ripetendosi poi in Giappone. Immagine tratta dal sito ufficiale MotoGP

Kenny Roberts Jr riporta la Suzuki alla vittoria, trionfando anche nella gara successiva in Giappone.

Il Mondiale ha il suo momento clou quando durante le prove del GP a Jerez il Campione del Mondo perde il controllo della sua NSR salendo su un cordolo e cade. Una caduta rovinosa che gli costerà la carriera. Crivillé vince il GP e diventa il Pilota di riferimento in Honda, vincendo anche i successivi 3 round.

A parte qualche affermazione Yamaha (Biaggi, Laconi ed Abe) e la Suzuki di KR Jr., La Honda ha il totale controllo del Campionato.

Il Pilota Francese Regis Lacóni vince il GP di Valencia in sella alla Yamaha del Team Red Bull WCM. Immagine tratta dal sito ufficiale MotoGP

La strada verso il Mondiale è spianata, non ci sono avversari in grado di contenere lo strapotere di Crivillé e soprattutto della NSR 500.

Crivillé festeggia il Mondiale nel segno della Spagna e della Catalogna. Immagine tratta dal sito ufficiale MotoGP

Crivillé vince il Campionato del Mondo 1999Crivillé vincerà 6 GP e sarà il primo Spagnolo a vincere il Mondiale 500 con 267 punti, dopo esser stato il primo Spagnolo a vincerne una gara…

Si chiudono qui gli anni 90 del Motomondiale 500, che ha visto una prima parte molto combattuta ed una seconda dominata da Doohan. Ma la domanda è questa….

Alla luce del Mondiale dominato da Crivillé nel 1999, delle prestazioni “fulminee” al primo anno su quella moto di Cadalora e Biaggi il vero dominatore di questo decennio è uno solo… Chi⁉️

 

Semplice. NSR500… 

Cadalora servì l’antipasto. Biaggi fece pregustare il dolce…

 Crivillé lo ha dimostrato. La NSR 500 era l’arma per vincere il Mondiale, Mick Doohan l’ha guidata 10 anni… Saluti.

 

Francky Longo

 

IL MOTOMONDIALE 500 ANNI 90′ – PARTE 1

Gli anni 90′ entrarono di diritto nella storia del Motomondiale senza neanche correre una gara. Neanche il tempo di cominciare ed il Campione del Mondo in carica Eddie Lawson aveva gia lasciato la Honda e la NSR500 ( palle quadrate) per accasarsi nuovamente in Yamaha.

1990 L’inizio “Era Rainey”

Il Team Roberts prende il posto del Team Agostini diventando il Team di punta Yamaha. In quell’occasione lascia lo sponsor Lucky Strike e si accorda con Malboro.  Schiererà un Dream Team d’eccezione  avendo a disposizione il 4 volte Campione del Mondo Eddie “Steady” Lawson e Wayne Rainey.  A contendersi il titolo in sella alla NSR500 il veterano Gardner ed il “Dead by June” Doohan ( veniva soprannominato “Morto entro Giugno”), mentre in Suzuki vi erano Kevin Schwantz e Niall MacKenzie.

Il Team Roberts Yamaha con Lawson, Kocinsky e Rainey.

Il Mondiale si apre con una sfortuna nera per il Campione in carica Lawson. Nel 1° GP della stagione (vittoria di Rainey) viene steso da Doohan al 4° giro, mentre nel GP successivo a Laguna Seca durante le prove il suo meccanico dimentica di fissare le pastiglie dei freni anteriori… per come andò fu un miracolo. Si frantumó il tallone destro e salto 6 GP perdendo ogni possibilità di lottare per il Titolo spianando cosi la strada a Rainey.

Wayne Rainey concluse tutti i GP, ad esclusione dell’Ungheria, sul podio vincendone ben 7 (su 15🔥😱), il suo diretto rivale fu Kevin Schwantz che, su una Suzuki non all’altezza della Yamaha,  riuscì a vincere ben 5 GP lottando ogni GP contro la sua moto….

Chiude sul podio uno splendido Michael Doohan, il quale riesce a vincere il GP di Ungheria e mettersi dietro in classifica generale il più blasonato compagno di team Wayne Gardner (vincitore di 2 GP).

1991 “Ancora Rainey”

Il 1991 si apre con il passaggio di Lawson in Cagiva. Il Mondiale è una partita a 3 tra Rainey, Schwantz e Doohan.

Novità regolamentare interessante (orribile  a mio avviso) è la possibilità di escludere i due peggiori risultati nel computo della classifica finale.

