Il Gran Premio di Las Vegas 2024, preannunciato come uno degli eventi più spettacolari della stagione, è andato in archivio sancendo quello che tutti si aspettavano: abbiamo Max Emilian IV!
Avremo modo di celebrarlo a dovere ma è un peccato, per certi versi, che l’evento si sia verificato qui, a Las Vegas, e non a Interlagos: sarebbe stata degna conclusione di un mondiale strepitoso. Ma tant’è e lo salutiamo con i più ampi e meritatissimi complimenti.
Alcuni pensano che la città del peccato, con le sue luci sfavillanti e l’atmosfera elettrizzante, offra uno scenario unico per una gara di Formula 1. Tuttavia il sottoscritto, da buon marxista (nel senso di Groucho Marx), non può esimersi dal rilevare quanto questo contesto faccia assomigliare il circus ad un pinguino in una sauna: fuori posto ma con stile.
Già, perché probabilmente ben consci di tali perplessità, i Tilke (pater et filius, stando alle info sul circuito) hanno ben pensato di disegnarlo per favorire molti sorpassi, un po’ come a Gedda, grazie ad un rettilineo infinito in cui anche il DRS un po’ azzoppato di quest’anno possa condizionarne gli esiti. Il circuito non presenta alcuna caratteristica degna di nota, tranne per l’appunto il lungo rettilineo da 1.9 km di cui sopra, e l’unica attenzione che devono porre i piloti è ai muretti tipici di un circuito cittadino moderno: non essendoci vie di fuga basta un semplice errore per andare a muro e vanificare tutto il week end. Se n’è accorto il di questi tempi celebratissimo Franco Colapinto che in qualifica ha avuto modo di capire quanto siano pericolosi 50g di decelerazione laterale. Fortunatamente l’argentino se l’è cavata con un bello spavento e con il rammarico di aver dato l’ennesima gatta da pelare al team ma guardando la dinamica del suo incidente più e più volte non posso che rallegrarmi del livello di sicurezza raggiunto da queste vetture: senza le protezioni laterali e l’HANS temo che le conseguenze di un incidente siffatto sarebbero state terribili.
Rimane comunque un punto, quello della sicurezza, che spero i responsabili della FIA continuino a monitorare e ad analizzare: non sono del tutto certo che se l’impatto fosse avvenuto qualche metro prima o qualche metro dopo avrebbe sortito lo stesso rassicurante esito. Speriamo!
Tornando al circuito, anzi all’evento, Gli organizzatori dell’evento non hanno fatto molto per distogliere l’attenzione dal kitsch estremo: alla fine della gara una sfilata di Rolls Royce ha portato i protagonisti del podio (e Max) fino al laghetto del celebre quanto pacchiano Bellagio. La scena mi ha fatto provare un forte imbarazzo, come quando un collega si presenta a una riunione importante con un abito impeccabile ma una cravatta a pois fucsia, senza fare una battuta del tipo “mi ha costretto mia figlia di 10 anni!” per salvare le apparenze. Mancava solo che i piloti indossassero caschi a forma di cappello a cilindro!
Oltre a tutto ciò, gli orari ultraserali mettevano in difficoltà piloti e vetture: Las Vegas sarà pure immersa nei deserti del Nevada ma l’inverno è inverno anche lì. Il freddo ha cambiato le carte in tavola: positivamente per Mercedes e negativamente per tutti gli altri e ha reso l’asfalto, pur inaspettatamente liscio per un cittadino, assai scivoloso e imprevedibile quanto a consumo gomma.
Ma ora bando alle ciance e vediamo come si sono comportati i piloti in questo contesto che, comunque la si veda, non era comunque facile da gestire.
RUSSELL voto 10
Chi si è destreggiato alla perfezione in questo contesto è Giorgino nostro che sfodera la sua seconda miglior gara dell’anno dopo Spa che però stavolta gli vale il punteggio pieno e l’ufficialità della terza vittoria in carriera. Beneficia di un mezzo evidentemente perfetto per le gelide condizioni di questo periodo dell’anno sull’altipiano desertico del Nevada. Che fosse così si è visto sin dalle prime prove libere con lui ed Hamilton a tirare il gruppo con molta facilità. Le qualifiche le ha letteralmente dominate e ancora meglio si è destreggiato nel corso della gara durante la quale non ha sbagliato nulla mantenendo il perfetto controllo in ogni momento critico. La partenza è stata perfetta e poi non si è lasciato intimidire dagli attacchi di Leclerc. Nel primo stint con le gialle ha tenuto un ritmo inavvicinabile per chiunque e con le bianche ha saputo destreggiarsi perfettamente controllando i potenziali inseguitori con una strategia altrettanto perfetta. Non si è minimamente scomposto quando nel finale Hamilton sembrava averne di più: lo ha lasciato avvicinare sino a 5 secondi, conservando le gomme, e poi ha accelerato portandosi allo stesso ritmo di Lewis facendogli capire che non c’era alcuna possibilità non solo di attaccarlo ma nemmeno di raggiungerlo. Questo è quel che mi è più piaciuto della sua gara: il controllo totale. Bravissimo!
