MIT’S CORNER: FORMULA UNO E RELATIVITA’ SPECIALE ANZI, SPECIALISSIMA

Quanto segue è un tentativo di applicare la relatività speciale alla Formula 1.

“Il MiT è impazzito?!” Vi chiederete.

Ebbene, per quanto non possa giurare sulla sanità mentale del sottoscritto, posso altresì garantire che non sarà certo per questo articolo che, nel caso, mi verrà applicato un TSO.

Ma vi tranquillizzo subito. Non parlerò di trasformazioni di Lorentz, di dilatazioni dei tempi o di equivalenze tra massa ed energia. Né, tantomeno, mi sollazzerò disquisendo di complicate formule, calcoli vettoriali, equazioni differenziali o dei (per me) misteriosi calcoli tensoriali. A quelli ci pensa l’ottimo Carlo Rovelli nel suo Relatività Generale, Adelphi, 2021 del quale consiglio quantomeno una lettura ad alto livello giusto per trarne il senso di quanto sia al contempo terribile e magnifico l’impegno per giungere ad un qualche barlume di conoscenza.

Qui, invece, sarà sufficiente comprendere il concetto di media algebrica e concentrarsi giusto un poco per immergersi nella sua ponderazione, nel senso tecnico (e un po’ ironico, me lo concederete) di velocità relativa media del pilota di Formula 1.

Già, perché quanto segue non è altro che un tentativo di confrontare le prestazioni velocistiche dei piloti nella stagione 2023 ognuna delle quali è relativa esclusivamente al confronto tra compagni di squadra nell’evento del week end che più porta all’estremo l’abilità dei piloti in questo frangente: le qualifiche.

Innanzitutto, vorrei chiarire che tale confronto ha un puro intento speculativo. Chiunque mastica di Formula 1 sa perfettamente che la velocità non è misura dell’efficacia di un pilota. O, quantomeno, non è il solo fattore a determinare tale efficacia. Così fosse, piloti del passato come Stirling Moss, Chris Amon, Ronnie Peterson avrebbero fatto incetta di titoli mondiali. Invece, come ben sappiamo, sono innumerevoli le caratteristiche che un pilota deve avere per indossare con orgoglio la corona di campione al termine della stagione. Ma se la velocità pura non esaurisce le abilità di un pilota essa deve comunque essere la ben nota condicio sine qua non perché questi possa avere ambizioni alte e magnifiche.

Dunque, giocare un poco con i dati per capire chi è stato veloce e chi meno (perché lento non lo è nessuno nei pascoli formulaunistici, sia chiaro) in questa stagione così particolare ci aiuta, forse ed è questa l’ambizione dell’analisi che segue, a capire chi è invecchiato meno del suo gemello identico.

Le premesse sono necessarie per capire il tipo di ponderazione che ha generato i numeri che seguono. Accingendomi all’analisi mi è subito parso evidente che non poteva essere il mero confronto dei migliori crono in qualifica, GP per Gp, a stabilire la velocità relativa tra compagni di squadra. Infatti, le varie circostanze che si sono verificate in ogni sessione e in ogni singola Q potevano determinare distacchi non consoni alla concreta velocità che ogni pilota è riuscito a sviluppare. Pensiamo al caso di Verstappen a Gedda: rotto il semiasse in Q2 si è trovato ad avere quale miglior crono ufficiale l’1’28’’761 del Q1 e non ha potuto stabilire altri crono; di contro Perez è andato fino in Q3 facendo poi la pole con 1’28’’265. Dobbiamo forse pensare che Perez sia stato più veloce di Verstappen in quelle qualifiche? Più efficace in qualifica lo è stato sicuramente visto che Verstappen il guaio se l’è procurato da solo finendo contro un muretto, d’accordo, ma più veloce? A ben guardare l’unica sessione conclusa da Max e Checo a parità di condizioni in quelle qualifiche è stata il Q1 e nel Q1 Checo ha avuto un crono di 1’29’’244, di quasi 5 decimi più alto di quello di Max. Quindi Max è stato più veloce di Checo.

