AL BAR DEL BRING

Ancora qui, in attesa di un asteroide che faccia finalmente giustizia, a parlare di Formula Uno. Di quello Sport (o ciò che ne resta) che con buona approssimazione possiamo ancora chiamare Formula Uno. Avendo notato come i commenti si siano ravvivati quando son state rivangate occasioni da accendere gli animi di noi che ormai abbiamo un futuro radioso dietro alle spalle mi son detto: perchè non bissare? A tal pro ho realizzato una cosa: blaterare su chi sia il GOAT is for boys (anche perchè non sapendo chi sia Jim Clark passano la vita a parlare di gente che gli avrebbe sì e no allacciato le scarpe eh) mentre argomentare su chi sia il peggior PORCO che abbia mai corso nella Categoria Regina beh, quello è per vecchie canaglie come noi (o no?). Andiamo pertanto a vedere chi possiamo includere nella lista di quelli che verranno poi giudicati col televoto da casa (cosa che nell’era dell’instant messaging fa molto vecchio stile un pò come rinunciare a diottrie e massacrare il tunnel carpale sulla sezione intimo femminile di Postalmarket)

*JACK BRABHAM*

Mai visto correre per questioni anagrafiche se non in spezzoni sul Tubo. Celebre per il vezzo di cercar di spizzare i sassi in uscita di curva in modo da farli finire addosso a chi lo seguiva. Considerando cosa accadde ad Helmut Marko intorno a quegli anni là beh….se non vince d’ufficio almeno la menzione d’onore se la merita tutta;

*JEAN PIERRE JARIER*

Erano altri tempi, questo è vero. Si esponeva la bandiera blu anche al leader della gara ad esempio (pensate solo ad una cosa del genere fatta oggi, i Socials esploderebbero all’istante. Cosa che sarebbe solo un bene eh, ma di questo ne parliamo un’altra volta). Il punto però è che spesso non la esponevano a chi doveva essere doppiato il quale, per puro vezzo o celia, si prendeva la libertà di mandare a puttane la gara di chi arrivava dietro. Beh se quella di Jack O’Malley a Brands Hatch 1978 nei confronti di Sua Santità fu fondamentalmente dabbenaggine (non sapeva cosa fare) quella di Jarier nell’occasione più celebre nella quale doveva essere doppiato, ossia Zeltweg 1983 con Tambay, fu….indefinibile. “Difende” la posizione sul leader della gara che in un giro si ritrova da primo a quarto già che via via che prendeva porte in faccia il compianto Patrick perdeva una posizione alla volta. Alla fine Tambay passa mostrandogli il pugno e riprendendosi la testa della gara chiedendo però troppo al turbo Ferrari che tira le cuoia anzitempo. Il bestemmiometro del mio Vecchio nell’occasione raggiunse un record che verrà battuto unicamente dalla famigerata partenza dell’Estoril 7 anni dopo;

*ALAN JONES*

Qui si vola altissimi senza se e senza ma. Parliamo di uno che ha fatto del tirare a muro i concorrenti diretti un’opera d’arte. Piquet (che poi pure lui come chi sappiamo si faceva chiamare col cognome della madre (anzichè Sotomayor come il padre)) la sua vittima preferita col porco aussie che, tirandolo a muro al primo start di Montreal 1980, di fatto si assicura il Mondiale (Piquet ripartirà col muletto e, a quei tempi, i muletti erano tenuti assieme dallo sputo come la sua BT49 dimostrò rompendosi puntualmente). Concederà il bis a Zolder 1981 sempre col Carioca come vittima. Anche se la cosa più divertente in assoluto fu quando sul podio di Las Vegas nel 1981 dopo aver vinto la gara disse di Reutemann “ecco, adesso può giusto vincere le elezioni di Governatore in Argentina”. Il grosso merito fu quello di non nascondere mai la sua vera natura (caratteristica aussie direi), al Drake un figlio di puttana del genere piaceva eccome tant’è che la prima chiamata che fece fare a Gozzi per sostituire Gilles fu proprio a lui;

*QUELLO CHE PARLAVA CON DIO*

Sempre stato contrario alle santificazioni postume. Ma sempre stato attento agli input più intelligenti che mi arrivano. In questa accezione il Marloc ha fatto giustamente notare che le azioni del Paulista erano fondamentalmente dovute alla sua personalissima Jihad contro la Federazione che l’aveva vessato ingiustamente. Quindi, sia pure in modo apparentemente paradossale, estrometto dalla valutazione tutta la faida con Prost e JMB e mi concentro invece su alcune note più a latere. Monaco 1985: segna il miglior tempo nelle qualifiche di sabato e si premura di tornare subito in pista a gomme finite per impedire materialmente a chiunque di batterlo. Ovviamente (perchè se c’è un figlio di triglia in giro è impossibile che non finisca per ledere una Ferrari) finisce per rovinare l’ultimo tentativo di Alboreto che si incazza in modo epocale e due anni dopo a Zeltweg in un’occasione simile lo aspetta in pista e gli fa saltare il muso con un brake-test di quelli buoni. Escluderei con ragionevole certezza che quel giorno a Monaco fece quello che fece perchè vessato da Balestre o glielo avesse detto Dio quindi il suo bravo posto in questa lista per quello che mi riguarda se l’è meritato appieno;

*IL KAISER*

Cari miei qui secondo me ci siamo. Premessa doverosa: Michele Alboreto era uno che scalava tutte le marce dalla quinta alla seconda alla prima variante di Monza anzichè fare un passaggio solo “per non affaticare la trasmissione”. Il Kaiser faceva volutamente il contrario in occasioni simili provando a rompere la trasmissione in modo che ci lavorassero sopra e la rendessero indistruttibile (vedasi tutti i suoi ritiri del 1996 con quello schifo del cambio scatolato di Barnard). Morale della favola: il Kaiser era il figlio di buona donna del quale la Ferrari aveva bisogno come l’aria, fine. Con lui si parte da lontano, quello che fece a Mika a Macao nel celebre GP di F3 fu semplicemente criminale. Nei suoi primi anni in Benetton si rese celebre per il brake test ad ASdS durante dei test ad Hockenheim e finì con Jo Ramirez che tirò via Senna ai box dopo che gli aveva messo le mani addosso. Sportellata ad Alesi al Lowe’s durante il GP di Monaco 1992 già che non c’era spazio per passare (e radiatore Ferrari rotto ovviamente). Magny Cours stesso anno con ramanzina di Senna in mondovisione. Adelaide 1994 e quella manovra riuscita fondamentalmente per la dabbenaggine di Hill. Dry Sac 1997 dove, come si diceva nell’altro articolo, fallì perchè esitò ma il dolo c’era tutta la vita. Montreal 1998 e Frentzen mandato a muro. Tutti i tagli in partenza fatti dalla pole negli anni d’oro. Menzione speciale per due manovre su Barrichello, una a Monaco nel 2005 (ultimo giro, un punto in palio) l’altra a Budapest 2010 (qui rischiò proprio di ammazzarlo eh, anche se poi ai microfoni commentò che “se è passato vuol dire che avevo lasciato spazio”). Nel mentre i 4 milioni di €uro donati per le vittime dello Tsunami nel 2004 a dimostrare che pure lui, come Senna, fuori dalla pista era una persona completamente diversa e migliore

 

Buona domenica a tutti