Il Re è tornato, o per meglio dire, forse ora è solo un pò meno distratto.
Razgatlioglu ha realizzato il primo hat-trick della sua carriera in SBK vincendo tutte le gare del weekend inglese di Donington, rilanciando prepotentemente le sue ambizioni al titolo.
Ora che il capitolo MotoGP sembra momentaneamente (definitivamente?) chiuso, Toprak è di nuovo focalizzato al 100% sulla superbike con i risultati che si sono visti a Donington.
Il distacco da Bautista continua ad essere ampio ma il segnale che il turco ha dato vale molto di più, ne vedremo delle belle da questo momento in poi.
Bautista è invece incappato nel primo vero errore della stagione, uno zero pesante in gara 1 mentre era davanti a Rea. Peccato per lui in quanto senza quello zero avrebbe limitato parecchio i danni nei confronti di Toprak e aumentato il vantaggio nei confronti di Rea, oltretutto su una pista storicamente ostica per Ducati.
Diciamo che alla luce delle tre gare il bicchiere è mezzo pieno, la performance c’è stata e la situazione è ancora in controllo, vedremo per quanto.
Rea è quello che forse esce con le ossa più rotte da Donington. Nonostante abbia ridotto lo svantaggio da Bautista, in pratica è stato salvato solo dalla scivolata dello spagnolo in gara 1. Gara 1 e gara 2 sono state un piccolo calvario per Rea, in affanno rispetto ai due rivali e con la consapevolezza che sarebbe arrivato dietro, senza appello. Di sicuro si aspettava un altro epilogo dalla sua gara di casa.
Ora si va a Most, altra pista che in teoria dovrebbe essere favorevole alla Kawasaki. L’anno scorso la fecero da padrone Toprak e Redding, alternadosi sui due gradini più alti del podio, quindi è presumibiule aspettarsi i due alfieri Yamaha e Ducati molto forti.
Rea spera che la maneggevolezza della sua “verdona” lo aiuti ma al momento sembra che il suo limite sia un pò meno estremo rispetto a quello dei due contendenti. Magari questa volta proverà a non intestardirsi a voler superare a tutti i costi Toprak, osso durissimo che gli in pratica distrutto le gomme e costretto ad arrancare nella seconda parte di gara 2 a Donington.
Quarto incomodo del weekend e considerando le belle gare inglesi è Redding, molto più a suo agio sulla sua BMW con l’introduzione del nuovo forcellone posteriore, che a Most ha fatto davvero una gran figura nel 2021.
Per quanto riguarda gli altri, continua la stagione a fase alternata di Rinaldi, sempre più in bilico e insidiato da Bassani per quanto riguarda il sellino della moto ufficiale del prossimo anno.
Anche Alex Lowes ha dato segnale di rinascita a Donington con un podio in gara 1. Serve anche lui alla causa Kawasaki, ora più che mai.
Van der Mark ha appena rinnovato con BMW anche per il 2023 ma non tornerà a correre nel WSBK almeno fino a Settembre causa la frattura alla gamba rimediata all’Estoril. Al suo posto ci sarà Peter Hickman, il road racer più forte del momento e già impegnato nel BSB. Una bella occasione per Hickman che avrà a disposizione la moto ufficiale con cui cercare ben altri risultati rispetto alla gara di Donington corsa su una BMW1000RR presa dal BSB e adattata all’ultimo minuto.
E adesso arriva il difficile. Si perchè il round di Gran Bretagna potrebbe segnare uno spartiacque per le ambizioni di diversi protagonisti del mondiale suoerbike.
Il primo a cui viene da pensare è Rea. Gioca in casa, su un circuito che lo ha visto vincere ben sei volte e che sembra perfetto per rilanciare le sue ambizioni di vittoria del titolo piloti.
Per farlo dovrà però essere al 100% della sua forma e questo comprende anche la sua Kawasaki che nelle ultime uscite è parsa non proprio all’altezza della situazione. Uscire da Donington con un distacco di punti immutato o addirittura più ampio rispetto a Bautista equivarrebbe ad una sconfitta di fatto. Lui si dichiara molto carico e pronto a vincere senza fare calcoli, vedremo cosa dirà la pista.