Tra Q1, Q2 e Q3 cambiano spesso le condizioni, siano esse della pista che si gomma, della temperatura dell’asfalto, del meteo e ciò influisce non poco sulla prestazione dunque confrontare i crono di Qn differenti, al mero scopo di indagare il crono migliore, potrebbe non avere molto senso.

La parità di Qn, Q1 o Q2 o Q3 in cui entrambi i piloti hanno partecipato al meglio delle loro possibilità, è dunque il primo criterio che ho adottato.

In diversi casi si sono visti piloti che per risparmiare un treno di gomme ma sicuri di passare il taglio non miglioravano il proprio tempo in Q1 o in Q2: anche la strategia dettata dalla contingenza andava considerata. Sicché il secondo criterio è stato quello di porre il confronto non solo a parità di Qn ma anche nell’ultima di esse. Parrà banale, perché normalmente è in Q3 che i piloti danno il meglio di sé (quantomeno coloro che ci arrivano) ma non lo è affatto perché, se cambia il meteo, il Q3 potrebbe essere sensibilmente più lento del Q1 o del Q2 ma tuttavia, essendo decisivo per la posizione in griglia, è comunque in quel frangente che il pilota si impegna di più.

Ultimo Q corso da entrambi è il secondo criterio.

Come terzo criterio di ponderazione ho deciso di escludere le Qn dove uno (o entrambi) i piloti hanno avuti problemi meccanici o di altra natura tali da non farli partecipare o di non competere al meglio contro il proprio team mate nel medesimo Q. Inizialmente avevo pensato, in questi casi, di assegnare, quale crono virtuale, al pilota senza tempo o col tempo problematico il 107% del tempo del pilota con il tempo ufficializzato in quella sessione il che poteva sembrare logico in quanto avrebbe ricalcato il medesimo rapporto che la federazione applica alla soglia necessaria per partecipare al GP (benché non ho memoria di una sua applicazione concreta). Tuttavia, tale escamotage non era in linea con l’intento meramente speculativo di cui sopra e quindi ho semplicemente azzerato il confronto per quel GP. Di tale azzeramento ne hanno beneficiato Sargeant in diverse occasioni, il Verstappen di Gedda, Perez in Australia, DeVries e Gasly a Baku, Ocon a Spa e Norris in Messico. Ho infine deciso di escludere anche il dato di Lawson a Zadvoort perché chiamato dalla sera alla mattina a prendere parte alla sua prima qualifica in F1, magari pure con un sedile non perfettamente adeguato, non mi sembrava corretto inserirlo in un’analisi sulla velocità pura. Ne hanno beneficiato nel senso che in quel specifico frangente il gap con il compagno di squadra non viene conteggiato.

Raccolti tutti i crono con i criteri di cui sopra è parso subito chiaro che l’analisi delle velocità relative tra compagni di squadra, principalmente il differenziale medio, che risultano sono leggermente diverse da quelle che si vedono circolare nei siti specializzati ma, confido perché è questa l’ambizione di questa analisi, più realistiche. Rara è invece la divergenza tra i risultati di questa analisi e quelli ufficiali. Tornando a Gedda è chiaro che report per così dire “ufficiali” delle qualifiche in stagione questa risulterà vinta da Perez, ma nella mia analisi, poiché ho considerato solo il Qn in cui hanno partecipato ad armi pari e senz’altri condizionamenti, risulterà vincitore Verstappen. Anche la media del distacco in stagione sarà diversa da quella per così dire “ufficiale” riscontrata dai dati senza ponderazione e pubblicata in gran parte dei siti specializzati.

Così ponderati, i dati non presentano grandi sorprese rispetto alle aspettative ma aiutano a capire meglio la differenza tra i piloti e in qualche caso a valutarne persino un po’ meglio la stagione. Un po’ a tutti è parso chiaro, ad esempio, che nel 2023 Hamilton ha fatto decisamente meglio di Russell ma l’analisi che segue mostra che se è così, ed è così, ciò non è stato certo dovuto ad una grande differenza in termini di velocità ma, con ogni evidenza, ad altro.

Il grafico che allegherò ad ogni confronto mostra il gap algebrico del primo pilota verso il secondo GP per GP, essendo il primo citato nel titolo del grafico quello al cui tempo è stato algebricamente sottratto il tempo del secondo. Sicché, ogni dato al di sotto dell’ascissa zero significa crono migliore per il primo pilota (e viceversa).

