PIASTRI FREGA LECLERC E VINCE A BAKU. SAINZ E PEREZ DISPERATI.

Trionfo a Monaco, poi il nulla. Trionfo a Monza, e poi cosa succederà?
Il calendario riserva a Leclerc la sua terza gara di casa, quella dove è riuscito a fare tre pole di fila senza mai vincere. Come a Monaco.
E il sabato arriva la quarta, con Sainz terzo a confermare che la Ferrari pare avere trovato il bandolo della matassa. Fra di loro Piastri (come a Monaco), mentre Norris è relegato al fondo della griglia, e Verstappen è pure dietro Perez.
Con le Mercedes non eccezionali, e un circuito dove si può passare in un solo punto, la strada sembra spianata per Charles.

Allo spegnimento dei semafori, il monegasco scatta benissimo, mentre Piastri è più lento ma riesce a mantenere la seconda posizione. Perez riesce invece a sopravanzare Sainz, così come Verstappen riesce a portarsi davanti a Russell ed accodarsi al ferrarista in quinta posizione.

Dopo 10 giri, Leclerc ha già 3 secondi di vantaggio su Piastri, che inizia a lamentarsi delle gomme posteriori. L’unico che non sembra soffrire con le coperture è proprio Charles. 

Al giro 13 si ferma Verstappen, che aveva accumulato 5 secondi di ritardo da Sainz, e ben 7 dal compagno di squadra. Al giro successivo, si ferma anche Russell, che lo seguiva in sesta posizione. E, di conseguenza, un giro ancora dopo, Perez.

Il messicano si ritrova dietro a Norris, che lo blocca quanto basta per consentire al compagno di squadra di fare la sua sosta e rimanere davanti.

Al giro 17 si ferma anche Leclerc, e rientra di pochissimo davanti a Piastri e Perez. Per sua fortuna, in mezzo c’è Albon. Il vantaggio su Piastri, a questo punto, è di soli 1.3 sec., quando prima del pit-stop era di 6.

E infatti al giro 20 l’australiano passa di prepotenza grazie al DRS ma con una staccata favolosa in curva 1. Il monegasco si attacca alla coda dell’australiano, con Perez che, a sua volta, lo segue da vicino,.

Per una decina di giri, Charles segue come un ombra Oscar, e alla 29a tornata prova a tornare davanti, ma il pilota della McLaren si difende bene. L’australiano, in questa fase, sembra avere un passo inferiore a quello del pilota Ferrari.

Leclerc ci riprova al giro 33, ma, di nuovo, Piastri chiude la porta. I due escono lentissimi da curva 1, e Perez si accoda.

Per 14 giri i primi due viaggiano letteralmente incollati, ma a 4 giri dalla fine le gomme di Leclerc sono finite, e, mentre Piastri se ne va, Perez attacca Leclerc, gli passa davanti ma il ferrarista con una staccata impossibile tiene la seconda posizione. I due escono lentissimi da curva 1 e Sainz riesce a passare il messicano. Ma non resiste alla tentazione di mettere le ruote di fianco a quelle del compagno di squadra, lasciando la porta aperta a Checo, che si infila. Nel successivo rettilineo, lo spagnolo si sposta impercettibilmente a sinistra non pensando di avere l’avversario all’interno, ed entrambi finiscono contro il muro.

Finisce così con Piastri davanti a Leclerc, terzo Russell che, dopo una gara anonima, finisce sul podio. Quarto Norris, rimontato dalla 17a posizione, poi Verstappen, alle prese con mille problemi, Alonso, Albon, Colapinto, già a punti alla sua seconda gara, Hamilton, e Bearman, anche lui alla seconda gara e di nuovo a punti con una scuderia diversa.

Il circus riparte per Singapore, dove si correrà fra una sola settimana, con la McLaren che torna in testa al mondiale costruttori dopo oltre un decennio. E sembra destinata a rimanerci.

P.S. in settimana è stata ufficializzato il passaggio di Newey alla Aston Martin. Contento Alonso, che ora potrà avere “la macchina degli altri” come regalo di compleanno. Per tutti gli altri, “non è un uomo solo che fa la differenza”. Ma i soldi sì, e Stroll ne ha messi veramente tanti.

P.S. 2 Alla fine dell’anno, sicuramente alla Ferrari rimpiangeranno l’errore fatto dopo la gara dominata a Monaco, quando hanno trasformato una buona macchina in una vettura mediocre. Ma rimpiangeranno anche le occasioni perse, come quella di oggi.

P.S. 3 E’ meglio un pilota che paga 0.5M$ a gara e fa danni per altrettanto una sì e una no, o uno che paga cifra analoga ma sta costantemente davanti al compagno di squadra alla seconda gara?

P.S. 4 la gara di oggi, tutta la gara, anzi, tutto il week-end dall’inizio alla fine, partenza compresa, sono la migliore spiegazione possibile del perchè in Ferrari hanno tenuto Leclerc e non Sainz. D’altra parte è stato proprio lui a dichiarare che “su questa pista ha sempre fatto fatica”.

P.S. 5 al contrario, Checo Perez va bene solo su questa pista, al punto da far sembrare Verstappen un debuttante. E non c’è da meravigliarsi se appena vede un buco ci si infila incurante delle conseguenze. Al di là dell’imperdonabile errore strategico di Sainz, la responsabilità dell’incidente è tutta sua.

P.S. 6 in McLaren hanno sicuramente già capito con chi torneranno a vincere il mondiale piloti. L’anno prossimo.

