MIT’S CORNER: LE NON PAGELLE DI LOSAIL

È piuttosto curioso che dopo un week end così pieno di avvenimenti il sottoscritto si ritrovi con ben poca fantasia da applicare a questa rubrica. Tuttavia, dopo averci pensato per qualche atto-secondo (regalo premi nobel e cotillon a chi indovina la citazione), ho capito che questa aridità mentale è stata causata dalla “garetta” del sabato, spettacolo indegno del motorsport ai massimi livelli quale è (e, si suppone, vorrebbe continuare ad essere) la Formula 1.  Dei 19 giri che sarebbe dovuta durare la “garetta” ne sono stati concretamente disputati sì e no 9 a causa di ben tre Safety Car (sacrosante, sia ben chiaro) che hanno condizionato in modo decisivo lo svolgimento. Tutto è stato ingloriosamente pietoso in questa “garetta”. Dello svolgimento azzoppatissimo ho già detto ma che dire di un mondiale di F1 che si decide in questo modo? Perché mai il buon Max ha dovuto festeggiare il raggiungimento (scontatissimo) del suo obbiettivo gironzolando per qualche tornata in una competizione che non è un Gran Premio di Formula 1? Gli hanno tolto il gusto. Gusto che è mancato anche al povero Piastri, no? Tutti ci spelliamo le mani dagli applausi per la sua performance ma la sua non è stata una vittoria in un GP, non sta nell’albo d’oro di nulla e nelle statistiche manco verrà conteggiata se non con un apice nei risultati storici del vero GP che sembra un rimando ad una nota a pie’ di pagina.

Così sconsolato e sconfortato mi approcciavo alla visione del GP, quello vero, sperando che comunque le curiose condizioni in cui si sarebbe svolto avrebbero fornito un bel po’ di materiale e, forse, di sorprese.

Due parole sulla questione sicurezza gomme. Se Pirelli ha rilevato i problemi di micro-fratture che tutti i media hanno propalato urbi et orbi allora il restringimento di 80 cm nelle curve più critiche ha avuto un senso: non c’è da lamentarsi. Per lo stesso motivo ha avuto un senso anche obbligare i team a non percorrere in gara più di X giri con lo stesso set di gomme. Ma tutti e due? Non ne bastava uno di provvedimento? La cautela non è mai troppa quando si tratta di sicurezza, per carità, ma chiedere che venga presa in coerenza con lo spirito di competizione e velocità che la Formula 1 rappresenta mi pare richiesta legittima. La mia modestissima opinione è che fosse sufficiente l’obbligo di tre pit senza modificare la pista.

Infine, s’è parlato molto dei track limits e delle penalità connesse, con l’inesorabile profluvio di polemiche che ne è seguito. Qui, in tutta onestà, mi scaldo poco. Se il circuito è quello lì, cioè quella striscia d’asfalto delimitata da righe bianche che si arzogogola dallo start al finish allora non ci sono scuse che tengano: i piloti devono stare dentro quei limiti. Dopodiché va chiesto ai commissari di gara di valutare con il giusto criterio l’eventuale infrazione. Se il pilota è in performance e va oltre i track limits allora è giusto segnare ma se è impegnato in un duello e a causa di ciò va oltre (magari perché spinto dall’avversario) sono del parere che non andrebbe segnato. Finché è così allora tutto bene ma ho il sospetto che in almeno un caso, e precisamente in un tentativo di sorpasso di Gasly (non mi ricordo l’avversario ma l’ha spinto fuori – non Stroll) sia stato conteggiato erroneamente. Si tratta di una verifica importante perché, come al solito, ne va della serietà della competizione. Durante un duello un pilota non sta cercando la performance e se le circostanze lo inducono fuori dai limiti non lo sta certo facendo per guadagnare qualche centesimo ma solo, si fa per dire, la posizione. Poi magari il pilota incorre in qualche altra infrazione, come è capitato allo stesso Gasly con Stroll verso fine gara quando ha dovuto restituire la posizione (perdendola anche da Perez in quel frangente) dopo un sorpasso quantomeno ambiguo nelle sue modalità ma di certo non gli si può anche imputare il track limit. Detto questo la regola è semplice e c’è per tutti e non tutti i piloti sono stati penalizzati quindi eventuali geremiadi in questo senso vanno rispedite prontamente al mittente.

E poiché quest’ultima considerazione ci porta ai piloti ecco che ne valutiamo il comportamento a Lusail.