HAMILTON voto 8 meno
La sorprendente Mercedes vista in Nevada consente ad Hamilton di completare l’inaspettata doppietta grazie ad una gara gagliarda che ha fatto rivivere all’eptacampeao i fasti delle Wxy degli anni migliori: partenza da dietro ma sorpassi rapidi e decisi, gestione, controllo, strategia ottimale grazie ad un ritmo inarrivabile. Peccato per lui che la qualifica, nella quale il buon Lewis ha pasticciato malamente in entrambi i tentativi del Q3 costringendolo a partire dalla decima posizione in griglia, sia stata estremamente deludente. Il che gli vale un voto, per quanto buono, decisamente inferiore rispetto a quello del suo compagno di squadra. Non è un buon viatico per la prossima stagione: ti aspetti che il suo curriculum e la sua esperienza, se non la sua velocità ormai consegnata agli archivi, vengano fuori proprio in queste situazioni e invece…
SAINZ – LECLERC voto 7,5 a entrambi
Si diceva che Las Vegas fosse pista Ferrari ma la pista ha dimostrato che gli alfieri di Stoccarda non hanno avuto rivali. Dunque i ferraristi, arrivando immediatamente dietro ai grigi, hanno comunque dimostrato che, senza questo “cigno nero” (anzi “grigio”), Ferrari avrebbe potuto vincere abbastanza agevolmente. Quindi ciò è molto positivo. Il comportamento vettura in prova e in gara è parso ottimo e se non fosse stato per il primo stint con le gomme gialle, crollate repentinamente dopo 6-7 giri, forse Russell avrebbe dovuto sudarsela di più. Con le bianche, infatti, il ritmo tenuto dai rossi era del tutto analogo a quello di Russell e nel finale anche migliore. Leclerc ha patito il suo tentativo di superare Russell a inizio gara ma è parso, in gara, leggermente più in palla di Sainz. Detto questo ci sono un po’ di cose da valutare per mettere la prestazione dei piloti in un quadro più obiettivo. Mi riferisco naturalmente alla polemica sorta dopo i team radio di Leclerc mandati in onda in modo forse inopportuno ma che segnalano una situazione un po’ più delicata di quanto ci si aspettasse. La prima cosa da dire è che la qualifica di CLC per la terza volta nelle ultime quattro gare è deficitaria nei confronti di quella di Carlos e nell’unica volta in cui gli è arrivato davanti (in Brasile) è perché Sainz ha pasticciato. La pretesa di poter avere dei favoritismi in termini di strategia o di condotta di gara non può prescindere dal mostrare innanzitutto in pista che lui deve essere il pilota su cui puntare. È chiaro che se arrivi a 3 decimi di distanza dal teammate per tua colpa, cioè essendo stato più lento, le pretese perdono di forza. Di poi, se nel corso della gara non fai valere le tue qualità velocistiche nei momenti che contano allora la forza di tali pretese non può far altro che scendere ulteriormente. Tutto ciò va considerato a maggior ragione sapendo che Sainz è in uscita dalla squadra sin dal giorno zero della stagione 2024 e con il sedile di Perez perennemente in bilico non si può pensare che, anche a contratto Williams firmato, Carlos non abbia l’occhio teso verso Milton Keynes e l’orecchio ben allineato alle uscite di Marko. Dal canto suo il buon Carlos, al quale non si può non riconoscere grande sagacia tattica, sembra che non manchi mai l’occasione per fare scherzetti a Leclerc sapendo che questi, ormai ben calato nel suo ruolo di uomo-squadra, difficilmente si metterà a combattere con lui come se non ci fosse un domani. Proprio perché in quanto a sagacia tattica è uno dei migliori in Formula 1 (vittoria di Singapore 2023 docet) è difficile pensare che le sue mosse su Leclerc a Las Vegas non siano state fatte appositamente. Il ritardato “swap” mentre erano inseguiti da Hamilton, tra il 23° e il 27° giro, non viene mitigato dall’essersi messo tra i due con cattiveria: “ti ritardo apposta lo swap” sembra pensare Carlos “ma poi mi inserisco davanti ad Hamilton così