P.S. 7 Clean air is queen

P.S. 8 viva il carbonio e la sua flessibilità. E anche la FIA che stavolta ha deciso di tenere aperto il campionato non vietando una soluzione di dubbia regolarità, esattamente come faceva quando la Mercedes dominava, in quel caso per NON tenere aperto il campionato.

P.S. 9 Vive la France

F1 2024 – GRAN PREMIO DELL’AZERBAIGIAN

Il mondiale di F1 riparte dopo due settimane e arriva a Baku per il gp dell’Azerbaijan, primo appuntamento di un duetto di circuiti cittadini (Singapore nella settimana successiva) e piuttosto anomali come caratteristiche.

Si arriva a Baku con un mondiale costruttori ampiamente riaperto e uno piloti che, inaspettatamente, rischia di essere di nuovo in bilico. Molto dipendera’ proprio da questi due appuntamenti in cui la Red Bull e’ attesa ad una decisa inversione di tendenza.

Ormai e’ un fatto che, per tutta una serie di cause interne (Horner gate) ed esterne (direttive Fia piu’ o meno impattanti sulle performance del toro austriaco) la RB20 non e’ piu’ il riferimento della categoria e anzi, in base al circuito e alla forza degli avversari, puo’ diventare anche terza o quarta forza.

immagine da f1chronicle.com

Lo abbiamo visto a Monza dove Verstappen e’stato costretto a metterci una pezza per tutto il weekend non riuscendo a fare meglio di un sesto posto che sarebbe potuto benissimo essere un settimo.

La RB20 sembra essere diventata molto difficile da mettere a punto, tanto da scatenare il malumore di Verstappen, sempre piu’ nervoso negli ultimi weekend di gara. Per sua fortuna la Mclaren e Norris non sembrano avere un killer instinct sufficiente per affondare il colpo ma potrebbe essere solo questione di tempo.

Imperativo per loro e’ tornare quantomeno competitivi a Baku anche se non sembra essere proprio la pista piu’ adatta vista la sua caratteristica di essere un circuito stop&go.

Occasione ghiotta invece per Ferrari che predilige proprio questo genere di circuiti. Un altro vantaggio potrebbe essere rappresentato dal fatto che l’asfalto regolare di Baku consentirebbe di gestire meglio le altezze da terra e il porpoising che ancora affligge la rossa, eliminando quind un potenziale problema.

Sia Leclerc che Sainz avranno  buone carte da giocare a patto di fare una buona qualifica e potrebbero essere il vero ago della bilancia nella lotta ai due mondiali e un potenziale alleato della Red Bull.

immagine da newsauto.it

Proprio dalla rossa dovra’ guardarsi la McLaren che ha buttato via un’altra agevole vittoria a Monza a causa della lotta interna tra i loro piloti. Punti pesanti che potrebbero essere decisivi a fine anno se la Red Bull continuera’ ad essere cosi’ attaccabile.

A Woking si aspettano di essere sul pezzo anche a Baku e cercare di mettere ancora piu’ all’angolo gli anglo-austriaci ma forse farebbero meglio a mettere dei paletti piu’ rigidi in termini di lotta tra piloti.

Anche la Mercedes potrebbe unirsi alla lotta per la vittoria, un altro potenziale problema per la Red Bull. Usciti con le ossa rotte da Monza, si ritengono piuttosto convinti di poter essere della partita a Baku, sempre che la W15 non si riveli troppo complessa da mettere a punto.

Baku e’ una pista che potenzialmente puo’ offrire a tutti un’opportunita’ quindi anche i team minori nutrono fondate speranza di arrivare a punti. Tra questo sugli scudi ovviamente Aston Martin e Williams.

La qualifica ovviamente decidera’ molto dell’esito del gp e vedremo chi sapra’ prendersi piu’ rischi per cercare di partire davanti. Se la Ferrari dovesse dimostrarsi competitiva Leclerc sarebbe un ottimo candidato alla pole, anche se in passato il suo voler strafare gli ha gia’ fatto assaggiare dolorosamente i muretti di Baku.

Pista come detto stop&go, quindi dovrebbe prediligere quelle monoposto con un’ottima trazione e stabili in frenata oltre che con una gestione adeguata della PU, tutte caratteristiche che, in teoria, dovrebbero appartenere alla rossa. La mancanza di curvoni veloci invece dovrebbe penalizzare proprio la Red Bull, apparsa in difficolta’ anche in termini di velocita’ massime. Di sicuro Verstappen dovra’ fare gli straordinari per uscire da Baku con un buon risultato.

immagine da racing-statistics.com

Chiudiamo con l’annuncio dell’approdo di Newey in Aston Martin dal 2025. Alla fine  e’ andata come di poteva prevedere, ovvero il progettista inglese ha scelto di restare nella madrepatria guadagnando piu’ di quanto non abbia mai fatto fino a questo momento. Che poi questo renda la futura Aston Martin monoposto da titolo e’ tutto da dimostrare perche’ Newey ha fatto monoposto geniali cosi’ come autentici cancelli. La cosa che incuriosisce di piu’ sara’: in caso di monoposto da titolo, chi avra’ maggiori chance, Alonso o il figlio del proprietario Lance Stroll?

