MIT’S CORNER. LE NON PAGELLE DI INTERLAGOS

Oggi le non pagelle saranno infarcite di citazioni.

Già, perché il bellissimo GP del Brasile testé svoltosi in quel di Interlagos ci ha fatto battere le mani e imprecare, dannare e sorridere, incuriosire e deludere e, insomma, dal primo (anzi dal giro zero…) all’ultimo giro ci ha fatto divertire assai presentandoci tante storie, ognuna importante per suo conto e spunti che non possono essere tralasciati e mischiati alle storie che si affacciano nei labirintici meandri della nostra memoria. Non voglio dire che questo GP è stato memorabile, sia chiaro, soprattutto per via del fatto che il vincitore è sempre lo stesso, giacché se così fosse sarebbe la citazione di se stesso, no?, ma che le suggestioni e le emozioni che ci ha dato meritano assai.

Cominciamo subito!

VERSTAPPEN

Sono drogato. Drogato di vittoria. In questo momento sono totalmente dipendente dal successo: corro, vinco e dunque vivo.

Ayrton Senna

Max il cannibale, per la sua ennesima vittoria, si prende la citazione che più “formulaunistica” non si può! Nientepopodimeno che sua maestà Ayrton! Parte a razzo (entrambe le volte!) e dà il meglio di sé, per una volta pungolato a dovere dall’arrembante Lando che, pensate un po’!, nei primi giri tenta persino il sorpasso. Ma Max, che pure potrebbe, chissà?, per una volta prendersela con più calma non solo non ci sta ma sfodera l’ennesimo GP perfetto della stagione. Tanta perfezione non si vedeva da tanto, tanto tempo. Basta solo citare, a questo proposito, la statistica record più stupefacente di questa sua straordinaria stagione: con questa vittoria supera un record che sembrava inarrivabile e cioè quello di Alberto Ascari del 1952 del rapporto tra vittorie e numero di gare della stagione. Max infatti, quand’anche non vincesse più nel corso della stagione si assicurerebbe comunque il superamento del 75% del leggendario pilota milanese. La 17esima della stagione lo porta già al 77% di rapporto tra vittorie e partecipazioni. Che le volesse vincere tutte si era capito ma che ci riuscisse davvero sembrava un miraggio. Nel primo stint faceva fatica ma la chirurgica precisione con cui ha corso non ha dato scampo a Norris e decimo dopo decimo si costruisce 5 secondi e poi nel secondo stint non perde mai, dico mai!, un colpo e ancora una volta Norris deve subire altri 7 secondi. Nell’ultimo stint invece ne aveva molto di meno rispetto a Landino e qui si è vista l’importanza del gruzzoletto accumulato: Lando recupera secondi su secondi ma è a distanza di sicurezza e per quanto il suo fastest lap sia lontanissimo da quello di Lando non ha di che preoccuparsi. 77% and counting…

 

LECLERC

And then one day you find ten years have got behind you
No one told you when to run, you missed the starting gun

Pink Floyd, Time

Devo aggiungere altro?

 

NORRIS

And you run, and you run to catch up with the sun but it’s sinking
Racing around to come up behind you again