non mi possono accusare di nulla”. Il calcolo era presumibilmente un undercut su CLC che, in quel frangente, stava andando più veloce di lui: bloccandolo per due tre giri e sapendo di fermarsi prima sapeva che sarebbe uscito abbondantemente avanti a lui quando si sarebbe fermato. Tale calcolo è stato vanificato dall’errore del box Ferrari che prima lo chiama e poi lo rimanda fuori mentre sta imboccando la pit lane (a proposito: come mai niente penalità?). Ma anche così Sainz decide di superare Leclerc nonostante non ci fosse alcuna ragione per farlo. Più avanti nella gara, quando i due rossi raggiungono Verstappen, Sainz passa l’olandese ma poi non se ne va, nonostante fino a lì avesse avuto un ritmo di mezzo secondo più veloce: anche in questo caso la sensazione che abbia tenuto appositamente Max a distanza DRS per evitare che CLC lo passasse agevolmente non mi abbandona. Tant’è che quando finalmente 6 giri dopo CLC riesce a superare Max, mancano solo tre giri alla fine e non c’è possibilità per Leclerc di chiedere uno swap ulteriore. Insomma, Leclerc deve darsi una svegliata in pista se vuole dar peso alle sue pretese ma non ha del tutto torto quando si lamenta delle “furbate” di Sainz. Ieri, terzo e quarto, hanno potuto guadagnare punti su McLaren nel costruttori ma con altre “furbate” così i prossimi due GP potrebbero complicare una lotta per il titolo costruttori che già non è per nulla semplice. Alla luce di ciò ho tolto mezzo voto ad entrambi che pure, in pista, erano da 8.
VERSTAPPEN voto 7 per la gara e 246 per il controllo
Eccolo! Per vincere il titolo gli bastava fare il minimo sindacale visto che erano pochissime le combinazioni che avrebbero consentito a Norris di andare in Qatar con ancora qualche flebile speranza. In pratica, gli bastava arrivare al traguardo davanti a Norris a prescindere dalla posizione o anche arrivargli immediatamente dietro. Solo una vittoria di Norris ed un suo zero potevano preoccuparlo e con le qualifiche a suo favore (lui 5° e Lando 6°) tale eventualità era remotissima. Dunque, per lui che ha più volte dimostrato di avere aggiunto un grande controllo della gara al suo bagaglio tecnico, si trattava solo di non mettersi nei guai. Superato il momento, sempre rischioso, della partenza si è messo a velocità di crociera fino a concludere nella fatidica posizione che lo lancia ulteriormente nell’olimpo dei grandi di questo sport. Non c’è molto altro da dire. Lo celebreremo come si deve nel riepilogo della stagione. Per il momento ci leviamo il cappello!
NORRIS e PIASTRI voto 6 meno e 5.5 rispettivamente
In qualifica Lando è molto più lontano dalla vetta di quanto avrebbe voluto e in gara, dopo una partenza in cui tenta di impensierire Max senza troppa convinzione, deve arrendersi a tutti quelli che ha davanti. Chiude la gara ad una distanza siderale da Max (quasi trenta secondi) che è un risultato del tutto impensabile alla vigilia alla luce di tutto il buono che, dal punto di vista tecnico, ha fatto vedere McLaren in questi ultimi mesi. Vedremo se l’anno prossimo farà tesoro dell’esperienza di quest’anno ma le volte che ha “toppato” quand’era stra-favorito non lasciano ben sperare. A Las Vegas Piastri è andato anche peggio. In qualifica non riesce a stare davanti a Tsunoda e parte ottavo. In partenza è assai molle e si fa superare da Hulkenberg al quale non riesce a contendere la posizione sino all’arrivo di Hamilton che indirettamente lo aiuta. Supera Tsunoda con undercut e passa il resto del GP a cercare di tenerlo a distanza di sicurezza, preoccupato anche del positivo ritorno di Hulk. Decisamente una McLaren fuori forma, probabilmente a causa delle condizioni climatiche sfavorevoli. Per sua fortuna l’exploit di Mercedes impedisce a Ferrari di fare l’en plein di punti ma suppongo che la preoccupazione, a Woking, stia salendo di grado.