Dall’altra parte della barricata Bautista e la sua Ducati hanno i loro bei fantasmi da esorcizzare. Intanto la Ducati non vince quì dal lontano 2011 con Checa e l’anno scorso non è neanche riuscita ad andare a podio. A parte i tempi di Fogarty, Donington è sempre stato un tracciato indigesto per la rossa di Borgo Panigale per cui l’esame è di quelli tosti.
Si arriva da una lunga pausa che potrebbe aver raffreddato gli ardori di un Bautista che nell’ultimo round ha decisamente allungato su Rea nel mondiale piloti. Questo weekend rappresenta uno scoglio che se superato a dovere potrebbe lanciarlo, soprattutto psicologicamente, verso la conquista del titolo.
E’ un bell’esame anche per il team Ducati perchè quando c’è stato da capitalizzare i momenti clou per la conquista del titolo, negli ultimi anni è sempre mancato qualcosa. Adesso è il momento per loro di emulare i cugini modenesi e andare a vincere “a casa loro”.
Terzo incomodo ma oggetto ancora piuttosto misterioso è il campione in carica Razgatlioglu. Il turco deve recuperare una valanga di punti a Bautista e sia lui che la sua moto non sembrano quelli del 2021. Però sappiamo anche che è un pilota imprevedibile, che se riesce a trovare il giusto feeling con le moto è quasi imbattibile. Chissà che tra Bautista e Rea non faccia filotto Razgatlioglu che ormai ha ben poco da perdere.
Gli altri…esclusi i big three questa stagione ci ha insegnato che per gli altri piloti resta poco o nulla, solo cadute o guasti meccanici possono liberare un posticino sul podio.
C’è da verificare lo stato di forma di Rinaldi dopo il buon weekend di Misano: Donington non è il Simoncelli circuit e se il romagnolo dovesse andare forte anche in terra albionica allora si potrà dire che i momenti brutti sono alle spalle, anche perchè c’è un sedile per il 2023 da conquistare.
Lowes potrà anche lui giovare dell’aria di casa ma non ci aspettiamo sfracelli da parte sua, a patto che la sua Kawasaki non si riveli una lama in pista.
Il duo BMW è in quella terra di nessuno dove si è troppo lontani dai big e da chi li precede. Difficile trovare motivazioni e cercare di migliorare ma magari qualche condizione ambientale favorevole (vedi pioggia) potrebbe favorirli.
Di sicuro di interessante ci sarà da seguire la wild card Peter Hickman, dominatore degli ultimi TT Isle of Man e pilota del BSB. Uno spettacolo da vedere su strada e comunque non un fermo in pista, potrebbe mettersi dietro qualche nome di rilievo.
Gli alfieri Honda tornano dai test per la 8 ore di Suzuka (ai quali ha partecipato anche Rea) e hanno mostrato un buon stato di forma, precedendo addirittura Rea. E’ da valutare quanto Donington si adatti alla moto giapponese e anche i suoi piloti che non ci hanno mai girato.
La doppietta di circuiti Donigton-Most, prossimo appuntamento del WSBK in terra ceca, diranno molto delle ambizioni dei top three alla conquista del titolo. Il favorito sembra essere Rea, per palmares e grinta ma Bautista sembra avere i pieno controllo della situazione e potrebbe giocare un brutto tiro al pilota inglese. Razgatlioglu è ancora a secco di vittorie nelle race che assegnano più punti e gliene servirebbero un paio per tornare in gioco per il titolo.
Vedremo dopo la tappa inglese chi resisterà in vetta e chi invece si allontanerà fin quasi ad annullare le sue speranze di vittoria finale. Sarà un round con una tensione diversa dal solito, con la consapevolezza che gran parte di questo 2022 passa da quì. Buon per noi che seguiamo da casa, lo spettacolo sarà assicurato.
Al via la 53^ edizione del Gran Premio Motociclistico di Macao, sul circuito da Guia, lungo i suoi 6118 metri e le 19 curve del circuito cittadino che regala sempre grandissime emozioni ed è una pietra miliare delle corse motocicliche su strada.
Una gara thriller, con epilogo analogo, che anche quest’anno ha dispensato suspense “negativa” e fatto stare tutti con l’apprensione alle stelle a causa di due incidenti avvenuti durante la gara. Alla seconda bandiera rossa, la gara è stata prima sospesa e poi cancellata definitivamente, poiché domenica non si sarebbe potuto correre.