Pink Floyd, Time

Visto che avevo lì Roger Waters al suo meglio perché non continuare? La gara di Landino nostro è stata strepitosa, per non dire straordinaria ma contro questo Max non c’è proprio nulla da fare: sempre dietro è costretto ad arrivare. Il tempo, Time!, è dalla sua parte e quindi se McLaren nel 2024 (e magari in uno dei due prossimi gp)  manterrà le premesse allora ne vedremo delle belle. Per il momento, dopo qualche sbandamento in stagione causato dalle inaspettate performance del suo compagno di squadra si è rimesso in bolla e corre, corre, eccome se corre! Bravissimo! Dite la verità: l’avete mai visto Max subire un attacco in gara, quest’anno? Non entro nei dettagli perché di fatto sono speculari a quanto scritto più sopra per Max e mi limito a quei 3-4 giri in cui è rimasto in pista dopo l’ultimo pit di Verstappen: gli sarà venuta l’idea di provarci? Quando Max era uscito dai box aveva circa 13 secondi di vantaggio e c’era il buon Piastri poco dietro, doppiato ma ben gommato, pronto per provare una strategia che avrebbe avuto dell’epico. Infatti, l’idea poteva essere dare il massimo per i restanti 14 giri (tanti ne mancavano alla conclusione) tenendosi dietro Piastri che, una volta sopraggiunto Max, poteva sfruttare il suo DRS per impedirgli il sorpasso. L’hanno pensato? Secondo me sì. Poi hanno visto che Max guadagnava quasi 2 secondi al giro e allora una botta di calcoli è stata sufficiente dal farli desistere dall’azzardo. Max avrebbe raggiunto il duo McLaren in 4-5 giri e ne sarebbero rimasti ben 10: praticamente impossibile. Col senno di poi, visto come è andata tra Checo e Fernando, forse il tentativo sarebbe stato degno di esser provato. Ah! quanto sarebbe stato interessante!. Ad ogni modo, passa solo 3 giri nel dubbio e poi pitta. Ma l’interesse non era finito. Con le rosse Lando andava fortissimo, ben più di Max! e tanto basta per pregustare future lotte all’ultimo marble di gomma! Ma intanto, e ancora una volta,si sta dietro…

 

