LE NON PAGELLE DI MONACO 2025

Mai come quest’anno è difficile dare dei voti alla gara di Montecarlo. L’obbligo della doppia sosta ha indubbiamente costretto i team a un lavoro ulteriore rispetto a quello che devono normalmente fare. Ma se in un circuito “normale” l’obbligo di due soste in gara potrebbe consentire effettivamente uno spettacolo-tra-virgolette altrettanto non si può dire di Montecarlo il cui layout stretto e tortuoso impedisce, di fatto, i sorpassi. L’esito è che i team sono costretti, in qualche modo, a inventarsi delle strategie bizzarre che vanno molto oltre quello che è il normale andamento di una gara di Formula Uno. Ed è esattamente ciò che si è visto ieri, con il team Racing Bulls ad aprire le danze con questa curiosa mossa di mettere Lawson a  rallentare tutto il gruppo che aveva dietro per consentire a Hadjar di avere una finestra utile per un pit stop “gratuito”. La stessa cosa ha fatto Williams con Sainz che a un certo punto si è messo a girare tre/quattro secondi più lento di quanto avrebbe potuto in modo da consentire ad Albon il pit stop gratis. Che questa potesse essere una mossa era ampiamente prevedibile soprattutto per quei team che si sarebbero trovati in gara con le macchine una dietro l’altra. Fin qui nessuna sorpresa. La sorpresa, semmai, c’è stata quando Racing Bulls dopo il primo cambio, fatto intorno al quindicesimo giro, ha proseguito la mossa con Lawson a rallentare il gruppo che aveva dietro in modo da portare Hadjar al secondo pit stop dopo soltanto cinque giri, intorno al ventesimo. Così facendo il pur bravo Isack si è ritrovato tre quarti di gara davanti con lo stesso treno di gomme sapendo che avrebbe dovuto gestirle per arrivare alla fine senza guai. Non c’è alcun dubbio che il calcolo del muretto Racing Bulls sia stato basato esclusivamente sull’impossibilità di effettuare sorpassi in questo circuito. Ed infatti, non senza una certa trepidazione perché una SC o addirittura una bandiera rossa (non improbabile a Montecarlo) avrebbero potuto far fallire la strategia, il bravo Isack è riuscito a portare a casa una posizione prestigiosa. L’effetto collaterale, forse non del tutto atteso, e stato che anche Lawson ne ha potuto beneficiare riuscendo a concludere anch’egli nella top ten e completando così un risultato eccellente del team. La strategia e stata molto cinica e invero piuttosto indecorosa ma siccome alla fine e stata efficace che cosa si può dir loro?

Williams, che ha adottato la stessa tattica più avanti nella gara, è stata costretta a qualche trepidazione ulteriore, dovendo ricorrere a un doppio blocco con entrambi i piloti, ma anche per loro l’esito finale è stato positivo con entrambe le vetture a punti.

Per chi era davanti, invece, avendo i team le vetture posizionate in modo alternato sarebbe stato molto più complicato prendersi il rischio di fare come hanno fatto Williams e Racing Bulls sicché non è rimasto altro da fare ai nostri eroi che correre il più veloce possibile sperando, chi stava dietro, in un qualche errore o un qualche evento esterno che arrivasse a sparigliare le carte o, chi stava davanti nello specifico Lando Norris, che tutto andasse in maniera lineare.

L’esperimento, considerando che la classifica finale ha sostanzialmente ricalcato l’esito delle qualifiche, non può essere giudicato in altro modo che negativo se lo scopo era di predisporre la gara ad un risultato sorprendente o quantomeno altamente incerto. D’altra parte, l’obbligo del doppio cambio ha consentito di non addormentarsi davanti alla tv come invece accaduto assai spesso negli anni passati in trepidante attesa, per l’appunto, di un evento che potesse sparigliare le carte e rendere eccitante il prosieguo della gara. Tuttavia, a parte l’episodio di Gasly, nessun pilota ha commesso errori tali da compromettere l’andamento della gara il che va a totale merito dei piloti stessi che hanno tutti, evidentemente, un livello tecnico di base altissimo.

Se l’esperimento verrà ripetuto anche l’anno prossimo si potrà avere qualche dato in più ma per il momento lasciamo che la bilancia penda più sul lato negativo per quanto riguarda l’aspetto sportivo (l’artificiosa condotta di RB e Williams ha fatto sì che i primi cinque abbiano doppiato tutti e qualcuno è stato addirittura doppiato due volte) è un po’ più sul lato positivo per quello che riguarda la visione del Gran Premio da parte degli spettatori che sono stati un po’ più sulla graticola rispetto all’anno scorso.