FASTEST MAN ON EARTH… Peter “Hicky” Hickman
Il Pilota più polivalente del Pianeta, veloce in pista ed imprendibile su strada, qualsiasi strada sia, il Tourist Trophy, la North West, l’Ulster o Macao scegliete voi. È semplicemente il migliore.
QUALIFICHE…
L’ essere umano più veloce del pianeta Terra è il mattatore di ogni singolo turno di prove dalle prime prove sino al warm up, basti pensare che la pole 2’25″100 è stata fatta segnare nel primo turno di qualifiche senza montare le gomme da qualifica. Mostruoso è dir poco in sella alla S1000RR preparata dallo Smiths Racing (Suo Team nel BSB) ma sotto la bandiera del Team di proprietà MGM Batham Racing.
Distanzato di pochi centesimi il suo compagno di team Michael Rutter su una formidabile Honda RC213V e le due Ducati V4R di “Davo” Johnson e udite udite John McGuinness, si proprio il Missile di Morecambe, ritornato finalmente competitivo dopo il brutto incidente alla NW200 dello scorso anno.
LA GARA…
In gara il Hickman parte in testa e gareggia contro se stesso, contro le barriere della Guia, contro le 19 curve del circuito cittadino.
La gara viene stoppata al 4° giro per un incidente che vede coinvolti il britannico Hodson del team JGH Racing ed il ceco Cerveny del team Wepol Racing, il primo scivola perdendo l’anteriore della sua S1000RR seguito da Cerveny che non può far nulla per evitare la caduta.
BANDIERA ROSSA 🚩
1^ RIPARTENZA
Riparte con 8 giri da percorrere, a causa della liquidi persi da una delle BMW in piena traiettoria.
Il “Re della Guia” Michael Rutter ha una partenza fantastica, dimostrando a 47 anni di avere i riflessi di un 20enne e si mette dietro Peter Hickman.
Il Campione in carica cerca disperatamente di superarlo e continuare ad imporre il suo ritmo, cosa che gli riesce in fondo al rettilineo della Lisboa.
Hickman è al comando, con Rutter e Davo Johnson subito dietro attaccati quando succede il finimondo, una carambola pazzesca che coinvolge tanti Piloti nelle retrovie, nuovamente esposta la bandiera rossa.
2^ BANDIERA ROSSA 🚩
I Piloti coinvolti nella seconda caduta sono 6, dei quali solamente Sheils (Team RK Racing), Kostamo (rivelazione dell’IRRC) e Kruger (entrambi team Penz13) sono stati trasportati in ospedale per accertamenti.
Rimane l’amaro in bocca per i Piloti, i Team e tutti gli addetti ai lavori nonché per le migliaia di appassionati che ogni anno attendono i Cavalieri della “Guia” darsi battaglia.
Tutti conosco i rischi di questo tracciato, tutti conoscono i rischi delle RR, sono cavalieri che accettano di correre e sentire l’adrenalina scorrere nelle vene pur consapevoli che basta un minimo errore….
Alla fine clamorosamente viene dichiarato vincitore proprio Michael Rutter, con la classifica di un solo giro. Hickman non sarà contento ma…. IT’S RACING BABY.
Queste sono le corse su strada. Questo è il Circuito da Guia.
Dopo la North West 200 e il TT Isle of Mans, terzo appuntamento di rilievo per il mondo delle corse su strada su quella che può essere definita la più spartana ma, probabilmente, la più genuinamente motociclistica gara di corse su strada al mondo, l’Ulster GP.
Pochi orpelli, poche feste e intrattenimenti vari che non siano le gare sul circuito di Dunrod di 12 chilometri, dalle velocità medie folli e dalle condizioni atmosferiche spesso non proprio ottimali.
