In assenza del PA nazionale, felicemente impegnato nel saggiare la resa del telaio della sua auto nei lunghi curvoni autostradali della penisola italica, vi tocca sorbirvi il recap del MIT.
Ebbene sì, cari ventincinque lettori: la lotta per il mondiale si arricchisce di un bluff degno di Wes Anderson e delle sue surreali creazioni cinematografiche tra le quali, manco a farlo apposta, campeggia il Grand Budapest Hotel, titolo di uno dei suoi film meglio riusciti.
Dopo esser stato dileggiato e sbeffeggiato urbi et orbi per aver sprecato millemila occasioni, Lando Norris (10) decide di riprendersi alla grande e nel modo più inaspettato: bluffando! Intorno al 18o giro della gara, infatti, il nostro si apre via radio e comincia a blaterare (etimo latino onomatopeico: già i romani usavano “bla bla bla” per perculare il chiacchierone inconcludente) di gomme andate, distrutte, rovinate, inutili, deteriorate, logorate, devastate. E sapete in quanti ci cascano? Tutti!
(sottoscritto compreso, sia ben chiaro)
Ma com’è andata la gara? Facciamo un veloce recap.
Il via è pulito per Leclerc, che mantiene la testa, mentre dietro le due McLaren lottano tra loro e con Russell (9.5) e Alonso (9). Norris rimane incastrato proprio dietro a Piastri ed è costretto a cedere la sua posizione a Russell e Alonso. La gara si anima sin dalle prime tornate, con Verstappen scatenato in rimonta dopo una partenza difficile. Il monegasco della Ferrari impone subito un ritmo forte, ma la minaccia McLaren resta costante: Piastri lo marca a distanza con Norris che recupera subito su Alonso ma fa fatica contro Russell che è bravissimo a gestire l’entrata in rettilineo.
Dietro Alonso, quinto, si crea un trenino DRS che arriva fino in fondo. Anche Max (6.5) dopo un paio di sorpassi dei suoi, ci si trova invischiato e non riesce a guadagnare altre posizioni.
In un simile contesto, le strategie si rivelano decisive e trovare il momento giusto per il primo dei (forse?!) due pit diventa un fattore decisivo. Max, tra i big, apre le danze al 18o giro ma la sorpresa ce la riserva Piastri (6.5) che già al 19o giro prova l’undercut su Leclerc (9meno) che non gli riesce perché il monegasco aveva girato con un ritmo sorprendente e i 3 secondi guadagnati su Piastri nel primo stint gli consentono, di marcare a uomo Oscar e di pittare al giro successivo senza troppi patemi. Il ritmo di Leclerc, lo ripeto, è assai sorprendente, non ha nulla da invidiare a quello McLaren ed è di quelli che ti fanno pensare che sia la giornata giusta.
Evidentemente, la pensavano così anche al muretto di Piastri che cascando nel bluff di Norris di cui sopra, non si preoccupano del suo ritmo e fanno solo calcoli utili ad avere la meglio sul ferrarista. Il buon Charles, al contrario di Oscar, deve invece aver capito qualcosa perché nonostante nel secondo stint riesca a mettere a distanza di sicurezza l’australiano e stia recuperando 1 secondo al giro su Norris si apre in radio e comincia a strappare dall’empireo tutti i santi del caso sottolineando, non troppo cripticamente, che stava perdendo la gara.
Nel frattempo Max, finito assai indietro, regala momenti di classe pura con sorpassi notevoli su Antonelli (6), in chicane su Sainz (6), Hulk (5) e Hadjar (6) quest’ultimo non prima di aver spinto Hamilton (5) fuori dalla curva 4 con una manovra old style.
Norris dà forma al bluff con un ritmo notevole che gli fa perdere ma non tantissimo su CLC e Piastri e quando pitta al 30o giro non è poi così distante dai primi due.
Stranamente il più veloce in pista dopo che tutti hanno fatto il primo pit è Russell, che a suon di giri veloci limita il tempo perso in precedenza: ciò gli servirà per sfruttare il misterioso problema che affliggerà Leclerc per conquistare un podio impensabile alla vigilia.
