Archivi tag: BLOG FORMULA UNO

IL PUNTO DELLA REDAZIONE – ATTO II

La settimana scorsa è stata “allietata” dalla querelle che è avvenuta tra la Federazione Internazionale dell’Automobilismo, meglio conosciuta semplicemente con il nome di FIA e la Formula One Management, ovvero la FOM che è di fatto la società che detiene i diritti commerciali della F1, quindi Liberty Media. Ciò che mi ha particolarmente colpito di questa sceneggiata, che si è consumata nel giro di pochi giorni, è stato lo sputtanamento che è avvenuto, anche se dovrei dire voluto, in pubblica piazza a mezzo social. L’impressione, sin da subito, è che entrambe le parti non hanno fatto nulla per nascondere la questione (di cui parlerò a breve) in privato anzi, hanno fatto di tutto per coinvolgere il pubblico che poi saremmo noi appassionati.

La discussione in questione si riferisce alle accuse da parte della FIA nei riguardi della FOM e, nello specifico, dirette alla persona di Suzanne Stoddart meglio conosciuta come Susie Wolff, ovvero la dolce metà del capo Mercedes Toto Wolff. Nello specifico, la moglie di Toto, poiché lavora direttamente per Liberty Media, ha anche accesso a informazioni privilegiate e segrete che poi avrebbe passato al marito. D’ufficio scatta il conflitto d’interessi e relativa accusa da parte della FIA, la quale a sua volta, sarebbe venuta a sapere del presunto misfatto da un team principal molto zelante (con la Federazione) e poco leale (con Liberty Media evidentemente). La stessa FIA annuncia, pubblicamente appunto, l’azione legale nei riguardi della consorte di Wolff e già qui mi viene il primo pensiero: “Se la Federazione si sta muovendo come un elefante in un negozio di Murano è perché sa quello che fa… ha prove certe del misfatto!”. La replica di Susie non si fa attendere ( a mezzo social ovviamente), dove oltre a negare tutto, butta dentro al calderone della difesa un pizzico di maschilismo e di misoginia che oggi fa tanto hype e tendenza e, qui arriva immediata un’altra mia riflessione mentre avevo i pop corn in mano: “Cosa centra il maschilismo e la misoginia?. La Signora in questione non è stata attaccata perché donna e quindi ritenuta incapace per questo motivo, bensì è stata accusata di un qualcosa che va al di la del suo sesso di appartenenza”… la trama si infittisce come si suol dire. Immediatamente dopo le difese pubbliche della Signora Wolff, all’unisono come un solo uomo in un atto coordinato e strepitoso, tutte le scuderie “cinguettano” un comunicato uguale per tutti, dove si afferma che nessuna Scuderia ha mosso “sotto banco” accuse verso la Signora in questione e, che sono totalmente estranei all’accaduto: Red Bull compresa ed in primis dato che il principale indiziato della presunta accusa erano proprio i bibitari nella persona di Christian Horner. In un unico colpo tutte le Scuderie non solo si lavano le mani dall’accaduto, addirittura facendo quadrato attorno alla moglie di Wolff e quindi attorno a Mercedes, fanno capire da che parte hanno scelto di stare e cioè, da quella di Liberty Media. La FIA da questa storia ne esce con le ossa rotte, perché tra le altre cose la famiglia Wolff, sta pensando di fare causa alla federazione stessa, anche se fino ad ora nulla si è più saputo sia in merito a quest’ultima presunta azione che a tutta la faccenda.

Immediatamente dopo la fine di questa vicenda che, se me l’avessero raccontata qualche anno fa non l’avrei mai creduta tanto sembri cosi fantasiosa, ho immediatamente elucubrato un pensiero che è quello del tranello. Non è un mistero che tra la FIA e Liberty Media, è in atto una guerra di potere all’ultimo sangue con il Presidente della Federazione Mohammed Ben Sulayem che ha addirittura osato “mettere mano” (l’anno scorso) al portafogli delle squadre e quindi di Liberty Media stessa, con inevitabili conseguenze negative (per il Presidente). Cosi come è impossibile dimenticare la rissa verbale che accadde alle consuete premiazioni di fine anno (sempre nel 2022), tra lo stesso Ben ed Horner, tanto che dovette intervenire Domenicali nel dividerli! Molto probabilmente la Federazione si è fidata della fonte e quindi della (presunta) falsa informazione ricevuta, tanto da muoversi pubblicamente. A quel punto le squadre, di rimando, si sono mosse all’unisono “colpendo la bestia” in modo letale. Motivo? Porre in evidente difficoltà la FIA e soprattutto il suo Presidente Sulayem, in modo da metterlo in condizioni di dimettersi e, quindi far salire “al trono” un successore più compiacente a tutti (Liberty Media in primis) e comunque più malleabile. Caso mai la mia ipotesi risultasse troppo complottistica, rimane il fatto che chi comanda l’attuale FIA (il Presidente ed i suoi consiglieri) non è all’altezza della situazione: perché se c’è stato un complotto, chi di dovere alla Federazione non è stato all’altezza di accorgersene verificando l’attendibilità della fonte, se invece è successo perché l’eventuale fonte era in “buona fede”, la Federazione ha toppato altrettanto, perché avrebbe dovuto avere le prove certe in mano prima di muoversi come un elefante. In ambo i casi, chi comanda come già detto, non è all’altezza e quindi deve essere rimosso perché di certo con questo comportamento non  ha fatto altro che mettere in maggiore difficoltà la stessa Federazione.