*immagine in evidenza da azernews.az

Rocco Alessandro

IL PUNTO DELLA REDAZIONE

Alla fine il dado è tratto dunque e, il segreto di Pulcinella è stato svelato. No, non mi riferisco all’annuncio di Ferrari del suo Direttore Tecnico a “cinque lettere” (Louic Serra), bensì alla presentazione da parte di Aston Martin di Adrian Newey. Il genio inglese alla fine ha sciolto gli indugi e quindi firmato con “la iconica” scuderia (alla pari di Ferrari dice). Al di la delle parole di circostanza e delle immediate frecciatine nei riguardi proprio di quella Rossa, che non l’ha voluto, per Aston Martin e quindi il suo patron che è coinvolto in prima linea nel progetto F1, è stato un colpo alla pari di Ferrari nell’aver preso Lewis Hamilton, con la differenza che il campione inglese alla causa della Rossa potrà regalare due, al massimo tre anni, mentre il connazionale dell’epta campione, genio indiscusso della aerodinamica, potrà dare un contributo molto più futuribile… salute permettendo si capisce.

Iniziamo col mettere subito l’accento sull’ovvio onde evitare inutili equivoci e fastidiose polemiche: firmare Adrian Newey non è sinonimo di garanzia di vittoria al 100%, perché anche il buon Adrian ha commesso (chi non ne commette?) i suoi errori progettuali eppure (come al solito c’è sempre il trucco!), avere Adrian dalla propria parte significa aumentare vertiginosamente le proprie probabilità di riuscire nell’impresa di vincere e, vincere anche dominando. La scelta di Newey è avvenuta intorno a giugno, più o meno nello stesso periodo in cui è andato a visitare la factory di Aston e quindi di Lawrence Stroll, il quale è stato il vero autore ed artefice di tutto questo. Infatti se il blasonato tecnico inglese ha accettato l’offerta dei “verdi”, è stato proprio perché ha visto la ferrea volontà da parte del management della Aston Martin nel voler mettere a posto le cose e, soprattutto perché lo stesso Stroll è impegnato in prima linea in questo rilancio del marchio inglese. Proprio Newey ha ricordato come egli stesso ha lavorato per Team Principal che nel contempo erano anche proprietari della squadra (mi riferisco a gente che si chiama Ron Dennis e Frank Williams), ed è stato proprio questo impegno in prima persona da parte di Stroll appunto, che è stato il boost necessario affinché Newey si convincesse del tutto. Ad uno come Lawrence gli si può dire di tutto, fuorché non abbia le idee chiare su cosa ci sia da fare per poter mettere una squadra in una situazione vincente: ha legato alla suo team la partnership con i motori Honda, ha coinvolto Aramco come title sponsor e, nel frattempo che si assicurava questi pezzi grossi dal punto di vista imprenditoriale, faceva la spesa proprio dai suoi avversari assumendo gente del calibro di Bell, Cowell e Cardile e, per non farsi mancare nulla, mette su una factory di primo ordine (la ciliegina sulla torta che ha convinto Newey), comprendente una nuova fabbrica, nuovo simulatore e nuova galleria del vento. Cosa gli si vuole dire ad uno come Lawrence Stroll? L’imprenditore canadese ha dimostrato a tutto il mondo della F1, a cominciare proprio dalla Ferrari di Elkann – Vigna – Vasseur, cosa significa il termine voglia di vincere. Da qui le parole caustiche (il tipico humor british non deve mai mancare!) dello stesso Newey nei riguardi di chi lo ha rifiutato, affermando che la Aston è un nome iconico tanto quanto quello della Ferrari: con tutto il rispetto per Adrian e Aston Martin, come squadra ne dovranno mangiare di pane duro, come si dice dalle mie parti, per raggiungere l’iconicità della Rossa eppure a mio giudizio, questa è solo una delle tante frecce avvelenate che arriveranno all’indirizzo di Maranello. Stroll con questa mossa ha fatto un all in clamoroso e sicuramente si sono presi un rischio calcolato. Infatti questo progetto ha solo tre vie da prendere:

  • Aston Martin è dominante da subito nel 2026
  • Aston Martin avrà bisogno di un paio d’anni per poter far quadrare tutta la mole di personale che assunto prima di vincere
  • Aston Martin farà un fiasco clamoroso

Di certo Dio non ama i vigliacchi e Lawrence Stroll (e tutto il consiglio di amministrazione che è alle sue spalle), con questo all in, tutto ha dimostrato tranne che di essere un codardo.

