LE NON PAGELLE DEL CANADA 2025

Montréal, terra di marmotte, muretti e sogni infranti. Il circuito Gilles Villeneuve, con i suoi rettilinei rapidi e le strette chicane, è un palcoscenico che esige il massimo dai piloti… non foss’altro che per evitare di “stamparsi” sul celebre quanto famigerato “Muro dei Campioni”…

Per certi versi è un circuito assimilabile a quello di Monza in cui non sono presenti soverchie difficoltà di interpretazione del tracciato quanto, piuttosto, di coraggio unito a precisione per un mix di guida che non è alla portata di tutti. L’albo d’oro del circuito sembra rispecchiare questo mix a cominciare da Gilles Villeneuve, vero e proprio Genius Loci, che manco a farlo apposta vinse la prima edizione nel 1978 e fu protagonista nel 1981 conquistando un podio storico nonostante l’ala anteriore se ne fosse andata per prati. Negli 80 troviamo sia piloti “muscolari”, come Alan Jones (due volte), Mansell e Boutsen sia i “precisini”, come Laffitte, Piquet (tanto “cazzaro” fuori dall’abitacolo quanto maniacalmente preciso dentro e che ha vinto per ben tre volte a Montreal) e Alboreto. Fuori categoria i vari Senna, Prost, Schumacher, Hamilton e Verstappen (20 edizioni vinte) non si può fare a meno di notare il nome di Giannino nostro, Jean Alesi, che nel 1995 trionfò per l’unica volta nella sua carriera con tanto di giro d’onore a cavalluccio della Benetton di Schumacher. Risalta anche il nome di Robert Kubica, fresco vincitore a Le Mans, che nel 2008 approfittò del grottesco tamponamento al semaforo di uscita box di Hamilton ai danni di Raikkonen. Infine non posso no menzionare l’edizione del 2011, la gara più lunga nella storia della F1, in cui sotto il diluvio Jenson Button (forse il pilota più sottovalutato della storia della F1?) trionfò con una rimonta epica, prendendo poco metaforicamente a sberle il suo arrembante compagno di squadra (nientemeno che sir Lewis, peraltro i nuna dinamica che esteticamente ricordo molto la stupidaggine di Norris della edizione odierna) e superando Sebastian Vettel praticamente in fotofinish.

Dal punto di vista tecnico Mercedes ha clamorosamente ribaltato il trend che la vedeva in declino negli ultimi GP. Difficile dire se ciò sia dovuto alle particolari condizioni climatiche e di asfalto del Gilles Villeneuve o agli annunciati aggiornamenti al fondo. L’Austria sarà già un bel banco di prova per capire se non si sia trattato di un’eccezione. Nessuna novità, quantomeno di rilievo, per RBR e Ferrari mentre McLaren introduce delle nuove ali sulla vettura di Norris, a suo dire sempre in difficoltà a capire le reazioni della vettura. Ciononostante la performance di McLaren è indecifrabile: in modo speculare opposto a Mercedes sembra che in questo circuito non abbia la capacità di dominio mostrata sin qui ed è difficile dire se sia il caso di assecondare le maligne voci che dicono che la nuova TD riguardante gli attacchi del fondo abbia influito o se si tratta solo della peculiarità di Montreal (o se, a dirla tutta, ciò dipenda dal non essere partita in prima fila). Anche qui l’Austria ci dirà qualcosa in più con un circuito che per tre quarti ricalca le stesse caratteristiche di Montreal. Le strategie, secondo il mio parere, non sono state così determinanti come i commentatori in diretta pensavano. Visto l’accentuato graining del primo stint a serbatoi pieni non c’erano alternative alla doppia sosta. I casi di Ocon e Sainz non sono un controesempio per il banale motivo che la gara delle cosiddette “seconde linee” è sempre molto diversa da quella dei primi, e il traffico e le connesse difficoltà di sorpasso, rendono molto più efficaci strategie che altrimenti sarebbero perdenti.
Insomma, gli ingredienti c’erano tutti per avere una giornata da ricordare. O da dimenticare, se ti chiami Charles o Lando.
Ma vediamo un po’ come giudicare la condotta di gara dei piloti.