In un tale contesto è molto difficile esprimersi in giudizi sui piloti. Non ci sono state né ci potevano essere mosse o manovre particolari da giudicare. Non ci sono stati momenti di ritmo più o meno efficace messi in atto dai piloti che potessero esaltare o compromettere la loro gara, tolto naturalmente l’aspetto strategico poc’anzi descritto. Quindi mi limiterò ha qualche considerazione per ciascuno di essi cominciando naturalmente dal vincitore.

NORRIS

Il weekend di Lando è stato perfetto. Pole position e vittoria nella prestigiosa cornice del Principato risalteranno nel suo palmares senza alcun dubbio. Al sabato abbiamo finalmente rivisto la velocità che Landino nostro sa di poter esprimere con un giro finale capolavoro e, soprattutto, senza il “braccino” che tanto spesso gli preclude il massimo risultato. In gara ha rischiato un po’ alla prima curva quando gli si sono bloccate le gomme anteriori ma con grande maestria è riuscito a mollare il freno e a curvare conservando la posizione nei confronti del prevedibilmente arrembante Charles. Da lì in avanti non ha dovuto far altro che controllare la gara e lo ha fatto in modo mirabile destreggiandosi molto bene, e anche questa è una piacevole novità, soprattutto nelle difficili fasi di doppiaggio. Anche nel finale quando sembrava (sembrava! Nell’ultimo giro, liberatosi di Max ha fatto fastest) che Leclerc ne avesse molto più di lui ha saputo mantenere il sangue freddo gestendo abilmente il gap che lo separava da Verstappen davanti a lui in modo tale da non trovarsi mai in una situazione davvero difficile o che, quantomeno, potesse dare a Charles l’occasione di tentare un sorpasso. Non c’è molto altro da dire se non che grazie a questa bella prestazione il mondiale diventa ancora più combattuto.

LECLERC

Mi piacerebbe trovare mirabolanti e reboanti aggettivi per descrivere la gara di Charles ma viste le particolari condizioni strategiche della gara oltre che ammirarne le straordinarie doti di guida su questo circuito non credo si possa fare altro. Ci ho provato in tutti i modi, sabato, a prendersi la pole ma questa volta Lando è stato più forte. Anche in gara ha fatto di tutto per provare a portare a casa la seconda vittoria nel Principato ma a parte l’attacco a Norris in partenza non ha potuto far altro che seguirlo per tutta la gara. La sua guida è stata ancora più notevole se si considera da dove arrivava la Ferrari e cioè da una posizione assai scomoda che a Imola l’ha vista quarta o addirittura quinta forza. Le particolari condizioni di questo circuito hanno consentito agli uomini in rosso di ammorbidire la vettura quanto bastava per evitare tutti i problemi che mostra sin dall’inizio della stagione. Tanto è bastato a Charles per aggiungere quel quid in più che gli ha consentito di lottare, per quanto vanamente, per la vittoria. Alla vigilia si sarebbe firmato per un comodo secondo posto ma non c’è alcun dubbio che nel retro-cranio di Charles questo Gran Premio verrà visto come un’occasione persa.

PIASTRI

Il buon Oscar non mi sembra si sia trovato molto a suo agio per le strade del Principato. In particolare, durante tutte le qualifiche lo si è visto molto più in difficoltà di quanto non ci aspettassimo, spesso con scivolamenti che più volte l’hanno portato a sfiorare pericolosamente i guardrail. Ciò nonostante, è riuscito a trovare il suo giro migliore proprio alla fine del Q3 portandosi ad un nonnulla dalla miglior posizione in griglia. Non ho molto ben capito la prima parte della sua gara. Il suo ritmo, infatti, era decisamente più alto rispetto a quello di Norris e Leclerc quasi come se la squadra avesse studiato un qualche tipo di strategia simile a quella di Racing Bulls. Era tuttavia chiaro che qualunque mossa in tal senso si sarebbe rivelata inutile ai fini di facilitare la vittoria di Norris dunque non posso fare a meno di notare che è stato persa almeno un terzo di gara a non far nulla. Cosa che, peraltro, ha, anzi non ha, fatto per tutto il resto della gara. Un podio senza fare praticamente nulla non è poi così male.

