BASTIAN CONTRARIO: LE DIMENSIONI CONTANO

Il team principal della Red Bull, Christian Horner, alla domanda su quanto avrebbe influito la nuova direttiva della FIA anti porpoising, (che ricordo vuole che le monoposto vengano alzate di quindici millimetri) ha risposto testuali parole: “mia moglie (quella bonazza di Geri Halliwell!) mi dice sempre che le dimensioni non contano”, facendo una battuta a sfondo sessuale che nella F1, bacchettona ed ipocrita, non è cosa da poco. Il buon Chris, tralasciando il fatto che lascia pensare a strane ammissioni, dall’alto del suo vantaggio tecnico e di punteggio lascia intendere che alla Red Bull, questo “rialzo” non gli fa né caldo e né freddo.

Mi spiace caro Chris, le dimensioni contano eccome, specie se le attuali monoposto sono state concepite per essere più basse possibili al suolo. Le dimensioni contano soprattutto quando vediamo, nel GP belga appena concluso, una RB18 che rifila un secondo e sette decimi a tutti… malmenata Ferrari soprattutto. Dimensioni spropositate, visto e considerato che prima della pausa estiva, abbiamo lasciato le dirette rivali (appunto Ferrari e Red Bull), che se la giocavano praticamente alla pari e tre settimane dopo, ritroviamo una RB18 ipertrofica, anzi usando lo stesso stile lessicale del team principal bibitaro, super dotata. Com’è stato possibile raggiungere tali dimensioni nel giro di così poco tempo? Si sapeva da subito che sulle Ardenne la Rossa avrebbe sofferto, si sapeva con una settimana di anticipo che avremmo assistito ad una partenza a griglia invertita, causa gragnuola di penalità per via delle infinite sostituzioni che quasi tutti avrebbero operato. Vero è che nemmeno ci saremmo aspettati che Verstappen, partendo quattordicesimo, avrebbe raggiunto la vetta con così tanta facilità, proprio come faceva Hamilton fino a qualche anno fa quando dominava il campionato in lungo e in largo.

Sia chiaro, il buon Max ha fatto quello che doveva fare e che meglio gli riesce e cioè sfruttare tutte le palle di cui la natura lo ha dotato (dimensioni grosse eccome!) e quindi vincere d’imperio quel GP che gli spettava di diritto, considerando il suo talento ed il mezzo che aveva a disposizione. Solo che quando ci si trova d’innanzi ad una situazione del genere, con tutto il rispetto per l’olandese, ti viene voglia di spegnere tutto. Max è giunto al traguardo con più di diciassette secondi di vantaggio sul compagno (che partiva secondo e tale è rimasto andando così, a completare la trionfale giornata dei bibitari), più di trenta su Sainz e un minuto abbondante sul “reietto” LeClerc…alla faccia delle dimensioni che non contano. Sono settimane che Red Bull annuncia la venuta di questo famoso telaio ultra leggero, andando così ad avvicinarsi al peso limite e, quindi, a migliorare ulteriormente in termini di prestazioni. In una F1 economica e “verde”, dove il budget cap limita le dimensioni dello sviluppo e quindi tutta la politica gestionale di una squadra, qualche dubbio su come Red Bull riesca ad aggirare tale ostacolo, mi viene eccome. Fino a prova contraria è tutto regolare, eppure le perplessità rimangono, specie quando Marko, in un impeto di esaltazione da vittoria percula il perculatore per eccellenza Toto Wolff, dicendo che la Red Bull non è sazia e presto arriveranno nuovi aggiornamenti… alè! Ovvio che a questo punto le dimensioni non solo contano, addirittura sono e saranno determinanti.