George Russell – voto: 10 e lode
Perfetto. Impeccabile. Inesorabile. Come un algoritmo platonico, ha eseguito ogni curva con la grazia di un filosofo stoico e la freddezza di un chirurgo. La pole conquistata al sabato è stata tanto straordinaria quanto sagace (ah! Le gomme gialle!). Allo spegnimento dei semafori scatta come nemmeno Marcell Jacobs e lascia Max sul posto come un pivello qualsiasi. Non sbaglia una virgola in tutto il GP permettendosi di gestire il distacco di Max con assoluta padronanza della situazione quasi giocandoci: nel finale ha lasciato avvicinare Max fino a 1.4 secondi e poi ha dato uno strappo molto significativo che ha spento ogni velleità dell’olandese. Non pago, si è permesso qualche giochetto anche durante la SC cercando di indurre Max in una infrazione che gli sarebbe costata la squalifica nella prossima gara. Che ne dite? Abbiamo raggiunto la piena maturità? Che quest’anno stesse esprimendosi ai massimi livelli in carriera l’avevamo già rilevato e a Montreal ne abbiamo avuto la conferma definitiva. Chapeau!

Max Verstappen – voto: 6.5
Il voto è una rozza media tra la qualifica strepitosa e la gara sostanzialmente incolore. In qualifica, durante Q1 e Q2 non dava l’impressione di averne per le sue solite performance stellari quindi la sorpresa di vederlo in cima al Q3 prima che Russell tagliasse il traguardo è stata notevole. Invece confesso che mi ha deluso, e non poco, in gara. Allo spegnimento dei semafori è sembrato mio nonno buonanima con la sua Uno Fire del 1989: mancava solo che mettesse la mano fuori dal finestrino per dire all’ultima bicicletta di passare l’incrocio. Prova a stare con Russell per qualche giro poi molla di colpo girando un secondo al giro più lento. Quando sta per soccombere all’attacco di Kimi cambia le gomme: in quel momento sembrava una decisione prematura. Per sua fortuna tutti gli altri, memori della genialata spagnola, decidono di seguirlo a stretto giro e riesce a mantenere la posizione relativa su Antonelli. Si ripete il medesimo episodio in occasione del secondo pit proprio mentre Antonelli stava di nuovo per superarlo. Nel finale casca anche nel trucchetto di Russell (farsi superare in regime di SC, frenando all’improvviso) che se non fosse stato così sfacciato avrebbe anche potuto farlo incorrere nella penalità. Insomma, non è parso il solito Max in perfetto controllo della situazione. Dato il contesto, il secondo posto finale è un più che ottimo risultato

Andrea Kimi Antonelli – 9.5
Primo podio in carriera e che podio! Sono particolarmente compiaciuto nel vedere il nostro connazionale sul podio, soprattutto considerando che l’ultimo italiano a salirci, se non erro, era stato Trulli su Toyota nel 2009, cioè ben 16 anni fa. Come già accaduto nei suoi week end positivi, ad una qualifica con crono un po’ distante da quello di Russell ha fatto seguire una gara in cui il suo ritmo era praticamente identico a quello del “caposquadra”. Il paradosso è che quando, negli altri week end, andava bene in qualifica poi in gara non era soddisfacente. Poco male, comunque, perché in questo caso la prestazione ha coinciso con un podio prestigioso di cui il nostro giovane virgulto può andare fierissimo. Già, fierissimo, perché subito in partenza riesce a sopravanzare Piastri con una certa cattiveria (e grande precisione) e nella prima parte di gara si permette di infastidire Max sino al quasi-sorpasso. Stessa cosa nel secondo stint. Ma la fase più interessante è stata l’ultima durante la quale, oltre a raggiungere e impensierire Verstappen, il nostro si è ritrovato i due McLaren dietro le spalle che stavano aspramente combattendo tra di loro. Considerata la giovanissima età, il primo podio alla portata e la difficoltà di quella fase il fatto che il nostro sia riuscito a destreggiarsi egregiamente è tanta roba, come si usa dire. Ed è soprattutto per questo che merita tutti i nostri applausi: quanti piloti, ben più esperti, si sarebbero fatti prendere dal panico se si fossero trovati in quel micidiale panino proprio nei giri finali di un GP importante? Si fa prima a dire chi avrebbe mantenuto il sangue freddo: Verstappen, Alonso, Sainz e Piastri (almeno secondo la mia modesta opinione) mentre chiunque altro (esatto: chiunque altro) sarebbe stato a forte rischio di errore. Bravo!