Ciò mi collega direttamente alla Rossa, perché incredibilmente si è parlato di “Coraggio da parte di Ferrari nel non aver preso Newey”! Ebbene sì, i miei stanchi occhi anche questo hanno dovuto leggere. Come mai Ferrari è stata cosi “coraggiosa”? Gli amici di Formu1a.uno ci indicano la via quando scrivono che la Rossa ha “voluto conservare un equilibrio tecnico economico”. Cosa significa? Sempre tramite Formu1a.uno veniamo a sapere che Adrian, oltre a firmare per Aston ne è divenuto anche azionista, ed il gioco signore e signori che mi leggete è tutto qui: soldi e quindi potere. Adrian, nella squadra inglese, praticamente va a guadagnare come un pilota (nella F1 una cosa del genere non era mai successa molto probabilmente) e se Ferrari avesse accettato le sue condizioni, inevitabilmente sarebbe andata a rompere “quell’equilibrio tecnico economico” così delicato che ora evidentemente vige in seno alla Gestione Sportiva, anche se ora non si chiama più così. Le azioni acquisite da parte di Newey fanno capire che il tecnico inglese è entrato in squadra non da semplice dipendente, bensì da “padrone” che tiene alla sua creatura e che quindi non vuole che vederla crescere sana e forte. Come ho già scritto in passato e, mi spiace ripetermi, Ferrari con Newey non ha fatto altro che ripetere il madornale errore che fece con Ross Brawn il quale a sua volta, non voleva fare altro che rimanere a Maranello solo che lo status di “dipendente” non gli stava più bene… poi abbiamo visto tutti com’è andata a finire! La storia si ripete e Ferrari, avendo a disposizione il tecnico più blasonato di sempre, preferisce lasciarlo alla concorrenza semplicemente perché non ha voluto cedergli il potere che evidentemente chiedeva e, naturalmente non era intenzionata a ritoccare nella voce “uscite” la parola “stipendi degli ingegneri”! Perché è un fatto che pagando quella enormità (meritata a mio giudizio, visto il mondo della F1 come funziona) a Newey se l’avesse preso, “quell’equilibrio tecnico economico” si sarebbe incrinato con inevitabili ripercussioni sulla serenità di tutta la gestione Sportiva. La vita, come ho già detto in passato, è fatta di scelte e Ferrari al momento tutto dimostra fuorché di voler vincere sul serio perché ripeto, sebbene Newey non è garanzia di vittoria al 100% è anche vero che invece di lasciarlo alla concorrenza, il minimo sindacale era quello di blindarlo immediatamente. Alla Rossa bastava pareggiare l’offerta di Aston Martin (e con molta probabilità sarebbe venuto anche con qualche milione all’anno in meno) e, il mago dell’aerodinamica a parità di offerta, avrebbe scelto la vera icona del motor sport. Invece la Beneamata non solo ha preferito continuare i soliti giochi di società, scegliendo di vincere in primis in borsa anziché in pista, addirittura ha già dovuto incassare il primo perculo dal rinnegato Newey, paragonando appunto la Aston alla Ferrari. Il 2026 è molto vicino ormai ed il dado è tratto come ho detto all’inizio di questo scritto, a questo punto solo la pista deciderà chi ha avuto veramente ragione. Non resta che aspettare per avere l’ardua sentenza.

Buon GP di Baku a tutti.

Vito Quaranta

MARC MARQUEZ VINCE A CASA NOSTRA! – GP SAN MARINO

Più forte dei fischi, più forte della pressione, più forte della pioggia. Marc Marquez vince il GP di San Marino proprio davanti ai Piloti Ufficiali Ducati.

Attenzione a Marc Marquez e soprattutto a quando dice “sono due condizioni particolari”. Lui è il primo che si sta nascondendo e sta facendo il possibile per rimanere sottotraccia. Nel pre-gara ai microfoni di Sky, ad esplicita richiesta di Sandro Donato Grosso, dice che avrebbe utilizzato la soft posteriore. In realtà stava bluffando, avrebbe montato la media. A chi dice “ah ma ha vinto perché c’era la pioggia” rispondo che ancora, dopo tanti anni, non ha capito di chi si trovano di fronte. L’intero weekend di Marc è stato velocissimo ed ha commesso un unico errore nelle qualifiche, che ne ha pregiudicato la Sprint. Chiude il GP vincendo davanti a Bagnaia e Bastianini, vincendo davanti ai fischi (vergognosi) di una certa frangia di tifosi ed accorcia il GAP a 53 punti. Attenzione perché sono nulla.

DISASTRO MARTIN, MEGLIO BASTIANINI, MORBIDELLI COSA FA!?

Praticamente Bagnaia e Martin ne combinano una a testa ogni GP. In questa domenica il buon Jorge Martin commette un errore allucinante rientrando ai box e prendendo la moto da bagnato. Era in 2^ posizione dietro a Bagnaia, avrebbe dovuto soltanto aspettare la mossa di Pecco. Gli ha regalato 20 punti in un GP in cui andava davvero fortissimo. Ottima la gara di Bastianini che sbaglia soltanto la scelta della gomme ma arriva comunque sul podio dietro Bagnaia. Anche lui guadagna punti importanti su Martin.

Franco Morbidelli ha corso un buon weekend di gara, nella pista di casa dove si allena con la VR46 insieme a Bagnaia e Bezzecchi. Ha osato in partenza chiudendo la traiettoria al suo compagno di team Jorge Martin, poi lo ha attaccato ancora durante il GP senza timori reverenziali pur non sorpassandolo. Poi si è steso, come è solito fare quest’anno.

Cade anche Pedro Acosta durante il GP mentre Binder si prende il quarto posto davanti ad un ottimo Bezzecchi, Alex Marquez ed un ottimo Fabio Quartararo che chiude 7°.

È UN MONDIALE PER DUE?

Assolutamente no. Marc Marquez è il lizza per vincerlo, ancor più di Bastianini. Togliendo il GP di Misano tra due settimane, si volerà poi in Asia e lì inizia un Mondiale completamente nuovo. Sarà interessante valutare anche quali e quanti aggiornamenti riceverà la GP23 di Marquez, anche perché è palese che la GP24 di Martin non riceverà nessun aggiornamento (come dichiarato direttamente da Borsoi). Io rimango dell’idea che a Ducati faccia comodo aver un Marc la davanti, sicuramente si farà trovare pronto.

 

CLASSIFICA MONDIALE

Appuntamento tra due settimane a Misano, nuovamente qui.