VERSTAPPEN

Non volevo parlare della “garetta” ma Max mi ci costringe visto che gli è valsa la matematica conquista del titolo. Non credo abbia potuto apprezzare il momento e questo, francamente, mi è anche un po’ dispiaciuto. La stagione che ha fatto (e che sta continuando a fare) è epocale e vincerla in questo modo lascia un po’ l’amaro in bocca. La “garetta” è stata, peraltro, uno dei pochi momenti della stagione in cui Max non è stato perfetto a causa della partenza e della prima curva fatte con un po’ di leggerezza. Sicché ancora peggio, no? Ma tant’è: gli applausi dovranno essere scroscianti! Nella gara vera, invece, è stato il solito dominatore. Controllo eccezionale per tutta la gara, peraltro non facile da valutare a causa dei 3 cambi gomme obbligatori e della sabbia sempre pronta a farti scivolare in zone poco consone, ossia fuori dai track limits. Ma il nostro non si è fatto prendere dall’ansia (e quando mai?) e senza nemmeno un track limits ha portato a termine il compito con la solita perfezione. Certo, è stato aiutato dal pasticcio Mercedes alla prima curva e dalla pessima qualifica delle McLaren di venerdì ma è colpa sua? Certo che no! (che poi manco ne parliamo più dell’impietoso confronto con Perez ma è sempre lì, a dimostrare quanto sia lui a fare la differenza). Non mi è parso che i commentatori l’abbiano sufficientemente notato ma una buona fetta del successo di ieri è dovuto alla perfetta strategia scelta dai suoi strateghi: partire con gomme nuovissime per poter pittare esattamente al diciottesimo giro gli ha consentito di rientrare già davanti a tutti. Così è stato sicuro del successo. Il resto è stato, semplicemente, grandioso.

PIASTRI

Oscar-occhi-di-ghiaccio questa volta qualche sorriso lo fa finalmente trapelare da dietro al casco. Un week end dai risultati eccezionali certifica il suo arrivo ai piani alti in cui, mezzo permettendo, lo vedremo ancora per molto tempo. Della “garetta” non parlo volentieri ma intanto lui l’ha vinta. Deludente ma non tanto quanto Norris nella qualifica di venerdì non si perde d’animo e approfitta del pasticcio Mercedes per mettersi, si fa per dire, alla caccia di Max. Lo tiene per qualche giro ad un paio di secondi ma poi deve cedere qualcosa però per tutta la gara non sarà mai oltre gli 8 secondi (reali o virtuali) di distacco. Tra i primi a pittare là davanti è costretto a destreggiarsi tra piloti lenti per non perdere troppo tempo sia nei confronti di Max che nei confronti del team mate che partiva più indietro. Non delude anche in questo frangente e si comporta assai bene dopo ogni pit sino all’ultimo in cui il recupero di Lando diviene concreto e minaccioso. Ancora una volta non si perde d’animo e risponde da par suo alla pressione di Lando anche perché quando Max pitta, un piccolo intoppo del box di quest’ultimo, lo mette a soli 3 secondi davanti a lui… va a sapere che fa una sbavatura e ci portiamo a casa il massimo risultato. Ovviamente Max non sbaglia ma se gli fosse capitato Oscar era lì, a pochi metri. Alle volte basta questo. Rilevo che cronometro alla mano ha avuto un ritmo effettivamente più lento di Norris ma poco male. Clap clap clap!

NORRIS

Lando Lando Lando! Ma che mi combini in qualifica?! Già, perché il suo risultato finale è tutto lì. Nemmeno un giro valido in Q3 ed è costretto a partire decimo. Gli è andata bene che le Mercedes hanno fatto il pasticciaccio ma deve comunque riflettere assai. Anche perché non ci vuol nulla a passare dall’essere considerato un CdM in potenza ad uno che sarà pure veloce ma non sa cogliere le occasioni. E sarebbe un peccato perché di talento ne ha da vendere. Va detto che dopo un primo stint cauto nel resto della gara è stato decisamente il più veloce in pista: cronometro alla mano lo è stato anche più di Russell, Piastri e, udite udite!, persino di Max. Sarebbe stato interessante vederlo mettere pressione a Max sin dall’inizio perché ieri le McLaren erano decisamente in palla. Alla fine, grazie al ritmo testé ricordato, ne aveva probabilmente per tentare l’attacco a Piastri ma si è trattenuto, non prima di aver trattato qualcosa con il muretto, immagino. La spinta che ha dato è tuttavia stata sufficiente per vedere entrambi i papaja a pochi secondi da Max. E questo è forse il numero più interessante del week end. Bravo comunque!