Oscar Piastri – voto: 7
Pur essendo la prima volta che McLaren non porta una vettura a podio in questa stagione il buon Oscar riesce comunque a minimizzare i danni riuscendo a destreggiarsi abilmente nei meandri strategici della gara. In qualifica non è stato brillantissimo ma le ingenuità commesse da Norris gli danno quel giusto grado di tranquillità che gli consentiranno di gestire la gara con la dovuta accortezza. Forse pure troppa. In partenza, si fa sorprendere dal nostro Kimi e nel resto dello stint è evidente che non si danna per stargli dietro. O forse non poteva? Se c’è una fase della gara in cui Piastri è spesso decisivo è proprio quella a serbatoi pieni (l’esatto opposto rispetto a Norris, velocissimo a serbatoi vuoti) sicché vederlo senza il passo dei migliori è stata una sorpresa. Montreal non è certamente un circuito in cui McLaren può far valere le sue migliori qualità (mancano totalmente le curve veloci) ma non per questo ti aspetti McLaren soccombere a Mercedes e Red Bull (e persino Ferrari nei primi due stint) sul ritmo. Data la situazione il quarto posto connesso alla stupidaggine commessa da Norris nel finale sono per lui un bel passo avanti verso il mondiale. E non mi riferisco solo ai punti guadagnati ma anche alla situazione psicologica che colpisce Norris proprio nel suo punto più debole. In Austria McLaren dovrà far vedere che questo di Montreal è stato solo un episodio (e mettere a tacere le malelingue sugli adattamenti cui è stata costretta dalle recenti TD) ma se così non fosse l’esplosione di Mercedes e il sempre pericoloso Max potrebbero diventare più insidiosi di Norris per le sue ambizioni. I nervi saldissimi certamente gli saranno di aiuto. Per tornare all’incidente con (di) Norris, pur consapevole che l’errore è tutto dell’inglese non riesco a togliermi dalla testa che Oscar possa comunque aver contribuito: magari una qualche maligna quanto impercettibile mossa che ha indotto Lando a credere di potersi infilare all’interno, chissà?

INTERMEZZO Lando Norris – voto 3
Un weekend da dimenticare e un’occasione mancatissima (si potrà dire?) per rimettersi in carreggiata nella lotta mondiale. Infatti, landino nostro aveva dimostrato, in Canada, di essere più veloce di Piastri senza alcun dubbio ma sia in qualifica che in gara ha sciupato con errori banali. L’errore in Q3 (anzi gli errori) è stato piuttosto ridicolo (giusto per rimarcare: il primo dei suoi errori è stato andare lungo alla prima curva, unico insieme a Stroll…). In gara è stato eccellente: velocità, strategia perfetta, consistenza di ritmo superiore a tutti ma… ma butta via tutto con un errore marchiano a pochi giri dalla fine in cui praticamente tampona Piastri tentando un impossibile sorpasso sull’interno prima della 1, interno già abbondantemente coperto dall’australiano. Errore marchiano, grave e dalle conseguenze pesantissime. Che fosse molto più veloce di Oscar era palese e aveva ancora 4-5 giri per cercare un sorpasso pulito. Vista la sua acclarata dipendenza dall’umore (per non dir di peggio), pensate a quanto sarebbe cambiato se gli fosse arrivato davanti con una prestazione decisamente migliore e un sorpasso in pista. Mah!