VERSTAPPEN

Come per i primi tre anche la posizione di Max in qualifica era destinata a rimanere la stessa in gara quindi, come detto per Charles, l’unica recriminazione che può fare il nostro eroe è quella di non esser riuscito a fare la sua solita magia in qualifica. In gara rileviamo il disperato tentativo di rimanere fuori fino all’ultimo giro ipotizzando una safety car salvifica che però non è andato a buon fine. Gustosissimo un suo team radio in cui definiva i suoi cambi marcia come a livello di “Montecarlo 1972”. Questo è quanto ha passato il convento

HAMILTON

Anche Hamilton ha potuto beneficiare di una vettura con i difetti ammorbiditi, per così dire, in quel di Monaco. La buona prestazione in qualifica che cronometricamente l’aveva visto al quarto posto è stata tuttavia vanificata da un’improvvida penalità che l’ha fatto retrocedere di tre posizioni. Ci sarebbe molto da discutere su questa penalità perché l’impeding di cui è stato involontario protagonista con Max non poteva letteralmente essere evitato. C’è impeding e impeding e questo non sembra esser stato di quelli che meriterebbero penalità ma tant’è. La gara è stata tutto sommato decente ma poco entusiasmante: dopo aver guadagnato la posizione su Hadjar si è adeguato ad un ritmo che potrei definire di crociera finendo la gara dove doveva finire. Va detto, a merito suo e del muretto, che è stato l’unico a guadagnare posizioni.

HADJAR

La sua gara si decide, come per tutti gli altri, al sabato quando il nostro prode rookie franco-algerino sfodera una eccellente performance che lo issa fino in sesta posizione che si tramuta in una quinta posizione in griglia grazie alla penalità comminata a Hamilton. La cinica strategia posta in essere da Racing Bulls gli ha consentito di chiudere al sesto posto ma mi domando se il quinto posto sarebbe stato alla sua portata se il team fosse stato un poco più ambizioso e avesse provato a correre contro Hamilton. Si è già detto di quanto siano difficili i sorpassi quindi… Ad ogni modo, il buon Isack sta dimostrando week end dopo week end di meritare ampiamente il posto che occupa e anche se l’hype è dalla parte di Antonelli ho idea che il titolo di Rookie of the Year sia tutt’altro che scontato.

NOTE VARIE

Le bizzarre mosse strategiche di Racing Bulls e Williams hanno consentito ai due team di assicurarsi buoni punti. Indirettamente ne ha beneficiato anche Ocon che si è trovato in mezzo a questi due team e ha potuto così fare una gara assai comoda senza che la sua posizione potesse essere mai messa in discussione. Anche nel suo caso il merito è da ricercarsi nell’ottima prestazione del sabato. Williams, sempre grazie alla bizzarra strategia di cui ho già parlato, mette entrambi i piloti a punti nonostante il sabato sia stato meno gratificante di quanto forse si aspettavano.

Sfortunato Alonso che, come Ocon, avrebbe potuto beneficiare delle ciniche mosse di Racing Bulls e Williams e portare a casa punti comodi e molto utili. Curiosamente l’asturiano è ancora a zero punti in campionato il che è strano considerando che nelle posizioni di rincalzo, per così dire, il mondiale è una vera e propria montagna russa e che in queste condizioni uno come lui dovrebbe trovarsi a suo perfetto agio. Staremo a vedere come continuerà la sua stagione ora che Newey pare essersi messo seriamente al lavoro sulla vettura.

La palma del peggiore di giornata, tuttavia, va assegnata a Mercedes che non solo è stata pessima in qualifica con entrambi i piloti ma che è riuscita nell’impresa di mettere in pratica la peggiore strategia possibile in gara. Non ha nemmeno diversificato le strategie dei piloti per provare ad approfittare con l’uno o con l’altro di eventuali situazioni di gara particolari. Si è così ritrovata in balia delle strategie degli altri senza fare nulla e con i piloti costretti a mosse comiche come superare tagliando la chicane dopo il tunnel calcolando che una penalità di 5 o 10 secondi non li avrebbe danneggiati come posizione di gara. Ma la cosa è stata talmente sfacciata che i commissari, a mio avviso giustamente, l’hanno debitamente punita con un drive-thru.

Alla fine della fiera, non si può far altro che continuare per l’ennesimo anno a deprecare questo circuito: non c’è alcun escamotage regolamentare che possa conferirgli un poco di valore sportivo che non sia il “si corre solo quando piove”. Speriamo che nel 2026 Giove Pluvio torni a far visita ai principini di casa Ranieri.