P.s. Ad ottobre del 2023 mi adoperati nel fare un bel Photoshop dicendo che Marquez avrebbe vinto qui a Misano, con la livrea di Fausto…

https://x.com/FranckyHawk29/status/1712361769367212267?t=VnjlmH7ExnCW1uHFvHOiBQ&s=19

 

Francky

LE NON PAGELLE DI MONZA 2024

La storica pista di Monza ci regala una gara bellissima, tesissima e dal finale emozionante. La seconda di Leclerc in stagione, oltre a far felici i tifosi della Rossa, a mio modestissimo parere è molto più significativa delle altre due vittorie Ferrari in stagione. La vittoria di Sainz in Australia, per quanto straordinaria e meritatissima, fu favorita dall’inedito ritiro di Verstappen mentre quella di Leclerc a Montecarlo, per quanto emozionante nel suo esito, fu decisa nelle qualifiche. Qui invece abbiamo assistito ad una vittoria vera, nel senso di una condotta di gara strepitosa, di una strategia azzeccata e senza che qualche fattore esterno (come rotture o penalità o SC s/fortunate) abbia impedito agli avversari di potersi esprimere al meglio. Cosa si può desiderare di più?

La pista presentava alcune novità rispetto al passato. I cordoli sono stati sostanzialmente appiattiti e portati al limite dell’asfalto il quale, a sua volta, è stato rinnovato con una lavorazione che ha reso il percorso liscio come un tavolo da biliardo. Così liscio, l’asfalto, ha fatto sì che un po’ tutte le vetture scivolassero parecchio quanto inopinatamente lungo tutto il circuito rendendo la guida dei piloti più difficile di quanto si aspettassero. Monza, a differenza di altri circuiti storici come Spa o Silverstone, non è un circuito che ponga problemi di interpretazione ai piloti che quindi devono cercare la perfezione millimetrica che consenta la massima performance. Il che è stato facilitato, per certi versi, dall’appiattimento dei cordoli che ha consentito, ad esempio, una percorrenza della variante Ascari molto più “raddrizzata” senza che il rischio di prendere male i cordoli comportasse i testa-coda che in questo tratto si sono visti spesso in passato. Di contro, qualche errore si è visto alla seconda di Lesmo, che il cordolo appiattito ha diabolicamente tentato molti piloti alla ricerca di performance.

Tuttavia, il busillis più rilevante visto sul liscissimo asfalto di Monza quest’anno è stato rappresentato dalla resa delle gomme. Lo scivolamento delle vetture sul nuovo asfalto, infatti, comportava non solo un inedito graining dato dall’abrasione longitudinale (normalmente è invece dato da abrasione per asfalto gibboso e irregolare) degli pneumatici ma anche un comportamento vettura che dava sottosterzo o sovrasterzo in modo sostanzialmente imprevedibile. Si è visto in particolare sulla seconda di Lesmo dove i piloti perdevano alternativamente anteriore o posteriore e anche in ingresso della parabolica dove persino le splendide McLaren di questo periodo hanno avuto qualche difficoltà. Di tutto ciò, ne ha fatto le spese, ad esempio, il nuovo arrivato Franco Colapinto su Williams che nel suo giro decisivo in Q3, i cui intermedi lasciavano presagire una facile Q2, si è trovato con il posteriore a lambire la ghiaia all’esterno di Lesmo 2 più per il comportamento della vettura che non per un suo errore. Un altro pilota che ha combattuto contro questo doppio effetto è stato inaspettatamente Verstappen sia in qualifica che in gara.

In qualifica, infine, non si riusciva a trovare il giusto bilanciamento per far funzionare le gomme rosse a dovere che o si scaldavano troppo e subito (come accadeva a Sainz e Hulkenberg) oppure non entravano in temperatura (Verstappen, appunto) al punto che diversi piloti hanno fatto i loro best lap con gomme usate o al secondo giro di riscaldamento. Solo le due Mercedes sembravano aver trovato una quadra sul funzionamento delle rosse e solo un errore di Hamilton all’Ascari nel suo giro decisivo gli ha impedito di prendersi la pole.

La gara ha fornito numerosi spunti di riflessione con particolare e ovvio riferimento alla gestione gomme che è stato decisivo per il risultato finale. Come si sono comportati i piloti, dunque?