Inutile dire che tutto l’alterco è sui soldi e, quindi sui dividendi della torta che tutti si devono spartire a fine anno. La Fia, da quando non detiene più i diritti commerciali della F1 (zio Bernie sapeva il fatto suo!), è rimasta alla finestra a guardare come si suol dire: infatti di tutto il bottino di utili che gli entrano nel portafogli, è comunque cosa irrisoria, una fetta molto piccola rispetto a quello che Liberty Media e le squadre si spartiscono. Per questo tutte le Scuderie, si sono mosse come una legione romana di antica memoria in difesa della moglie di Wolff, facendo capire chiaramente da che parte stanno. Per questo il Presidente della FIA già in passato, maldestramente, ha cercato di mettere le mani nel portafogli di tutte le squadre… perché alla FIA non sta più bene stare sull’uscio a guardare. Ciò che è triste è che la torta sta diventando sempre più grossa e quindi la guerra non può che inasprirsi: triste perché sebbene la F1 stia attraversando un periodo buio e infelice in quanto a regolamenti e format, è anche vero paradossalmente, che sta aumentando il pubblico che sempre di più la segue. Da appassionato romantico quale sono e, lo dico senza remore, considerando le oscenità regolamentari e organizzative che sono costretto a vedere ad ogni domenica di GP, avrei preferito che il pubblico pagante disertasse gli spalti dando un segnale forte, invece le tribune (tranne quando siamo nel deserto) sono sold out e come la legge di mercato impone, come sempre, è la domanda che comanda l’offerta e fino a quando la prima sarà forte la seconda non potrà che agire di conseguenza. A mio giudizio siamo solo all’inizio di questa guerra che forse e dico forse, si concluderà solo con la stipula del nuovo patto della concordia e resta da vedere se a firmare sarà Sulayem (sconfitto o vincitore… dipende da come si svilupperanno gli eventi) o un nuovo compiacente Presidente. Come sempre non ci resta che aspettare: il mondiale 2024 è già iniziato e la lotta non parte in pista bensì, nelle stanze del potere, dove si decide il destino di tutti

 

Vito Quaranta

IL PUNTO DELLA REDAZIONE

Con la conclusione del mondiale, tutta la F1 è focalizzata (a dire il vero le scuderie iniziano già in estate a pianificare il progetto dell’anno successivo) sul 2024. Come ogni anno questo periodo, che intercorre tra la fine del campionato e la presentazione delle nuove vetture, è subissato di ogni tipo di congettura possibile e, naturalmente, più la sconfitta è stata cocente e maggiore sono le ipotesi che vengono partorite. Manco a dirlo, Ferrari la fa da padrona in queste speculazioni, a maggior ragione dopo quanto successo in questo ultimo anno. Le aspettative per la Rossa sono alte e, mi verrebbe da dire, quando mai non lo sono. Nell’oceano di chiacchiere che ho letto in questa settimana, ciò che mi ha particolarmente colpito è stato l’argomento che riguarda la nascita della nuova monoposto Ferrari e di come essa sarà concepita e cioè che questa sarà sviluppata “in direzione” di Charles, dove, appunto, per “direzione” si intende che asseconderà il suo stile di guida. Come ho sempre ribadito più e più volte, il tifo mal si sposa con la capacità di analisi operata in modo distaccato ed obiettivo. Comprendo benissimo che i supporter del monegasco (adoro Charles, solo che il sottoscritto appartiene al partito del “viene prima la Ferrari e poi i piloti!”) siano con il fegato in mano perché il loro beniamino non ha vinto nulla nemmeno quest’anno in termini di mondiale, non ha vinto nemmeno una gara e, soprattutto (questa è l’onta peggiore da lavare possibilmente col sangue), è che l’unico a vincere nel 2023, a parte il duo bibitaro, è stato proprio il compagno di box! Da qui la speculazione che, poiché la SF23 è stata concepita dall’ex Team Principal, quest’ultimo progettualmente, sia andato a favorire lo spagnolo. Sono davvero affranto nel dover leggere tali ridicoli commenti, i quali purtroppo interessano non solo Ferrari e un fulgido esempio è stata proprio la RB19 di Verstappen e Perez, dove addirittura si è arrivati a dire che al primo è stata data una monoposto diversa dal messicano. La F1 non funziona per assolutismi e tanto meno funziona per preferenze. Chi crede che una vettura venga concepita per un solo pilota è completamente fuori strada e se persegue questa narrazione, a mio avviso, è meglio che cambi sport.