ALONSO

Narrami, o musa, dell’uom dal multiforme ingegno

Che molto errò, poich’ebbe a terra gittate d’Ilion le sacre mura

Omero, Odissea

E chi ti sfodera, del tutto inaspettatamente, dimenticato nel declino di AM, l’impresa più epica di giornata? Fernando da Itaca… ah no, da Oviedo! Che molto errò, pare locuzione assai adatta al nostro e gli si attaglia perfettamente: errò errando o errando errò? Aspettiamo la fine della sua carriera prima di sputar l’ardua sentenza. Ma certamente non ha errato ieri! Dalla bella partenza (la seconda ovviamente perché nella prima è stato orrido al pari di Lance), in lotta arcigna e d’altri tempi con Lewis, che lo issa al terzo posto, al primo stint da annali, passando per un secondo altrettanto felice fino al suo capolavoro finale il nostro non sbaglia un colpo. Particolarmente interessante è stato il primo stint in cui ha retto il ritmo dei giovani puledri che lo sopravanzavano con una certa nonchalance. Non è mai sceso oltre i 4 secondi da Norris per i primi 25 giri, quindi a non più di 6/7secondi da Max. Questo gli permette di staccare agevolmente il resto del gruppo e di costruire un vantaggio che si rivelerà decisivo per il resto della gara e per il podio. Ancora meglio che con le rosse va con le gialle nel secondo stint: AM è tutto un altro andare rispetto a quanto visto dopo Barcellona e prova ne è la gara strepitosa che fa anche Stroll. Dicunt che ciò derivi dall’aver gettato alle ortiche tutti gli aggiornamenti degli ultimi mesi ed essere tornati alla configurazione di inizio anno. Non ne sarei così certo. Di sicuro la configurazione di inizio anno, su un circuito così probante per le gomme, si è rivelata azzeccata ma va considerato che Ferrari (anche al netto del what if… di CLC) e Mercedes erano irriconoscibili rispetto al trend delle ultime gare, che Piastri era doppiato così come Ricciardo (di cui dirò dopo) e che Tsunoda ha pasticciato. I 36 secondi rimediati alla fine, per quanto in progresso rispetto al loro trend, non possono far gridare al miracolo. Ma non è di questo che si parla oggi bensì dell’epica impresa portata a compimento da Fernando nell’ultimo stint. Rimesse le rosse al 47 giro, uno dopo Perez, Alonso sembrava avere un vantaggio rassicurante per mantenere il podio. Ma Checo, parso in buona forma, non ci stava e ha sfoderato un passo magnifico che lo ha portato in pochi giri a ridosso del nostro. Ebbene da lì in poi ecco che il multiforme ingegno dell’asturiano ci regala il tratto di gara tra i più belli della stagione. Considerate che mancavano ben 20 giri alla fine, non due o tre. Il genio di Fernando si manifesta sin da subito. Parso chiaro che non avrebbe potuto tenere lontano Checo risparmia le gomme il che gli permette di aumentare il ritmo non appena Perez arriva a distanza DRS di quel tanto per farlo soffrire e innervosire. Infatti passa alcuni giri a tenere Checo a 1.5 secondi di distanza, senza mai riuscire ad aprire il DRS. Sembra fatta? No! Perché Anche Checo non è esattamente un pivellino quindi, una volta capito che Alonso ne aveva per tenere il suo ritmo, decide di far riposare le gomme e si allontana un poco, con l’idea di sfruttare l’inevitabile flessione delle gomme di Alonso e sfruttare il suo straordinariamente efficace DRS con più probabilità di riuscita qualche giro dopo. E Checo riesce nell’intento. Con gomme più riposate di quelle di Alonso riprende il ritmo e stavolta l’avvicinamento a distanza DRS riesce. Ormai Alonso sembra la classica vittima sacrificale. Ma ecco ancora il multiforme ingegno far capolino dal suo casco! Il capolavoro di Alonso sta nel capire che comunque anche Perez ha gomme consumate che, per quanto in migliori condizioni rispetto alle sue, non potranno garantirgli la trazione necessaria per passarlo di forza. Ma perché questa considerazione abbia successo è necessario giocarci con questa trazione. Comincia così un balletto di recupero di energia e traiettorie inusuali volte a percorrere proprio le curve decisive con la miglior spinta possibile, in particolare nelle ultime due curve la Junçao in particolare, decisiva per affrontare l’Arquibancadas con la massima velocità. A quel punto l’attenzione massima sta nel non farsi sorprendere in altre parti del circuito ove è praticamente impossibile sorpassare. Il balletto è straordinario! Giro dopo giro Checo è incollato agli scarichi di Alonso ma proprio alla Junçao si stacca quel tanto che basta ad Alonso, che la percorre con una inusuale traiettoria larga, inefficace per il giro secco ma efficacissima in queste circostanze,  per cominciare il tratto più critico con 8-9 decimi di vantaggio, non abbastanza per il pur strepitoso DRS della RBR per consentire il sorpasso. Quanti giri hanno fatto così? 10? 13? Non li ho contati ma da divanista sfegatato quale sono ammetto di non essermi divertito così tanto dai tempi del leggendario team radio di Raikkonen di Abu Dhabi 2012! Ma non è finita qui. L’avevo detto che Checo non è un pivellino e, memore del motto einsteniano sul fatto che la stupidità consiste nel fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi, capisce che non può continuare così per i restanti giri. Quindi si mette a studiare le traiettorie di Alonso e capisce l’inghippo alla Junçao! E proprio al penultimo giro piazza la zampata vincente (o quasi). Copia le traiettorie di Alonso ed esce finalmente dalla Junçao a quei 5 decimi che gli servono per far lavorare il suo DRS. E ci riesce! Ora sembra fatta – bravissimo Checo che riesce infine a riacchiappare il podio dopo Monza… e no! Alonso butta il cuore oltre l’ostacolo e rimane sulla coda di Checo, estraendo da sotto la scocca tutto quel che gli rimane: stavolta non c’è multiforme ingegno, non ci sono gomme, non c’è motore ma solo, si fa per dire, tutta la rabbia agonistica che si può indurre con mani e piedi ad un mezzo a motore. E così, nell’ultima occasione dell’ultimo giro, tutta la cattiveria agonistica di Fernando viene fuori, peraltro nella Reta Oposta e non nell’Arquibancadas dove Checo resiste da par suo, e con un sorpasso leggendario si assicura il terzo gradino del pod… no! Perché Checo non ci sta! Ci sono pochi centimetri tra le due vetture ed ogni curva è un delirio per gli appassionati con Checo che prova a infilarsi da tutte le parti e Alonso che chiude tutte le porte! Così fino alla fine del giro con Checo che esce dalla scia di Fernando e arrivano insieme al traguardo finale! 53 millesimi! 53 sporchi quanto agognati millesimi sono sufficienti a Fernando per tenere il podio. Ah! Che bel duello, infinito, teso, tattico e di cuore ci hanno riservato questi due! Non è per questo che tanto amiamo questo sport? Narrami o diva!