Orbene, dopo tutte queste premesse veniamo ai dati per come il mio Excel li ha masticati, digeriti ed espulsi cominciando inevitabilmente dal confronto tra il campione del mondo e il suo compagno di squadra.

VERSTAPPEN VS PEREZ

Fatte tutte le ponderazioni di cui sopra emerge comunque il totale annientamento di Checo. In termini di velocità pura, se questa ponderazione ha senso, non c’è stato confronto.

  • 21 a 0 per Max
  • -668,14 millesimi il distacco medio tra i due

Il fatto che la media è calcolata a partire da crono rilevati a parità di condizioni rende ancora più impietoso il confronto.

Della straordinaria stagione di Verstappen si sono scritti fiumi di parole e il presente quanto modesto contributo non fa altro che rinsaldarne il giudizio di reboante magnificenza.

HAMILTON vs RUSSELL

Qui le cose si complicano. Il confronto in velocità pura tra Lewis e Giorgino è stato serratissimo lungo tutto l’arco della stagione. Nonostante l’applicazione dei criteri di cui sopra il confronto in termini di posizione in Q rimane quello ufficiale di perfetta parità. Parità sostanziale che si riscontra anche nel confronto cronometrico a parità di condizioni che vede comunque prevalere Lewis di un nonnulla. Non è certo la velocità, dunque, che ha azzoppato il buon George contro il redivivo Lewis, quanto l’efficacia generale in stagione cui attribuirei l’assenza di exploit degni di nota, che invece Lewis è riuscito ad ottenere, quale principale causa.

  • 11 a 11
  • -17,77 millesimi di distacco medio a favore di Hamilton

Il grafico evidenzia un’alternanza abbastanza ristretta (occhio alla scala!) lungo l’arco della stagione. Ho provato a togliere gli ultimi due GP, in cui Hamilton non si è certamente impegnato allo spasimo conscio di aver stabilizzato la sua posizione in classifica mondiale rispetto a Russell, ma il distacco medio in favore di Lewis aumenta di poco salendo a 61 millesimi. Tutto ciò significa banalmente che in quanto a velocità pura Giorgino non ha granché da invidiare a Lewis. Stiamo pur sempre parlando di un Hamilton che non è più quel mostro di velocità che è stato nei suoi primi cinque-sei anni di carriera il che ci fa dire che Russell “ha ancora molto pane da mangiare” (cit. mio nonno buonanima). Da qui, da questa velocità e dalla lezione di efficacia su tutta la stagione impartitagli da Lewis, che Russell deve ripartire per far pensare che il suo talento non sia sufficiente per farlo assurgere a contendente per il titolo.

LECLERC vs SAINZ

A differenza del precedente duello, l’analisi particolarissima che sto facendo fa pendere l’ago della bilancia molto più in favore di Leclerc che di Sainz. Stavolta vediamo prima i dati e il grafico.

  • 15 a 8 in favore di Leclerc
  • -50,91 millesimi di distacco medio a favore di Leclerc