Il Mondiale si apre con la vittoria di Schwantz a Suzuka, il quale per tutto l’anno alterna prestazione fantastiche a gare in cui lascia qualcosina di troppo agli avversari. Ciò nonostante vince ben 5 GP mentre Rainey vincerà 6 GP alla fine dell’anno.

Wayne Rainey in sella alla sua Yamaha YZR 500

L’australiano di Brisbane invece, in sella alla NSR500, vince 3 GP ed è il reale contendente al Titolo di Rainey. Il 1991 verrà ricordato per una delle gare più belle di ogni epoca. Il GP di Germania sul circuito di Hockenheim è una pietra miliare di questo sport.

Il Mondiale verrà vinto nuovamente da Rainey con un vantaggio davvero risicato su Doohan. Se Rainey vorrà rivincere il Titolo adesso è consapevole di dover fare i conti con l’australiano…

1992 “L’ascesa del Dio Mick… Ma…”

Il Campionato del Mondo del 1992 segna la maturazione completa di un fenomeno delle due ruote, al quale il destino toglierà almeno 2 Titoli Mondiali (1992-1993).

Michael Doohan era qualcosa di mai visto nel Motomondiale fino a quel momento (No! Neanche Kenny Roberts…). Aprì la stagione con 4 vittorie di fila e dopo i primi 7 GP aveva totalizzato 5 vittorie e 2 secondi posti. Avrebbe potuto vincere per inerzia.

Invece…

Mick Doohan ed il Dottor Claudio Costa, colui che “salvó” il Campione Australiano…

Invece il destino, gli Dei delle moto, e l’incapacità dei medici Olandesi (benedetto sia il Dottor Costa) gli voltarono le spalle nel pauroso incidente di Assen (gara vinta da un giovane Criville, primo Spagnolo a riuscirci….). Doohan rischio addirittura l’amputazione della gamba a causa della scellerata scelta dei medici olandesi e solamente l’intervento del Dottor Costa fece sì che Doohan tornasse intero alle gare…

Il Mondiale andò a Rainey nuovamente, che per soli 4 punti e soli 3 GP vinti, riuscì  a sopravanzare uno sfortunatissimo Doohan… Jonh Kocinsky chiuse il podio Mondiale davanti a Schwantz.

1993 “Finalmente Kevin”

Il Tre volte Campione del Mondo Rainey era ormai diventato un “Legend” del Motociclismo e si apprestava a difendere nuovamente il Titolo Mondiale. Gli attori protagonisti erano sempre i soliti tre ai quali si aggiunse un fantastico Pilota Italiano dalla guida pulita e precisa, Luca Cadalora vincitore dei Mondiali 250cc del 1991 e 1992.

Schwantz e la sua RGV hanno trovato finalmente un feeling speciale. Kevin domina il Mondiale, 9 podi tra cui 4 vittorie nei primi 9 GP stagionali accumulando un vantaggio di 23 punti sul secondo (192 contro i 169 di Rainey). Poi a Donington, nella 10 tappa stagionale, viene steso dalla carambola di Doohan (in foto).

Risultato? Rainey fa 2° alle spalle di Cadalora e guadagna 20 punti su Schwantz riducendo il gap a soli 3 punti ed azzerando quanto di eccelso fatto fin lì da Schwantz (gli dèi dal 1990 sono dalla parte di Wayne, è indubbio….).

La carambola di Doohan a Donington. Schwantz in testa al Mondiale vede ridurre il suo gap da +23 a +3 su Rainey… Immagine tratta dal sito speedweek.com

L’approvazione degli Dei dura soltanto altre due gare, nel GP d’Italia al SantaMonica (Odierno Simoncelli Circuito di Misano) lungo il curvone Rainey perde il controllo della sua Yamaha, da quella caduta purtroppo riporterà lesioni gravissime che lo costringeranno alla sedia a rotelle per il resto della vita.

Schwantz vincerà meritatamente un Mondiale straordinario, battendo finalmente l’acerrimo rivale Rainey. Certo la vittoria ha un retrogusto amaro visto quanto accaduto a Wayne ma Kevin meritò il Titolo come non mai, avendo dominato letteralmente il Mondiale.

Schwantz in sella alla Suzuki RGV 500. Immagine tratta dal sito motorsport.com

Sul podio salirà Daryl Beattie, autore di una vittoria ad Hockenheim, 4° classificato Doohan vincitore al Mugello e 5° il nostro Cadalora autore, al debutto da Rookie, di due fantastiche vittorie a Donington e Misano.