PEREZ

Non ho citazioni per lui, ma voti alti sì: l’esser stato anch’egli protagonista del duello tra i più belli della stagione gli vale il plauso migliore. (benché, vista la situazione delicata in cui versa il suo sedile, perdere il duello non l’ha esattamente tolto dagli strali dei suoi detrattori ma se mai perdesse il posto non sarebbe certamente a causa di questo GP)

STROLL

As long as you can still grab a breath, you fight. You breathe… keep breathing

Leonardo di Caprio in The Revenant

E bravo Lance! Con tutte le voci che si sono accalcate negli ultimi mesi, tra spintoni, delusioni, ipotetiche carriere tennistiche e presunti ulteriori guadagni del suo augusto babbo, tutto ci si aspettava tranne che una prova così convincente. E no, non è redivivo lui solo perché è rediviva AM. Ha condotto tutto il week end sugli stessi tempi di Fernando, anzi pure meglio in qualifica, e si è dato assai da fare. Sconta una doppia partenza non ottimale (dopo la quale comunque si toglie la soddisfazione di superare Sainz) ma, nel secondo e terzo stint soprattutto, ha avuto un ritmo eccellente. Notevole proprio il terzo stint in cui non solo si è bevuto le Mercedes come se fossero ferme ma ha anche distanziato, e non di poco, Sainz. Che il suo ritmo in quella fase fosse migliore di quello di Alonso è contingente nel senso che è difficile valutarlo visto che quest’ultimo è stato impegnato nel duello con Perez ma intanto l’ha fatto. Vediamo nei prossimi due GP se si conferma e… se verrà confermato!

SAINZ

Nessuna citazione neanche per il buon Carlos. Il suo week end non è stato esaltante: in qualifica si è preso le piste da CLC, nella sprint è andato al rallentatore (ma anche CLC non ha brillato) e anche in gara non ha certo dato il meglio di sé. Bello vederlo rampare sulle Mercedes ma quando nell’ultimo stint si è poi messo all’inseguimento di Stroll è passato in pochi giri da un distacco di circa 3 secondi ad un distacco di 10 secondi. Vero è che è stato in balia delle gomme come non accadeva da diverse gare e che questo circuito ha azzoppato meno la Ferrari di Mercedes e vero pure che manca la controprova di cosa avrebbe fatto Charles. Però, vista la lente d’ingrandimento sotto sui si trova Ferrari e le aspettative che ci sono ogni volta si spera sempre in qualche guizzo… che non c’è stato. Ho il vago sospetto che, fuori Charles, abbia più badato a portare a casa un risultato purchessia per consolidare il suo posto in classifica mondiale che a cercare altro. Gli si può dar torto per questo?