Proprio Red Bull ci indica la via per svelare l’arcano di cosa è accaduto durante la stagione: ad inizio mondiale la RB19 era carente all’anteriore e quindi gli serviva lavorare in quella determinata area per estrarre ulteriore potenziale. Lavorando sull’anteriore, sono andati inevitabilmente nella direzione di Verstappen (ecco perché ad inizio campionato Perez era a suo agio, tanto da vincere anche due GP), ed in questo modo la vettura ha trovato ulteriore passo; passo che si è sposato senza problemi con lo stile di guida del campione del mondo il quale, poi, come abbiamo visto, ha preso il volo. Con questo voglio sottolineare il fatto che la squadra non è che abbia deciso di privilegiare il forte olandese, semplicemente gli ingegneri in fabbrica, analizzando i dati, hanno visto che c’era una carenza in quel comparto e sono intervenuti in quella direzione. Se la RB19, al contrario, fosse stata carente al posteriore, avremmo visto un Perez fortemente penalizzato e sicuramente in ripresa in seguito, perché gli ingegneri sarebbero intervenuti sul retro treno e quindi in direzione del messicano. Questo concetto è fondamentale per spiegare come in F1, in generale, si lavora e, soprattutto, per rispondere alle illazioni che si stanno creando a riguardo della nuova Ferrari che ancora deve vedere la luce. Il nuovo fondo portato in Giappone ha portato le migliorie che si sono viste (per quanto vale!) che inevitabilmente sono andate a favorire soprattutto il monegasco: cosi come per Red Bull, anche per Ferrari vale il discorso che tali migliorie non sono state portate avanti per Charles, se mai sono state operate perché la carenza della SF23 era in quell’area ed inevitabilmente lo stile di guida di LeClerc ne ha tratto giovamento, tanto da farlo arrivare (grazie al suo talento) quarto nel mondiale piloti, beffando il comunque forte compagno di squadra Sainz.

Quanto detto sino ad ora deve far capire che la progettazione di una monoposto e, nello specifico, la progettazione della nuova Ferrari, non verrà creata in funzione dello stile di guida di Charles andando a penalizzare lo spagnolo, anche perché ciò equivarrebbe a darsi la zappa sui piedi, come si suol dire: in questo modo la Rossa partirebbe zoppa, cioè con un solo pilota che va forte e l’altro che arranca per tutto il mondiale, con inevitabile ripercussione di risultati in termini di punti nella classica piloti e, soprattutto, costruttori. Gli ingegneri mettono in pista la vettura che secondo loro ha più potenziale in uscita dagli strumenti della fabbrica (galleria del vento, CFD, etc.), in seguito il pilota lavora sul setup per poter estrarre il massimo da quel pacchetto. A questo punto entra in gioco il lavoro, che possiamo definire simbiotico: ingegneri e pilota lavorano appunto assieme al fine di ottimizzare la vettura per quel pilota, solo deve essere chiaro che le scelte iniziali in fase progettuale sono indipendenti da cosa alla fine chiede il pilota, perché, come detto, quelle sono scelte che si attuano solamente a macchina già bella che finita. Il concetto di “sviluppo” e “configurazione” della monoposto sono due idee diverse e, naturalmente, hanno implicazioni diverse sulla stessa monoposto e sul pilota.

Un’idea generale è che “sviluppo” (o “filosofia”) è il modo in cui tutti i componenti aerodinamici, pneumatici e sospensioni sono progettati per funzionare assieme. In linea di massima l’obiettivo è realizzare una monoposto che abbia il più alto livello di prestazioni raggiungibili. A questo punto (ed in linea di massima) intervengono i tester, ovvero i piloti che devono sciropparsi ore ed ore al simulatore (i test in pista ve li potete scordare!), proprio come faceva il redivivo Badoer nei tempi belli che furono, cercando di fornire quella che noi conosciamo col nome di correlazione coerente con i dati teorici che riguardano questi aspetti appena descritti. In seguito intervengono i piloti ufficiali per confermare se questi sviluppi stanno effettivamente aggiungendo prestazioni alla vettura. Lo step successivo è il così detto “set up”: si prende il concetto della monoposto che si ha e si utilizzano tutti i parametri di regolazione per adattarli alle condizioni del circuito, al comportamento degli pneumatici e alle preferenze del pilota. Tali parametri sono ad esempio impostazioni della convergenza, altezza di marcia, rigidità di sollevamento (verticale), rigidità di rollio etc. Queste complesse procedure sono valide e vengono applicate ad entrambe le monoposto e poi, come già descritto, sarà il pilota e la sua sensibilità di guida a fare la differenza. In generale, nello sviluppo di una monoposto, ci si concentra sul pilota che ha maggiore difficoltà con la filosofia adottata, in modo da poterlo aiutare a colmare il gap prestazionale perché, se aggiungi stabilità e sicurezza a un pilota leggermente “in ritardo” , quello più veloce naturalmente andrà ancora più forte!