RUSSELL

Se le McLaren hanno di che recriminare nelle qualifiche (quelle vere) di certo non hanno nulla da rimproverarsi le Mercedes che si piazzano a poca distanza da Max e con una vettura che pare ben digerire questo circuito avrebbero potuto stabilire una buona strategia di partenza per provare a impensierire Max. Facile a dirsi ma a farsi… Il pasticcio alla prima curva è ovviamente quel che determina il suo risultato finale, peraltro esito di una condotta straordinaria, con sorpassi da antologia e con una velocità e ritmo notevolissimi che per buona parte della gara lo vedevano battagliare con il solo Norris per il primato cronometrico. Ma ciò serve solo ad aumentare i rimpianti per quanto capitato in partenza. La scelta di mettere le rosse a Lewis credevo avesse un obiettivo ben preciso: in partenza George deve minacciare Max all’interno, costringendolo a chiudere, e Lewis avrebbe potuto tentare, forse persino con comodità, il passaggio all’esterno. Ma le cose vanno diversamente. E se è vero che tecnicamente la colpa del “ciocco” va imputata a Lewis temo che la responsabilità strategica di George sia più decisiva. Tant’è che si apre in radio chiedendo scusa a tutti, consapevole, evidentemente, di aver fatto un pastrocchio. Una volta che Max l’aveva chiuso lui doveva semplicemente starsene lì ad aspettare l’esito del tentativo di Lewis all’esterno. Se fosse riuscito (e non succedeva altro) lo mettevano nel panino mentre se poi Max provava a far una resistenza delle sue George magari li avrebbe sopravanzati entrambi e provato a correre via. Anche perché il ritmo l’aveva. Invece così, cioè tentando inopinatamente di sfruttare la scia di Max come se non fosse stato concordato nulla prima della gara (cosa a cui non credo), ha finito per ostacolare Lewis e non Max. Pessimo errore, se posso. Poi si scatena e fa una gara eccezionale ma la sensazione che abbia toppato rimane. Impressionanti i suoi tentativi di prendere aria alle mani in rettilineo. Wow! Bene, sì, ma non benissimo.

LECLERC

Al solito eccellente in qualifica (quella vera) è costretto ad una gara (quella vera) tutta in difesa. Ferrari digerisce ben poco questo circuito e, anche qui al solito, si vedeva molto nella sua guida: anteriore che va dove gli pare e Charles costretto a correggere ogni tre per due. Anche in gara la macchina non sta in strada e i primi due stint li passa a cercare di stare entro i track limits senza poter tentare altro. Un po’ meglio mi è parso sulle bianche ma non so se ciò sia dovuto ai serbatoi più leggeri o effettivamente alla mescola. Anche perché nell’ultimo stint su gialle nuove stampa tempi di tutto rispetto che lo mettono al sicuro e anzi, per qualche giro, sembra anche in grado di impensierire Russell. Nel complesso, considerate le ambizioni e il curioso problema che ha impedito a Sainz di correre, la Ferrari è stata deludente e Charles non ha potuto far altro che limitare i danni.

ALONSO

Gara un po’ incolore come capita ad AM da qualche tempo a questa parte ma stavolta il buon Fernando riesce a mettere la pezza, soprattutto in qualifica (quella vera) dove riesce a piazzarsi ad un soffio dalle Mercedes. Le quali però gli fanno un brutto scherzo e nella loro carambola lo costringono a frenare e a cedere qualche posizione in partenza. Non si perde d’animo e fa i primi stint da par suo veleggiando di riffa o di raffa nelle posizioni che contano. Commette poi un errore al 33° giro non da lui con un escursione fuori pista che gli fa perdere la posizione contro Leclerc e poi, forse deluso o stanco per il clima infernale del Qatar (simpatico il siparietto via radio in cui chiede al muretto di buttargli acqua sul sedile durante il pit…) non spinge più e si accontenta. Bravo, ma con riserva.

OCON

Settimo posto un po’ casuale ma con il non banale merito di non essere incappato nei track limits che hanno tormentato la gara dei suoi competitor più diretti. Si fa notare, alla fine, più per il pasticcio combinato nella “garetta”, nel triello con Perez e Hulk, in cui ne combina di ogni eliminando gli avversari manco fosse un videogioco. Bah!