LECLERC

Top assoluto del week end, non soltanto ovviamente per la strepitosa vittoria ma anche per il modo in cui l’ha conseguita. In qualifica sembra essere leggermente più in difficoltà di Sainz sennonché riesce proprio all’ultimo a timbrare il crono necessario ad agguantare la seconda fila, cosa che si rivelerà importantissima per il risultato finale. La domenica Charles si mostra particolarmente in palla sin dal via quando scatta in modo eccellente insieme a Russell ma mentre quest’ultimo è all’esterno (poi costretto da Piastri alla gimkana fuori dalla variante) lui può più comodamente impostare la prima variante dietro le due McLaren. L’inaspettato e durissimo sorpasso di Piastri alla Roggia gli consente di sopravanzare Norris, cosa tutt’altro che facile perché se è vero che Lando era uscito più lento era tuttavia molto interno e Leclerc ha dovuto coraggiosamente tenere il piede sull’acceleratore pur con le ruote di destra oltre il nastro d’asfalto. Per una decina di giri riesce a rimanere a distanza DRS da Piastri che stava forzando tantissimo e che infine riesce ad allungare perché le gomme gialle cedono sotto li ritmo frenetico imposto da Charles. Norris quindi si avvicina ma mai abbastanza per impensierirlo seriamente tant’è che decide di fare undercut pittando al 15° giro. Charles segue immediatamente al giro dopo con decisione apparentemente discutibile visto che ormai la posizione su Lando era persa ma è anche vero che dal giro 10 al 15 il suo ritmo era decisamente più scadente rispetto alle due McLaren sicché non aveva molto senso rischiare di perdere la posizione anche da chi stava più indietro. Lo dimostra Sainz che nei cinque giri in più fatti prima del pit perde almeno 10 secondi solo di ritmo. Qui la gara di Leclerc si fa ancora più interessante perché non solo si “riattacca” a Norris ma sembra farlo senza eccessive difficoltà per i successivi 15 giri. Stiamo sempre parlando in modo relativo perché si vede a occhio nudo quanta fatica facciano i piloti a tenere linee pulite. Linee che però per Charles, forse perché abituato a dover gestire un anteriore ballerino dall’inizio della stagione, sembra riuscire a gestire con più leggerezza rispetto ai due McLaren che invece devono forzare molto di più per rimanere performanti. Al giro 31 Norris ha un’incertezza che lo induce ad anticipare il secondo pit. Questa mossa si rivelerà decisiva per l’esito finale perché il ritmo di Norris è di 1-1.5 secondi più veloce e di fatto costringe anche Piastri a fare il secondo pit, previsto ma non scontato, per evitare di ritrovarsi Lando sugli scarichi a fine gara e con gomme più nuove. Solo che proprio quando Piastri pitta Norris si ritrova Verstappen davanti e perde almeno due giri di ritmo per sopravanzarlo. Dev’essere in quel momento che in Ferrari accarezzano l’idea di andare fino in fondo senza fare il secondo pit. Infatti, in McLaren davano per scontato che almeno Leclerc dovesse per forza fare un secondo pit avendo gomme così vecchie e di Sainz non si preoccupavano perché sarebbe stato davanti solo di 5-6 secondi e con ritmo non sufficiente per contenere il recupero tanto di Piastri quanto di Norris. Il vantaggio di Leclerc, dopo il pit di Piastri era di circa 15 secondi e con 11 giri ancora da percorrere, sia pur con ritmo inferiore, non era poi così impossibile da tenere. La mossa tattica, del tutto analoga a quella di Russell a Spa, era dunque pronta e non restava che metterla in pratica. Facile a dirsi difficile a farsi, ovviamente. Perché riuscisse sarebbe stata necessaria una guida che contemperasse la gestione gomme e una velocità sufficiente a evitare il rientro di Piastri prima dell’ultimo giro, senza cioè potergli dare la possibilità di un attacco. Leclerc, nella sua versione 2.0, è diventato abilissimo in questo e il finale di Monza diventa una masterclass di guida straordinaria: tutti i giri sull’1.23’5 e Piastri non è riuscito ad agganciarlo. Se pensiamo alla pazzesca tensione che c’era in quegli ultimi 10 giri l’applauso a Leclerc è ancora più fragoroso. Non sono certo che questo risultato sia tutto merito degli aggiornamenti portati da Ferrari perché l’assetto per la pista di Monza è comunque una sorta di unicum ma fatto sta che di porpoising (difetto ricomparso dopo l’ultimo upgrade) io non ne ho visto. Ora arriva Baku, pista su cui Leclerc si è sempre trovato a suo agio e su cui è chiamato ad una ulteriore (ulteriore in quanto è da qualche gara che, a prescindere dal risultato, si sta esprimendo ad altissimi livelli) conferma. Eccezionale!

