Tiene ancora banco in questa settimana ciò che è accaduto in Ferrari e, nello specifico, alle voci riguardanti l’appiedamento di Frederic Vasseur a fine stagione in favore del capo del programma Endurance, Coletta. Una riflessione, posta dall’ottimo e sempre puntuale Pier Giuseppe Donadoni di Autoracer.it, è proprio sulla durata del contratto del rubicondo Team Principal francese: infatti a fine 2025, se non avvenisse l’agognato rinnovo, i rapporti tra l’attuale capo del muretto Rosso e la stessa Ferrari termineranno. Ciò stride non poco visto e considerato che il Presidente Elkann (assieme alla “longa manu” di Benedetto Vigna), già nel 2022 aveva dichiarato che l’obiettivo della sua Rossa era quello di vincere nel 2026. A questo punto la domanda sorge spontanea come si suol dire: se l’obiettivo è fissato in quattro anni, per quale motivo redigere un contratto della durata di soli tre anni? Che senso ha tutto questo? La base di un qualunque progetto, per non parlare di quello di una squadra di F1 è la stabilità, quella stabilità che a Maranello ormai non è più di casa da tanto, troppo tempo ormai. Già solo questo fa venire dei dubbi verso chi regge il timone (quello vero!) della squadra. Dov’è la logica in tutto questo? Se la dirigenza ha deciso che bisognava puntare al nuovo cambio regolamentare, per poter porre le basi di una vittoria se non addirittura di un dominio, come minimo ci si aspetta che il contratto del Team Principal scelto avrebbe dovuto avere la durata necessaria a coprire almeno il primo anno del suddetto nuovo regolamento. A mio modesto giudizio il nodo gordiano di tutta la faccenda è proprio in questo dettaglio, che confesso all’inizio dell’era Vasseur mi era completamente sfuggito. Con molta probabilità Elkann e Vigna, non si sono mai fidati appieno della loro scelta e da qui il così detto “giro di prova”. Del resto per quale motivo avrebbero dovuto fidarsi ciecamente, visto e considerato che proprio lo stesso Vasseur era solamente la quinta opzione tra i papabili Team Principal che avevano in mente prima di scegliere lui? Evidentemente i due manager hanno cercato di guadagnare tempo e, nel contempo sono stati alla porta a guardare cosa era in grado di combinare il sostituto di Binotto. Chissà forse c’è stata una sorta di rasserenamento quando il 2024 ha dato ragione al francese, perché non dobbiamo dimenticare che la Ferrari dell’anno scorso sarebbe stata campione del mondo piloti e costruttori se il mondiale fosse iniziato immediatamente dopo la pausa estiva! Sicuramente questo è stato il catalizzatore necessario per far venire Hamilton nella Ferrari di Elkann e Vigna, solo che all’inglese gli ha detto male (ben venuto nel nostro mondo Lewis!) ed ora, attraverso le sue dichiarazioni poco criptiche e molto velate, sta cercando assieme al suo “amico” Team Principal, di provare a cambiare le cose dall’interno… auguri!
Già, la comunicazione. Purtroppo nemmeno in questo Ferrari eccelle ed è un vero peccato perché paradossalmente la squadra, in termini di preparazione in pista, sta dando veramente il massimo e, l’inanellare i pit più veloci ad ogni GP, dimostra che il team ci credeva e si era preparato davvero bene. Solo che i guai della SF-25 hanno fatto emergere, come un putrido liquame da una fetida cloaca, tutti i mali della Rossa a cominciare proprio dal modello comunicativo adottato dagli attori principali con Vasseur, LeClerc ed Hamilton che dicono puntualmente tre cose completamente diverse ed ora, si va ad aggiungere il silenzio assordante della dirigenza che ha voluto lo stesso Vasseur. Non siamo nuovi a questa strategia comunicativa, se stare zitti è una strategia si capisce, visto che proprio nel 2022 Elkann ci aveva già dato dimostrazione di ciò stando completamente zitto, lasciando completamente sola la Ferrari di Binotto, per poi intervenire solo a cose già fatte e cioè dopo che la squadra fu sbugiardata dallo scoop della Gazzetta dello Sport. L’unica differenza, rispetto al 2022, è che Vasseur ha sempre avuto il massimo appoggio della coppia dirigenziale della Rossa, questo fino a quando le cose sono andate bene evidentemente. Dopo di che ci sono solo tristi analogie, compresa quello dell’ennesimo scoop da parte del quotidiano rosa (vedremo se anche questa volta Luigi Perna ci ha preso… io so solo che quel giornalista non scrive mai a caso!) che vuole appunto l’avvicendamento dell’attuale Team Principal con Coletta. In una situazione cosi delicata trovo quanto meno sconveniente che nessuno dei due manager non profferisca nessuna parola. Non solo, ciò non fa che destabilizzare ulteriormente la squadra gettando sulle loro già provate spalle, ulteriore ed inutile pressione. Nessun dirigente di sport coscienzioso agirebbe in tal senso eppure, la squadra più gloriosa della F1, si ritrova in questa situazione anche e soprattutto per colpa di chi la comanda. Questa, l’ho sempre scritto, è la Ferrari del duo Elkann – Vigna e noi tutti inermi ne stiamo mirando la su visione.
Non sono mai stato un estimatore di Vasseur eppure, viva Dio, non mi è mai mancata l’obiettività di capire quando qualcosa è sbagliato o meno. In F1 esiste solo una parola chiave che è “stabilità” e, non rinnovare il contratto di Vasseur per mandarlo via dopo solo tre anni è da pazzi! La pazzia è ancora più grande se tutto questo avviene alla vigilia dell’inaugurazione del regolamento più sconvolgente che la F1 abbia mai visto. Trovo ridondante e noioso stare su queste righe a ripetere da anni ormai sempre le stesse cose: parole che ho ripetuto con Binotto (forse ora tanti capiranno veramente in che condizioni ha dovuto lavorare) e, che ora addirittura mi ritrovo a ripetere in difesa di Vasseur, nonostante il sottoscritto sia un suo detrattore. Cosa succederà se arrivasse Coletta nel 2026? Si ritroverebbe una squadra che non è sua e, come sempre, anche lui avrebbe bisogno del suo necessario tempo per poter riscrivere le regole che egli ritiene opportuno. Naturalmente la nuova vettura non sarà roba sua e, con un sistema regolamentare completamente nuovo, partire bene sarà fondamentale perciò Ferrari sta seriamente, con questa potenziale mossa suicida, mettendosi in condizione di partire già zoppa ancora prima che il nuovo mondiale inizi. Forse a tutto ciò si riferiscono le parole di Hamilton (“Dobbiamo concentrarci totalmente sul 2026” e “Stiamo cercando di cambiare le cose dall’interno”), forse in seno alla Gestione Sportiva c’è in atto una guerra tra chi vorrebbe provare a migliorare (o dovrei dire inglesizzare) lo stato di cose e, chi non vuole cambiare proprio nulla. Anche per questo, il silenzio di Elkann è assordante, visto che proprio lui ha voluto fortemente Hamilton il quale di rimando, è venuto in Ferrari proprio perché c’è il rubicondo Team Principal francese.
In assenza di una voce autoritaria ed autorevole il gregge si disperde, è inevitabile e, solo una dichiarazione dell’attuale capo potrebbe porre fine a questa ridda di voci e illazioni in un modo o nell’altro.
Buon GP d’Austria a tutti.
Vito Quaranta