La prevalenza nel confronto diretto (15-8) è piuttosto netta, il che è già un dato inequivocabilmente a favore di Leclerc. Tuttavia il gap cronometrico è molto contenuto il che dovrebbe deporre in favore di una sostanziale similitudine di velocità tra i due. Ad uno sguardo più profondo vediamo però dati che portano ad ulteriori considerazioni. Delle 8 volte in cui Sainz ha prevalso in questa particolarissima analisi ben 4 portano distacchi superiori al mezzo secondo laddove delle 13 volte in cui ha prevalso Charles solo 2 hanno distacchi superiori al mezzo secondo. Distacchi così ampi, in un contesto di soli 50 millesimi di gap medio, significano che in quelle Qn corse a parità di condizioni è successo qualcosa che ha compromesso la prestazione del pilota, vuoi un suo errore o un difetto di assetto della vettura. Si rispecchia in questo grafico, quindi, quanto si è visto in stagione e cioè un Leclerc sempre in difficoltà nella prima parte del campionato, magari pure a sperimentare insieme agli ingegneri in cui spicca soltanto Baku, pista sulla quale Leclerc ha da insegnare persino a Max e in cui comunque Sainz, in quella specifica Qn, ha fatto comunque il quarto tempo. Per converso, dopo il Canada, a favore di Sainz c’è solo il picco di Zandvoort ove il prode monegasco ha pasticciato come un kartista alle prime armi. Se ponderiamo ulteriormente la media, togliendo i picchi, il gap medio tra i due sale a 279 millesimi. Delle quattro volte in cui Sainz ha meritoriamente e senza picchi prevalso su Leclerc ben tre sono di estrema misura, cioè di pochi millesimi. Per converso, togliendo i picchi Leclerc ha prevalso per pochi millesimi (intesi come sotto il decimo) solo tre volte su tredici (o su quattordici se consideriamo Baku). Inutile dire che per quanto la media del gap di velocità possa dare l’impressione di un distacco assai contenuto tra i due è l’occhio più attento che ci fa dire che in termini di velocità pura Leclerc abbia comunque tenuto ben distante il compagno di squadra. Rimettendo i picchi dentro l’equazione possiamo però sostenere che Sainz ha dalla sua costanza e continuità, in quanto a velocità pura, che ci fanno dire che ha dato il meglio di sé in praticamente tutte le qualifiche della stagione (tranne che in Brasile). Chi dice che la coppia Leclerc-Sainz è forse la meglio assortita del circus ha molte ragioni dalla sua parte.

NORRIS vs PIASTRI

La particolarità di questa analisi rende interessantissimo il confronto tra i due portacolori della McLaren, considerato anche il fantastico anno da matricola condotto dall’australiano. Dobbiamo ricordarci, prima di addentrarci nei numeri, che nelle due precedenti stagioni Norris aveva letteralmente distrutto Daniel Ricciardo, non esattamente un Mazzacane qualsiasi, proprio sotto il profilo della velocità pura. Sarà pur vero che il sorrisone non si trovava a suo agio con quel mezzo ma intanto in due anni si è preso circa 4 decimi di distacco medio. Vediamo numeri e grafico:

  • 16 a 5 in favore di Norris
  • -323,14 in favore di Norris

Questo grafico comprende anche le Q del Canada in cui il buon Piastri non è riuscito a cavare un ragno dal buco pagando notevolmente in termini di esperienza. Per un confronto omogeneo fatto con anche tutte le altre coppie di piloti questi numeri dovrebbero essere quelli da considerare.

Per una valutazione senza il Canada agevolo i dati:

  • 15 a 5 in favore di Norris
  • -174,15 in favore di Norris

 

La prevalenza in termini di velocità pura da parte di Norris rimane consistente sia che si consideri sia che non si consideri il Canada ma non così importante. Anche la prevalenza nei risultati (16 a 5 o 15 a 5 poco importa) fa pendere la bilancia a favore di Lando. Tuttavia, anche qui occorre soffermarsi un poco sui dati e cercare qualche dettaglio in più. Infatti vediamo prevalere Norris fino all’Ungheria con un eloquente 10 a 1. Nella seconda metà del campionato il risultato è ben più equilibrato: 6 a 4 per Norris (o 6 a 5 se si considerasse il Messico che però ho deciso di escludere per le ragioni di cui in premessa). Scomponendo la media nelle due metà del campionato vediamo un Norris prevalere con un gap medio di 456 millesimi nella prima metà che però scende a 176 millesimi nella seconda metà. Il punto è ovvio: Oscar ha pagato lo scotto del noviziato nella prima metà di stagione e poi, prese per bene le misure della sua MCL60 è cresciuto alla grande anche in termini di velocità pura avvicinandosi molto al suo compagno di squadra. Certamente Norris rimane, ad oggi, più veloce e non di poco giacché, se anche non considerassimo il Canada, i 174 millesimi di gap medio non sarebbero affatto pochi in una stagione intera ma considerando il suo noviziato e il modo in cui Norris nei due anni precedenti ha staccato Ricciardo allora si può certamente affermare che anche in termini di velocità pura la stagione di Piastri è stata eccellente. Tutti e due hanno davanti un 2024 in cui devono portare conferme e miglioramenti. Norris deve capire, mezzo permettendo, che può e deve ambire a posizioni che contano anche in classifica mondiale e mettere da parte quella parvenza di “braccino” che è comparsa in questo 2023 quando in alcune gare ha dato la netta impressione di non riuscire a reggere la pressione (l’errore in gara a Austin è emblematico in questo senso). Piastri, dalla sua, deve continuare i fantastici progressi che ha mostrato quest’anno il che non è semplicissimo. Se entrambi riusciranno a rinsaldare le loro qualità e se il mezzo lo consentirà questa coppia di piloti farà a gara con quella Ferrari per la meglio assortita del campionato.