PIASTRI e NORRIS

Volano gli stracci in casa McLaren. Se queste fossero pagelle darei dei voti negativi. Non certo per il risultato, ovviamente, perché in ottica costruttori è di gran rilievo, ma per la gestione piloti che qui a Monza si conferma (come in Ungheria) assolutamente ridicola. L’1-2 in qualifica doveva essere gestito per portare a casa il massimo risultato in gara, ampiamente alla portata del team perché per quanto straordinaria sia stata la gara di Leclerc non possiamo non rilevare che sia sul giro secco che sul ritmo i papaya erano superiori di almeno, almeno!, 2 decimi e che a parità di strategia Leclerc più di terzo non avrebbe potuto fare. Se il contesto fosse stato diverso Piastri avrebbe voti altissimi e giusto un po’ meno Norris (soprattutto per quell’errore gratuito al 31° giro che di fatto gli nega la potenziale vittoria). Tuttavia, in un contesto in cui non sei più un team di seconda o terza fascia (ricordiamoci che all’inizio del 2023 stavano in fondo) non puoi non considerare strategie a più ampio raggio che, cioè, guardino alla stagione intera e non a gara per gara. Ebbene, in questo contesto la condotta di gara dei due non può esser definita altro che assurda. In primis, il sorpasso tanto meraviglioso quanto cattivo di Piastri a Norris alla Roggia subito dopo la partenza è del tutto inspiegabile. Ma come?! Per una volta che la partenza va bene Piastri fa questa mossa folle? Se Norris fosse stato un poco più “verstappeniano” o “hamiltoniano” o anche “schumacheriano”, cioè irrazionalmente resistente al sorpasso, avremmo sicuramente visto le due McLaren impastarsi tra loro e terminare mestamente la gara appoggiati ai guard rail. Norris ha pure rischiato di girarsi durante il sorpasso proprio perché voleva evitare il contatto con il compagno di squadra. Ed è altrettanto certo che non si sarebbe mai aspettato un attacco di Piastri. Se anziché Piastri, dietro di lui ci fosse stato chiunque altro non avrebbe lasciato lo spazio per farsi affiancare o, quantomeno, avrebbe allungato di qualche metro la frenata per costringere l’avversario oltre il cordolo entrando alla Roggia. Insomma, quel sorpasso non s’aveva da fare se consideriamo il contesto. Di più. Piastri, poi, va più veloce che può per tutto lo stint infischiandosene della gestione gomme e del fatto che dietro non aveva Norris bensì Leclerc che, almeno sulla carta, non avrebbe potuto impensierirlo più di tanto. Tale foga è spiegabile solo col fatto che voleva cercare di mettere più distanza possibile tra sé e Norris proprio per non dare motivo alla squadra, nel successivo evolversi della gara, di dare un qualche ordine di scuderia che dopo Budapest sarebbe stato assai impegnativo. Allo stesso modo Norris, indubbiamente sorpreso da tutto questo, si è trovato a sforzare le gomme più di quanto avesse programmato perché, specularmente alla decisione di Piastri, non poteva permettersi di lasciar andare il team mate e trovarsi poi nella scomoda posizione di chiedere uno “swap” tanto impegnativo quanto discutibile. Così facendo entrambi hanno sforzato troppo le gomme, commesso errori (il già citato di Lando al 31°), e consentito a Leclerc di inventarsi la magia che ha loro sottratto un 1-2 che assai facilmente raggiungibile se avessero corso, corso, in altro modo. Quel che è successo, in definitiva, è che i due McLaren hanno corso l’uno contro l’altro come se in pista non ci fosse stato nessun altro. E la squadra ha avallato senza fiatare questo comportamento. Ora, si tratta di capire se questa condotta quasi-suicida sia frutto estemporaneo di circostanze casuali oppure se davvero in McLaren non abbiano la minima intenzione di affrontare in modo strategico la stagione. La prima ipotesi si spiegherebbe con quanto segue. Nel pre-gara determinano lo scenario di partire su binari paralleli per impedire a chi è dietro di sopravanzarli. Norris parte (finalmente!) bene ma la prima cosa che fa è chiudere brutalmente Piastri. Quest’ultimo si imbestialisce e glie la fa pagare con un attacco alla Roggia come se non ci fosse un domani fregandosene delle possibili conseguenze. La seconda ipotesi è che si fossero detti di provare a stare davanti entrambi ma “poi lottate tranquillamente tra voi e vinca il migliore purché non vi buttiate fuori”. In entrambi i casi sono assai perplesso. Anche perché il muretto non ha fatto nulla per contrastare una situazione di gara che, soprattutto dopo il secondo pit di Norris, si stava assai complicando visto che le due Ferrari minacciavano di continuare lo stint sino alla fine. Meglio sarebbe stato, anche a fronte di un colpo di testa di Piastri, suggerirgli di tenere un ritmo relativamente basso che tanto Leclerc difficilmente sarebbe riuscito a superarlo e così in questo modo Norris avrebbe potuto gestire meglio le gomme e superare Leclerc già dopo qualche giro senza dover per forza ricorrere all’undercut. Nell’ipotesi 2, invece, in una situazione di classifica piloti in cui è Norris ad avere più possibilità di Piastri di puntare al titolo (e vista l’involuzione tecnica di RBR non è affatto un’ipotesi remota) dire ai piloti che sono liberi di correre è sostanzialmente dire a Norris che a nessuno importa nulla delle sue possibilità mondiali. Come fa a correre tranquillo in questo modo? Beninteso: Piastri si sta dimostrando grandissimo pilota e con tutti i meriti del caso ma è solo a metà del suo secondo anno in F1 ed è ancora discontinuo (vedi Zandvoort). Forse in McLaren non c’è più nessuno del team che affrontò la stagione 2007 ma farebbero bene a leggersi i diari di quella stagione per evitare che tattiche e strategie dissennate li condannino alla delusione più frustrante. Se poi, infine e papaya rules o meno, nemmeno si vince una corsa che doveva essere vinta spero si capisca il perché questa non pagella si trasforma in una pagella e si punisce Woking con un bel 3!

SAINZ

Come lo splendido Leclerc di Monza anche Carlos merita voti altissimi. È beffato per soli 6 millesimi dal compagno di squadra in qualifica. Ottima la partenza e il ritmo del primo stint ma poi si gioca il podio rimanendo fuori più del dovuto prima di mettere le bianche. La decisione lì per lì sembrava anche assennata se non fosse che, come Leclerc, le gialle hanno avuto un crollo troppo importante. Dopo il primo pit si stabilizza a circa 12 secondi da Leclerc e tiene il distacco sino alla fine, segno che anche lui riusciva a rendere benissimo. Non può nulla sul rientro di Piastri ma gli fa perdere quel secondo o due che hanno impedito all’australiano di arrivare negli specchietti di Leclerc e provare a destabilizzarlo e nemmeno contro il frustrato Norris che, come al solito, stava andando anche più veloce di Piastri negli ultimi giri. Non so quanto gli upgrade Ferrari siano stati significativi nell’ottima prestazione di Monza visto il setup così peculiare necessario in questo circuito, ma se si confermano nei prossimi GP non sarà solo McLaren ad avere ambizioni nel costruttori. Del resto, a ben guardare la classifica, Ferrari sta a soli 30 punti dalla vetta. Staremo a vedere.