Spoileriamo subito il nome del mattatore di questa edizione, sicuri di non fare torto a nessuno ma, anzi, celebrando il “castigamatti” del momento nel mondo delle corse su strada: Peter Hickman. Il soggetto in questione, oltre ad essere un campionissimo delle road races è anche pilota del british superbike con ottimi risultati e non ha sfigurato nel sostituire Reiterberger in sella alla BMW ufficiale nel round di Donington del mondiale Superbike. Quarto tempo in superpole e settimo in gara 1 bagnata senza mai essere salito sulla BMW in configurazione mondiale superbike. Non male per uno stradista…
Sette vittorie in due giorni di gare per il pilota di Burton Upon Trent, autentico dominatore in prova e in gara e in ogni condizione di pista. Con la ciliegina sulla torta del nuovo record del circuito in 3’15″316, togliendo due secondi al record precedente e aggiungendo un miglio di media oraria in più alla media sul giro. Un miglio, poca roba penserete voi, ma quando quel miglio si aggiungono ai 134.614 del record precedente, diventando 136.415 ovvero 219.54 km/h di media, ci si rende conto del peso di questo record, che rimette sul trono di gara più veloce al mondo l’Ulster Gp, momentaneamente detronizzato dal TT Isle of Mans del 2018, sempre ad opera di Peter Hickman. Della serie “Hickman dà, Hickman toglie…”
Ma andiamo con ordine. Dopo aver dominato le prove, Hickman inizia il suo show con la gara superbike di giovedì 8 Agosto. Pronti, via ed è subito testa a testa con Harrison ma è nel terzo giro, quello del record, che Hickman scava il solco definitivo nei confronti del suo rivale. La gara verrà poi sospesa al quarto giro per incidente, con Hickman primo a precedere Harrison e Cummins, autore quest’ultimo della più alta velocità mai registrata all’Ulster GP: 202.8 miglia orarie (326.3 km/h)
Di seguito alla gara delle lightweight, che vede il successo di Kernohan su Morgan e Williams, parte le gara delle supersport che vede una lotta serrata tra Hickman e Johnston. Cinque giri fatti di ripetuti sorpassi e che vedranno alla fine prevalere ancora Hickman con margine minimo su Johnston, soltanto tre decimi, con Harrison terzo ma staccato di otto secondi.
A conclusione della prima giornata la gara delle bicilindriche 650cc, che vede la vittoria di Jordan su Loughlin e Coward.
Seconda giornata di gare Sabato 10 Agosto con tantissima carne al fuoco. Le condizioni atmosferiche sono precarie, nebbia e pista umida, ma si parte come da programma con la gara delle superstock, con l’immancabile Hickman a dettare il passo senza che nessuno possa contrastarlo. L’unico che ci prova è Davey Todd che piano piano riduce il distacco dal capofila Hickman ma non abbastanza da riuscire a contendergli la vittoria, con Cummins staccato in terza posizione.
La supersport race che si corre subito dopo vedrà un assolo incontrastato di Hickman verso la quarta vittoria su quattro gare disputate, davanti a Johnston e Todd.
Saltata la lightweight race per incidente, si parte con la superbike race 1 su asfalto parzialmente bagnato. Scatta bene Harrison seguito da Hickman e Cummins. Hickman cerca subito di portarsi in testa e ci riuscirà nel lungo rettilineo del Flying Kilo, per poi scavare un solco tra lui e suoi inseguitori, Harrison e Cummins.
Prima della supersport race si corre la gara riservata alle bicilindriche di 650 cc, che vede Elkin imporsi su Loughlin e Johnston.
Supersport race ripropone un duello serratissimo tra Hickman e Johnston, con i due impegnati in ripetuti sorpassi e a controllarsi appaiati in rettilineo a oltre 320 km/h. Alla fine è ancora Hickman a spuntarla con Cummins che artiglia l’ennesimo podio in terza posizione.
Gran finale con la superbike race 2 e Hickman in cerca della sua settima vittoria in sette gare disputate. Vittoria che puntualmente arriva con Hickman che arriverà in solitaria al traguardo seguito da Harrison e Cummins. Sette su sette, cinque solo nella seconda giornata di gare, un dominio incontrastato per il più forte pilota di road races degli ultimi anni. Edizione sottotono per Micheal Dunlop, che soffre ancora i postumi di una caduta che gli ha procurato fratture ad un polso e bacino. Assente invece Ian Hutchinson, che si è operato per rimuovere le ultime placche di metallo dalla gamba infortunata in un TT di qualche anno fa.