Per concludere, auguriamoci che la nuova nata di Maranello sia di base già forte, perché poi ci dovranno pensare Charles & Carlos ad adattarla alle loro potenzialità e non il contrario, come molti, purtroppo, stanno facendo credere. All’inizio del mondiale 2024 ci vuole tanto tempo ancora, dunque, prima di saltare ad inutili e fantasiose conclusioni, aspettiamo almeno la presentazione di febbraio

Vito Quaranta

BASTIAN CONTRARIO: COME PONZIO PILATO

Non potrei definire altrimenti l’atteggiamento, in primis, della Ferrari di Vasseur visto domenica scorsa, nel GP d’Italia. Inutile girarci attorno, quindi è bene andare subito al nocciolo del discorso. Sabato, se in pole ci fosse stato il solito Verstappen o il beniamino delle folle, cioè LeClerc, quasi sicuramente non avremmo visto nulla di quanto accorso negli ultimi giri da infarto del GP italiano. Invece il destino ha voluto che un sontuoso Sainz, perennemente bistrattato dai tifosi del monegasco (non capirò mai a fondo come ci si possa concentrare a tal punto su un pilota, quando poi, per un ferrarista vero, conta solo la Ferrari appunto) si è messo in testa di fare suo il GP di casa della Rossa e cosi è stato. Sainz, perennemente avanti a Charles (il quale non ha fatto altro che sperimentare alchemici assetti che gli consentissero chissà quale vantaggio e che poi, per sua stessa ammissione… l’onestà intellettuale di Charles è uno dei suoi pregi migliori, si è ritrovato a copiare quelli del compagno), dal venerdì alla domenica e non ce n’è stato per nessuno, campione olandese compreso… almeno per la pole! Carlito la voleva quella pole, l’agognava più di qualunque altra cosa e, sebbene non sia uno stupido e sapeva benissimo che la vittoria fosse una chimera, di certo aveva deciso che quella di domenica scorsa sarebbe stata la gara della sua vita, per dimostrare a se stesso e, al mondo intero, che, sebbene la Ferrari avesse puntato sul compagno, lui di certo non era da meno. Una difesa stoica su Verstappen, fino a quando ha potuto, poi l’errore (che mastino Max, che intelligenza tattica nell’aspettare e nel contempo mettere pressione giro per giro!) e da lì è iniziato il vero GP dello spagnolo, del compagno e della Ferrari tutta.

Arrivare secondi era impresa impossibile (persino in mano a Perez la RB19 era incontenibile) e così è stato, di certo era ampiamente alla portata il terzo gradino più basso e, naturalmente, Ferrari per non farsi mancare nulla, ha permesso il duello fratricida al quale tutti abbiamo assistito. Vasseur, come Ponzio Pilato, se ne lava le mani facendo dire “no risk” e da lì Carlos ha dovuto fare gli straordinari contro il coriaceo compagno. Sia chiaro che non ho nulla contro i duelli in famiglia e men che meno detesto il monegasco… anzi. Su questa rubrica mi sono sempre speso nel difenderlo ed esaltare il suo talento ed aggiungo che guai se non avesse provato a superare il compagno. Il tuo primo avversario in F1 è quello che veste la tua stessa tuta e considerando che Charles sia stato letteralmente bastonato per tutto il week end, davanti “al suo” pubblico, il minimo che poteva fare era provarci, visto che purtroppo non è mai stato in grado di impensierire Verstappen. Lo stesso Carlos (il quale anche egli non difetta di sincerità) ha detto che “al posto di LeClerc avrebbe fatto lo stesso” e va da sé, sempre citando le sue dichiarazioni, “che nella posizione in cui si trovava, voleva che le posizioni si congelassero”. Fin qui nulla da dire ed infatti il problema nasce al muretto e nello specifico in chi lo comanda. Davvero Ferrari, in un’annata così disastrosa, si può permettere un duello all’arma bianca, così come abbiamo assistito domenica scorsa? Davvero Carlos, dopo tutto quello che aveva fatto per tenere in alto i cuori, come si suol dire, si meritava un “no risk” detto a Charles, il quale se n’è sbattuto (ovvio!) allegramente e, solo perché è dotato di istinto di conservazione, ha alzato vistosamente il piede per ben due volte altrimenti sarebbe successo l’inevitabile? Il Team Principal della Ferrari ha calato definitivamente la maschera e, come Ponzio Pilato, ha preferito scaricare la responsabilità sul “giudizio” dei piloti. Mi spiace signore e signori che mi leggete, non funziona così: quando comandi, ti devi assumere il dolce e l’amaro, oneri ed onori. I team order non sono mai belli certo, eppure la Ferrari in questo momento si può permettere il lusso di far lottare (la guerra dei poveri la chiamo) i suoi piloti tra di loro, con le due Mercedes che erano a pochi secondi più dietro? Cosa sarebbe successo se i due si fossero toccati o peggio ancora si fossero buttati fuori? Davvero si crede alla favoletta del “giudizio” dei piloti, soprattutto quando l’adrenalina sale e senti il traguardo sempre più vicino a trecento all’ora?