Il mondiale piloti, Ferrari con LeClerc, non lo ha perso certo domenica scorsa con quella legnata in piena faccia ovvio. I punti, quelli pesanti, sono stati lasciati per strada tra la primavera e fino a poco prima della pausa estiva. Anche per la Beneamata le dimensioni hanno contato eccome, perché passino pure i ritiri causa affidabilità, vero è che di errori e, quindi, di regali ai diretti avversari (grossi!), ne sono stati fatti in quantità industriale. Usando il gioco dei se e dei ma, senza quelle castronerie tra squadra e pilota (è Charles che se la gioca, quindi è giusto citare solo lui), il nerboruto pacchetto evolutivo bibitaro sarebbe stato ancora contenibile e si poteva ancora parlare di speranza. Se Charles le vincesse tutte, con Max sempre terzo (!) comunque non riuscirebbe a riportare l’iride a Maranello. Persino il buon Mattia, eterno bersaglio della tifoseria più ostica e arcigna che la Scuderia possa avere, ha detto che se l’olandese non si ritira, la pratica è bella che chiusa. Lasciando il sogno “mondiale piloti” nel cassetto, con la Red Bull vista qualche giorno fa, ora diventa anche una chimera pensare al mondiale costruttori. Correre immediatamente già domenica prossima sarà un bene, sia perché chiodo schiaccia chiodo sia perché dopo questa mazzata aspettare due settimane sarebbe stata una sofferenza indicibile e, soprattutto, così potremo avere un immediato riscontro nel capire se il GP del Belgio sia stato solamente una parentesi dovuta al layout della pista oppure sarà questa la dimensione della realtà che dovremo vivere.

In Belgio, purtroppo, la Ferrari ha sofferto degli stessi problemi patiti in Ungheria: correlazione sbagliata nel setup della monoposto. Binotto si è affrettato immediatamente nel dire che la nuova direttiva, applicata proprio da domenica scorsa, non ha influito sull’andamento della F1-75. Ammesso che sia vero il contrario, dubito fortemente che il buon Binotto lo avesse ammesso. Resta il fatto che ora il team principal della Rossa ha una gran brutta gatta da pelare. Immediatamente dopo la prima fantastica vittoria di questa Ferrari ad inizio anno, dissi che il vero banco di prova per Maranello sarebbe stato quello di reggere il passo degli sviluppi della monoposto. In Spagna, nel vedere che gli aggiornamenti funzionavano (motore a parte) tirai un sospiro di sollievo. Del resto, da lì fino alla pausa estiva, nel bene e nel male, Ferrari se l’è giocata. Evidentemente contro questa Red Bull ciò non basta. Evidentemente il peso politico di questa Ferrari è sottodimensionato… perché è un fatto che, nella stanza dei bottoni, si gioca a chi ce l’ha più grosso e lì, le dimensioni contano eccome specie tra e per Red Bull e Mercedes. La stessa Mercedes che ha piazzato lì dentro proprio i suoi uomini (e donna) chiave per cercare di risolvere i problemi che la affliggono. Attualmente la furbata ai crucchi non è tanto riuscita, viste le prestazioni di domenica scorsa, intanto Toto dichiara “siamo enormemente sovrappeso e per via del budget cap non siamo in grado di portare in pista un nuovo telaio” e Binotto gli fa eco con “noi come Ferrari non potremo mai sostenere una spesa simile”.  Da qui il dubbio che ho sollevato dall’inizio: come fa Red Bull a spingere cosi tanto sullo sviluppo della RB18?

Resta il fatto che Binotto è sempre solo, con una dirigenza che è totalmente evanescente e che dà l’impressione di non avere voglia di vincere. Impressione purtroppo fondata, considerando le regole 2026 che sono state approvate e che se ci fosse stato il Vecchio nemmeno si sarebbe presentato alla riunione del 16 agosto (data non casuale tra l’altro), solo che in quel caso parliamo di un uomo assetato di vittorie, come uno squalo è assetato di sangue, una personalità con attributi ottagonali che avrebbe fatto calare le brache a tutti… per la serie le dimensioni contano e le faccio valere.

 

Vito Quaranta