ALONSO vs STROLL

Probabilmente non c’era bisogno di addentrarsi in questo tipo di analisi per trarre la conclusione che nel 2023 Fernando è stato di molto più veloce di Lance. La conferma infatti arriva puntuale.

  • 19 a 3 in favore di Alonso
  • -473,82 millesimi in favore di Alonso

Che la stagione di Alonso sia stata straordinaria non è una rivelazione. Da quest’analisi vediamo che è anche stato velocissimo, quantomeno nei confronti di Stroll. La cosa che più mi incuriosisce è che tutti sappiamo che Stroll ha iniziato il campionato con l’handicap del più o meno misterioso infortunio ai polsi ma guardando il grafico ci rendiamo conto che Stroll, in termini di velocità pura (che ricordo essere l’obiettivo di questa analisi) ha sofferto relativamente poco proprio a inizio stagione. Ha sofferto tantissimo nella parte centrale e solo nelle ultime gare si è rimesso (relativamente) in carreggiata. In tutta onestà non so come interpretare questo dato e mettermi a speculare sulle strane voci da paddock che lo hanno riguardato per spiegare questo strano andamento è attività che lascia il tempo che trova. Sta di fatto che, almeno in questo caso, i numeri non mentono: Alonso ha annientato Stroll sotto ogni punto di vista.

GASLY vs OCON

Quello tra i due portacolori Alpine è stato il duello, se così vogliamo chiamarlo, più equilibrato della stagione. Oltre, naturalmente, a quel che ha detto la pista anche questa analisi sulla velocità pura ci porta dati a conferma dell’equilibrio.

  • 13 a 7 in favore di Gasly
  • -2,50 millesimi in favore di Gasly

Il grafico certifica l’equilibrio tra i due ma ci dice anche qualcosa in più. Innanzitutto ci mostra plasticamente che Gasly ha avuto necessità di “imparare” la vettura nei primi GP della stagione il che, in qualifica ha presumibilmente portato il buon Pierre a commettere qualche errore di guida in più rispetto al suo diretto rivale. Vediamo infatti che nelle prime sette gare, che in realtà sono otto dato che ho escluso Baku per i problemi avuti da Gasly, non solo Ocon ha avuto uno score positivo di 4 a 3 (5 a 3 con Baku) ma quando è stato davanti lo è stato con ottimo margine. Nel resto della stagione è stato invece Pierre a prevalere sia numericamente che come gap medio di distacco, portando quest’ultimo sul totale della stagione a quei 2millesimi di cui sopra. Il dato si può interpretare in due modi: Gasly non solo è stato ma si è dimostrato più veloce di Ocon oppure che Ocon è capace di exploit mentre Gasly è più un “regolarista” della velocità, se mi passate la locuzione, un po’ come Sainz. O forse sono tutto sommato corrette entrambe le interpretazioni. Come più volte ricordato su questo blog non sono un grande estimatore di Ocon sicché propendo per la prima interpretazione il che mi porta a dire che nonostante i numeri convergano verso la parità una più dettagliata analisi dice che Gasly è più veloce. Buon per Pierre!

ALBON vs SARGEANT

Su questo confronto c’è poco da dire. Mutatis mutandis il dominio di Albon nei confronti di Sargeant, quanto a velocità pura, è del tutto analogo a quello di Verstappen nei confronti di Perez.

