Al destino si sa piace essere beffardo con noi appassionati di F1 ed è quanto meno singolare, se penso a come si è aperto e concluso sportivamente parlando, questo 2024. Infatti quest’anno, a bocce ancora ferme, l’anno viene inaugurato con una notizia clamorosa che è appunto l’annuncio di Hamilton in Ferrari (a proposito, Il Montana ha già aggiornato i suoi menù, mettendo anche piatti vegani… non sto scherzando!) e, in modo altrettanto stupefacente, l’anno si conclude andando ad annunciare la dipartita di Perez in Red Bull andando cosi a completare la griglia di partenza del 2025, visto e considerato che al posto del messicano è stato messo Lawson e, al posto di quest’ultimo in Racing Bull, è stato scelto Hadjar. Le riflessioni da partorire sono tante, sia su quanto avvenuto in casa bibitara e sia per tutto questo movimento di piloti che si è generato.
Innanzitutto la notizia della sostituzione di Perez di per se non fa gran notizia, visto l’andamento del messicano durante l’anno, anzi diciamo che ormai era nell’aria già da un po. L’annuncio del ritiro di Perez è clamoroso se mai perché all’inizio di quest’anno, che si sta andando ormai a concludere, mai avremmo immaginato questo evento… a maggior ragione che lo stesso messicano è stato rinnovato per due anni. L’appiedamento di Perez dimostra, caso mai ce ne fosse ancora bisogno, quanto valgono i contratti in F1. La Red Bull ha preferito pagare la penale (Perez porta soldi pesantissimi con se) pur di liberarsi del pilota messicano, almeno dal punto di vista sportivo, visto che lo stesso sarà ambasciatore della Red Bull nel mondo. Quello che è successo al buon Sergio lo sa soltanto lui perché, al di la delle monumentali prestazioni che il suo scomodo compagno ha sfoggiato quest’anno, è anche vero che la squadra ha fatto di tutto per metterlo a suo agio e, trovo veramente impossibile credere il contrario e cioè, che la sua stessa squadra gli abbia remato contro. Perez non è un fenomeno, questo è chiaro, eppure non è nemmeno uno fermo visto e considerato che nel 2021, ha contribuito non poco ad aiutare Max a conquistare il suo primo titolo dando fastidio ad Hamilton in molte occasioni. Il mio pensiero, considerando quello che è successo a Ricciardo, è che il messicano non ha saputo adattarsi all’evoluzione di queste monoposto complicatissime le quali, appena “le tocchi”, cambiano radicalmente e bisogna avere una sensibilità sopraffina per potersi adattare nuovamente . Di tutta questa faccenda, ciò che mi lascia veramente perplesso, è che la Red Bull nonostante possegga due squadre, si sia ridotta (non riesco a trovare altro termine) ad affiancare al loro campione un pilota che ha sulle spalle solo undici GP. Sia chiaro che Lawson, a mio avviso, è un buon pilota per quanto ha mostrato sino ad ora: entra in pista e segna subito dei punti, poi viene messo a parcheggio per un anno (!) per poi rientrare definitivamente e, segnare punti nuovamente e tutto questo, con una Racing Bull che di certo non è un fulmine di guerra. La perplessità, che mi salta al naso, è proprio quella che accanto al campionissimo mettano comunque un pivello il quale dovrà dimostrare immediatamente di tenere il passo, il che non significa che deve stare ad un decimo dal compagno e di sicuro, nemmeno deve fare la fine di chi sostituisce. Com’è possibile che la squadra bibitara per eccellenza si sia ridotta a questo, quando prima era l’esempio per le altre squadre in quanto a vivaio di allenamento per i giovani piloti? Honda ha spinto tantissimo al fine di avere Tsunoda sulla RB20 nei test post season ad Abu Dabhi eppure il nipponico, nonostante si sia adattato immediatamente alla monoposto, di fatto non né mai stato preso veramente in considerazione dalla squadra in quanto sono quattro anni che è già nel circo senza, a parer loro, aver dato risultati eclatanti. Evidentemente in Red Bull sono alla continua ricerca del sensazionalismo… contenti loro come si suol dire. Auguro a Lawson di reggere la botta che si chiama Verstappen e di certo di non fare la fine di tutti quelli che lo hanno preceduto, i quali sono stati stritolati senza ritegno alcuno.
