IL PUNTO DELLA REDAZIONE

Nella pausa estiva, che tocca anche alla F1, apparentemente ci sarebbero pochi spunti di cui parlare eppure mai proprio come quest’anno non ci si annoia mai. Era tanto che non scrivevo della Ferrari e, confesso che questa presa di posizione è stata anche voluta, perché visti i risultati degli ultimi GP che hanno concluso la prima parte della stagione, ad essere sinceri c’era ben poco di cui parlare… a meno che bestemmiare e, maledire in tutte le lingue dell’uomo, chi ha ridotto la Beneamata in questa situazione sia parlarne! Intanto è stata proprio la Rossa a far parlare di se in questi primi giorni di vacanza, sia attraverso uno dei suoi due alfieri che per mano della Dirigenza.

Alla fine Sainz ha rotto gli indugi e, dopo una lunga riflessione ed aver sondato il mercato con oculatezza, lo spagnolo (assieme al suo entourage) ha scelto di andare nella Williams di James Vowles. Innanzi tutto mi preme augurare allo spagnolo il meglio per la nuova avventura che lo attende. Sainz alla Ferrari mancherà e mancherà tanto, perché con la sua partenza (a fine campionato naturalmente), si verrà a dividere una delle coppie più prolifiche, solide, consistenti e soprattutto longeve (in termini di futuribilità data la loro età a dispetto del sostituto dello spagnolo) del mondiale di F1. Ho sempre sostenuto su queste righe e sul Bastian Contrario, che questa è la coppia più forte del mondiale proprio perché se manca l’uno, a coprire gli errori o le mancanze commesse c’è sempre l’altro. Prova ne è, di quello che dico, la classica costruttori in luogo del quale è vero che siamo terzi nel campionato e, presto anche Mercedes ci supererà, è anche vero che la McLaren ha dovuto smazzare per tutta la prima parte di campionato per superarci, vista la solidità della coppia (una vittoria a testa!) e di rimando, La stessa Mercedes dovrà sudare fino alla fine del campionato per poter strappare il terzo posto in classifica, nonostante abbiano dimostrato di essere la squadra che ha recuperato di più negli ultimi appuntamenti. Questo solo per far capire la solidità della coppia, con buona pace del dogma religioso che viene messo nel tifo per l’uno o per l’altro o di chi crede che, poiché il loro rapporto non è idilliaco, li avrebbero dovuti separare da subito. Si guardi in Red Bull: Verstappen va d’amore e d’accordo con il suo compagno ed infatti si vedono i risultati di questo buon rapporto, con una squadra che quasi sicuramente perderà il titolo costruttori!

Apparentemente la mossa di Sainz può sembrare disperata eppure la sua, è stata un’azione calcolata nei minimi dettagli, soprattutto in relazione all’età che ha: il primo settembre lo spagnolo spegnerà trenta candeline che, dal punto di vista agonistico iniziano ad essere non dico tante, sicuramente importanti come numero. Per questo Carlito non ha voluto legarsi all’Audi, la quale a sua volta, lo avrebbe ricoperto d’oro solo (ricordate che c’è sempre il trucco), che la casa dai quattro anelli non vincerà prima dei canonici quattro, cinque anni di apprendistato (e comunque non è un fatto scontato) e, Sainz tutto questo tempo non vuole aspettarlo e forse nemmeno ce l’ha. Lo stesso dicasi con Alpine la quale non solo è un cantiere a cielo aperto, addirittura perderà lo status di costruttore (propulsori Renault) visto che AMG gli fornirà i suoi di propulsori quasi sicuramente… che fine indegna hanno fatto a Viry-Chatillon lasciatemelo dire! Come vedete con queste premesse Sainz si sarebbe condannato, anche perché Briatore chiedeva minimo due anni, ed è proprio la durata del contratto che ha portato lo spagnolo in quel di Grove visto che l’accordo da egli firmato, a dispetto di quello che dice Vowles (“Lunga durata…), ha opzioni a favore dello spagnolo in maniera tale che si possa svincolare, oggi o domani si crei l’opportunità di andare in Mercedes (poco probabile), Red Bull o perché no in Aston Martin al posto del suo connazionale. La sua è una scommessa e del resto non può che fare in questo modo, data sia la scarsità di scuderie competitive e sia e soprattutto che queste sono già al completo… al momento; perché in F1 non si può mai dire mai.

Proprio grazie o causa di questa certezza, dell’incertezza in F1, affermo che fino a quando Newey non avrà reso ufficiale il suo ingaggio tutto è aperto, tutto è possibile… soprattutto se ti chiami Newey. Detto ciò mi pare che ormai sia anche il segreto di Pulcinella la sua potenziale destinazione e cioè Aston Martin. La squadra di Stroll sta facendo sul serio e, se è vero che arriverà il genio inglese dopo aver soffiato a Ferrari (si, sempre Noi!) il Direttore Tecnico Cardile, allora ci sono tutti i presupposti affinché la squadra del canadese (caro Alonso, tieniti in forma ti prego!) possa dettare legge con il nuovo regolamento del 2026. Come mai il genio inglese non è venuto in Ferrari nonostante molti siti del settore lo davano per certo? La risposta è da ricercare nella premessa che ho fatto all’inizio dell’articolo e cioè nella dirigenza. In questi ultimi giorni, si vociferava che a dire di no ad Adrian, sia stato lo stesso Vasseur in quanto il genio inglese, chiedeva troppa autonomia in termini di gestione soprattutto per quanto riguarda la scelta degli ingegneri. Caso mai fosse vero questo, mi pare logico che il TP francese abbia detto no: del resto lo avrebbe fatto una qualunque “quinta scelta”, perché dal momento che Newey inizia a decidere tutto lui di fatto, ai vertici potrebbero iniziare a chiedersi anche a che cosa serve la suddetta “quinta scelta” che è rappresentata dalla persona di monsieur Vasseur, per non parlare del fatto che tanto valeva tenersi Binotto visto che stiamo parlando di potere dirigenziale!

La mia idea? Non credo alla diceria che sia stato Vasseur a dire di no al genio inglese, sia perché non ne ha il coraggio e soprattutto perché non ha il potere per farlo: il problema della Rossa è solo e soltanto dirigenziale, mi spiace ripetermi eppure il pesce, come sempre, puzza dalla testa. Questa è la Ferrari di Elkann e, se mai vincerà, si dovrà dire che sarà stato solo per merito suo. Non so francamente che idea per il futuro abbia il Presidente, solo che non è che arriva Hamilton in squadra (e Charles allora?) e come d’incanto dividerà le acque e moltiplicherà pani e pesci, perché anche un campione come lui, senza una squadra vera con le palle esagonali sotto, potrà fare ben poco. Purtroppo la dirigenza della Rossa sta commettendo lo stesso errore che ha commesso con Ross Brawn nel 2008… poi sappiamo tutti com’è andata a finire l’anno successivo. Allo stesso modo dicasi per Newey: è assolutamente da pazzi lasciarselo scappare, solo che questo ancora di più fa capire in seno alla Gestione Sportiva, a livello di vertici decisionali, quanto sia veramente importante vincere.

Riuscirà la Ferrari di Elkann a realizzare “l’obiettivo venti ventisei” dichiarato già a fine 2022, immediatamente dopo aver smantellato una squadra arrivata seconda nel mondiale costruttori? Non ne ho idea francamente. Con l’arrivo di Hamilton lo vedevo quasi sicuro questo obiettivo, perché questo “nome” ne avrebbe chiamati altri… evidentemente l’unico nome che deve contare in squadra è quello del Presidente.

Vito Quaranta