  • 18 a 0 (zero) per Albon
  • -530,72 millesimi di distacco medio in favore di Albon

Il grafico non fa altro che certificare quanto sopra. Sargeant è quello a cui ho tolto più crono e s.t. per i numerosi problemi che ha sofferto. Va detto che per quanto riguarda Zandvoort ho confrontato il Q2 e non il Q3 in cui il povero Logan patì l’azzardo delle gomme imposto dalla squadra con una dannosa uscita di pista che gli impedì di proseguire il turno) e che il gap medio sarebbe stato di molto più alto se non mi fosse preso quest’atto di generosità matematica! Detto ciò, i numeri dicono che per quanto alto sia il gap medio, calcolato con i criteri di cui in premessa, non è così alto come quello rimediato da Perez nei confronti di Verstappen il che mi fa dire che forse è questo uno dei motivi (oltre a quello ovvio…) che spingono Williams a dare una seconda chance al giovane americano. D’altra parte, Logan ha limitato i danni proprio nel finale di stagione il che potrebbe deporre, per quanto lontanamente, a suo favore nel senso che può essere che verso il finale sia riuscito a adattarsi un poco di più alla categoria. Rimane tuttavia ancora largamente insufficiente come velocità e dovrà darsi molto da fare, nel 2024, per farci cambiare idea sulle sue qualità.

BOTTAS vs ZHOU

Il confronto tra i due Alfa Romeo è abbastanza difficile da decifrare: la disastrosa stagione della scuderia ha probabilmente tolto molti stimoli ai piloti che sono naufragati insieme al team. Se Bottas ha deluso per la poca voglia di fare dimostrata in gara mi ha deluso ancora più Zhou perché non ha approfittato della mancanza di stimoli di Bottas per dare dei forti segnali sulle sue ambizioni future. E il confronto sui dati, in questo senso, lo certifica abbondantemente.

  • 16 a 6 in favore di Bottas
  • -287,68 millesimi in favore di Bottas

Il grafico mostra che le rare volte che Zhou è stato più veloce lo è stato con poco margine mentre Bottas ha avuto notevoli exploit di velocità. La sensazione è che il ridimensionamento di Zhou, dopo il buon 2022, sia particolarmente accentuato da questa analisi di velocità a pari condizioni perché quando Bottas ha “deciso” di spingere ha fatto il vuoto. Speculazioni ulteriori sugli stimoli via via calanti dei piloti nel corso della stagione non mi sento di farne e mi limito a rilevare che forse Bottas, con un mezzo più performante, potrebbe ancora dire la sua, quantomeno in qualifica, come ha sempre fatto nella sua carriera in Formula 1.

HULKENBERG vs MAGNUSSEN

Anche in casa Haas c’erano pochi dubbi su cosa avrebbe mostrato questa analisi.

  • 15 a 7 in favore di Hulkenberg
  • -258,23 di distacco medio in favore di Hulkenberg

Il picco di SPA, in cui all’ottima prestazione di Magnussen ha corrisposto una fallosissima di Hulk, maschera numericamente un dominio di Hulk in termini di velocità di proporzioni ancora maggiori. Aggiungiamo anche che il Q3 è stato raggiunto molte più volte da Hulk, con prestazioni in quei casi decisamente sorprendenti e certifichiamo il fatto che il buon Magnussen ha dovuto scontare una debacle in qualifica che forse nessuno si aspettava. Non so quanto il dato vada tanto in favore di Hulk quanto più in sfavore di Magnussen il quale, se non avesse dimostrato più solidità in gara rispetto a Hulk nel corso della stagione, avrebbe seriamente corso il pericolo di non vedersi riconfermato. Certamente la pessima vettura portata in stagione non ha dato molte chance a entrambi i piloti per mostrare ulteriormente le loro qualità ma il confronto relativo rimane comunque decisamente a favore del redivivo HULK.

TSUNODA vs (DEVRIES/RICCIARDO/LAWSON)

Ho lasciato per ultimo il confronto tra i piloti della Alpha Tauri per via dei tanti avvicendamenti sulla seconda vettura del team. Non posto grafici, in questo caso, perché non dicono nulla. Mi limito a qualche dato.

  • In generale 16 a 5 di Tsunoda vs team mate
  • In generale -296,52 millesimi di distacco in favore di Tsunoda vs team mate

Ciò favorisce oltremodo il piccolo Yuki che comunque ha confermato i notevoli progressi in termini di velocità pura già visti nel 2022.

