BASTIAN CONTRARIO: IL BRUTTO ANATROCCOLO

Il GP del Brasile, conclusosi domenica scorsa, difficilmente sarà dimenticato da alcuni dei protagonisti che lo hanno vissuto. Un GP dove abbiamo avuti diversi brutti anatroccoli e, purtroppo, non tutti sono divenuti cigni. Di sicuro chi è riuscito a superare la metamorfosi è stato il redivivo Fernando Alonso. L’asturiano di quarantadue anni suonati (molti della nuova generazione che seguono la F1 nemmeno erano nati quando lui correva già nella massima serie) ha portato a scuola il brutto anatroccolo Perez, i detrattori e, più o meno, tutto il mondo che ha seguito le ultime concitate fasi del GP carioca. Quando si crede di capire che lo spagnolo è ormai andato, sepolto, bollito, ecco che lui è lì pronto a smentire tutti, cabala e sorte compresa. Emozione allo stato puro e non posso che tesserne le lodi dello splendido cigno che abbiamo visto volare sopra Sao Paolo, solo che, in quel del Brasile, il campione spagnolo c’è arrivato più che da brutto anatroccolo come antipatico sobillatore. Alla luce di quanto visto domenica scorsa, mi chiedo se la coppia (scoppiata?) HornerMarko, non l’abbia fatto veramente un pensierinonell’ingaggiare il vetusto campione spagnolo, proprio ai danni del “cotto a puntino” Perez, il quale, dopo l’onta ricevuta a cinquanta millesimi sulla linea del traguardo, brutto anatroccolo lo rimarrà per un bel pezzo.

Sappiamo tutti le polemiche che si sono susseguite tra il Messico ed il Brasile, dove si dava per certo l’addio di Fernando alla sciagurata Aston Martin (la quale ha subito una vera involuzione… da cigno a bruttissimo anatroccolo) per approdare nell’imbattibile Red Bull di Verstappen. Sebbene questo sarebbe stato il sognobagnato di molti appassionati, di certo non è stato il mio: sono del parere che con uno come Verstappen in squadrasia impossibile convivere, pena l’ammazzatora” domenicale che ne sarebbe seguita ad ogni GP. Questo lo dico non perché Max è antipatico o cattivoso, semplicemente perché vuole sempre vincere (come giusto che sia) e con un altro pretendente, come Alonso, può solo finire male e, gioco forza, la squadra dovrebbe prendere una decisione su chi puntare. Sono sicuro che il livello raggiungerebbe e supererebbe quello che abbiamo visto tra Senna e Prost, senza esagerare. Inoltre, dove sta scritto che Alonso, una volta arrivato in Red Bull, necessariamente farebbe bene? Quella è casa dell’olandese, arredata secondo i suoi gusti. Meglio allora essere in una squadra diversa a parità di potenziale (tipo 2021 ) dico io, perché in quel caso sapremo che non c’è scelta da fare che non puntare sul proprio campione senza riserve. Mi rendo conto che questo è il discorso dell’assurdo, eppure con queste assurdità nella testa il brutto anatroccolo Alonso si è presentato in Brasile, deciso evidentemente a mettere le cose in chiaro. Domenica scorsa l’enigmatica AMR23 ha dato segnali (tardivi) di positività, tanto che persino Stroll jr (il che è tutto dire!) ha azzeccato le qualifiche del venerdì (sigh!). Di sicuro, la RB19 di Perez era decisamente superiore, eppure, se la vettura del messicano era palesemente migliore, quest’ultimo ha dovuto saggiare tutto il talento dello spagnolo: gestione delle gomme e della posizione prima, con il messicano alle calcagna e poi all in nel prendere la scia giusta per il controsorpasso negli ultimi chilometri. Sportivamente parlando al brutto anatroccolo Perez non ne va bene una e, sinceramente, dopo quanto accaduto domenica scorsa farebbe bene a porsi due domande, perché il modo su come è arrivato a fine mondiale è impietoso e quanto fatto contro Alonso è l’ennesima legnata presa in piena faccia in questo scioccante 2023.

