La settimana scorsa è stata “allietata” dalla querelle che è avvenuta tra la Federazione Internazionale dell’Automobilismo, meglio conosciuta semplicemente con il nome di FIA e la Formula One Management, ovvero la FOM che è di fatto la società che detiene i diritti commerciali della F1, quindi Liberty Media. Ciò che mi ha particolarmente colpito di questa sceneggiata, che si è consumata nel giro di pochi giorni, è stato lo sputtanamento che è avvenuto, anche se dovrei dire voluto, in pubblica piazza a mezzo social. L’impressione, sin da subito, è che entrambe le parti non hanno fatto nulla per nascondere la questione (di cui parlerò a breve) in privato anzi, hanno fatto di tutto per coinvolgere il pubblico che poi saremmo noi appassionati.
La discussione in questione si riferisce alle accuse da parte della FIA nei riguardi della FOM e, nello specifico, dirette alla persona di Suzanne Stoddart meglio conosciuta come Susie Wolff, ovvero la dolce metà del capo Mercedes Toto Wolff. Nello specifico, la moglie di Toto, poiché lavora direttamente per Liberty Media, ha anche accesso a informazioni privilegiate e segrete che poi avrebbe passato al marito. D’ufficio scatta il conflitto d’interessi e relativa accusa da parte della FIA, la quale a sua volta, sarebbe venuta a sapere del presunto misfatto da un team principal molto zelante (con la Federazione) e poco leale (con Liberty Media evidentemente). La stessa FIA annuncia, pubblicamente appunto, l’azione legale nei riguardi della consorte di Wolff e già qui mi viene il primo pensiero: “Se la Federazione si sta muovendo come un elefante in un negozio di Murano è perché sa quello che fa… ha prove certe del misfatto!”. La replica di Susie non si fa attendere ( a mezzo social ovviamente), dove oltre a negare tutto, butta dentro al calderone della difesa un pizzico di maschilismo e di misoginia che oggi fa tanto hype e tendenza e, qui arriva immediata un’altra mia riflessione mentre avevo i pop corn in mano: “Cosa centra il maschilismo e la misoginia?. La Signora in questione non è stata attaccata perché donna e quindi ritenuta incapace per questo motivo, bensì è stata accusata di un qualcosa che va al di la del suo sesso di appartenenza”… la trama si infittisce come si suol dire. Immediatamente dopo le difese pubbliche della Signora Wolff, all’unisono come un solo uomo in un atto coordinato e strepitoso, tutte le scuderie “cinguettano” un comunicato uguale per tutti, dove si afferma che nessuna Scuderia ha mosso “sotto banco” accuse verso la Signora in questione e, che sono totalmente estranei all’accaduto: Red Bull compresa ed in primis dato che il principale indiziato della presunta accusa erano proprio i bibitari nella persona di Christian Horner. In un unico colpo tutte le Scuderie non solo si lavano le mani dall’accaduto, addirittura facendo quadrato attorno alla moglie di Wolff e quindi attorno a Mercedes, fanno capire da che parte hanno scelto di stare e cioè, da quella di Liberty Media. La FIA da questa storia ne esce con le ossa rotte, perché tra le altre cose la famiglia Wolff, sta pensando di fare causa alla federazione stessa, anche se fino ad ora nulla si è più saputo sia in merito a quest’ultima presunta azione che a tutta la faccenda.
Immediatamente dopo la fine di questa vicenda che, se me l’avessero raccontata qualche anno fa non l’avrei mai creduta tanto sembri cosi fantasiosa, ho immediatamente elucubrato un pensiero che è quello del tranello. Non è un mistero che tra la FIA e Liberty Media, è in atto una guerra di potere all’ultimo sangue con il Presidente della Federazione Mohammed Ben Sulayem che ha addirittura osato “mettere mano” (l’anno scorso) al portafogli delle squadre e quindi di Liberty Media stessa, con inevitabili conseguenze negative (per il Presidente). Cosi come è impossibile dimenticare la rissa verbale che accadde alle consuete premiazioni di fine anno (sempre nel 2022), tra lo stesso Ben ed Horner, tanto che dovette intervenire Domenicali nel dividerli! Molto probabilmente la Federazione si è fidata della fonte e quindi della (presunta) falsa informazione ricevuta, tanto da muoversi pubblicamente. A quel punto le squadre, di rimando, si sono mosse all’unisono “colpendo la bestia” in modo letale. Motivo? Porre in evidente difficoltà la FIA e soprattutto il suo Presidente Sulayem, in modo da metterlo in condizioni di dimettersi e, quindi far salire “al trono” un successore più compiacente a tutti (Liberty Media in primis) e comunque più malleabile. Caso mai la mia ipotesi risultasse troppo complottistica, rimane il fatto che chi comanda l’attuale FIA (il Presidente ed i suoi consiglieri) non è all’altezza della situazione: perché se c’è stato un complotto, chi di dovere alla Federazione non è stato all’altezza di accorgersene verificando l’attendibilità della fonte, se invece è successo perché l’eventuale fonte era in “buona fede”, la Federazione ha toppato altrettanto, perché avrebbe dovuto avere le prove certe in mano prima di muoversi come un elefante. In ambo i casi, chi comanda come già detto, non è all’altezza e quindi deve essere rimosso perché di certo con questo comportamento non ha fatto altro che mettere in maggiore difficoltà la stessa Federazione.
Inutile dire che tutto l’alterco è sui soldi e, quindi sui dividendi della torta che tutti si devono spartire a fine anno. La Fia, da quando non detiene più i diritti commerciali della F1 (zio Bernie sapeva il fatto suo!), è rimasta alla finestra a guardare come si suol dire: infatti di tutto il bottino di utili che gli entrano nel portafogli, è comunque cosa irrisoria, una fetta molto piccola rispetto a quello che Liberty Media e le squadre si spartiscono. Per questo tutte le Scuderie, si sono mosse come una legione romana di antica memoria in difesa della moglie di Wolff, facendo capire chiaramente da che parte stanno. Per questo il Presidente della FIA già in passato, maldestramente, ha cercato di mettere le mani nel portafogli di tutte le squadre… perché alla FIA non sta più bene stare sull’uscio a guardare. Ciò che è triste è che la torta sta diventando sempre più grossa e quindi la guerra non può che inasprirsi: triste perché sebbene la F1 stia attraversando un periodo buio e infelice in quanto a regolamenti e format, è anche vero paradossalmente, che sta aumentando il pubblico che sempre di più la segue. Da appassionato romantico quale sono e, lo dico senza remore, considerando le oscenità regolamentari e organizzative che sono costretto a vedere ad ogni domenica di GP, avrei preferito che il pubblico pagante disertasse gli spalti dando un segnale forte, invece le tribune (tranne quando siamo nel deserto) sono sold out e come la legge di mercato impone, come sempre, è la domanda che comanda l’offerta e fino a quando la prima sarà forte la seconda non potrà che agire di conseguenza. A mio giudizio siamo solo all’inizio di questa guerra che forse e dico forse, si concluderà solo con la stipula del nuovo patto della concordia e resta da vedere se a firmare sarà Sulayem (sconfitto o vincitore… dipende da come si svilupperanno gli eventi) o un nuovo compiacente Presidente. Come sempre non ci resta che aspettare: il mondiale 2024 è già iniziato e la lotta non parte in pista bensì, nelle stanze del potere, dove si decide il destino di tutti
Vito Quaranta