  • 7 a 2 vs Devries
  • -223,56 millesimi vs Devries

La disastrosa stagione di Devries è certificata dall’impietoso confronto con Tsunoda anche nei numeri riguardanti la velocità pura. Se consideriamo anche qualche pasticcio occasionale fatto dal giapponese i 223 millesimi rimediati quale gap medio sono anche generosi.

  • 5 a 0 vs Lawson
  • -317,25 millesimi vs Lawson

Questi numeri riguardanti la velocità (e ho escluso Zandvoort per ovvie ragioni altrimenti sarebbero stati ancora peggiori) ridimensionano la ottima impressione data dal neozelandese nelle cinque gare in cui ha corso. Sappiamo però che questa ottima impressione è stata data dalla sua condotta di gara, che è stata eccellente, più che dalle qualifiche. La curiosità di rivederlo correre una stagione intera sta proprio nel fatto che sarebbe interessante vederlo “aggiustare” questo fondamentale.

  • 4 a 3 vs Ricciardo
  • -186,71 millesimi vs Ricciardo
    • +8 millesimi in favore di Ricciardo senza Ungheria e Las Vegas
    • +301 millesimi in favore di Ricciardo senza Ungheria ma con Las Vegas

Difficile leggere i dati del confronto con Ricciardo. Troppo poche gare, peraltro intervallate dall’infortunio di Daniela a Zandvoort, per avere un confronto numericamente sensato e realistico. Il dato generale vede prevalere Yuki ma sulla media pesa tantissimo l’esordio nelle qualifiche in Ungheria del sorrisone che si è trovato a mangiare la polvere un po’ da tutti. Togliendo l’esordio si può poi dibattere se considerare o meno Las Vegas in cui Yuki ha pasticciato nel Q1 ma sta di fatto che il confronto velocistico torna in favore di Ricciardo sia nell’uno che nell’altro caso. Difficile quindi capire se, alla fine, è Daniel ad aver ridimensionato i notevoli progressi fatti vedere dal giapponese oppure se sono proprio questi a dare la misura di un Ricciardo ancora ampiamente competitivo. Non mi spingo oltre nell’analisi se non per auspicare un 2024 in cui trarre deduzioni più accurate.

CONCLUSIONI

Chi è invecchiato meno rispetto al suo gemello identico? Be’, manco a dirlo, Max Verstappen! Avevate qualche dubbio? Infatti se ordiniamo per distacco medio tutti i duelli otteniamo quanto segue:

  1. VER vs PER: -668 millesimi
  2. ALB vs SAR: -530 millesimi
  3. ALO vs STR: -473 millesimi
  4. NOR vs PIA: -323 millesimi*
  5. BOT vs ZHO: -287 millesimi
  6. HUL vs MAG: -258 millesimi
  7. TSU vs team mate: -229 millesimi
  8. LEC vs SAI: -50 millesimi
  9. HAM vs RUS: -17 millesimi
  10. GAS vs OCO: -2 millesimi

L’asterisco sul duello Norris/Piastri rimanda alle considerazioni fatte nel loro paragrafo.

Di tutti questi dati alla fine quello che mi diverte di più è quello relativo al duello tra Gasly e Ocon: 22 week end con 66 Qn (un po’ meno in realtà per ovvie ragioni) e alla fine la media del distacco è solo 2 millesimi! Bello, vero?

 

Si sa che se è vero che i numeri non mentono è altrettanto vero che non dicono nemmeno la verità. E non c’è bisogno di addentrarsi nel complicato dibattito filosofico su cosa sia la “verità” per capire che il brodo ermeneutico in cui si va a rimestare quando si fanno considerazioni di questo tipo è destinato a soccombere anche di fronte alla più banale delle obiezioni. Tuttavia, spero che quanto sopra possa dare qualche spunto di riflessione allorché si voglia giudicare in modo un po’ più oggettivo la velocità che i piloti hanno espresso durante la stagione 2023.

Ad maiora.

 

BONUS: i sorpassi

Non c’entra granché con l’obiettivo di questo articolo ma ho trovato in rete un bel grafico che ordina i piloti per il numero di sorpassi fatti in stagione, confrontato con i sorpassi subiti.

