Chiaroscuri cinesi: 2016 FORMULA 1 PIRELLI CHINESE GRAND PRIX

Ingrato compito scrivere un’analisi di questo GP a caldo. Alla fine da spettatori neutri occorre riconoscere come sia stato un buon GP: sorpassi, imprevisti, insomma dal secondo posto in poi parecchio movimento.

 

Un GP nasce nelle prove. E nelle prove (ripristinate in versione 2015, addio sedia bollente) c’era già il destino della Rossa che incombeva: quando manca un soldo per fare una lira. Con la penalizzazione di Hamilton (e poi il guaio motoristico che l’ha costretto a partire proprio ultimo) la lotta per la pole poteva essere aperta e Raikkonen sembrava decisamente in palla. Invece nella lotteria degli ultimi due minuti chi è emersa è stata la sorprendente Red Bull di Ricciardo, graziata da due errori dei piloti Ferrari nel loro ultimo giro. Si sarebbe potuti partire in pole, senza quegli errori? Per me il lungo di Kimi in prova valeva fra 4 e 5 decimi, quindi forse la pole no, ma si sarebbe potuti stare davanti a Ricciardo.

Ciò non è avvenuto e con il senno di poi, ora siamo a raccontarci un’altra gara.

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Quando la semplicità paga: la Williams FW07

A volte la semplicità è l’elemento che rende un progetto vincente. Questa è la storia della wing-car più vincente: la Williams FW07. E dei primi successi del team di patron Frank, che fino a quel momento nella sua carriera di team manager aveva passato più tempo a calmare i creditori che non a gestire i propri piloti.

Frank Williams iniziò la sua avventura in F1 nel 1970, nel team di De Tomaso, dove il progettista era l’ing. Giampaolo Dallara. Esperienza segnata dalla tragedia di Courage, che di fatto pose fine all’avventura di De Tomaso come costruttore. Continua la lettura di Quando la semplicità paga: la Williams FW07

Pensieri sparsi: F1 Gulf Air Bahrain Grand Prix Sakhir

2016 aprile 06

Finalmente si è depositata quella finissima sabbiolina che per quasi tutto il week end motoristico ha accompagnato il Circus itinerante della Formula 1 e possiamo provare a fare il punto su alcuni dei temi posti da questa gara.
Gli spunti principali di discussione paiono essenzialmente tre: la governance della massima serie in generale e la sua più recente trovata sul format delle qualifiche, in particolare; la palese fragilità delle unità motrici di casa Maranello; infine il traballante assetto finanziario di una buona fetta dello schieramento.
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2016 FORMULA 1 GULF AIR BAHRAIN GRAND PRIX SAKHIR

Carissimi Ringers ci siamo, il secondo GP stagionale del 2016 è alle porte. L’esito del GP di Melbourne ha lasciato aperti alcuni interrogativi quasi tutti dovuti alla poca linearità della gara ovvero alla bandiera rossa con conseguente cambio gomme durante l’interruzione della gara. Mi spiego meglio: chi vi scrive è più convinto che tra la vera fotografia di MB e Ferrari siano gli 8 decimi che Vettel ha rimediato nel Q3 in Australia anziché il primo stint del GP il giorno dopo.

Ora si corre a Sakhir (dove peraltro lo scorso anno Raikkonen mise assieme la miglior performance del suo 2015) con temperature sensibilmente più elevate rispetto alla prima gara dell’anno e quindi è ragionevole ipotizzare che, finalmente, le voci sui presunti problemi di degrado da parte di MB vengano vivaddio verificate su un banco prova importante come il Bahrein. Fermo restando che chi vi scrive resta persuaso che MB abbia messo assieme la pietra angolare dei due mondiali 2016, Piloti e Costruttori, in quei 5800km percorsi al Montmelò nei test la maggior parte dei quali su gommatura medium, ovvero la più strategica in gara per ovvi motivi.

Escluderei con ragionevole certezza (ma spero di sbagliarmi per amore dello Sport) che la questione a Sakhir non sia un affare privato tra MB e Ferrari ma mai dire mai.  Di sicuro dopo 3+1 GP terminati alle spalle del compagno di squadra mi aspetto un Lewis Hamilton in modalità “non si fanno prigionieri”, e la cosa mi fa riflettere sulla nuova procedura di partenza che contempla una sola frizione a mano e sul fatto se MB abbia fatto i compiti a casa oppure no (vista la strategicità di partir davanti sprecarne la potenzialità per via della nuova procedura è un peccato mortale che può costare molto caro in ottica mondiale).

Non penso che in condizioni neutre ovvero senza interventi da parte di MB il leader del Mondiale Nico Rosberg sia in grado di impensierire Lewis Hamilton, ma che anzi solo Lewis Hamilton di fatto sia in grado di impensierire se stesso. Ferrari a Melbourne ha perso una di quelle gare “strane” tipo le 3 che aveva vinto nel 2015, non avendo ancora di che battere MB sul piano della pura performance tutto questo rappresenta una doppia occasione persa da parte di Maranello. Usiamo questo post per commentare liberamente tutto il weekend di gara ossia FP1/FP2/FP3/Q/R, buon GP a tutti!

 

Life is racing, all the rest is waiting