1994 “L’ascesa del Dio Mick”

Era dal 1988 che il Mondo lo aspettava. Dalla vittoria di gara 2 sul tracciato di Sugo in Giappone. No, non era il Motomondiale… era la SBK ed era un’altra storia ma… il mondo lo aspettava.

Se nel 1992 gli Dei furono favorevoli a Rainey nel 1994 non ci fu letteralmente storia. Vinse ben 9 GP su 14, completando con altri 6 podi (MOSTRUOSO). Per avere un risultato con più vittorie nella classe regina bisogna andare indietro di 22 anni (1972 con un certo Agostini…).

E pensare che la prima gara della stagione in Australia, sul circuito di Eastern Creek, fu vinta da quel pazzo di Kocinsky su Cagiva del Team Agostini…

John Kocinsky in sella alla bellissima Cagiva… Immagine MotoGP.com

Il resto del Mondiale fu un monologo straordinario di Doohan. L’australiano si riprese in un solo anno tutto ciò che aveva lasciato per strada, causa l’infortunio di Assen nel 1992, dando il via ad una “dittatura” crudele e spietata che lasciò le briciole ai rivali, come fece Agostini in passato…

Doohan vinse il Mondiale con 317 punti contro i 174 di Cadalora ed i 172 di Kocinsky. Il Campione del Mondo uscente Schwantz chiuse 4° con 169 punti e si ritirerà alla fine della stagione.

Il Campione del Mondo Mick Doohan, in sella alla NSR500 con livrea HRC. Immagine tratta dal sito Daidegas.it

 

Si chiude la prima parte del Motomondiale anni 90′, sicuramente uno dei lustri più entusiasmanti di sempre. La seconda parte sarà un monologo di Doohan e la NSR500… molto meno entusismante rispetto a questo ma… ne parleremo la prossima volta.

 

Saluti.

P.S.⬇️

Anno 1992. GP Ungheria.
Circuito Hurgaroring.

Un mitico Eddie Lawson in sella alla C592 centra la 31^ vittoria in carriera, la prima di sempre per la Cagiva. Grande merito anche a Fiorenzo Fanali che consiglia al Campione Americano di montare pneumatici  intermedi anziché da bagnato. Grazie “Steady” Eddie.

Francky Longo

 

Piloti, coloro che pur di stare in sella, se ne infischiano del dolore.

Siamo freschi dell’ultimo caso di un pilota che è andato contro le regole della comune logica, vedendolo salire in sella e nel mezzo alla mischia, con una gamba ancora spezzata, giocandosela alla grande nelle prove e facendo pure una buona gara.

Ma il mondo delle due ruote, non è rappresentato solo dalle gesta incredibili di Rossi, perchè ci sono una quantità notevole di casi, dove il pilota non ha voluto sentire ragioni e fra mille dolori lancinanti, è montato in sella, spesso chiudendo la gara a podio fra le lacrime.

Il dottor Costa era un mago a descrivere, con le sue parole, il coraggio di questi uomini. Già, uomini, perchè sotto il casco e quelle tute in pelle, ci sono delle normali persone, mosse da una voglia spasmodica di correre e dimostrare il loro valore in pista.

Ed eccoci a ricordare gente come Bayliss, che a Donnington ’07, cade a terra in gara uno, si ferisce seriamente alla mano, in particolare al mignolo. Il pilota viene portato in ospedale e li i dottori lo ragguagliano della necessità di un intervento di ricostruzione del dito malconcio. Appresa la notizia, Bayliss scopre che nel caso di questa ipotesi, si ritroverebbe a saltare parecchie gare, ed ecco lo spirito del pilota, vincere sulla ragione, decidendo di farsi amputare il dito, per poter così partecipare alla gara successiva a Valencia, che si correva dopo solo 14 giorni e lo ritroviamo terzo sul podio di gara uno. Cose da leggenda.

Ma possiamo non ricordare anche  Jorge Lorenzo a Assen 2013, dove cade malamente a terra, rompendosi la clavicola? Il Maiorchino avrebbe dovuto alzare bandiera bianca, ma invece prende un volo per Barcellona e si sottopone a un intervento chirurgico. Dopo meno di 48 ore, si presenta in moto per il warm up facendo il settimo tempo. In gara il dolore non è da poco, ma lui stringe i denti e chiude quinto, arrivando sul traguardo stremato. Il passaggio sulla bandiera a scacchi lo vede quasi poggiare il capo sul serbatoio, ma ancora più toccante l’arrivo ai box, con tutti i meccanici attorno a lui, mentre il dolore non gli permette di riuscire a scendere dalla moto. I meccanici tutti attorno a lui, ad applaudirlo e poi abbracciarlo. Storia delle corse.