Premetto che non so il criterio con cui è stato elaborato questo grafico. Non so, ad esempio, se vengono conteggiati quali sorpassi fatti (e per converso subiti) quelli ad un pilota che sta pittando per cambio gomme (e visto il numero generale che mi pare un poco elevato il sospetto viene) o addirittura mentre si ritira e non è ancora stato escluso dalla classifica di gara. Detto ciò, rimane comunque una buona base dati da cui trarre qualche considerazione ulteriore sulla stagione dei piloti.

Non sorprendono i dati dei due RBR. Perez, avendo sofferto in qualifica per buona parte della stagione, ha spesso dovuto destreggiarsi nelle retrovie sicché che sia colui che ha effettuato più sorpassi in stagione è il minimo sindacale, per così dire. Se non mi sorprende il misero e in quanto tale stupefacente 5 alla voce sorpassi subiti da Verstappen mi sorprende invece un poco il dato su quelli effettuati perché essendo lui stato sempre là davanti dove diavolo li ha fatti 68 sorpassi?!

La differenza tra Russell e Hamilton suppongo derivi dal maggior numero di volte in cui Lewis è partito più avanti di George in griglia.

I numeri di Leclerc e Sainz, quasi identici, non dicono molto.

C’è un poco di scarto tra Piastri e Norris in termini di sorpassi subiti che potrebbe essere frutto della prima parte di stagione passata da Piastri a farsi le ossa.

La differenza tra Alonso e Stroll è più indicativa: visto che Stroll è partito nelle retrovie molte più volte rispetto ad Alonso ci si aspetterebbe che quest’ultimo, visto il potenziale della vettura, abbia più sorpassi effettuati rispetto ad Alonso. Non essendo così non si può far altro che trarre ancora una volta la conferma della enorme differenza che Alonso ha fatto verso il suo compagno di squadra. Noto infine che Alonso è colui che ha subito meno sorpassi dopo Verstappen e Perez (escludendo gli ultimi tre che hanno fatto solo una porzione di stagione): fate voi.

C’è una piccola differenza tra Gasly e Ocon a favore del primo: quel piccolo delta che li ha separati in campionato e in qualifica viene ulteriormente confermato da questo dato.

Il dato si dimostra più indicativo se prendiamo Bottas del quale, nell’articolo sulle non-pagelle, avevo stigmatizzato l’anonimato e la scarsa combattività in gara. Ebbene, 110subiti/27effettuati sono un dato veramente sconfortante in questo senso e che risalta ancora di più se confrontato con l’81/57 di Zhou, suo compagno di squadra, che evidentemente si è dato molto di più da fare.

Interessante anche il dato dei due Haas che non stupisce certo alla voce sorpassi subiti quanto in quella degli effettuati. Anche in questo caso avevo scritto nelle non-pagelle che Magnussen aveva dalla sua una certa maggior efficacia in gara e il dato sui sorpassi effettuati credo possa in qualche modo confermarlo.

Sconfortante il dato di Sargeant soprattutto considerando quante volte è partito in fondo alla griglia ma anche in questo caso non c’è da sorprendersi. Per converso, direi che è spettacolare quello di Albon.

Mi balza all’occhio il dato di Lawson, di cui tutti hanno ben giudicato la sua condotta di gara: precipitato dalla sera alla mattina su una F1 avere 15/15 in questa curiosa statistica mi sembra un risultato di tutto rispetto soprattutto perché se viene proiettato sulla stagione intera (calcolando la proporzione rispetto al numero di gare da lui corse) lo colloca dalle stesse lande di Tsunoda per quanto attiene ai sorpassi subiti e dalle ben più interessanti parti di Alonso per quanto attiene agli effettuati. Se facessi le stesse proiezioni per Ricciardo, con il suo misero 13 alla voce effettuati, lo si vedrebbe davanti ai soli Bottas e Sargeant e sensibilmente più indietro rispetto a Tsunoda e alle voce subiti avrebbero fatto peggio di lui solo Bottas e i due Haas. Visto che ho sempre considerato Ricciardo il miglior “sorpassatore” del circus comincio a pensare di essere nel torto…

Metrodoro il Teorematico