Sembra che in seno alla FIA ci sia un “allarme democratico”, il che è un ossimoro bello e buono considerando che la stessa Federazione si spende a trecento sessanta gradi e, in tutti e cinque i continenti, per pubblicizzare un’immagine di inclusività e di equità. Alla fine di quest’anno, com’è noto, ci saranno le elezioni per nominare il nuovo Presidente e, l’attuale capo in carica non solo si è ricandidato come ovvio che fosse, addirittura pare che abbia blindato non tanto la sua candidatura quanto la sua rielezione certa. Durante l’anno come potenziali candidati, nel soppiantare il “democratico” Ben, si sono succeduti nomi importanti e, alcuni veramente improbabili. Tra i nomi più importanti e, diciamocela tutta che ha solleticato non poco la fantasia degli appassionati, c’è stato anche quella di Sainz sr. Il campione iberico è uno che tutt’ora ne mastica di competizioni sul campo e, dal punto di vista delle azioni sportive, sarebbe stato sicuramente più vicino alle esigenze dei piloti e del motor sport tutto. Purtroppo la velocità del ritiro della candidatura del padre dell’attuale pilota Williams, è stata pari solo all’annuncio dello stesso di voler competere con l’attuale Presidente, ed il sogno è finito ancora prima di iniziare. Ecco che al nome più quotato dello spagnolo, ne sono subentrati altri più sconosciuti ai più sebbene più inclusivi, visto che almeno due candidati appartengono al gentil sesso. Lungi da me voler azzardare battute equivoche o commenti sessisti, perché coi tempi che corrono l’accusa di misoginia è un attimo, eppure se si vuole competere contro un rivale già affermato, un minimo di curriculum valido bisogna averlo altrimenti il tutto finisce in una farsa.
Indipendentemente dalla caratura dei candidati e delle candidate, il problema in questa competizione è proprio nel merito, come dicevo prima: infatti pare che durante la sua reggenza il buon Sulayem abbia imposto delle regole che praticamente tendono a tagliare fuori qualunque potenziale avversario. Gli amici di Formula Passion ci fanno sapere che ogni potenziale candidato deve presentare in anticipo una sua squadra di governo, composta da dieci persone le quali devono a loro volta rispettare dei “vincoli geografici”. Nello specifico ogni vice Presidente, di questa potenziale squadra di governo, può essere scelto solo tra ventinove candidati, a loro volta scelti dalla FIA che provengono da ciascuna delle sei zone del mondo ove la FIA stessa opera (Europa, Nord e Sud America, Asia, Pacifico, Medio Oriente, Africa). A questa lista di candidati appartiene già Fabiana Eccleston, la quale è una fedelissima dell’attuale Presidente e, ciò automaticamente va a far cadere tutte le altre candidature. Sulayem a tal proposito credeva di avere già la vittoria in tasca, solo che evidentemente ha sottovalutato la caparbietà delle donne, soprattutto quando si mettono in testa un obiettivo, ed infatti Laura Villars, pilota e potenziale candidata alla presidenza della stessa FIA, ha fatto ricorso al tribunale di Parigi (sede della FIA) chiedendo la sospensione delle elezioni presidenziali, fino a quando non verrà sciolto questo nodo imposto da Sulayem, che di fatto fa fuori ogni candidato in automatico. Il dieci novembre ci sarà l’udienza del suddetto ricorso e quindi solo allora potremo sapere se ci saranno le elezioni come previsto da programma. Indipendentemente da come finirà questa storia (e sospetto che l’esito sia già scritto… a favore di chi già comanda!), l’azione intrapresa dalla coraggiosa Laura porta alla ribalta un aspetto che ha sempre contraddistinto la Federazione e cioè, la poca trasparenza della stessa in quanto organo regolamentatore e quindi super partes. Purtroppo la storia della Federazione non è nuova ai giochi di potere da parte di chi comanda e, naturalmente chi ha fatto la storia in tal senso, fu Jean Marie Balestre il quale divenne famoso soprattutto per far valere il suo potere politico per colpire Senna. Balestre a sua volta fu seguito da Max Mosley il quale in seguito venne sbugiardato per i festini a sfondo nazista (questo fu il pretesto per farlo cadere definitivamente), ed ecco che si arriva al regno di Todt, in luogo del quale forte del potere che acquistò grazie alle vittorie in Ferrari, plasmò la FIA moderna che è quella che è stata appunto ereditata da Sulayem e, che non ci pensa proprio a lasciarla. A dirla tutta si potrebbe scrivere un libro di storia riguardo alla Federazione ed alla fine si giungerebbe sempre alla stessa conclusione, che è quella che tutte le guerre, tutti i sotterfugi, sono volti solamente ad un’unica cosa che è il potere. Sebbene la Federazione dovrebbe supervisionare dall’alto è altrettanto vero che questa, a sua volta, potrebbe e dovrebbe essere controllata dai team della F1 perché loro rappresentano il vero motore di tutto e, Ferrari manco a dirlo, è la benzina di questo motore. Solo che gli attuali Team e, soprattutto questa Ferrari, sono decisamente un’altra cosa rispetto a come siamo stati abituati a conoscerli in passato, quindi dubito che i team si metteranno di traverso… finché ognuno avrà il suo pezzo di torta assicurato si capisce.
Questo argomento si va a sovrapporre al weekend di gara che si svolgerà questa settimana e, che sarà cruciale per la lotta al titolo. Giunti a questo punto, ogni GP sarà un “match ball”, perché basterà un errore, come una uscita di pista, un pit stop sbagliato o un problema meccanico e, quasi sicuramente farà fuori uno dei tre contendenti. Ormai siamo giunti in un terreno che è molto congeniale all’attuale campione del mondo, ed è quello della pressione e della caccia grossa. Norris è vero che è in un ottimo stato di forma ed ha riconquistato la vetta della classifica, solo che il lavoro più importante e, aggiungerei sporco, arriva ora perché non solo dovrà confermare l’attuale leadership, addirittura dovrà vedersela direttamente con la sua nemesi che è appunto Verstappen. L’anno scorso l’olandese gli fece vedere i sorci verdi proprio in Brasile, dove condusse una delle sue gare più belle di sempre e, se c’è un posto dove potenzialmente Max può definitivamente chiudere il gap con i primi due, quello è proprio il Brasile. Inutile dire che Piastri tutto è tranne che spacciato, visto che è perfettamente in corsa solo, come scrivo ormai da tempo, è necessaria una reazione immediata da parte sua e anche forte, altrimenti il compagno lo saluterà dall’alto del primo posto in classifica. La variabile meteo farà da sfondo ad un GP di per se già imprevedibile, il che non guasta, peccato solo che tutto ciò verrà rovinato da una inutile Sprint Race, che altro non farà che spoilerarci qualifiche e partenza che vedremo rispettivamente sabato e domenica. Ferrari in tutto questo come si comporterà? La Rossa sembra si sia ringalluzzita dopo i due (inaspettati) podi consecutivi, là dove proprio non credeva sarebbe riuscita a fare il colpaccio. Eppure si ricordi che l’attuale Ferrari, restando in tema di presidenti, è la stessa che ha rifiutato Todt come super consulente (una figura che avrebbe avuto il ruolo di Niki Lauda visto in Mercedes, giusto per intenderci), il quale con il suo peso politico, avrebbe potuto cambiare non poco le sorti della squadra stessa. Quindi non meravigliamoci se il GP dovesse finire male per i nostri eroi, perchè indipendentemente dagli ultimi risultati, questa Ferrari è sempre la stessa che abbiamo visto in Australia.
Buon GP del Brasile a tutti.
Vito Quaranta