BOTTAS-ZHOU

Alfa Romeo ogni tanto alza la testa e lo fa quando meno te lo aspetti. Qui Bottas in particolare si è ricordato di essere un pilota di Formula 1 e ha dribblato tutte le difficoltà della qualifica (quella vera) piazzandosi in una notevolissima, per lui e per Alfa Romeo, 9° posizione in griglia. Anche la gara è intelligentissima. Pittano al primo giro, in regime di SC, e sfruttano entrambi, soprattutto Bottas, alla grande la strategia che gli si prospetta davanti e cioè tirare “in lungo” ogni stint per rientrare senza difficoltà davanti ai competitor. Bottas fa il suo molto bene e si merita il risultato finale. Zhou mi è parso più “falloso” ma ha il merito di non incorrere nei track limits che hanno azzoppato i competitor. Entrambi acchiappano punti insperati, peraltro in una delle gare più difficili dell’anno. Complimenti!

PEREZ

Pasticci su pasticci su pasticci su pasticci. Checo va sempre più a fondo ma ormai non è una novità. Fuori dal Q3 per l’ennesima volta non riesce nemmeno a fare la rimonta che pure il mezzo gli avrebbe consentito. E’ stato tutta la gara in lotta con vetture che non dovrebbero essere alla sua altezza e ha sempre faticato. Poi ha collezionato un tale numero di track limits da far impallidire anche Gasly. Male!

NOTE DI MERITO

Nessuno. Forse sarò stato troppo concentrato a segnarmi il ritmo di quelli là davanti ma onestamente non mi è parso che nessuno abbia mostrato numeri tali da inserirlo in questa fascia di pagellatura. Doveva pur esserci una prima volta!

NOTE DI DEMERITO

Oltre a Perez, che sta là e non qua solo perché nei punti, grossi demeriti vanno a Stroll, Gasly e Albon non tanto per aver fatto una pessima gara (anzi, Gasly è parso ancora una volta più in palla di Ocon, Albon il solito combattente e Stroll è stato un po’ meno pietoso di altre volte) quanto per aver collezionato richiami e penalità da track limits come non ci fosse un domani. E siccome sono stati gli unici penalizzati allora vanno, giustamente, puniti con voti pessimi. A loro si aggiunge il celebrato eptacampeao che in partenza fa un erroraccio da principianti decisamente inopportuno per le ambizioni Mercedes in Qatar. Come scritto più sopra nel box di Russell credo che strategicamente parlando la responsabilità maggiore sia da attribuire a George ma quella più squisitamente tecnica è sua e solo sua. Peccato perché le Mercedes così in palla avrebbero reso la gara assai scoppiettante.

NOTE DI ANONIMATO

Le Haas, dopo buone qualifiche (Hulk strepitoso nella shootout), sono scomparse in gara. Peggio ancora le RBR a pedali con Tsunoda e Lawson costretti a portare a spasso le loro vetture per tutta la gara.

NOTE DI SALVATE IL SOLDATO LOGAN

Il rookie più in difficoltà della stagione (dopo DeVries, che però ha già finito la sua avventura) è costretto a soccombere al clima infernale in cui si è svolta questa gara assai prima della sua conclusione. Nella prima qualifica non era neanche andato male, a solo un decimo da Albon, pasticcia nella shootout, si gira da solo nella “garetta” e, per l’appunto, soccombe fisicamente alle infernali spire del deserto qatarino. Peggio non poteva andare. E se già navigava in cattive acque, con la riconferma sempre più lontana, questa defaillance fisica farà storcere il naso non poco a chi deve prendere decisioni sul suo futuro. Per carità, sarebbe una cattiveria ma come per il discorso dei track limits che c’erano per tutti ma solo in quattro hanno preso penalità, anche il clima era uguale per tutti e seppur con fatica la gara l’hanno terminata. Te lo saresti aspettato dal vecchietto Alonso e invece la defaillance arriva dal più giovane del gruppo che peraltro sfoggia un fisico assai prestante. Dicono che un piccolo problema al casco gli abbia impedito di prendere anche il più piccolo filo d’aria durante la gara (la qual cosa sarebbe evidentemente stata per lui salvifica: vedi i camera car di Russell e Norris) ma anche qui non gli si può non imputare qualche responsabilità perché la preparazione di una gara di Formula 1 deve essere curata anche nel più piccolo dei particolari, compreso verificare la facilità nel maneggiare la visiera del casco. Umanamente dispiace: i team radio in cui diceva che non ce la faceva più mi facevano stringere il cuore e sono certo che diventeranno emblematici per qualsiasi racconto di questo sport. Tuttavia, non si può non dargli l’ennesimo votaccio di questa stagione. Che sarà la prima e l’ultima, salvo clamorose sorprese nelle ultime gare. Salvate il soldato Logan!

Ci vediamo ad Austin!

 

Metrodoro il Teorematico