Vasseur aveva il dovere di intervenire e fermare quell’inutile infarto che ha fatto venire a mezzo popolo ferrarista. Il Team Principal avrebbe dovuto farsi sentire perché Carlos meritava quel podio e troppo comodo per Charles farsi sotto, solo nelle fasi finali del GP contro il proprio compagno, quando poi non è mai stato all’altezza dello stesso e figuriamoci rispetto agli avversari diretti. Da qui il mio pensiero (corroborato anche da Sainz sr con le sue dichiarazioni “la Ferrari è strana, una volta decide in un modo, una volta nella direzione opposta”): monsieur Vasseur si sarebbe comportato allo stesso modo a parti invertite? So perfettamente che con un contratto da rinnovare al fenomeno monegasco e soprattutto dopo aver dichiarato, anche se non troppo velatamente, che si vuole puntare su di lui, dirgli di abbassare i giri sarebbe stato un duro colpo, vero è che l’azione avanzata dal responsabile Ferrari, se possibile, è anche peggiore. Vasseur ha rivelato il suo vero volto dunque e, quindi, ogni volta che potrà, si defilerà proprio come Ponzio Pilato, lavandosene le mani e delegando terzi nel risolvere questioni spinose come quelle viste domenica scorsa? Non oso immaginare cosa sarebbe successo se al muretto ci fosse stato “l’altro”, eppure “l’ex”, la responsabilità se l’assunse in Inghilterra e sebbene i tifosi proprio non ne vogliono sapere di accettare la scelta ed il risultato ottenuto, il buon Mattia preservò lo status di Sainz, lo stesso Sainz che ha lottato con il cuore dall’inizio alla fine per tutto il week end. Si cosparga il capo di cenere monsieur Vasseur (mentre Charles si faccia un esame di coscienza, non sul fatto che abbia lottato contro il compagno ci mancherebbe, bensì sul fatto che gli è stato dietro per tutto il fine settimana) e rifletta bene su quale direzione voglia dirigersi, perché ad essere franchi, la politica pilatesca attuata al GP italiano non lo so se lo porterà per strade confortevoli. Prima o poi egli si troverà nella condizione di doverlo dare quell’ordine ed allora troverà me (non credo sarò solo) “sulla riva del fiume ad attendere il suo cadavere che passa”. Al GP italiano, Vasseur non è stato l’unico (della Ferrari naturalmente) a comportarsi come Ponzio Pilato, infatti lo stesso Presidente (sempre più mega presidente di fantozziana memoria… “figura mistica che nessuno ha mai visto”) si è lavato le mani, facendo essere presente solamente l’a.d. Vigna, il quale a sua volta si è guardato bene dall’essere “appariscente”… lo chiamano nuovo corso (sigh!).

Infine rimanendo in tema di politica pilatesca, lasciate che vi riporti in maniera pedissequa il pensiero di Pier Alberto, un appassionato del nostro sport che scrive sul Blog Del Ring e, che mi ha colpito particolarmente: la Fia, come Ponzio Pilato, ha pensato bene di far passare la violazione della Red Bull sul Budget Cap con una semplice ammenda… il risultato è sotto gli occhi di tutti:

Dieci vittorie consecutive di un pilota, quindici di una macchina. Chi ha permesso tutto questo deve riflettere a lungo, perché se è vero che è giusto che a vincere siano i migliori, in uno sport così complesso come la F1 non è normale né ammissibile che si arrivi a questo. Dominare va bene, ma monopolizzare no e se in quattordici stagioni si passa, senza soluzione di continuità (a parte il 2021), da un dominio (Red Bull) ad un dominio (Mercedes) e, infine, ad un monopolio (di nuovo Red Bull), la cosa è ancora più inaccettabile”.

 

Vito Quaranta

BASTIAN CONTRARIO: LA PROVA DEL NOVE

Singolare che il mio ultimo “Bastian contrario” si intitolasse “Piove sul bagnato”, considerando quanto abbiamo visto domenica scorsa in Olanda. Ora, sebbene ogni GP è scontato, sia per come finisce per Red Bull e sia per come finisce per Ferrari, mi tocca comunque diversificare, altrimenti mi mandate a quel paese ed il direttore non mi fa passare nemmeno una riga.