Si chiude così la 97esima edizione dell’Ulster Gp che ha rispettato le previsioni di gare avvincenti e velocissime. Sarà pure un appuntamento di “nicchia” nel mondo del motorsport ma la velocità espressa e le emozioni sono sempre di primissimo livello, il tutto con una dimensione più a misura di appassionato, con un contatto diretto con i piloti e la sensazione di essere davvero parte di un grande avvenimento.
Prossimo appuntamento di rilievo il Gp di Macao dal 14 al 17 Novembre.
Immagine in evidenza da ulstergrandprix.3sixtynearlythere.co.uk
Dopo aver scaldato i motori nel primo grande appuntamento delle corse su strada, la North West 200, gli unici “cavalieri del rischio” degli di tale nomea rimasti nel motorsport sono arrivati nel tempio sacro delle corse su strada, nella gara che a vincerla fa entrare di diritto nell’olimpo dei motociclisti: il TT Isle of Man 2019.
Edizione importante perché è la centesima che si corre sul mitico tracciato del Mountain e da cui ci si aspetta un concentrato di emozioni extra, se possibile ancora più grande di quelle regalate dall’edizione 2018, in cui sono stati battuti molti record sul giro e sulla durata di gara complice le perfette condizioni atmosferiche.
Quest’anno purtroppo il meteo è stato molto meno favorevole, diciamo più in linea con la media dell’isola caratterizzato da pioggia, nebbia e freddo. Queste difficili condizioni hanno falcidiato la settimana di prove, costringendo i piloti a girare pochissimo e anche i primi giorni di gare, con conseguente cambiamenti di orari e programma delle gare previste.
Finalmente il 3 giugno si sono potute disputare le prime gare, con ben tre appuntamenti previsti.
Cominciamo con la prima gara senior delle superbike, disputata su 2 dei 6 giri previsti causa bandiera rossa. La gara è stata una lotta furiosa sul filo dei decimi tra i due protagonisti dell’edizione 2018 e i più attesi di quest’anno, Hickman e Harrison. Quest’ultimo si è portato in testa fin da subito tallonato da Hickman con i due separati da poco più di un secondo al termine del primo giro. Hickman aumenta il passo nel secondo giro e arriva al termine del pit stop del secondo giro al comando con pochi decimi di secondo, che arrivano a 6 nel passaggio a Glen Helen.
Quando la gara sta entrando nel vivo arriva però la bandiera rossa, con classifica congelata al termine del secondo giro e che regala la vittoria a Peter Hickman, su Dean Harrison e Conor Cummins. Ritirati sia McGuinness che McGee. Ai piedi del podio Hillier, Rutter e Dunlop.
Purtroppo la causa della bandiera rossa a Snugborough è stata la caduta di Daley Mathison, 27 anni, che nell’incidente ha perso la vita. E’ l’ennesima morte al TT, e ogni volta si ripropone il quesito se sia giusto o meno continuare a correre in condizioni così pericolose. Ogni volta la risposta è la stessa: sono piloti che amano quello che fanno e pienamente consapevoli dei rischi che corrono. Certo, non tutti possono essere d’accordo ma allo stesso modo non tutti i piloti sono in grado di accettare questo tipo di rischio. Mathison è morto facendo quello che amava di più e tanto basta.
Seconda gara di giornata la supersport, anch’essa condizionata dal maltempo, costringendo ad accorciarla a 2 dei 4 giri previsti. Scatta subito in testa Hillier, su Johnston, Johnson e Coward. Al termine del primo giro si rifà sotto Hickman seguito da Harrison. Nel secondo giro le posizioni si consolidano con Johnston al comando su Hillier, Hickman e Harrison. Anche in questa caso, quando la gara cominciava a entrare nel vivo, si è messo a piovere e il Clerck of the Course ha deciso di far terminare la gara al termine del secondo giro, decretando la vittoria di Johnston su Hillier e Hickman.
Tra le due gare, c’è stata anche la prima gara dei sidecar, col nono successo in carriera dei fratelli Birchall.
Il maltempo ha continuato a farla da padrone facendo saltare la giornata di mercoledì e costringendo a fissare ben quattro gare al giovedì.
Si parte con la seconda gara della supersport, prevista su due giri. Anche il questo caso battaglia sul filo dei millesimi tra Hickman e Harrison, che si alternano al comando nel corso del primo giro che si conclude con Hickman su Harrison e Hillier.