Nei giorni che hanno preceduto questa santa settimana, la Ferrari ha voluto donare al partente Sainz, il giusto tributo che egli meritava. Ad essere sinceri ciò che la Rossa gli ha tributato è un regalo degno di un Re visto e considerato che mettere a terra due Rosse, per far girare lui ed il padre sulla pista di proprietà proprio del Cavallino, non è cosa di ogni giorno. Allo speciale addio era presente anche LeClerc la cui presenza non era obbligatoria. Proprio il fatto che il monegasco ha voluto essere li a godersi quel particolare momento, è l’emblema rappresentativo di quale sia stato il vero rapporto tra quest’ultimo e lo spagnolo, a differenza di quello che i social (“esiste la realtà dei social network e la realtà”!) hanno voluto far credere, a partire proprio dai tifosi (soprattutto tifose) tossici dello stesso monegasco. Non esiste ne in cielo e ne in terra che due piloti della stessa squadra si vogliano bene, a maggior ragione se i due vogliono entrambi primeggiare. Certo Verstappen adora Perez… lo credo bene! Eppure dubito fortemente che avrà parole d’amore per il suo futuro compagno, se quest’ultimo proverà (come giusto che sia) a fargli le scarpe. Il primo rivale di un pilota è proprio il compagno che tiene nel box di fianco, eppure se c’è una cosa che i due alfieri rossi hanno sempre saputo dimostrare l’uno per l’altro, è il rispetto. Charles e Carlos hanno dimostrato di essere stati la migliore coppia del campionato, dal 2021 al 2024, senza se e senza ma: se mancava l’uno c’era sempre l’altro e, se Ferrari ha potuto lottare fino all’ultimo GP per il mondiale costruttori (quando McLaren avrebbe potuto e dovuto vincerlo con largo anticipo), è stato solo grazie a questa fantastica coppia. Certo, gli screzi ci sono stati (specie da parte dello spagnolo), eppure ditemi quando mai non sono accadute cose del genere specie in una coppia altamente competitiva com’è stata quella rossa. Al di la di queste ovvietà (purtroppo viviamo tempi in cui ribadire l’ovvio è divenuto quasi una missione) è stato proprio grazie alla presenza di Carlos e alla sua “cazzimma”, che Charles ha effettuato un ulteriore step evolutivo dal punto di vista agonistico, step che gli permetterà di tenere botta (e lo farà!) ad uno come Hamilton. A proposito del particolare addio che Ferrari ha tributato a Sainz: l’idea è stata tutta di Vasseur e, per questo “beau geste” noi lo ringraziamo sentitamente eppure (c’è sempre il trucco), ho come l’impressione che il francese abbia la coda di paglia e abbia cercato di “recuperare” agli occhi dello spagnolo stesso e dei suoi tifosi. L’impressione è che Frederic sa che a Carlito gli è stato fatto uno sfregio bello e buono, visto e considerato le sue prestazioni (mettetevi nei panni di Sainz: gli dicono, ancora prima che il mondiale iniziasse, che era fuori squadra e nonostante questo contribuisce a due delle cinque vittorie della Rossa… master class!) e, che l’anno prossimo la Rossa si gioca il mondiale, allora ha cercato di metterci una pezza come si suol dire, creando l’evento “giro di pista con il padre”. Sia chiaro che Carlos se l’è guadagnato sul campo questo onore e ciò, fa capire quanto sia stato importante per la Ferrari stessa. Sainz ci saluta e lo salutiamo in grande stile. Ora è il tempo di Lewis, dei suoi menù vegani e delle sue battaglie per le minoranze, sperando che in tutto questo ci regali emozioni in pista… solo che questa è un’altra storia.
Colgo l’occasione di augurare a tutti gli amici del Ring, nonché tutti i fedeli lettori di questa rubrica, un felice e sereno Natale.
Vito Quaranta