Ad ogni modo ci pensa il buon Max a titillare la mia fantasia, con quelle nove dita protese verso il cielo. Godi fin che puoi fanciullo, perché questo è il tuo momento e, indipendentemente a come la Red Bull sia arrivata ad avere questa macchina da guerra chiamata RB19, è anche vero che l’olandese si fa trovare, al ritorno dalle vacanze e davanti al pubblico di casa sua, preparato ed in uno stato di forma eccezionale. Per lui la prova del nove è superata a pieni voti. Il campione dei bibitari, raggiunge le sue nove vittorie di fila, eguagliando così il record di Vettel che, guarda caso, anche il tedesco le ha ottenute proprio con Red Bull Racing. Resta solo da capire cosa capiterà al buon Max, quando e se lascerà la sua attuale squadra e soprattutto se vorrà continuare ancora a correre. Farà la fine di Vettel oppure scriverà nuovamente pagine di storia? Inutile starci a pensare ora, il presente è qui ed ora e questo ci dice che la maturità e la fiducia acquisita da Verstappen è impressionante. Anche in quelle difficili condizioni e soprattutto quando il compagno gli ha fregato la prima posizione, fermandosi prima di tutti, non ha battuto ciglio facendo la sua gara recuperando giri su giri… anche perché, nel frattempo, c’ha pensato anche la sua squadra a far capire a Perez chi è che decide le strategie. Posso tranquillamente sorvolare sulla sterile polemica “della macchina diversa” tra i due alfieri bibitari eppure (c’è sempre il trucco!), non mi si venga a dire che c’è equità di comportamento da parte della squadra nei riguardi dei due piloti, perché la Red Bull è dei Verstappen’s.  Mi si conceda almeno l’ingenuità di chiedere che motivo c’era di comportarsi in questo modo così eclatante, considerando il passo di Max e, soprattutto, il suo vantaggio in classifica? Beh certo, non volevano rovinare la festa del campione davanti al suo pubblico, eppure dubito che Verstappen non sarebbe riuscito comunque a raggiungerlo e superarlo… e meno male che “i nostri piloti sono liberi di gareggiare tra loro” sigh!

Chi ha dato prova di non temere nessun esame è stato l’immenso Alonso, il quale, combattendo contro le avversità meteorologiche, i casini che sono successi in pista, contro la sua stessa squadra e contro l’irraggiungibile campione olandese, ha dato prova per l’ennesima volta di cosa è capace. Aston poco prima della pausa estiva, sembrava aver perso la bussola tecnica, passando dall’andare sempre a podio a scenderci definitivamente. Evidentemente la scuderia di Stroll sr, non ha né il budget né il reparto tecnico di Red Bull e questo è chiaro. Evidentemente Dan Fallows prima dell’estate avrà fatto il punto della situazione e per fortuna gli aggiornamenti portati hanno funzionato a dovere. Date una macchina buona allo spagnolo e lui ne farà un’arma affilatissima. La verità è che Aston Martin, prendendo Alonso, ha fatto tredici come si suol dire, perché ci possiamo girare attorno quanto volete eppure se volete capire dove si troverebbe la squadra inglese realmente basta guardare il compagno. Paragone impietoso direte voi, chi se ne frega dico io! Lance ha deciso di correre e confrontarsi con i migliori al mondo, quindi si assuma le sue responsabilità e si rimbocchi le maniche se ancora gliene sono rimaste, anche perché fino all’anno scorso, che aveva dall’altra parte del box il campione tedesco, tutta questa differenza così marcata tra i due non c’era. Non so Vettel cosa sarebbe riuscito a fare con questa AMR23, dubito fortemente che avrebbe espresso quello che sta facendo vedere Fernando e, soprattutto, rimettete nel cassetto la malsana idea che se l’attuale monoposto va forte è anche grazie al suo apporto, perché queste sono favole per tifosi tossici. Fernando Alonso, a quarantadue anni suonati, che emerge da quelle nuvole d’acqua e da lezioni di guida a tre quarti di griglia, “first the man than machine” si dice e così è stato. Un pilota, che fino a quando gli batterà il cuore in petto, lotterà fino alla fine senza mai arrendersi… si dia a Cesare quel che è di Cesare e fatemi celebrare una leggenda vivente, che ha raccolto molto meno (anche e soprattutto per colpa delle sue scelte), rispetto al talento che il Padreterno gli ha regalato! L’unico limite di Nando è l’età, allora godiamocelo finché avremo la fortuna di poterlo vedere in pista.