Lorenzo però non è nuovo a cose simili, perchè basta ritornare indietro di pochi anni, trovandosi a Le Mans 2008, vedendolo arrivare in sedia a rotelle, dopo la rovinosa caduta in Cina, in cui si era fratturato parte della caviglia e lesionato un tendine. Ma anche qui, una volta più, eccolo combattere con il solito spirito da leone, dimenticandosi dei problemi, andando a chiudere secondo e salendo sul podio in stampelle, ricevendo la coppa seduto sul podio. Tanta tanta stima.

Un’altro di quei piloti, che ha corso tante di quelle volte acciaccato, è Capirossi. L’Italiano non è assolutamente mai stato baciato dalla fortuna nelle sue cadute, concluse spesso con complicazioni e fratture varie. Ma nulla come ciò che successe a Barcellona 2006, dove un arrivo in mucchio alla prima curva, ed un Gibernau che si aggancia assieme al compagno di scuderia, finesce per generare una triplice capriola frontale, che vede coinvolti lui, Capirossi e Melandri. La gara successiva a Donington si presenta molto dolorante al torace, con grossi problemi di respirazione, ma essendo l’anno che potrebbe portarlo al titolo, decide di correre lo stesso, saltando qualche turno di prove, ma facendo quinto nelle prove e chiudendo nono in gara. Gara che in più riprese, lo vedeva sfinito ad appoggiarsi al serbatoio, per cercare di alleviare i dolori. Pare che niente lo può fermare.

Sempre Capirex, ad Assen 2000, cade e si frattura la mano sinistra. In clinica mobile lo curano come possibile, lo imbottiscono di anti dolorifici, ed eccolo schierato in griglia, a chiudere terzo sul bagnato, una gara che forse avrebbe potuto persino vincere. Leggenda.

Poi ci sono quelli come Stoner, che nel 2012 a Indianapolis arrivano ai box in stampelle, con lo stivale destro più grande, per poter permettere al piede fasciato di starci dentro. Il piede se lo fratturò nelle prove, ma anche questa volta non si voleva mollare il colpo, frega zero del male e via andare in griglia, a lottare come sempre, chiudendo con un buonissimo quarto posto. Stoico.

Ma si può dimenticare Dani Pedrosa? uno che a ferri nelle ossa e quasi alla pari di gente come Schwantz, uno che nella sua carriera, ha avuto una sfiga immonda, con cadute che lo han portato a rompersi un numero infinito di ossa. Ma Pedrosa non è uno che molla, infatti nel 2005, quando ancora correva in 250, giocandosi il titolo con Stoner, si ritrovò a cadere due volte nelle prove del gp di Motegi, procurandosi una frattura all’omero. Il pilota Spagnolo però decide di non dire nulla nessuno della sua situazione, sia per paura che i medici non gli desse l’ok per correre, sia al suo team, perchè aveva paura che lo levassero dalla moto. E Dani cosa fece? corse a Motegi chiudendo secondo, per poi vincere in Australia e Malesia, con un’altro secondo posto in Turchia. A titolo vinto ammise il problema fisico. Forza di volontà pazzesca.

Ci sarebbero ancora i casi come quello famosissimo di Doohan e il suo intervento alle gambe con rientro alle corse dopo solo 7 settimane, o casi come Barry Sheene a Daytona nel 1975, quando gli esplose il pneumatico posteriore mentre viaggiava a 280 km/h, ritrovandosi  femore e braccio rotti, con le vertebre e costole fratturate. Dopo quell’incidente lui disse: “Se fossi stato un cavallo da corsa mi avrebbero abbattuto”. Ma lui non si arrese e dopo 49 giorni ritornò in pista. Nei due anni successivi vinse due mondiali 500.

Ci sono corse come Assen del 94, con uno Schawantz già malconcio di suo per una caduta in mountain bike, ed una caduta in prova, lo porta ad avere un’ulteriore problema al polso sinistro, causando ulteriori danni alla cartilagine e alle ossa. Viene ingessato, ma il giorno dopo è già in sella, per 18 giri. L’Americano decide di correre anche la gara, giungendo stoicamente quinto, fra mille dolori e lacrime. Da quell’infortunio non recupererà più, ma ci provò ancora, per poi concludere la sua carriera nel 1995.

Piloti, una razza che non si arrende mai.

Saluti

Davide_QV