Piastri e il suo muretto continuano a non pensare al bluff di Norris così studiano la tattica per far fuori il prode monegasco che è invece ben conscio della strategia di Norris ed è costretto a giri che mettono alla frusta la sua vettura, forse in maniera deleteria: tra il 30o e il 40o giro, nonostante i suoi sforzi, Norris guadagna quasi 1 secondo al giro sul duo di testa.
Ad ogni modo, l’ingenuo di giornata, Piastri, al 41o giro finta l’entrata ai box, Leclerc ci casca, si fa per dire perché non aveva alternative, e pitta. Piastri abbozza un tentativo di overcut ma a questo punto risulta evidente che Norris li ha buggerati entrambi. Piastri rimane fuori per altri 5 giri ma ormai è chiaro che non può resistere fino alla fine e decide di non mettere a rischio il secondo posto.
Piastri tenta la rimonta: esce a 6 secondi da Leclerc dopo il pit al giro 46. Se la SF-25 si esprimesse ai livelli dei due stint precednti il secondo posto sembrerebbe al sicuro ma così non è. Inspiegabilmente lento, Piastri lo riprende in pochi giri, superandolo all’esterno in curva 1. Leclerc ha problemi seri, non si capisce se di carburante, di gomme o persino elettrici e crolla fino a essere passato anche da Russell dopo un bel duello. Alla fine, la penalità per un’infrazione nel corpo a corpo con la Mercedes completa la sua giornata nera.
Davanti, Piastri si lancia all’inseguimento di Norris, arrivando negli scarichi del compagno negli ultimi giri. Ma il britannico si difende con esperienza e inaspettata freddezza, respinge ogni attacco.
Finisce con Norris che vince alla grande e con Piastri delusissimo, probabilmente scornato dallo scherzo che gli ha riservato il suo compagno di squadra.
Leclerc finisce quarto ma è la raffigurazione antonomastica della delusione: nell’immediato dopogara si vocifera di un danno al telaio che lo avrebbe afflitto dal 40o giro in avanti. Mi permetto di sollevare qualche dubbio ma, salvo ulteriori smentite, dovremmo accontentarci di questa spiegazione.
Russell porta qualche respiro di sollievo in quel di Stoccarda chiudendo eccellente terzo, Alonso solido quinto davanti a un convincente quanto persino straordinario Bortoleto (8.5). Verstappen limita i danni con l’ottavo posto dopo diversi sorpassi spettacolari. Hamilton mai davvero in partita: chiude 12°, doppiato dalle McLaren.
Una gara tecnica, intensa e nervosa – con un finale incandescente ma con quel gustoso sapore di surrealtà che ci fa apprezzare un bel GP in salsa mitteleuropea.
La McLaren doppia Ferrari nei costruttori e i 9 punti che separano Piastri da Norris consentiranno di tornare dalla pausa estiva con il giusto grado di incertezza per il resto della stagione.
Per il resto, detto del nuovamente disastroso week end di Hamilton, visto nel dopogara balbettare ansiosamente davanti ai microfoni come se fosse sotto sostanze, apprezziamo Stroll (7), che chiude settimo in una giornata quasi trionfale per una Aston Martin che a Spa era letteralmente dispersa, e Lawson (7.5) che va a punti togliendosi la soddisfazione di arrivare davanti a Verstappen (e nuovamente davanti al wunderkind Hadjar dopo Spa).
Spiace per Bearman (6.5) costretto al ritiro quando sembrava saldamente nei punti.
Deludono invece Ocon (5), Albon (5.5) e Gasly (5), quest’ultimo parso lontano parente rispetto a quello visto a Spa.
Colapinto (6) finisce dietro per via di strategie azzardate ma sembrava averne di più di Gasly.
Tsunoda (5), che a Spa sembrava essersi ripreso, torna nelle retrovie.
Non usurpo ulteriormente il ruolo di PA e i P.S. li lascio a voi.
Commentate, gente, commentate!