Chi la prova del nove non l’ha superata ed anzi, dovrebbe ritornare a calcoli più elementari, è la Ferrari. Domanda: cosa sarebbe successo, cosa si sarebbe scritto, cosa diavolo si sarebbe detto, se al muretto domenica scorsa, mentre i meccanici avevano le ruote invisibili accanto a sé, ci fosse stato Binotto? Chiedo. No perché ho letto che queste cose non le avremmo più viste e che monsieur Vasseur, al comando del timone, avrebbe dato la sferzata necessaria per cambiare la situazione. Ciò che trovo aberrante, e comico nel contempo, è che fino all’anno scorso quando succedeva un problema di qualunque sorta, la colpa era di Binotto, mentre ieri la colpa era della squadra. Ci sarebbe da ridere se non fosse che la situazione è davvero tragica. Non mi si venga a dire che Frederic è in squadra da poco, perché sebbene per sfornare una macchina nuova ci vuole un anno intero (per non parlare di creare una squadra vincente!), è anche vero che certe problematiche si possono e si devono risolvere al momento. LeClerc pare abbia chiamato in ritardo il suo rientro (il monegasco, non ha fatto altro che fare quello che ha fatto Perez, anticipando tutti e se fosse riuscito nell’intento si sarebbe trovato in testa o quantomeno nelle prime posizioni) e posso anche ingollare questa scusa, solo, mi chiedo al muretto e quindi ai box, dove vivevano nel momento che si abbatteva Giove pluvio sul circuito… nelle assolate Maldive?! Possibile che non abbiano saputo leggere la realtà e che quindi sarebbe stato inevitabile che i piloti sarebbero rientrati per mettere gomme da bagnato? Non ci sono scuse che reggano, non ci sono giustificazioni, è un dato di fatto che l’attuale corso, voluto dal duo Elkann Vigna, è completamente fallace; è un dato di fatto che con la dipartita di Binotto e dei tecnici che l’hanno seguito (volontariamente… un motivo ci sarà!) le cose sono palesemente peggiorate. Come poteva essere altrimenti? Una squadra completamente allo sbando, schiacciata dalla pressione mediatica sempre più crescente e che durante le prove libere ha palesato tutto il suo marasma e ci siamo dovuti sorbire anche la panzana che se avevano difficoltà era perché stavano provando degli assetti per Monza… a Zandvoort! Non mi bastano tre Bastian Contrario per esprimere tutto il disappunto che ho nei riguardi di quello che stanno facendo alla mia scuderia del cuore e, credo, servirebbe comunque a poco, perché tanto chi comanda se ne frega altamente del disappunto degli appassionati, altrimenti avrebbe agito diversamente. Intanto si va a Monza con il potenziale annuncio del rinnovo di Charles il quale, al netto degli errori che commette (se sei costretto a spingere, le probabilità di sbagliare aumentano), non gli rimane che spillare più soldi possibili, come hanno fatto tutti prima di lui… Ferrari non sarà in grado di superare la prova del nove, almeno quella di contare i soldi da dare ai campioni che trita lo sa fare eccome

 

Vito Quaranta

BASTIAN CONTRARIO: IL GAMBERO

Domenica scorsa si è consumato il GP d’Inghilterra d’innanzi “al pubblico più competente del mondo”, mantra che devo ascoltare ogni anno che si corre in quel di Silverstone e perdonate questa mia digressione, solo che trovo quantomeno stucchevole e alquanto irrispettosa un’argomentazione del genere, sia nei riguardi del pubblico del resto d’Europa che di noi italiani. Queste parole, dette poi da un nostro connazionale, fanno ancora più male, perché evidentemente deve valere sempre il detto “l’erba del vicino è sempre più verde”, quanto poi non è affatto così, visto e considerato che la nostra Nazione è la culla del motor sport (le auto, oltre che le moto, più iconiche ce le abbiamo noi) e, quando si svolge un GP a Monza o ad Imola, non mi sembra che il pubblico nostrano si comporti diversamente da quello inglese… pubblico rosso, con le sue coreografie, che se lo sognano! Il GP di “sua maestà il Re”, ci ha mostrato anche cosa significhi essere un gambero ed in questo, sono stati protagonisti Aston Martin, Perez e naturalmente la nostra Beneamata Scuderia Ferrari.

Di Aston Martin, ad essere sinceri, rimango profondamente deluso, perché sebbene non mi fossi illuso che potessero contrastare il super potere (ormai non posso che definirlo così, visto che Verstappen pare destinato a vincerle tutte) dei lattinari di Milton Keynes, è anche vero che, come sono partiti, promettevano scintille in lungo e largo. Come già detto su queste righe, ero sicuro che AMG sarebbe ritornata (sebbene la casa con le stelle a tre punte sia un po’ altalenante) e si sarebbero giocati il secondo posto nei costruttori, proprio con la squadra a cui forniscono i propulsori, vero è che mai immaginavo che quelli di Aston, si sarebbero persi così presto proprio come stiamo assistendo da qualche GP a questa parte. Il guizzo di inizio mondiale non c’è più e, naturalmente, il leone asturiano, se era una costante sul podio, ora deve lottare (nuovamente) in posizioni di rincalzo. Paradossalmente, domenica scorsa, Alonso ha disputato una delle sue gare migliori, considerando mezzo, condizioni della pista e, soprattutto, concorrenza. Di fatto le premesse erano ben altre ad inizio mondiale, tant’è che gli stessi spagnoli avevano creato ad arte la pantomima “del 33”, riferita al fatto che le vittorie dell’asturiano, ormai da tempo, sono ferme a trentadue vittorie e sembrava fosse arrivato il momento giusto per raggiungere appunto questo agognato trentatreesimo traguardo. Passo del gambero dunque per Aston, la quale, considerando come si sta sviluppando il mondiale, allo stato attuale sarà difficile che riesca a lottare apertamente per il secondo posto.  Oltretutto domenica scorsa abbiamo assistito, con stupore e piacere, all’incredibile prestazione della McLaren, la quale era dichiaratamente seconda forza in pista. Certo serviranno conferme, perché “una rondine non fa primavera” e perché la MCL60, quando ci sono condizioni come quelle di domenica scorsa, va forte.

