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IMMORTALE – SEBASTIAN LOEB VINCE IL RALLY DI MONTECARLO – WRC 2022

IMMORTALE.

Lo avevamo lasciato con l’amaro in bocca per il secondo posto alla Dakar ma il più forte Pilota da Rally mai esistito fino ad oggi non si è lasciato abbattere.

Ha partecipato all’inaugurazione del Campionato Mondiale Rally 2022, nel celeberrimo Rally di Montecarlo.

Non corre una stagione intera dall’anno del ritiro nel 2012, e tutti gli appassionati hanno le lacrime agli occhi se ripensano a quella stagione ed in particolare alla gloriosa vittoria della Pikes Peak (da esordiente) a bordo della 208 avvenuta l’anno successivo.

Seppur con qualche “comparsa” in alcuni Rally (12 negli ultimi 10 anni) e l’ultima vittoria ottenuta nel Rally di Catalogna nel 2018, nessuno si sarebbe aspettato un ritorno così dal Dio del Rally.

Il Rally di Montecarlo ha regalato un emozione dietro l’altra, con i due più forti Piloti di Rally (unici a vincere dal 2004) a combattere tra loro. Il Campione uscente Ogier (8 Titoli Mondiali dal 2013 ad oggi) ed il Dio del Rally Loeb (9 Titoli Mondiali dal 2004 al 2012) si son dati battaglia in tutti gli stage. Nella SS16 c’è stata la foratura di Ogier che gli ha fatto perdere 34″, tuttavia è stato un grosso errore alla partenza (anticipata) della Power Stage finale che gli ha fatto perdere altri 10″.

Al traguardo Loeb ha chiuso con 10.5 secondi su Ogier, vincendo la prima gara dell’era ibrida nel WRC e scrivendo un altro capitolo fantastico nel Motorsport, a bordo della Ford Puma che entrerà di diritto nella Storia insieme al suo condottiero.

 

Alla veneranda età di 48 anni, il Re vince un altro (l’ennesimo) Rally ed ha dimostrato al Mondo intero che l’età è solamente un numero.

Lunga vita al RE. Lunga vita al Motorsport.

 

Francky

IL PAGELLONE SEMISERIO DEL FROLDI: MONACO

IN-QUALIFICA-bile
Non solo la qualifica mandata alle ortiche, ma pure un travaso di bile. M’è venuta così, sabato, pensando al gran pasticciaccio in salsa rossa opaca. Mentre distruggevano il fine settimana di Leclerc, ho immaginato che gli uomini in rosso avessero avanzate attrezzature elettroniche…degli anni Sessanta. (vedi foto in esclusiva sotto).
 
Domenica alla fine della gara, meno soporifera di quanto le premesse facessero sperare, ho rischiato il ricovero per infarto mentre Vanzini annunciava che Hamilton (vana speranza) aveva bucato le gomme nella “garibaldinata” di Max. Oh, quello centra le auto solo se sono rosse…
 
Cioè, capite, vincere senza colpo ferire con una culata mega-galattica sarebbe stato orgasmatico. Ma poiché la Ferrari e la fortuna sono due rette parallele che non s’incontrano mai, non poteva accadere. E infatti ha vinto Hamilton (sai la novità) e c’è stata la sesta vittoria consecutiva dellaMercedes. Ma i grigi ci hanno fatto così impazzire che ci tocca festeggiare perché non hanno fatto la sesta doppietta di fila. Pensa come siamo ridotti.
 
Niki Lauda. Voto: ha vinto lui. Domenica ha fatto primo e secondo. Non ci credete? Vedete la foto sopra. In Formula Uno, come nella vita, chi semina raccoglie. Lauda è stato un pilota ed una persona straordinaria. Non poteva lasciare indifferente anche quel mondo cinico della Formula Uno.
Vettel. Voto: 9 1/2. Ragazzi, non poteva fare altro e giustamente ha atteso il momento propizio per capitalizzare. E c’è mancato poco ahimè! Un secondo posto che è una bella boccata di ossigeno. Certo, non basta, ma aiuta.
Leclerc. Voto: Villenueve. Sarò retorico, ma quel rientro con la gomma posteriore in brandelli…vabbè avete capito. Purtroppo la sua gara è finita il giorno prima, al termine della Q1.
Muretto Ferrari. Voto: Circus. A Maranello devono aver preso troppo sul serio l’appellativo di Circo, uno dei sostantivi più usati per parlare della Formula Uno. Il fatto è che, a pensarci bene, a me il circo non ha mai fatto sorridere. Ed i clown, addirittura, mi fanno profondamente tristezza. Non dico altro perché non voglio infierire ulteriormente…
Scuderia Ferrari. Voto: 3 per la qualifica, 7 per la gara. Incredibile: Rueda in gara non ha fatto Casinò.
Seduta collettiva di autoanalisi in Ferrari. Voto: la franchezza e chiarezza di Binotto sopratutto con l’incontro (non previsto) sabato con i media, almeno dal punto di vista della comunicazione, è un bel cambiamento.
Mercedes. Voto: 5 1/2. Vincono anche quando sbagliano. Durante la gara si è capito che hanno pasticciato un pò con le strategie, tanto che Hamilton ha dovuto remare con le medie per tutta la seconda parte di gara. Eppure, complice anche il budello monegasco, hanno portato a casa la vittoria.
Hamilton. Voto: Superpianginamegagalattico. Detto che ammiro il pilota, un talento mostruoso, devo ammettere che mi ha fatto sorridere il fatto che stesso il suo team, dopo la gara, lo abbia bonariamente preso in giro per il piagnisteo che il nostro ha messo in atto negli ultimi 30 giri. Roba che sicuramentepotrebbero dargli l’Oscar per la migliore interpretazione drammatica. D’altronde, a Lewis,Hollywood piace no?!
Bottas. Voto: Numero DUE. L’amico @FormulaHumor non sarà d’accordo…sapete, lui ormai parteggia apertamente per #TeamBottas…ma Bottas è tornato quello che è sempre stato: un ottimo numero due. Eppure…io ci sperò ancora un pochino, giusto per vedere qualche gara più combattuta.
Mad Max. Voto: 9. Si, c’è la scorrettezza in Pit Lane. Ma dopo non c’è nulla da eccepire. Ci ha provato quando poteva provarci, ed è stato un mastino per decine di giri. Chapeau. Ah…e comunque, senza le sue mattane, il secondo posto lo vedevamo con il binocolo…
Gomme Pirelli. Voto: Taxi. La Pirelli fa le gomme che la Fia le dice di fare. Purtroppo, se in gara si gira 7 o 10 secondi sopra i tempi delle qualifiche, per il sottoscritto è una sconfitta dello sport e dell’essenza stessa della Formula Uno.
P.S.: Torno per attimo al grande Niki. Le agenzie di stampa hanno battuto la notizia, pare confermata, che Lauda abbia chiesto di essere seppellito con la tuta Ferrari dei suoi primi dueMondiali. Ecco: si è piloti per sempre. Poi: la vita supera sempre la morte. E infine: al cuore non si comanda.
Si ringraziano come sempre @FormulaHumor e la pagina FB “Le cordiali gufate di Gianfranco Mazzoni”
 
Mariano Froldi – @MarianoFroldi