HAMILTON

Gara abbastanza anonima da parte del campione di Stevenage. Il voto basso se lo merita tutto anche perché in qualifica commette un errore nell’ultimo giro decisivo del Q3 proprio quando intermedi da favola sembravano proiettarlo in pole o quantomeno in prima fila. In gara non si vede mai e si accontenta di tenere dietro, peraltro assai agevolmente, Verstappen. Null’altro da segnalare.

VERSTAPPEN

Diamo un po’ di numeri. Con Monza Max arriva a 6 gare consecutive senza vittorie: non accadeva dal 2020. Il distacco rimediato da Leclerc al traguardo è di 37’’932millesimi che non gli accade da… quando era in Toro Rosso? (esagero per rendere l’idea…). È anche vero, però, che da quando ha vinto l’ultima volta, a Barcellona, il suo principale contender, Lando Norris, gli ha rosicchiato soltanto 7 punti e su Leclerc, terzo in graduatoria, ha addirittura guadagnato 15 punti. Certamente, questo sesto posto è ben peggiore di quello di Monaco a causa della palese involuzione tecnica che RBR sta attraversando. Visto che Perez gli è finito dietro di una ventina di secondi non si può dire che Max si sia risparmiato anche in questa gara. Monza è circuito assai particolare ma questa volta non era solo McLaren ad esser più prestazionale: anche Ferrari e Mercedes gli sono arrivati davanti senza alcuna difficoltà. Il distacco in classifica piloti, grazie alla gestione quantomeno discutibile di McLaren (e a qualche errore di troppo di Norris), è ancora rassicurante ma il trend tecnico negativo è ormai abbastanza evidente. Vediamo cosa riuscirà a fare nelle gare che rimangono. Dovrà dare tutto se stesso se vorrà il quarto a fila.

RUSSELL

Bella qualifica ma gara buttata per l’errore in partenza. Non è tanto il lungo alla prima variante che lo danneggia quanto l’ala anteriore che in quell’occasione si è rovinata e l’ha costretto ad un pit stop piuttosto lungo. Poi va in rimonta superando bene le vetture di seconda fascia e poi bevendosi Perez come se quest’ultimo invece di una RBR guidasse una Sauber. Sul traguardo finale è addirittura negli scarichi di Max. Che dire? Bravo, sì, ma è ancora troppo incostante.

PEREZ

Un pianto.

ALBON

Sembra che stavolta in Williams siano stati attenti alle misure delle loro componenti quindi niente squalifica… E Albon non si è fatto pregare: Q3 raggiunta con comodo e gara con il coltello tra i denti con duelli all’ultimo sangue con chiunque si trovasse a fianco. A dir il vero l’ultimo duello con l’arcigno Magnussen l’aveva anche perso ma la penalità rimediata da quest’ultimo gli consente di portare a casa punti meritatissimi. Vediamo come andrà nel prosieguo e se gli aggiornamenti gli consentiranno di entrare più stabilmente in zona punti.

MAGNUSSEN

Non ci fosse stato quel duello da favola là davanti e la magia di Leclerc credo che il premio di MVP della gara di Monza sarebbe andato al buon Kevin. Dalle mie parti, quando qualcuno non ha il talento per portare agevolmente a termine un compito gli si consiglia di “andare di badile” (vi risparmio la traslitterazione dialettale). Ebbene, Magnussen corre a Monza “sbadilando” a dritta e a manca fino a che non solo si trova in zona punti ma anche a pochi secondi da Perez. Accumula tuttavia 10 secondi di penalità per una sportellata d’altri tempi data a Gasly e deve scalare di una posizione. Però mi è piaciuto e gli assegno lo stesso un bell’8 di incoraggiamento… di cui non se ne farà nulla perché oltre alla penalità in gara gli tolgono altri punti sulla superlicenza e a Baku non ci andrà. Mi è sempre piaciuto come pilota: grintoso, coriaceo, sagace. Con queste caratteristiche avrebbe potuto essere il secondo pilota ideale in un top team con un campione (o presunto tale) come prima guida. Però il cronometro non mente mai e come velocità pura (mai fenomenale onestamente) sembra anche in trend negativo (vedi le piste che spesso gli rifila Hulk in qualifica). Che ne dite? È all’ultima stagione in Formula 1?

NOTE DI MERITO

Franco Colapinto debutta tutto sommato bene. In qualifica manca il Q2 a causa di un’inopinata escursione alla Lesmo 2 quando sembrava fosse ampiamente alla sua portata. In gara termina 12° ad una ventina di secondi da un ottimo Albon, non fa errori, non si fa doppiare come invece è capitato ad altri sei piloti con molta più esperienza di lui. Bravo.

NOTE DI DEMERITO

Hulkenberg, che pure aveva raggiunto un’ottima Q3 (cosa che gli capita spesso) si dimostra troppo ottimista nel primo giro e anche se tecnicamente la sua escursione in Ascari è causata da Ricciardo è lui a doversi rimproverare una partenza non ottimale che l’ha fatto finire in quella bagarre. Poi pasticcia anche con la strategia e finisce lontanissimo dalle posizioni cui avrebbe potuto ambire visto com’è andato bene Magnussen.

Stroll è stato inguardabile per tutto il week end: forse il babbo gli ha detto qualcosa su Newey e lui se ne sta buono in attesa del 2025?

Ci vediamo a Baku!