Chi al momento dovrebbe dare conferme, ed anzi necessiterebbe di un vero e proprio intervento divino, è il buon Perez il quale altro che passo del gambero! Cosa accade al messicano della Red Bull che ormai da più di un mese, nonostante il missile che si ritrova sotto al sedere, non riesce ad accedere più alla Q3 e quindi a lottare per la pole? A pensar male si sbaglia anche se a volte uno ci azzecca, come si suol dire. Partiamo dal principio. A campionato iniziato, l’unico che poteva realmente impensierire (marginalmente) Verstappen era proprio il suo compagno di scuderia, il quale tra l’altro, è anche stato l’unico a vincere un GP quest’anno, a parte l’olandese (imbarazzante lo stra dominio Red Bull, la quale si trova in un campionato le cui regole sono state concepite per far avvicinare il più possibile le squadre tra di loro ed invece, grazie proprio all’utilizzo dello strumento di controllo economico, definito budgetcap, non solo la forbice prestazionale tra la prima squadra e le altre si allargata a dismisura, addirittura è stata creata di fatto la squadra più dominante di sempre… assolutamente ridicolo!). Fatto sta che, nel momento in cui la presenza del messicano iniziava ad essere quanto meno fastidiosa, abbiamo assistito a questa involuzione, a questo passo del gambero da parte di Perez, il quale si ritrova nella condizione di dover inseguire con difficoltà sempre crescente, visto che, appunto, non riesce a qualificarsi nemmeno più tra i primi dieci. Possibile che d’improvviso questo pilota abbia dimenticato come si va veloci il sabato? Davvero dobbiamo credere che abbia disimparato a pilotare una F1? Questo gambero da parte di Perez, ha dato “il là”, per poter salvare l’onore di Verstappen nei riguardi dei tanti detrattori, che dicono che l’olandese vince solo perché ha la RB19. Trovo assurdo credere che Perez non sappia più guidare, tanto quanto difendere Max ed il suo onore: Verstappen vince e domina di certo perché ha la RB19 e, di certo, perché è talento sopraffino ed il suo stile di guida si sposa benissimo con questa monoposto. Da qui il mio sospetto, che a questo punto mi sembra più il “segreto di Pulcinella”, la verità taciuta del fatto che la Red Bull, sia andata incontro alle esigenze di guida del campione olandese e, inevitabilmente, il compagno messicano si è messo a fare il gambero appunto. A mio giudizio Perez per i “Verstappen’s” non è più persona gradita da quel famoso sgarbo consumato a Montecarlo l’anno scorso e l’inizio arrembante di questo mondiale, evidentemente, ne ha decretato l’affondamento. Certo qualcuno mi potrebbe definire complottista e fornirmi come spiegazione che semplicemente Max è un cannibale e ha schiacciato il compagno… certo me lo potrebbe dire. Eppure parliamo sempre dello stesso pilota messicano che nel 2021 teneva dietro un certo Hamilton, permettendo al compagno di guadagnare tempo, punti e vittoria per il mondiale. Siamo seri, che Verstappen sia indiscutibilmente forte è un fatto, come non credo affatto che il gambero Perez sia divenuto improvvisamente una pippa, perché intimorito dal compagno.

Il gambero, quello rosso per eccellenza, me lo sono tenuto alla fine. Cosa si può dire di questa Ferrari che fa un passo avanti e tre indietro? L’Austria, con il secondo posto di LeClerc, deve aver fatto illudere non pochi tifosi eppure, proprio su questa rubrica, è stato detto che servivano conferme e che Silverstone sarebbe stato un banco di prova probante e veritiero. La verità, si sa, è dura e spietata e se l’anno scorso si litigava (perché la prerogativa dei ferraristi è quella di scannarsi a prescindere!) per una vittoria, quest’anno si litiga (suppongo ormai siamo solo all’inizio dopo quanto fatto sette giorni fa proprio in Austria) per un nono e decimo posto. La fotografia dell’attuale Ferrari è quell’immagine pietosa in cui si cerca di superare una Williams (!) invano. Sempre ricordando l’anno scorso, quando si cannavano le strategie, la colpa era del solito noto (il quale è stato avvistato nel paddock e naturalmente ha portato sfiga ai suoi ex… pure questo ho dovuto leggere), ora è della squadra. Persino i tifosi rossi hanno fatto il passo del gambero peggiorando ulteriormente in dignità ed ipocrisia… non ci facciamo mancare nulla. Il dado, in Austria, è stato tratto e la soap opera, tra Charles & Carlos, è continuata in pista tra di loro e sui social tra tifosi, in quanto lo spagnolo “è ossessionato” dal monegasco… sigh. La squadra, per mano di Vasseur, vuole giustamente puntare su LeClerc, solo che veramente è questo il momento su chi puntare? Un nono ed un decimo posto, ottenuto oltretutto con l’ennesima strategia suicida e dopo parole di incoraggiamento del tipo, “la strada è quella giusta!” dette dopo il GP austriaco. Tra quindici giorni si va su una pista “amica” come quella ungherese: assisteremo ad un altro passo indietro?

A questo punto poco importa, perché il gambero rosso, da anni ormai, appena fa un passo avanti, immediatamente dopo ne fa tre dietro

 

Vito Quaranta