AMG di brutti anatroccoli in casa ne ha due e per salvare la posizione (e la faccia) ad uno (Hamilton “la reincarnazione di Senna”… Vanzini docet), hanno inguaiato l’altro (Russell), il quale (palesemente più veloce del compagno) è stato prima fagocitato da un arrembante Sainz e poi si è persino dovuto ritirare. Ad essere sinceri mi aspettavo molto di più da parte dei crucchi, specialmente dopo quanto fatto vedere sia in Texas che in Messico. La W14 è troppo meteoropatica ed in Brasile ha mostrato tutti i suoi limiti di performance ed il duo AMG ha sofferto non poco, con la faccia di Toto che era la maschera di se stesso e sicuramente avrebbe preferito farsi un’altra settimana di degenza post operatoria (alla gamba) che essere lì. Belli i tempi in cui si dominava in lungo e largo senza concorrenza. Ora è il turno di Red Bull e Verstappen (Ferrari dal 2026… obiettivo fissato dal Presidente) el’unica cosa da fare è quella di pensare già all’anno prossimo. Con Allison (uno dei tanti “scarti” Ferrari regalati alla concorrenza) già a lavoro a tempo pieno sulla W15, dovremmo, in teoria, rivedere una caratteristica che accomuna tutte le vetture di James e cioè trattare con gentilezza le gomme. Vedremo se la futura monoposto crucca sarà un cigno, per il momento a Toto&Co. tocca arrivare ad Abu Dhabi, via Las Vegas, con il brutto anatroccolo W14, il quale sta rischiando di fargli perdere anche il secondo posto nei costruttori in favore di Ferrari.

Già…Ferrari: Se Sparta piange Atene non ride, dice il vecchio detto. Prima di passare al brutto anatroccolo LeClerc (che più che brutto anatroccolo, dopo quanto detto via radio, mi sembra più Calimero… anche per tutto quello che gli accade sia chiaro), ho riflettuto proprio sulla classifica costruttori. Nonostante tutte le vicissitudini che la Beneamata sta attraversando, è comunque lì a contendersi per il secondo anno consecutivo il secondo posto nella classifica marche. Poca roba, direte voi, eppure significativo alquanto,aggiungo io, perché con il progetto del bistrattato Binotto, Ferrari è sempre lì. Se si tirano le somme, questo è possibile anche e soprattutto grazie proprio alla coppia di piloti che la Rossa ha a disposizione, la quale, per il sottoscritto, è una delle migliori del lotto. Per questo stringe il cuore vedere un mortificato Sainzavversato, nel modo più becero possibile, da parte dellatifoseria del monegasco, arrivare a cinquanta secondi dal primo classificato, che ormai non fa nemmeno più notizia quando vince. Fa ancora più male vedere che Calimero LeClerc prima esce fuori pista nel giro di formazione e poi si sente il suo sfogo con quel “perché sono cosi sfortunato?”. A mio giudizio, quando un pilota del calibro del monegasco si lascia andare in esternazioni del genere, siamo di fronte ad un pilota saturo, stanco ed avvilito, che ha perso fiducia innanzitutto verso la sua squadra prima che verso se stesso. Eppure proprio su queste righe avevo scritto,poco tempo fa, che un campione è tale in pista ed anche fuori: Verstappen ha fatto muro, quando ha sentito che c’era la possibilità che Marko potesse essere allontanato, allo stesso modo il monegasco non si è mai emozionato più di tanto, quando hanno iniziato a smantellare la squadra. Il campione in pectore Rosso si è fidato del suo istinto, di chi gli sta attorno e di quello che gli hanno detto, quindi è inutile vedere fantasmi attraverso la sfortuna o scomodare i santi con quel “viaggio a Lourdes”, perché in quello che è successo, in quel giro di formazione carioca, non c’è nulla di trascendentale o mistico, c’è solo un errore umano. Il fuori pista di LeClerc (con quello sfogo via radio di Sainz, il quale ha rincarato la dose dicendo di buttare nel cestino la frizione che gli hanno montato) è l’emblema rappresentativo di cosa sia la Ferrari oggi.

Chi di dovere ha deciso di ricominciare d’accapo e Charles, nel bene e nel male, ha accettato tutto questo edogni volta che si ricomincia daccapo bisogna lentamente ricostruire e, per fare ciò, c’è bisogno di tempo. Quindi inutile recriminare, inutile disperarsi, bisogna accettare le cose come stanno, rimboccarsi le maniche e lavorare sodo in chiave futura, sperando (“obiettivo 2026” come ha detto il Presidente? Intanto il “nuovo ventennio” di digiuno è prossimo) che questa Ferrari da brutto anatroccolo diventi presto un cigno degno della sua storia gloriosa, augurandoci che Calimero LeClercprenda il posto che gli spetti nell’Olimpo dei campioni di F1.

Vito Quaranta

(immagine di copertina tratta da internet)