Harrison ci prova nel secondo giro e si riporta al comando ma nulla può contro il ritmo indiavolato di Hickman che riesce a vincere con margine di pochi decimi su Harrison e Hillier, Cummin, Coward e Dunlop.
Nella seconda gara dei sidecar altro successo dei fratelli Birchall, al decimo successo in carriera nel TT.
Terza gara di giornata la superstock, con dominio pressoché totale di Peter Hickman. Sui tre giri di gara previsti, il ritmo di Hickman è stato constantemente il più rapido permettendogli di aumentare progressivamente il margine su Harrison. Alla fine vittoria con ampio margine, oltre 26 secondi e bella lotta per il podio tra Dunlop e Johnson con quest’ultimo ad avere la meglio per soli 208 millesimi.
Con questo successo Hickman entra nel club del hat-trick del TT, in compagnia di nomi pesanti quali Hailwood, Joey e Micheal Dunlop, McGuinnes e Hutchinson.
Nella lightweight il colpo di coda del campione, inaspettato per quello che si era visto fino a quel momento. Micheal Dunlop è riuscito a ripetere il successo del 2018 al termine di un bel duello con Coward. Alla fine il distacco è stato solo di 1.3 secondi ma è tutto quello che basta per assicurarsi la vittoria. Terzo Johnston più staccato. Bonetti, reduce dal successo alla North West 200, termina al sesto posto.
Quinta gara di giornata quella riservata alle moto elettriche, il TT Zero, che ha visto l’ennesimo successo con record sul giro di categoria per Rutter su McGuinnes, sul podio dopo due anni e Ian Lougher.
Dulcis in fundo la gara più importante del Course, la senior TT sulla distanza di 6 giri. Finalmente il meteo ha concesso una giornata con condizioni perfette e si è visto lo spettacolo migliore tra tutte le gare fin qui disputate.
Inutile dire che il duello principale è stato quello tra Hickman e Harrison, con il primo nel ruolo di mattatore e il secondo ad inseguire cercando di chiudere in ogni modo il gap. E che passo per Hickman, autore di un giro da standing start da oltre 134 miglia all’ora. Hickman ha fatto capire subito di voler “ammazzare” la gara arrivando al primo pit stop con 8 secondi su Harrison, 24 su Cummins e 34 su Dunlop.
Il distacco su Harrison è inesorabilmente salito fino ai 17 secondi al termine del quinto giro. Ma a questo punto il colpo di scena. al termine del secondo pit la moto di Hickman ha cominciato a perdere acqua con conseguenti problemi di raffreddamento che lo hanno costretto a usare marce corte, giri di motore bassi e a rallentare il ritmo. Ne ha approfittato Harrison, bravo a crederci anche quando ormai sembrava destinato al secondo posto, che ha facilmente chiuso il gap e si è involato verso la sua prima vittoria di una senior TT.
Per Hickman invece si è trattato solo di portare la moto al traguardo, riuscendo nell’obbiettivo di conservare il secondo posto per soli 5 secondi. Terzo Cummins che chiude una buona edizione del TT, che ha preceduto Dunlop e Hillier.
Con questo finale thrilling si è chiusa la centesima edizione del TT Isle of Man che ha confermato una volta di più come i piloti che corrono anche in pista, come Hickman e Harrison nel british superbike, sembrano avere una marcia in più rispetto al “classico” pilota da corse su strada. Hickman si è dimostrato ancora una volta il più forte pilota di road races in circolazione, a cui solo un problema tecnico ha impedito di conquistare il poker di successi al TT 2019.
Si conferma anche Harrison, ragazzo dalle straordinarie doti velocistiche e che può ancora crescere. Sembra ormai passato il tempo per i “vecchi” McGuinness e Hutchinson. piegati da l tempo che passa e gli infortuni rimediati negli ultimi anni.
Anche per Micheal Dunlop un’edizione in tono minore, salvata solo dal successo nella Lightweight.
Prossimo appuntamento di rilievo l’Ulster GP di metà agosto, altra gara storica e di gran fascino che riserverà di sicuro altre emozioni.
*immagine in evidenza da shop.iomtt.com
Rocco Alessandro
Life is racing, all the rest is waiting
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