HULK voto 8
Dopo alcune gare in cui Magnussen sembrava stranamente (per com’era andata la stagione) più efficace e con un Brasile addirittura fallimentare, messo in ombra da Bearman ed errori non da lui, il buon Hulk torna a brillare. Q3 raggiunto con una certa facilità e una gara gagliarda lo portano ai punti necessari per riprendere fiato nella classifica costruttori. Grazie a lui, e all’inopinato guasto che ha tolto di mezzo Gasly, Alpine è di nuovo dietro. Peccato si sia un po’ perso in occasione del sorpasso subito da Hamilton intorno all’ottavo giro perché con un Piastri così poco in palla avrebbe anche potuto aspirare ad una posizione migliore. Ad ogni modo: bravo e solido!
TSUNODA voto 8+
Il “+” è dovuto alla qualifica strepitosa che ha fatto. Il piccolo Yuki ha rimesso a posto Lawson con una prestazione notevole, considerato che in tutte le FP si era trovato in enorme difficoltà. Va ancora meglio in gara, in cui riesce a tenere un ritmo che non sembrava alla sua portata e conclude non lontano da Piastri e Hulk. Per le ambizioni in classifica costruttori non è ancora abbastanza: 3 punti di distacco, considerati i pochi punti a disposizione nelle posizioni di rincalzo, non sarà facile recuperarli ma la combattività non gli manca. Bravo!
PEREZ voto 5 +
Voto matematicamente insufficiente per Checo con un “+” raccattato grazie ad uno strepitoso sorpasso su Magnussen e Lawson al 38° giro. Pietosa la sua performance in qualifica. Leggermente meglio in gara ma, a parte il già citato sorpasso, senza mordente. Guadagna il punto solo perché Gasly rompe, Ocon fa pasticci, Alonso ha una AM in caduta libera e Magnussen si è dimenticato il piede destro in Danimarca. Per quanto ancora i soldi degli sponsor gli consentiranno di tenere il sedile?
ALONSO voto 6: Più di così non poteva fare
MAGNUSSEN voto 5: aveva tre settimane per recuperare dalle vendette di Montezuma & Co. rimediate in Brasile quindi la sua prestazione, decisamente inferiore a Hulk dopo alcune gare in cui invece pareva decisamente in palla, è largamente insufficiente.
ZHOU voto 7: Finalmente si rivede mettere il muso della sua Sauber un po’ più avanti dell’ultimo posto cui si era mestamente abbonato. Ottima qualifica e buona gara nella quale ad un certo punto sembrava persino poter ambire ad una posizione nei punti.
COLAPINTO voto 6 meno: dopo la grande paura per il botto in qualifica (colpa sua, beninteso) fa una gara pensando solo a portare la vettura al traguardo senza ulteriori danni.
STROLL voto 6: stavo per dargli l’ennesima insufficienza quando ho letto dei suoi problemi con la radio che l’hanno costretto ad una gara al buio. Considerato quanto sia difficile per i piloti di oggi fare a meno di scambio continuo con il muretto non è poi andato così male.
LAWSON voto 4: Tsunoda è riuscito a fare il salto di qualità dopo le preoccupanti FP ma lui no e si è preso le piste dal giapponese dando una gran delusione al suo muretto e a noi che da lui ci aspettavamo una gara decisamente diversa. Dopo le belle prove degli ultimi GP un inciampo ci può stare. Solo che il campionato costruttori esige che anche lui sia della partita. Vedremo in Qatar se torna a farci vedere di cosa è capace.
OCON voto 5: Dalle stelle alle stalle ma si può fare una gara leggendaria come in Brasile e poi scadere nell’anonimato la gara dopo? Vero che ha avuto un guaio ai box in occasione del primo pit (in pratica quando entrato per il pit i suoi meccanici non erano pronti ed è dovuto ripartire), ma nel resto della gara non è che abbia fatto vedere granché trovandosi a battagliare con il solo Lawson, altra delusione di questo GP. Questo pilota non lo capirò mai.
BOTTAS voto 5: mai visto.
GASLY s.v. per la gara ma 9 per la qualifica!
ALBON s.v.
Finito, come ampiamente prevedibile, il mondiale piloti, rimangono due gare per determinare le posizioni in quello costruttori. Oltre alla lotta per il primo posto tra McLaren e Ferrari, tutt’altro che scontata, sono le posizioni di rincalzo a creare interesse. In particolare, è il sesto posto ad essere conteso con Haas, Alpine e Racing Bulls racchiuse in 4 punti con due gare da disputare. Aston Martin pare sicura del 5° posto ma è in caduta libera dal punto di vista tecnico e non può essere poi così tranquilla: se uno degli inseguitori avesse un exploit tipo Alpine in Brasile…
Ci vediamo in Qatar!