Charles Leclerc – voto 5
Spiace dover redarguire il sempre generoso Charles al quale, in passato, ho dato voti ben più alti per risultati ben più scadenti. Tuttavia, il suo week end canadese non mi è piaciuto. L’errore nelle FP ci può stare, per carità, shit happens, anzi dato che siamo a Montreal des choses qui arrivent, ma è parso più un segno di affanno che un errore tecnico in sé. L’errore in Q3 mi ha dato la stessa impressione: lungi dall’essere una delle sue magie velocistiche venuta male si è trattato, credo, di un azzardo dettato dall’ansia di prestazione, di una frenata ritardata oltremisura e oltre logica che ha poi destabilizzato la vettura nella chicane. L’affannoso tentativo di incolpare Hadjar (davanti a lui di ben 300 metri se non di più) emerso dai team radio ne è testimone quasi psicanalitico. Del resto, mi pare che in alcune dichiarazioni successive abbia ammesso il suo errore. Avrà creduto che le ali reggessero, chissà? Ma, come Icaro, ha dovuto ricredersi piuttosto amaramente. In gara è stato piuttosto brillante nella prima parte, come spesso gli capita, e scadente nell’ultima parte. Solo che stavolta ho anche avuto l’impressione che fosse poco lucido. Infatti le (consuete) discussioni con il muretto sulla strategia, diversamente da altre occasioni, davano ancora una volta la misura dell’affannosa ricerca di un risultato che non era, in tutta evidenza, alla sua portata. La stupidaggine di Norris lo issa al quinto posto che alla fine non è neanche un cattivo risultato, date le circostanze, ma da un pilota come lui (suppostamente al livello di Max) ci si attende sempre il meglio. E in Canada non abbiamo visto il miglior Charles.

Lewis Hamilton – voto 6
Non molto da dire: qualifica incolore e gara rovinata da… ebbene sì! una marmotta! Lui non sta capendo molto della macchina in questa stagione e il caso gli si accanisce contro. Poteva andare peggio.
Fernando Alonso – voto 7
In qualifica ottiene un buon risultato ma per come sembrava andare mi sarei aspettato anche qualcosa di meglio. In gara stava anche andando bene ma la chiamata del primo pit è poco accorta e lo manda nel traffico facendogli perdere tantissimo tempo (un veloce calcolo fatto in diretta mi dice addirittura 11 secondi nei confronti di Hamilton). A quel punto ogni sua ambizione è castrata e non può far altro che remare alla ricerca del miglior risultato possibile. Gli riesce ma ha più motivi per recriminare che per essere contento.

GLI ALTRI
Dopo Alonso troviamo Hulkenberg (voto 8), Ocon e Sainz (voto 6.5 ad entrambi) che godono degli esiti di una strategia ad una sosta. Ma mentre Hulk ha lottato con le unghie e con i denti per accaparrarsi il risultato finale, Ocon e Sainz sono solo stati fortunati. Tutti quelli “dietro” hanno pure tentato la strategia ad una sosta ma le diverse circostanze in cui l’hanno fatta ha determinato il risultato finale. Hadjar (voto 5.5 non brillante come nelle precedenti esibizioni), Bearman (6.5 sfortunato ma è stato più veloce di Ocon per tutto il week end), Bortoleto (5 apparso in difficoltà tutto il week end) e soprattutto Colapinto (voto 7: finalmente un week end di buon livello) hanno ricevuto chiamate pessime che hanno compromesso la loro possibilità di lottare per i punti. In quel marasma che è la seconda parte della griglia, in cui le performance delle vetture sono molto simili, la differenza tra una buona chiamata e una pessima vale milioni.

NOTE DI DEMERITO
Gasly non solo è partito ultimo ma ha anche fatto una gara del tutto incolore.
Tsunoda spreca in qualifica e in gara non glie ne va bene una ma ancora una volta risalta di più il ritmo lentissimo rispetto a quello di Verstappen. Mah!
Di Stroll non vale nemmeno la pena parlare.
Ci vediamo in Austria!