GASLY

I’m the passenger and I ride and I ride

I ride through the city’s backside

Iggy Pop, The passenger

Il buon Pierre alla fine sta facendo un signor campionato. Dopo qualche gara di adattamento alla macchina si è tolto non poche soddisfazioni contro un Ocon che, in teoria, avrebbe dovuto essere molto avvantaggiato nel confronto diretto. La gara di ieri lo dimostra: con tutte le defezioni, pasticci di vario tipo e assetti sbagliati di quelli davanti chi stava dietro aveva un’ottima occasione per fare punti importanti. E Pierre non ha mancato di far valere la sua solidità. Solidità che, unita ad una gara gagliarda come ormai ci ha abituato da diversi GP a questa parte, l’ha portato a “fumarsi” le Mercedes e ad avvicinarsi a Sainz nel finale ma, soprattutto, a mettere il compagno di squadra a distanza di sicurezza nel mondiale. Che concluderà con voti molto positivi. Bravo!

YUKI

Good times, bad times
You know I had my share

Led Zeppellin, Good times, bad times

Il piccolo Yuki fa e disfa. Qualifiche sfortunate, shootout eccellenti e una sprint straordinaria sono i prodromi che lo lanciano verso una gara ricca di aspettative. E qui fa il suo, in tutti i sensi. Parte anche bene, considerando la posizione in cui si trovava. Poi fa una stupidaggine alla Junçao e si fa passare da tre macchine. Poi riparte alla grande e per un po’ evita i guai e combatte come un leone a centro gruppo per tutto il primo stint raggiungendo anche la zona punti. Poi fa di nuovo una stupidaggine intorno al 20° giro mettendo l’anteriore sinistra sull’erba alla curva 10: si salva dal ritiro ma perde un sacco di tempo. Poi ricostruisce da par suo e si riporta in zona punti. Fa e disfa, fa e disfa. Hai ancora tanto pane da mangiare piccolo Yuki!

NOTE DI MERITO

Ricciardo, ça va sans dire, è il più grosso what if del GP, forse persino più di Leclerc. Infatti, crono alla mano, è stato praticamente il terzo pilota più veloce in tutto il gran premio, dopo Max e Norris. A relativa conferma di ciò troviamo anche il suo fastest lap terzo dopo Norris e Max, unico altro sotto l’1.14.  Peccato la qualifica disastrosa del venerdì: vedendo anche quanto fatto da Yuki c’è da chiedersi cosa avrebbe portato a casa se fosse partito nei primi 10, come avrebbe dovuto.

NOTE DI DEMERITO

Alfa Romeo, a parte la rarità di un sorpasso in pista di Bottas nei confronti di Hulk, con i loro ritiri e la gara al rallentatore dell’unica Haas in pista sommati al guaio di Leclerc nel giro di ricognizione confermano che qualcosa non andava nella power unit Ferrari. Almeno questa è la mia deduzione. Il che è sorprendente visto che invece in Messico, molto più probante da questo punto di vista, sembrava essere al top.

Aggiungo Piastri, al terzo GP in fila piuttosto deludente. Vero che le circostanze l’hanno azzoppato ma le ha prese, e non poco, da Ricciardo nella loro mini-gara da doppiati.

NOTE DI STRA-DEMERITO

Le tristi geremiadi di Toto post-gp fanno pensare che in Mercedes o non hanno capito nulla di questa pista o che la macchina, dopo le recenti e incoraggianti prove, è talmente al limite che il semplice rialzo di 1 mm (almeno così si dice) li ha rallentati praticamente di 1 sec al giro – peraltro in una pista da 1.15. L’unico che ride (ma per non piangere) continua a essere Lewis che è ora sicuro matematicamente di chiudere il campionato abbondantemente davanti a Russell.

Chiudo con una nota sull’inquietante invasione di pista vista a fine GP. Non era prevista e non pareva fatta in sicurezza (nulla a che vedere, per intenderci, con Monza). Alla fine è andato tutto bene ma, insomma, non è stato un bel vedere! Per una volta sono d’accordo con la FIA che ha censurato gli organizzatori.

Ora c’è l’incognita Las Vegas: sempre bello vedere i piloti e le scuderie sfidarsi su un circuito nuovo. Vedremo!